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Vie Normali delle Dolomiti Marmolada Roberto Ciri Vie Normali delle Dolomiti Gruppo della Marmolada Guida escursionistica ed alpinistica delle vie normali di salita alle principali cime del gruppo Massiccio della Marmolada, Catena del Padon, Collac-Buffaure, Monzoni-Vallaccia, Costabella-Cima Uomo, Ombretta-Ombrettola, Catena dell’Auta NORDPRESS

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Vie Normali delle Dolomiti

Marmolada

Roberto Ciri

Vie Normali delle Dolomiti

Gruppo della Marmolada

Guida escursionistica ed alpinistica delle vie normali di salita alle principali cime del gruppo

Massiccio della Marmolada, Catena del Padon, Collac-Buffaure, Monzoni-Vallaccia,

Costabella-Cima Uomo, Ombretta-Ombrettola, Catena dell’Auta

NORDPRESS

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Marmolada

Indice generale Presentazione Avvertenze In caso di emergenza Introduzione al Gruppo della Marmolada Rifugi e bivacchi Guida alla consultazione Indice per sottogruppi: Catena del Padon Tabella riassuntiva Cima Belvedere – 2663 m Cime di Agnerezze – 2352 m Col de Cuc – 2563 m Cresta del Larice – 2526 m La Mesola – 2727 m La Mesolina – 2642 m Le Forfesc – 2585 m Monte Laste – 2441 m Monte Migogn Est – 2384 m Monte Migogn Ovest – 2389 m Padon – 2512 m Piz Guda – 2132 m Sass de Roi – 2372 m Sasso Beccè – 2534 m Sasso Cappello – 2557 m Massiccio della Marmolada Tabella riassuntiva Col dei Bous – 2494 m Gran Vernel – 3210 m Monte Serauta – 3069 m Piccolo Vernel - 3098 m Punta Penia (normale) – 3343 m Punta Penia (cresta W) – 3343 m Punta Rocca – 3309 m Punta Serauta – 2962 m Sass de la Ciaures – 2511 m Sass del Mul – 2301 m Sottogruppo Ombretta-Ombrettola Tabella riassuntiva Cima Ombretta Est – 3001 m Cima Ombretta di Mezzo – 2983 m Cima Ombretta Ovest – 2998 Cima Ombrettola – 2931 m Monte La Banca – 2875 m Pizzo Forca – 2286 m Punta Cigolé – 2815 m Punta del Bachet – 2800 m Punta del Formenton – 2937 m Sasso della Palazza – 2214 m

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Marmolada

Sasso di Valfredda – 3009 m Sasso Vernale – 3058 m Sottogruppo Collac-Buffaure Tabella riassuntiva Collac – 2715 m Col Bel – 2436 m Crepa Neigra – 2534 m L’Aut - 2515 m Punta Varos – 2460 m Roseal – 2540 m Sass de Dama – 2430 m Sass de Peredafec – 2138 m Sass de Porcel – 2490 m Sasso Bianco – 2431 m Sasso di Rocca – 2618 m Sasso di Rocca Est – 2575 m Sasso di Rocca Ovest – 2610 m Sasso Nero – 2605 m Spiz de Sot Forcela – 2484 m Catena dell’Auta Tabella riassuntiva Cima de Pian - 2359 m Cima dell'Auta Est – 2624 m Cima dell'Auta Ovest – 2602 m Cime di Pezza - 2396 m Col Becher – 2444 m Corno Nero – 2490 m Crepa Rossa – 2360 m Monte Alto – 2545 m Monte Pezza – 2408 m Monte Pianezza – 2320 m Piz Zorlet – 2378 m Punta di Barbacin – 2524 m Punta Palazza – 2160 m Sasso Bianco – 2407 m Catena Costabella-Cima dell’Uomo Tabella riassuntiva Bassa del Ciadin – 2697 m Cima Cadina Centrale – 2850 m Cima Cadina Est – 2885 m Cima Cadina Ovest – 2869 m Cima della Campagnaccia – 2737 m Cima dell'Uomo – 3010 m Cima di Col Bel – 2805 m Cima di Costabella – 2762 m Cima di Laste – 2731 m Col Ombert – 2670 m Gran Lastei – 2716 m Monte Palon – 2249 m Monte Pecol – 2302 m Piccolo Lastei – 2697 m Punta del Ciadin – 2919 m

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Marmolada

Punta dell’Ort – 2689 m Punta delle Vallate – 2837 m Sass dal Pief – 2585 m Sasso di Costabella – 2730 m Sasso di Tasca – 2866 m Sottogruppo Monzoni-Vallaccia Tabella riassuntiva Cima Costella - 2559 m Cima Malinverno – 2630 m Cima Rizzoni – 2647 m Mezza Luna – 2628 m Pale Rabbiose – 2474 m Piz Meda – 2200 m Punta d’Allochet – 2582 m Punta delle Selle – 2593 m Punta Vallaccia – 2637 m Sass Aut – 2555 m Sass da la Giona – 2575 m Sass Morin – 2373 m Sasso delle Dodici – 2446 m Sasso delle Undici – 2557 m Sasso delle Undici da Vich – 2405 m Sasso di Croce – 2232 m Sasso di Toalac – 2330 m Elenco alfabetico delle cime Recapiti e numeri utili Ringraziamenti

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Marmolada

Presentazione

Per “via normale” o “via comune” si intende la via più facile, logica ed intuitiva di salita ad una cima montuosa e generalmente coincide con la via seguita dai primi salitori. Alcune vie normali sono delle semplici camminate che portano alla cima di una montagna, altre costituiscono dei percorsi alpinistici impegnativi che richiedono capacità tecniche di arrampicata su roccia, neve e ghiaccio e l'utilizzo dell'attrezzatura alpinistica.

