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mensile della comunità di Salò ANNO LXIV - n. 10 dicembre 2015

Vita di parrocchia · 2016-06-14 · Breve visita con guida della città, visita guidata alla Cattedrale che conserva il crocifissoligneo, raffigurante il Volto Santo, segno del -

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mensiledella

comunitàdi Salò

ANNO LXIV - n. 10 dicembre 2015

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Tappe della vita Sono entrati a far parte della famiglia di Dio: Lacitignola Vera di Daniele e di Mantovani Anna Zanca Sebastiano di Claudio e di Personi Cinzia

Sono tornati alla casa del Padre: Stura Anna ved. Piotti, anni 89 Schiff Luigi, anni 90 Mainardi Giuseppe, anni 91 Bettinzoli Giovan Battista, anni 88 Alessi Pietro, anni 80 Saletti Angelo, anni 91 ----------------------------------------------------------------------------------

16 - 12 - 2004 16 – 12 – 2015“Io non morirò mai, perchè vivrò negli occhi e

nel cuore di chi mi ama e mi amerà per sempre”.

Nell’undicesimo anniversario della scomparsa di

GIACOMO BONZANINI (Cochy)La moglie Laura con le figlie Veronica e Virginia e le care nipotine Sofia e Anita, comunicano che verrà celebrata una S. Messa in suffragio in Duomo, Giovedì 17 dicembre 2015 alle ore 18,30 nella Cappella del Santissimo.

------------------------------------------------------------------------13 – 12 – 2011 13 – 12 - 2015

VENIER DINONel quarto anniversario della scomparsa, la moglie Mi-randa ricorda con l’amore di sempre il suo caro marito Dino.

Vita di parrocchia a cura della Redazione

2015-16 BUSTA “verde”…È ormai da anni che nel tempo di Natale viene inviata, al-legata al Bollettino parrocchiale, una busta di solidarietà parrocchiale. Tante opere sono state sostenute da questo «obolo della vedova». Non sono mai state donate grandi cifre in quanto viene richiesto solo a chi riceve il bollettino (≈ 15% degli abitanti), anche se TUTTI dovrebbero sentire come “dovere” questo «dono».Qualcuno si chiede sempre: — e questi soldini per qua-le opera verranno utilizzati? — Si presuppone che chi crede nel Signore e ama vivere la vita della Parrocchia… chiede e legge le varie notizie che parlano della vita della nostra comunità cristiana. Ecco perché anche quest’an-no, a nome di questa comunità di cui mi sento fortuna-to «pastore» chiedo ancora un aiuto. Abbiamo rifatto il pavimento della Chiesa di S. Bernardino, che era tutto traballante, nell’occasione abbiamo anche inserito il riscaldamento sotto le mattonelle, realizzata una “bussola” adeguata e nuova all’ingresso e in presbiterio (spazio dove opera il celebrante) un ambone (=piccolo pulpito) per la proclamazione della Parola di Dio e la predica. Il mese scorso in Duomo, S. Bernardino, S. Benedetto, S. Giuseppe abbiamo rifatto l’impianto di amplificazione… Ci si accorge: Sentiamo meglio! Al Duomo vorremmo, anche con l’aiuto di altri, ILLUMINARE L’ESTERNO (pareti, facciata, cupolino e tetti… Molto probabilmente a Natale potremo ammirare anche di sera e notte la “cosa più bella” che abbiamo a Salò. Probabilmente rifaremo an-che l’impianto di ILLUMINAZIONE INTERNA al Duomo… Questo sarà per dopo Natale. Al Cimitero, anche se la struttura è di proprietà del Comune, restaureremo presto la Chiesa-Cappella che si vede “là in alto” in mezzo alle tombe dei nostri cari. Vorremmo fare l’im-pianto di riscaldamento per trovarci a miglior agio durante le SS. Messe che mensilmente vi celebriamo, migliorare l’illuminazione, fare l’amplificazione e… RESTAURARE GLI AFFRESCHI, lesionati dal terremoto del 2004. Anche in Oratorio abbiamo eseguito ancora qualche manutenzione straordinaria (rifacimento e restauro dell’AULA MAGNA)… Siamo CERTI che concluderemo queste opere e siamo riconoscenti a coloro che ci vogliono aiutare.

PARROCCHIA S. MARIA ANNUNZIATA - SALÒ

per le OPERE PARROCCHIALI

N.B. - Restituire la busta:• o direttamente all’arciprete• o direttamente in segreteria Parrocchiale• o tramite le zelatrici de “IL DUOMO”

La Bustadi NataLe

Pellegrinaggio Diocesano Giubileo della Misericordia

(con il Parroco ed il Vescovo)

dal 7 al 10 APRILE 2016 (programma più dettagliato in seguito)

1° giorno Brescia - LuccaAl mattino partenza per Lucca. Breve visita con guida della città, visita guidata alla Cattedrale che conserva il crocifisso ligneo, raffigurante il Volto Santo, segno del-la Misericordia del Padre. Il programma religioso pre-vede Santa Messa e incontro con il Vescovo di Brescia sul tema “Giubileo e Misericordia”.

