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Un sistema «usitatissimo in tutto ji mondo». Denaro efavori in una lettera difrachetta del 1617 A. ENzo BALDINI Le vicende biografiche di Girolamo Fraehetta (Rovigo 1 558-NapoIl 1619) si prestano in maniera singolare ad essere considerate per molte- plici aspetti emblemat jebe deBe condizioni decisamente precarie ífl CHI operavano ¡ «teorici» italiani della ragion di Stato nell’etá della Contro- rl forma. Le suc opere politiche —in particolar modo ji Discorso sulla ragion di Sta/o (1592), 1/ Prencipe (1597) el/Seminario de’ governi di Siam et di guer- ra (1613) —godettero di relativa fortuna tra i contemporanel; tuttavia, an- cor piñ fortunata e ricea di riconoscimenti fu la sua attivitá di jnformatore politico al servizio della Spagna, per la quale fu ripagato con laute pensio- ni, rna anche con vicissitudini particolarmente dure e difficili. Ripetutamente jn pericolo di vita sul finire del pontificato di Sisto Ve all’inizio di quello di Clemente VIII,’ nel 1604 vide infatti stroncate tidte le proprie speranze di una promettente carriera nella curia pontifica a cau- sa del comportamento bizzoso e irresponsabile del nuovo ambasciatore spagnolo a Roma, ¡1 marchese di Villena, che non si limité ad infrangere le ¡ Lo precisano aleone delle numerose memorie presentate al (?onsiglio di Stato spagno- Lo in occasione delle richieste di pensioni in suo lavore (dr. Archivo General dc Sin,ancas, dora in pol MIS. Estado, lcg. 1693, n.410, 2 oil. 1605. vi, leg, 1972, n. 417. 31 gen. 1606; ivi, lcg. 170$, 16(16, minuta: ivi, leg. 1972. n. 444,8 nov. 1607). 1 doc avvenimcnti troyano pon- 1 oali r¡scontri in altri docomenti, a conterma del fatto che non si trattava solo di interessatc esagcrazioni di Frachetia e dci sooi potenti protettori spagnoli (cfr.. tra 1 ‘altro. ivi, cg. 961, Dispacei dcl doca di Sessa, ambasciarore spagnolo a Roma, dal 20 set. 1593 al 21 Ícbr. 1594: archivo di stato di modena, Ambasciatorí, Roma. bosta 153. dispaccio da Roma di (iirola- mo Gilioli, 13 apr. 1594). [lis 1<, rio y <<it,,,, ti cae iii u S,,cio(, ¡ . Scvv ciii, ile 1’ uN icisooflcs ti niversidad (ompIsOcase, Madrid, 1996

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Un sistema«usitatissimoin tutto ji mondo».Denaroefavoriin una lettera difrachettadel1617

A. ENzo BALDINI

Le vicende biografichedi Girolamo Fraehetta(Rovigo 1 558-NapoIl1619) si prestanoin manierasingolare ad essereconsiderateper molte-plici aspetti emblematjebedeBecondizioni decisamenteprecarieífl CHIoperavano¡ «teorici» italiani della ragiondi Stato nell’etádella Contro-rl forma.

Le sucoperepolitiche —in particolarmodo ji Discorsosulla ragion diSta/o (1592), 1/ Prencipe(1597)el/Seminariode’ governi di Siam et di guer-ra (1613)—godetterodi relativafortunatra i contemporanel;tuttavia,an-cor piñ fortunatae riceadi riconoscimentifu la suaattivitá di jnformatorepolitico al serviziodella Spagna,per la qualefu ripagatocon lautepensio-ni, rnaanchecon vicissitudini particolarmentedure e difficili.

Ripetutamentejn pericolodi vita sul finire del pontificato di Sisto Veall’inizio di quello di ClementeVIII,’ nel 1604 vide infatti stroncatetidtele propriesperanzedi unapromettentecarrieranellacuriapontificaacau-sa del comportamentobizzosoe irresponsabiledel nuovo ambasciatorespagnoloa Roma,¡1 marchesedi Villena, chenon si limité ad infrangerele

¡ Loprecisano aleone delle numerosememoriepresentateal (?onsigliodi Statospagno-Lo in occasione delle richieste di pensioni in suo lavore (dr. Archivo General dc Sin,ancas,dora in pol MIS. Estado, lcg. 1693, n.410,

2 oil. 1605. vi, leg, 1972, n. 417. 31 gen. 1606; ivi,lcg. 170$, 16(16, minuta: ivi, leg. 1972. n. 444,8 nov. 1607). 1 doc avvenimcnti troyano pon-1 oali r¡scontri in altri docomenti, a conterma del fatto che non si trattava solo di interessatcesagcrazioni di Frachetia e dci sooi potenti protettori spagnoli (cfr.. tra 1 ‘altro. ivi, cg. 961,Dispacei dcl doca di Sessa, ambasciarore spagnolo a Roma, dal 20 set. 1593 al 21 Ícbr. 1594:archivo di stato di modena, Ambasciatorí, Roma. bosta 153. dispaccio da Roma di (iirola-mo Gilioli, 13 apr. 1594).

[lis 1<, rio y <<it,,,, ti cae iii u S,,cio(, ¡ . Scvv ciii, ile 1’uN icisooflcs ti niversidad (ompIsOcase, Madrid, 1996

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188 A. Erizo B¿,hlini

rigide normedell’etichettacuriale,ma addiritturadiffuse unarelazioneri-servatasuisingoli cardinali. serittada Frachetiaperevitargli ulteriori erro-ti «di plomati ci», n ci confronti di nobiti e di autorevoli prelat1. La reazíunedel papae dei cardinali filotrancesinon si teceattendere:contraFrachel-la fu spiccatoun i mmediatoord Inc di catinra e apertoun proeessoche nonebbeesito per la suatempestivafugada Roma,ma determinola sua mevsa al bandodalle Síatopontificio.2

Un nUeVO «incidentes>,causatoancorauna volta da un autorevoletappresentantedel re di Spagna. si ti petedi a N apoli. dove si etu ri fu—giato. altorché nel 1616 vi divenneviceré quel ducad’Osunaclic Fra-chetíaavenaosatocriticarequateheannoprima per i suoi mcdi (la «sol-datacciodi Fiandrasí.[Jopo una seriedi ostilitá netl’autunno del 1618Osunanon esitó infatti a ripagarto a doveregettandolo nel carceredeleastel dell’ Ovo, i nctottoforse anche dat!‘a tteggiamenteassun to da Fra —

chetta, «veneziano» di Tetraferni a, n e i confron ti dell e sue tramecontr.Veneuia.’

