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LA GUIDA DELLA TUA VALLE VALSASSINA c’è 20 12 COMUNITA’ MONTANA VALSASSINA -VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Lecco Supplemento al n°7 2012 de IL PIOVERNA Registr. al Trib. di Lecco N. 05/85 del 22.07.1985 COPIA GRATUITA EMMEPI EDITORIALE MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA VALSASSINA il Pioverna

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LA GUIDA DELLA TUA VALLE

VALSASSINAc’è2012

COMUNITA’ MONTANA VALSASSINA -VALVARRONE

VAL D’ESINO E RIVIERA

Sped. in A.P. - Art. 2comma 20/b legge662/96 Filiale di Lecco Supplemento al n°72012 de IL PIOVERNARegistr. al Trib. di LeccoN. 05/85 del 22.07.1985

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I COMUNII COMUNI DELLA VALSASSINA:

BALLABIOBARZIOCASARGOCASSINACORTENOVACRANDOLACREMENOINTROBIOMARGNOMOGGIOMORTERONEPAGNONAPARLASCOPASTURO

PREMANAPRIMALUNATACENOVENDROGNO

LE VALLI COLLATERALI:Valvarrone

INTROZZOSUEGLIOTREMENICOVESTRENO

Val d’Esino

ESINO LARIOPERLEDO

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IL TERRITORIOUNO STRETTO LEGAME CON LE MONTAGNE

La Valsassina è delimitata dalla Grigna a ovest e a est dalle Prealpi berga-masche. Attraversata dal Pioverna, inizia dal Colle di Balisio e si apre inampie distese verdi interrotte da dolci declivi e sovrastate da alte monta-gne tra le quali spiccano i pinnacoli e le cime delle Grigne, la vetta delloZuccone Campelli e il Pizzo Tre Signori, linea di confine con il territorio ber-gamasco. Il nome è da attribuire alla presenza di detriti morenici e di gran-di ammassi di sassi che diedero origine alla denominazione di Valsassina,appunto Valle dei Sassi.Caratteristica fondamentale e peculiare della Valsassina è lo stretto lega-me che esiste da sempre tra le genti di questa vallata e le montagne, sim-bolo e orgoglio di chi vi abita. L’ampio territorio della valle si estende quasiparallelamente al ramo lecchese del lago di Como; a Nord sbocca nellaRiviera dell'Alto lago e a Sud tra le pendici delle Grigne e del Monte DueMani. A ovest è delimitata dal gruppo delle Grigne e a est dalle Prealpibergamasche.L’eccezionale posizione che la pone tra lago e monti fa della Valsassinauna zona unica. Passeggiando sui monti e attraverso gli innumerevoli sen-tieri della Valsassina è ancora possibile osservare la preparazione dei for-maggi in alpeggio, i contadini che raccolgono il fieno seguendo i ritmidella giornata e nel più assoluto silenzio che concede una salutare treguadagli ambienti caotici e dai ritmi frenetici in cui ci si trova spesso a vivere.La flora è lussureggiante e varia è pure la fauna. La Valsassina è altresì unprezioso scrigno che racchiude tanti piccoli grandi tesori che meritano diessere scoperti, valorizzati e apprezzati.

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LA VALSASSINA

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LA STORIAUN CAMMINO CHE HA ORIGINI ANTICHE

I Celti - In un tempo in cui il silenzio dell'uomo regnava sovrano sullaterra, coraggiosi pellegrini nomadi si spostavano per lande ricoperte daforeste. Oltre 3000 anni fa una di queste popolazioni, nota con il nomedi Celti, giunse nelle terre della Valsassina, circondata da tre gemme: la ValVarrone, la Val d'Esino e la Riviera del lago di Lecco. Da quel giorno la sto-ria di queste valli, dominate da una natura incontrastata, divenne vecchiaquasi quanto l'umanità stessa.

I Romani - In seguito giunsero i conquistatori romani, che iniziarono acostruire una strada di collegamento attraverso la Val Biandino fino al di làdelle Alpi. Fu attraverso questa via che la valle ebbe un notevole incre-mento commerciale. Oltre all'agricoltura fiorirono l'industria estrattiva equella ferriera. Già in epoca preromana furono sfruttate le miniere di piri-te da cui si estrae il ferro. L'Alta Val Biandino, nella zona del rifugio SantaRita, ne rappresenta il più efficace punto di sintesi. La zona delle miniereè dominata dalla cima del Pizzo Tre Signori, così chiamato perché diven-ne il confine tra Ducato di Milano, la Serenissima Repubblica di San Marcoe i Grigioni.

Il Medioevo - Dopo la caduta dell'Impero romano la Valsassina divenneun luogo conteso poiché punto d'incontro e scontro tra i nascenti feudimedievali. Numerose sono le fortificazioni erette in posizioni strategichelungo tutto il territorio, intese a proteggere i confini di ducati sempre piùvasti. Oggi è possibile ammirare i resti dell'epoca dei cavalieri lungo tuttoil territorio della Comunità montana.

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LA GASTRONOMIAPRODUZIONE CASEARIA E DOLCI TIPICI

La produzione casearia è il punto forte dell'economia dellaValsassina. I nuovi produttori di formaggio non hanno dimenticato leantiche regole dell'allevamento del bestiame che prevedono il trasfe-rimento estivo delle mandrie negli alpeggi, alle quote più alte. Il latteprodotto viene lavorato per ricavare formaggi di indubbia qualità tracui il taleggio. Numerose sono le aziende casearie che produconodal taleggio al caprino, dalla robiola al quartirolo, oltre alla ricotta.Un altro prodotto tipico della Valsassina è la polenta taragna, ricettatipica anche della vicina Valtellina. In questo caso alla tradizionalepolenta viene aggiunto il formaggio.Da non dimenticare gli scapinasc, ravioli con ripieno semidolce fattocon uvetta, amaretti, uova, formaggio, pangrattato, prezzemolo eaglio tritati, conditi con abbondante formaggio grattugiato e burrofuso.Nei boschi che si trovano in Valsassina si alternano roveri, castani,faggi, noccioli, abeti e larici, piante adatte alla crescita dei funghi.Dolci tipici della Valsassina sono i caviadini, biscotti di pasta frollaricoperti con granella di zucchero, legati da sempre alla tradizionegastronomica locale.Altri dolci caratteristici sono i “sassetti della Valsassina” (biscottinicroccanti con mandorle, ottimi con il vino). Tipica è pure la torta dipane, fatta utilizzando il pane raffermo e aggiungendo vari ingredien-ti tra cui - di base - amaretti, uvetta, cannella e uova.Altro dolce è la "miascia", preparata con latte, zucchero e farina dimais, un piatto tipicamente contadino che serviva per dare forza neicampi o nei periodi invernali.

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SCUOLA ALPINISMOPIÙ SICURI SUI SENTIERI

E' presente a Introbio dal 1997 e nei suoi primi cinque anni di atti-vità si è prodigata per migliorare la sicurezza dei sentieri delle nostremontagne. Il riferimento è alla Scuola italiana di alpinismo, scialpini-smo e arrampicata di Lecco, Valsassina e Orobie, che ha sede inlocalità Cantaliberti (0341-98.07.93 il recapito telefonico, [email protected] l'indirizzo di posta elettronica).Nel 2002, proclamato Anno internazionale della montagna, in virtùdi un contributo della Regione Lombardia erano stati effettuati sva-riati interventi di sistemazione dei sentieri attrezzati e delle vie diarrampicata. Nei due anni successivi la Comunità montana del LarioOccidentale aveva stanziato qualche esiguo contributo destinato allamanutenzione dei sentieri stessi, ma in seguito era stata proprio laScuola a provvedere a sue spese alla manutenzione annuale degliitinerari attrezzati della Grigna Meridionale, della Grigna

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Settentrionale e del Resegone.Si era arrivati così al 2011 quando, grazie a un contributo dellaProvincia di Lecco, era stato possibile cambiare tutti i cavi rotti (o for-temente deteriorati), i morsetti e gli ancoraggi. In Grignetta erano statisostituiti i cavi della Direttissima, sino alla vecchia frana (appenaprima del colle Valsecchi) e gli ancoraggi.Il “sentiero Giorgio” è stato ripulito dai vecchi cavi in disuso. Laddoveil sentiero, in conseguenza di ripetuti passaggi, si è “scavato” in modoconcavo (in tal modo non esiste più la possibilità di scivolare a valle)i cavi sono stati rimossi. Dove invece erano rotti o danneggiati, sonostati sostituiti.Sul “sentiero Cecilia” sono stati sostituiti tutti i cavi rotti e rimessi gliancoraggi saltati, così come sul sentiero dello Scarettone. Sul “sentie-ro dei Morti” sono stati sostituiti i cavi rotti e riposizionati gli ancorag-gi. Sul sentiero del canale Angelina è stata sostituita la catena. Sulsentiero della traversata alta al primo scudo sono stati rifatti tutti gliancoraggi e sollevata la catena da terra grazie a paletti in ferro zin-cato fissati in fori resinati.E non è tutto: sul “saltino del gatto” è stato cambiato il cavo di accia-io, sul Resegone - nel Canale Bobbio - sono stati sostituiti e riposizio-nati i paletti fuoriusciti o piegati dalla neve. Sono stati sostituiti anchegli ancoraggi e alcuni tratti di catena danneggiati. Nel Canale Comerail sentiero è franato e un lembo è rimasto in bilico. Si è pertanto prov-veduto a effettuare un intervento di disgaggio dei sassi pericolanti eil pericolo è stato eliminato.“Da quando la nostra Scuola si occupa della manutenzione - spiegala guida alpina Fabio Lenti - gli incidenti agli escursionisti sono drasti-camente diminuiti. La diatriba cavo-catena è stata affrontata più voltee alla fine si è stabilito di utilizzare la catena là dove i tratti di salita ediscesa sono ripidi, per avere una migliore presa. Il cavo plastificatoviene invece utilizzato nei tratti orizzontali, dove l’escursionista si puòassicurare con l’utilizzo del kit da ferrata”.Nel 2012 sono stati effettuati tre interventi: in maggio è stato ripara-to il cavo del “saltino del gatto”, presso il sentiero Senigaglia in GrignaMeridionale, tranciato da un sasso, e in giugno è stato riparato - anco-ra in Grignetta - il “sentiero della catena”, che porta alla cresta diCampione. Sempre in giugno è stato attuato un intervento di ripristi-no al 1° scudo della traversata alta dalla Grignetta al Grignone.

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I luoghi della fedeI LUOGHI DELLA FEDEEcco una panoramica di alcuni santuari e chiese valsassinesi e delle vallicollaterali cari al culto dei fedeli:

MoggioChiesa di San Francesco d'AssisiDi questo tempio si trovano notiziegià nel XII secolo. Ora si presentacome frutto di numerosi rimaneggia-menti. All'interno decorazioni e operedel XVII e XVIII secolo.