Spesso risulta difficile reperire le informazioni relative alla salita di una cima, soprattutto se poco nota: non sempre le vie di salita sono rappresentate sulle carte escursionistiche o lo sono con la simbologia di sentiero a puntini rossi o neri che, pur essendo ben nota come "sentiero per esperti", può indurre a pensare alla possibilità di salire ad una cima senza fornire informazioni sulle difficoltà che si possono incontrare. Viceversa la mancanza di un sentiero rappresentato su una carta escursionistica può far perdere la possibilità di salire una bella cima, magari per un percorso facile.

Questa guida intende fornire delle informazioni il più possibile dettagliate e precise sulle vie di salita a 102 cime montuose del Gruppo della Marmolada, dedicando ad ognuna una scheda con descrizione del percorso, tempi e dislivelli di salita e totali, difficoltà, attrezzatura necessaria o consigliata e quanto altro possa essere utile per documentarsi prima di effettuare la salita della cima. Tali informazioni sono state raccolte dall'autore in quasi due anni di escursioni e salite delle cime e sono soggettive e relative a quanto rilevato dall'autore, pertanto possono variare da persona a persona.

Per tutte le vie normali presentate è indispensabile un adeguato equipaggiamento, suggerito nelle relative schede. Ovviamente è indispensabile saperlo utilizzare correttamente, magari avendo frequentato un apposito corso di alpinismo, roccia o ghiaccio presso una scuola di Guide Alpine o del Club Alpino Italiano. Non improvvisatevi rocciatori solo perché avete un imbraco ed uno spezzone di corda! Chi effettua salite su vie di roccia o ghiaccio deve essere in grado di effettuare le necessarie manovre di corda, per assicurazione del compagno, autoassicurazione, calata in corda doppia ed autosoccorso della cordata.

Per quanto riguarda l'allenamento si sa: il migliore allenamento per andare in montagna è… andare in montagna! In ogni caso prima di affrontare percorsi lunghi e faticosi assicuratevi di essere ben allenati fisicamente ed in buone condizioni di salute e di alimentazione: in montagna, soprattutto con il sopraggiungere repentino di condizioni ambientali ed atmosferiche avverse, lo sfinimento è un pericolo da non sottovalutare!

Affrontate con la dovuta preparazione le cime del Gruppo della Marmolada potranno offrire sicure soddisfazioni escursionistiche ed alpinistiche agli appassionati di montagna e delle Dolomiti in particolare. Questa guida ha quindi l’intento di essere un ausilio per gli escursionisti che vogliano conoscere più a fondo i percorsi su queste montagne, dalle facili escursioni alle salite di carattere più alpinistico, ed un mezzo per mantenere viva la frequentazione di sentieri e cime in alcuni casi poco noti o quasi dimenticati, che un tempo furono testimoni del sacrificio e dell’eroismo di tanti Alpini che vi combatterono. Un piccolo omaggio alla Regina Marmolada ed alla sua corte di vette, in uno degli ambienti naturali più belli e ricchi di storia delle Dolomiti.

L’Autore

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Marmolada

Avvertenze

Le cime presentate sono state salite dall’autore che si è impegnato a fornire informazioni dettagliate ed aggiornate sui percorsi di salita, vie di accesso e punti di appoggio. La frequentazione della montagna è altresì soggetta a condizioni variabili di anno in anno o anche su tempi brevi, dipendenti spesso dalle condizioni meteorologiche e dallo stato del terreno, nonché a pericoli oggettivi e soggettivi a cui si espone chi decide di salire una cima montuosa. È sempre necessario considerare la possibilità che, successivamente alla stesura delle relazioni, siano intervenuti dei cambiamenti ambientali anche radicali, sia nello stato ambientale dei luoghi che nelle condizioni tipiche della montagna (frane, smottamenti, crolli, rottura di ancoraggi di vie ferrate e vie di roccia, scomparsa di nevai e ghiacciai, ripristino di vecchi percorsi, costruzione di nuove strade e sentieri, trasformazione di sentieri in strade, ecc...). Pertanto le informazioni fornite devono essere prese come punti di riferimento per poter organizzare l'ascensione e non vogliono costituire un dato assoluto nel tempo, valido per ogni escursionista o alpinista.

La pratica delle attività in montagna esige una conoscenza dei pericoli oggettivi legati all’ambiente in cui ci si inoltra e l'accettazione di un grado di rischio adatto alle proprie capacità. Le persone che decidono di effettuare la scalata di una cima, utilizzando le informazioni riportate nelle schede di salita, sono pertanto da considerarsi le uniche responsabili di qualsiasi evento possa occorrergli durante la salita o discesa dalla cima svolta seguendo le indicazioni fornite nelle schede, tenendo presente la soggettività delle stesse e le proprie capacità escursionistiche, alpinistiche, tecniche, psicofisiche, di allenamento e di utilizzo delle attrezzature alpinistiche necessarie o consigliate. In alcun modo l’autore potrà essere considerato responsabile dello svolgimento della salita e di qualsiasi danno arrecato a persone o cose o incidenti di qualsiasi natura che possano derivare dall'utilizzo o dall’interpretazione di tali informazioni.

Tutte le fotografie, se non diversamente specificato nella didascalia, sono dell’autore. Per motivi di spazio si è data priorità alle informazioni ed alle immagini con i percorsi delle vie, pertanto non sempre sono presenti immagini di dettaglio o relative a passaggi particolari della salita.