2° giorno Lucca - Assisi Santa Maria degli Angeli – RomaColazione in albergo. Partenza per Assisi Santa Maria degli Angeli. Nel 1216, durante una visione, Francesco ottiene da Gesù stesso l’Indulgenza conosciuta come “Indulgenza della Porziuncola” o “Perdono di Assisi”. Nel pomeriggio arrivo a Roma.

3° giorno RomaUdienza concessa da Papa Francesco in occasione dell’Anno Giubilare - passaggio della Porta Santa della Basilica di San Pietro e celebrazione Eucaristica.

4° giorno Roma – BresciaCelebrazione Eucaristica… in Vaticano …Angelus, pran-zo e ritorno a Brescia.

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3La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

In copertina: Madonna col Bambino Stucco originariamente policromo cm. 50 x 70

Stucco originariamente policromo e dorato, attribuito al primo quarto del Quattrocento, collocato sulla porta della sacrestia del Duomo di Salò. Il piccolo rilievo tardogotico è un caratteristico oggetto destinato alla devozione privata, molto probabilmente giunto al Duomo attraverso una donazione. È replica di un rilievo in terracotta conservato al “Victoria and Albert museum” di Londra, probabilmente ac-quistato nell’Ottocento sul mercato antiquario bresciano. Lo stucco salodiano riprende l’innovativo modello della “Madonna in trono col Bambino” dipinta a Brescia da Gentile, con l’introduzione di cadenze stilistiche della scuola di Stefano da Verona e del Pisanello. Un esemplare più fine dello stesso modello è presente a Berlino. Nei tre rilievi la Madonna, in trono sopra un semplice palchetto, prega davanti al Bambino. La Vergine si staglia dentro una mandorla, sormontata da cherubini che la incoronano.

Quante preoccupazioni per il cli-ma? La terra e il cielo vogliono

essere rispettati. I Grandi discutono e fanno fatica a “concordare”. Anche per la Chiesa ora stiamo vivendo un perio-do particolare, difficile e storico. Tante cose ha cambiato nella Chiesa e nel mondo la fumata bianca del 13 marzo 2013. Con gioia e gratitudine per quel vento travolgente dello Spirito Santo, che sa cambiare la «faccia della terra, c’è stato veramente un cenacolo dello Spirito in quella Cappella Sistina da cui è uscita la forza dirompente di Papa Bergoglio. Dalle estremità della terra lo hanno scelto e contro ogni previsione e in fretta, contro ogni logica umana. È ba-stato il suo: «BUONASERA!» a far le-vare al cielo il tripudio della folla. Ecco il sentire comune: due Pontefici diver-si, ma uniti, non ostili ma intrecciati. È stato come se all’improvviso, per usa-re un paragone calcistico, nella squa-dra della Chiesa uscisse il giocatore Ratzinger per far entrare il poco noto giocatore Bergoglio, che sbaraglia, sconvolge e segna… con tanti goal, belli, rotondi e pieni, con lo sconcerto degli altri giocatori.Il rischio, però, è che noi ammiriamo e poco imitiamo Francesco. Restiamo sugli spalti ad applaudire e scendiamo in campo di rado per giocare con lui, imitandone lo stile e la grinta.Ultima trovata spirituale: il “GIUBILEO DELLA MISERICORDIA”. La misericordia, come la intende il Papa, non è un’entità astratta, un’idea. Il rischio più pericoloso che corriamo è quello di trasformarla in un sistema di idee o di precetti. È un’esperienza, un incontro, che apre il cuore alla fiducia e allo Spirito Santo. Il Giubileo della