CremenoChiesa di San GiorgioE' particolarmente imponente e presenta una struttura architettonicasecentesca interessante. La sua consacrazione risale al 1746, ma la suacostruzione si protrasse per quasi un secolo. All'interno un polittico del1534 di Sigismondo de Magistris e Ambrogio Arcimboldi.

BarzioChiesa di Sant'AlessandroRisale al XVII secolo anche se è stata notevolmente rimaneggiata neglianni 1932-33. All'interno tele secentesche e stucchi ottocenteschi.Nell'antico oratorio di San Giovanni Battista, ora sconsacrato, è conserva-ta una raccolta di opere del massimo scultore impressionista MedardoRosso.

PasturoSantuario della Madonna della CinturaIl santuario esisteva già nel Quattrocento e fu rifatto nel Seicento.All'interno un affresco cinquecentesco e tele di Aloisio Reali del secolosuccessivo. Nel 1883 sull'altare fu collocata la statua della Madonna dellaCintura.

PrimalunaChiesa dei Santi Pietro e PaoloLa parrocchiale è antichissima ma notevolmente rimaneggiata in inter-venti succedutisi tra il Seicento e l'Ottocento. Il campanile romanico ricor-da le antiche linee. All'interno della chiesa molte opere del Seicento. Ilfonte battesimale è del Cinquecento.

CortenovaChiesa di San Fermo

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La chiesa venne benedetta nel 1591 e appartenne alla famiglia deiMornico. All'interno un oratorio con tipici arredi del Seicento e grandi scul-ture. L'altare è dedicato a San Carlo. Particolari le vetrate dipinte, della finedel Cinquecento.

ParlascoChiesa di Sant'Antonio AbateIn posizione panoramica, ha forse un'origine tardo duecentesca. Il grandecampanile risale invece al Settecento. Contiene vari dipinti del Trecento edel Quattrocento nel presbiterio e di fine Cinquecento nella navata.

Crandola ValsassinaChiesa di Sant'Antonio AbateLa chiesa esisteva già nel Quattrocento, ma è stata rimaneggiata tra ilCinquecento e il Seicento. All'interno molte tele, statue e affreschi, tutteopere del XVII secolo.

MargnoChiesa di San BartolomeoRicordata già nel XIII secolo, la struttura attuale risale al XV secolo ma lachiesa, una tra le più grandi della Valsassina, è stata ampliatanell'Ottocento. E' invece secentesco il maestoso campanile.

CasargoChiesa di San Martino (Indovero)Si sa dell'esistenza della chiesa già nelDuecento. Di fronte al campanileromanico (XI secolo) vi sono i resti del-l'antica chiesetta che San Carlo fecedemolire nel XVI secolo. In seguito lostesso San Carlo la fece ricostruire.Chiesa di Santa Margherita (Somadino)Di origine romanica, pare essere statalegata al culto dei santi eremiti lariani.Di originario conserva l'abside conl'unico gruppo di dipinti romanici dellaValsassina, mentre le altre parti si devo-no a rimaneggiamenti successivi.

PremanaChiesa di San DionigiLe prime notizie risalgono al secolo XIIIe la dedicazione ne testimonia l'antichi-

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tà. La chiesa è gotica ma fu rifatta nel periodo barocco e poi ritrasformatanell'Ottocento. Il campanile era, in origine, una torre di avvistamento e dife-sa. All'interno della chiesa belle opere, tra cui vari quadri del Seicento.

PagnonaChiesa di Sant'AndreaDi origini medievali, la chiesa ha poi subìto notevoli interventi di ristruttura-zione. Conserva un altare barocco e un raro paliotto in cuoio del 1752 “fir-mato” da Giambattista Tagliaferri.

SueglioChiesa di San MartinoE' un edificio di particolare imponenza. Esistente nel Trecento, venne con-sacrato da San Carlo nel 1583. L'edificio attuale è del 1860. All'interno, l'al-tare maggiore secentesco in legno dorato e dipinti del XVII e XVIII secolo.Un reliquiario contiene un cappuccio di San Carlo.

VestrenoSantuario della Madonna della Pietà (Bondo)Il santuario fu costruito nel 1672 e presenta alcuni interventi del primoNovecento. All'interno, un altare tardo-barocco con un affresco forse quat-trocentesco. Interessante la raccolta di ex-voto, alcuni del Settecento.

VendrognoChiesa di Sant'Antonio AbateLa chiesetta di Sant'Antonio Abate testimonia il carattere agricolo-pastoraledel paese. La struttura originaria risale al 1362, mentre la facciata è dipintae databile alla metà del 1500. L'interno custodisce affreschi della Passionedatati 1569, oltre a stucchi e statue.

Esino LarioChiesa di San VittoreSorge su un colle che dominala vallata. La struttura attuale èfrutto di una serie di interven-ti succedutisi nel tempo.Ricostruita sull'edificio preesi-stente, la chiesa era a unasola navata nel Cinquecento. Venne ampliata nelSettecento e nuovamenteristrutturata nell'Ottocento.

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MUSEIMUSEO DEL LATTE E DELLA STORIA DELLA MUGGIASCA - VendrognoDa una vecchia latteria abbandonata è nato a Vendrogno, nel 2008, il Museodel latte e della storia della Muggiasca, novità nel panorama dei siti in cui sicustodiscono frammenti di storia delle comunità locali. Nei due piani di un edi-ficio ristrutturato nello stile originale dell’architettura rurale è allestito un percor-so che accompagna a scoprire un’attività comune alle nostre montagne e cheanche in Muggiasca ha dovuto fare i conti con l’abbandono dell’allevamento perla migrazione delle genti verso la pianura.L’elenco soci appeso all’ingresso del museo dice che negli anni Trenta vi erano51 soci. Il calendario è invece fermo al marzo 1981, quando la latteria ha chiu-so. Oggi vi sono sette sale e 700 pezzi custoditi nel percorso museale.All’ingresso vi sono la bacheca porta-quaderni dei soci della latteria e i registri dicarico del latte. Nella prima sala gli attrezzi per la pesatura del latte, le misure, lastadera e gli strumenti per provarne la densità. Nella seconda sala avveniva lafase di affioramento del latte. La sala attigua era destinata alla salatura e alla sta-gionatura dei formaggi.L’ultima sala, al piano superiore, è dedicata ai lavori femminili con l’arcolaio,l’aspa, lo scartasc per cardare la lana, i vestiti da lavoro o scusal de ugnadì, larastelina per appenderli e campioni di pizzo.

LA COLLEZIONE MEDARDO ROSSO NELLA EX CHIESADI SAN GIOVANNI BATTISTA - BarzioLa raccolta, ospitata presso l’ex chiesa di San Giovanni Battista, è stata formatada Francesco Rosso nel 1928 e comprende pezzi originali in bronzo (Gli inna-morati sotto il lampione 1883, Ritratto di Carlo Carabelli 1886, Bambino al seno1889), cera (Il Vecchio 1883, La portinaia 1883, L’età d’oro 1886, Bambina cheride 1890, Petit Rieuse 1891, Bambino ebreo 1892, Bambino alle cucine eco-nomiche 1892, Femme a la voilette 1893, Bookmaker 1893, Uomo che legge1893), gesso patinato (Il Birichino 1883, La Ruffiana 1883, Carne altrui 1883,Bambino al sole 1892, Ecce Puer 1906) e non (Bambino malato 1889, Ritrattodi Monsieur Rouart 1896, Conversazione in giardino 1896, Madame Noblet1896), oltre a trentotto disegni, fotografie e strumenti di lavoro di MedardoRosso. Le opere qui conservate costituiscono la più vasta collezione del massi-mo scultore italiano dell’Ottocento, i cui lavori sono esposti nei più prestigiosimusei di tutto il mondo. Presso la Biblioteca comunale è stata allestita nel 2002una sezione didattica che illustra le opere. Il museo apre su prenotazione darichiedere al numero di fax 02-33103485, o all’indirizzo e-mail [email protected].

MUSEO ETNOGRAFICO - PremanaUna raccolta di arredi, costumi, attrezzi da lavoro, immagini fotografiche e tantoaltro ancora costituisce il museo etnografico di Premana. Le caratteristiche delmuseo sono scritte nella sua origine: una sorta di scrigno della memoria della

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comunità. Le macine per mulino ricordano gli impianti che sul Varrone riduceva-no in farina la segale e la fraina. La ricostruzione di una casine allinea le attrezza-ture per la lavorazione del latte. Vi sono attrezzi agricoli e per uso zootecnico, stru-menti per la lavorazione della carne, una macchina per la cernita delle castagnee tutta una serie di "mezzi di trasporto": basti e gerle di diversi tipi perché tuttodoveva essere portato a spalla. Fa tenerezza, in particolare, un gerlo con la cullasovrapposta, "ol fastel", che le mamme usavano per portarsi appresso i figli infasce quando andavano nei boschi o sui pascoli. Non meno attraente è la pre-sentazione della vita casalinga di ogni giorno. Anche i semplici mobili domestici sicostruivano artigianalmente in paese e le sedie erano impagliate con steli di sega-le. Sono in mostra assieme a un’ampia dotazione di attrezzi per la casa, compre-si quelli che esprimono il senso di religiosità di questa gente, come la recita delrosario durante la quale si faceva scorrere una corona con grani formati da ossi diserpi. Le attrezzature per filare e tessere introducono a un altro "capitolo" delmuseo, quello dell’abbigliamento. Spiccano il "coton" e il "morel", che possiamoconsiderare il modello feriale e il modello festivo del costume femminile, su cuisi inserisce l’elemento più prezioso, la "pezze", la pettorina finemente lavorata edecorata con motivi floreali. Poi c’è il grande capitolo della produzione ferriera.

Diversi esempi di lavorazione deimetalli sono esposti nella sale delmuseo compresi quelli che testimo-niano gli stretti rapporti tra Venezia ePremana. La riproduzione di docu-menti antichi, testi di storia e di fol-clore, opere poetiche e narrative diautori premanesi, la raccolta di arti-coli e saggi sul paese, nonché difotografie e di filmati, danno unvalore aggiunto alle collezioni

museali, alle quali fa da guida una pubblicazione di Antonio Bellati.

PICCOLO MUSEO DELLE GRIGNE - Esino LarioNel piccolo Museo delle Grigne di Esino Lario si trovano i minerali della zona pre-alpina e alpina; i fossili del periodo triassico mediano, rinvenuti nella conca diEsino e studiati dall’abate Antonio Stoppani; ambientazioni naturalistiche dellefasce climatiche dal Lario alla Grigna; una ricca collezione di farfalle italiane; ilprimo segno dell’uomo, una freccia di selce eneolitica rinvenuta alla Rocca diBaiedo; oggetti, monili e armi trovati nelle tombe celtiche del paese di sopra, Cres,e in quelle romane dell’abitato di sotto, Piac, a distinguere l’origine dei due nucleidi Esino Superiore e Esino Inferiore con le relative diversità nei modi di vita; uten-sili e strumenti di un tempo non lontano per i lavori agricoli e di casa con la rico-struzione del "casel", la baita tipica dei maggenghi attorno al paese.

