Un’analisi dei progetti contro la dispersione

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    Unanalisi dei progetti contro

    la dispersione scolastica nellascuola elementare e media

    Misura 3.1 del PON scuola

    Prevenzione e recupero della

    dispersione scolastica di alunni

    della scuola di base nelle aree

    a massimo rischio di esclusione

    culturale e sociale

    Programma Operativo Nazionale2000-2006 Obiettivo 1

    1999 IT 05 1 PO 013La Scuola per lo sviluppo

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    Ministero della Pubblica Istruzione,

    Direzione Generale per gli Affari Internazionali - Ufficio V

    Progetto grafico: E Tre Consulting - Patrizio Bonini

    Codice ISBN

    Questa pubblicazione stata curata dal Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale

    per gli Affari Internazionali Ufficio V, Autorit di Gestione del Programma Operativo La scuola

    per lo sviluppo n. 1999 IT 05 1 PO 013, coofinanziato con i Fondi strutturali Europei nellambito

    del Quadro Comunitario di sostegno per le Regioni dellObiettivo 1 - programmazione 2000-2006.

    I Fondi strutturali Europei sono finalizzati alla crescita, alloccupazione e allo sviluppo sociale ed

    economico delle regioni europee in ritardo di sviluppo, anche attraverso interventi destinati alle

    risorse umane. Il Programma Operativo La scuola per lo sviluppo ha come ambito di attuazione

    le istituzioni scolastiche delle regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

    Il volume e la ricerca da cui nasce, sono stati curati da Piera Guglielmi,

    responsabile della Misura 3 del PON Scuola.

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    Introduzionedi Antonio Giunta La Spada 9Presentazione del lavoro di analisidi Annamaria Leuzzi 11

    Parte primaI progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media 13

    di Piera Guglielmi1. Le caratteristiche dei progetti:

    provocazione e scommessa per la scuola del domani 131.1 La valutazione nei progetti: la ricaduta sugli esiti formativi e sui risultati

    scolastici 15

    2. I dati di scenario per riflettere su alcuni elementi di debolezzadel sistema scolastico 19

    3. Il concetto e la misurazione della dispersione scolastica nel PON Scuola 21

    4. La dispersione scolastica nella scuola primaria delle regioni obiettivo 1 224.1 Gli abbandoni 244.2 I non ammessi 254.3 I dispersi 264.4 Iscritti in situazione di handicap 274.5 Iscritti con cittadinanza non italiana 284.6 Conclusioni 29

    5. La dispersione scolastica nella scuola secondaria di primo gradodelle regioni obiettivo 1 305.1 Gli abbandoni 315.2 I non ammessi 325.3 I dispersi 33

    5.4 Iscritti in situazione di handicap 345.5 Iscritti con cittadinanza non italiana 35

    6. Sintesi dei dati della scuola primaria e della scuola media 38

    Parte secondaLanalisi dei progetti 39

    1. I materiali raccolti e la loro lettura di Alberto Alberti 39

    Premessa: la raccolta dei dati 39

    1.1 Il gruppo di lavoro (articolazione e compiti) 391.2 I materiali da analizzare 40

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    Indice

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    1.3 Tipologie di materiali 421.4 Problemi di autopercezione: il logo e il titolo 431.5 Il progetto nel contesto scolastico-ambientale 44

    1.6 Larticolazione interna del progetto 451.7 La formazione dei docenti 461.8 La presenza dei genitori 461.9 La pubblicizzazione 47

    2. Lanalisi quantitativa di Guido Benvenuto 492.1 Descrizione della popolazione di riferimento danalisi 50

    2.1.1 Presentazione del progetto 522.1.2 Schede di documentazione e materiali 522.1.3 Titolo e logo 54

    2.2 Caratteristiche qualitative del progetto 57

    2.2.1 Coinvolgimento e collegamento 572.2.2 Coerenza analisi dei bisogni 582.2.3 Integrazione curricolare 592.2.4 Formazione docenti 612.2.5 Sensibilizzazione dei genitori 632.2.6 Pubblicizzazione e relazione con il territorio 68

    Parte terzaI punti nodali 71

    Capitolo I I cambiamenti dentro la scuola di Alberto Alberti 71Premessa 71

    1. Il protagonismo della scuola 721.1 Il comunicare tra obbligo e scelta 731.2 Per accumuli e inventari 741.3 Visibilit e nascondimento 78

    2. I cambiamenti nella didattica 872.1 Il PON e la scuola, il territorio, i bisogni formativi 882.2 Il caos, Sparta, i petrodollari 912.3 Curricolo e formazione dei docenti 92

    Capitolo II Il territorio e il PON 95

    1. Per una visione sistemica di Speranzina Ferraro 951.1 Riflettendo sui dati 951.2 Nuove consapevolezze 96

    2. Il territorio oggetto del sapere di Benito Agnesi 992.1 Premessa 992.2 Territorio e sistemi formativi 1002.3 Il territorio nei progetti della Misura 3.1 102

    2.4 Qualche elemento di qualit 1042.5 La comunicazione con il territorio 105

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    2.6 Territorio ed educazione ambientale 1072.7 Alcuni temi delleducazione ambientale 109

    Capitolo III I genitori a scuola di Antonio Gazzetti e Marcella De Donato 111

    Premessa 112

    1. Un po di storia 113

    2. Il fiore allocchiello 115

    3. La socialit forte 116

    4. Genitori e figli 117

    5. Momenti topici 119

    6. Riscoperta di professionalit: le bambole di pezza 121

    7. La presenza dei padri 122

    Parte quartaLe prospettive 124

    1. La scuola nella societ contemporanea di Alberto Alberti 124

    2. Autonomia e curricolo di Alberto Alberti 126

    3. Il PON e il territorio: la rete di Speranzina Ferraro 1273.1 La rete e la formazione degli operatori 128

    4. Lorganizzazione del tempo di Piera Guglielmi 1315. Il sapersi presentare di Alberto Alberti 134

    6. La formazione dei docenti di Guido Benvenuto 1356.1 Caratteristiche generali della formazione 1366.2 Articolazione del corso 137

    7. Il coinvolgimento dei genitori, di Marcella De Donato 139

    Allegati 141

    Allegato 1 - Scheda Misura 3 Azione 3.1: caratteristiche del progetto 141Allegato 2 - Richiesta scheda di documentazione finale Prot./INT/4679/5del 12 giugno 2006 146Allegato 3 - Scheda di documentazione 148

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    La prevenzione della dispersione scolastica rappresenta oggi pi che mai una delle fonda-mentali finalit dellintero sistema dellistruzione e della formazione.

    Unuscita precoce dal sistema dellistruzione pu favorire un pi alto rischio di esposizione

    individuale alle lusinghe della criminalit e ad alte possibilit di non occupazione.Gi dalla scuola elementare e media importante che il bambino trovi un suo cammino diapprendimento sereno e riconosciuto, allinterno di un clima complessivo di accoglienza e diaccettazione sia da parte dei docenti che dei compagni.

    La realizzazione dei progetti sulla dispersione scolastica nella scuola elementare e mediaallinterno del PON Scuola, ha rappresentato unoccasione eccezionale di miglioramento dellaqualit complessiva dellofferta formativa delle scuole.

    Gli elementi di fondo che hanno permesso di promuovere il successo scolastico degli alun-ni hanno riguardato due aspetti importanti: da una parte un lavoro continuo di ricerca e dianalisi condotto dai docenti che sono riusciti ad intrecciare aspetti nuovi nelle didattiche ordi-

    narie e, dallaltra, un aggancio stretto tra il mondo scolastico e il territorio, che consenta direalizzare un interscambio continuo tra i saperi scolastici e i saperi della vita.Questultimo aspetto, in particolare, si arricchito ulteriormente grazie alle attivit svolte

    con i genitori che hanno permesso di dialogare meglio con il complesso mondo dei giovani.Le risorse del PON devono continuare a rappresentare unopportunit di riflessione sulla

    scuola e sul suo ruolo allinterno della societ della conoscenza e unoccasione per sperimenta-re nuovi percorsi formativi che mettano in comunicazione i vari sistemi di saperi oggi rappre-sentati da pi soggetti sociali. La scuola ha oggi un mandato forte: riportare dentro un orizzon-te di senso la molteplicit dei saperi esistenti, per evitare quello che diceva T.S. Eliot: Dov laconoscenza che si persa nellinformazione? E dov la saggezza che si persa nella conoscen-

    za?. La frase non affatto retorica, anzi aggiunge riflessione sulla questione del senso dellap-prendere in questa societ cos complessa e veicolatrice di informazioni.Per dirla con Rousseau la scuola deve insegnare a vivere, ma questo oggi molto pi com-

    plicato da fare. Oggi c bisogno di ricomporre la struttura della conoscenza, come dice Morin,e metterla in relazione con la particolarit delluomo ma anche con la sua dimensione plane-taria, bisogna ristrutturare non solo lorganizzazione delle conoscenze, interrogandosi sui limi-ti della conoscenza stessa, ma introdurre nuove modalit di pensiero e consentire lapprendi-mento di un metodo che sappia connettere tra loro i saperi molteplici e disintegrati.

    Introduzione

    di Antonio Giunta La Spada*

    * Direttore Affari Internazionali del Ministero Pubblica Istruzione

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    Alla scuola si chiede di mettere in atto nuove capacit per garantire a tutti i ragazzi un per-corso di istruzione e formazione completo e qualificato. Un traguardo da conquistare ancoraoggi, soprattutto nel Mezzogiorno, dove i tassi di dispersione scolastica sono superiori allamedia nazionale.

    Questo obiettivo richiede sicuramente anche lo sviluppo di un sistema scolastico moderno,di una scuola amica, partecipe e solidale, che sappia proporre il sapere in maniera pi conso-na agli interessi, alle aspirazioni, ai linguaggi delle nuove generazioni. Una scuola capace diproporre attivit ed esperienze pi vicine al mondo dei giovani, cariche di significato e legatealla soggettivit delle persone, che recuperi fortemente la propria visione educativa e chemetta i docenti nella condizione di saper ascoltare i giovani, motivarli e guidarli a costruirela propria vita ispirandosi ai valori della responsabilit personale, della giustizia e della soli-dariet.