In caso di emergenza: come effettuare una chiamata di soccorso In caso di incidente o di reale necessità contattare il Soccorso Alpino al n. 118, rispondendo con calma e dettagliatamente alle domande dell’operatore e comunicando le seguenti informazioni standard in modo da velocizzare l’intervento dei soccorsi e non creare confusione:

− dati di identificazione dell’infortunato − luogo esatto dell’incidente e riferimenti visivi per individuarlo − descrizione dell’attività svolta e numero delle persone coinvolte − numero dei feriti e condizione sanitaria degli stessi − condizioni meteorologiche sul luogo dell’incidente e presenza di eventuali ostacoli (visibilità,

vento, pareti rocciose, alberi, linee elettriche, seggiovie, funivie, skilift o altri impedimenti all’atterraggio di un elicottero)

− recapito telefonico da cui si chiama (n. di cellulare, n. telefono rifugio) − lasciare libero il recapito telefonico successivamente alla chiamata − se si chiama da un rifugio non allontanarsi dal posto di chiamata

Nel caso in cui non si abbia la possibilità di chiamare il Soccorso Alpino utilizzare il metodo di segnalazione visiva (torcia) o sonora (fischietto) ad intermittenza: 6 segnali al minuto (1 ogni 10 sec.) seguiti da una pausa di 1 minuto, poi ripetere la segnalazione. Per rispondere ad una segnalazione di soccorso utilizzare 3 segnali al minuto (1 ogni 20 sec.) seguiti da una pausa di 1 minuto, poi ripetere la segnalazione. In presenza di un elicottero in sorvolo sulla zona dell’incidente segnalare la necessità di intervento alzando e muovendo entrambe le braccia; se invece non si necessità di intervento segnalarlo alzando un solo braccio.

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Marmolada

Introduzione al Gruppo della Marmolada

Il Gruppo della Marmolada costituisce un vasto complesso di catene, massicci e cime montuose che sorge nella zona centrale delle Dolomiti, delimitato da valli e località turistiche di richiamo: da Moena a Canazei lungo la Val di Fassa ad ovest, da Canazei a Livinallongo attraverso il Passo Pordoi a nord, da Livinallongo a Cencenighe Agordino passando per Alleghe ad est e a sud da Falcade e la Val San Pellegrino con l’omonimo passo. Generalmente il gruppo viene identificato con il massiccio dominato dalla cima più alta della Marmolada stessa ed il suo esteso ghiacciaio, ma in effetti questi ne costituiscono solo il cuore, mentre l’intero gruppo è ben più vasto e costituito da altri sei sottogruppi. A nord del Passo Fedaia si estende la verdeggiante “Catena del Padon”, una lunga cresta di origine vulcanica su cui si elevano diverse cime con percorsi di salita per lo più escursionistici; segue verso sud il vero e proprio “Massiccio della Marmolada”, di cui fanno parte anche le cime dominate ad ovest dalla mole del Gran Vernel; oltre la lunga e maestosa parete sud della Marmolada si estende il “Sottogruppo Ombretta-Ombrettola” che costituisce il centro del gruppo, dominato dal piramidale Sasso Vernale. Spostandosi a nord-ovest il “Sottogruppo Collac-Buffaure” chiude il lato settentrionale della bella Val San Nicolò, definito da linee più morbide con elevazioni nuovamente di origine vulcanica; ad est si estende l’appartata “Catena dell’Auta” in cui cime di calcare si alternano ad intrusioni di rocce magmatiche. Il confine meridionale del gruppo è delimitato dalla “Catena di Costabella-Cima dell’Uomo” che domina la Val San Pellegrino e con le sue cime dolomitiche costituisce una delle più belle traversate del gruppo; chiude ad ovest di questa il “Sottogruppo dei Monzoni-Vallaccia”, con la sezione dei Monzoni originata ancora da intrusioni vulcaniche e quella della Vallaccia nuovamente di origine calcarea.

Proprio le caratteristiche geologiche d’insieme del gruppo ed i processi orogenetici che ne hanno determinato la formazione e l’evoluzione costituiscono motivo di continua varietà dei paesaggi e dei percorsi, per cui l’escursionista si trova immerso in ambienti con tratti tipicamente dolomitici alternati ad altri di aspetto più alpino. A dispetto di zone ad alta frequentazione come la Valle di San Nicolò, la Val Contrin, il ghiacciaio della Marmolada e la Catena del Padon, l’escursionista amante dei percorsi più solitari e selvaggi potrà trovare maggiore soddisfazione frequentando alcuni angoli particolarmente appartati e cime meno visitate che, pur richiedendo avvicinamenti più lunghi, ripagano con la possibilità di percorrere sentieri a volte appena visibili e lungo cui incontrare branchi di camosci o stambecchi.

L’andamento delle catene e delle linee di cresta offre la possibilità di effettuare lunghe traversate anche di più giorni, facilitate dalla presenza di più di quaranta punti di appoggio fra rifugi e bivacchi. Consigliabili sono le lunghe traversate dalla Val San Nicolò a Malga Ciapela attraverso la cresta dei Monzoni, la cresta di Costabella, il Passo Cirelle e la Valle Ombretta o transitando per il Col Ombert e le Cime Ombretta; la traversata da Fuchiade a Sottoguda attraverso le Cime dell’Auta e le Cime di Pezza; la traversata da Pera di Fassa al Col Ombert attraverso le creste di Col Bel e Roseal, con ritorno per la Valle di San Nicolò. Tutta la zona offre inoltre testimonianze storiche di grande interesse legate alla Grande Guerra del 1915-18: a distanza di quasi cento anni dalle cruente vicende della guerra rimangono ancora oggi innumerevoli resti di camminamenti, appostamenti, trincee, baracche, postazioni, caverne e finestre nella roccia, schegge di bombe e bossoli che raccontano i difficili momenti di vita e di morte in zone che oggi appaiono come piccoli paradisi terrestri. Alcuni percorsi di guerra sono stati ripristinati e trasformati in percorsi attrezzati, come la via ferrata delle Trincee dalla Mesola alla Mesolina, l’Alta Via Bepi Zac sulla cresta di Costabella o il percorso storico dalla Forcella alla Punta Serauta. Luoghi impervi e severi in cui per tre anni combatterono i soldati italiani ed austriaci: in particolare non si può dimenticare l’opera svolta dagli Alpini della 206° Compagnia del Btg. Valcordevole, comandati dal Cap. Arturo Andreoletti (fondatore dell’A.N.A. nel 1920), a cui si deve la maggior parte dei percorsi e sentieri presenti in tutto il settore Ombretta-Ombrettola.