MUSEI

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RIFUGIGRAN BAITAIl rifugio Gran Baita (1.700 metri) è posto ai Piani di Bobbio, a circa quindiciminuti di cammino dalla stazione a monte della cabinovia che sale da Barzio. Sitratta di un percorso semplice che attraversa sterrate e sentieri pianeggianti.Volendo, si può partire da Barzio e raggiungere i Piani di Bobbio anche seguen-do il sentiero 18 della Val Corda. In questo caso occorrono però 2 - 2 ore e 30di cammino.

RIFUGI SORA E RATTIIl rifugio Sora (1.670 metri) e il rifugio Ratti sono situati ai Piani di Bobbio, a pochiminuti di cammino dalla stazione a monte della cabinovia. Dopo essere saliti aBobbio, dalla stazione a monte si segue l'ampia pista in direzione est, in leggerasalita. Il fondo è in cemento. Alla destra vi è una statua raffigurante Paolo VI. Untabellone con tettuccio in legno indica la strada che senza troppe difficoltà portaal Rifugio Sora o al “Ratti”.

RIFUGIO LECCOIl Rifugio Lecco si trova a 1.770 metri ed è posto in posizione panoramica nellaparte superiore dei Piani di Bobbio, all'inizio del Vallone dei Camosci, con allespalle le ripide pareti dello Zuccone Campelli. Offre una cucina tipica montanacon pasta fatta in casa, carni rosse, polenta e ottimi dolci. Di proprietà del CaiLecco, venne costruito nel 1910 e distrutto durante la seconda guerra mondiale.Nel 1967 si procedette alla sua ricostruzione. Le belle pareti strapiombanti delloZuccone Campelli, dello Zucco Barbesino e dello Zucco di Pesciola hanno vistocimentarsi alpinisti del calibro di Riccardo Cassin, Comici, Mary Varale e CarloMauri.

RIFUGIO NICOLAIl rifugio Nicola è situato ai Piani di Artavaggio, a quota 1.870 metri. Da lassù siapre uno stupendo panorama verso la pianura lombarda. Il rifugio è un punto dipartenza per varie escursioni, più o meno difficoltose. Lontano dagli itinerari con-sueti, è pensato per chi ama il silenzio, la quiete e la natura incontaminata e silascia avvolgere da questa magica atmosfera. Voluto dall'attuale gestore, AngeloEsposito, in memoria del padre, è stato costruito nel 1968 a forma piramidaleper richiamare il Sodadura. Il monte che si erge maestoso a est del rifugio, ricor-da in effetti proprio la struttura delle antiche tombe dei faraoni egizi. La gestionedel “Nicola” è giunta alla terza generazione, con Walter, figlio di Angelo e grandeappassionato di montagna.

RIFUGIO GHERARDIQuesto itinerario si svolge nella Bergamasca. Dalla stazione della funivia ai Pianidi Artavaggio (1.650 metri) si segue la strada a destra verso l’albergo Sciatori, silascia la carrareccia e - dopo la chiesetta - si rintraccia il sentiero che sale a mez-zacosta a destra. Lungo la dorsale erbosa la vista si amplia, il sentiero entra nel-

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l’impluvio del canale di Scannagallo e della valle di Salzano e scende alla baitadi Scannagallo alta (1.576 metri, ore 0,30). Si risale e si tocca il fondo di canali-ni o valloni alberati, si arriva a un baitello, si continua oltrepassando altri valloni esi arriva sulla dorsale erbosa della baita Campofiorito (1.631 metri, ore 0,15-1,05). Attraversati i pascoli si sale al vecchio rifugio Alben, ora casa privata (1.685metri). Lasciatolo a sinistra si scende per prati verso un laghetto e si arriva allabaita Parafulmine, oggi rifugio Gherardi (1.647 metri, ore 0,20-1,25).

RIFUGIO SASSI CASTELLISorge a 1.650 metri, al margine settentrionale dei Piani di Artavaggio. Da Moggiopercorrere la strada che conduce alla Culmine di San Pietro. Dal valico seguire leindicazioni per i Piani di Artavaggio giungendo in breve sulla agro-silvo-pastoraleche porta alle baite di Maesimo e poi arriva ad Artavaggio. Da qui si prosegue indirezione nord fino al rifugio. Nei pressi della chiesetta che sorge al Culmine diSan Pietro inizia anche il sentiero 21 che porta ai Piani di Artavaggio. Circa 1,4km prima del valico inizia un altro accesso che ha uno sviluppo minore ma unpo' più di dislivello. Anche da Moggio inizia il sentiero 24 che porta ai Piani diArtavaggio con un percorso più lungo e faticoso.

RIFUGIO CAZZANIGA MERLINIIl rifugio è raggiungibile attraverso la funivia Moggio-Artavaggio, il sentiero nume-ro 24 o una sua variante. È possibile arrivarci anche dai Piani di Bobbio, attraver-so il “sentiero degli stradini”, il sentiero 101 o dalla Valtorta. Si trova a un'altitudi-ne di 1.980 metri, tra lo Zucco Campelli e il monte Sodadura, sullo spartiacquetra Valsassina, Val Taleggio e Valtorta. La sua posizione fa sì che abbia un pano-rama ad ampia vista: dalla Pianura Padana all’Appennino, dalle Alpi piemontesifino alle Orobie. Salendo al rifugio si attraversano alcuni ambienti naturali, daiboschi di faggio ai pascoli di montagna, punteggiati da radi pini, cespugli di mugoed erica. Dal punto di vista geomorfologico questa è un’area estremamente inte-ressante. Ricco di suggestive e curiose conformazioni calcaree e geologicamen-te interessante per i suoi fenomeni carsici, doline e inghiottitoi. Nei pressi del rifu-gio vi sono malghe e alpeggi che durante i mesi estivi vengono ancora “caricati”ed è possibile assistere alla mungiturae alla lavorazione del latte, fino al pro-dotto finito, il taleggio, lo “strachitunt”(Dop) e formaggio di latteria dell’Alpe.

RIFUGIO GRASSIIl rifugio Grassi, di proprietà della Sel, sitrova in una conca esposta a sud.Questo fa sì che anche d’ inverno,nelle giornate serene e senza vento, sipossa stare comodamente seduti

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davanti al rifugio ad abbronzarsi. E' posto presso la Bocchetta di Camisolo (2.000metri slm), sotto il Pizzo Tre Signori, sul confine tra le Orobie lecchesi, le Orobiebergamasche e le Orobie valtellinesi. Si trova in comune di Valtorta (Bg), ma l’ac-cesso più comune è da Introbio oppure, d’estate, dai Piani di Bobbio. Il rifugio èdotato di acqua corrente tutto l’anno, di un bagno interno e di un piccolo impian-to fotovoltaico che consente di illuminare tutte le camere e le due sale da pran-zo. Il “Grassi” ha compiuto 90 anni il 31 luglio 2011. La sua prima inaugurazio-ne risale infatti al 31 luglio 1921. La costruzione originaria era un edificio di 60metri quadrati, costruito in ricordo dei soci della Sel caduti durante la GrandeGuerra. Il rifugio fu distrutto il 19 ottobre 1944 durante un rastrellamento tede-sco. La “Grassi” fu subito ricostruita (tra il 1945 e il 1946).

MADONNA DELLA NEVEIl rifugio e l'annessa chiesetta sono situati nel cuore della Val Biandino e risalgo-no al 1664. Distrutto nel 1944 dai nazifascisti, fu ricostruito tre anni dopo.Partendo da Introbio, possiamo risalire la Val Biandino con due itinerari paralleliche si intersecano tre volte e hanno parti in comune: la mulattiera-sentieronumero 40 (detta anche Via del Bitto) e una strada con il fondo in parte sterra-to e in parte in cemento.

BOCCA DI BIANDINOIl rifugio Bocca di Biandino è posto al centro della Val Biandino. Fu inauguratonel 1932 con l’idea che fosse la base invernale per gli sciatori desiderosi digodersi quei bei campi pianeggianti o di salire a quelli più alti e meno facili diCamisolo. Ma anche per la stagione estiva questo rifugio è comodissimo da rag-giungere in breve tempo da Introbio e consente di affrontare belle passeggiate.

RIFUGIO FALCIl rifugio è situato nelle Alpi Orobie, ai piedi del Pizzo Tre Signori, in una ridenteconca con scorci panoramici sia sul gruppo Masino-Bregaglia sia sul gruppo delRosa. È situato alla Bocchetta di Varrone, sopra il Lago Inferno, a 434 metri dallavetta del sovrastante Pizzo Tre Signori.Il nome del Pizzo deriva dal fatto che qui era posto il confine tra lo Stato diMilano, la Repubblica di Venezia e i Grigioni. La zona offre escursioni sia brevi efacili sia lunghe e impegnative (Alta Via della Valsassina). Inoltre si possono effet-tuare ascensioni e brevi arrampicate. Lo si raggiunge dall'Alpe di Paglio, daLaveggiolo o da Pescegallo.

RIFUGIO BRIOSCHIIl Rifugio Brioschi è situato presso la vetta del Grignone. È punto di arrivo di molteescursioni e gode di uno splendido panorama sulle Alpi e Prealpi lombarde. Lasezione di Milano del Cai costruì e inaugurò, nel settembre 1881, in un luogonon molto distante da dove ora si trova il rifugio Bogani, la “Capanna

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Moncodine”. Probabilmente doveva essere così intenso il desiderio di costruirneun'altra in vetta che pochi anni dopo, il 10 ottobre 1895, si inaugurò la capanna“Grigna Vetta”. Nel 1903 si fece il primo adeguamento, ma fu nel 1926 che lacapanna “Grigna Vetta” cambiò nome, quando Luigi Brioschi, ormai ottantenne,assistette all'inaugurazione della struttura rivista e ampliata grazie ai suoi finan-ziamenti. Distrutto negli anni della seconda guerra mondiale, fu ricostruito e inau-gurato nel 1948. La struttura così come si presenta oggi è il risultato di un inter-vento di ampliamento e adeguamento che avvenne nel 1995, quando custodeera il mitico Fulvio Aurora.