    Al centro della scuola deve esserci, infatti, unautentica e sincera ricerca dei valori univer-sali delluomo: la responsabilit individuale e collettiva, il rispetto degli altri, la libert, la soli-dariet.

    Con questi comportamenti concreti e questi obiettivi la scuola pu recuperare quanti, perdisagi familiari e di contesto, risultano espulsi precocemente dai percorsi formativi e di istru-zione.

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    La Misura 3 Azione 3.1 allinterno del Programma Operativo Nazionale La scuola per lo svi-luppo costituisce unazione fondamentale, finalizzata a prevenire fenomeni di esclusionesociale di cui la dispersione scolastica rappresenta uno degli elementi dominanti.

    Dopo sei anni di attuazione del PON scuola, partendo dalla constatazione dellegregio lavo-ro svolto dalle scuole e riconoscendo i molti risultati raggiunti, incisivi e determinanti per con-trastare i fenomeni di devianza di ogni genere, si voluta avviare una specifica ricognizionesulle attivit svolte nel corso degli anni in prosecuzione di altre attivit di analisi di cui abbia-mo gi dato i risultati con:

    a) la Rilevazione qualitativa (agli Atti del Comitato di Sorveglianza del 13 settembre 2003,come capitolo III del rituale Rapporto), consultabile nel sito www.istruzione.it/fondi-strutturali/valutazione ;

    b) il fascicolo Alla ricerca della qualit, MPI/Giunti 2005;c) il fascicolo Orientamenti per la formazione dei docenti, MPI Giunti 2005.

    In linea con queste precedenti azioni, la nuova ricerca, proposta con la nota del 12 giugno2006, era diretta a conoscere gli elementi di forza dei progetti relativi alla dispersione sco-lastica, e a promuovere eventuali iniziative di disseminazione, in vista della nuova program-mazione 2007-2013.

    Lanalisi dei materiali inviati dalle scuole ci ha consentito di mettere in evidenza alcunipunti nodali di cambiamento, dentro la scuola, fra la scuola e il territorio, nel rapporto con igenitori (vedi parte III).

    Questo lavoro, completo anche di uno studio approfondito sui dati di insuccesso scolasti-co nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I grado, vuole fornire spunti di riflessio-

    ne pi profondi sul senso della Misura 3.1 a quanti si occuperanno nel futuro di interventi perpromuovere il successo scolastico.Se si considerano i dati di abbandono e di bocciature in questo segmento scolastico, essi

    sicuramente non sono preoccupanti, ma comunicano, se attentamente letti, le zone dombradel nostro sistema distruzione.

    Le molte bocciature che vengono fatte nelle prime classi sia di scuola elementare chemedia sono un indizio di forti elementi di debolezza e dellincapacit di mettere tutti gli alun-ni in condizione di sperimentare con successo un percorso formativo lungo 10 anni.

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    Presentazione del lavoro di analisi

    di Annamaria Leuzzi*

    * Dirigente dellUfficio V - Autorit di Gestione del PON Scuola - Direzione Generale Affari Internazionalidel Ministero Pubblica Istruzione.

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    Fermarli al primo anno significa solo registrare delle difficolt relativamente al segmentoscolastico in cui sono collocati e non vederli invece dentro un pi ampio cammino formativo.

    Gli insegnanti, infatti, sembrano lavorare ancora a compartimenti stagni: il docente discuola primaria per i suoi cinque anni, il docente di scuola media per i suoi tre, e cos via.

    Occorre mettere in comunicazione tutti questi segmenti e tutti i docenti di ogni ordine egrado di scuola. Solo cos ci si pu rendere conto che i numeri degli insuccessi scolastici, anchese nel primo ciclo distruzione non sono emblematici, diventano molto significativi nel bienniodella scuola superiore dove assumono laspetto del vero e proprio abbandono scolastico.

    Come ricapitolazione dellanalisi abbiamo ricavato alcune indicazioni di lavoro lungo lineedi sviluppo che nei prossimi anni dovranno interessare il protagonismo delle scuole dellauto-nomia: il rapporto fra il Pon e il curricolo; il coinvolgimento del territorio e la costituzioni direti di sostegno alla lotta contro la dispersione scolastica; la formazione dei docenti e lorga-nizzazione dellassetto didattico (in particolare il tempo), il ruolo dei genitori.

    Queste sono le prospettive che possono costituire linee di forza del nostro impegno per ilmiglioramento complessivo delle scuole del Mezzogiorno dItalia.

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    1. Le caratteristiche dei progetti: provocazione e scommessa per la scuola del domani

    I progetti sulla dispersione scolastica delle scuole elementari e medie si caratterizzano peressere prevalentemente strumenti di prevenzione dei fenomeni di disagio scolastico1. Si strut-turano in tre percorsi rivolti agli alunni (tecnologico, multimediale ed espressivo) ed un percor-so di sensibilizzazione rivolto ai genitori. Questultimo modulo, in particolare, rende linteroprogetto maggiormente incisivo rispetto agli obiettivi che si propone di raggiungere. Gli ele-menti di novit rispetto ad altri interventi si riscontrano nellaver arricchito lofferta formativadelle scuole con lintroduzione di elementi di forza quali: il coinvolgimento delle famiglie, luti-

    lizzo di expertise provenienti dal mondo esterno alla scuola, lo spazio di riflessione didatticaofferto e riconosciuto ai docenti e ancora, spazi di socializzazione quali la mensa (molte scuo-le hanno scelto di portare i bambini nei ristoranti)2 e visite di studio. Un modello diventato nelcorso degli anni sempre pi integrato dentro i percorsi formativi delle scuole. Sono proprio letestimonianze degli istituti che possono fornire, meglio di qualsiasi altra spiegazione, il sensodei molteplici progetti realizzati in questi anni.

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    Parte primaI progetti contro la dispersione scolastica nella

    scuola elementare e mediadi Piera Guglielmi

    1 Per informazioni sulle caratteristiche tecniche del progetto si rimanda allAppendice Scheda di presen-

    tazione della Misura 3 Azione 3.1 estratta dal Complemento di programmazione del PON Scuola 2000-2006.2 I.C. Federico II Palermo: Il momento della mensa stato determinante perch ha favorito la socializza-zione ed ha contribuito ad incrementare il clima di gioiosa partecipazione che ha agevolato lapproccioludico previsto dal progetto e non ultima motivazione, ha consentito ad alcuni bambini di godere di pasticompleti, cosa che molto raramente accade nelle loro case. D.D. A. Moro di Ugento LE: SUCCESSO FOR-MATIVO ED ORIENTAMENTO: due obiettivi da conseguire in rete per contrastare il fenomeno della disper-sione La stessa mensa scolastica stata vissuta come momento di alto profilo educativo e formativo.Basti dire, a mo desempio, che sia pure in modo occasionale ed estemporaneo, lerogazione di tale servi-zio ha consentito di rilevare prassi inopportune ed inadeguate, instaurate in famiglia a scapito degli alun-ni, come imboccare un bambino di sei anni o linstaurarsi di abitudini alimentari manifestamente conflig-genti con le basilari norme igieniche e con le fondamentali regole di alimentazione. Sono state superate

    resistenze allintegrazione ed alla comunicazione sociale, come pure manifestazioni di goffaggine psico-motoria.

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    nato dallesigenza di arginare alcune situazioni di disagio che si osservano neglialunni e che determinano spesso atteggiamenti di apatia, demotivazione verso lostudio, difficolt relazionali e comportamentali esso ha inteso favorire, quindi, iprocessi di apprendimento attraverso strategie metodologiche alternative rispetto aquelle tradizionali, che hanno previsto il ricorso allosservazione diretta e alla ricer-ca-azione, luso dei linguaggi teatrali e multimediali, il lavoro cooperativo allinter-no di piccoli gruppi. Tre i percorsi formativi rivolti agli alunni e un Modulo riservatoai genitori.Circolo didattico Palazzello di Ragusa

    La Scuola si voluta proporre come centro daggregazione sociale e culturale econ delle azioni variamente articolate, ha voluto offrire ampio spazio non solo aibisogni educativi, ma anche a quelli affettivi e relazionali dei suoi utenti mettendoin atto strategie adatte a ad una loro integrazione sociale e scolastica. Le differentiattivit hanno favorito una vasta gamma di stimolazioni utili a potenziare la moti-vazione, la creativit, la comunicazione e hanno creato un ambiente pi adeguato erispondente alle diverse necessit e capacit dei diversi alunni partecipanti. Le atti-vit progettuali, programmate dai docenti in sede di Consiglio di Interclasse, si sonointegrate totalmente con le attivit curriculari formando occasione di approfondi-mento, consolidamento e recupero dei saperi e delle abilit anche per tutti gli alun-ni non partecipanti ai progetti. La stessa valutazione degli esiti formativi degli alun-ni coinvolti stata integrata con quella ordinaria curriculare. I docenti delle classi acui appartenevano i diversi alunni alla fine dei percorsi progettuali si sono dichiara-ti pi che soddisfatti dei risultati ottenuti e hanno messo in evidenza la positivit deiprogetti. Il Progetto stato realizzato, in perfetta sinergia e con partecipazione atti-va, da alunni, docenti, personale ata, stimolando linterazione del territorio. La rea-lizzazione di questo progetto ha avuto un quadruplo effetto su tutti le sue compo-nenti: regalando a ciascuno di esse unidea nuova di far scuola insieme ed assieme,facendo riscoprir loro, praticamente, il vero canone basilare delleducazione allasalute star bene con s stessi e con gli altri, in un lavoro, finalmente, corale che hadato la voglia di venire a scuola e fare scuola per il piacere di operare e di vivereunesperienza collettiva, formativa e corroborante. In sintesi, un modo inusitato diinsegnamento,un apprendimento concreto e gioioso,una concreta e fattiva operosi-

    t e collaborazione dei genitori, un impegno onorato appieno dal personale ata, uncoinvolgimento delle risorse esterne del territorio, a riprova della presenza dellascuola in esso.Circolo Didattico Statale A. DAjetti - Pantelleria (TP)

    Sicuramente rispetto ai molteplici aspetti messi in atto da queste iniziative, laspetto piimportante che rester nel tempo, sicuramente quello di avere cambiato un certo modo difare scuola. Una scuola nuova, dunque, anche grazie a questi interventi che per loro intrinse-ca natura hanno proposto modelli di riflessione pedagogica nuovi e pi adeguati non solo pergli studenti pi a rischio, ma per tutti. Rappresentano, come dice molto bene la testimonianza

    che segue, una provocazione ed una scommessa per la scuola del domani.