‘Fra i dueavvenimenti—dopo un viaggio a Madrid (1607-1608)nel cor-so del guateavevacercatoinvano di risolverele proprie pendenzecon lagiustízíapontificia— si celIacaun tungoperiodotrascorsoa Napeli in gua-titá di agentedi FrancescoMaria It deltaRoyere,ducad’tirbino. col gua-te giá nc 1 periodo romanoavevastahi1 ito contatti semprepi Li stretti. si noad i nvestirlo dello sconíodcrucIo di sucprotettore politice dopo la fuganel viceregnospagnolei

Fraehettacbbet’incarico di agentenelt’agcstodcl 1609,quandoa Na-poli, doveavevaormaí decisodi ricostruire la propria esistenza,era pros-sí mt) 1 ‘arri ve di un viceré ben dispestenci suoi confron ti come i 1 conte diLemose in paniculare del segretariodi questi,Lupercio Leonardode At-

A. E. BALi) INI, Po.ntigIi spagno/e.vehie intrighi po/hiel ,,e/I¿, Ronzo di Clemente VIII.(Jito la nio [tael, el la e la su o teL,:. ,r,,¡ e del 1403 o? ea tÉ/loofi, Milano A n geti, 1 98 1 . u per Co —

lo corsoda Frachellaanchein tjtieslu occasione¿ coniermatodal lutio che ji vicerédi Na-dijíeencjas

pnli. ji contedi Benavente,«viendolasextraordinarias i~ hacíael nuncio deSuSantidadparaverley enviarlea Roma, le asecuroen el custel del <.)vn hastacasi la muertedc Clemente” (AUS. Estado, cg. 1972. ir 444, consultadel Consiguodi Siato deliS nov.16<17). ClementeVIII mori ji 3 mar. 1605.

Per ji causí co apprezzamentosu Osunadr. ARCIl 1 ViO 0 ¡ STAIX) Dl FI R lINZE(dora iii poi ASE). Iúucutod’ljrhino, I.Ci,215. e. 239v (lellera di Frachetiaal tinca dl.jrhi—no, Nalioli 12 teb. 161 1). N elle suc 1 ettercal d uca Frachetta aveva ripelulamentecnt caloji compon amento di Osunu («qtiesto é 1roppo seherzar coí popoli »). eir. ¡ .6.215. ce, 224r,242r. LS clic. 161<)e 19 idi. 1611: prohahilmenteuveva ancheinviulo unu reluzionesu di liiial contedi Lemosalíacortedi Spagnu.un testoincautosubitoresonolo u Napoli (ivi. 1.6.216,e. 607v, letíeradi Oruzio Billi al duca d’tlrhino del 16 nov. 1618,dove e dula notizia dellacarceruzionedi Erachetla).

¡ CIr. ASF. Ducatod’ljrbino, 1.0. 128, ce. 445-446,456-462.letteredi Fruchellaal ducad Urbino dul 25 nov. 1597 al 21 dic. 1602:oir, anche vi, 1.6.215.ce. 1 ss.. letiereal lo slessoda Nu poi u paríire da112 ieh. 1604.

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Un ,s~ ‘.5 le mo «ti .s<¡ta/,ssinho la tu tI0 II nlOil dr>». Den tizo e fovorí... 189

gensoJa. col quaJeavevastretto a Madrid particolari rapporti di anilcízia:continuépci a ricoprirto sino al dicembredel 1616,valea dire sino all’arri-ve a Napcli del ducad’Osuna.

Nonostantete poternA amiziziea corte, il rodigino non ebbevita lacilenel sucnuevoruoto e scprattuttonon riusc’¡ ad evitarechele riforme eco-nomicheintrodotte da Lemescolpisseroin manieraritevanteanchegti in-tercssidcl ducad’Urbino, i quati. per la veritá. giá al momentodeltasuanominaaltraversavanoun mementodifficile. Netl’agostodcl [610 dichiaréinfatti fattimento(e fu pot imprigionatoperdebití) II genove~cFrancescoPatíavicino.esatteredetleennateducatinet regno.nei confrenti det quateFrancescoMaria II rimase«creditoredi 34.00<)ducatíin circa»e fu costreltoadavviare un alungaquantoinfruttuosacausa.>

La situazioneera moítodeiicata,tutíavia Fracheltanon ebbcdubbi disortae si impegnéimmediatamentecon determinazionenel favorire lasosliluzionedel Failavicino con (ijovan GiacomoLagoniarsino.anch’es-segenovese.«huomedi buenafacottáet chehaveriasicurtávalidissime>¿Né esitéa tcsserele suc lodi e a fornire assicurazienisuttasua soliditá fi-nanzíaríae suItesucpetentiarnicizie acorte: Lagomarsinoeradi granlun-ga piú affidabile e forniva maggiori garanziedel suo predecessore:jI du-ca poteva averneconferma «mandandoa sinecrarsenea Napcti et a(jenova», in ogni casoFrachettase nc diceva «sicurissimoperciochéce-noscola persona».

Tra it seltembree l’ottobrc t61() intervenneripetutamentee con un’in-sistenzainusuatein favoredel Lagomarsino,at puntoda indurre in sospettolo stessoduca.chepurepotevaintuire aleunedelle motivazieni di tantoar-

(Ir. ASí> Uneatod’tJ rbino. 1.6.215.e. 1 SSr.Ietteru di Fraeheitaal duca deI 24 agosto1610.Sulla 1 ungaverl enza contro u Paliuviei no eL.. oit re alíe leti cre di Frachetia.queIle diaitri rninistri del duea u Nupoil quaii CiiaeomoTesta,FabioFatae Oruzio Billi (ivi, 1.6.216).e soptutiutio le istruzioni dtieaij atIesta<8 oIt. 1611)e al Biili (24 nos>. 616, vi, 1.6.216,ce,994—1<113.1(124—036).