RIFUGIO ANTONIETTA AL PIALERALIl rifugio Antonietta al Pialeral sostituisceil rifugio Tedeschi, spazzato via da unaenorme valanga caduta dalle pendici delGrignone il 31 gennaio 1986 dopo leabbondanti nevicate di quell'anno. Ilvecchio rifugio era stato costruito nel1908 e mai si era vista una valanga cosìgrande, con un fronte di circa 2 chilome-tri di larghezza. Nello stesso anno fuchiesto ad Antonietta Pensa di mettere a disposizione degli escursionisti la baita“Innocente”, già esistente appena sotto il “Tedeschi”. Il tutto dettato anche dallanecessità di avere una base per il soccorso alpino in zona. Inizialmente il nuovorifugio poteva ospitare una ventina di persone. Successivamente fu ampliato eora può accogliere in camerette o in una spaziosa camerata fino a 35 persone.Al rifugio Antonietta si può arrivare seguendo il segnavia 33 che parte dal centrostorico di Pasturo (circa 2 ore). Un altro accesso parte da Balisio. Si imbocca la"via dei Grassi lunghi" e la si ripercorre per circa 3 chilometri fino alla chiesettadel Sacro Cuore, dove si lascia l'auto. Da lì si prende il sentiero segnalato, arri-vando a destinazione in circa un'ora e mezzo. Il rifugio si trova in una posizionecentrale rispetto a numerosissimi itinerari delle Grigne. Si possono raggiungere lacima del Grignone o la vetta della Grignetta.

RIFUGIO BOGANIIl rifugio Bogani sorge nell'Alta Valle dei Mulini, sul versante nord del Grignone.Dopo Esino si prende la deviazione che passa per il rifugio Cainallo e arriva finoin fondo al Vo' di Moncodeno. Lasciata l'auto al parcheggio, ci si avvia verso lavicina cresta spartiacque e prima di raggiungerla si prende il sentiero segnalatocon le scritte Bogani-Brioschi, Bietti-Brioschi e Monte Croce. Lo si percorrelasciando sulla destra il sentiero 24 per il rifugio Bietti e la Cresta di Piancaformia.A quota 1.700 si trova una baita con stalla e fontana e poco dopo una pozzacoperta da tronchi che serve come abbeveratoio per le mucche. Si ignorano unpaio di sentierini sulla sinistra e e si prosegue come indica un cartello. La costru-

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zione biancorossa del rifugio appare all'improvviso. Tempo impiegato: ore 1.30.L’itinerario che invece parte da Cortenova si presenta facile ma un po’ faticosoper il dislivello. È un percorso geologicamente interessante per gli strati fossilife-ri della valle dei Molini e per la grotta dei Darden, così chiamata per gli sparvieriche vi nidificano.

RIFUGIO SANTA RITARifugio escursionistico, paesaggistico e... culturale, in un giardino di fiori con oriz-zonti infiniti. Culturale perché questo luogo, un tempo, fu ricovero per i minatoridel bacino minerario lì vicino. Nel cuore verde delle Prealpi orobiche, a quota2.000 metri, in una delle oasi più incontaminate della Lombardia, il rifugio SantaRita è il crocevia dei più interessanti itinerari nella zona del Pizzo Tre Signori(2.553 metri), la cima che domina sulle tre province di Lecco, Sondrio eBergamo.Partendo da Parlasco si giunge all’alpe Forno e da lì si può risalire la valle delVarrone di Barconcelli, attraversando caratteristici nuclei rurali ancora attivi chepresentano pittoresche fonti in pietra, legno e ferro. Lungo il percorso si posso-no incontrare alcune difficoltà perché in taluni punti il sentiero è completamen-te coperto dalla vegetazione. Dai laghitt al rifugio Santa Rita l’interesse prevalen-te è quello panoramico.

CASERA VECCHIA DI VARRONEParte da Premana l’escursione che segue il tracciato di un’antica via di comuni-cazione che risaliva lungo il corso del Varrone alla bocchetta di Trona. La stradafu utilizzata soprattutto per il trasporto del ferro estratto nell’alto Varrone e nellaconca del Lago di Sasso. Venne sistemata durante la dominazione austriaca:sono di quest’epoca i ponti in pietra che si osservano nel fondovalle. Il percorsonon presenta particolari difficoltà. Si tiene sempre sulle sponde dell’impetuosotorrente Varrone, attraverso ambienti boscosi e prativi, per arrivare alla concadell’Alpe Varrone, luogo abitato da numerose colonie di marmotte e dove, oltreal rifugio, si trova la casera nuova, punto d’appoggio dei pascoli estivi. Non è raroassistere alla produzione artigianale del famoso formaggio Bitto. Da qui si puòraggiungere l’Alpe Forno e proseguire successivamente per il rifugio Santa Rita.

PIZZO ALTOIl Pizzo Alto è la seconda cima per elevazione della dorsale che divide la ValVarrone dalla Valtellina e, oltre a essere un punto panoramico privilegiato per unavisione a 360 gradi, è caratterizzato da una forma che lo rende inconfondibile inquanto si eleva al centro di una cresta rocciosa dalla forma simmetrica e dal pro-filo, evidente anche in pianura, che richiama la forma di una corona di cui que-sta vetta, con la sua splendida croce dal disegno lavorato, è il diadema.L'escursione però non si limita ad apprezzare la vetta ma si snoda per un itine-rario interessantissimo che porta a toccare gli alpeggi di Deleguaccio e

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Premaniga, nonché gli splendidi laghi di Deleguaccio, unici laghi alpini della ValVarrone. Partendo da Premana si percorre un itinerario piacevole tra pascoli eboschi di castagni e betulle, che tocca nuclei rurali i cui casolari sono general-mente ben conservati, talvolta con il tetto in pietra e decorazioni in legno. Nelgiorno della festa locale del 5 agosto, il riso e latte è il piatto tradizionale. Vi sigiunge in poco più di un’ora di cammino su una comoda mulattiera, ben indica-ta. Il dislivello è di 450 metri.

RIFUGIO BUZZONIIl rifugio Giuseppe Buzzoni, del Cai di Introbio, sorge a quota 1.590 metri all’AlpeMota, in comune di Introbio. Il piccolo rifugio è situato su un balcone naturaleche si affaccia sulla Valsassina e sul massiccio della Grigna Settentrionale. Il rifu-gio nacque nel 1982 per volontà del Cai. Grazie all'aiuto dei volontari, il 12 set-tembre 1982 si tenne l'inaugurazione del rifugio. Per raggiungerlo occorre per-correre la mulattiera che - partendo dal piazzale della funivia di Barzio e salendoverso Bobbio - si snoda, in lieve pendenza, tra pascoli e boschi fino alle baite diNava. Il percorso si fa poi più difficoltoso proseguendo su mulattiera o sentiero,attraversando numerosi valloncelli boscosi, con tratti ripidi e guadi.

RIFUGIO RIVAIl rifugio Riva è situato sul versante nord della Grigna, con bella vista sulla sotto-stante vallata. La struttura è ancora quella di una volta, quando alla baita delpiano di Sasso Rotondo, sopra Primaluna, salivano i villeggianti di Nava per com-prare il latte appena munto e i for-maggi freschi. Erano gli anni Quarantadel Novecento. È posto a 1.020 metri,poco sopra l'Alpe Piattè, sul costonenord-orientale del Pizzo della Pieve,sul versante orientale del Grignone,su un gradevole poggio alberato.Inaugurato il 28 maggio 1950, è unacostruzione in muratura a due pianiderivata dall'ampliamento di un caso-lare.

GRIERA VECCHIAIl rifugio Griera Vecchia è situato poco sopra l'Alpe Campo, sul versante sud delMonte Legnone (metri 2.610). Oltre che sul Legnone, alle spalle del rifugio, ilpanorama spazia sulle Alpi valtellinesi e svizzere, sul Pizzo Tre Signori (m. 2.555)e sulla Grigna (m. 2.410). Nel fondovalle, al di là della Val Varrone si scorgonouna porzione del Lago di Como e, in lontananza, il Lago di Lugano.

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BALLABIO

Situato alle porte della Valsassina, moltiscelgono di vivere in questo luogo amisura d’uomo e a due passi dal capo-luogo manzoniano. Il paese è suddivisoin due nuclei: Ballabio Superiore (cheha conservato il suo fascino antico) eBallabio Inferiore, che è divenuto neglianni un moderno centro residenziale.Le origini di questo piccolo centro sonoantiche e risalgono agli Orobi. Durantel’unificazione d’Italia sorsero le primeindustrie casearie e agli inizi del secoloscorso si sono sviluppate diverse azien-de per la lavorazione del ferro.Una visita merita la parrocchia dellaBeata Vergine Maria Assunta di BallabioSuperiore. L’edificio sacro esisteva giànel XIII secolo e conserva pregevoliaffreschi, tra cui quelli dei Tagliaferri diPagnona.

ESCURSIONI CONSIGLIATEBallabio è uno dei punti di partenza peri Piani Resinelli, famosa località di villeg-giatura ai piedi della GrignaMeridionale, una superba montagnadolomitica frequentata da alpinisti difama internazionale. Inoltre, imboccan-do la strada provinciale che si snodalungo il Monte Due Mani, si può salire aMorterone.

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Superficie 14,97 km2

Altezza slm 568/2177 mFesta patronaleBeata Vergine Assunta 15 agosto (Ballabio Sup.)San Lorenzo 10 agosto (Ballabio Inf.)Abitanti 3.967(all'1/1/2011 - Istat)Sindaco Luigi PontiggiaCAP 23811

NUMERI UTILI

Municipio 0341 530111ParrocchiaBeata Vergine Assunta

0341 530149San Lorenzo

0341 530163Farmacia

0341 530157Poste 0341 230166

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CONCESSIONARIA PER LECCO E PROVINCIA

RENZO NEGRI s.n.c.

LECCO Pescate (LC) - via Statale 28 - Tel. 0341.36.22.21

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MORTERONEDopo Pedesina (Sondrio), è il Comunepiù piccolo d'Italia. Le prime notizie certesul paese risalgono all'anno 1000. Ilborgo raggiunse il suo massimo splendo-re attorno al 1800, quando nel territoriolecchese si sviluppò l’attività industrialeche richiedeva carbone di legna, di cui i

boschi circostanti erano ricchi. Conl'avanzare di nuove tecnologie, il carbo-ne non venne più utilizzato e molti emi-grarono. Nel paese risiedono soprattuttopersone anziane, ma anche alcune coppie giovani che hanno scelto difar crescere i loro figli in questo angolo incontaminato. Nel centro delpaese si trova la chiesa parrocchiale dedicata alla Beata VergineAssunta con il prezioso altare dei fiori, opera dello scultore austriacoRudi Wach. La chiesa ha origini romaniche ma fu citata per la primavolta nel 1363, anno della sua consacrazione. Attenzione merita poi lafrazione Frasnida per il fascino particolare delle sue case-scultura risa-lenti al 1700, che presentano caratteristici tetti “a piode".

ESCURSIONI CONSIGLIATEMolte sono le passeggiate da fare lungo sentieri che portano a verdiprati e splendidi boschi, ricchi nella bella stagione di rododendri, lam-poni e mirtilli e, in autunno, di castagne e funghi. Con un po’ di fortu-na è possibile ammirare intere famiglie di caprioli. Bello è percorrerel'anello “dei grandi alberi” che parte proprio da Morterone.