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Il progetto, fra laltro, ha fatto riflettere e meditare sul ruolo della scuola odierna.Il personale docente ha espresso la consapevolezza che le sole risorse interne dellascuola sono insufficienti per assolvere al meglio il compito educativo, nella societattuale, in cui il sistema informativo non pu pi essere inteso come sistema scola-stico limitato allambiente scuola, ma come una rete di soggetti educandi tuttiugualmente importanti in cui leducazione diventa il risultato di un sistema educa-tivo complesso scuola-territorio. I docenti, a consuntivo del progetto, rilevano, consoddisfazione, che i programmi operativi offrendo lopportunit di sperimentarenuovi corsi formativi fuori e dentro la scuola rappresentano la chiave di svolta allapiena realizzazione di questa esigenza. I genitori hanno testimoniato positivamentelimportanza del progetto che ha loro offerto la possibilit di viva partecipazione e divedere,anche alla luce delle nuove informazioni acquisite negli incontri con gli spe-cialisti, i figli in maniera diversa e vivere insieme a loro,con pi consapevolezzalesperienza scuola. Questi progetti segnano una corsia preferenziale per lapprendi-mento e linterazione delle risorse attive interne ed esterne alla scuola e lancianouna provocazione ed una scommessa per la scuola del domani.Direzione Didattica 1 Circolo di Lavello Pz

    1.1 La valutazione nei progettiLelemento pi innovativo che le scuole hanno dimostrato di saper mettere in campo rap-

    presentato sicuramente dallattivit valutativa. Preoccuparsi di capire, sperimentare, provare acollegare queste attivit progettuali con lordinaria programmazione stato un leit motivricorrente nei molteplici progetti. Le scuole hanno capito che il PON forniva loro unoccasionedoro per fare tesoro delle esperienze sperimentali e farle diventare pane quotidiano dei docen-ti. In questo senso hanno dato per scontato che i vari laboratori pomeridiani fossero un tut-tuno con la programmazione mattutina, ma in questo interscambio continuo le preoccupazio-ni sono andate ben oltre la semplice questione integrazione curricolare, esse hanno postoproblemi ben pi complessi, come quello della valutazione. Gi, la valutazione. Elemento que-sto considerato zona dombra del sistema scolastico italiano, eppure affrontato da alcune diqueste scuole come attivit ordinaria, indispensabile per rendere ancora pi forte lazione for-mativa della scuola. Oltre a questo aspetto di riflessione, un altro elemento che sicuramentedepone a favore della professionalit dei docenti quello che deriva dalla constatazione che

    questi insegnanti hanno letto i documenti del Programma Operativo3. Questione fondamenta-le ribadita in pi parti del documento allegato alla circolare di presentazione dei progetti era:elaborare un progetto analitico che metta in relazione le attivit progettuali con il curricolo ele valutazioni degli esiti formativi degli alunni nel percorso progettuale con le valutazioni curri-colari, da parte dei docenti dei Consigli di Classe presenti nel gruppo di progetto insieme al

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

    3 Nella circolare di presentazione dei progetti allegato un modello progettuale che fungeva da prototi-po di progetto per le scuole (prot. 12017 del 3 agosto 2001). Esso stato riproposto per tutte le annua-

    lit del PON. reperibile nel sito http://www.pubblica.istruzione.it/fondistrutturali/allegati/documen-ti/2001/allegatoa.pdf

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    Consiglio di classe o di interclasse di riferimento. Queste singole programmazioni costituisconoparte integrante dellintero progetto e ancora: Il Consiglio di Classe o di Interclasse diventa unorgano fondamentale per la riuscita del progetto poich esso che determina i collegamenti trail curricolare e le attivit di progetto, anche per la valutazione degli esiti formativi degli allievi.Nel documento venivano anche forniti una serie di strumenti utili alla valutazione dei proces-si formativi degli allievi e dellintero processo di lavoro attivato. Alcuni materiali inviati dallescuole sono risultati molto interessanti perch rappresentano la prova di come i progetti PONdella Misura 3.1 siano entrati dentro lordinaria architettura didattica delle scuole4. LI.C.Antonio Ugo di Palermo fornisce una rappresentazione grafica dellattivit di valutazione deglialunni coinvolti nei moduli progettuali (Progetto PON mis. 3.1 Mosaico di a.s. 2005/06).

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

    4 Si veda in appendice esempi di strumenti realizzati dalle scuole.

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    Cos come interessante notare lo sforzo che compie la scuola media Salvemini di Andriache attraverso la scheda analitica di osservazione del coordinatore si preoccupa di effettuarele valutazioni degli alunni avvalendosi delle indicazioni degli esperti, dei tutor, delle osserva-zioni dirette in classe o nei moduli, annotate sul diario di percorso, degli incontri con gli opera-tori. Inoltre, sempre la stessa scuola, pone particolare attenzione alla questione relativa allavalutazione della ricaduta sul curricolo scolastico in seguito alla partecipazione degli alunni alprogetto PON Misura 3 azione 3.1 da parte del consiglio di classe crea uno strumento ad hoc:

    Il Consiglio di Classe, acquisite le valutazioni dei tutor e degli esperti che hanno condotto ipercorsi attuati nel PON, in seguito ad osservazioni sistematiche sugli alunni partecipanti, espri-me le seguenti osservazioni complessive conclusive, dichiarando che le stesse hanno esercitatouna ricaduta rilevante sul curricolo scolastico dellalunno influenzandone la valutazione finale.

    Autostima e immagine di s i tre alunni partecipanti mostrano un miglio-ramento dellautostima, in particolare lalun-no Sgarra

    Rapporto con la scuola hanno pi fiducia negli insegnanti e nellisti-tuzione

    Motivazione allapprendimento . hanno mostrato pi impegno e interesse perle attivit

    Socializzazione/collaborazione nei rapportiinterpersonali ..

    gli alunni Loconte e Ciliberti sono pi inseritinel gruppo classe ed hanno superato atteg-

    giamenti di isolamento

    Rapporto con la famiglia . i genitori riferiscono di un maggiore senso diresponsabilit e voglia di venire a scuola

    Effetti sullandamento del profitto scolastico

    inizialmente gli effetti erano irrilevanti, mapoi con il maggir coinvolgimento nelle attivi-t, hanno mostrato di volersi impegnare conpi soprattutto nelle attivit di gruppo

    Effetti sul comportamento gli alunni mostrano un atteggiamento pi

    corretto e costruttivo, un po meno per lalun-no Di Leo

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    La scuola media Dante Alighieri di Foggia si imbatte addirittura nella creazione di unabatteria di indicatori per ogni modulo del progetto accanto ai quali il tutor con lesperto devo-no effettuare le rispettive valutazioni:

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Fino ad arrivare alla formulazione di una serie di schede di osservazione degli allievi iningresso, in itinere e finali realizzate dallI.C. Buttitta di Bagheria:

    2. I dati di scenario per riflettere su alcuni elementi di debolezza del sistema scolastico

    Le pagine che seguono riassumono in modo abbastanza preciso i numeri dei ragazzi disper-si nelle scuole elementari e medie delle regioni dellobiettivo 1 coinvolte nel PON Scuola. Laricostruzione di questo scenario riporta i numeri dei bambini che abbandonano, che vengonorespinti, di quelli diversamente abili e di quelli non aventi la cittadinanza italiana sia dellescuole primarie che medie. Lo sforzo di sintesi e di precisione rappresenta il tentativo di evi-denziare i punti di debolezza del sistema scolastico dai 6 ai 14 anni nelle regioni del meridio-ne dItalia. Si capisce, dal quadro complessivo, che non sono poi tanto preoccupanti i tassi diabbandoni e/o di respinti in questa porzione di scuola, quanto alcuni elementi (per esempio le

    numerose bocciature che vengono fatte in prima elementare e in prima media) che testimo-

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    niano le difficolt da parte degli operatori scolastici ad accogliere forse i problemi che i ragaz-zi portano a scuola che sono tanto pi insostenibili quando essi si presentano allinizio dei per-corsi scolastici importanti (prima elementare e prima media). Questo dato permette di riflet-tere un po meglio su come vanno le cose e su come poi gli eventi scolastici che cadono sulleteste di quei ragazzi pi difficili tornano in modo prorompente nellet delle superiori, quan-to i giochi di insicurezza scolastica sono ormai conclusi. I numeri, dunque, servono a questo: acapire cosa si pu fare di meglio (visto che di buono gi si fa molto in queste scuole) per evi-tare che nei futuri percorsi scolastici di questi ragazzi vengano prevenuti gli insuccessi pigravi. Nei progetti realizzati dalle scuole con molta evidenzia si coglie questo messaggio: laprevenzione necessaria per evitare il disastro scolastico futuro. Il quadro dunque vuole for-nire uno scenario di riferimento anche per orientare gli interventi a venire e collocarli neglianni scolastici pi critici, per investire con maggiore forza nelle classi-ponte (prima elementa-re-quinta elementare-prima media-terza media-primo superiore), per orientare tutti gli opera-tori scolastici verso una prospettiva di lavoro che non si riduca in un semplice hic et nunc, masi proietti lungo quel cammino scolastico che i ragazzi compiono dai 6 ai 16 anni.

    dunque in questo percorso che tutti gli insegnanti devono proiettare i loro interventi,capendo che non ci si pu limitare ad intervenire su anni o gradi scolastici concepiti comemonadi, a s stanti. Se si riesce a capire che gli alunni che entrano in prima elementare avran-no un percorso di 10 anni da compiere e che in questi dieci anni si gioca molto per portarli poiverso il conseguimento di un diploma di scuola superiore,5 questo favorirebbe, da una parte, lariduzione della richiesta di prestazione immediata e dallaltra il saper collocare in uno spaziotemporale pi dilatato il processo di crescita e di maturazione formativa di un ragazzo.