ASE. dueatodUrbino. 1.6.215, e. 185v, iettcru di Fruehetiaal duca dLlrbino del 24ago. 161<>. II Lagomarsino (che nei doctirneníi igura sempreeome«1.agomucino»o «Lago-Tnacini» e irma le proprie letterecome «(ji. Giae. Lagomacino»)fu consoleu Nupoii dellarepuhbiieadi (icuova da] dic. 1612 al lug. 1614 e nuovamenleper pocízi mesi da] gen. 1623(cir. le suc letíeredalí’ II dic. 1612 al 22 aprile 1614 e qucila dei 15 gen. 1623. ARCHIVIODi SI’A1O Dl GENOVA, Archivio segreto.Lettere consoli Napoli. busta2636: ctr. ancheV. V [ALE, I)iplonía/ici e consoIl del/o tepal>hlica di Cenova, (le nova, 1934. p. 97). 0uasicerl unlente ¿ da denti iicu re con lo «lo. 1 acobosq. Vine. q. lacohi» che ligura ¡íd «1 AherNo-Si lila lis». ma I n unaregi.sttazionesenzadala come <u tío qucíle reíati ve a] Cinquccenlo(cfi.6. (1tJEL[

21 CAMAJANI, II «Liber Nohiliíotts Genaensis» e ¿1 Governo ticho Rep,ihhlho diCe,íova fino al/anuo 1797, Firenze, 1 96$ p. 312). Su di Iui cir. ancheMAS, Visitas de Italia.legajo III. n. 7 (« DescargosdeJuanJacoboLagomancino,racionaldel tribunal dc la Zee-ca». i n oecasi une della «visita dc .1 tian beitran cíe Guevara,años 16(17 en adelante».A. DELA PLAZA BORES A. DE LA PLAZA SANTIAGO, laven/ario Vlsi/as de Ita/li, (SiglosXVIz XVII), Valladolid, 1982,p. 96).

ASIÑ l)ucuto dUrbino, 1.6.215. e. 193, letteraal duca dUrbino delil 1 set. 1610.

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490 A. Enzo Raid¡ni

dore) Se infatti da unapartenon tutti i ministri napoletanidi FrancescoMaria II avevanoespressoparerefavorevolesut Lagomarsino$daJt’altraquest’ultimo gli erastatocaldamenteraccomandatepreprie dat cardinalegenoveseAntonio Maria Sauti, cot quale bensapevacheFrachettaavevaintrattenuterapporti molto stretti negli ultimi anni dct sucsoggiornore-mano.’0 In ogni caso,giá it 17 settembreil Lagomarsinopotevaringraziareu ducaper it «favore che Vestra Attezza si é degnatadi farmi in graziadelt’iltustrissimo cardinalSauti, col compiacersiche io dehbaservirtainris-coderele sucentratein questoregne».

Quindi u ducaavevacedutoben prestoalíe richiestedel potentecar-dinalegenovese(cometui sehieratocon decisionein favoredella Spagna)e del proprio agentein Napoti; avevaperécenservatonon pochi sespettiesoprattuttomostravadi non fidarsi dei giudizi di Frachetta.chesapeva«in-trinsichissimo»del Lagomarsino,comescrívevanelle istruzicni aGiacemoTesta.Quest’ultimofu infatti inviato a Napoti nell’ottobrc dcl 1611,valeadire dopo il prime dei sci anni pattuiti, ad ispezionarecon rigorel’eperatodelt’esattore. 1t testodefinitivo delle istruzioni assegnategliportavaJ’elo-gio sia di Lagomarsinechedi Frachetta,u qualedovevaperéesseretenu-te totatmcnteall’escurodet veroobiettivodell’ispezioneproprieper«l’in-trinsichezzach’é Ira loro»: ma in una prima versienedetle isíruzienzsíIeggonodispesizioniducati non proprio tranquiltizzanti per it genovese:«Chese vi fossequaLchebuonaformadi rescindereit contrattoches’ha conLagomacinodi questacssigenza,ci sarcbbedi rnotta sodisfazione,peten-dosi fare senzatite e quietamcnte».

Frachettaavevaquindi buoni motivi percontinuarea difenderecon os-tinauione it proprio pretetto;del resto, nenostantete cauteleimpertedalduca. non avevatardatoa rendersicante cheLagomarsineeraoggettc dimanovreparticolarmentedecisee ostili. Si affrenté quindi ascrivereal du-

(‘fr. le leltere deI 18 e 25 set,,deI 2,9,23 ott. e dei 27 nov, 1610. vi, ce. 195-215.doveFrachetía garant va ripetutamente suIle «sicurí » e suule«cantele» olferíe d al L,agomu rs’no(«del q nale sonsi eurocheella non resteráingannata»),lo di fendevacon puníigl i o e solleci—tavaripetutamentela rutifica del contratio.

Un atteggiun,enlo ostile nei suni Con fron ti vennc i nial ti as.sunto daliavvoeato FabioFata,dr, le istruz oni cii. a Oiacotno [esta.

Fracheita,che serviva u Sauui come «gentil nomo>,.uhitavanel paiuzzodci cardinale(ma in un appartamento autonon,oe con un proprio servil(‘re) al nl omentodella s tia p rcci -

pitosafuga perevitaregli strali dellagiustizi a pontifi ca (cfi. le cariedel processoconíroFra-

ehelta i n A. E. B ALDIN 1, I>un/igl¿ .spagnolesehi e i’íítigh j polhiei cii.. pp. 146-154).ASF, DucatodUrbino, 1,6.216.e. 354,Linearico dovevaper essererínnovatoalía fine di ciaseunauno;dr, in particotarela

cuera del LagomarsinodeI 30 ott. 1612 (ASF, I)ueato dUrbino. 1.0.216. ce. 366r-367v)equelladi Frachettadcl 31 gen. 1615 (ivi, I.G.215..c. 668).entrumheal duca.

