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Via Duca D'Aosta, 16 - MATINO (Le) - Tel. 348 0316472 - E ... luglio 2008.pdf · chia come internato e poi in Afri-ca come prigioniero fino al 1946. Rientrato in Patria, a Matino

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�Dhra valice china te ricordi, quannu parte e lassa u paese sou spera ca a nnuce china te sordi.

E' quistu �u tesiteriu te l�emigratu, ca va ncerca te furtuna a naddu statu ���

MATINO TRA EMIGRAZIONEED IMMIGRAZIONE

NUMERO UNICO LUGLIO 2008 - Resp. Tonio Ingrosso - Grafica e Stampa: Tipografia San Giorgio Matino

Via Duca D'Aosta, 16 - MATINO (Le) - Tel. 348 0316472 - E-mail: [email protected]

Matino - Stazione ferroviaria

EmigranteTERRA bellissima aspra,generosissima, mai avara,io tuo figlio cometanti,

inseguito dalla fame intempi difficili.Approdato in lidipiù floridi.Cresco in un humus nonMio.

Sento il senso dellaNostalgia dalla mia terra

ROSSA.Come il sangue che miScorre nelle vene.Il ritorno come condizioneFinale.

Antonio Fortunato

Questo ha fatto dell�emigrazioneun fenomeno sociale che fa partedella nostra storia e che ha in-fluenzato ed ancora influenza lanostra cultura.Al di là delle rimesse dei nostriemigrati che hanno contribuito arisollevare la nostra economia inquanto dall�estero sono giunti isoldi per poter costruire le abita-zioni, la tanto desiderata �casa�,con l�emigrazione è stata certa-mente favorita una più rapida mo-difica di una mentalità legata adun rapporto viscerale con la terra.Questo ha consentito alla maggiorparte delle nuove generazioni distudiare e di conseguire un diplo-ma ed in molti casi anche unalaurea, contribuendo a far crescereculturalmente la nostra città.Purtroppo la nostra economia nonha assorbito del tutto queste nuo-ve professionalità causando una

Continua a pag. 2

A CASA DI COSIMO DE SIMONE

Dopo la seconda guerra mondiale,a causa della critica situazioneoccupazionale, il fenomeno del-l�emigrazione riprese vigore emolti nostri concittadini lascia-rono la propria famiglia per an-dare a lavorare in miniera.Tra questi vi era Cosimo De Si-mone che noi siamo andati a tro-vare nella propria dimora di viaBixio, rione �Peppiceddu� perchiedergli di parlarci un pò dellasua vita di emigrante. Cosimoha ottantanove anni (ma ne di-mostra molti di meno) è uno de-gli ultimi minatori ancora in vitaed è un uomo con uno spiccato

senso dell�humour il quale acco-glie con entusiasmo la nostrarichiesta e parte subito in quarta: � Ci ulìti cu bbe raccontu lavita mia, m�ìti compatire se parlomenzu in dialetto e menzu initaliano. Allora... ci nu� lu sapiti,io ho fatto la guerra. Nel �40, aseguito dello scoppio del conflit-to mondiale mi mandarono aRodi nell�Egeo dove stetti treanni; poi passai sei mesi in Tur-chia come internato e poi in Afri-ca come prigioniero fino al 1946.Rientrato in Patria, a Matinofatica nu� ci nn�era, come in tantealtre parti dell�Italia del sud

I NUOVIEMIGRANTI

Con la redazione di un giornalinoc e n t r a t o s u l p r o b l e m adell�emigrazione abbiamo volutodare un piccolo contributo agliamici dell�UPE non solo perchéne condividiamo le finalitàsocietarie (�promuovere laconservazione, lo sviluppo e latutela dell�identità della terra diorigine degli emigranti�), masoprattutto per focalizzarel�attenzione sugli aspetti vecchie n u o v i d e l f e n o m e n odell�emigrazione. Buona partedei nuovi emigranti, oggi, sonogiovani diplomati o laureati,costretti a lasciare la loro terraper arricchire o valorizzare lapropria professionalità e spessofanno fatica a rientrare nella terrad�origine. Vi è, inoltre, unagrande massa di personeprovenienti da diversi continentiche si spostano per sfuggire allamiseria o per realizzare un anticosogno.Riflettere sulla pluralità dellef o r m e e d e i v o l t idell�emigrazione significa, insintesi, fare il punto sulla qualitàdella nostra vita, sul modello disocietà che vogliamo costruireper noi e per i nostri figli.

