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Vado: Valutazione di Abilità Definizione di Obiettivi Edizioni Erikson 1998 – Morosini et altri. Manuale nato da collaborazione fra Fatebenefratelli di Brescia, Istituto superiore della Sanità e Università di Napoli (finanziamento della Regione Lombardia ). Contributo teorico di fondo è di Marianne Farkas (Univ’ di Boston), formatrice degli operatori. Le successive indicazioni teoriche riguardano gli autori di riferimento dell’opera. Sintesi della concezione della riabilitazione per Luc Ciompi (“Logica affettiva” 1994) - formulazione di obiettivi specifici e concreti come strumento di per sé terapeutico - stimolazione “ottimale per il paziente” (nelle fasi acute poca stimolazione; nelle fasi in cui prevalgono sintomi negativi fare adeguata stimolazione) - mirare a promuovere autonomia a lunga scadenza (anche spingendo il paziente a fare cose per cui mostra resistenza) - valorizzare le “parti sane” - concentrarsi sulle azioni (“e non sulle spiegazioni”) - sviluppare programmi strutturati in ambiente umano stabile e prevedibile - dare priorità alle abilità sociali necessarie per vivere sul territorio (es. per lavorare, gestire una casa ecc.) Sintesi della concezione della riabilitazione per Mosher (1992) (approccio psicosociale fondato sulla promozione delle abilità di autoaiuto) - rilancio delle abilità utili nelle relazazioni interpersonali (e alla fine per svolgere un lavoro) - più spazio al potenziamento della parte sana che al lavoro sulla parte malata (“è più facile estendere una penisola che svuotare un oceano”) - cauto uso degli psicofarmaci (alle volte ostacolo per l’ apprendimento) - chiedere ai pazienti i loro obiettivi, bisogni e speranze - pazienza, costanza ma anche flessibilità (spesso ci vogliono anni per superare la sindrome di dipendenza degli istituzionalizzati) - saper rischiare. Considerare gli insuccessi come opportunità per imparare. Percorso per prove ed errori. - Usare linguaggio semplice, non gergale, non interpretativo. - Avere coi pazienti rapporto da “consigliere” (da “counseling”) e non da esperto autoritario. - Tutti gli atti quotidiani hanno valenza riabilitativa (perché sono comunque aspetti della relazione) - Lavoro in équipe e in rete (familiari, vicini, datori di lavoro, servizi sociali ecc. ecc.)

Vado - Guida

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Vado: Valutazione di AbilitàDefinizione di Obiettivi

Edizioni Erikson 1998 – Morosini et altri.

Manuale nato da collaborazione fra Fatebenefratelli di Brescia, Istituto superiore della Sanità e Università di Napoli (finanziamento della Regione Lombardia ).

Contributo teorico di fondo è di Marianne Farkas (Univ’ di Boston), formatrice degli operatori.

Le successive indicazioni teoriche riguardano gli autori di riferimento dell’opera.

Sintesi della concezione della riabilitazione per Luc Ciompi (“Logica affettiva” 1994)

- formulazione di obiettivi specifici e concreti come strumento di per sé terapeutico

- stimolazione “ottimale per il paziente” (nelle fasi acute poca stimolazione; nelle fasi in cui prevalgono sintomi negativi fare adeguata stimolazione)

- mirare a promuovere autonomia a lunga scadenza (anche spingendo il paziente a fare cose per cui mostra resistenza)

- valorizzare le “parti sane”- concentrarsi sulle azioni (“e non sulle spiegazioni”)- sviluppare programmi strutturati in ambiente umano stabile e prevedibile- dare priorità alle abilità sociali necessarie per vivere sul territorio (es. per

lavorare, gestire una casa ecc.)