13 Istruzionecii, al Testadell8 oit. 1611, ivi, 1.0.216, ce. 1006.1009v. 1011v. ¡nIto ques—lo naturalmentenel casoche le a ceusemosscda Fabio Fuia, avvoca1(3dcl d uca a Napoli , sitosseromostrateverbere.

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Un sistema «us¡ta/,ss¡mo in /utto ¡1 motido». Denaro e lavan... 19)

capercercaredi smontareegni possibilescspettc:colorocheavevanefat-te istanzapersestituire l’esatterenon cranostati certe mossida zetover-segti affari ducali,ma da invidia e odio verse11 genevese;qualcunosi eraaddiritturarecatoa Roma«perlartareda cardinailquestoulfielo con Vos-tra Altezza».precisavaastutamenteFrachetta,dandocosi provadi sapereincIto sutt’argoínentoe di avere,come al solito, ottimi canatid’informa-zíene.Tutti tentativi inutiti, non esitavaperéa ribadire,dat momentoche«II Lagomacinoé in buonissimestatodi faceltáa & percomputeintiera~mentesecendet’ebtigo et megtio».’4

L’ispezione dovetteccncludersicon esito favorevole;dcl resto,un an-nc pié tardi u Lagomarsinoringraziavaji ducapert’ulteriorc cenfermadctpreprieincarico,dilungandosipci in un resecontodel proprio operatore-sosemprepié difficoltoso dalle riforme ecenomichedel ducadi Lemos.Ben presto tutiavia, terseanchepci le «alterationi»introdolte dat viceréspagnolo,la suasolvibilitá cominciéagenerarefondati sospetticd eccodinuove Frachetíapronto a sostenerlecon tantadecisieneda far mutarpa-rerc al duca,clic all’inizie dct 1615 velevasostituirle;’” magié qualeheme-sepié tardi, nel dicenibredello stessoanno,eracostretteadammettereche«il Lagomacinohapagatepocodi quello chedevevadell’annatapassata>s.’

Ormai peréla situaziene.stavaprecipitandoper enlí’amhi.Ne> maggiedeI 1616 Frachettafu cestreltoa scusarsiper non ayer riferito in manierasollecítacd esaurientesudi un «incidente»incorsea Napoli tra il Lago-marsinocd un membrodella nobiltá.da lui ripetutamenteminimizzate afrente della erescentepreoccupazionedel duca.’«Da partesualesaltore,proprio odia lelteracon cui chiedevaa giugnoun’improbabiieconfermadeIl’incarico,eracosírettcad amnielteredi averequaicheteirporaneopro-blemadi liquiditá;” in efíetíl, atl’inizio di setteníbrcFrachettadovevanue-vamentegiustificarlea causadel perduraredel suc ritardo nei pagamen-ti,” ma questavolta senzasuccesso,visto cheil ducaavevaormai decisodisestituirlo.

Proprio a questopunto U dotto e prudenteFrachelta,chepure avevadisseíninatoi prepriscritti potitici ecuminuziosi e accortiprecettiperico-Itaboraterídci principi, diede prova di tutto il proprio ostinatoattacca-mentealíacausadel Lagemarsino.A sostituzionegUi formalmentedispesta,

» lvi. I.G.215,c.332, letieradel lO dic. 1611.lvi, 1.6.216, ce. 366r-367v, cueradel 3i1 oIl, 1612. Pocodopo, 1,8 dic. 1612. Iracheita

confermavaal ducaji giudizio tavorevolesuccdi Testasil 1 agornarsino(ivi, 1.6.215.e. 442>.Cfi. le diere di Fraeheitadel it) e 31 gen.,del 7, 21, 28 feb. e deI 28 mar. 1615 (¡vi,

1.6.215, ce. 660-684).lvi, 1.6.215.e, 763. leiteradel lidie. 1615.Pocodopo tornavaadesprimerela propria

spcranzache«eonipliráquello che<leve» (ivi. e. 765, letteradei 19 dic. 1615).Cir. le leiteredel? e 21 mg. e dcl 25 gin. 1616.alíe aquella dei 30 ap. <ivi, 111215,

ce, 504-823).lvi. 1,6.216,ce. 281-283,leticia dcl 18 giu. 1616,lvi. 1,6.215.e, 845, leiteradel 3 set,1616.

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1 92 A. lino Bíjídin)

a metá settembrearrivé non solo a rinviarne l’esecuzione,ma anche a ri-ínettertain discussionee a ripreporrecon tantainsistenzait genevesedagenerareuuterierisespetti nel duca.accelerandoin tal modoU proprio ti-

cenzíamento.Ancerail 12 nevembre1616 tornavaa far pressionisu FraneescoMa-

ría II in favoredel preprio protetto:era veramentetroppol l>ochi giernipié tardi. it 24 ncveínbre.eranoinfatti giá prontele istruzioni perOrazioBilli (fralello del suecesoredcl Lagoniarsino)designatocomenuoveagen-te ducalein Napoli. Frachettasi trovavacosi tecenziatosenzaaverneavu-te sospettoe it 23 dicembreascoltava dat Hill i te metívazion i della pro—pría sostituzione cosi come indicate neNe istruzíení aquesti consegnate:

«At Fraehettadirete che conserveremosempreottima votontá verso lasua persona[...] e t clic mandiamo vci peresser te coseridoite iii term incche hannobisegnedi personache, sbrigatad’ogn’attra cura, vi attendacon partícolarediii genza»~ Comedi re: basta con íaomini di cuí1 ura, bas-ta ccli raffi nati teorici di pel it ica e di buenaamminístrauione,ma searsa—menteefÍici cnti at momentodella ven tica pratica; era giunto it momen—

[o di fa r cntrare iii seena dei tecaci veramente capaci.in gradodi Ucdicarsagí i affari da t rattare a tempo pienc e senza pericotosedistrazioni i tite—líet tu al

