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70 come Gruppo. I sacrifici sono stati ripagati: da quest’anno siamo rientrati nella gestione ordinaria e i soci/dipendenti godono dei benefici derivanti dalla certezza di un lavoro stabile, da maggiori premialità e dalla grande attenzione dedicata al 80 anni di attività sono un traguardo invidiabile per qualsiasi azienda, un ri- sultato notevole se il core business dell’azienda in questione è l’offerta di servizi, quasi inimmaginabile se si tratta di una cooperativa. CLO-Cooperativa Lavoratori Orto- mercato, fondata a Milano nel 1937, è riuscita nell’impresa e il prossimo 27 maggio celebrerà questo impor- tante anniversario con una festa dedicata ai clienti ma soprattutto agli oltre 1.300 soci, vera risorsa di una realtà che ha fatto della cooperazione la pietra angolare del proprio approccio al mercato. Non è quindi un caso che questo servizio sia dedicato prima di tutto a loro, agli uomini e alle donne che con il lavoro quotidiano, rendono concrete strategie di sviluppo e riempiono di senso business model pensati per aumentare competitività aziendale e market share. Maria Luisa, Leandro, Sara, Daniele: quattro storie private fra le migliaia che si sono intrecciate con quella di CLO negli ultimi 80 anni di Storia economica, e non solo, del Paese. A presentarceli, insieme agli ultimi progetti del gruppo, Fabio Ferra- rio, presidente in carica dal 2011 e in CLO dal 1995: con alcuni di loro, la familiarità è così evidente da trasformare l’intervista in una chiacchierata a più voci, con altri la confidenza è minore e, in questi casi, Ferrario preferirà abbandonare la stanza con la scusa di una mail da controllare o di una telefonata da fare, per mettere gli interlocutori nella massima situazione di comfort. Il risultato è un affresco di storie normali e per questo ancora più preziose per comprendere non solo la visione e la filosofia dell’azienda ma come davvero i soci “vivono” la cooperativa. Investire per crescere Il prossimo 30 aprile si voterà per il rinnovo delle cariche del consiglio di Amministrazione e il program- ma proposto dalla presidenza sarà 20/100, ovvero “raggiungere - come gruppo CLO - i 100 milioni di fat- turato entro il 2020. Un obiettivo inimmaginabile solo qualche anno fa e che oggi è invece alla nostra portata” spiega Ferrario. Negli ul- timi anni la società ha cambiato pelle, merito di una strategia che ha puntato sull’innovazione e la ricerca, sull’integrazione e sulla dif- ferenziazione. “Il piano di sviluppo ha richiesto grandi investimenti, compiuti grazie alla collaborazione e al sacrificio di tutti i soci” sottolinea Ferrario. Nel 2012 la Cooperativa è entrata in stato di crisi e i lavoratori sono stati chiamati a contribuire con riduzioni degli stipendi e dilazioni delle tredicesime per finanziare interventi che permettessero all’a- zienda di superare il periodo e creare le fondamenta per la crescita. “Le risorse ottenute in questo modo sono state completamente investite nel gruppo e utilizzate per finanziare “Sempre di più” sottolinea Fabio Ferrario, “intendiamo proporci come interlo- cutori nella gestione del processo di analisi e sviluppo di progetti innovativi a fianco del cliente, anche in ottica di profit sharing” start up e progetti innovativi. In quattro anni abbiamo segnato una crescita del fatturato di quasi il 40%. Nel 2012 l’obiettivo dichiarato era il raggiungimento, entro il 2017 di 50 milioni fatturato: abbiamo toccato i 55 milioni nel 2016 e superato i Fabio Ferrario, presidente di CLO. “La differenziazione messa in atto in questi ultimi anni è la migliore dimostrazio- ne della capacità di resilienza di CLO, della nostra capacità di resistere e crescere anche in condizioni di mercato sfavorevoli, con l’obiettivo di garantire un futuro solido alla cooperativa e quindi a tutti i soci e alle loro famiglie” 36 MANAGEMENT Alice Borsani CLO Servizi Logistici, acronimo dalle origini di Cooperativa Lavoratori Ortomercato com- pie 80 anni e guarda al futuro, insieme a tutti i suoi Soci 80 anni DI CLO: AVANTI COSÌ! UNA LOGISTICA FATTA DA PERSONE La storia di Fabio, Maria Luisa, Leandro, Sara, Daniele... 036_039_80 anni di clo_A.indd 36 18/04/17 15:09

