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Eventi Lunedì 8 Luglio 2013 Chimica, Farmaceutica e Biotech 15 U n dipartimento che ri- unisce attività didat- tiche e scientifiche storiche dell’Università di Perugia. Soprattutto un dipartimento che può vantare oggi un con- centrato di eccellenze nella ricerca, riconosciute a livello internazionale: sono quasi una decina i ricercatori che, con i loro progetti, vantano finanziamenti della Com- missione Europea, inclusi quelli erogati dall’Europen Research Council (Erc) e in grado di attirare anche fondi privati per i finanziamenti (per esempio quelli della Fon- dazione Bill e Melinda Gates). È il Dipartimento di Medi- cina sperimentale e Scienze biochimiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia, dove si concentrano le sezioni di Anatomia, Anatomia e Isto- logia patologica, Biochimica cellulare, Biochimica e bio- logia molecolare, Biologia sperimentale, Farmacologia, Istologia, istochimica ed em- briologia, Malattie infettive, Microbiologia. Proprio in questo ambiente universitario particolarmen- te ricco, stimolante e dunque favorevole è nato tre anni fa, nel febbraio 2010, un altro fiore all’occhiello: il Centro di ricerca di Genomica fun- zionale diretto dal professor Andrea Crisanti. Un Centro unico nel suo genere in am- bito universitario a livello ita- liano, concepito con obiettivi chiari. “Innanzitutto fornire ai ricercatori di tutto l’ateneo, e dunque non solo a quelli del Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze bio- chimiche, il vantaggio com- petitivo scaturito dalle nuove tecnologie di sequenziamento e analisi del Dna nella ricerca, in tutti gli ambiti che riguar- dano la scienza della vita, per produrre così più conoscenza e perciò valore. Questo può generare per un verso spunti per nuove attività di ricerca e per l’altro essere traslato in prodotti e tecnologie per le imprese”, spiega Crisanti, che puntualizza perché il Centro è propulsore di ricerca com- petitiva. “Se solo poco tempo fa per sequenziare il genoma uma- no ci sono voluti 20 anni e decine di laboratori investen- do 1 miliardo di dollari, oggi per chi voglia conoscere il proprio bastano 4-5 giorni e circa 5 mila dollari - premet- te il professore -. Studiando il genoma si riescono a svelare le caratteristiche fondamen- tali degli organismi, non solo di quello umano, ma anche di quelli animali e delle piante. Inoltre, non solo si possono conoscere i geni di un orga- nismo, ma anche le variazio- ni degli stessi. Conoscere le differenze del genoma di una stessa specie significa rivelare le basi molecolari delle dif- ferenze tra individui di una stessa specie: ad esempio de- terminare nel caso dell’uomo perché un soggetto si ammala di una determinata malattia e un altro no”. Affinché una tale ricerca, già di per sé strategica, sia competitiva, sono necessa- ri diversi strumenti che le consentano di realizzare gli obiettivi prestabiliti in tempi celeri o comunque consoni con una competitività che ormai si gioca a livello mon- diale. È quanto si è proposto di fornire il Centro di Geno- mica funzionale, dotato della tecnologia più avanzata ma anche di personale altamente qualificato e reclutato su scala mondiale, grazie al progetto denominato I-Move, finan- ziato dalla Regione Umbria e dalla Commissione Europea, che ha permesso di mettere a disposizione assegni di ricer- ca tali da essere attrattivi an- che per le migliori intelligen- ze straniere, e per consentire anche ai ricercatori italiani del Dipartimento di trarre vantaggio da soggiorni di stu- dio all’estero. Giovane, ma in continua espansione, il Centro di Ge- nomica funzionale entrerà a far parte anche dell’attività ospedaliera della Regione Umbria, “per supportare le ricerche molecolari e geneti- che”, spiega Crisanti. È stata siglata, infatti, una conven- zione con l’Azienda ospe- daliera di Perugia e Terni, “pronta a sfruttare le compe- tenze del Centro per la dia- gnostica medica”. Gli studenti che decidono di frequentare il Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche si trova- no dunque a contatto con un ambiente estremamente ricco “con moltissime relazioni in- ternazionali e con docenti che d’un continuo riversano nella didattica gli stimoli e i risul- tati delle ricerche che stanno conducendo”. Una ricerca soprattutto di ba- se, sottolinea Crisanti, quella che “in Italia ha più proble- mi ad avere finanziamenti, perché i suoi risultati sono a medio-lungo periodo. Eppu- re è quella da cui arrivano i risultati capaci di cambiare le conoscenze che si hanno nei determinati ambiti”. Un esempio evidente, tra i diver- si che il Dipartimento può offrire, giunge proprio dalla ricerca in cui è impegnato il gruppo di Crisanti, il cui obiettivo ultimo