Il Consiglio Direttivo

EMIGRANTE LAUREATO

Col computer, con lo zaino firmatoparto per il mondo, emigrante laureato.Non voglio lasciare casa mia,non voglio patir la lontananza,sogno gloriar di mia sostanzapaese, affetti, mamma mia.Busso alle porte dell�azienda:annullato mi è l�esser pensante,acuto amaro, il cuor dolente.Son già straniero!A me del Sud, destino e lacrimefondono ancora.

Maria Romano

Saluto del Sindaco

Cari Matinesi, con l'arrivo dell'estate, sono convintoche si accentuino in modo particolare i sentimentidi nostalgia e malinconia pensando ai luoghi checi hanno dato i natali; soprattutto se chi vive lontanodalla propria terra non ha la possibilità diraggiungere cari ed amici neppure per un breveperiodo.L'obiettivo del periodico Autori Matinesi, cheprende il nome dell'Associazione presiedutadall'amico Tonio Ingrosso, è proprio questo:avvicinarsi il più possibile ai nostri compaesaniresidenti all'estero informandoli sulle novitàriguardanti il paese.A Voi, e naturalmente, ai lettori tutti, va il mio piùcaloroso saluto e l'augurio di trascorrere buonevacanze.Dott. Giorgio A. Primiceri

di Giorgio Toma

Iniziava così una poesia in dialetto matinese che hocomposto molti anni fa e a cui sono molto legatoperché, a causa di un inaspettato successo, mi inco-raggiò a continuare a scrivere nella lingua della miacittà per molto tempo ancora.C�è da dire che non fu un caso se cominciai a com-porre poesie proprio sul tema dell�emigrazione perchétutte le famiglie della nostra Matino, compresa lamia, hanno convissuto con questo fenomeno.E� quasi impossibile trovare qualcuno che non abbiatutt�ora qualche parente emigrato in un paese d�Europao addirittura al di là dell�oceano (vedi statistica apag. 4).

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di Donato stifani e Franco Murrieri

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dalla prima pagina - Matino tra emigrazione ed immigrazione

IL GIORNALE degli Autori MatinesiPAG. 2 LUGLIO 2008

c�era miseria e fame e allora nel 1951, io,Nicola Resta, Cosimo Del Ferro e GginuSicchi partimmo per il Belgio per lavorare inminiera. Passammo prima tante visite medi-che: la prima a Milano,la seconda alla frontieradi Briga, l�ultima a de-stinazione. Te visitavanete capu alli peti, stisu su�nnu màrmuru friddu, tetrattavane comu carne temacellu. Jeu, cari amici,aggiu lavoratu alla mi-niera di Chatelineau,nella zona di Charleroiper diversi anni. Tutti ligiurni dalle ore due dipomeriggio fino a mez-zanotte: facevo il se-condo turno e devo direca su� statu furtunatoperchè passavo la nottein casa. In tant�anni hoevitato incidenti e scia-gure; surtantu na voltanci fose na mezza frana che mi procurò untaglio al volto. Ho evitato anche la silicosiperchè un dottore greco mi consigliò di la-

sciare tutto e tornarmene in Italia. Su� sanu,ma, jeu vagnuni, tegnu i polmoni nìuri, sì litegnu nìuri comu li craùni. Sta bbe ticìa chein miniera tutti si ammalavano, vecchi e carùsi

e molti morivano puruddha ssutta. Non vi ri-cordate tutti quei mortica nci fòsera a Marci-nelle? Addài, adduncafaticava jeu, ne murìanepochi e quelli che mori-vano, morivano per in-cidenti fessi. Imo passatana vita te cani e tuttoquesto per mandare soldia casa. Io ho lavoratotanti anni fuori per lafamiglia e per costruirmiquesta casa ca m�è ccu-stata lu sangu te l�occhi.Ma ticìtime na cosa?Percè mi avete chiesto diraccontare la mia vitad�emigrante?�Perchè sul nostro giornale