UnA LOgIStICA fAttA dA perSOne 80 anni dI CLO: AvAntI COSì! · competenze e favorendo una crescita che sarebbe riduttivo limitare nel recinto dell’ambito lavorativo. Non a caso

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Page 1: UnA LOgIStICA fAttA dA perSOne 80 anni dI CLO: AvAntI COSì! · competenze e favorendo una crescita che sarebbe riduttivo limitare nel recinto dell’ambito lavorativo. Non a caso

70 come Gruppo. I sacrifici sono stati ripagati: da quest’anno siamo rientrati nella gestione ordinaria e i soci/dipendenti godono dei benefici derivanti dalla certezza di un lavoro stabile, da maggiori premialità e dalla grande attenzione dedicata al

80 anni di attività sono un traguardo invidiabile per qualsiasi azienda, un ri-

sultato notevole se il core business dell’azienda in questione è l’offerta di servizi, quasi inimmaginabile se si tratta di una cooperativa. CLO-Cooperativa Lavoratori Orto-mercato, fondata a Milano nel 1937, è riuscita nell’impresa e il prossimo 27 maggio celebrerà questo impor-tante anniversario con una festa dedicata ai clienti ma soprattutto agli oltre 1.300 soci, vera risorsa di una realtà che ha fatto della cooperazione la pietra angolare del proprio approccio al mercato. Non è quindi un caso che questo servizio sia dedicato prima di tutto a loro, agli uomini e alle donne che con il lavoro quotidiano, rendono concrete strategie di sviluppo e riempiono di senso business model pensati per aumentare competitività aziendale e market share. Maria Luisa, Leandro, Sara, Daniele: quattro storie private fra le migliaia che si sono intrecciate con quella di CLO negli ultimi 80 anni di Storia economica, e non solo, del Paese. A presentarceli, insieme agli ultimi progetti del gruppo, Fabio Ferra-rio, presidente in carica dal 2011 e in CLO dal 1995: con alcuni di loro, la familiarità è così evidente da trasformare l’intervista in una chiacchierata a più voci, con altri la confidenza è minore e, in questi casi, Ferrario preferirà abbandonare la stanza con la scusa di una mail da controllare o di una telefonata da fare, per mettere gli interlocutori nella massima situazione di comfort.

Il risultato è un affresco di storie normali e per questo ancora più preziose per comprendere non solo la visione e la filosofia dell’azienda ma come davvero i soci “vivono” la cooperativa.

Investire per crescereIl prossimo 30 aprile si voterà per il rinnovo delle cariche del consiglio di Amministrazione e il program-

ma proposto dalla presidenza sarà 20/100, ovvero “raggiungere - come gruppo CLO - i 100 milioni di fat-turato entro il 2020. Un obiettivo inimmaginabile solo qualche anno fa e che oggi è invece alla nostra portata” spiega Ferrario. Negli ul-timi anni la società ha cambiato pelle, merito di una strategia che ha puntato sull’innovazione e la ricerca, sull’integrazione e sulla dif-ferenziazione. “Il piano di sviluppo ha richiesto grandi investimenti, compiuti grazie alla collaborazione e al sacrificio di tutti i soci” sottolinea Ferrario. Nel 2012 la Cooperativa è entrata in stato di crisi e i lavoratori sono stati chiamati a contribuire con riduzioni degli stipendi e dilazioni delle tredicesime per finanziare interventi che permettessero all’a-zienda di superare il periodo e creare le fondamenta per la crescita. “Le risorse ottenute in questo modo sono state completamente investite nel gruppo e utilizzate per finanziare

“Sempre di più” sottolinea Fabio Ferrario, “intendiamo proporci come interlo-cutori nella gestione del processo di analisi e sviluppo di progetti innovativi a fianco del cliente, anche in ottica di profit sharing”

start up e progetti innovativi. In quattro anni abbiamo segnato una crescita del fatturato di quasi il 40%. Nel 2012 l’obiettivo dichiarato era il raggiungimento, entro il 2017 di 50 milioni fatturato: abbiamo toccato i 55 milioni nel 2016 e superato i

Fabio Ferrario, presidente di CLO. “La differenziazione messa in atto in questi ultimi anni è la migliore dimostrazio-ne della capacità di resilienza di CLO, della nostra capacità di resistere e crescere anche in condizioni di mercato sfavorevoli, con l’obiettivo di garantire un futuro solido alla cooperativa e quindi a tutti i soci e alle loro famiglie”

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Alice Borsani

CLO Servizi Logistici, acronimo dalle origini di Cooperativa Lavoratori Ortomercato com-pie 80 anni e guarda al futuro, insieme a tutti i suoi Soci

80 anni dI CLO: AvAntI COSì!