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Superficie 13,47 km2

Altezza slm 1070 mFesta patronaleSanta Maria Assunta 15 agostoAbitanti 37(all'1/1/2011 - Istat)SindacoAntonella InvernizziCAP 23811

NUMERI UTILI

Municipio 0341 530944

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CREMENOCremeno, nell'altopiano valsassinese, èsituato su un pendio morenico. In passatorivestì grande importanza perché fu la capi-tale di una delle quattro zone in cui si divi-deva la valle e della quale facevano parteBarzio, Cassina, Concenedo e Moggio. NelXII secolo, sotto il dominio dei Torriani,Cremeno si costituì in Comune autonomodisciplinato dagli Statuti della Valsassina.Cremeno ha una frazione, Maggio, localiz-zata in una splendida conca vicino all'Alpe Foppa, che è un angolo di para-diso e ha una piccola chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Nascente,un vero gioiello. A Cremeno non si può non visitare la chiesa parrocchialededicata a San Giorgio Martire, costruita in cima a una scalinata imponente,in posizione strategica. All'esterno ha un antico porticato ad archi e, nel suointerno, conserva un polittico del Borgognone, oltre a sculture del Gaggini ead affreschi degli Aliprandi. Nel cuore del paese vi è la chiesetta di SanRocco, dedicata ai caduti delle guerre e già esistente nel Cinquecento. È poipossibile ammirare il Ponte della Vittoria, una suggestiva costruzione conuna sola arcata di circa 200 metri che attraversa il Pioverna e collegaCremeno a Maggio.

ESCURSIONI CONSIGLIATENei dintorni del paese si possono faresalutari passeggiate. Da Maggio si puòsalire alla Culmine di San Pietro, lungoun sentiero “immerso” nei boschi.Sempre da questa frazione si può arri-vare al Monte Due Mani, passando perl'alpeggio Foppa.

NUMERI UTILI

Municipio 0341 996113ParrocchiaSan Giorgio 0341 996143S. Maria Nascente (Maggio)0341 918261Farmacia 0341 910422Poste 0341 996343

0341 996441

Superficie 13,19 km2

Altezza slm 792 mFesta patronaleSan Rocco 16 agostoAbitanti 1.428 (all'1/1/2011 - Istat)Sindaco Pier Luigi InvernizziCAP 23814

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CASSINAÈ il più piccolo e caratteristico paese del-l'altopiano valsassinese. Situato tra laCulmine di San Pietro e la Rocca diBaiedo, è dominato dallo ZucconeCampelli. L'antico borgo subì il devastan-te passaggio dei popoli stranieri che inva-sero, distrussero e saccheggiarono leterre della Valsassina. Nel 1630 passaro-no anche da questo centro iLanzichenecchi, che portarono quella ter-ribile peste, di manzoniana memoria, chedecimò la già strema-ta popolazione.Cassina è divenutoComune nel 1948 ecomprende anche lafrazione di Mezzacca,un nucleo anticosituato tra la Val diFaggio e la Valle Frera,costituito da vecchicascinali, anche senegli ultimi anni lecase sono state recu-perate. Nei tempi passati questa minuscola frazione rivestiva una note-vole importanza perché si trovava su una strada di comunicazione chedalla Valsassina conduceva, attraverso la Culmine di San Pietro, in ValTaleggio e in Valle Imagna. Nel centro del paese sorge la chiesa parrocchiale dedicata a SanGiovanni Evangelista, già esistente nel 1455, restaurata una prima voltanel 1614 e successivamente alla fine dell'Ottocento. A Mezzacca, all’in-gresso del paese, vi è un’edicola con affreschi, purtroppo deteriorati, delSeicento-Settecento. Inoltre vi è la chiesetta dedicata alla Madonnadelle Nevi e a San Francesco da Paola, il cui culto fu importato dai val-sassinesi emigrati a Roma.

ESCURSIONI CONSIGLIATEDa Cassina si possono raggiunge Mezzacca e la Culmine di San Pietro,un passo da cui si può scendere in Val Taleggio e Valle Imagna nellabergamasca. Inoltre i prati e i lussureg-gianti boschi che circondano il paeseoffrono la possibilità di piacevoli passeg-giate.

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Superficie 2,64 km2

Altezza slm 849 mFesta patronaleSan Giovanni Evangelista 27 dicembreAbitanti 481 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoRoberto CombiCAP 23817

NUMERI UTILI

Municipio 0341 910190

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MOGGIODell’altopiano valsassinese Moggio è ilpaese che forse, nel periodo del secon-do dopoguerra, ha avuto il maggior svi-luppo turistico. Numerose seconde casesono sorte attorno al centro storico enelle vicinanze della stazione della funi-via per i Piani d’Artavaggio. Le origini diMoggio sono antiche e nei secoli passatila sua posizione era strategica perché eraun passaggio obbligato per raggiungerela provincia di Bergamo, attraverso lastrada che porta alla Culmine di SanPietro. Questo passo, infatti, era luogo diconfino tra la Repubblica di Venezia e loStato di Milano, collegati tra loro permezzo della Prealpina Orobica che, pro-prio dalla Culmine, scende in ValTaleggio. Merita di essere visitata la chiesa parrocchiale dedicata a SanFrancesco d'Assisi, esistente già nella seconda metà del '200. La chiesaconserva dipinti di Rivetta e pregevoli affreschi di Antonio Ratti, che raf-

figurano "Gesù tra i bambi-ni nel tempio" e "Gesù chepiange su Gerusalemme".Da non tralasciare l’oratoriodi San Bartolomeo, edificatonel XVII secolo e, allaCulmine di San Pietro, lachiesetta dedicata ai santiPietro e Paolo. A Moggio sitrova anche il Museo liturgi-co etnografico che raccoglieattrezzi dei vecchi mestieri,

arredi e corredi, con la ricostruzione di ambienti domestici della tradizio-ne contadina. Al piano superiore una collezione di suppellettili e para-menti religiosi.

ESCURSIONI CONSIGLIATEDa Moggio si può raggiungere la Culmine sia a piedi sia in auto e dalassù imboccare un sentiero che conduce a Morterone e in vetta alMonte Due Mani. Con la funivia, ma anche a piedi, si può salire ai Pianid'Artavaggio per godere uno splendido spettacolo in una natura incan-tevole.

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NUMERI UTILI

Municipio 0341 996114Parrocchia 0341 996859 Poste 0341 910644

Superficie 13,41 km2

Altezza slm 890 mFesta patronaleSan Francesco d’Assisi 4 ottobreAbitanti 521(all'1/1/2011- Istat)SindacoGraziano CombiCAP 23817

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BARZIO

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Considerato “la perla della Valsassina”,Barzio fin dai primi decenni del secoloscorso è diventato un centro di villeggia-tura assai frequentato. Posto sull’altopia-no, il paese domina la valle e gode di unclima mite grazie alla sua esposizione. Lesue origini sono antiche; si ritiene che iprimi abitanti fossero gli Orobi, seguitidagli Etruschi e dai Romani. Il territoriopassò nelle mani di vari padroni sinoall’incorporamento nella Storia dell’Unitàd’Italia. Sui suoi monti i partigiani combat-terono per la Resistenza. Barzio diede inatali a Giovenale Sacchi, prolifico autoredi musica, a Medardo Rosso, valente scul-tore, e a FrancescaManzoni, cultrice dellapoesia italiana.Nel cuore del paese sorgo-no Palazzo Manzoni, untempo di proprietà degliantenati di AlessandroManzoni, ora sede delComune e della Biblioteca,e la bella chiesa diSant’Alessandro. Al suointerno vi sono notevoliopere d'arte e stucchi otto-centeschi. Interessante è pure l'oratorio di San Giovanni, che conservauna raccolta di opere di Medardo Rosso. A Concenedo vi è una piccolachiesetta dedicata alla Madonna con dipinti ben conservati.A Barzio ha sede il Coe (Centro Orientamento Educativo), un'associazio-ne di laici volontari cristiani impegnati in Italia e in altri Paesi del mondonella formazione di uomini validi per una società più libera e solidale,rinnovata nella cultura.

ESCURSIONI CONSIGLIATEBarzio, per la sua magnifica posizione, offre l’opportunità di agevoli escur-sioni nella tranquillità dei monti che lo circondano. A piedi (o in alternati-va con la cabinovia) si possono raggiungere i Piani di Bobbio e da lì pro-seguire per il Rifugio Grassi o per lo Zucco Campelli. Dal centro del paesesi arriva a Concenedo, ai piedi del Cantello, dove sorgono la “Casa delclero” dedicata a Papa Paolo VI e il monastero delle Carmelitane Scalze.

NUMERI UTILIMunicipio 0341 996125Parrocchia 0341 996190Poste 0341 911038

Superficie 21,35 km2

Altezza slm 769 mFesta patronaleSant’Alessandro 26 agostoAbitanti 1321 (al 1/1/2011 - Istat)Sindaco Andrea FerrariCAP 23816

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PASTUROSi estende alle pendici della Grigna set-tentrionale e il nome richiama le originicontadine dei suoi antichi abitanti. Neitempi passati era importante soprattuttoper la Rocca di Baiedo, che nel XV seco-lo era una fortezza importante, tanto chedi essa parla anche Leonardo da Vinci nel

suo Codice Atlantico, conservato in Inghilterra. La rocca venne distruttanel 1513 dalla popolazione che si ribellò agli Sforza. Pasturo è il paesenatale di Agnese, mamma della Lucia dei "Promessi Sposi".Nel vecchio nucleo si possono vedere case rustiche con belle arcate,colonne e loggiati in legno, tipici dell’architettura contadina. Da non per-dere la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Eusebio che risale al XIIIsecolo; custodisce affreschi giotteschi, tele di Luigi Reale e stucchi baroc-chi dell'Aliprandi. Un vero gioiello architettonico è il piccolo Santuariodella Madonna della Cintura, nel cuore del paese, già esistente nelQuattrocento. In frazione di Baiedo, oltre ai resti della Rocca, da visitarela chiesa quattrocentesca di San Pietro martire.

ESCURSIONI CONSIGLIATEDal paese è possibile salire al rifugio Antonietta al Pialeral. Da lì si puòproseguire per la vetta del Grignone. Da Baiedo si sale invece al rifugioRiva (metri 1.020) e da qui si può raggiungere l'antica chiesetta di SanCalimero, da dove - grazie alla posizionestrategica - si può ammirare la superbacatena di monti che la circonda.