La sostituzionedi Frachcttafu certodeterminataanchedatlostilitá su-bito níani Iestata nci suoi coníronti dat flUOV() viceré, it ducaU ‘Osuna,co-mc preciscrá del restolo stcssoducad’L/rbino§ ma lurone senz’altrc dc-terminami sia la perdita econemicaeausatada Le nios,chepure it rodiginosí erasempredette sicuro di petenrecuperareprima deltapartenzadi que-sU da NapoIl, sia sopratttítto1 pcssiíni risultati fcrn iti dat Lagomarsitío. Nonu casoFrachella fu cli la malo a renderecanto rifle> utamcii le di cnt ramnbifatti, ma iii particolare del secondo,dcl quateit ducalo ritenevapié di reí—lamente responsabile.dat momentoche, comegti nicordavaseecamente.avevanon solo fernilo ampie assicurazionisulla.solvibilita del Lagomarsi—

1194 sel 1616 serivevaal deca:«El quanloalíordaíedi appoggiarlessígenzadel pr<’—senteatino al Billí, ¿ parsohenedi indagiarsino a ni ereordíp rossini O, sea caso<‘Al 1 ez,.uVosira. mossudal corrierespedíiogli dal f.agom:ie;ni con)ultd sseche si eonlinnusseseco»ivi, i.(i.215.c. 856)11 1 i>ti. acecitavafinainienle Eiit

1,po lSíIlt comeatiovo <isatiote,maun—coral 5 nnv. aspetiava«la decisionedi VostraAliena suul zssez~nazionedcii esazionea l.a—gomactnto sc lascíarlaal Buí,, <(<(tale ogni di di piú st’ en seoprendopoco sito a íal ncgo-sto» (ivi, e, 872). Nel Iraitenípo aveva assicnrat(>che ti Lagomursinoavrebbepacatoprestot dehiti (8oit.) e si aifre<laio a coniuntearecheuna partedi (1ucslt erun(>stati salduti (25 oIt.>.Né ,veva esilaloa fui intervenire la principessudi Bts,on tui> soreiladi I<rancesco Maria IIe nsoito ben disposianei cotifronti di Fraclielia cdi 1 ¡aonsu, sino (eL. le suc letíereal diteasno fratello in duia 14 oit, 1616. vi’ 1(1115).

22 (Sfr, le istruzioni cii. a Orauin BiIii. ivi. [.6.216. e. 11>29:cli. anchela leiteradi iracheliaal ducadeI23 dic. 1616 (ivi, 1.6,215. e. 882>.

(?fr. i,llre. minnía<lelia diera it,diri,yataalía princ;pessadi Bisign;tno,un (luía 14 líag.16<7.

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Un sistema «usitatis.9itrzo in tufo j/ mondo». Denato e fa vot¡.,. 193

rio. ma avevaanche»sempreabonatolasuapersona»?Perquestononesí-tava ad intiníargti di intervenire pressoit genovese,esortandolea pagare»prontamentecomeé obbligatoet serrarlastradaai disgusti»?>

Nestanteun linguaggie tanto esplicito, le nispostedi Fractiettacenti-nuavanoad essereinterlocutonie.oppuresi limitavano ad attestareji «de-siderio»di pagaredel Lagemarsinoe a giustificarto ancoraiii qualeheme-do, vistochenon avevaancorainteramenteincassatole renditedetducainterra di Puglia.’>

Una difesatanto ostinatae soprattuttotanto nischiosanon poteva es-seredettataé da unaprefendaamicizia per il genovese.né dalIadevezie-ne nei confrcnti del card.Sauli. La lelteraqui pubbílcataiii appendiceeli-mina egni dubbio: giá nel 1610 it Lagomarsinoavevacompensatocon 600ducati Franchettaper l’impegno profusonel procurargli t’incarice di esat-tone,accreditandoglieli«nc suoi libri». Era lo stesscrodiginoad attestarlonelta letíeradel 26 maggio 1617.con la quale si aceusava~<spontancamcn-te» del falto pressoII duca.nel tirnore (infondato)che queslinc fesscsta-to in quatehemodoinformato efessein precintodi essenloe nctl’ingenuasperanzadi limitare in tal modoi danni.

A parzialediseolpadi un cemportamentotanto imprudentee precipi-tesedapartede! teoricodella «prudenzapolitica».vasubidodettechel’au-toaccusa(o meglie l’autedifesa}venivascnittada Frachettain un momen-te veramentedrammaticodella sua esistenza.

AIJ’inizic di maggio il Lagomarsinovenneinfatti anrestatoe non esitéacenfessarealcunesprcgiudicateoperazienitinanziarie,aumentandocosia dismisural’apprcnsionedi Frachetta,chenon solo si sapevapienarnenteceinvolto nei traffici del genevese,ma eraormai censapevoledi essercinprecintodi perderetulto u denarochegli avevaincautamenteaffidato: nonsoltantoII «compenso»di 600ducati.chequindi «fu solo in parole»comeprecisavanelí autoaccusa,ma seprattuttoi sudati risparmi (~<4.000ducatiín cincache e mi eraavanzaticon la parsimoniain molti anni, Ii quali egliteileva al cambio et. benclié ie n’ebbi pelliza di banco,ardirebbeera ne-garmcli»).Si affrettavaascniverloal ducad’tirbino II l4maggie1617 pren-dendofinatmenteposizionecontro t’arnícodi un tempo:«II bruttissimeti-ro delli 15.000ducati fatto dal Lagomacinia Vostra A¡tezzaserenissimanon menitaeonipassione,et poichéella ¡o lien carceratoconverráchete so-disfi et credoche petr~ farle». Né esitavaa tentareuna propriadiscolpa:

ASE, Duealí, d’tirbino, 1.6.3081. ce. 25 r, minuta del duca u Frucheita del 22 gen.16<7 Sulla peidi tu annnadi 3.000ducali deter, i nula da] Lernos con lo ~‘sbasso»da 8,5% a7% delle rendi tecameraí i «dell e telic saldedi Pugíi a» cm,. Ira 1 ~uItro. ii siruzionecita 1 Bi—iii (i vi. 1.6.216,1 t)33v— 1)34v): sul<e assicuru,ioni fornite (madisaitese) d al Lemí,sciir, la leí -

lera di riusrifieayioncdi Fracheitaal duca del 3 dic. 1616 (ivi. 1.6.115, c. 878).2% lvi, 1.6,31)81, e. 78v, minuta delducaa Frachetiadel 19 [eh. 1617: neilo stessogiorno

chiedeva ancheal caid. Saulidi i níerveni re sul [-agomarsino (i vi. e,lvi, 1.6,215,ce, 386-387, dIeredi Frachettnal ducadeiS [ch, e dci 3 mar. 1617.