è “sviluppare una zanzara geneticamente modificata che non sia più in grado di trasmettere la mala- ria”. Negli ultimi cinque anni questo gruppo di ricerca ha costruito un ampio network di collaborazioni internazio- nali, grazie alla partecipa- zione a numerosi progetti di ricerca europei e internazio- nali sostenuti dalla Ue e dal- la Fondazione Bill&Melinda Gates. “Quest’ultima, tra i 5-6 progetti che ha scelto di rifinanziare - sui 140 che ave- vano ottenuto risorse in una prima fase di finanziamenti - ha scelto anche il nostro sulla modificazione genetica della zanzara”, conclude il profes- sor Crisanti. U n Centro di ricerca, come quello di Geno- mica funzionale nato in seno al Dipar- timento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche dell’Università di Perugia, com’è potuto sorgere in non più di tre anni e con un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro? La domanda non è secondaria se si pensa che la realtà è nata in un frangente di grave crisi economica per l’Italia (nel 2010) e con un si- stema universitario costretto a fare i conti con pesanti tagli. La sua realizzazione, dunque, oltre a essere un unicum a livello universita- rio per quanto è in grado di offrire dal punto di vista tecnologico e scientifico, è anche un esempio di capacità di fare impresa. Il direttore e ideatore del Centro, il professo- re di Microbiologia Andrea Crisanti, ha una prima risposta che inquadra lo scenario in cui si è resa possibile la scommessa. “Ci ab- biamo creduto tutti”, afferma. “L’Università, la Regione Umbria, che ha molto investito sull’innovazione, e il ministero della Salute, lavorando insieme anche per allineare i diver- si interventi che hanno consentito la realizza- zione del Centro”. Quando ha pensato di dar vita a questa realtà, infatti, Crisanti racconta di aver inquadrato il problema cercando risposta a tre necessità fondamentali: gli spazi; le infrastrutture-at- trezzature; le persone necessarie per rendere questa realtà competitiva e internazionale. “L’Università di Perugia ci ha messo a dispo- sizione un piano intero del nuovo edificio del dipartimento, ovvero 1.200 metri quadri. Il ministero, nell’ambito dell’articolo 20 dell’Ac- cordo Stato-Regioni per i fondi per le strutture sanitarie, ha riservato al progetto due finan- ziamenti rispettivamente di 1,5 e 1,6 milioni”. Bisognava poi garantire che il Centro potesse contare su personale qualificato. “Con il sup- porto fondamentale della Regione - prosegue Crisanti - abbiamo messo a punto e vinto un progetto - I-Move - nell’ambito del pro- gramma europeo People che ci ha consentito di avere a disposizione 4,5 milioni di euro in cofinanziamento. Grazie a questi fondi abbia- mo creato 36 borse di studio economicamente interessanti che ci hanno permesso di attrarre 14 ricercatori dall’estero e di mandare nostri ricercatori in altri Paesi del mondo”. In questo modo, “siamo riusciti a ‘popolare’ il Centro in pochi anni”, mettendo in atto il processo per il quale il progetto è nato: produrre conoscenza e dunque ricchezza. “Una conoscenza - sottoli- nea il docente - che può essere traslata nel tes- suto produttivo o all’origine di nuovi progetti di ricerca”. Ed è proprio su questi due filoni di “applicazione” della conoscenza prodotta all’interno del Centro che il professore conta per raggiungere l’autosufficienza economica. “Con i finanziamenti che abbiamo recuperato sin qui abbiamo una autonomia di 2-3 anni. Il nostro impegno e la nostra sfida - conclude Crisanti - è rendere questa realtà sostenibile”. ■■ UNIVERSITÀ DI PERUGIA / Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia Didattica e scienza unite nella ricerca di base Le nuove tecnologie di sequenziamento e analisi del Dna sono a disposizione di tutti i ricercatori dell’ateneo per proporre e portare avanti progetti in grado di produrre conoscenza e valore Concentra le sezioni di Anatomia, Anatomia e Istologia patologica, Biochimica cellulare, Biochimica e biologia molecolare, Biologia sperimentale, Farmacologia, Istologia, istochimica ed embriologia, Malattie infettive, Microbiologia Il Centro di ricerca di Genomica funzionale dell’Università di Perugia “Scambio di cervelli” favorito da una struttura all’avanguardia, che mira all’autosufficienza economica Medicina e Medicina 2: Il nuovo edificio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dove hanno sede il Centro di ricerca di Genomica funzionale e il polo d’innovazione di Genomica, Genetica e di Biologia Professor Andrea Crisanti, direttore del Centro di ricerca di Genomica funzionale del Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche dell’Università di Perugia e amministratore delegato del Polo d’innovazione di Genomica, Genetica e di Biologia di Perugia