Sintesi della concezione della riabilitazione per Mosher (1992) (approccio psicosociale fondato sulla promozione delle abilità di autoaiuto)

- rilancio delle abilità utili nelle relazazioni interpersonali (e alla fine per svolgere un lavoro)

- più spazio al potenziamento della parte sana che al lavoro sulla parte malata (“è più facile estendere una penisola che svuotare un oceano”)

- cauto uso degli psicofarmaci (alle volte ostacolo per l’ apprendimento)- chiedere ai pazienti i loro obiettivi, bisogni e speranze- pazienza, costanza ma anche flessibilità (spesso ci vogliono anni per superare

la sindrome di dipendenza degli istituzionalizzati)- saper rischiare. Considerare gli insuccessi come opportunità per imparare.

Percorso per prove ed errori.- Usare linguaggio semplice, non gergale, non interpretativo.- Avere coi pazienti rapporto da “consigliere” (da “counseling”) e non da

esperto autoritario.- Tutti gli atti quotidiani hanno valenza riabilitativa (perché sono comunque

aspetti della relazione)- Lavoro in équipe e in rete (familiari, vicini, datori di lavoro, servizi sociali

ecc. ecc.)

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Sintesi della concezione della riabilitazione per Spivak (1987-92) - relazione di sostegno che comunica al paziente che gli operatori lo accettano

così com’ è.- non confermare le aspettative (negative) del paziente rispetto alle conseguenze

dei suoi rifiuti a collaborare- mostrare apprezzamento per i comportamenti socializzanti e non per quelli

desocializzanti (con cautela: una persona “desocializzata” probabilmente ha difficoltà a leggere in modo adeguato quello che per noi è un segnale di gratificazione o viceversa)

riserve degli scriventi (ovvero di coloro che hanno steso il presente manuale per il VADO) su Spivak : mancanza di chiare linee guida per l’ addestramento del personale, mancanza di precisa definizione degli obiettivi e di verifiche costanti.

VADO:

Il Vado è specificamente orientato ad approccio cognitivo-comportamentale, ma usufruibile per tutti i tipi di intervento riabilitativo.Il Vado è apparentemente “tecnicistico” ma rispecchia in realtà il bisogno di mettere in opera quelle che Saraceno definisce “competenze parentali” (capacità di ogni buon genitore).Si fonda sulla convinzione che in realtà limiti e risorse di “normali” e non, sono diversi per quantità ma non per qualità. Pertanto l’ apprendimento non differisce qualitativamente (salvo maggior pazienza e resistenza alla frustrazione quando ci si rivolga a malati psichiatrici).

Criteri fondamentali del VADO:

a) DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO GLOBALE che consiste sostanzialmente nel definire con gli utenti dove e come vorranno vivere (col maggior grado di autonomia possibile) entro 2/3 anni e cosa intenderanno fare nello stesso lasso di tempo.Tale obiettivo globale pertanto è variabile e da riposizionarsi periodicamente (Scuola di Boston, Anthony ecc.).

b) valorizzazione di quelle abilità e abitudini (coltivate in situazione di ricovero ospedaliero o simili) che risulteranno più utili alle persone una volta reinserite nella società.

c) È fondamentale la concreta applicazione di abilità e abitudini apprese nella vita reale e la costante verifica di ciò.

Scopi, limiti e utilizzo del VADO

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Scopi:- valutazione del paziente - definizione, pianificazione e conduzione del programma riabilitativo individualizzato- definizione obiettivi e verifica.

Presupposti:Maggiori competenze nella sfera quotidiana producono anche riflessi positivi nella sfera cognitiva.Possibili anche interventi specificamente cognitivi ( V. Brenner e Perris).Solo in subordine il Vado considera il ruolo della psicoterapia individuale e di gruppo e dell’ intervento farmacologico.

Requisiti minimi di accreditamento (DPR 14/1/1997)La materia è discussa e non del tutto normata. Tuttavia paiono chiari nella normativa alcuni orientamenti cui il VADO offre soluzione:

- “progetto riabilitativo individuale” elaborato da èquipe multiprofessionale e monitoraggio dell’ evoluzione delle abilità.

- sistema di registrazione e raccolta di rilievi funzionali.Ad es. per la Villetta sono auspicabili rilevazioni (anche se non obbligatorie) su: valutazione multidimensionale (attraverso strumenti validati) di problemi o bisogni sanitari, cognitivi, psicologici e sociali dell’ utente all’ ingresso e poi periodicamente.