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194 A. Erizo Raldiní

«Quesí’huemeha saputoprocedereces~ cepertamenreclic ha petute in-gannaretutti et ha ingannatoin panticotareme»: e qui inserivanon a casola tamentelasullaperditadci propri nisparmi. Essaavrebhcdovutoinfatticonfermanela propriabuonafede,ma servivaancheaspiegareperché.rieltentativo di recuperarei sotdi investiti, Fracheltaavessechiesteal Bitti,nuevo agentenapotetanodel ducatUrbino, unadichiarazionecirca len-titá dei cnediti di quest’uttimonei confronti del Lagemarsine,con tinten-te di valersenecomestrumcntopressoji tribunaL di Napoli. La diehiara=zíenegli vennenegatadat Bilti «insospettitocheio forsi la desiderassiperservidodi detreLagoniacino»,aggiungevaFracherta,cheavevaquindi cer-catoinvanedi forzare la manoa! sucsuccessoresenzachiederepreventi-vae doverosaautenizzazioneal duca(intuendeneforsela rispestanegati-va), e clic eracoslrettoouaa cercaredi rimediareiii qualehemodo.~

Si aggiungevan()cosi n ucví motivi di di Ifidetíza nei suoi confronti dapartedel ducatUrbino —che si eraaffnettato ad elogiare it comporta-mentedel 131111>—cquestopreprie nel mementoin e.ui Frachetiaavevabi-sognodi tutto l’appoggiodel sucsignonedi un tempo.L’aggressivitádi Osu-n a verse di tui aveva i n fatti raggiunto 1 ive III orníai perico1 csi; da q ui lanecessitádi lasciareNapoli al piú preste,ma non con la fuga: un servitoredella Spagnanon potevainfatti fuggirc di tronte adun viceréspagnoto.cheperaltro avevaniostratea piú ripresedi saperrisolverein manierasbriga-tiva e con sicari infattibiti pendenzee affronti per i quali non avevarice-vino pieíia soddislazionc.

Solo jI ducad’tjrbine potevaaddurrepalusibiti motivazicni pernichia-inaneprcssedi sé chi te avevaservito per tanto tempe.La cosafu subitochiara a Frachetiacheati inizi o di maggioavevaijíd otto la sore.]la dcl d u -

ca, la principessadi Bisignane.chegti avevaconservatela propria stimaeprotezione.a ehiederecon detenminazieneal fratelto di intervenirepressoOsunain suc favore,per fargli cencedereticenzadi trasfenirsi«persei me-sí pressoVostraAltezza,dovendehaverda tui relationedencgetii quatihaIra tíatoqul per mo! ti an ni, mcii (re t ‘Agentiu 5 ua ha essercitato».29

A SE.ducalo d t]rbino. 1 .G.215, ce. 897r-899r.le 1Leradi FraclieLI a alduca di) rh no (leíi4 mg. 1617.

«¡-1 averefallo aticomolto henea negarec1tiella redeclic ditítutidava 1 Fruchetl;t, 1 qua—

le s ‘al largó daprincipio assaicon afu miar cheLagoníaeino voleva pagare.che si polevasi arstcurissutnodi cié, cheera moito facítitoso,et poi quaneo~ide che eostui su Lagotiiucinocass.] si riti raya,non ci rispose q tia si a pwp~ lo el se<a passésecchissima» ( i vi, 1.( .3<18 1c. 336. minula del duca al Bi Iii deI 2 mag. 1617).

29 ASF. ducato d ti rbino. 1.6.115. e. 527. leí lera delia í’ rincipessadi B si gnano al d nead’ II riÑo o del 5 tu ag. 1617. La prineipessurieorduvaal [ratel lo come Frachella uvesse«sem-

precaminaIt> con ogni lea téct fedelié i n t utte 1 allion i suc .‘ e clic «nondituieno» avesie«ri-soltito paJe cosecorrenIi assentarsidaq tiestastanzae con la di le i huonagratia perseime—st ve nire a Pesaro;ma perchétitihhi la per sestessodi non poter oíl enere la liccoza. el chegli corra ji traltenimentodi Sna Maestií, con grandissimainslaiiza niMia ricercalodi volersuppliearey ostraAl tezzu,come vi yaníeniefo». 1 raehettasi preoccupuva(<tiin(Ii cii v¡iv ji tela vila. ma anchedi non perderele lanlepensioni spagíioie.

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Un sistema«usitatissimoin mao ji mondo».Donato efavori... 195

La rispostadel ducanon si feceattenderecdera rivetatricedel suesta-te d’animo nei cenfrentidi Frachetta.Lasciavaalía serellala decisienesefare o menel’intervente presseil viceré,te inviavaanzi glá la letteramdi-rizzata a quest’ultime con ta richiestadella «licenza»,ma te ricerdavadinon dimenticarequanteegli avessebisognedi Osunaper i propri affari eche, di conseguenza,doveva«procuraredi non dargli alcunaeccasienedidisguste,comeper aventurapotrebbeesserquesta,standemassimecheilFrachettapuéayer passatetant’oltra con la lingua el con ta penna,che usignervicerésia mal sodisfattodi tui»>”

¡u effetti preprio in quei gierni FrancesceMaria II avevaettenutodaOsunala restituzienedetíarenditaannuatoitaglí da Lemese questespie-ga anchela fermezzacon cui avevafatto intenderea Frachettadi non ve-lcr piú essereinformato sutletrame del vicerécentreVenezia.>

Erachcttasi trové quindi presoin unamorsa:da una partel’imprigio-nament()di Lagomarsine,i timen per ta perditadei prepri investimenti eit terroreche ta confcssienede! geneveseriguardasseancheII «done» rl-cevutoper appoggiartoe difenderle pressoil duca(non é eselusoche lestessoLagemarsineabbiaminacciatequestaeventualitádi frente alíepres-síemdi Frachettaperrientrarein pessessede! denareaffidategli); dall’al-Ira le concreteminaccedi Osunae it disperatobisognedi un interventeinsuofavoreda partedel ducad’Urbino, del quale avevaperaltro giá perce-pite il raffreddamentonei prepri cenfrontí.