Misericordia affronta con coraggio e passione la crisi di fede di un mondo che rischia di smarrire il volto di Dio, la sua bontà verso di noi. Il cammino ini-zia dall’«ospedale da campo», il con-fessionale, dove si curano le ferite e si riscalda il cuore.Quanto ci resta da modificare nel Sa-cramento del perdono! Tante volte lo

riduciamo alla filastrocca pronunciata più o meno vergognosamente o sfac-ciatamente… conclusa magari con le fatidiche “3 Ave Maria” per penitenza. Dobbiamo incominciare a pensare che lì c’è Gesù, il Padre e lo Spirito Santo che fanno a gara per ”risuscitare” quel povero «morto» arrivato lì non si sa come e che desidera risuscitare. Come sarebbe bello sentirci dire dal sacer-dote: «Adesso ti fermi qualche minuto, ti domandi quale è stata la gioia più bella che hai provato in quest’ultimo

mese… cerca di riviverla e ringrazia il Signore.» Abbiamo tutti in noi archivi interiori ricchi di volti e sorrisi, di cose belle, di gioie… ma non sappiamo gu-starle perché abbiamo perso la chiave per entrare. Se non impariamo a cu-stodire e a meditare come faceva Ma-ria, non saremo mai felici. «Penitenza» significa cambiare vita, pulire gli occhi e leggere tutto con al-tre pupille. Incominceremo a godere la «Bellezza di Dio» e con la Preghiera tutto sarà più facile e inizieremo a re-spirare “aria di Dio”: questa è la SPE-RANZA CRISTIANA! Vorrei proporvi un’immagine per comprendere maggiormente quanto vi ho accennato. Un giorno ho pen-sato di comperarmi un TANDEM. Un mattina vi salii sopra e incominciai a pedalare… Chi mi vedeva si chiedeva: Chi vorrà ospitare sul posto posterio-re? Un amico, un’amica…?Con fatica mi avviai e con più fatica continuai a pedalare. Ad un certo pun-to trovai il Signore ad attendermi. Mi chiese di prendere il posto vuoto. Ac-cettai e mi accorsi che era molto più facile viaggiare in due, anche in salita. Ma, quando il Signore mi chiese di prendere il posto anteriore, mi rasse-renai maggiormente perché sembrava di faticare meno. Andavamo su e giù … ed era bello anche non preoccupar-si di guidare. La Grazia e la Preghiera operano così in noi!È NAtALE! Gesù viene per cammi-nare con noi… Accogliamolo e sarà Lui a condurci e a renderci la vita facile e bella. Non più angoscia… ma gioia e pace, quella pace che gli Angeli hanno cantato sulla capan-na di Betlemme: PACE IN tERRA AGLI UOMINI CHE EGLI AMA !

Il mondo gioca la sua partita: 196 Paesi «contro» due grandi

Il GOAL di Papa Francesco

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“ANIME MORtE, NON AVREtE IL MIO ODIO”Parigi, lettera del marito di una vittima

La moglie muore aParigi, il maritoscrive ai terroristi:“Non avreteil mio odio”.Sua moglieHelene è una dellevittimedella strage delBataclan.Antoine Leiris,giovane giornalistadi France Blue, èrimasto solo con ilfiglio di appena 17mesi e ha scrittouna commoventelettera ai terroristi.“Rispondereall’odio con larabbia sarebbecedere allastessa ignoranzache ha fatto divoi quello chesiete”.

«Venerdì sera avete rubato la vita di unapersona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mioodio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo.Voi siete anime morte. Se questo Dio per ilquale ciecamente uccidete ci ha fatti a suaimmagine, ogni pallottola nel corpo di miamoglie sarà stata una ferita nel suo cuore.Perciò non vi farò il regalo di odiarvi.Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che hafatto di voi quello che siete. Voi vorreste che ioavessi paura, che guardassi i miei concittadinicon diffidenza, che sacrificassi la mia libertàper la sicurezza. Ma la vostra è unabattaglia persa. L’ho vista stamattina.Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa.Era bella come quando è uscita venerdì sera,bella come quando mi innamoraiperdutamente di lei più di 12 anni fa.Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà dicorta durata. So che lei accompagnerà i nostrigiorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai.Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamopiù forti di tutti gli eserciti del mondo.Non ho altro tempo da dedicarvi, devoandare da Melvil che si risveglia dal suopisolino. Ha appena 17 mesi e farà merendacome ogni giorno e poi giocheremo insieme,come ogni giorno, e per tutta la sua vitaquesto petit garçon vi farà l’affronto di esserelibero e felice. Perché no, voi non avretemai nemmeno il suo odio».

Apertura della Porta SantaLa Porta Santa per la nostra Diocesi, l’unica come da indicazione del “Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione”, sarà quella della Cattedrale (quella a sinistra guardando la facciata). Verrà aperta solennemente domenica 13 dicembre alle 18.30 e rimarrà aperta fino alla fine del Giubileo, il 20 novembre 2016. Sul territorio sono state individuate delle Chiese giubila-ri, che non vanno viste tanto come luogo di pellegrinaggio (riservato alla Por-ta Santa), ma come luoghi di preghiera personale e comunitaria, dove si può ascoltare l’annuncio della misericordia di Dio, farne l’esperienza attraverso la celebrazione della riconciliazione e ottenere l’indulgenza. Ecco quali sono: l’Eremo di Vallecamonica a Bienno, il Santuario di Bovegno, il Santuario della Madonna di Valverde a Rezzato, la nostra Chiesa di San Bernardino, l’Abbazia di Rodengo Saiano, il Santuario della Madonna della Stella a Bagnolo e il Duomo di Montichiari.