- Stesura di un piano di assistenza individualizzato (in base ai bisogni emersi)- Raccolta dei dati delle singole valutazioni per controllo ed orientamento continuo delle attività.

Per somministrazione vedi pag 14

Vado dedica attenzione anche agli aspetti ambientali (non solo generali ma rispetto al singolo paziente):Identificazione dei cambiamenti ambientali necessari. Insegnamento al paziente delle risorse del territorio. Nella valutazione entrano dati ambientali sulla zona, i servizi, condizioni di sicurezza per il paziente ecc. (idem nella pianificazione.)

Valutare il funzionamento personale e sociale (VF)

Scopi della valutazione :

- definizione Aree della ribilitazione- negoziazione con utente, familiari ecc. degli obiettivi del programma riabilitativo

Per la valutazione usare tutte le fonti possibili (operatori; ex -operatori, familiari, conoscenti, ospiti, ex ospiti, e ovviamente la persona stessa).

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Usare lo strumento VF (valutazione del funzionamento)I risultati di VF vanno poi riportati su FPS (scala di Funzionamento personale e sociale) e sulla AR (scheda delle aree riabilitative). Il periodo da valutare è in genere l’ ultimo mese (ultimi 30 gg).Se in tale periodo c’è stata una crisi acuta, rimandare la valutazione o dare due giudizi distinti (uno relativo al periodo di crisi e l’altro relativo al periodo precedente).

La valutazione delle sole aree problematiche va rifatta ad intervalli regolari (1 – 3 mesi) per rifare il monitoraggio degli obiettivi.

DESCRIZIONE VF (valutazione del funzionamento personale e sociale)

Il VF è utilizzabile anche come traccia d’intervista da somministrare al paziente. Tuttavia in generale è una traccia cui gli operatori devono rispondere indipendentemente da colloquio col paziente, prima di completare la valutazione (ad evitare che entrino in gioco nella valutazione solo gli aspetti rilevabili sul piano verbale).Somministrabile a paziente, operatori, familiari ecc (dopo opportune modifiche). Ogni operatore dovrebbe somministrarlo anche a sé stesso.

Se usato come intervista ne va presentato lo scopo (rilevazione non solo dei problemi e delle limitazioni ma anche di capacità e interessi, anche pregressi ) e assicurata la privacy, creando la miglior relazione possibile.

Se intervista:- dimostrare partecipazione (guardare in viso, fare cenni di assenso. Dire

spesso”si, già, capisco…”)- usare ascolto attivo (domande di chiarimento; riassunto di quanto capito e

richiesta di conferma:”Se ho capito bene…” ecc.).- Chiedere esempi concreti (“mi aiuti a capire meglio, cioè ecc”).- Se la persona divaga o è troppo prolissa dire “…interessante ma ne parliamo

alla fine ecc”

VF suggerisce domande per ogni area (ovviamente da proporre con criterio elastico : es. evitare ripetizioni ecc.)Possibilità di elaborare domande diverse ad hoc.

Per le ABILITA’ ESERCITABILI (in base al contesto) : valutare le abilità effettive e non quelle potenziali.

Per le ABILITA’ NON ESERCITABILI ( A CAUSA DEL CONTESTO) cercare di valutarne le potenzialità (es. se uno, in assenza di cucina, saprebbe secondo noi cucinare se fosse in un contesto adeguato).

NB: sulle potenzialità ovviamente si da il maggior rischio di valutazioni soggettive (rischio compensabile da una valutazione realistica delle abilità reali).

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Se l’ intervistato è il paziente introdurre prima domande che valutino le capacità di orientamento spaziotemporale e la coerenza del paziente stesso.