Daquita lctteracentreit Lagomarsino,volta di fatio agiustificarel’in-cautarichiestadi una»fedc»sui suoidehifi fatíaal l3itli, e scprattuttoque-ha di autoaccusa(indinizzataperaltro ad un FrancescoMaria 11 del tulloignarodc! fatto), scrittc entrambe,non a case,preprie nci giorni in cui itducastavarispendendealía tichiestadella sorellasu~ centedi Frachelta.”

E agginngeva.«Di chepué VostraEccellenzaricordarsi chio le scrissi daver intesoqualehecosaetchequestafu tina deilecagioni che lasciai di valernii diluí per lecosemíe eLoru assaichiarosegnonc déquestosuc Lítnore» (iví. 1.6,3081,e. 298, minutadel ducadeI 14níug. 1617).Naturalmenteníandavaanchedue letíereper Frachetta.“una da fargit avereíncasoche Vostra Ecceliezagolia che si faccia luflicio et <‘ultra quandonon sabbiada fare».In enLraníheinsistevasul fatto cheaveva«alpresente»hisognodel viceróe che non potevapermettersidi «dargli disguslo».

Prop rio i 1 14 ín ag. 161 7. lo stessogiorno della ríspostualíasorel]a su Fraehetta. es-

primeva al Bilíl la propia cowenlczzaper la «risituazione»dei 3.000 ducatusuite renditedelie terre pugiiesi (iví. 1.6.3081.c.30t)). 1127 apr,. avevainvecerispostoad tina leltera diFracheita(deI 14 api.), contenenteun deltagliatoresoconlodelle azioní di Osuna:«Vera-níenle parchenon si dovrebhemelter tantacarnea cuocere.mo s’ha dacrederechechi go-venia le cosesappiamoho tienequel che la» (ivi, e. 249). Perla Ietteradi Frachettadr. ivi.1.6.215, e. 885. II ducartníarra coerentenel sungiudizio su Osuna,esprimendodispiacereperla snapartenzada Napoii, tentiio conto di come si era coínportutoversodi Ini e í snoíinleressi (ivi, 1.6.3081. ce. 377-378.minute dcli giw 1619alíaprincipessadi BisignanocalBilli).

22 Le due Ietteredi Fracheflaal duca sonorispectivamentedel t4 e 28 mag..quella delcinca alía soreila ¿dci 14 tnag. 1617.

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Due lcttcre quindi denotedalia disperazionee dolía speranzadi arginaredanni di unasituazionecheormai erapienamentesfuggita di manoal ro-

di g i no.Al di lá fatte in sé.degnedi netasenote giustificazicni addctteda Fra-

chettanella secendadetledue missive,quellachequi maggiormenteci in-teressa:Lagomarsinoaveva i nsistitocon determitiazioneper dargti la som—ma senzacheessafessestatarichiestain alcunníedo. E proprio questaeratargementazioneche Frachettagiudicavadecisiva a propria discotpa:ri-ceveresimiti «deni» (sistemadifíusissimo«pertutto it mondeel in Napo-ti particelarmente») non era «delitto»; 1<) .sarebbcstato nvece 1 ‘estorceree «u patteggiares>.e ancerpiú. «percausadi tali doni, servir men che fe-detmentcit principes>.Cosa clic naturalmenteFrachetianon aveva fatio.restando anzi sempreligio agti intcressidel suosignore.

Frachetíanon si ritenevaquindi celpevotee, di conseguenza,se repu-lavo ancorodegnodello graziae dell’appoggiodel duca:iii ogní caso,la sen-lenzadi condannacdi assolnziencclic questiuvrehbepotutoeníetteregtiapparivacomedecisivaperla propria esistenza.

It ducanon si ersea giudicecome Frachcttagti chiedeva.non emíseunverdctto di condann a, nia nenimenelo assolse: ami notí lo degnédi riposta.Scrisseinvecealía soreltaespriníendotelutta la propria contentez-za per la decisieneda questaassu¡ita, pur cotí qualehecsitazionei n Li ale,di non intervenire su Osuna:

Mi piacegrandenientechepensiVostra Eccellenzaclic non si fac-ci col viceté quclí ufficio clic it Frachetía ricercava.poichéesso,oltragii altri rispetti girí deLti, dopo chicmunelaiit sucdispaecio,mi haseril—[o dueletteie assaistravaganti.scusandosisenzaessernericercatodcini ancanicuíti di Lagomacioo et di a“er dcaíandato ceríe lcdi al Bit ti aSuc favore,clic cié oiíihra di se niedesirno,neila (tuale o eraguacadu—te pci la rispostache fecea una mía. qnandou negotio si coníinció afar torbido, essendoclic pci primasempreníí assicuravache i.ag(>nia-cine votevasenzaltrosoetisfareel in questotiiostruva darti ragioneingr¿ín parte;cf medesimanienteSI Scnsadhaveraccet<atcda Ini in do—tío nonse clic centiííaiadi ducati, ma non ¿ da far giuditio teíiícrarto.acciéti padri Jesuiti non mi gridassero.con 1 utto cié ¿ beneclic Vos-tra Ecceltenzanc sappiaquestopoco.