All’escursionista che intraprende i percorsi fra valli e cime della Marmolada si presentano dunque numerose possibilità per conoscere a fondo questo gruppo dolomitico, affrontando dislivelli generalmente non eccessivi e su sentieri per lo più ben tracciati e segnalati. Alcune zone più isolate e poco frequentate richiedono una maggiore capacità di orientamento ed esperienza, seguendo tracce poco evidenti e qualche fatica in più, ma ripagano con un rinnovato senso di avventura e scoperta. La salita alla maggior parte delle cime è segnalata e non comporta difficoltà alpinistiche;

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Marmolada

in ogni caso allenamento, passo sicuro e buone condizioni meteorologiche sono condizioni fondamentali per la buona riuscita delle escursioni. Rifugi e bivacchi Catena del Padon Rif. Padon – 2407 m Località: Passo Padon Telefono: 0437 / 722002 Posti letto: 2 Locale invernale: si Periodo apertura: estiva: 20/06 – 20/09, invernale: 01/12 – 25/04 Accessi: dal P.so Fedaia per sent. 669 in 0,40 h Ascensioni: Padon, La Mesolina, M. Laste Rif. Gorza (Porta Vescovo) – 2478 m Località: Porta Vescovo Telefono: 0436 / 79244 Posti letto: 2 Locale invernale: no Periodo apertura: estiva: luglio – settembre, invernale: dicembre - aprile Accessi: dal lago Fedaia per sent. 698 in 1 h Ascensioni: Belvedere, Le Forfesc, La Mesola Baita Fredarola – 2388 m Località: Fredarola Telefono: 0462 / 602072 Posti letto: 25 Locale invernale: no Periodo apertura: estiva: 15/06 – 15/09, invernale: dicembre-aprile Accessi: dal P.so Pordoi per sent. 601 in 0.30 h Ascensioni: Col de Cuc, Sasso Cappello Rif. Sass Becè – 2423 m Località: Belvedere del Pordoi Telefono: 0462 / 602084 Posti letto: 3 Locale invernale: no Periodo apertura: estiva: giugno-settembre, invernale: dicembre-aprile Accessi: dal P.so Pordoi per sent. 601 in 0.30 h Ascensioni: Col de Cuc, Sasso Cappello

Rif. Migon – 1850 m Località: Laste - Pian della Leda Telefono: 0437 / 529010 Posti letto: 14 Locale invernale: si Periodo apertura: 15/06 – 30/10 Accessi: dalla strada per Passo Fedaia Ascensioni: Crepe Rosse, M. Laste, Padon Rif. Viel del Pan Località: Pre de Ciapel Telefono: 0462 / 601323 - 0462-601720 Posti letto: 14 Locale invernale: no Periodo apertura: 15/06 – 15/09 Accessi: da Fedaia per il sent. 601 in 2 h Ascensioni: Sasso Cappello, Col de Cuc, Le Forfesc, Cresta del Larice Biv. Bontadini – 2550 m Località: Mesolina Posti letto: 6 Locale invernale: si Periodo apertura: permanente (chiave sopra la porta) Accessi: dal Passo Fedaia per il sent. 699 in 1,30h (E), da Arabba con impianti verso Porta Vescovo o per sent. 698 e 699 in 3h Ascensioni: La Mesolina ecc….

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Marmolada

Guida alla consultazione

Ogni scheda di una cima riporta i dati riassuntivi della salita, una introduzione, le informazioni sull’accesso dal punto di partenza e la descrizione dell’effettivo percorso di salita. Quando possibile l’immagine della cima riporta una traccia rossa che rappresenta il percorso dell’ascensione. Le informazioni fornite nelle schede sono così definite:

Quote altimetriche: le quote riportate sono quelle indicate nelle carte topografiche utilizzate come riferimento per l’escursione o, se diverse, corrispondono a quanto già presente in letteratura. In ogni caso non si tratta di misurazioni altimetriche effettuate dall’autore. Punto di partenza: luogo da cui ha inizio l’escursione complessiva e non la via normale alla cima. Regione e provincia: in alcuni casi le vie di salita sono all'interno di un territorio regionale diverso o confinante con la regione in cui si trova la cima, o le cime si trovano proprio sulla linea di confine. Si considera quindi appartenente ad una data regione la cima, e non la via di salita, e per le cime poste lungo la linea di confine vengono riportate entrambe le regioni e province di appartenenza. Versante salita: versante su cui si svolge l’effettiva via normale. Dislivello salita: è calcolato come differenza fra la quota del punto di partenza e la quota della cima, eventualmente aumentata dai dislivelli di salita intermedi dovuti a saliscendi. Dislivello totale: somma del dislivello di salita, discesa ed eventuali dislivelli intermedi. Tempo salita: si riferisce al percorso completo dal punto di partenza alla cima, e non al solo tratto della effettiva via normale. I tempi riportati si adattano ad escursionisti discretamente allenati, in grado di effettuare 400-450 m/h di dislivello in salita e 500-600 m in discesa. Talvolta le caratteristiche dell’itinerario permettono il superamento di un certo dislivello in tempi inferiori o superiori alla media; per itinerari molto diretti il tempo si riduce. In ogni caso i tempi sono sempre arrotondati in eccesso, non comprendono eventuali pause durante il percorso e risultano spesso più brevi rispetto a quanto riportato dai cartelli segnaletici lungo i sentieri. Nel caso di escursioni non giornaliere gli orari sono riferiti al tempo totale di salita e al tempo dell’intera escursione. Tempo totale: somma del tempo di salita e di discesa. Tipo di salita: descrive il tipo di terreno che prevale durante la salita dell’effettiva via normale, escluso dunque il percorso di avvicinamento, secondo le seguenti tipologie:

Sentiero segnato: itinerario che si svolge lungo un sentiero ben tracciato, con numerazione, segnavia e cartelli di indicazione

Sentiero e traccia segnata: itinerario che alterna tratti di sentiero ben tracciato a tratti meno evidenti in cui si trasforma in traccia

Traccia segnata: itinerario che si svolge lungo un sentiero non sempre ben evidente e spesso stretto, ma con segnavia e cartelli di indicazione

Traccia non segnata: itinerario su sentiero poco evidente, spesso stretto e privo di segnavia e cartelli di indicazione

Traccia e roccette, passaggi su roccia: itinerario su traccia stretta e poco evidente, con tratti su terreno roccioso e facili passaggi su roccia

Sentiero attrezzato: itinerario che presenta tratti attrezzati con funi metalliche e che richiede l’utilizzo di imbraco, cordino e moschettoni

Sentiero e traccia, via ferrata: itinerario con alternanza di sentiero e traccia poco evidente, con accesso alla cima tramite via ferrata

Via ferrata: itinerario che richiede l’utilizzo di imbraco, cordino, dissipatore e moschettoni e con difficoltà tecniche

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Marmolada

Traccia con ometti: itinerario su sentiero poco evidente ma con ometti di sassi ad indicare il percorso

Senza traccia: itinerario senza alcuna traccia e segnalazione, ma per lo più intuitivo e logico su terreno non difficile

Via di roccia: salita lungo una via su parete o cresta rocciosa che richiede l’uso della corda e dei materiali per l’arrampicata

Traccia su ghiacciaio: itinerario che si svolge su un ghiacciaio lungo una traccia generalmente già presente

Difficoltà: la maggioranza degli itinerari sono di livello escursionistico, ma alcune ascensioni per l’altitudine e la presenza di tratti su roccia, nevai o ghiacciaio sono da considerarsi di livello alpinistico e richiedono una adeguata preparazione ed equipaggiamento. Nelle schede sono quindi riportate le difficoltà escursionistiche o alpinistiche a seconda del tipo di terreno da affrontare e dell'eventuale utilizzo di attrezzatura tecnica. La simbologia utilizzata segue la scala escursionistica, quella alpinistica UIAA (Welzenbach) per i gradi di difficoltà su roccia e quella francese sulla valutazione d’insieme della salita. Scala Escursionistica:

Si utilizzano le quattro sigle per differenziare l'impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico e definire il limite tra difficoltà escursionistiche ed alpinistiche.

T – turistico Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e segnati, di solito sotto i 2000 metri e con piccoli dislivelli. Richiedono una conoscenza base dell'ambiente montano, allenamento alla camminata ed equipaggiamento da escursione. E – escursionistico Itinerari che si volgono su terreni di ogni genere (pascoli, creste non rocciose, pietraie) con evidenti tracce di passaggio e solitamente con segnalazioni; possono comprendere tratti senza tracce, pendii detritici o erbosi non ripidi e non esposti, attraversamento di nevai non ripidi o zone rocciose senza passaggi su roccia, a volte anche attrezzati che però non necessitano dell'utilizzo di equipaggiamento da via ferrata. Richiedono senso di orientamento, esperienza nell'ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati. EE - per escursionisti esperti Itinerari non sempre segnalati o scarsamente segnalati, che implicano la capacità di muoversi su sentieri o tracce su terreno impervio, infido o esposto (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti, pietraie, nevai ripidi), a quote relativamente elevate. Presentano tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche o attrezzati e necessitano di esperienza di montagna e buona conoscenza dell'ambiente alpino, passo sicuro, piede fermo, assenza di vertigini, equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati. EEA - per escursionisti esperti con attrezzatura Itinerari su vie ferrate o percorsi alpinistici attrezzati, dove la frequenza degli ancoraggi, l’impegno fisico richiesto e l’esposizione rendono necessario l’uso di attrezzature per l’autoassicurazione (imbraco, moschettoni, dissipatore, cordini) e l’eventuale assicurazione reciproca tramite corda durante la progressione.

Scala Alpinistica UIAA: Si utilizzano i gradi di difficoltà su roccia fino al III; vie di salita oltre tale grado non sono state prese in considerazione in questa guida dal momento che costituiscono vere e proprie vie di arrampicata che esulano dal tipo di vie normali qui descritte.

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Marmolada

I Facile

È la forma più semplice di arrampicata, bisogna scegliere l'appoggio per i piedi e con le mani si utilizzano frequentemente appigli, ma solo per mantenere l’equilibrio.

II Poco difficile

Si richiede lo spostamento di un arto per volta ed una corretta impostazione dei movimenti. Appigli ed appoggi abbondanti.

III Abbastanza difficile

La struttura rocciosa è ripida o addirittura verticale, appigli ed appoggi sono meno abbondanti e può richiedere talvolta l'uso della forza. I passaggi non sono ancora obbligati.

Aggiungendo ad ognuno di questi gradi il segno di più (+) o meno (-) accanto alla sigla si ottengono i gradi intermedi.