AREE:

cura di sè

cura del proprio abbigliamento

cura della propria salute fisica

gestione della propria salute psichica(oggi si da molto rilievo al ruolo dell’autogestione dei disturbi psichiatrici:

- riconoscimento da parte del paziente dei segni precoci di crisi- uso di strategie di coping (strategie di contrasto, se non sbaglio)- assunzione di farmaci secondo le prescrizioni- capacità di discutere col medico la variazione (in + o in - ) della terapia

• abitazione Risorse reali e caratteristiche della eventuale abitazione. Zona di abitazione. Disponibilità di servizi e centri di riunione, vicinato ecc.

• Cura del proprio spazio di vita e collaborazione alle attività domestiche

• Attività produttive e/o socialmente utili /studioRiguarda lavoro (retribuito o retribuibile in qualsiasi altro contesto, o di utilità agli altri quale ad es. il volontariato ecc.)Definire se protetto o in ambiente normale. V. ruolo nella costruzione di autostima (es. studio)

• Quantità e tipo delle attività quotidiane v. tempo libero subito passivamente ecc.

• velocità dei movimentiche può essere rallentata nella depressione e schizofrenia o accelerata nella sindrome maniacale

• partecipazione alla vita della Villetta(attività ricreative ma anche gestionali)

• partecipazione alla vita familiare

• vita affettiva, aspetti sessuali e sentimentali

• cura dei figli minori

• frequenza dei rapporti sociali esterni

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• relazioni di amicizia e di aiuto (avvalersi anche di tutte le indicazioni emergenti dalle altre aree, più che dalle risposte dirette, essendo area emotivamente sensibile)

• controllo dell’ aggressività

• altre regole di convivenza (es. rispetto delle proprietà e della privacy altrui)

• sicurezza (rispetto alla pericolosità della zona per il pz.)

• interessi del pz (anche minimali)

• informazioni generali :capacità del pz di tenersi informato ecc.

• autonomia nelle attività strumentali (livello d’ istruzione, gestione del lavoro, uso mezzi e spostamenti, fronteggiamento emergenze, reddito e fonte, possibilità di aiuti esterni ecc)

• sintesi dei punti di forza e delle risorse attuali (abilità e risorse di ogni genere, es avere patente, passioni, persone di supporto ecc.)

• sintesi dei punti di forza passati (oggi ridotti) pro riattivazione delle risorse possibili

domande conclusive:

chiedere alla persona di scegliere una o più aree in cui proporsi un cambiamento

rischio suicidio (non previsto da VF ma elemento eventualmente da sondare con domande da sez. 2.4)Non incide sulla scala di valutazione FPSE’ rischio grave non solo nelle sindromi affettive ma anche nella schizofrenia (nei paesi anglosassoni si stima che il 10% degli schizofrenici si suicida).Ovviamente rischio più alto se segni di programmazione dettagliata (modo, luogo ecc.)

FASE DI VALUTAZIONE:

MODULO DI OSSERVAZIONE INIZIALE (01)Propone una osservazione guidata

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RILEVAZIONE DEI SEGNI PRECOCI DI CRISI (SP)Serve a prevenzione delle recidive, aumento della pp autogestione del disturbo mentale (es. strategie psicoeducative con informazioni sulla malattia, consigli di problem solvine, miglioramento abilità di comunicazione ecc.) . Attualmente si sta diffondendo anche approccio cognitivo/psicoterapico nei confronti dei deliri e delle allucinazioni croniche.(Va in ogni caso compilata o discussa col pz e col consenso del pz va data a tutti coloro che posano collaborare nel progetto, familiari compresi) Identifica comportamenti tipici prima di un peggioramento clinico. Quasi ogni pz ha i propri e lo si può aiutare a rconoscerli.Es. alteraz ritmo sonno /veglie; capacità di concentraz; idee di riferimento (gli altri sorvegliano o criticano ecc.)Proposte di strategie di fronteggiamento (coping strategies) delle difficoltà emergenti (es. passeggia, telefona , rilassati, suona uno strumento, a ecc.).