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Superficie 22,14 km2

Altezza slm 641 mFesta patronaleSant'Eusebio - 2 agostoAbitanti 1.957 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoGuido AgostoniCAP 23818

NUMERI UTILI

Municipio 0341 919705Parrocchia 0341 955032Poste 0341 955064

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INTROBIOConsiderato il capoluogo della valle,Introbio si estende fra i torrenti Troggia,Acquadura e Pioverna. Il Troggia forma, apoca distanza dalle abitazioni, la cascatadella Troggia, visitata anche da Leonardo daVinci. Nei secoli scorsi Introbio era una sortadi roccaforte, la cui importanza andòaumentando sempre più, tanto che nelTrecento divenne la sede del pretorio, conla presenza del Podestà che emanava gliStatuti della Comunità della Valsassina. NelMedioevo fu sede del Tribunale dell'inquisi-zione e teatro di contesa tra i vari signorottiche a turno spadroneggiavano su tutto il ter-ritorio. Grazie alle sue industrie artigianali e le suefiorenti attività commerciali, conseguì unnotevole sviluppo. Nel secolo scorso presepiede anche il turismo, che contribuì adaccrescere il benessere e la prosperità delpaese. E' possibile visitare la chiesa di SanMichele, che contiene pregiati affreschi delXV e XVI secolo e una bellissima Vergine introno con il Bambino risalente al XIV secolo.La parrocchiale dedicata a Sant'AntonioAbate conserva una statua della Madonna,opera dello scultore introbiese CarloTantardini. Da vedere anche la vecchia Torremedievale, nel cuore del paese, e la presti-giosa Villa Migliavacca, ora sede delComune e dell’Unione dei Comuni delCentro Valle e della Grigna Settentrionale.

ESCURSIONI CONSIGLIATEDal paese si può salire in Val Biandino dovesorge la piccola chiesa della Madonna dellaNeve, eretta nel Seicento, successivamente distrutta e poi ricostruita. Da lì èpossibile raggiungere il Rifugio Grassi e il Pizzo Tre Signori, attraverso il Lagodi Sasso. Sempre da Introbio si può salire alla Bocca di Biandino e al rifugioTavecchia. Da vedere la cascata della Troggia, studiata dall’abate AntonioStoppani.

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Superficie 25,61 km2

Altezza slm 586 mFesta patronaleSant’Antonio Abate 17 gennaioAbitanti 1.938 (all'1/1/2011)SindacoFernando RupaniCAP 23815

NUMERI UTILI

Municipio 0341 980219Parrocchia 0341 980650Farmacia 0341 980332Poste 0341 982066

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PRIMALUNAIl paese, situato alle pendici del MonteOlino, ha origini antiche e fu la sede dellaPieve della Valsassina, alla quale facevanocapo anche la Val Taleggio e Averara. NelMedioevo il piccolo borgo divenne feudodei Della Torre (poi Torriani).Successivamente passò sotto diverse domi-nazioni. Con l'avvento degli Asburgo vi fuun sensibile miglio-ramento dell'eco-nomia del paese,attraverso il rilanciodell'agricoltura e losviluppo dell'indu-stria del ferro. Dallaseconda metà delNovecento sorseronumerose industriee presero consi-stenza molte attivi-tà artigianali, chetuttora esportanoovunque i loro pro-dotti. Nei primidecenni del secolo scorso arrivò anche il turismo, che diede maggiorimpulso all’economia di questo dinamico centro della media Valle.Primaluna ha conservato nel suo nucleo centrale le antiche case con carat-teristici loggiati in legno e gli stemmi nobiliari. Nel cuore del paese sorge lachiesa parrocchiale, che conserva tele attribuite alla scuola del Tiziano, unaCroce dei Torriani e un prezioso Crocifisso del Cinquecento. Nelle frazionideliziose chiesette meritano a loro volta di essere visitate.

ESCURSIONI CONSIGLIATEPer gli amanti delle due ruote c'è una pista ciclabile lungo il Pioverna, chesi snoda in un contesto salubre e rilassante. Dal paese partono poi nume-rose passeggiate: le più note sono quelleche conducono alla Bocchetta del MonteOlino. Si può salire anche al rifugio Riva eda lì proseguire per la chiesetta di SanCalimero, che domina i monti di Pasturo,oppure raggiungere il rifugio Antonietta alPialeral.

Superficie 22,82 km2

Altezza slm 558 mFesta patronaleSS. Pietro e Paolo 29 giugnoAbitanti 2.170 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoMauro ArtusiCAP 23819

NUMERI UTILI

Municipio 0341 980253Parrocchia 0341 980283Farmacia 0341 982027Poste 0341 980270

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PRIMALUNA (LC) Via Provinciale, 169Tel. 0341 979854

GARAGEPOLVARA

CARROZZERIAVALSASSINESE

FORNO E BANCO DIMA - FIDUCIARIA DELLE ASSICURAZIONISOCCORSO STRADALE

AUTORIZZATO

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CORTENOVAIl paese si estende sulla riva sinistra delPioverna davanti alle prime propagginidelle Grigne e il suo nome deriva da“Corte”. In passato non ricoprì mai unruolo importante né a livello amministrati-vo né religioso, anche se non mancanoepisodi di patriottismo sotto la dominazio-ne austriaca. Ebbe invece un ruolo diprimo piano nel campo produttivo. Infatti,fin dal tempo dei romani, era rilevante lalavorazione del ferro e nel Seicento vierano in paese già alcuni forni fusori.Ancora oggi l'economia è essenzialmentebasata sulle officine e sulle industrie delferro.Da non perdere la visita alla chiesa cin-quecentesca dei santi Fermo e Giusto. Laparrocchiale risale al '600 ed è statacostruita in posizione sopraelevata perevitare che le acque del Pioverna avessero a corroderne le fondamenta.Nella frazione di Ponte San Pietro vi è un antico campanile in mezzo allapiazza: è quanto rimane della vecchia chiesa andata distrutta nel secoloscorso. In frazione Bindo vi è la Villa De Vecchi, bellissima costruzionedell’Ottocento realizzata su progetto dell’architetto Alessandro Sidoli, orapurtroppo in stato di abbandono.

ESCURSIONI CONSIGLIATENei prati e nei boschi che circondano Cortenova o lungo il torrentePioverna si possono fare svariate e tranquille passeggiate. Dalla frazione diPrato San Pietro si può raggiungere il Cainallo, lungo il sentiero della"Scaletta", oppure salire alla Valle dei Mulini e al rifugio Bogani. Lungo ilpercorso che porta al rifugio si può, con una deviazione, visitare la “grotta”dei Darden, un grande antro che si apre su una stretta forra del torrente.

Superficie 11,57 km2

Altezza slm 483 mFesta patronaleSS. Gervaso e Protaso 19 giugnoAbitanti 1.295(all'1/1/2011 - Istat)SindacoLuigi SelvaCAP 23813

NUMERI UTILI

Municipio 0341 901110Parrocchia 0341 901501Farmacia 0341 901392Poste 0341 901723

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PARLASCOParlasco, per la sua posizione geograficae di controllo sui vari passi contava, inpassato, varie fortificazioni. Tra queste laRocca di Marmoro. Secondo AntonioBalbiani, il bellanese autore di "Lasco, ilbandito della Valsassina", proprio questarocca era il covo di “Lasco”, appunto ilmitico bandito protagonista dell’omoni-mo romanzo storico. La prima edizione èdel 1871. Nel romanzo vengono narratele vicende di Sigifredo Falsandri, Conte diMarmoro, nobile signore che pubblica-mente si dintinse per le buone azioni eprivatamente, aiutato dai suoi “bravi”, sitrasformò nel bandito temuto in tutta laValle per delitti e rapine. Il romanzo - coni suoi luoghi, le sue storie e i suoi perso-naggi - ha rappresentato lo spunto e lostimolo per la nascita di usi, costumi etermini (leggende, modi di dire, sopran-nomi ma anche opere materiali come ladirlindana di Bellano) che ancora oggi, adistanza di circa 150 anni, caratterizzanola quotidianità di molti paesi della Valle.Per la sua caratteristica di “essere calatonei luoghi e nella storia della Valle” ilromanzo è stato più volte rappresentatocon spettacoli teatrali all’aperto (molto noto quello del 1938 a Parlasco).E il romanzo, ambientato per la maggior parte nel territorio di Parlasco, èstato l’occasione per un ambizioso e articolato progetto di rilancio delpaese in chiave culturale e turistica. La prima iniziativa di questo progettoè stata “Parlasco - Un borgo dipinto”. Quattordici artistici, scelti attraversoun bando nazionale, hanno raffigurato - dal 25 giugno al 7 luglio 2007 -su alcune facciate del vecchio borgo personaggi e situazioni descritti nelromanzo. E il 22 luglio di cinque anni fa è stato ufficialmente inaugurato“Il borgo dipinto”.

ESCURSIONI CONSIGLIATEUn itinerario impegnativo porta sui Pizzi di Parlasco. E' un percorso pano-ramico che consente di ammirare le vecchie miniere di manganese, oraabbandonate, e la "Zoca di Cavèe", un laghetto di origine glaciale. DaiPizzi di Parlasco si può arrivare al Cainallo. I più temerari possono prose-guire per il Grignone e godere di panorami mozzafiato.

Superficie 2,98 km2

Altezza slm 679 mFesta patronaleSant’Antonio Abate 17 gennaioAbitanti 141(all'1/1/2011 - Istat)SindacoAlberto Maria DentiCAP 23837

NUMERI UTILIMunicipio 0341 880202

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Taceno è situato ai piedi dei Pizzi diParlasco, dove il torrente Maladiga sboccanel Pioverna. Il paese è la base di parten-za per raggiungere Bellano, Vendrogno,l’Alpe del Giumello, la splendida ValVarrone e tutta l'Alta valle fino a Premana.Nei pressi di Taceno si trova Tartavalle, lacui fonte venne scoperta nel 1839 ediede il via all’attività termale. Nel 1918fu costruito un grande albergo proprio

vicino alla fonte, immerso nel verde, che registrava il tutto esaurito inogni stagione. Proprio il 2012 ha testimoniato il rilancio delle anticheTerme di Tartavalle, che dopo anni hanno riaperto la sezione produttivain attesa dello sviluppo completo della struttura anche come centrobenessere.Da vedere a Taceno è la chiesa di Santa Maria Assunta, nel cuore delpaese. Originariamente del XV secolo, fu ricostruita tra il 1740 e il 1743.Al suo interno è possibile ammirare l’organo costruito da Eugenio Biroldi,costituito da 619 canne. Sui muri del paese compaiono affreschi chene raccontano la storia con immagini, volti e lavori della cultura alpina.

ESCURSIONI CONSIGLIATEA Taceno si possono fare numerose pia-cevoli passeggiate. Chi ama fare lunghecamminate può raggiungere Vendrogno,passare per il Colle di San Grato e arriva-re fino al Giumello, attraversando i picco-li nuclei di Busè, Tedoldo e Comasira.