UNIVERSITÀ DI PERUGIA Dipartimento di Medicina ... · le basi molecolari delle dif-ferenze tra individui di una stessa specie: ad esempio de- ... biochimiche dell’Università di

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Page 1: UNIVERSITÀ DI PERUGIA Dipartimento di Medicina ... · le basi molecolari delle dif-ferenze tra individui di una stessa specie: ad esempio de- ... biochimiche dell’Università di

EventiLunedì 8 Luglio 2013 Chimica, Farmaceutica e Biotech 15

Un dipartimento che ri-unisce attività didat-

tiche e scientifiche storiche dell’Università di Perugia. Soprattutto un dipartimento che può vantare oggi un con-centrato di eccellenze nella ricerca, riconosciute a livello internazionale: sono quasi una decina i ricercatori che, con i loro progetti, vantano finanziamenti della Com-missione Europea, inclusi quelli erogati dall’Europen Research Council (Erc) e in grado di attirare anche fondi privati per i finanziamenti (per esempio quelli della Fon-dazione Bill e Melinda Gates). È il Dipartimento di Medi-cina sperimentale e Scienze biochimiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia, dove si concentrano le sezioni di Anatomia, Anatomia e Isto-logia patologica, Biochimica cellulare, Biochimica e bio-logia molecolare, Biologia sperimentale, Farmacologia, Istologia, istochimica ed em-briologia, Malattie infettive, Microbiologia.Proprio in questo ambiente universitario particolarmen-te ricco, stimolante e dunque favorevole è nato tre anni fa, nel febbraio 2010, un altro fiore all’occhiello: il Centro di ricerca di Genomica fun-zionale diretto dal professor Andrea Crisanti. Un Centro

unico nel suo genere in am-bito universitario a livello ita-liano, concepito con obiettivi chiari. “Innanzitutto fornire ai ricercatori di tutto l’ateneo, e dunque non solo a quelli del Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze bio-chimiche, il vantaggio com-petitivo scaturito dalle nuove tecnologie di sequenziamento e analisi del Dna nella ricerca, in tutti gli ambiti che riguar-dano la scienza della vita, per produrre così più conoscenza e perciò valore. Questo può