SCALA DI FUNZIONAMENTO PERSONALE E SOCIALE (FPS)Alla fine attribuisce al pz un punteggio di funzionamento globale.100 = punteggio massimo (per livello ottimale di funzionamento personale e sociale in tutte le aree del modulo A/R) 1= deficit tot perfino nella soddisfazione dei propri bisogni fisiologici.Livelli di difficoltà:

Assente Lieve (non evidente, nota solo a chi conosce bene la persona) Evidente ma non marcato (evidente ma non troppo invalidante) Marcato (evidente con danno per quell’ area ma la persona riesce ancora a fare

qualcosa in generale) Grave (incapacità grave in quell’ area ma senza compromettere la sua capacità

di sopravvivenza) Gravissimo (con pericolo per la sopravvivenza evidente per tutti)

Livelli di gravità dei comportamenti disturbanti e aggressiviLieve (scortesia, scontrosità, lamentosità)Evidente ma non marcato (parlare a voce troppo alta, mangiare male, rivolgers a sconosciuti in modo inadeguato)Marcato (insulti in pubblico, rompere oggetti, avere comportamenti inadatti ma non pericolosi in modo non occasionale)Grave (minacce o percosse ma senza intenzioni lesive; comportamento non occasionale)Gravissimo (atti aggressivi con intenzione di arrecare lesioni gravi: comportamento non occasionale)

Comportamento non occasionale: 3 o + volte nel periodo di riferimento (o anche meno se è comportamento”storico” che ragionevolmente si potrebbe ripetere nei 6 mesi successivi)Se il comportamento è occasionale attribuire un livello di gravità inferiore rispetto allo stesso comportamento non occasiona.

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Nella valutazione occorre tener conto di ciò che la persona sa o saprebbe fare in modo autonomo. Dare peso alle carenze legate a mancate motivazioni e poco peso alle difficoltà lavorative per limitazioni ambientali o menomazioni fisiche. Non valutare il rischio suicidarlo.

Nella valutazione, per assegnare il punteggio è opportuno riferirsi alle seguenti aree principali (per differenziarle dalle “aree elementari”):

1) attività socialmente utili (compresi lavoro e studio)2) rapporti personali e sociali (familiari inclusi)3) cura dell’aspetto e dell’ igiene4) comportamenti disturbanti e aggressivi

Per 1 – 2 –3 considerare il punteggio della componente meno compromessa

Nella elaborazione del punteggio dare meno importanza alle ulteriori aree (al punteggio complessivo definito per le 4 aree principali aggiungere o togliere max 5 punti in totale per il complesso delle ulteriori aree).

Nella prima valutazione privilegiare punteggi intermedi (rispetto alla cifra tonda) per evidenziare meglio scostamenti futuri.

Possibile attribuire punteggio a ogni singola area (ma macchinoso).

PROGRAMMA RIABILITATIVODefinite aree deficitarie selezionare aree d’ intervento

- Obiettivo globale suddiviso in :- Obiettivi generali (per aree), suddivisi in: - Obiettivi specifici (operativi e raggiungibili realisticamente in alcuni mesi).

(Possibilmente non più di 2 – 3 contemporaneamente).

Es. ob glob: trovare lavoro

Ob specifici:- assunzione non protetta (cucare offerte lav, fare curriculum, curare abbigliamento, prepararsi al primo colloquio ecc.)- formaz profess (conoscere regole e procedure base)

Se occorre lavoro in più aree dare priorità:

1. a lavori che accrescano l’ autostima del pz con successi in tempi relativamente brevi

2. motivazione espressa dalla persona (valutazione della capacità di applicarsi e di trarne gratificazione)

3. importanza/urgenza espressa dall’ ambiente (specie figure principali coinvolte)

4. presenza di risorse e di sostegno (su chi e cosa contare)5. abilità già presenti

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6. livello di funzionamento precedente

Procedere per passi graduali e pensare in una prospettiva di lungo periodo (due/tre anni), la cui finalità è portare il paziente a vivere nell’ ambiente di sua scelta facendo un lavoro e una attività di sua scelta). L’ obiettivo globale ovviamente è dinamico e realistico (valutazione delle potenzialità e limitazioni interne ed esterne; ottimismo del cuore e pessimismo della ragione).