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TACENO

NUMERI UTILI

Municipio 0341 880375Parrocchia 0341 880181Poste 0341 802050

Superficie 3,67 km2

Altezza slm 507 mFesta patronaleMaria Santissima Assunta15 agostoAbitanti 540 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoMarisa FondraCAP 23837

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MARGNOMargno, in Alta Valsassina, è adagiato suterreni morenici e circondato da prati.Come altri comuni fu dominato dagli arci-vescovi di Milano e per un breve periodofu sotto la signoria di G. Giacomo de'Medici, detto il Medeghino. Nel 1647divenne feudo dei Monti. Un affrescosulla casa parrocchiale ricorda il parrocodon Bernardo Vitali, patriota che nel 1848riuscì a sfuggire agli austriaci travestendo-si da pastore. Margno è stato decantatodallo scrittore Fermo Magni in una guidapubblicata negli anni Venti delNovecento. Nel cuore del paese c’è lachiesa parrocchiale dedicata a SanBartolomeo. La sua edificazione vienefatta risalire al XV secolo. Nel corso deisecoli è stata più volte restaurata eampliata. All'Ottocento risale la facciata, digusto classico, disegnata dal Balzaretti eaffrescata dai Tagliaferri di Pagnona. Nellacappella del Crocifisso c'è un bellissimodipinto a olio che raffigura la Crocifissione e i santi Giovanni Battista eAntonio Abate, opera attribuita al Borgognone. Un altro quadro di pre-gio è custodito in sacrestia e rappresenta lo sposalizio di Santa Caterinadi Alessandria. Interessante, infine, una visita all'oratorio di SantaCaterina in località Bagnala.

ESCURSIONI CONSIGLIATEUna salita suggestiva è quella al Pian delle Betulle, che si può raggiun-gere con la funivia partendo da Margno: nei giorni prefestivi e festivi- da metà giugno fino alla prima settimana di settembre - partenzaogni ora, dalle 8 alle 21. Nei giorni feriali corse sempre ogni ora mafino alle 19. Al venerdì (solo in agosto) corse supplementari alle 20e alle 21. La località, a 1.500 metri, è un’attrezzata stazione sciisticacon una scuola di sci e con validi maestri a disposizione sia degli adul-ti sia dei bambini. Le piste sono sempre ben tenute. Nella bella sta-gione si possono fare delle belle usciteal monte Cimone (1.800 metri) eall'Alpe di Paglio. Decisamente più lungama abbastanza agevole anche l'escursio-ne al rifugio Santa Rita.

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Superficie 3,72 km2

Altezza slm 730 mFesta patronaleSan Bartolomeo24 agostoAbitanti 366 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoMassimiliano MaluganiCAP 23832

NUMERI UTILI

Municipio 0341 840049Parrocchia 0341 802346Farmacia 0341 840513Poste 0341 802411

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CRANDOLAIl comune è costituito da un gruppo dicase situate in un angolo di paradiso. Èposizionato su un delizioso balconenaturale che si affaccia su un’ampiadistesa di verde, dalla quale si gode diuna vista spettacolare, che domina tuttala valle fino a Taceno e il Monte Muggio.La storia di Crandola è antica e nel corsodei secoli il paese ha subìto le domina-zioni dei vari signorotti che hanno gover-nato a turno il vastoterritorio della valle.Crandola nel 1928perse la sua auto-nomia e divenneuna frazione diMargno, dopo cheil Comune avevaaggiunto al proprionome l'appellativodi "Valsassina" perevitare il verificarsidi omonimie. Nel 1957 Crandolariprese la propriaindipendenza e anche il suo nome ori-ginale.È doverosa una visita alla chiesa diSant'Antonio Abate che presenta unsuperbo campanile di struttura romani-ca. All’interno è arricchita da tele del Seicento, da affreschi delSettecento e da un tempietto ligneo di pregio. In frazione Vegno vi èla chiesa di San Giovanni Battista con affreschi secenteschi che ador-nano l'altare e raffigurano i momenti salienti della vita del santo.

ESCURSIONI CONSIGLIATEQuesta piccola località offre l'opportunità di tante piacevoli passeg-giate nei boschi circostanti. I sentieri sono ben tenuti e, attraversouno di questi, si può giungere al Pian delle Betulle e all'Alpe Grasso.Inoltre da questo lembo di terra, di così suggestiva bellezza, si puòraggiungere - con due ore di cammino - il Monte Cimone, sopraMargno.

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Superficie 9,05 km2

Altezza slm 780 mFesta patronaleSant’Antonio Abate17 gennaioAbitanti 267 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoRoberto PozziCAP 23832

NUMERI UTILIMunicipio 0341 840119

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CASARGOSituato nell’Alta Valsassina, questo paesedella verde Muggiasca è dominato dalMonte Legnone e circondato dal MonteMuggio e dal Monte Cimone. Casargo ècollocato in un’ottima posizione e, graziealla sua esposizione, usufruisce di unclima piacevole, assai apprezzato da turi-sti e villeggianti, molti dei quali hannoproprio in questo lembo di terra valsassi-nese le loro seconde case.Il paese è costituito da un nucleo cen-trale con ancora alcune case anticheben conservate ed è circondato dallefrazioni di Indovero e Narro, dalle qualisi gode una vista spettacolare delMonte Croce e della Valsassina. Casargoè noto anche per la sua ScuolaAlberghiera, sita all’uscita del paese efrequentata da giovani che vi imparanol’arte di cucinare e di proporre i cibi intavola. Nel centro dell’abitato c’è la parrocchia di San Bernardino, cherisale all'anno 1655. Nel corso dei secoli la costruzione sacra subì parec-chi rimaneggiamenti e, nella seconda metà del Novecento, venne nuo-vamente restaurata e affrescata. La parrocchiale conserva affreschi diTagliaferri di Pagnona.A Somadino è possibile visitare la chiesa di Santa Margherita, un’edifica-zione antica di origine romanica. Infine da non tralasciare, in frazioneCodesino, una visita all’oratorio di San Giacomo, che conserva un beldipinto di Sant'Antonio da Padova, opera del pittore secentesco LuigiReali, del quale restano opere pregevoli in molte chiese della Valle.

ESCURSIONI CONSIGLIATEAnche a Casargo sono molte le passeggiate che si possono comoda-mente fare nei prati e nei boschi che lo circondano. Inoltre il paese èla base di partenza per raggiungere la stazione sciistica dell’Alpe delGiumello e anche l’Alpe di Paglio. Da Paglio, con una bella cammina-ta nel verde, si può arrivare al Pian delle Betulle e da lì proseguire per

il rifugio Santa Rita (3 ore e mezzo dicammino). Infine una bella escursioneè quella dell’Anello del Monte Muggio,che partendo da Indovero arriva alGiumello, lungo un percorso non diffi-coltoso, a tratti panoramico e trattiimmerso nel verde.

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Superficie 20,26 km2

Altezza slm 804 mFesta patronaleSan Bernardino20 maggioAbitanti 874 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoPina ScarpaCAP 23831

NUMERI UTILI

Municipio 0341 840680Parrocchia 0341 840149Farmacia 0341 840243Poste 0341 840773

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Opera

I Promessi Sposi14 Luglio 2012

ore 21.15LECCO - Palataurus

Opera

I Promessi Sposi21 Luglio 2012 ore 21.15

BARZIOHM Palace

Opera

La Traviata28 Luglio 2012 ore 21.15

LECCOPalataurus

Opera

Madama Butterfly3 Agosto 2012 ore 21.15

LECCOPalataurus

Opera

Il Barbiere di Siviglia16 Agosto 2012 ore 21.15

BELLANOSagrato Chiesa San Giorgio

STAGIONE LIRICA LECCHESE2012

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VENDROGNOVendrogno è una località di rara bellez-za, adagiata su un soleggiato pendio delMonte Muggio. Il paese, con le sue fra-zioni, offre la vista di splendidi panoramie, per la sua posizione esposta al sole, èdiventato un centro climatico di soggior-no frequentato già dalla finedell’Ottocento. Il paese ha origini anti-che. Infatti esisteva già ai tempi deiRomani, come testimoniano i ritrova-menti archeologici risalenti a quell'epo-ca. Gli abitanti della piccola località vivo-no sparsi nel centro e nelle frazioni diComasira, Inesio, Mornico, Noceno eSanico.Vendrogno, capoluogo della Muggiasca,è sospeso tra il Lario e la Valsassina. Unpaese unico e affascinante, dove paredi vivere in un magico eden. Non acaso Vendrogno e la Muggiasca ebberoospiti illustri, che diedero lustro al terri-torio. Tra gli estimatori di questa terra vifu Cesare Battisti, che durante la primaguerra mondiale venne a ritemprarsi le sue stanche membra. Il paesevanta ben dodici chiese che custodiscono un notevole patrimonio arti-stico.

ESCURSIONI CONSIGLIATEMeritano di essere viste tutte le frazioni di Vendrogno, davvero deli-ziose con le loro chiese. Da questi luoghi si possono ammirarepanorami mozzafiato. Tra Noceno e Sanico c'è un sentiero che con-duce all'oratorio di San Grato e da qui si può salire al Giumello e poialla chiesa di Sant'Ulderico, costruita in epoca romanica e successi-vamente ampliata. Interessante è pure la passeggiata che portasotto la frazione di Comasira, dove si trova la tomba di Taino, ilgigante diventato una vera e propria leggenda. Si narra infatti che unantico signore di Comasira, appunto dinome Taino, venne sepolto dai suoisudditi sul fondo dell’antro con tutti isuoi tesori e coperto con una enormepietra circolare.

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Superficie 11,67 km2

Altezza slm 730 mFesta patronaleSan Lorenzo10 agostoAbitanti 317 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoPietro Andrea AcerboniCAP 23838

NUMERI UTILI

Municipio 0341 870157Parrocchia 0341 870161Poste 0341 807929

Page 58: valsassina c'è

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PAGNONAAdagiato su uno splendido pianoro, sullato meridionale del monte Legnone,Pagnona ha origini antiche. Lo conferma-no alcuni oggetti ritrovati nel 1883 e nel1885 vicino all'attuale nucleo abitativo,riconducibili al XVIII secolo a.C. e all’VIIIsecolo a.C. Nel Medioevo il piccolo borgodivenne importante per il controllo dellestrade verso Casargo e la Valtellina. Untempo in paese c'era un'alta torre circon-data da una muraglia, costruita nel 1150. Pagnona è nota per aver dato i natali aGiovanni Maria Tagliaferri (1809-1879),incisore e pittore, capostipite di una pro-lifica dinastia di artisti. Interessante davedere il nucleo centrale del paese checonserva diversi ricordi del passato cheben si esprimono in alcuni segni artistici.La chiesa parrocchiale, dedicata aSant'Andrea apostolo, nel corso deisecoli è stata più volte rimaneggiata econserva un bellissimo quadro dellaMadonna Addolorata della Scuola del Dolci di Venezia, dono dei pagno-nesi emigrati nella città lagunare. In località Gallino, quasi sull'orlo dellaVal di Aveno, vi è una cappella dell'Addolorata venerata dalla gente delposto.