ASE, Ducatod‘tfrhino, J.C.308 1. c.351, mintita del ducaalíasoreliadei 4 gin. 1617: uti feri mentoai gesuit i va verosim 1 mentecol1egalocol peecato di «giudi lo temetan o» (pen—suretaule (leí p rosstmo senzau ti suffi cientefondamento), che i ncontri aiim ti petu Lamentenelle raccolte coevedi precelti (edi «casidi cosicenza») ad usode i confessori. Ci ih u 25 niag.la principess¿.udi BisigtianoSi mostravapropensaa «noii lar prescuitarla ietteraal signor ‘.1—cere»,anchese volevarinviare la decisione«perpoicrvi fare 50ptamaltira consideratione»(masi di cevaconviuitadel fatto cheFraeheLía avesse«pocoparíaLo et ni ancosentto» Con1roOsuna):solo u 16 gin. serivevaal frateliodi ayer decisodi non «Lar i’nfficio» (ivi. 1.6, liS).

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Un sisteina «¡t.sutatts,wrio mn. Luí/o u mondo». Denoto e ja twti..., 197

Ouindi il ducanon si erascandalizzatopié di tanto;né la serella—mes-saal correntedella vicendadallo stessoFrachettaalcuni giorni prima chequestila comunicassead Urbino—- mostrédi esserneturbata,quasichesi-nillí «doni» ricevuti in cambiodi faveri procaccíatifosseroermai in qual-chemodoacccttati se non proprio apertamentetollerali, specienella Na-pcli del primo Seicente.»Del resto,it ducasapevabeneche Frachetta,lasciatoalía mercédi Osuna,sarebbeandateincontroad unapunizienebenpiú dura della condannamorateper quel che avevafatte. Comesi é viste.sará infatti incarceratonett’ottebre del 1618 e morira sul finire dcl 1619stroncatodatt’amarezzae dalIaduraesperienzadei dieci mesitrascorsinelcasteldellOvo.

Inste esito per it teoricodella «retta»ragion di Statoe deltapié com-pletaenestádei ministri nei confrenti del toro principe;ma esito ancorpiétriste per un devotoservitoredeltaSpagnaquateegti era.

Ontiiai pienamenteconvinladelladecisioneassunta,la pnincipessadi Bisignanoespni-meva al fratelío i 1 propriodispiacereperII fatto che Frachetia,«col suoscrivere diversotu-Lomo al lagomacino.gl’abbiadatoombradi non avercornispostoalíemoitebenignitáda ciusategíi, che.q uanto al donohavutod al níedesimoetalía fede. comehopoiitileso, sonotiiol —

I.i giorni senala seiatoinienderedi volcrí o noii fieare a Vostra Aitezza» (i vi, 1. (ilíS, lelteraal ducadeI 16 gin. 1617).

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198 A. PinzoBaldiní

ARCHIVO Dl STATO Dl FIRENZE, Ducatod’urbino, I.G.215[Lettera autografadi GirotamoFrachettaa FranceseoMaria II della

Royere,ducad’Urbino, Napoti 26 rnaggio 1617J

c.900 Serenisslimlosig~nejrel p[ad)ren mio cellendissijmo,

vengocon quesfaad accusarmispontaneamentea V[cstr]aAlt[ezz]a Sereniss[imJa(seio non le senstatoperéprinía ac-cusateda altri) di unacosada mc fatta, la quate o non rico-noscoper detitte. Ma tuttavia l’Altz[ezzla V[ostr~a mi sarágiudice, et se te pareráche io tíahbi errato,potrá privarmideltasua gratia.chesaráa me gravissiníapena,et se no (ce-inc io voglie sperarcche non sia per parerte) si degneráte-nermi nel luego chesin ad horaper tantL unní mi ha tenuto.

Quandeil Lagomacino,che era mio aníicc, otfennedaVrostr]a Alt[ezzJa l’essigcnzadi questesucrendite. sfinían-dola cosadi molte momento,si per t’honoreche gliene ve-niva, et si per per ¡‘utile chenc traheva,mestro di voler, inriconoscímentodclI’esserníi ie per lul in cié app~rssjol’Alt¡ezzja V[estr]a adoperato.farmi un regato di seicentoducati et dissedi haverníenedato creditonc sueilibri. A incnon parvedi rifiutar queltochecjuest’humodi spo¡ítancasuavolentámi olferiva, níassimecheegli níi faceaníelta instan-za di accettarle;accettaileadunque.ma il regalo fu solo inparoled non Iiebbemai ctfeuo, antA horanegadi darmelo.et non pur mi negaqueste,ma aíico níí mctte in dubhio i niieiproprii denaridatigli da tenersui cambii. Se 1 ricevercota-ti doni da tati uomini i n simi Ii occasionisia dcli tte io tíen so:ma a me par di no, poiché ie veggocié essereusitatiss[im]oper tutte il mondoet in Napoti particetarmente.Delitte sa-rchbc peraventurail patteggiareet maggiordclitte percau-sa di tali deni servir men che fedelmenteil prencipeet itsig[no]rc a cui si serve,jI chenon si treveráche o habbi fat-te. Ma io non he (comehe dato) neaneehavuto u doneof-ferfoníi, di manierachehe giustacausadi qucrelarmi di talh ueme.

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Un sistema«ushatissinaoin tI.Itt(> ji mondo>~. Denatoe/hvoti,.. 199

Questaé t’accusaet questaé la difesache io presentoatl’AltLezz]a V[estr]a, dalia quatestaréaspettandodi esscrcondannato,e assotuto,secendeche pareráalta sua meltaprudenzaet henignitá: essendoie sempreper sentireama-rezzanell’anime,cheella mi privi, cmi scemipuntodeltasuagratia. la quatejo pregiesopratune le cesedel mondo.

Conservi Dio Viesirja Alt[ezz]a fcticiss[im]a, et io te Iac-me humitissimamlenJteriverenza.Di Napeli it di 26 maggio1617.

Di V[ostr]a At4ezz]a Ser[enissi ma humitiss[im]e etoblig[atissiJmo serv[ite]re.

Girolamo Frachetia