Tempi lunghi (spesso un anno per cogliere cambiamenti minimi)

Il servizio può perseguire non solo gli obiettivi riabilitativi individuali diretti ma anche obiettivi strumentali mirati ad accrescere le risorse esterne (es. n area abitativa e lavorativa , lavori sulla sicurezza, il vicinato, contatti con cooperative sociali ecc.)

In cert casi l’ ob diretto del pz è anche ob strumentale per il servizio (es. ninterventi nella rete fam).

Negoziazione degli obiettivi con il pzSuccesso facilitato se la persona collabora alla definizione dell’ ob e lo sente come suo. Se inizialmente il pz non è in grado occorre concordare l’ obiettivo con familiari o tutore . Spivak parla di una sorta di circolo vizioso dei fallimenti che condiziona le aspettative del pz.. Per questo mirare almeno all’ inizio ad obiettivi anche minimi ma gratificanti.E’ necessario anche tener conto delle persone che vivono al pz (familiari o operatori ecc.).

Percorso che favorisce la negoziazione col pz e il raggiungimento dell’ obiettivo specifico:

1) aiutare la persona a rendersi conto del problema2) motivarla al cambiamento (vantaggi/svantaggi), lasciandola esprimere

liberamente.3) Arrivare a un accordo su un obiettivo specifico realistico e definirne

operativamente i passi4) Scomporre l’ obiettivo specifico nei compite e abilità elementari per il suo

raggiungimento.5) Identificare le risorse necessarie o utili6) Definire possibili festeggiamenti per il raggiungimento di un obiettivo7) Allenare il pz all’ uso ripetuto di abilità necessarie (finché arriva a possederla

in modo davvero adeguato. Spesso l’ abilità funziona in ambito protetto ma fuori è diverso!)

Per realizzare i punti da 3 a 6 utile usare un metodo strutturato di problem solving .Per il resto discutere collettivamente tutti gli aspetti di cui sopra.

Spesso le aspettative eccessive (anche alimentate dal pz e dalla fam) creano stress e peggioramento dei sintomi. Aiutare pz e fam posizionarsi verso obiettivi realistici, più contenuti ma davvero benefici.

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Possibile insuccesso : eccessiva difficoltà dell’ ob per la personacarenza di motivazioneerrori nella impostaz o conduz del piano riabilitativocircostanze ambientali sfavorevoli

Farne corretta analisi per rimuovere cause. Non enfatizzare il fallimento ma valorizzare in ogni caso l’ esperienza e progettare un nuovo obiettivo che tenga conto dei progressi compiti.

Processo riabilitativo efficace:- atmosfera di sostegno e di accettazione Interventi psicoeducativi: a tal fine è utile formare gli operatori (e gli utenti) a modalità di comunicazione corretta (ascolto attivo, critiche costruttive, esprimere sentimenti piacevoli e apprezzamento per gli altri, fare richieste in modo positivo) E al metodo sistematico di soluzione dei problemi (es. approccio descritto da Falloon).Valorizzazione dei comportamenti adeguati e positivi: non accettazione di comportamenti socialmente inadeguati ma senza accentuare atteggiamenti critici o di rimprovero che confermerebbero esperienze passate di fallimento e di disistima.

Necessità di definire obiettivo globale (presuppone però prima la creazione di una relazione, anche mediante ascolto del disagio propostici dalla persona)Necessità di valutare (regolarmente) se l’ obiettivo è stato raggiunto.

Valorizzare il raggiungimento dell’ obiettivo con adeguate gratificazioni ma anche utilizzare la valutazione per mettere a fuoco le difficoltà e riposizionarsi su obiettivo nuovo.Si suggerisce anche di abituare il paziente ad un’ autovalutazione periodica (giornaliera, settimanale ecc.)

Altro fattore riabilitativo è l’ ambiente: spazi puliti e familiari ecc.