UnA LOgIStICA fAttA dA perSOne

La storia di Fabio,

Maria Luisa, Leandro, Sara,

Daniele...

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Il sorriso aperto di Maria Luisa Failla, 31 anni all’anagrafe ma una manciata di meno nello

sguardo allegro e attento, comunica immediatamente entusiasmo e vo-glia di fare. Una promessa che trova subito conferma nella breve inter-vista che la allontanerà per qualche minuto da documenti da gestire e conti da far tornare. In CLO da tre anni e impegnata nel settore della logistica da cinque, Maria Luisa si occupa infatti della fatturazione atti-va di CLO, della gestione contabile di Multiclo e, di recente, ha assunto la responsabilità del bilancio di una nuova startup, ancora top secret. Un periodo relativamente breve ma di certo molto intenso, che le ha permesso di ampliare i propri orizzonti professionali, maturando competenze e favorendo una crescita che sarebbe riduttivo limitare nel recinto dell’ambito lavorativo.Non a caso “magnifica” è la parola scelta da Maria Luisa per descrive-re la “sua” società, mostrando un trasporto e una motivazione che solo in parte dipendono da ragioni anagrafiche. “Magnifica” ci spiega “perché ogni giorno mi permette di imparare qualcosa di nuovo, di essere coinvolta in progetti diversi e trasversali e, in questo modo, di mettermi alla prova e misurare le mie capacità. Lavorare all’interno di una realtà tanto articolata allontana la routine perché il lavoro cambia e si sviluppa continuamente: ogni azienda, ogni progetto hanno spe-

“Equità, anche delle retribuzioni rispetto, condivisione, passione, responsabilità sono parole del codice cooperativo che costituiscono il nostro DNA”

Negli ultimi anni il posizionamento di CLO è cambiato: dal focus storico sull’agroalimentare, si è passati a una diversificazione della clientela con l’attivazione di partnership, anche molto evolute, con clienti industriali, del settore abbigliamento, e-commerce, fai da te, distribuzione dell’ultimo miglio, servizi di rifornimento per le navi da crociera

Maria Luisa Failla, al centro tra i colleghi John Erol Medina e Paola Sandrelli (sulla sinistra), Virgina Casu e Veronica Flammà (sulla destra). “Lavorare in CLO mi permette, ogni giorno, di mettermi alla prova”

welfare aziendale”. In particolare, solo per fare alcuni esempi, CLO ha attivato assicurazioni sanitarie, convenzioni per agevolare il pa-gamento dell’assicurazione auto e stanziato fondi destinati a sostenere iniziative di microprestito per i soci con tassi agevolati.

Innovazione e ricerca Negli ultimi anni il posizionamento di CLO è cambiato: dal focus stori-co sull’agroalimentare, si è passati a una diversificazione della clientela con l’attivazione di partnership, anche molto evolute, con clienti industriali - l’ultima in ordine di tempo riguarda Celada, per cui CLO gestisce la movimentazione di grandi macchinari industriali, ma sono ormi consolidati i rap-porti di outsourcing con Mapei e Bticino - del settore abbigliamento, e-commerce, fai da te (BricoIO), distribuzione dell’ultimo miglio (Cortilia, Milano Ristorazione), servizi di rifornimento per le navi da crociera (Msc Italcatering). “Sempre di più” sottolinea Ferrario, “intendiamo proporci come inter-locutori nella gestione del processo di analisi e sviluppo di progetti innovativi a fianco del cliente, an-che in ottica di profit sharing. In

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partnership con un committente, stiamo lavorando sulla definizione di un sistema di valutazione dei KPI non più basato sul mero con-cetto di produttività ma su quello di performance. Un processo che richiede l’analisi profonda delle singole operatività e, in base alla loro complessità, la definizione di un metro valutativo equo e di adeguati incentivi corrispondenti. L’applicazione di questo sistema ci ha permesso di ottenere un sensibile miglioramento dei risultati operativi e, ad oggi, stiamo lavorando su tavolo sindacale per definire premi di produzione proporzionati, che tengano conto di questo metodo più equo e realistico”.