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

    5 Cfr. La dispersione scolastica Indicatori di base per lanalisi del fenomeno Anno Scolastico 2004/05 MPI:In ambito europeo, la Conferenza di Lisbona ha individuato nella riduzione della dispersione uno dei cin-que benchmarck3 che i Paesi membri dovranno raggiungere nel campo dellistruzione entro il 2010.Lindicatore che viene utilizzato per dar conto del fenomeno della dispersione in ambito europeo calcola-to ricorrendo alla rilevazione sulle forze di lavoro dellIstat4. Lindice si traduce con la quota di giovani (18-24enni) che hanno conseguito un titolo di studio al massimo ISCED 2 (scuola secondaria di primo grado) eche non partecipano ad attivit di educazione/formazione rispetto ai giovani di et 18-24 anni (earlyschool leavers). Lobiettivo al 2010 quello di ridurre la quota degli early school leavers al 10%.Diversamente dalla chiave di lettura nazionale, che solitamente circoscrive il fenomeno agli anni di et

    scolare, lindicatore europeo, essendo riferito ai 18-24enni, quantifica linterruzione precoce degli studi siadi tipo scolastico che formativo della popolazione ormai fuori dal sistema .

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    3. Il concetto e la misurazione della dispersione scolastica nel PON Scuola

    Nei formulari6, adoperati dalle scuole per presentare i piani di intervento per la prevenzio-ne della dispersione scolastica, troviamo nella sezione B4 il seguente quadro:

    Lo schema chiarisce perfettamente che la dispersione scolastica nel PON scuola intesacome il risultato addizionale degli abbandoni e degli esiti negativi che in un anno scolastico sisono determinati, in termine di percentuale, dentro la scuola.

    Se la dispersione scolastica intesa in questo modo nei progetti del PON, interessanteandare a vedere a livello nazionale cosa accade sul fenomeno (abbandoni + non ammessinella scuola di base), utilizzando le ricerche che sono a disposizione.

    Anno

    scol.

    > 20% 16-20% 11-15% 6-10% 3-5% 0-2% % fem-

    mine sun. totale

    dispersi

    a.s.

    1999-2000

    a.s.

    2000-2001

    a.s.

    2001-2002

    B4) Tasso di dispersione

    Tasso di dispersione degli alunni negli ultimi 3 anni

    % = [(numero degli abbandoni + numero degli esiti negativi )

    *100 / totale allievi )]

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Il formulario lo strumento di progettazione che le scuole utilizzano per presentare i piani dinter-vento.

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    4. La dispersione scolastica nella scuola primaria delle regioni obiettivo 1

    Se si considerano gli abbandoni e gli esiti negativi nella scuola primaria, bisogna rife-rirsi ai dati dellanno scolastico 2004-05, poich quelli del 2005-2006 sono ancora in fase diraccolta.

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Nellanno scolastico 2004-2005 gli alunni iscritti in Italia nella scuola primaria erano2.776.184, di questi 1.055.811 (38,03% del totale) appartengono alle regioni obiettivo 1(Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia).

    La ricerca pi aggiornata sul fenomeno della dispersione scolastica7 non fornisce il quadrodelle interruzioni (formalizzate e non) per la scuola elementare, perch si ritiene che levasio-ne sia bassissima, quasi irrilevante.

    Ma lo stesso Ufficio che elabora le ricerche in questione, possiede i dati degli alunni nonvalutati (tabella 1) e degli alunni non ammessi allanno successivo (tabella 2)8 relativi alla scuo-la primaria, disaggregati per regione, per la totalit delle scuole.

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

    7 La dispersione scolastica Indicatori di base per lanalisi del fenomeno - a.s. 2004/2005 MPI - SISTAN Dir. generale studi e Programmazione - Servizio statistico. Dicembre 2006- cfr. A tal fine sono statiutilizzati i dati delle Rilevazioni Integrative, della Rilevazione sugli esiti degli scrutini ed esami di licenza edegli Esami di Stato. La prima indagine si svolge allinizio dellanno scolastico e rileva informazioni suglialunni di tutte le scuole statali e non statali. Le rilevazioni sugli esiti degli scrutini ed esami di licenza sonostate condotte fino allo scorso anno, a conclusione dellanno scolastico. Nellottica di razionalizzare i flus-si delle informazioni che vengono comunicati dalle scuole, a partire dallA.S. 2006/2007 si deciso di uni-ficare i due momenti di rilevazione in ununica indagine che sar sempre svolta allinizio dellanno scola-stico. Le Rilevazioni Integrative coprono la totalit delle scuole presenti nellanagrafe del sistema informa-tivo del Ministero. Nella lettura dei risultati va inoltre sottolineato che la rilevazione sugli esiti degli scru-tini relativa al 94% delle scuole secondarie, rimanendo escluse le scuole della Valle dAosta (0,3%)7, lescuole carcerarie e ospedaliere (0,6%) e un 5% di scuole che non hanno comunicato le informazioni richie-

    ste al Ministero. Le altre pubblicazioni: Indagine campionaria su scrutini ed esami di licenza- anno scola-stico 2004-2005 MPI - SISTAN Dir.gen. studi e Programmazione - Servizio statistico. (cfr. Gli esitidegli scrutini La probabilit di essere promossi a fine anno diminuisce allaumentare del livello sco-lastico. Nella scuola primaria, lincidenza dei non ammessi alla classe successiva trascurabile(0,3% di insuccessi), cresce invece nella secondaria di I grado (2,5%) per raggiungere il 12,2% inquella di II grado. Per quanto riguarda il primo ciclo, lintroduzione della valutazione biennale ha fatto sche linizio della scuola secondaria di I grado, non costituisca pi un momento critico nel percorso scola-stico dei ragazzi. I non ammessi alla fine del primo anno sono, infatti, oggi una percentuale pi ridotta: il2,6%, a fronte del 4,5% relativo allA.S. 2003/04). Questa pubblicazione appunto campionaria e noncopre luniverso delle scuole, inoltre i dati sono raggruppati non per regione, ma per ripartizioni territo-riali (Nord-Centro-Sud-Isole). Indagine campionaria sulla dispersione scolastica relativa alla scuola prima-ria risale allanno scolastico 2002/03.

    Tutte le pubblicazioni sono reperibili nel sito www.pubblica.istruzione.it8 I dati sono stati forniti dallufficio statistico del MPI.

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    4.1 Gli abbandoniDai calcoli emerge che sono 375 gli allievi delle regioni del mezzogiorno che abbandonano

    la scuola elementare senza formalizzare il ritiro (0,035%, 35 alunni su 100.000 si allontananodalla scuola elementare senza lasciare traccia, sono, invece 39 su 100.000 a livello nazionale:lo 0,039%).

    Tabella 1

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    4.2 I non ammessiGli allievi non ammessi allanno successivo sono 3.785: lo 0,36% della popolazione iscritta

    alla scuola primaria nel mezzogiorno (36 bambini su 10.000). La media nazionale dei nonammessi invece dello 0,29% (29 bambini su 10.000).

    Tabella 2

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    4.3 I dispersiLa tabella sottostante riporta i dati dei non ammessi, dei non valutati e la loro somma

    (dispersione scolastica), divisi per regione. Rispetto alla media del mezzogiorno dei nonammessi (0,36%), da notare che la Calabria e la Sicilia hanno percentuali di gran lunga supe-riori. La media dei dispersi nel meridione dello 0,40% (40 bambini su 10.000 si disperdono),mentre quella dellItalia dello 0,33% (33 bambini su 10.000).

    Tabella 3

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    4.4 Iscritti in situazione di handicapGli iscritti in situazione di handicap nella scuola primaria (tabella 4)9 nelle regioni obietti-

    vo 1 sono 25.299 bambini: 38,15% rispetto a tutti gli iscritti in Italia con situazione di handi-cap. La media dei bambini diversamente abili uguale tra il sud e lintero territorio nazionale:2,4% della popolazione iscritta nel 2004-2005.

    Tabella 4

    interessante considerare la situazione regione per regione dalla quale emerge che laCampania e la Sicilia si discostano in modo significativo dalla media nazionale.

    Tabella 5

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    9 Le tabelle sono reperibili nel sito del Ministero della Pubblica istruzione.

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    4.5 Iscritti con cittadinanza non italianaI bambini con cittadinanza non italiana iscritti nelle regioni del sud non sono molti (11.525

    in totale l1% degli iscritti nelle stesse regioni e lo 0,41% degli iscritti in tutta Italia).La concentrazione massima in Campania (2.942) e in Sicilia (3.004).

    Tabella 6

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Il dato regionale del mezzogiorno fornisce le seguenti percentuali:

    Tabella 7

    4.6 ConclusioniNessuna delle regioni del sud sorpassa la media nazionale, per questo il fenomeno immi-

    gratorio non rappresenta unemergenza. Tuttavia dalla tabella emerge che sempre la Calabria

    ad avere una situazione a rischio, cos come la Sicilia che presenta dei significativi tassi didispersione e di bambini con situazione di handicap.In conclusione il quadro tracciato fa emergere uno scenario preoccupante, anche se non

    allarmante che conferma la necessit di una forte azione di prevenzione della dispersione sco-lastica in particolare, ma di sensibilizzazione riguardo certe condizioni di fragilit complessivache emergono anche da quanto detto sopra: 4.160 bambini dispersi, 11.525 bambini con cit-tadinanza non italiana e 25.299 bambini diversamente abili.

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    5. La dispersione scolastica nella scuola secondaria di primo grado

    Nella scuola media le cose peggiorano un pochino, anche se rimangono numeri non preoc-cupanti dal punto di vista generale.

    Gli iscritti alla scuola media nellanno 2004-2005 erano 1.795.478, di questi 724.526(40,35%) sono delle regioni obiettivo 1.

    La ricerca riportata alla nota n. 3 riporta i dati dei non scrutinati e dei non ammessi masenza una divisione per regione. I dati sotto riportati sono anchessi stati forniti dallufficio distatistica del MPI.