Le attività espressive e artistiche e l’ inserimento in coop di lavoro ecc. sono utili ma la riabilitazione è fatta essenzialmente di interventi individualizzati e specifici (diretti alle aree di funzionamento personale e sociale carenti).

SCHEDA DI PIANIFICAZIONE DI OBIETTIVI SPECIFICI (PO)Obiettivo misurabile (riproducibile con valutazioni oggettive da parte dei diversi operatori)Definire comportamento atteso, frequenza, circostanze (con chi e dove)

Identificazione delle abilità necessarie:cognitive (conoscenze e capacità di comprensione)pratiche (saper fare)fisicheabilità di relazione sociale (specie comunicazione delle emozioni e risposta alle emozioni altrui)

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abilità: deve essere : competente, consapevole, nelle circostanze e con la frequenza adeguate. Visibile in azione osservabile; mirata; con componenti conoscitive (consapevolezza del come e del perché); misurabile;generalizzata e stabile.

v. da modulo i livelli dell’ uso dell’ abilità.

Scomposizione dell’ obiettivo specifico in compiti elementariPrecisare le risorse (di ogni tipo) necessarie per l’attuazione del pianoVanno identificati anche gli “obiettivi strumentali” (passi necessari per acquisire le risorse necessarie di cui sopra).

Per abilità e risorse occorre valutazione del passato, delle potenzialità o dei blocchi e della situazione attuale.

Sequenza per il Piano dell’ intervento:-identificazione del coordinatore e degli operatori coinvolti -contenuti del piano (chi fa, che cosa, quando. - definizione di chi passo passo fa monitoraggio su assolvimento di tali compiti -piano per gli obiettivi strumentali (reperimento risorse)-piano riabilitativo v. e pp - precisare festeggiamenti per raggiungimento dell’ obiettivo concordati col pz.-preventivare possibili “barriere” (ostacoli e difficoltà di vario genere nell’ applicazione del piano)-indicazione delle date per le prime 2 verifiche.

Il Piano può sempre essere integrato o variato.

MODULO DI ANDAMENTO DI OBIETTIVO SPECIFICO (AO)Grafico

Scomposizione di un obiettivo specifico in compiti/abilità elementari.Es.nella gestione soldi: definizione cifra settimanale - scelta prodotti desiderati – definizione dei costi – selezione delle spese settimanali fattibili per categoria – spesa del giorno.Comportamento: spendere 30.000 lire a settimanaCircostanza: prima dell’ uscita quotidianaFrequenza: tutti i gorni

Per compiere i passi di cuisopra utilizzare il MODULO OSSERVAZIONE/INSEGNAMENTO (O2)

- obiettivo specifico delimitato- articolazione compiti/abilità molto dettagliata- progressione da ambiente protetto a autonomo

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scala della frequenza dello svolgimento autonomo

possibili codifiche per rilevazioni statistiche

VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO RIABILITATIVOVado consente valutazione individualizzata ma anche della qualità della attività riabilitativa nei confronti di un gruppo o per l’ intero servizio.

a) valutazione di processoindicatori: negoziazione (x n° di obiettivi e di pazienti)valutazione iniziale (x qnti pz è stata fatta la valutaz di funzionamento)redazione del Piano riabilitativo (es. x quanti pz è stato scritto PR.per almeno 2 ob. Specifici)effettuazione delle verifiche (% dei pz verificati)

b) valutazione di esitox la valutazione dell’ efficacia nella pratica (effectiveness) si usano:

-descrizioni dettagliate e aneddotiche dei casi-rilevazione di indicatori di esito (% di pz che tronano in pp abitazione o trovano lavoro)- raggiungimento di ob. individuali misurabili- valutaz. esiti x gruppi di pz mediante strumenti standardizzati (compilati dagli

operatori no compilati da osservatori indipendenti)- valutaz in gruppi di pz mediante strumenti di autocompilazione da parte dei pz

o dei familiari

Il VADO è utile per follow up e per il miglioramento della Qualità (e andrebbe integrato da questionari successivi compilati dai pz, familiari ecc.,)

INIZIO DELL’ INTERVENTO RIABILITATIVOInizio il più presto possibile (ma non è mai troppo tardi).