Una società orgogliosamente cooperativa

L’evoluzione vissuta da CLO, Fer-rario lo sottolinea con forza, non ha allontanato il gruppo dall’identità cooperativa, basata sul coinvol-gimento e sulla condivisione del risultato con il personale. “Equità, anche delle retribuzioni (in questo caso è stato fissato il limite di 1 a 5, N.d.R.) rispetto, condivisione, passione, responsabilità sono parole del codice cooperativo che costitui-scono il nostro DNA. L’attenzione

ai soci è prioritaria e si dimostra in molti modi: uno di questi è la formazione, gestita direttamente o attraverso la collaborazione di enti esterni specializzati e che coinvolge tutto il personale a tutti i livelli. Non è affatto vero che il ricambio continuo della manodopera abbatte i costi, per questo per noi la fideliz-zazione del personale è prioritaria.” Oltre il 50% del personale attivo in CLO ha un’anzianità aziendale compresa tra i 5 e i 10 anni e la quasi totalità dei soci è legata alla cooperativa da un contratto a tem-po indeterminato (oltre 1.150 su 1300 nel 2016, N.d.R). L’attenzione alle persone si declina anche con la partecipazione della cooperativa a iniziative sociali, come il progetto Evolvo, che riguarda l’attivazione di tirocini professionali per stu-denti della comunità europea, o la collaborazione con il Comune di

Milano per offrire una possibilità di reinserimento lavorativo, e quindi di riscatto personale, a persone con trascorsi problematici.

diversificazione e resilienzaGrande motore di crescita per il gruppo è stata la differenziazione in settori diversi, secondo un modello che prevede la creazione di società specializzate sul rispettivi core busi-ness, replicando il modello organiz-zativo della capogruppo. Un esempio è dato da Multiclo, la società specia-lizzata nei servizi di facility, i cui re-parti di amministrazione e contabi-lità sono gestiti dal quartier generale. “Dai 500 mila euro di fatturato in-ziale, siamo passati ai 3,1 milioni del 2016 e quest’anno prevediamo di chiudere oltre i 4 milioni” spiega Ferrario. Oggi nell’universo CLO gravitano un totale di 5 società (vedi

box) ma il processo di differenziazio-ne non è ancora concluso e prevede sviluppi in anche in ambiti al di fuori della logistica. La società è inoltre socio costitutore e sovvento-re (con una base di 200mila euro) di Genera, realtà del sistema finalizzata al finanziamento di start up innova-tive in ambito cooperativo: tra i primi progetti sviluppati, lo scooter elettrico ME della cooperativa Scal-venzi, e un progetto di mobility per la città di Milano basato sull’utilizzo di mezzi elettrici per chi ha difficol-tà di movimento. “La differenziazio-ne messa in atto in questi ultimi anni è la migliore dimostrazione della capacità di resilienza di CLO” spiega Ferrario, “della nostra capaci-tà di resistere e crescere anche in condizioni di mercato sfavorevoli, con l’obiettivo di garantire un futu-ro solido alla cooperativa e quindi a tutti i soci e alle loro famiglie”.

Il lavoro? UnA SfIdA qUOtIdIAnAMaria Luisa failla, 31 anni, responsabile amministrativa

cificità proprie, scadenze diverse, criticità precise. Questo richiede da parte nostra un aggiornamento continuo e una grande apertura a nuove sfide”. I numeri e i bilanci, in fondo, pas-sano in secondo piano perché la vera posta in gioco, quella che nel migliore dei mondi possibili dovreb-be essere sul piatto di ogni rappor-to professionale, è l’affermazione di se stessi attraverso il lavoro. “Questi tre anni” spiega Maria Luisa con estrema sincerità “sono stati pieni di soddisfazioni ma non sono man-cate le criticità e i momenti diffici-li. Ogni nuovo incarico porta con sé un cambiamento e con esso la necessità di superare, tra gli altri, il timore di non riuscire a centrare l’obiettivo richiesto, di disattendere

la fiducia di chi, invece, mostra di credere nelle tue capacità e, soprat-tutto, nelle tue potenzialità.” Per superare questa paura, il conteso di riferimento detiene un ruolo fon-damentale. “Il fatto di lavorare in una società cooperativa fa davvero molta differenza. Perché qui ogni risorsa è uguale alle altre: il rispet-to di ruoli e gerarchie è fondamen-tale per assicurare la corretta ge-stione di una realtà così complessa, su questo non si discute, ma i magazzinieri sono soci tanto quan-to i vertici direzionali. E questo ha un grande significato perché ti dà la possibilità di confrontarti con i colleghi, ad ogni livello, in modo diretto e trasparente e di sentirti, veramente, parte attiva di un pro-getto più grande.”