stiamo cercando di approfondire il fenomenodell�emigrazione. �Ah!, Allora ci cusì ete,scriviti, scriviti che stare in miniera è comestare in guerra; jeu lassai una querra e nnetruvai n�adda. E giacchè ne truvamu, mo� vidò due ritratti te quannu stìa in Belgio cosili potete mettere sul giornale.Questa è l�entratadella miniera di Chatelineau... e questo sonoio, con mia moglie, cu llu Ntoni Cui e cuSanta Barbara.�Nel ritirare le foto, lo ringraziamo auguran-dogli lunga vita.Questa esperienza di vita raccontata da unodei nostri concittadini, ha messo in evidenzagli enormi sacrifici e il dolore che ha dovutosopportare abbandonando la propria terra perguadagnare un tozzo di pane.

dolorosa nuova migrazione dovela valigia di cartone è stata sosti-tuita dalla ventiquattrore. Natural-mente questa analisi è moltosemplicistica e non vuole averenulla di scientifico ma è solo unasensazione che trova riscontronelle discussioni di tutti i giornie che deve essere da stimolo permeglio pensare al nostro futuropartendo dall�esperienza del pas-sato.Non è proprio il caso di piangerciaddosso o peggio ancora di cerca-re il responsabile o i responsabilidi quanto accaduto anche perchéle migrazioni sono parte dellastoria dell�uomo. Tra l�altro daalcuni anni a questa parte Matinovive anche il fenomeno inverso,perché molti stranieri si sono tra-sferiti nella nostra città.Si conta infatti una nutrita comu-nità proveniente dal Marocco enegli ultimi tempi numerosi sonogiunti dalla Romania.Spesso li notiamo in gruppo vici-no al bar e magari li guardiamocon inquietudine dimenticandoche lì ci sono uomini con il lorobagaglio di storie. A volte ci infa-

stidisce la vivacità dei loro bam-bini o gli strani vestiti delle loromogli ma solo vincendo i pregiu-dizi e attraverso la capacità dicomunicare e dialogare si possonoaccettare. Occorre, pertanto,un�educazione al riconoscimen-to che l�altro esiste anche perchérifiutare tutto ciò può essere unaforma di oppressione.La scuola per questo è fondamen-tale nel senso che può costituireun ponte per l�integrazione nonsolo dei ragazzi ma anche dellefamiglie.Ma oggi c�è paura del �forestiero�e mi riferisco chiaramente a coluiche legalmente viene nel nostropaese con l�unico scopo di lavo-rare. Forse la minaccia alle nostrecose, alla nostra identità, producein noi insicurezza e molto proba-bilmente è il venir meno dei nostrivalori, delle nostre certezze, aprovocare questa sensazione. Unamaggiore conoscenza dell�altroma soprattutto di noi stessi e deiveri valori di riferimento per lanostra vita può essere la soluzione.Certo che per favorire l�integra-zione si deve pretendere il rispetto

della tradizione e della culturalocale perché questo comporta-mento porterebbe a cercare di an-nullare le differenze anzichécostruire le ragioni della convi-venza.Tutto ciò è certamente più facilequando si è fatta esperienza. Per-tanto molti nostri concittadini chehanno vissuto l�emigrazione po-tranno capire quegli occhi malin-conici di questi �stranieri� chehanno impresso nella mente inmodo indelebile i luoghi a lorocari. Guardando i loro occhi po-tranno rivivere quei tempi in cuianche un sapore, anche un odoreo persino un colore rimandavaalla terra natìa così lontana e tri-stemente abbandonata.Duro è il destino dello stranieroe tanti poeti ne hanno saputo can-tare la sofferenza, la nostalgia, lamalinconia dell�esilio ma su tuttimi piace ricordare ciò che scrisseil sommo Dante Alighieri nel can-to XVII del Paradiso:�Tu proverai sì come sa di salelo pane altrui, e come è durocalle lo scender e �l salir perl�altrui scale.

MATINU

Na janca strascina te case,ngenucchiate sutta Santa Parmeta,a mmenzu ficalindie, ulìe argentate,terra russa, sule, crita spaccata,ndoru te limoni,vigne a nù finire a Santa Nestasìa.

Tegnu nnanzi �ll�occhi �sti culorici me pija la malinconia,pensannu a tie, Matinu!