MODULO DI ANDAMENTO DEL FUNZIONAMENTO PERSONALE E SOCIALE (AF)

FASE DI ATTUAZIONE DELL’ INTERVENTO:

MODULO DI OSSERVAZIONE/INSEGNAMENTO (02)

Modulo di osservazione (01)

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Villetta San Gregorio

Data:

COMPONENTI DA OSSERVARE GRADO DI AUTONOMIA NELL’ ESECUZIONE

Del tutto autonomo

In parte autonomo

Totalmente dipendente

Non valutabile o non pertinente

1 Cura di sé2 Cura del proprio

abbigliamento

3 Cura della propria salute fisica

4 Gestione complessiva della propria salute psichicaRiconoscimento da parte del pz. dei segni precoci di crisiUso di strategie di copingAssunzione farmaci secondo le prescrizioniCapacità di discutere col medico la variazione (in + o in -) della terapia

5 Attività quotidiane

6 Gestione tempo libero

7 Partecipazione alla vita della Villetta: attività gestionali

8 Partecipazione alla vita della

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Villetta: attività ricreative

9 Capacità di informarsi

10 Gestione del lavoro

11 Uso mezzi pubblici

12 Capacità di spostamento

13 Fronteggiamento emergenze

Altri elementi da osservare:

Abitazione :

dispone di abitazione:

caratteristiche dell’ abitazione:

zona di abitazione:

disponibilità di servizi:

centri di riunione vicinato:

risorse

difficoltà

sicurezza (o pericolosità) della zona per il paziente

Vita sociale, relazionale, affettiva:

Capacità relazionali

relazioni d’ amicizia

relazioni d’ aiuto

frequenza rapporti sociali esterni

vita affettiva

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sessualità

vita sentimentale

Interessi, hobbies, passioni:

Reddito e fonte:

Sintesi punti di forza e risorse attuali (di ogni tipo: patente, persone di supporto, passioni ecc.)

Sintesi dei punti di forza passati (oggi ridotti ma da riattivare)

Rischio suicidio

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MODULO DI RILEVAZIONE DEI SEGNALI PRECOCI DI CRISI (SP)

Finalità: identificare elementi che possano prevenire eventuali crisi e attivare strategie di contrasto adeguate e tempestive.

Villetta S. GregorioData:nominativo paziente: operatore:

Premessa tipo:negli ultimi due – tre anni ha avuto episodi di crisi? In questi casi le sembra che ci siano stati sentori di tale malessere che si preparava (disturbi del sonno, difficoltà di uscire, paura del contatto con gli altri ecc.). Avete identificato alcuni di questi elementi che possono far pensare all’avvento di una crisi. Chi vi conosce a volte vi ha parlato di questi aspetti?

Quando comincio a non star bene mi succede che:

Se mi capita anche una sola delle cose che ho scritto devo:

Inoltre dovrei:

Medico di base:

Psichiatra curante:

Altre note:

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MODULO DELLE AREE RIABLITATIVE (A/R) Cura di sé Cura del proprio abbigliamentoCura della propria salute fisicaGestione della propria salute psichicaAbitazioneZona di abitazioneCura dello spazio di vita e attività domestiche Attività produttive e/o socialmente utiliQuantità e tipo delle attività quotidianeVelocità dei movimentiPartecipazione alla vita di residenza/centro diurnoPartecipazione alla vita familiareVita affettiva, aspetti sessuali e sentimentali Cura dei figli minoriFrequenza dei rapporti sociali “esterni”Relazioni d’ amicizia e d’ aiutoControllo dell’ aggressivitàAltre regole di convivenzaSicurezzaInteressiInformazioni generaliLivello d’ istruzioneGestione del denaroSpostamenti e uso mezzi di trasportoUso del telefonoAcquisti e commissioniFronteggiamento dell’ emergenzaPensioni e sussidiPunti di forza (NV= non valutabili )