Difficoltà Alpinistiche - Valutazione d'insieme: Si tratta di una valutazione complessiva, sia del livello tecnico che dell'impegno globale (fisico e psichico) richiesto da una ascensione. Non rappresenta né la somma né la media delle difficoltà tecniche dei singoli passaggi. Influiscono l'asprezza della montagna, l'isolamento, la variabilità di condizioni del terreno (se misto), la qualità della roccia, la difficoltà di una ritirata in caso di necessità, la possibilità di predisporre punti di assicurazione, ecc... Viene espressa mediante le sigle seguenti (qui utilizzate fino al grado AD), con l’aggiunta del segno di più (+) o meno (-) accanto alla sigla per ottenere i gradi intermedi:

F F+

Facile (non presenta particolari difficoltà)

PD- PD PD+

Poco difficile (presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia e neve, passaggi di roccia di II grado, pendii di neve/ghiaccio fino a 45°)

AD- AD AD+

Abbastanza difficile (difficoltà alpinistiche su roccia e ghiaccio, passaggi di roccia di III grado, pendii di neve/ghiaccio fino a 60°)

Punti di appoggio: quando presenti sono indicati i possibili punti di appoggio per effettuare la salita, come rifugi, malghe e bivacchi, che comunque non costituiscono il punto di partenza. Attrezzatura: in ogni scheda è riportata l’attrezzatura consigliata per la salita, indicata dalle seguenti icone:

Scarponi

Piccozza

Caschetto da roccia

Ramponi

Imbraco

Rinvii

Set da ferrata

Nuts e friends

Moschettoni

Chiodi da roccia

Corda

Viti da ghiaccio

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Marmolada

L’utilizzo dei materiali consigliati costituisce spesso una condizione necessaria per effettuare la salita in sicurezza (come nel caso di vie ferrate o ghiacciaio); in particolare dove viene indicato l’utilizzo della corda si intende non solo la corda stessa, ma anche tutto ciò che consente di effettuare una assicurazione o una sosta e sottintende la capacità di utilizzare tale materiale (cordini, fettucce, moschettoni, nuts e friends). Periodo consigliato: in generale il periodo consigliato per le salite si riferisce ai mesi in cui il terreno è sgombro dalla neve; nel caso di salite effettuabili anche con neve viene indicato come periodo consigliato “tutto l’anno”, pur dovendo tenere conto delle condizioni del manto nevoso, del rischio valanghe e dell’attrezzatura necessaria per effettuare l’escursione (piccozza, ramponi, racchette da neve, ghette). Valutazione: rappresenta una valutazione soggettiva dell’autore che tiene conto di aspetti quali la varietà del percorso, le caratteristiche ambientali, il panorama, gli aspetti alpinistici, l’isolamento, ecc… ed è espressa tramite una scala da 1 a 5 icone di cime montuose. Frequentazione: esprime in modo generico ed indicativo il grado di frequentazione della cima, con una scala da 1 a 5, riferito al periodo estivo e durante i fine settimana. Le cime meno frequentate non corrispondono necessariamente e quelle tecnicamente più impegnative. Accesso: viene descritto il percorso di accesso dal punto di partenza al punto in cui inizia la vera e propria via normale (un passo, una forcella, un rifugio o bivacco, una deviazione del sentiero, ecc…). Tipicamente l’accesso avviene tramite facile sentiero segnato, di cui si riporta una descrizione con la segnalazione delle eventuali difficoltà e tempi parziali di percorso. Salita: la descrizione della via di salita viene riportata in modo dettagliato e si riferisce allo stato del percorso nel periodo in cui la salita è stata effettuata. A questo proposito è necessario tenere conto dei mutamenti del percorso che possono verificarsi negli anni a causa di eventi naturali (crolli, smottamenti, frane, valanghe, ecc…) o di interventi dell’uomo (trasformazione di sentieri in strade forestali, realizzazione di percorsi attrezzati, ecc…). Le direzioni sono riportate tramite i simboli N, S, W, E dei punti cardinali e i termini “destra” e “sinistra” si riferiscono sempre alla direzione di marcia, salvo quando diversamente indicato utilizzando i termini “destra orografica” e “sinistra orografica” che invece si riferiscono alla direzione di scorrimento dell’acqua sul terreno. Libro di vetta: la presenza del libro vetta è riferita alla data della non è detto che il libro fosse o possa essere presente in date anteriori o successive. Cartografia: viene indicata la carta topografica di riferimento utilizzata per l’ascensione, a cui fare riferimento per toponimi, quote e sentieri. All’inizio del capitolo dedicato ad ogni gruppo montuoso si riporta una carta schematica con indicati in verde i percorsi di avvicinamento ed in rosso i percorsi delle vie normali alle cime.