[...] Me sentu cupertu te ricordi,me ballane ntornu mijare te pansieri:lu Cumentu te sira, festa te San Giorgi,li fochi te l�Arcangiulu,le longhe purgissioni,lu silenziu devotu sentennu l�armunìate bande paesane, li vasci balconichini te craste fiurite ca vasane la via!

Le vie te Matinu su beddheallu mbrunire;se ndafriscane susu la porta le cummari,intru casa se sente fervire la pignata,li furesi fannu panari!

Se scarfane li vecchi intra a cantinacu tante passatelle: scinne lu vinuncanna. Se vive a sparascina; [...][...] Gente capace, tutta simpatia,Matinu meu, canzune mai capita!

Stau luntanu te tie, me pija a nustalgiaquannu scuntentu castimu la vita!

Giordano Giannico

Chatelineau - Cosimo De Simone con la moglie e l'amico Ntoni Cui

Miniera di Chatelineau

Cosimo De Simone

dalla prima pagina - A Casa di Cosimo De Simone

IMMIGRATOSperanzoso e povero,gracile, affamato,da naufrago questa terrahai baciato.

Melanconicohai voluto lentamentevolgere ancora lo sguardotra la tua gente,a quella lontana terraarida e a te cara,ma di affermazioni tanti avara.

Dove i tormenti,le discriminazioni,le lacerazioni etnichee, a volte per pretesto,i conflitti religiosi?

Dammi pure la tua manocallosa, irsuta, vitalee se la mia è �morbida�non pensare a male;perchè, amico mio,invidio e lo sa Iddio,la tua � forza, � la pazienzae quella acquisita esperienzache proprio tra quelle ditasono il sale della vita.Se poi, devi andare via...questi versi, oggi, o poesiati riscatteranno un giornosalutando il tuo � ritorno�.

Totò FusaroCiao amico... io son qui.

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IL GIORNALE degli Autori Matinesi PAG. 3LUGLIO 2008

[...]�Stu nnutu ca me ffuca ulìa �rristaccuprima cu mme nne vau te �stu paese,addunca nu� c�è crammu te fatica,addunca se ncaddìscia puru Ddiu.Chiancennu partu an cerca t�adda vita,cercu na vita cu mme sentu viu.*

Questo lo stato d�animo di chi ha dovutolasciare il proprio paese, i propri cariper rifarsi una vita altrove; di chi hadovuto lasciare la propria terra ricca divalori ma � scarcia te fatica�; di quella� ggente cu lli caddi � che nel secoloscorso, con una valigia di cartone hacercato fortuna oltreoceano; di quella�ggente cu matudde� che non vedendosoddisfatte le proprie ambizioni è statacostretta al taglio del cordone ombelicaledalla sua sterile terra per cercare lapropria crescita culturale e la propriaaffermazione in centri più fertili. (esodointellettuale). Se pur forti, tutti hannopianto e tutti hanno lasciato qui a Matinoun pezzo di se stessi. Quel giorno delcommiato, per molti nostri concittadiniil sole si rabbuiò, ma per chi ha avutola fortuna di rientrare, quel sole èritornato a splendere più di prima.

[...] Poi la vita luntanu me purtàue an capu a n�addu munnu me sbattìue �u sule te �sta casa lluntanau.

Ma �a manu me purgìu nu giurnu Ddiu:�stu core ntorna acquai scìu rriturnàue appena iddu rrivàu, lu sule essìu! **

* versi della poesia �Cercu na vita�di Tonio Ingrosso del 2005

**versi della poesia � �U sule essìu�di Tonio Ingrosso del 1985 incisisulla base del Monumentoall�Emigrante di Matino

Presidente: Tonio IngrossoV. Presidente: Cosimo MudoniSegretaria: Fernanda AntonaciConsigliere: Donato StifaniConsigliere: Tonia Romano

altri Soci fondatori:

Alfredo CataldoAntonio De MatteisAnna Maria Delle CastelleRoberto Delle CastelleDonato FilogranaAntonio FortunatoFranco MurrieriPaolo MurrieriGiorgio RomanoMaria RomanoJonny Toma

FINALITA� ( dallo statuto):