generare per un verso spunti per nuove attività di ricerca e per l’altro essere traslato in prodotti e tecnologie per le imprese”, spiega Crisanti, che puntualizza perché il Centro è propulsore di ricerca com-petitiva. “Se solo poco tempo fa per sequenziare il genoma uma-no ci sono voluti 20 anni e decine di laboratori investen-do 1 miliardo di dollari, oggi per chi voglia conoscere il proprio bastano 4-5 giorni e circa 5 mila dollari - premet-

te il professore -. Studiando il genoma si riescono a svelare le caratteristiche fondamen-tali degli organismi, non solo di quello umano, ma anche di quelli animali e delle piante. Inoltre, non solo si possono conoscere i geni di un orga-nismo, ma anche le variazio-ni degli stessi. Conoscere le differenze del genoma di una stessa specie significa rivelare le basi molecolari delle dif-ferenze tra individui di una stessa specie: ad esempio de-terminare nel caso dell’uomo perché un soggetto si ammala di una determinata malattia e un altro no”. Affinché una tale ricerca, già di per sé strategica, sia competitiva, sono necessa-ri diversi strumenti che le consentano di realizzare gli obiettivi prestabiliti in tempi celeri o comunque consoni con una competitività che ormai si gioca a livello mon-diale. È quanto si è proposto di fornire il Centro di Geno-mica funzionale, dotato della tecnologia più avanzata ma anche di personale altamente qualificato e reclutato su scala mondiale, grazie al progetto denominato I-Move, finan-ziato dalla Regione Umbria e dalla Commissione Europea, che ha permesso di mettere a disposizione assegni di ricer-ca tali da essere attrattivi an-

che per le migliori intelligen-ze straniere, e per consentire anche ai ricercatori italiani del Dipartimento di trarre vantaggio da soggiorni di stu-dio all’estero. Giovane, ma in continua espansione, il Centro di Ge-nomica funzionale entrerà a far parte anche dell’attività ospedaliera della Regione Umbria, “per supportare le ricerche molecolari e geneti-che”, spiega Crisanti. È stata siglata, infatti, una conven-zione con l’Azienda ospe-daliera di Perugia e Terni, “pronta a sfruttare le compe-tenze del Centro per la dia-gnostica medica”. Gli studenti che decidono di frequentare il Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche si trova-no dunque a contatto con un ambiente estremamente ricco “con moltissime relazioni in-ternazionali e con docenti che d’un continuo riversano nella didattica gli stimoli e i risul-tati delle ricerche che stanno conducendo”. Una ricerca soprattutto di ba-se, sottolinea Crisanti, quella che “in Italia ha più proble-mi ad avere finanziamenti, perché i suoi risultati sono a medio-lungo periodo. Eppu-re è quella da cui arrivano i risultati capaci di cambiare le conoscenze che si hanno

nei determinati ambiti”. Un esempio evidente, tra i diver-si che il Dipartimento può offrire, giunge proprio dalla ricerca in cui è impegnato il gruppo di Crisanti, il cui obiettivo ultimo è “sviluppare una zanzara geneticamente modificata che non sia più in grado di trasmettere la mala-ria”. Negli ultimi cinque anni questo gruppo di ricerca ha costruito un ampio network di collaborazioni internazio-nali, grazie alla partecipa-zione a numerosi progetti di ricerca europei e internazio-nali sostenuti dalla Ue e dal-la Fondazione Bill&Melinda Gates. “Quest’ultima, tra i 5-6 progetti che ha scelto di rifinanziare - sui 140 che ave-vano ottenuto risorse in una prima fase di finanziamenti - ha scelto anche il nostro sulla modificazione genetica della zanzara”, conclude il profes-sor Crisanti.