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“In vent’AnnI è cambiato tutto, O qUASI…”Leandro Serra, caporeparto della piattaforma surgelati

Alla società CLO Servizi Logistici, fanno capo le seguenti aziende: Clocom: società specializzata in e-commerce ed import dal far-east e nella gestione dei servizi ad esso collegati

CLO Management: offre servizi amministrativi, informatici e relativi alla sicurezza e cura l’erogazione dei corsi di formazione per tutto il gruppo

Multiclo: società dedicata al Facility Management e ai multiservizi come pulizia e sanificazione

Me&Log: azienda specializzata nella gestione di attività di marketing operativo come merchandising, in-store promotion, carico dello scaffale a punto vendita

Movitrento: cooperativa dedicata alla gestione delle attività logistiche nel Trentino Alto Adige, in collaborazione con altre realtà cooperative del territorio

L’universo di CLO

Leandro Serra, nato in Sardegna il 1 febbraio del 1972 oggi vive a Solaro, in provincia di Mila-

no. Si è trasferito in Lombardia nel 1995 proprio per lavorare in CLO, dove già era impiegato un amico. Ha iniziato la sua avventura nella Coo-perativa come pickerista all’interno della piattaforma di Origgio (VA) a servizio della catena di supermercati Bennet. Da allora non è più uscito dalla società, nel cui perimetro ha ricoperto praticamente tutti i ruoli operativi possibili. Ripercorrere i suoi ventidue anni di carriera lavorativa equivale, infatti, a ripercorrere le tap-pe più recenti dello sviluppo di CLO. “Una volta terminato l’appalto con Bennet, nel 1999 mi sono trasferito per due anni a Truccazzano, dove ho lavorato per i Supermercati Leda, che oggi sono stati assorbiti da altre catene. Successivamente, nel 2001 a Pieve Emanuele, poi, dopo un breve passaggio all’ortomercato di Milano nel 2002 e un ricollocamento nella piattaforma di Pieve Emanuele, nel 2007 sono tornato a Siziano. Dopo un periodo di 5 anni presso il polo logistico di Casorate Primo, nel 2013 sono rientrato a Siziano nel ruolo di caporeparto della piattaforma surge-lati.” Leandro è un uomo di poche parole ma di molta sostanza, per questo, in considerazione della sua profonda esperienza nel settore non abbiamo potuto evitare di chiedergli cosa è cambiato nel suo lavoro in questi oltre vent’anni. “È cambiato tutto” ci spiega. “La produttività, soprattutto grazie allo sviluppo e all’applicazione di nuove tecnologie, è aumentata, e di molto. La famiglia si è allargata: nel 1995 eravamo, in tutto, 360 mentre oggi siamo oltre 1.300. Siamo passati attraverso la crisi ed è stato durissimo. Tutti ne hanno risentito ma la società ha avuto la forza e la capacità di gestire il momento anche chiedendo la collaborazione e il sacrificio di tutti i soci, che non sono si sono mai tirati indietro. Anche perché, lo sappiamo benissimo, si sarebbero potute sce-gliere altre strade più sbrigative per mettere in sicurezza l’azienda. Molte società lo hanno fatto, lasciando a casa centinaia di lavoratori.”Com’è naturale che sia, le difficoltà si sono alternate a momenti di grande gratificazione: “aumenti di livello, cambi di ruolo, l’assegnazione a progetti importanti e con maggiori responsabilità, la consapevolezza di poter crescere all’interno di una realtà in continua evoluzione”.