ESCURSIONI CONSIGLIATEPagnona è costeggiata da numerosi alpeggi, meta di escursioni in unambiente piacevole e rilassante. E' il punto migliore di partenza perchi dalla Valsassina vuol salire sul Legnone. Questo “re” delle PrealpiComasche, ricco di vegetali rarissimi, superbo con la sua tricuspidevetta, si erge a 2.610 metri, alle spalle di Pagnona. E' una cima bennota agli alpinisti, dal pendio ripidissimo. La salita è faticosa, ma nonpresenta vere difficoltà se non presso la vetta. Nel 1921 si salivaancora in automobile fin oltre l'Alpe Vesina (metri 1.431).Nelle località di Gallino, Termine, Subiale, Bedoledo e Gianello visono, ben conservati, i rustici che untempo servivano per il ricovero deglianimali. Un’escursione piacevole èquella che porta all’Alpe Campo, lungouna strada a tornanti, realizzata durantela prima guerra mondiale.

Superficie 8,96 km2

Altezza slm 850 mFesta patronaleSanta Lucia13 dicembreAbitanti 407 (all'1/1/2011 - Istat)SindacoMartino ColomboCAP 23833

NUMERI UTILI

Municipio 0341 890420Poste 0341 819131

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PREMANAA Premana - capitale delle forbici e deicoltelli, esportati in tutto il mondo - si rin-nova ancora oggi un'antica tradizionelegata ai tempi trascorsi degli alpeggi. Sista parlando dei “past”, che originaria-mente consistevano in un convito alquale partecipavano tutti gli alpigiani diun determinato alpeggio e che conclude-va il periodo della monticazione. Il centrostorico presenta una struttura medievalecon strette vie e case addossate le unealle altre. La gente di Premana ha un forteattaccamento alla propria terra, alle pro-prie tradizioni e alla propria cultura. Tipicoè il costume delle donne premanesi. Davisitare è la chiesa parrocchiale dedicata aSan Dionigi, edificata in epoca paleocri-stiana. Interessante è anche una visita alMuseo etnografico, fondato nel 1974,dove sono conservati gli antichi attrezzi di lavoro, una collezione di for-bici e tutto quanto riconduce agli usi, ai costumi e alle tradizioni di que-sto popolo. Ogni 11 gennaio si celebra il giorno della neve in memoriadi uno scampato pericolo: nel 1863, quando la popolazione era raduna-ta in chiesa per le Quarantore, una valanga investì la chiesa. La gente siraccolse intorno all'altare e non vi fu alcuna vittima.

ESCURSIONI CONSIGLIATEDa Premana partono numerosi sentieri per altrettanti itinerari escursioni-stici. Uno di questi raggiunge lo Zuch e si snoda dall'imbocco della viaMonte Legnone. Una breve passeggiata è quella che segue la stradamilitare che inizia in fondo all'abitato di Premana per poi proseguire pia-neggiante fino all'Acquadusc. Consigliato anche nella stagione invernaleè l'itinerario che porta a Solino. Bello anche il tracciato che raggiunge ilrifugio Casera Vecchia - Varrone.

NUMERI UTILI

Municipio 0341 890437Parrocchia 0341 890131Farmacia 0341 890298Poste 0341 819108

Superficie 33,72 km2

Altezza slm 1000 mRicorrenza religiosa"Il giorno della neve"11 gennaioAbitanti 2.312(all'1/1/2011 - Istat)SindacoSilvano BertoldiniCAP 23834

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VAL D’ESINOQuesto territorio in pas-sato condivise con laValsassina le vicissitudi-ni storiche, secondo lenorme e i diritti indicatidagli Statuti valsassinesidel 1388. Il verde terri-torio si estende su ter-razzi di natura moreni-ca, un terreno assai fer-tile per la coltivazionedella vite e dell'olivo, attività che un tempo costituiva una voce impor-tante dell'economia locale. Due sono i centri di questa valle, situatanella parte settentrionale della costa orientale del Lago di Como: EsinoLario e Perledo.

Esino LarioLa splendida località, a quasi mille metri d'altezza, si estende in un'am-pia conca, a nord-ovest della Grigna settentrionale e sotto i Pizzi diParlasco. Questo paese, proteso verso il lago, offre una vista mozzafiato.Inoltre gode di clima dolce che richiama villeggianti in tutte le stagioniMolto bella è la chiesa parrocchiale dedicata a San Vittore, che si rag-giunge attraverso un viale con le stazioni della Via Crucis, opera delloscultore Michele Vedani.

PerledoSituato all'imbocco della Val d'Esino, su pendii soleggiati, con un clima euna flora tipicamente mediterranei, Perledo già nell'Ottocento era uncentro assai frequentato. Di indubbio interesse è la chiesa di SanMartino, con il suo campanile di stile romanico, che potrebbe risalire allafine dell’XI secolo. Nelle frazioni di Regolo e di Bologna si possonoammirare resti di costruzioni medievali. Di questo periodo è anche ilcastello di Vezio, costruzione castellana famosa in tutto il territorio e oltre.

ESCURSIONI CONSIGLIATESi possono fare piacevoli passeggiate nei dintorni del paese. Da Vezio sipuò salire in località Ortanella, in comune di Esino Lario, per ammirarela chiesetta romanica dei Santi Pietro e Paolo. L’Alpe del Cainallo, a circa 3 chilometri da Esino, è il punto base pernumerose escursioni nel gruppo delle Grigne. Un’altra bella passeggiataè quella ai prati di Agueglio, a 1.000 metri di quota, dove si gode unpanorama fantastico.

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La Valvarrone è una valle fluviale che si allunga per circa 18 chilome-tri da est a ovest. Il torrente che dà il nome alla valle, il Varrone, nascedalle bocchette di Trona e di Varrone. Scende precipitoso, ricevendole acque di torrenti che scendono da valli laterali (Val Fraina, ValMarcia e Val Barconcelli) e sbocca nel Lago di Como.La Valvarrone è scavata in rocce metamorfiche assai antiche. I versan-ti settentrionali sono ripidi anche se movimentati e culminano conuna costiera che dal Legnone (m.2.600) alla Bocchetta di Trona simantiene costantemente al di sopra dei 2.200 metri.Dai 1.000 ai 1.200 metri si notano i resti di terrazzamenti coperti dalmorenico lasciato dal grande ghiacciaio valtellinese che penetravaanche in questa valle. Quattro sono i paesi di questa magnifica terra:Vestreno, Sueglio, Introzzo e Tremenico. VestrenoAdagiato sulla riva destra del torrente Varrone, immerso in prati ecastagneti, Vestreno è situato alle falde del Legnoncino. Le sue casesono antiche con i caratteristici tetti in "pioda". Di grande interesse la chiesa dei Santi Pietro e Giacomo, le cui origi-ni risalgono al periodo medievale, anche se l'edificio ha subìto rima-neggiamenti nei secoli successivi.SueglioÈ un piccolo borgo caratterizzato da tante piccole viuzze. Se è veroche il capoluogo della Valvarrone è Introzzo (paese che un tempo

VALVARRONE

JOIE DE VIVRE

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dava il nome all'intero territorio, definito appunto Monte di Introzzo), èaltrettanto vero che Sueglio ebbe una notevole importanza: sorge qui,infatti, la chiesa parrocchiale alla quale fanno riferimento anche lecomunità di Introzzo e Vestreno. E' dedicata a San Martino e anchequesto ci ricorda come un tempo Sueglio fosse una località di rilievonella mappa dei presidi longobardi. Qui sorgeva, infatti, una torre diguardia e, sul monte Legnoncino, una cappelletta dedicata a San Sfirio,un santo il cui culto risale all'epoca longobarda.IntrozzoNel Medioevo questa terra era chiamata Monte di Introzzo e il termi-ne abbracciava 1'intera Valvarrone, testimoniando l'importanza delpaese, ancor oggi indicato come il capoluogo di questa vallata. Ma tro-viamo anche la denominazione di Monte di Dervio a ricordare ladipendenza della valle dal paese situato sul lago. Oggi un versante èpraticamente disabitato e sull'altro sono arroccate quattro frazioni chesi spingono, con i loro alpeggi, fin sulle pendici del Legnoncino e delLegnone. Del resto Introzzo ha sempre patito un certo isolamento sesi pensa che una strada vera e propria fu costruita per ragioni militarisoltanto durante la prima guerra mondiale.

TremenicoIl paese ha origini antiche. Era già conosciuto per le sue cave di ferroai tempi dei Galli e dei Romani. Le sue case sono state costruite assairavvicinate e nella frazione d’Avano vi sono abitazioni in stile gotico.Una visita merita la chiesa parrocchiale di Sant'Agata, ricostruita nelCinquecento.

ESCURSIONI CONSIGLIATEI quattro paesi sono la base di partenza per escursioni sui monti circo-stanti e sul Legnoncino. Molto distensive le passeggiate nei prati e neiboschi con ombrosi alberi secolari.

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NUMERI UTILI

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Carabinieri di Introbio 0341 - 980.322Carabinieri di Casargo 0341 - 840.122Carabinieri di Lecco 0341 - 284.039Carabinieri - Pronto Intervento 112Croce Rossa Delegazione di Premana 0341 - 890.358Croce Rossa Delegazione 0341 - 230.516della Valsassina - BallabioCroce Rossa di Lecco 0341 - 498.306Distretto Sanitario di Introbio 0341 - 983.311Emergenza Sanitaria 118Enel 800.900.800Gas - Lario Reti Holding spa 0341 - 359.111Guardia di Finanza - Pronto Intervento 117Guardia Medica Introbio: 0341 - 980.042Premana: 0341 - 819.191 Ospedale di Lecco 0341 - 489.111Polizia Stradale di Lecco 0341 - 357.311Polizia - Soccorso Pubblico 113Polizia - Pronto Intervento 0341 - 279.111Servizio Antincendi - Corpo Forestale dello Stato 1515Soccorso ACI 116Soccorso Centro Valsassina Introbio 0341 - 981.158Vigili del Fuoco - Pronto Intervento 115Vigili del Fuoco di Bellano 0341 - 810.222Vigili del Fuoco di Lecco 0341 - 287.400

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c’èVALSASSINASupplemento al n°7 2012 de IL PIOVERNA

AMMINISTRAZIONE E REDAZIONEC.so Carlo Alberto, 17/a Lecco

Tel. 0341.360875 - Fax 0341.284671e-mail:[email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEGianluigi Castelnovo

DIRETTORE EDITORIALEClaudio Bottagisi

GRAFICAEmmepi Editoriale

FOTOGRAFIEClaudio Bottagisi - redazione

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CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀEmmepi Comunication

Via C. Alberto 17/ATel 0341 285110 - Fax 0341 284671

Registr. al Trib. di Lecco N. 05/85 del 22.07.1985

L’editore e la redazioneaugurano a tutti buonevacanze e un sereno soggiorno a villeggiati

e turisti!

Un doveroso ringraziamentoa tutti gli sponsor che hannocontribuito - con il loro inter-vento - alla realizzazione - diquesta ampia e ricca guidadedicata alla nostra valle più

amata, la Valsassina.

Per la ricerca delle notiziepresenti nel fascicolo si sonoconsultate le diverse pubbli-cazioni, siti internet e guide

della Valsassina.

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RINGRAZIAMENTI

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Vi aspettiamo anche ad agosto.

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