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Marmolada

Massiccio della Marmolada La presenza del più esteso ghiacciaio delle Dolomiti, le alte quote raggiungibili, la grandiosità della parete sud, l’ampio panorama godibile dalla cima e le numerose possibilità escursionistiche ed alpinistiche offerte dalla Marmolada fanno di tale massiccio una delle zone più frequentate e celebrate delle Dolomiti. Tanto da confondere spesso l’intero gruppo della Marmolada con il solo massiccio centrale e la sua vetta più alta, Punta Penia, come l’unico obiettivo da raggiungere. Il massiccio si divide in due settori principali: ad ovest quello del Vernel, dominato dalla poderosa mole del Gran Vernel con i suoi vari “volti” a seconda della direzione da cui lo si osserva, e ad est quello della Marmolada vera e propria, le cui cime, creste e dorsali fanno da catino contenitore del ghiacciaio. Il settore del Vernel viene generalmente trascurato per effetto del richiamo della vicina “regina”, e del resto le vie di salita alle cime di questo settore sono piuttosto difficoltose e molto poco frequentate, pertanto è il settore della Marmolada che raccoglie ogni anno i favori e le fatiche di centinaia di escursionisti ed alpinisti. L’estremità nord-orientale del ghiacciaio è chiusa dalla frastagliata cresta di Punta Serauta, mentre a sud si erge la muraglia della cresta di Ombretta che parte dalla famosa forcella a “Vu” per la cui conquista gli Alpini italiani hanno scritto eroiche pagine della storia della Grande Guerra. Ed è proprio alle vicende di guerra, oltre che a quelle alpinistiche, che si lega il nome della Marmolada: costituendo il confine di stato tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico si trovò in pieno territorio di combattimenti lungo il "Fronte Dolomitico". Gli austriaci costruirono all’interno del ghiacciaio la famosa “Città di Ghiaccio”, un complesso sistema di gallerie, ripari e accantonamenti scavati dentro il ghiacciaio e che si estendevano fino a circa 50 metri sotto la superficie, utilizzati come depositi di rifornimenti, munizioni, dormitori nei quali i soldati potevano vivere e ripararsi. La guerra della Marmolada terminò nel novembre del 1917, quando le truppe italiane si ritirarono verso il Piave in seguito alla disfatta di Caporetto, ma ancora oggi sono visibili i resti di quelle lontane vicende proprio lungo il percorso di accesso alla Punta Serauta dalla forcella a “Vu”. Con tanta storia e possibilità alpinistiche offerte dalla Marmolada unica stonatura dell’intero massiccio è la presenza della funivia: non tanto per i turisti che scarica sul ghiacciaio ogni estate anche per la discutibile pratica dello sci estivo, quanto per l’orrendo impatto ambientale delle due stazioni del Passo Serauta e di Punta Rocca e per lo scempio del ghiacciaio perpetrato dai gatti delle nevi della società che gestisce l’impianto sciistico, che ogni anno rimuovono tonnellate di neve e ghiaccio per mantenere la pista su un ghiacciaio ormai in agonia. Negli ultimi decenni il ghiacciaio ha avuto un ritiro ed una diminuzione di spessore allarmanti, già a metà estate il ghiaccio nero ne ricopre la superficie, enormi lastroni di calcare sono ormai in luce ben oltre il Rif. Ghiacciaio e molti crepacci sono emersi. Un triste destino per il bianco velo della regina.

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Marmolada

Sottogruppo Ombretta - Ombrettola

Cima Quota Vers. Disl. Ore Difficoltà Valutazione Pag.

1 Cima Ombretta Est 3011 m NW 1450 4,00 EE / F

2 Cima Ombretta di Mezzo 2983 m NE 1425 4,00 EE / F

3 Cima Ombretta Ovest 2998 m S 1350 4,30 EEA / II+/ PD+

4 Cima Ombrettola 2931 m NW 1370 4,00 E / F

5 Monte La Banca 2875 m S-W 1045 3,30 EE / I / F+

6 Pizzo Forca 2286 m NW 470 1,15 E / F

7 Punta Cigolé 2815 m W 965 2,20 EE / F

8 Punta del Bachet 2800 m W 950 2,45 EE / F

9 Punta del Formenton 2937 m S-E 1090 4,00 EEA / II+/ AD

10 Sasso della Palazza 2214 m W-N 400 1,00 E / F

11 Sasso di Valfredda 3009 m SW-S 1160 5,00 EEA / II / PD-

12 Sasso Vernale 3058 m S 1500 4,00 EE / F+

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Monte La Banca - 2875 m

Punto di partenza: Parcheggio presso il ponte della strada per il Rif. Fociade - P.so di S. Pellegrino (q. 1850 m)

Regione e provincia: Veneto (BL) - Valle di San Pellegrino

Dislivello salita / totale: 1045 m / 2090 m

Tempo salita / totale: 3,30 h / 6,00 h

Tipo di salita: Traccia con ometti

Cartografia: TABACCO N. 06 Val di Fassa 1:25000

Punti di appoggio: Rif. Fociade (q. 1982 m) Attrezzatura:

Periodo consigliato: giugno - ottobre Versante di salita: S-W Valutazione: Difficoltà: EE / I / F+

Frequentazione: Libro di vetta: no

Il Monte La Banca si erge come una muraglia a chiudere la testata della bella e isolata valletta compresa fra la Forca Rossa ad est e la forcella presso il modesto picco del M. Saline ad ovest. La salita è agevolata dalla larga cengia detritica detta Banca, che corre da ovest verso est sotto la Torre e la Punta Formenton e raggiunge la Forc. della Banca di Valfredda. L’ascensione non presenta particolari difficoltà, ma richiede esperienza su terreno friabile e poco segnato, con qualche passaggio a tratti aereo. Ad inizio stagione la cengia è resa più difficoltosa dalla presenza di neve ed è esposta al pericolo di slavine già dalla tarda mattinata data l'esposizione a sud. Attenzione anche sulla cresta dopo il Passo della Banca per possibili cornici verso nord e sul ripido pendio (45°) che dalla forcella sotto la parete nord-ovest sale al crestone sommitale, facilmente ghiacciato ad inizio stagione. Salita di grande soddisfazione per gli amanti dei percorsi un po' da ricercare ed in luoghi appartati e silenziosi.

Accesso: Si può accedere per tre diversi itinerari: dal parcheggio presso il ponte per la strada che sale al Rif. Fociade e poi il sentiero n. 670; dalla Baita Flora Alpina per i Casoni di Valfredda per il sentiero n. 694 che poi prosegue per la Forca Rossa; l'accesso più rapido e panoramico si ha dal parcheggio presso il ponte, seguendo la strada per Baita Flora Alpina ed abbandonandola presso uno spiazzo con fontanile (cartello per Valfredda) e prendendo una strada sterrata a sinistra. Si abbandona la strada sterrata presso un pendio erboso che assomiglia ad una pista da sci sulla sinistra, da rimontare completamente fino ad uscire su dei prati. Si prosegue a destra raggiungendo la larga dorsale erbosa e seguendo i paletti di recinzione, immettendosi così sul sentiero n. 670 proveniente dal Rif. Fociade. Si prosegue fino ad un paletto con cartelli per Forca Rossa e La Banca, e quindi dritti per prato passando nei pressi di due abbeveratoi. Restare sulla traccia al centro della valle, risalendo per prato e dossi con massi, fino a raccordarsi con il sentiero proveniente da destra dalla Forca Rossa, presso un cartello che indica a sinistra per il P.so Cirelle.