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    5.1 Gli abbandoniDai calcoli emerge che sono 2.756 gli allievi delle regioni del mezzogiorno che abbandona-

    no la scuola media senza formalizzare il ritiro (0,38% cio 38 alunni su 10.000 si allontananodalla scuola media senza lasciare traccia, sono, invece 19 su 10.000 a livello nazionale: lo0,19%).

    Tabella 1

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    5.2 I non ammessiGli allievi non ammessi allanno successivo sono 22.130: il 3,05% della popolazione iscrit-

    ta alla scuola media nel mezzogiorno (3 allievi su 100). La media nazionale dei non ammessi invece del 2,5% (2 allievi su 100).

    Tabella 2

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    5.3 I dispersiLa tabella sottostante riporta i dati dei non ammessi, dei non valutati e la loro somma

    (dispersione scolastica), divisi per regione.La media dei dispersi nel meridione del 3,4% (4 ragazzi su 100 si disperdono), mentre

    quella dellItalia del 2,5% (circa 2 ragazzi su 100). Da notare lalta percentuale dei respinti inSardegna e in Sicilia che determinano anche unalta percentuale di dispersione scolastica.

    Tabella 3

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    Parte prima - I progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    5.4 Iscritti in situazione di handicapGli iscritti in situazione di handicap nella scuola media (tabella 4)10 nelle regioni obiettivo

    1 sono 19.994 allievi: 39% rispetto a tutti gli iscritti in Italia con situazione di handicap. Lamedia dei bambini diversamente abili pi o meno uguale tra il sud e lintero territorio nazio-nale. per interessante vedere che la Sicilia e la Campania presentano una media leggermen-te superiore a quella nazionale.

    Tabella 4

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    10 Le tabelle sono reperibili nel sito del Ministero della Pubblica istruzione.

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    5.5 Iscritti con cittadinanza non italianaI bambini con cittadinanza non italiana iscritti nelle regioni del sud non sono molti (7.361

    in totale l1% degli iscritti nelle stesse regioni).

    Tabella 6

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    Il dato regionale del mezzogiorno fornisce le seguenti percentuali

    Tabella 5

    Nessuna delle regioni del sud sorpassa la media nazionale, per questo il fenomeno immi-

    gratorio non rappresenta unemergenza. Tuttavia dalla tabella emerge che sempre la Calabriaad avere una situazione a rischio.In conclusione il quadro tracciato fa emergere uno scenario pi preoccupante rispetto alla

    scuola primaria. soprattutto il dato della dispersione che comincia a diventare significativo,soprattutto in Sardegna e in Sicilia.

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    6. Sintesi dei dati della scuola primaria e della scuola media

    Nel mezzogiorno se alle scuole elementari lo 0,035% (375 bambini) la media dei bambi-ni che si ritira dagli studi, alle scuole medie sale allo 0,38% (2.756 ragazzi). I dispersi rappre-sentano rispettivamente lo 0,40% alle elementari e il 3,4% alle scuole medie. Sommando que-sti due ultimi dati risulta che 59.224 ragazzi nel mezzogiorno si disperdono (3,8%), rispetto aduna media nazionale del 3% (significa che si disperde un ragazzo in pi nel mezzogiornorispetto al resto dItalia).

    Questi numeri certo non sono preoccupanti anche se sapere che quasi 60.000 ragazzi nonhanno un percorso scolastico lineare non certo rassicurante per nessuno.

    Ma altri sono i problemi che attraversano le scuole primarie e medie, e sono quei problemiche, in parte latenti in questi anni, esplodono inesorabilmente negli anni successivi, quandonemmeno la componente familiare riesce a contrastare il disamore per lo studio, soprattuttoper mancanza di strumenti culturali.

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    1. I materiali raccolti e la loro lettura - di Alberto Alberti

    Premessa: la raccolta dei dati

    Con la nota INT/4679/5 del 12 giugno 2006 le scuole venivano invitate a compilare e inviare:a) una scheda informativa (detta anche di dcocumentazione);b) una relazione sintetica su una delle diverse esperienze portate a termine nel periodo

    2000-2006.

    Per la scheda, onde garantire una certa omogeneit nella trasmissione dei dati e nellespo-sizione degli argomenti, veniva predisposto un modello di raccolta di informazioni su suppor-to elettronico, strutturato in una prima parte anagrafica (identificazione della scuola e del pro-getto) e una seconda parte di tipo descrittivo/valutativo, con 5 grandi campi corrispondenti a5 tematiche essenziali: i caratteri generali del progetto; le caratteristiche dei moduli per glialunni e per i genitori e i prodotti realizzati; la formazione dei docenti; la sensibilizzazioneverso i genitori; la pubblicizzazione). Per chiarire opportunamente le richieste, erano date innota specifiche e analitiche istruzioni, mentre, allo scopo di ottenere una comunicazione rapi-da ed essenziale, venivano fissate particolari misure quantitative (in numero di righe) allerisposte.

    Per le stesse ragioni di omogeneit espressiva, si chiedeva che nella stesura della relazione da inviare unitamente alla scheda fossero trattate specifiche tematiche, che venissero regi-strate opinioni e punti di vista particolari (di ragazzi, docenti e genitori), e che non fosse supe-rata la misura di una cartella (2000 battute).

    Infine, era esplicitamente suggerito linvio di altro materiale liberamente scelto dalle scuo-le, atto ad illustrare nelle modalit ritenute pi congrue il percorso fatto, la didattica attuata,i risultati ottenuti, limpatto sul territorio, i prodotti degli alunni.

    1.1 Il gruppo di lavoro, articolazioni e compiti

    Allo scopo di analizzare la documentazione inviata dalle scuole, con decreto n. 4339 del 24maggio 2006, veniva costituito un gruppo tecnico di lavoro. Suo compito preciso era quello

    39

    Parte secondaLanalisi dei progetti

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    di identificare le migliori esperienze e i punti nodali relativi alla progettazione dei contenutidella Misura 3 del PON Scuola (art. 1).

    Nel successivo art. 5 questo compito veniva articolato in due distinte operazioni: una rela-tiva alla Misura 3.1 (per la quale si chiedeva di esaminare la documentazione prodotta dalleistituzione scolastiche che avevano attuato progetti in tale ambito) e una relativa alla Misura3.2 (per la quale si chiedeva di elaborare i dati inerenti la rilevazione quali-quantitativa daeffettuare su quei progetti).

    Per rispondere in modo pi adeguato a tale incarico, il gruppo, nella sua prima seduta diinsediamento, decideva di operare distintamente su due piani: di agire nel suo plenum per laMisura 3.2, affidando a due dei suoi membri la delicata e complessa operazione di raccolta edelaborazione dei dati inerenti la rilevazione quali-quantitativa di quella misura, sollevandoliperci dallonere di esaminare anche i documenti della Misura 3.1; di conseguenza, di riserva-re ai restanti membri del gruppo lanalisi dei progetti della Misura 3.11.

    Il fatto che per entrambe le ricerche come destinazione finale fosse indicata una pubblica-zione da far conoscere in tutte le scuole delle Regioni ricadenti nellObiettivo 1, ribadiva e ren-deva pi perentorie agli occhi del gruppo le finalit che lAmministrazione intendeva persegui-re, vale a dire: individuare e diffondere quegli elementi propositivi e di eccellenza che potes-sero portare a introdurre linee di miglioramento nellattuazione del Programma.

    In tale prospettiva, per la Misura 3.1 di cui, ripetiamo, tratta la presente relazione lacura preminente fu ritenuta quella di identificare le esperienze pi significative in termini ditrasferibilit e i punti focali dei progetti (art. 5). In altri termini, la documentazione fornitadalle scuole, anche in ragione della richiesta contenuta nella nota INT/4679/5 (invio di infor-mazioni strutturate non sui singoli progetti attuati nel sessennio ma su uno o su alcuni evi-dentemente scelti fra i migliori), non poteva consentire di descrivere analiticamente e compiu-tamente le esperienze fatte, ma piuttosto di trarre da quelle esperienze, o pi esattamentedalla descrizione fattane dalle scuole, gli elementi di forza da trasferire e generalizzare e glielementi di criticit da correggere e superare.

    1.2 I materiali da analizzareLe istituzioni scolastiche che avevano attuato progetti nellambito della Misura 3.1 sono

    state nel sessennio complessivamente 737, alcune delle quali hanno realizzato anche pi inter-venti. Invitate a descrivere nella scheda informativa un progetto pi significativo tra quelli rea-

    lizzati, hanno inviato informazioni relative a poco pi di 400 progetti, precisamente 408.

    1 Il gruppo, coordinato dalla dott.ssa Piera Guglielmi della DG Affari Internazionali del MPI, compostoda: isp. Benito Agnesi, prof. Guido Benvenuto, isp. Antonio Gazzetti, dott.ssa Speranzina Ferraro, dott.ssaMarcella De Donato, isp. Alberto Alberti, dott. Stefano Michetti, nonch dal dott. Piero CipollonedellUfficio Studi Banca dItalia, e dalla dott.ssa Gianna Barbieri dellUfficio Studi del MPI. Questi ultimi

    due, data lo loro competenza specifica, si occupano solo dellelaborazione dei dati relativi ai progetti dellaMisura 3.2, come detto nel testo.

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    Parte seconda - Lanalisi dei progetti

    Figura 1

    Una prima catalogazione delle risposte, curata da Anna Poloni dellAssistenza Tecnica,accerta che le risposte provengono in modo pressoch equilibrato dalle tre tipologie di istitu-ti, elementari, medie e istituti comprensivi destinatari della Misura 3.1 (fig. 1). Va tenutoovviamente conto che le classi degli istituti comprensivi, presenti al 38%, appartengono inverit sia al grado elementare che al grado medio inferiore.

    Un secondo dato acquisito in via preliminare riguarda la natura dei materiali pervenuti. Conriferimento alle diverse richieste della citata nota INT/4679/5, si possono distinguere tre cate-gorie: le schede informative, le relazioni, gli altri materiali liberamente scelti.