Art.1- L�Associazione denominata �Autori Matinesi�

si propone come finalità generale la promozionee la valorizzazione di ogni forma di creatività etalento, nei vari ambiti in cui essi si manifestino,che veda protagonisti cittadini originari o residenti in Matino, al fine di contribuire alla crescitacivile e morale della comunità e alla diffusione di un�immagine positiva di essa.Art. 2 L�Associazione si propone, in particolare,di:a) Conservare e catalogare in un� apposita

sezione tutte le opere scritte da cittadinioriginari o residenti nella città di Matino(Sezione Autori Matinesi)

b) conservare e catalogare ogni altra opera o

prodotto culturale attinente a problematiche relative alla storia e alla cultura della città diMatino e del Salento, che abbiano un parti-colare valore e risultino di interesse collettivo(Sezione Matino e Salento)

c) promuovere la lettura e la consultazione deitesti di cui sopra attraverso iniziative mirate(incontri con l�autore, materiale informativo,dibattiti, ecc.)

d) stimolare, soprattutto nei ragazzi e nei giovani, l�amore e la dedizione alla scrittura, in quantoespressione di creatività e razionalità, stru-mento di confronto e di apertura agli altri,efficace contributo alla costruzione di unasocietà civile fondata sulla continuità di valorie di stili di vita condivisi.

La sede resta aperta nei giorni di Mercoledì e Venerdì ore 18,30 - 20,00per la consultazione dell'archivio e per la consegna del materiale storico-culturale

Per informazioni: Tel. 0833.503427 - Cell. 348.0316472 E-mail: [email protected]

Cariche Socia l i

di Franco Murrieri

Albania

(Chiantu anticu)

E� tantu ca spattava �stu mumentu!(te quannu àggiu mparatu cu caminu)Ca cercu trha la raggia e lu turmentucu bisciu ci lu canciu lu destinu.Stà cuardu na valice menza perta,ddrha fore s�à riccotu quarche amicu,e mentre penzu a quiddrhu ca me spettachiance �stu core meu... nu chiantu anticu:-terra mia beddrha, cara terra mia,sta rriva l�ura ca t�àggiu lassaree già sta penzu a quanta nustargiaca notte e giurnu m�aie rrusacare,ma tocca me nne vau, ( e tie lu sai)bba cercu quiddrhu ca nu� nc�ete aqquai:nu picca cchiui te pane e menu cuai.La fede e la speranza pè lu crai.Ma nu� te proccupare, sai ? Te lassututti i ricordi te la vita mia,ncucchiati unu pè unu, passu, passue mmuntunati a nn�angulu te via.Ddrha via ca m�aie vistu vagnunceddrhu,(addrha ci nc�ete puru �a casa mia)addrhunca su� crisciutu povareddrhucu picca pane e tanta fantasia.E lassu addrhai �na vecchiareddrha amata,sattata propiu su� lu limmitare.Ca lassu sula , mara e scunzulata.(E ca nu� sacciu quantu pò spattare)Intrha �na strittuleddrha lassu �u core,(addrhunca me battìu la prima fiata)quannu na caruseddrha nnamuratame riccalau do lacrime t�amore.L�anima poi, la lassu a �nu cabbianu,cusì, quannu se mpoggia su� ddrhu scojiu,puru ca ieu me trhou tantu luntanu,pozzu turnare quante fiate ojiu.- --------------Stà cuardu �sta valice ncora perta,intrha aggiu misu la ricchezza mia:quarche paru te cazi, �na majietta,nu giaccu, na camisa.. e �sta poesia.Terra mia beddrha, cara terra mia,na cosa ncora ieu tanìa te tire,ma spettu cu lla tici ssignuria.Spettu cu ddici...: no! nu� te nne scire!

Matino - Monumento all-emigrante

�U sule essìudi TONIO INGROSSO

Associazione Autori Matinesi

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IL GIORNALE degli Autori MatinesiPAG. 4 LUGLIO 2008

Sono passati oltre 9 anni da quandotra il nostro comune di Matino edil comune svizzero di Niederbippsi è stabilito un rapporto di gemel-laggio.Era infatti il 1999 quando con lacollaborazione del nostro concitta-dino Giuseppe Scolozzi e del Cir-colo emigranti di Niederbippriuscimmo a concretizzare il nostrodesiderio.L�Amministrazione comunale diquel periodo, presieduta dal dott.