Un Centro di ricerca, come quello di Geno-mica funzionale nato in seno al Dipar-

timento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche dell’Università di Perugia, com’è potuto sorgere in non più di tre anni e con un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro?La domanda non è secondaria se si pensa che

la realtà è nata in un frangente di grave crisi economica per l’Italia (nel 2010) e con un si-stema universitario costretto a fare i conti con pesanti tagli. La sua realizzazione, dunque, oltre a essere un unicum a livello universita-rio per quanto è in grado di offrire dal punto di vista tecnologico e scientifico, è anche un esempio di capacità di fare impresa.

Il direttore e ideatore del Centro, il professo-re di Microbiologia Andrea Crisanti, ha una prima risposta che inquadra lo scenario in cui si è resa possibile la scommessa. “Ci ab-biamo creduto tutti”, afferma. “L’Università, la Regione Umbria, che ha molto investito sull’innovazione, e il ministero della Salute, lavorando insieme anche per allineare i diver-si interventi che hanno consentito la realizza-zione del Centro”. Quando ha pensato di dar vita a questa realtà, infatti, Crisanti racconta di aver inquadrato il problema cercando risposta a tre necessità fondamentali: gli spazi; le infrastrutture-at-trezzature; le persone necessarie per rendere

questa realtà competitiva e internazionale. “L’Università di Perugia ci ha messo a dispo-sizione un piano intero del nuovo edificio del dipartimento, ovvero 1.200 metri quadri. Il ministero, nell’ambito dell’articolo 20 dell’Ac-cordo Stato-Regioni per i fondi per le strutture sanitarie, ha riservato al progetto due finan-ziamenti rispettivamente di 1,5 e 1,6 milioni”.Bisognava poi garantire che il Centro potesse contare su personale qualificato. “Con il sup-porto fondamentale della Regione - prosegue Crisanti - abbiamo messo a punto e vinto un progetto - I-Move - nell’ambito del pro-gramma europeo People che ci ha consentito di avere a disposizione 4,5 milioni di euro in cofinanziamento. Grazie a questi fondi abbia-mo creato 36 borse di studio economicamente interessanti che ci hanno permesso di attrarre 14 ricercatori dall’estero e di mandare nostri ricercatori in altri Paesi del mondo”. In questo modo, “siamo riusciti a ‘popolare’ il Centro in pochi anni”, mettendo in atto il processo per il quale il progetto è nato: produrre conoscenza e dunque ricchezza. “Una conoscenza - sottoli-nea il docente - che può essere traslata nel tes-suto produttivo o all’origine di nuovi progetti di ricerca”. Ed è proprio su questi due filoni di “applicazione” della conoscenza prodotta all’interno del Centro che il professore conta per raggiungere l’autosufficienza economica. “Con i finanziamenti che abbiamo recuperato sin qui abbiamo una autonomia di 2-3 anni. Il nostro impegno e la nostra sfida - conclude Crisanti - è rendere questa realtà sostenibile”.

■■■ UNIVERSITÀ DI PERUGIA / Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia

Didattica e scienza unite nella ricerca di baseLe nuove tecnologie di sequenziamento e analisi del Dna sono a disposizione di tutti i ricercatori dell’ateneo per proporre e portare avanti progetti in grado di produrre conoscenza e valore

Concentra le sezioni di Anatomia, Anatomia

e Istologia patologica, Biochimica cellulare, Biochimica e biologia molecolare, Biologia

sperimentale, Farmacologia, Istologia,

istochimica ed embriologia, Malattie

infettive, Microbiologia

Il Centro di ricerca di Genomica funzionale dell’Università di Perugia“Scambio di cervelli” favorito da una struttura all’avanguardia, che mira all’autosufficienza economica

Medicina e Medicina 2: Il nuovo edificio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dove hanno sede il Centro di ricerca di Genomica funzionale e il polo d’innovazione di Genomica, Genetica e di Biologia

Professor Andrea Crisanti, direttore del Centro di ricerca di Genomica funzionale del Dipartimento di Medicina sperimentale e Scienze biochimiche dell’Università di Perugia e amministratore delegato del Polo d’innovazione di Genomica, Genetica e di Biologia di Perugia