    Da una prima ricognizione le relazioni, sebbene richieste esplicitamente e configuratecome un atto dovuto, risultano pressoch assenti. I motivi di questa mancanza possono esse-re diversi e non tutti esplicitati. In qualche caso la via di comunicazione, le-mail, risultata

    problematica e dispersiva: diverse lettere accennano a un allegato che si perso nelle pieghedel mondo virtuale. Molto pi spesso la relazione rifluita nella scheda informativa o negli altrimateriali inviati (per es., contenuta in poche righe generiche nella lettera di trasmissione).

    C altres da mettere in conto che la ricerca considerava progetti effettuati anche in annitrascorsi, di cui non si sar conservato agli atti delle scuole che lindispensabile quadro di docu-mentazione amministrativa (delibere, corrispondenza, prospetti finanziari, registri, programmi,ecc.). E perci sar stato abbastanza difficile fare un discorso ragionato sugli aspetti qualita-tivi dellintervento, una volta cambiati di sede i docenti o magari solo il dirigente scolastico.

    Laltro atto dovuto la scheda informativa, invece, risulta presente nella quasi totalit deicasi. Il gruppo tecnico di lavoro decide pertanto di concentrare lattenzione principalmente

    su questo documento, data la sua presenza quasi totale e sicuramente omogenea.

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    1.3 Tipologie di materialiPer la lettura della scheda informativa e la descrizione degli altri materiali viene costruita

    una griglia, articolata in pi settori. Dopo la parte anagrafica (le colonne non numerate,occupate dallidentificazione delle scuole, che vengono elencate per Codice meccanografico,Tipologia, Nome ufficiale, Citt e Provincia), compilata da Anna Poloni dellAssistenza tecnica,vengono i settori che contengono la vera e propria lettura dei documenti, in 32 colonne com-plessivamente.

    Il primo settore di 8 colonne serve a stabilire in quale contesto di documentazioni diverseviene a trovarsi la scheda (materiali e loro tipologia).

    Qui per la costruzione dei campi vengono utilizzati criteri di distinzione che derivano:a) dalle richieste fatte alle scuole eb) dalle ragioni che avevano consigliato la struttura della scheda informativa,avendo sempre ben chiaro che alla base di quelle richieste e di quella struttura ci sono le

    finalit del PON Scuola di migliorare la qualit dellistruzione.In ultima istanza, quello che si vuole far emergere dalla lettura dei documenti lo stato di

    attuazione di una scuola ideale (la buona scuola, che coltiva almeno buone aspettative inmateria di funzionamento, di rapporto con la comunit sociale, di attrazione allo studio, diapprendimento ecc.).

    Cos, in base alla richiesta differenziata contenuta nella nota INT/4679/5, i materiali ven-gono distinti in due grandi categorie: quelli inviati dalle scuole per adempiere a un dovere (inpratica, solo le schede, data lassenza delle relazioni) e quelli di natura facoltativa. Questi ulti-mi, poi, con riferimento al supporto utilizzato, vengono distinti in cartacei e multimediali. Peri multimediali, una ulteriore distinzione viene fatta in base al supporto usato (VHS, CD, DVD),mentre per i cartacei si tenta una descrizione dei contenuti .a maglie larghe (a. - atti prove-nienti dallistituzione: per es., atti amministrativi, delibere, ecc.; b. atti relativi allorganizza-zione e allattuazione del progetto, attivit didattica, ecc; c. prodotti dai ragazzi).

    Graficamente si ha:

    42

    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Questo albero d luogo alle colonne 1-8 della griglia di lettura. Precisamente:

    1.4 Problemi di autopercezione: il logo e il titoloI criteri utilizzati per la costruzione dei settori successivi della griglia (dalla colonna n. 9 in

    poi) sono dettati dallesigenza di rilevare punti nodali di significato generale, ora con riferimen-to alle scuole come soggetti protagonisti di processi culturali, ora con riferimento alle istanzedi miglioramento didattico, intrinseche nella filosofia del PON.

    Quanto al riferimento alle scuole come soggetti protagonisti, va tenuto presente che, nel-lottica dellautonomia, ogni istituzione scolastica dovrebbe avere una forte percezione del pro-prio specifico ruolo formativo e, conseguentemente, dellimmagine che intende affermare nel-lambito territoriale in cui opera. Le modalit con cui presenta se stessa e le attivit che svol-ge sia verso gli alunni che verso la generalit dei cittadini dovrebbero servire a marcare conti-nuamente un protagonismo consapevole e responsabile, capace di dare il senso di una impre-sa degna di essere seguita e vissuta.

    I progetti attuati nellambito del PON, se vogliono efficacemente contrastare la dispersio-ne scolastica e la disaffezione verso lo studio, non possono non esprimere al meglio questi ele-menti valoriali, in primo luogo, si capisce, rispetto ai contenuti che offre, ma anche e nonsecondariamente rispetto alle forme e agli strumenti con cui li comunica e li propone uni-versalmente.

    In questa prospettiva vanno viste le richieste contenute nella scheda informativa circa illogo e il titolo del progetto la cui scelta funzionale ad attrarre allievi e a presentarsi allageneralit dei cittadini.

    Le categorie chiamate in causa sono quelle della visibilit o del nascondimento, inten-dendo per visibilit la scelta di un messaggio che tende a veicolare una immagine originale,capace di mettere in luce la specificit dellesperienza condotta e i motivi di interesse e diattrazione; e, per nascondimento la tendenza a utilizzare strisce verbali e immagini che inqualche modo si inseriscono dentro fenomeni e problematiche pi vaste e generali, e con essesi confondono. Graficamente, nella griglia, abbiamo le colonne 9-10 e 12-13, dove indichiamocon originale e specifico il logo e, rispettivamente, il titolo che presentano elementi di visi-

    bilit particolare, e con ripreso dal PON e generico, quel logo che utilizza elementi grafici

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    e immagini dei progetti europei, o della simbolistica comune (nazionale o locale), ovvero,rispettivamente, quel titolo costruito con frasi non direttamente collegate al progetto. La tra-scrizione del titolo alla colonna 11 prospetta una ulteriore indagine, diretta a reperire stringhedi testo e immagini meritevoli di essere segnalati nella relazione finale.

    1.5 Il progetto nel contesto scolastico e ambientalePassando dalla considerazione della scuola in generale, a quella dei progetti attuati, e

    volendo fissare lattenzione su alcuni punti nodali, si ritenuta del tutto superflua una lettu-ra sequenziale, campo per campo, della scheda informativa (che avrebbe portato tuttal pi auna tabella di presenza e assenza di caratteristiche generali universalmente presenti in quan-to previste per norma, pena la non realizzazione delle attivit), e si cercato piuttosto di fis-sare lattenzione su alcuni punti nodali ricavabili da una lettura trasversale e complessiva delleschede inviate dalle scuole.

    Elementi positivi o negativi di uguale portata e contenuto possono emergere infatti ancheallinterno di discorsi tematici diversi e magari nascosti dentro moduli espressivi non chiari npuntuali.

    Il primo punto nodale riguarda linserimento del progetto nel contesto vitale della scuola ela sua collocazione allinterno di un sistema integrato scuola/territorio. Da un lato si tratta dimettere in luce il coinvolgimento delle varie componenti scolastiche, dallaltro si tratta dicogliere il collegamento con le varie realt territoriale. Il tutto nella prospettiva di:

    - una assunzione del progetto del PON da parte della scuola e conseguente possibilit didisseminazione dentro la scuola (coinvolgimento dei docenti, degli organi collegiali ecc.)

    - una interazione con la cultura del territorio circostante (presenza di esperti esterni, ricer-ca di forme culturali specifiche, ecc.).

    Trattandosi di caratteri che tendono a produrre effetti al di l dei limiti propri del proget-

    to, abbiamo voluto indicarli complessivamente con la parola ampliamento.Da cui le colonne 4 e 5 della griglia:

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    Con la seguente avvertenza di carattere generale (che vale, cio, sia per queste voci che peraltre). Gli effetti di ampliamento, come altre qualit positive che andiamo esplorando, sonodentro le finalit degli interventi del PON, ineriscono a molti aspetti del progetto e possonomanifestarsi in varie fasi del suo svolgimento. quindi verosimile che tutte le scuole li abbia-mo seguiti e realizzati e che di tali occorrenza ci sia notizia in diverse parti della scheda (dametodologie di lavoro, alla formazione dei docenti, alla sensibilizzazione dei genitori, alla pub-blicizzazione). Non solo, ma anche verosimile che, se in una scheda non si parla n di altridocenti n di collegamento con la cultura (e i bisogni culturali) del territorio e dei suoi abitan-ti, ci non significa che non ci siano stati e questo e quello. Si pu solo ragionevolmente dedur-re che la scuola nel suo insieme (dal dirigente al singolo docente) non annette a tali elementiun carattere formativo generale cos importante da sottolinearlo, e/o da segnalarlo in manie-ra diretta e specifica.

    Lelemento che si vuole cogliere, dunque, proprio il livello di consapevolezza possedutadalla scuola in merito al rango di importanza di questi elementi, ricavabile dal posto che essioccupano nella comunicazione fattane.

    1.6 Larticolazione interna del progettoAltri punti forti del progetto vanno individuati al suo interno, in primo luogo nella sua

    ragion dessere (considerazione dei bisogni degli allievi) e successivamente nel suo sviluppo, neisuoi risultati e nel suo rapporto con le discipline insegnate in classe.

    Rileva qui la coerenza delle attivit svolte con le esigenze formative riscontrate, la diversanatura dei prodotti rispetto ai classici compiti scolastici (e, in particolare, la presenza di pro-dotti tecnologici), la possibilit di stabilire interazioni con pi campi disciplinari e, soprattut-to, la ricaduta delle attivit del PON nella valutazione scolastica.