Leandro Serra “Sembrerà banale, ma il vantaggio di lavorare in una coope-rativa è, appunto, la cooperazione”

Oggi Leandro ha la responsabilità di 28 persone, impegnate in un am-biente critico come quello delle celle surgelate. “È la mia prima esperienza nella temperatura controllata: il fred-do influenza molto le dinamiche fra le persone, si lavora prevalentemente in solitaria, con pochi contatti con i colleghi e secondo ritmi ben definiti. L’introduzione della tecnologia Voice è stato un grande passo avanti nel miglioramento delle condizioni di lavoro, in precedenza gestito con lista cartacea e spunta a matita, resa ancora più complicata dalla neces-sità di indossare i guanti e seguire procedure adeguate alle bassissime temperature. Tutti i ragazzi della squadra, anche grazie alla formazione ricevuta, hanno accettato benissimo questa modalità di lavoro e mai

tornerebbero indietro.”Chiediamo quale sia stato il mo-mento più bello del percorso lavo-rativo vissuto in CLO e Leandro non riesce a rispondere: “Non c’è un singolo episodio, ma tanti ri-cordi legati ai colleghi, ai rapporti veri che ho coltivato con le perso-ne, soprattutto agli inizi. Sembre-rà banale, ma il vantaggio di lavo-

rare in una cooperativa è, appunto, la cooperazione. Ecco, il coinvol-gimento che si crea tra i colleghi e nei confronti dell’azienda non è cambiato, anche se oggi siamo

tantissimi e tra i soci ci sono più di 50 nazionalità rappresentate. L’integrazione, alla fine, è una conseguenza naturale della cono-scenza reciproca.”

Su un totale di oltre 1.300 soci attivi in CLO, circa 150 sono donne. Un numero che

certamente è diretta conseguenza del tipo di prestazioni offerte dalle società dal gruppo, ancora in pre-valentemente considerate di perti-nenza maschile. Meno scontata è la rilevazione del tasso di efficienza e produttività per genere, solita-mente sbilanciato a favore delle quote rosa. Sara Garbelli, 34 anni, sposata e con figlio di 7, è entrata in CLO nel 2007. Primo ruolo assunto: carrellista. “In questi die-ci anni ” spiega Sara “ho imparato a gestire tutte le attività di magaz-zino, ma la mia preferita rimane quella a bordo dei mezzi. Mi piace perché la trovo meno impegnativa fisicamente rispetto ad altre, perché riesco a raggiungere buone perfor-mance e perché anche i miei stessi colleghi preferiscono che sia io ad occuparmi degli abbassamenti.” Per pudore non lo direbbe mai diret-

Sara Garbelli: “è stato bello e anche emozionante rientrare nel magazzino dove ho imparato tutto quello che so”

“Sì, SOnO UnA rAgAzzA e sono alla guida dI Un CArreLLO”Sara garbelli, magazziniere a pieve emanuale

tamente, ma è chiaro che Sara è davvero brava nel suo lavoro e il riconoscimento delle sue compe-tenze la gratifica e la inorgoglisce. Quando qualche nuovo collega manifesta stupore nel vedere una donna alla guida di un muletto – nella piattaforma di Pieve Emanue-le, dove è attualmente impegnata, su 190 lavoratori solo due carrelli-ste sono di sesso femminile - Sara precisa con calma ma con fermez-za: “sì, sono una ragazza e sono su un carrello. È solo un piccolo chiarimento che non pregiudica l’armonia della squadra ma ritengo sia importante e necessario dimo-strare che il nostro non è un lavo-ro esclusivamente maschile”. Nel-la logistica, del resto, si è sviluppa-ta tutta la carriera di Sara che de-scrive il passaggio in CLO, come foriero di un miglioramento gene-rale delle sue condizioni lavorative. “Sono venuta a contatto con un ambiente molto più tecnologico,

prima lavoravo solo con liste car-tacee mentre in CLO sempre con l’aiuto di terminali, e decisamente più confortevole dal punto di vista dei rapporti personali con i colleghi e con i capireparto”. Il momento più bello? Il rientro nella piattafor-ma di Pieve Emanuele dopo un passaggio di 5 anni presso l’hub di Casorate Primo. “È stato bello e anche emozionante rientrare nel magazzino dove ho imparato tutto quello che so, anche se il deposito è molto più grande e i ritmi deci-samente più impegnativi.” Proprio per soddisfare un aumento soste-nuto del carico lavorativo, verso la fine dello scorso anno si è resa necessaria una riorganizzazione dei turni e Sara passata a gestire anche quello notturno. “Ero spaventata di non riuscire a conciliare al me-glio lavoro e famiglia ma alla fine, anche grazie all’atmosfera positiva e collaborativa che caratterizza il reparto, è stato facile adattarsi ai

nuovi ritmi.” In questi dieci anni Sara ha maturato competenze e autonomia, forse la conquista più grande. “Non c’è bisogno che qual-cuno mi dica come svolgere il mio lavoro e questo anche per merito