Cosimo Romano, aderì con entusia-smo e vivo interesse a tale iniziativae si attivò per rendere operativo ilprogetto.Il nostro proposito era quello dicreare dei rapporti di interscambioeconomico e culturale tra la nostrarealtà e quella di un paese, Nieder-bipp, che è stata una �casa� permolti nostri concittadini, che peroltre 40 anni per motivi di lavorovi si erano trasferiti e dove, grazieall�ospitale accoglienza dei suoiabitanti, hanno avvertito con minordolore il distacco dal proprio amatopaese.Il bilancio di questo primo decennioè, a mio parere, positivo: dal 2001,infatti, è iniziato e sempre più si èintensificato uno scambio di visite,che spero continuino nel tempo, chehanno consentito di conoscere sem-pre meglio le reciproche culture estili di vita e di rafforzare il legameaffettivo e umano.La �Festa dell�emigrante 2008� èl�occasione propizia per ringraziarele amministrazioni comunali delledue città, che hanno sostenuto econtinuano a sostenere il nostroprogetto, i cui benefici si riverseran-no anche a favore delle future ge-nerazioni.

Jentu te tramuntanaca scinni de lu norduulìa cu te cercunu favore,a ccinca sta� luntanae me ole beneporta nu salutue ddò palore.Salùtame MATINUpaese meu beddhu,terra benaditta�ddhu nascèi,lu tata meu,ddhu pouru vecchiareddhue tutta la genteca jeu canuscèi.La casiceddha mia,ca nu la vìsciu cchiuite tanti longhi anni,quannu vagnuni nuisciucavane in allegriatra cumpagni.Quanti ricordi pàssenepe� la mente,ma tuttu pe� mmie oramaiete sonnu luntanu.Ah! Jentu, jentu,tie sulamentepoti purtare �stu salutusulla manu.Quannu passide lu cimiteru,addhi ca riposa mpace�a mamma mia,lu meu panzieriaddhai cerca cu llu lassi,e lassi lu salutu

cchiù sinceru.Mentre passi fiscannute menzu lli chiuppi,me raccumannu...nu tte riscurdare,pe� lli santi mortina preghierae pe� lli vivinu salutu a tutti.Nu patarnosciumannu a nostru Signoree sulamente tielu poti purtare,jeu preu sempree speru nci �rrivarecu pozzu nu giurnua MATINU riturnare!!!

Al 18 giugno 2008, 2107 nostri concittadini, di cui 1155 maschi e 952 femmine risultano iscritti all�Aire,ossia nel registro dei residenti all�estero. Il maggior numero è presente in Svizzera ( 1454 ), seguono laGermania ( 302 ), il Belgio ( 103 ), la Francia ( 99 ) ed il Regno Unito ( 81 ).

di Alfredo Cataldo

Matino-Niederbipp:bilancio di 10 anni di attività

Preghiera allu jentu

Fernando Romano

GENTE CHE VA E GENTE CHE VIENE

Na face nìura, quasi te murire.percè nu bruttu mumentu sta passavac�alla cara terra sua n� ìa ddireca se ndìa scire, perciò sta lla lassava.

L�ìa vista aprire l�occhi e caminare,fucire senza scarpe a menzu foree moi, �nvece l�ìa salutarecu na tòja forte, forte inthra lu core.

Chiangendu se ccunzava la valiscia:te cartune e nna corda nturtijata,quatthru pezze: na camisa e na curisciacu sse pozza buscare la sciurnata.

S�ìa mmintire te parte quarche liracu sse pozza nu giurnu mmaritare,cu sse ccite te fatica mmane e siracu pozza nu giurnu riturnare.

Na ucca mara, mara te valenu,s�à ntisu quasi, quasi ca murìaquandu ddhru fischiu à ncamminatu

u trenu:cu sse nde torna a rretu propiu ulìa.

U nnùticu tu chiantu lu nfucava,percè ìa lassatu u tata e i pari sua,ci sape a dhrai cci ggè ca lu spattava!Sordi, sì : ma nu �nn�era a terra sua!

di Fernanda Antonaci

A terra sua

Per la realizzazione di questa pubblicazione si ringrazia: MARSANO VINCENZO Impianti Idrici-termici e gasSede: Via Garibaldi, 142 -Tel. e Fax 0833.507056 - MATINO - Esposizione: Via Catania, 20 - MATINO

di Vincenzo Marsano