    Graficamente abbiamo le colonne 16-23 della griglia:

    Dal momento che queste caratteristiche e questi elementi, previsti dalla normativa sonocomuni a tutti i progetti, anche in questo caso conta rilevare il livello di consapevolezza che lescuole (e i compilatori delle schede) hanno in merito. Conta perci che le indicazioni non sianogeneriche o evasive, che sia indicate esplicitamente e puntualmente le modalit di accerta-

    mento dei bisogni o le corrispondenze tra quellaccertamento e le attivit svolte. Per esempio,

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    potremo ritenere attuato congruamente il collegamento con i curricoli, quando ci sia un rife-rimento specifico alla disciplina insegnata (es. lingua italiana) e non ci si limiti a una formu-la onnicomprensiva (es. attivit espressiva).

    Di particolare significato il caso in cui (col. 23) gli apprendimenti (quali che siano) fattiallinterno delle attivit previste dal progetto vengono in modo esplicito e formale riconosciu-te in sede di valutazione degli alunni (dal consiglio di classe, dal Collegio dei docenti, ecc.).

    1.7 La formazione dei docentiLa Misura 3.1 prevede una fase di formazione dei docenti, come momento di presa di

    coscienza dei problemi sociali e culturali e come spinta al miglioramento professionale. Percilanalisi deve mirare a mettere in luce gli orizzonti di interesse su cui la formazione si attesta.In via di principio possiamo individuare:

    a) Un campo riguardante il rapporto tra adulti e giovani e tutte le problematiche della cul-tura giovanile. Labbiamo indicato nella griglia (col. 24) con laggettivo psicopedagogico.

    b) Un secondo campo riguardante il rapporto che ha linsegnante sia con le discipline cheinsegna e, in generale, con la ricerca scientifica pi avanzata, sia con le istanze didatti-che che le attivit della Misura 3.1 presuppongono (dalla progettazione allimpiego ditecnologie, passando per la manualit e il movimento). Labbiamo indicato con il doppioaggettivo Curricolare/progettuale (colonna 25).

    c) Un terzo campo, il tecnologico (col. 26), riguardante il rapporto con i nuovi strumenti delcomunicare, multimediali e digitali, in cui spesso gli alunni risultano pi preparati (o,almeno, pi psicologicamente pronti) dei docenti.

    Nella griglia abbiamo:

    1.8 La presenza dei genitori

    Altro punto forte della Misura 3.1 il modulo rivolto ai genitori. Tenuto sempre conto chesi tratta di una occorrenza comune a tutti i progetti, ci che preme rilevare sono, anche in que-sto caso, gli orizzonti di interesse agiti, riconducibili a quattro tematiche:

    a) quella della genitorialit (rapporto genitori/figli, cultura giovanile, problemi degli ado-lescenti ecc.);

    b) quello diretto a far entrare da protagonisti i genitori nella vita della scuola e della socie-t circostante (partecipazione);

    c) quello diretto alla costruzione di competenze professionali legate alleconomia tradizio-nale del territorio, artigianato, lavori femminili, ecc. (professionalit tradizionali); e

    d) quello che avvicina alle nuove professioni di tipo tecnologico attraverso corsi di infor-

    matica e multimedialit, o che si apre a culture diverse attraverso lo studio delle linguestraniere (professionalit tecnologiche/lingue straniere).

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    Da qui le colonne 27-30 della griglia:

    1.9 La pubblicizzazionePer quanto riguarda le attivit che le scuole mettono in essere per far conoscere il proget-

    to, il lavoro fatto e i risultati ottenuti (o i prodotti realizzati), pi che la variet di mezzi, pro-cedure e tecnologie impiegate, pu essere utile rilevare se la pubblicizzazione sia giocata in unsistema chiuso, tutto scolastico (ambito scolastico in senso ampio: comprese le feste di finecorso, il giornalino diffuso nel quartiere, lo stesso sito internet della scuola, ecc.), oppure selintervento coinvolge altri soggetti, enti, agenzie, ecc. del territorio (territoriale).

    Il tutto anche al fine di confermare o disconfermare quellampliamento al territorio di cuiabbiamo trattato prima.

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    Complessivamente ne viene il seguente impianto:

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    2. Lanalisi quantitativa - di Guido Benvenuto

    Per descrivere le caratteristiche generali dei progetti, le loro articolazioni e sviluppi opera-tivi abbiamo voluto analizzare le diverse informazioni riportate nelle schede informative che leistituzioni scolastiche hanno inviato al Ministero al termine delle attivit progettuali realizza-te nel periodo 2000-2006. Le schede a dire il vero invitano alla sintesi e non offrono la possi-bilit di entrare nello specifico delle attivit, ma le scuole, volendo, potevano aggiungere eintegrare le informazioni riportate nelle schede con materiali vari e di diversa natura. Comevedremo, molte scuole oltre a documentare formalmente lo sviluppo delle attivit hannoinviato materiale multimediale, libri, libretti e in alcuni casi manufatti per arricchire e circo-stanziare alcuni aspetti e elementi significativi dei progetti.

    In questo capitolo vogliamo presentare, sinteticamente, lanalisi dei dati raccolti per offri-re una panoramica delle scelte operate e delle specificit realizzate. Ovviamente lanalisi delmolti progetti inviati stata condotta nel rispetto di alcune caratteristiche metodologiche, pergarantire affidabilit e rigorosit di ricerca, che vogliamo introduttivamente ricordare:

    le schede informative e i materiali inviati sono stati analizzati dagli esperti del gruppotecnico di lavoro con un strumento di analisi unitario: una griglia di lettura (vedi il capi-tolo: La lettura della documentazione) discussa e concordata preliminarmente in diversiincontri di lavoro;

    prima di utilizzare lo strumento di analisi su un set di progetti distinto per ogni esperto,si proceduto a riscontrare il grado di omogeneit duso. Lo strumento stato testato sualcuni progetti (estratti casualmente) per individuare eventuali discrepanze e livelli inter-pretativi sulle diverse voci che compongono la griglia;

    i progetti sono stati assegnati ai diversi esperti ripartendoli per aree regionali; dopo aver analizzato i diversi progetti gli esperti hanno nuovamente confrontato il tota-

    le delle analisi, discutendo solo le voci delle griglie che individualmente erano risultatepi impegnative nellanalisi;

    il totale delle indicazioni emerse dallanalisi stato inserito su foglio di calcolo excel,controllato per eliminare disomogeneit nella compilazione e quindi elaborato con pro-cedure statistiche per descrivere le singole voci.

    In questanalisi verranno prese in considerazione, ovviamente, le tendenze pi macroscopi-che, utilizzando alcuni indicatori di sintesi. In particolare per la descrizione generale (caratte-ristiche quantitative) verranno presi in considerazione:

    1. tipologia di scuole coinvolte (livello scolastico e regionalizzazione);2. presentazione del progetto (a) presenza della scheda; b) analisi dei titolo, c) logo; d)

    caratterizzazione identificazione del progetto; e) quantificazione dei materiali prodotti einviati dalle scuole;

    per la descrizione pi analitica (caratteristiche qualitative) dei progetti si far invece rife-rimento:

    3. Coerenza analisi dei bisogni;4. Integrazione curricolare;5. Formazione docenti;6. Sensibilizzazione dei genitori;

    7. Pubblicizzazione relazione con il territorio.

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    2.1 Descrizione della popolazione di riferimento danalisiNellanalisi oltre alla descrizione dei singoli indicatori si prenderanno in considerazione le

    eventuali differenze tra le tipologie delle scuole e le 6 Regioni dellob1.Come si illustra in figura 1 i progetti hanno interessato in modo sostanzialmente simile i

    diversi livelli di scolarit previsti, in ordine: 38% Istituti comprensivi, 32% scuole elementari,30% scuole medie. La tipologia delle scuole appare quindi equamente distribuita, anche se lapercentuale degli Istituti comprensivi rende pi complessa lidentificazione delle scuole piattive nellattuazione dei progetti.

    Figura 1

    Gli interventi del Programma relativi alla dispersione scolastica nella scuola del primo ciclosono stati complessivamente circa 1300 nei diversi anni (vedi tabella 1).

    In considerazione dellarticolazione e del costo complessivo ogni scuola poteva attuare unsolo intervento da realizzare nellanno scolastico ma anche, in caso di esigenze particolari,durante il periodo estivo.

    In base alle indicazioni contenute nel Complemento di Programmazione2 in ogni interven-to possibile attivare tre moduli rivolti agli alunni e un modulo rivolto ai genitori. I moduli pergli alunni hanno ciascuno la durata di 60 ore ed ognuno di essi rivolto almeno a 15 allievi. Ilmodulo per i genitori ha la durata di 60 ore e si rivolge ad almeno a 20 genitori.

    I contenuti previsti nei tre moduli possono essere autonomamente individuati dalle scuole

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    2Vedi appendice complemento di programmazione.

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    purch in linea con gli obiettivi e le metodologie del progetto; a titolo esemplificativo i per-corsi possono essere di carattere:

    ambientale; tecnologico (nuove tecnologie didattiche, multimedialit, produzioni e merceologie, ecc.); psicomotorio e/o espressivo (gioco, sport, musica, teatro, ecc.); orientativo; socio-relazionale (della cultura antropologica, delle relazioni sociali, della cittadinanza,

    della legalit, dei servizi, ecc.).

    Nel sessennio di attuazione le scuole destinatarie dei progetti sono state complessivamen-te 737 e alcune di esse hanno realizzato anche pi interventi. Le istituzioni scolastiche invita-te ad inviare un progetto pi significativo tra quelli realizzati durante lattuazione del program-ma hanno inviato informazioni relative a poco pi di 400 progetti (vedi tabella 1).

    Gli utenti coinvolti negli anni, circa 77.000, si sono distribuiti in diverse fasce det. Lamaggior parte dei destinatari, circa il 75%, sono ragazzi det compresa tra i 6 e i 15 anni,(alunni delle scuole elementari, medie e istituti comprensivi) i rimanenti sono i genitori per iquali stato predisposto un percorso formativo di sensibilizzazione per fare apprezzare lorotutte le opportunit formative previste dalle scuole.

    In considerazione della fase conclusiva del Programma Operativo Nazionale la scuola perlo sviluppo lAutorit di Gestione ha ritenuto necessario analizzare la qualit dei progetti con-tro la dispersione scolastica sviluppata dalle scuole durante il sessennio di attuazione.