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dei corsi di formazione che siamo tenuti a seguire e della rotazione sulle altre mansioni, importante per maturare una visione a 360° sulle attività da gestire”. Il confron-to con un ambiente sempre più multietnico è ormai un fatto natu-rale, ma Sara non crede che questa “normalità” sia il risultato di poli-tiche particolari promosse dall’a-zienda (tra le altre l’annuale torneo di Cricket CLO che vede coinvolte 4 squadre e una straordinaria parteci-pazione dei soci e delle loro famiglie, N.d.R.). “Di sicuro gli eventi e le attività extralavorative organizzate dalla Cooperativa favoriscono la conoscenza reciproca ma la diffe-renza è fatta dal lavoro quotidiano fianco a fianco e dalla voglia di aiutarsi sempre l’uno con l’altro, senza pregiudizi”.

definizione di nuove strategie e tutta una serie di investimenti interni sul marchio e sullo sviluppo commer-ciale. La scelta era quella giusta e si è rivelata infatti una straordinaria opportunità di crescita e di consoli-damento del gruppo”. In questi 15 anni, l’attività lavorati-va di Daniele è cambiata: dalla ge-stione di mansioni prettamente operative, è passato a un ruolo più commerciale e manageriale. “Mi fa ovviamente piacere essere cresciuto e aver raggiunto certi traguardi pro-fessionali ma non sono mai stato interessato alle qualifiche stampate sui biglietti da visita, quello che conta davvero è avere la possibilità di svolgere un lavoro stimolante e il mio presenta sfide quotidiane legate alla gestione di nuovi clienti e di sempre nuove problematiche. Il ca-rico di lavoro, i lunghi viaggi in giornata, l’agenda fitta di impegni non mi pesano e il fatto di essere all’interno di una cooperativa rende tutto semplice: solo per fare un esempio, non devo fissare un appun-tamento per parlare con il presiden-

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Il meglio deve AnCOrA venIredaniele volpi, direttore Logistico Macroarea 2 e vicepresidente Movitrento

80 anni di attività

1.304 soci

58 nazionalità rappresentate

55 milioni di euro fatturato 2016 2.100 addetti del Gruppo CLO

72 milioni di euro fatturato 2016 del gruppo

Una cooperativa dai grandi numeri

Daniele Volpi, classe ’74 è entrato nell’universo CLO nel marzo del 2002, compiendo un cre-

scita continua che lo ha portato oggi ad essere Direttore Logistico della Macroarea 2 e Vicepresidente della cooperativa Movitrento. In prece-denza Daniele lavorava come capo magazzino presso uno dei clienti della Cooperativa. Il passaggio dall’altra parte della barricata, nel ruolo di caporeparto, avviene anche grazie alle insistenze del presidente Ferrario, allora capoarea, che ne aveva intuito le potenzialità e, soprattutto, la voglia

Daniele Volpi: “quello che conta davvero è avere la possibilità di svolgere un la-voro stimolante e il mio presenta sfide quotidiane legate alla gestione di nuovi clienti e di sempre nuove problematiche”

di mettersi in gioco. “Si è trattato per me di un salto abis-sale” ricorda Daniele. “Da “cliente” sapevo bene quali fossero le esigenze e le richieste da soddisfare, e que-sto è senza dubbio un vantaggio, ma il cambio di prospettiva non è stato banale: essere il responsabile dell’efficacia di un servizio e della soddisfazione di un cliente è una sfida che non ha orari e che si rinnova ogni giorno. Non me ne pento, perché proprio l’esaurirsi delle motivazioni e la mancanza di prospettive sono state le ragioni che mi hanno fatto decidere, allora, per un cambiamen-to che mi ha permesso di ritrovare nuovo slancio”. Non è sempre stato tutto rose e fiori. L’uscita di CLO da SILO, avvenuta nel 2006, è stata vissuta da Daniele, e non solo da lui, come un episodio drammatico. “Io e altri ragazzi, con tanta fame di crescere abbiamo vissuto quell’evento come un salto nel vuoto, un passo indietro e un rischio per lo sviluppo di CLO. Invece è successo proprio il contrario: quel momento è stato in effetti la molla che ha fatto scattare la

te e il confronto, con tutti, è di una franchezza inimmaginabile in altri contesti aziendali. Quello che faccio mi è sempre piaciuto ma sono dav-vero convinto che il meglio debba ancora venire e questa consapevolez-za è, per me, la più efficace delle motivazioni.”

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