Salita: Una decina di metri a sinistra del cartello seguire a destra un piatto canale erboso che risale un pendio in direzione di due grossi massi, il cui accesso è indicato da due ometti di sassi. Seguire i vari ometti fino a raggiungere le ghiaie terminali del ghiaione che si ha di fronte e che scende dai piedi della parete E del Sasso di Valfredda. Eventualmente dal cartello segnaletico si può proseguire verso sinistra in direzione dello stesso ghiaione e del sentiero che lo traversa in direzione del M. Saline, fino ad incontrare la traccia che lo risale verso destra. Sul ghiaione inizia una marcata

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traccia che lo risale a zig-zag e taglia poi verso destra la parte centrale fino ad una costola di ripide e fini ghiaie, in direzione di un grosso macigno al centro del ghiaione (tracce ed ometti). Si aggira il macigno, rimontandolo e proseguendo a zig-zag per traccia (oppure si può traversare ad una costola di ghiaie e zolle d'erba sulla destra), spostandosi poi a destra verso un masso con segnavia rosso. Si risale verso destra seguendo gli ometti e la traccia non sempre evidente, passando sotto la bella e liscia parete E della Torre Formenton e sotto i dirupi della Punta Formenton, fino ad aggirare un crinale su un piccolo pulpito con ometto. Da qui inizia la cengia di ghiaie e roccette che attraversa varie rientranze e canaloni in lieve ascesa, stretta in qualche punto ma non esposta (attenzione alla caduta di sassi dai dirupi sovrastanti, rischioso con neve). La traccia con qualche segnavia rosso e ometti di sassi porta ad attraversare dei pendii di ghiaia e qualche placca rocciosa lungo il largo cengione inclinato della Banca, fino ad attraversare un breve ghiaione sospeso al cui termine si raggiunge più comodamente lo stretto intaglio della Forc. della Banca di Valfredda. Dalla forcella proseguire dritti verso E per traccia lungo la cresta rocciosa, rimanendo sulla destra della stessa ed in alcuni punti sul filo con alcuni tratti piuttosto sottili e su terreno friabile, ma senza particolari difficoltà (neve con cornici ad inizio stagione). Si raggiunge una piccola elevazione al termine del tratto orizzontale di cresta e si scende a sinistra per ghiaie e roccette, seguendo la traccia fino alla forcella sottostante alla base del ghiaioso versante NW che scende dalla cima. Si risale a destra direttamente per ghiaie e detriti senza traccia obbligata, seguendo la cresta verso sinistra, con pendenza che man mano diminuisce fino a raggiungere le ghiaie del crestone sommitale. Lo si segue verso destra, aggirando l'imbocco di un canalone, ed in breve si raggiunge facilmente l'ometto sulla piatta e spaziosa cima.

Discesa: Come per la salita.

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Marmolada

Cima Ombretta Est - 3011 m

Punto di partenza: Ponte in fondo alla valle alla fine della strada che sale da Malga Ciapela (q. 1560 m)

Regione e provincia: Trentino Alto Adige - Veneto (TN-BL) - Valle Ombretta

Dislivello salita / totale: 1450 m / 2900 m

Tempo salita / totale: 4,00 h / 6,00 h

Tipo di salita: Sentiero e traccia segnata

Cartografia: TABACCO N. 06 Val di Fassa 1:25000

Punti di appoggio: Biv. Dal Bianco (q. 2702 m) Attrezzatura:

Periodo consigliato: giugno - ottobre Versante di salita: NE Valutazione: Difficoltà: EE / F

Frequentazione: Libro di vetta: no

Cima principale delle tre cime Ombretta ed eccezionale balcone panoramico sulla parete sud della Marmolada, tanto da permettere di distinguere chiaramente le cordate impegnate sulle difficili vie di roccia. Pur trattandosi di un facile 3000, la salita in giornata da valle è piuttosto lunga e richiede un buon allenamento. Il panorama si estende in lontananza fino al Civetta e le Dolomiti Zoldane e Cadorine.

Accesso: Dal ponte seguire la strada sterrata con segnavia n. 610 che sale velocemente a Malga Ombretta; risalire poi tutta la bella Val Ombretta per evidente sentiero al centro della valle oppure sui pendii alberati del suo lato destro (sinistra orografica) fino al Rif. Falier (1,30 h).

Salita: Dal rifugio continuare per il sent. 610 che sale ripidamente verso il Passo Ombretta, traversando una pietraia con grossi massi e raggiungendo il passo per un ghiaione e qualche tratto di terreno friabile. A sinistra del passo, dietro un roccione, sorge il Bivacco Dal Bianco (1,30 h) da cui si risale verso S la traccia per Cima Ombretta, superando degli inutili cavi metallici e un successivo faticoso ghiaione da risalire su traccia in diagonale verso sinistra, fino alla sella di cresta fra la cima di mezzo a destra e la cima est a sinistra. Dalla sella proseguire lungo la cresta verso sinistra, puntando all'evidente cima, con percorso un po’ esposto sottocresta sul versante S in vista di quel che rimane della Vedretta del Vernale. Raggiunta una sella con ghiaie, da cui verso destra scende la traccia del sent. n. 650 verso la ferrata Ombretta e il P.so delle Cirelle, proseguire dritti risalendo il ghiaione per più ripida traccia con qualche resto di guerra. In breve si raggiunge la cima con una piccola croce di ferro.

Discesa: Come per la salita.