    A tal fine, nel mese di giugno del 2006, stata inviata a tutte le scuole realizzatrici deiProgetti PON/Misura 3.1 una lettera (prot./int.4679/5 del 12 giugno 2006) nella quale eranoinvitate a dare conto del lavoro svolto.

    Nella comunicazione agli istituti si sottolineava, inoltre, il valore dellattivit di documen-tazione per acquisire e selezionare informazioni, per ricostruire un percorso logico del lavorosvolto e favorire una riflessione critica sugli interventi anche e soprattutto nella logica dellau-tovalutazione.

    Alla lettera stata allegata una scheda di rilevazione predisposta per consentire alle scuo-le di rappresentare gli elementi di maggiore rilevanza presenti nei progetti realizzati.

    Questo strumento ha consentito di compiere la prima ricognizione completa su tutto luni-verso degli istituti coinvolti, 737 scuole (elementari, medie ed istituti comprensivi) per riflette-re sul processo di organizzazione delle attivit, valutare limpatto degli interventi, identificare

    le esperienze pi significative. Le informazioni richieste dalla scheda hanno riguardato: le caratteristiche generali del progetto e dei moduli dedicati agli alunni (questi interventi

    prevedono larticolazione progettuale in tre percorsi: tecnologico, espressivo, multimediale); le metodologie di lavoro utilizzate nei moduli per gli alunni; le modalit di integrazione con il curricolo; le caratteristiche del modulo di sensibilizzazione dei genitori; le caratteristiche dellattivit di formazione dei docenti; le modalit di pubblicizzazione dellintervento.

    stato chiesto, inoltre, di scegliere ed inviare i prodotti finali pi rappresentativi e che potes-

    sero consentire una comprensione il pi completa possibile del processo formativo attuato.

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    Figura 2

    Inviando altro materiale per descrivere il progetto realizzato, le scuole hanno cos esplici-tato il bisogno di arricchire e testimoniare la ricchezza e profondit delle attivit svolte (vedifigura 3).

    Il 19% delle scuole ha inviato materiali sia in forma cartacea sia di tipo multimediale(CD,DVD, VHS), il 50% un qualche formato multimediale e il 30% delle istituzioni scolasticheha aggiunto materiale solo materiale cartaceo. In particolare il CD il formato maggiormenteutilizzato (31,6%) per inviare le diverse testimonianze di lavori fatti (soprattutto per contene-re presentazioni in power point, foto di quelle attivit o brevi videoriprese).

    Nel caso dei DVD, che costituiscono il 16% dei materiali inviati, ci troviamo invece di fron-te a prodotti di diversa natura: spesso sono videoriprese delle attivit laboratoriali o delle pre-

    sentazioni pubbliche avvenute al termine del progetto, altre volte sono prodotti artistici dinotevole fattura (videoclip, spot, attivit teatrali, spettacoli, ecc.).

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    Figura 3

    2.1.3 Titolo e logoPer caratterizzare i progetti, almeno dal punto di vista della presentazione sintetica, stata

    posta molta attenzione alla ricerca e individuazione del titolo e alla realizzazione del logo.Come Alberti ha ben evidenziato nel capitolo precedente, nella scelta del titolo e del logo lascuola pu sintetizzare la propria filosofia, esprimere i punti di forza, presentare le sue gene-ralit. Nello sviluppare questo compito le scuole possono essere pi o meno intenzionate anascondersi dietro slogan generici o rendersi visibili con messaggi specifici e al contempooriginali.

    In figura 4 si riporta lanalisi dei titoli dei progetti inviati. Ben il 65% delle scuole ha idea-

    to e scelto un titolo di una qualche originalit. Unanalisi pi specifica della titolistica svi-luppata pi avanti (parte III, cap. 1, punto 1.3).

    In particolare (vedi figura 5) si pu sottolineare un maggior tentativo da parte della scuo-la primaria (80%) di escogitare titoli particolarmente originali e specifici rispetto alle azioniantidispersive condotte.

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    Figura 4

    Figura 5

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    Diversa la questione riguardante il logo (vedi figura 6). Forse per problemi di trasmissionedel formato grafico, o forse perch ritenuto non indispensabile, sta il fatto che circa la metdelle istituzioni scolastiche non ha ideato un logo per i progetti realizzati. Il 37% ha fornitouna chiara originalit, mettendo a punto elementi grafici e spesso espressioni artistiche di ori-ginale fattura, mentre l11% si limitato a riprendere immagini ed elementi presenti nei docu-menti ufficiali del PON.

    Figura 6

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    2.2.2 Coerenza analisi dei bisogniIl primo elemento di analisi pi qualitativa dei progetti riguarda il grado di connessione e

    coerenza tra attivit sviluppate e contesto di riferimento. Le attivit del PON, ricordiamo,nascono con il preciso intento di dare una risposta alla diversa fenomenologia della disper-sione nelle istituzioni scolastiche. Tutti le scuole nel pianificare e sviluppare i progetti hanno,in piena autonomia, certamente considerato la specificit del problema allinterno del conte-sto nel quale operano. Ma analizzando le schede informative inviate, laddove si chiedeva direndicontare gli strumenti attraverso i quali i progettisti e responsabili del progetto avevanorilevato la complessa e specifica fenomenologia della dispersione, di esplicitare gli scenari pro-blematici che intendevano contrastare, ci si trova davanti a formulazioni abbastanza formaliz-zate e spesso decontestualizzate. Vale a dire che la gran parte delle schede informative, comeesplicitato in figura 8, pari a 2 scuole su tre, non hanno fornito esplicitazioni a riguardo dellemodalit di rilevazione dei bisogni.

    Ne consegue, ovviamente, come riportato in figura 9, che mancano nelle schede analizza-te elementi di coerenza tra le attivit di analisi di contesto e progettazione PON. E questo purimandare ad almeno due ordini di problemi: a) le istituzioni scolastiche hanno vissuto in modoeccessivamente formalizzato la compilazione della scheda di documentazione; b) le istituzio-ni scolastiche, non avendo parametri unitari di riferimento per la rilevazione non riescono atestimoniare se non in forma generica e generalizzata le modalit e metodologie messe in attoin fase di attivazione e realizzazione di progetti.

    Figura 8

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Figura 9

    2.2.3 Integrazione curricolareI progetti volti al contenimento e riduzione della dispersione scolastica hanno spesso foca-

    lizzato lattenzione sullaccoglienza in ingresso, sullintegrazione di ordine socio-psicologico esulle variabili motivazionali degli studenti. Non sempre, accanto alla spinta ri-motivazionale edi valorizzazione psicologica, si per riusciti a prevedere e congegnare espliciti riferimenti alrecupero di conoscenze e competenze collegate al curricolo scolastico. vero che lo starebene a scuola dimensione imprescindibile e centrale per landare bene a scuola, ma selambito curricolare non traesse vantaggi dalle molteplici iniziative progettuali e di intervento

    extra-curricolari, si perderebbero proprio quegli elementi qualificanti di quei progetti nellescuole. Il collegamento e funzionalit dei progetti allinterno dei percorsi di studio stato quin-di sempre elemento di riflessione e complessit nelle scuole.

    Dallanalisi delle schede emerge che lintegrazione curricolare stata interpretata dalle isti-tuzioni scolastiche in termini di raccordo tra pi discipline. Infatti solo 6 scuole su 408, pariall1,5%, ha indicato la focalizzazione del progetto su di una sola disciplina. In figura 10 abbia-mo rappresentato la distribuzione delle indicazioni riguardanti le altre opzioni. Il 40% dei pro-getti indica linteressamento di differenti aree curricolari, ad essi si possono aggiungere il 17%dei progetti che oltre a riguardare pi discipline, hanno fornito indicazioni di ricaduta valuta-tiva del progetto sullattivit curricolare. molto importante sottolineare questaspetto: molti

    consigli di classe/istituto hanno indicato specificamente se e come tener conto della valuta-

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    zione delle attivit extracurricolari (di progetto) per la valutazione curricolare di fine quadri-mestre o anno scolastico. Solo il 5% ha dato solo indicazioni riguardanti la valutazione, senzaspecificare il collegamento con le aree disciplinari interessate. Pi preoccupante invece la pre-senza del 38% di scuole che non ha indicato/esplicitato il grado di integrazione tra il proget-to e il curricolo.

    La percentuale maggiore di omissioni nellesplicitazione del raccordo tra progetto e curri-colo presentata dalle scuole elementari (vedi figura 11).

    Figura 10

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    Unanalisi dei progetti contro la dispersione scolastica nella scuola elementare e media

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    Figura 10

    2.2.4 Formazione docentiIl modulo di formazione dei docenti, previsto dalla Misura 3.1 per accompagnare le attivi-

    t progettuali e sviluppare una riflessione sulla teoria e prassi didattico-educativa, statoorganizzato allinterno dei diversi progetti seguendo differenti macro-aree tematiche (vedifigura 12). Il 38% ha individuato e sviluppato focus di formazione di area psico-pedagogica,centrando lattenzione su variabili relazionali, lorganizzazione di contesti di valorizzazione esostegno degli studenti, il contrasto al disagio, le attivit di ri-socializzazione, motivazione eri-motivazione allo studio, e il ri-orientamento formativo. Una percentuale di poco inferiore,

    pari al 31% ha invece puntato maggiormente sullaccompagnamento del progetto e sulla suaintegrazione con il curricolare. Mentre un buon 12% ha invece sviluppato su piani di forma-zione di tipo misto, vale a dire che integravano elementi di tipo psico-pedagogico e di ordinecurricolare (10%) o inserendo elementi di area tecnologica.

    Ben pi piccola la percentuale dei progetti che hanno puntato su una formazione di natu-ra prettamente tecnologica (4%), vale a dire che hanno sviluppato maggiore attenzione alrapporto con nuovi strumenti comunicativi, multimediali e digitali.

    Se analizziamo invece le scelte di formazione disaggregate per livello scolastico (vedi figu-ra 13), verifichiamo che per la scuola primaria la scelta principale si indirizza allintegrazionecurricolare/progettuale (36,6), mentre per il livello successivo e per gli istituti comprensivi con

    percentuali superiori al 40% si preferisce una formazione di area psico-pedagogica.

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