Toccati da Gesù

Il nuovo libro di Mons. Vincen-zo Peroni “Toccati da Gesù” è stato presentato durante un incontro al Centro Pastorale Paolo VI il 10 novembre. Il li-bro raccoglie l’esperienza di oltre quaranta viaggi in Terra Santa alla guida dei pellegrini. Questo “strumento” di viag-gio, guida di percorsi e di spi-ritualità è già stato adottato da Brevivet per i futuri pellegri-naggi. Don Vincenzo ha dedi-cato il volume ai cristiani della Terra Santa, che ha ricordato con profondo affetto durante la presentazione: “Non possia-mo dimenticarci dei nostri fra-telli cristiani che lottano ogni giorno con la paura di vivere in quelle terre, perchè se i cristia-ni sparissero dalla Terra Santa le nostre origini andrebbero perdute e questo non possia-mo permettercerlo!”.

Don Angelo Olivetti

nuovo parroco a GardoneHa fatto il suo ingresso a Gar-done domenica 8 novembre. Originario di Gambara, clas-se 1960, don Angelo è stato parroco di San Luigi Gonzaga, in città, per più di nove anni. Il suo desiderio per la nuova parrocchia è di poter arrivare ad un contatto diretto con le famiglie, secondo l’ottica di pastorale familiare che tanto sta a cuore anche al Papa; vor-rebbe anche valorizzare ogni forma di vocazione e coltivare sinceri rapporti di fraternità e corresponsabilità con i nuovi parrocchiani.

Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

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5In ascolto della Parola... a cura di Oswald

Martedì 8 dicembre, festa dell’Im-macolata Concezione della Be-

ata Vergine Maria, Papa Francesco in comunione con tutta la Chiesa, ha dato inizio all’Anno Santo straordina-rio della Misericordia.

Mi rendo conto che, difficilmente, il no-stro Bollettino Parrocchiale sarà entrato nelle nostre case per questa data, ma propongo ugualmente alcune riflessio-ni sulle sacre scritture di questa grande festività. Il dogma della Immacolata Concezione fu promulgato da Papa Pio IX nel 1854, ma già nel IX secolo si celebrava in In-ghilterra e Normandia, una festa della concezione di Maria ed il Concilio di Ba-silea (1439) sancì questo evento come una verità di fede. Con questo dogma si afferma che Maria è nata senza col-pa originale, concepita senza peccato: colei che doveva dare alla luce il Figlio di Dio fu preservata da ogni macchia di peccato per essere la degna dimora di Gesù.Oggi Maria, l’Immacolata, è il nostro modello nel cammino dell’Avvento, un cammino nella purezza dello spirito, per incontrare Cristo Signore nella visione della sua gloria, come lo incontreremo a Natale nel presepio, come lo incon-

treremo nella Liturgia, nella sincerità della fede. Le sacre Scritture di marte-dì 8 dicembre partono dalla promessa della salvezza che si legge nel libro della Genesi, in cui si dichiara che al peccato dell’uomo risponde il perdono di Dio; passano quindi per l’inno di san Paolo apostolo che associa ogni cristiano alla benedizione riservata alla Madre di Dio, la prima fra i benedetti; fino a giungere al vertice del Vangelo. Maria accoglie l’annuncio dell’angelo, concepisce l’in-concepibile: in Lei il perdono si fa carne e la redenzione si compie.Ma andiamo più nel dettaglio delle sa-cre Scritture. Nella prima lettura, rica-vata dal libro della Genesi (3,9-15.20), viene ricordato il primo peccato, la di-sobbedienza di Adamo ed Eva a Dio. Al castigo per il peccato, Dio lascia intra-vedere la salvezza, grazie ad un nato di donna. Eva, “la madre dei viventi”, è l’annuncio di Maria Immacolata. Con uno stile semplice e popolare, l’autore narra il processo per la ricerca del col-pevole del primo peccato, processo che sarà seguito da una condanna.Tuttavia questo quadro cupo è illumina-to da una speranza: non tutto è perdu-to. Se la discendenza della donna dovrà essere insidiata al calcagno (cioè ferita), le forze del male saranno insidiate alla testa (cioè schiacciate).Tale annuncio misterioso di una vittoria sul male è stato interpretato come la prima promessa della salvezza, promes-sa che si incarnerà nel Cristo.La tradizione ha visto in Maria la donna che schiaccia la testa al serpente.Nella seconda lettura, tratta dalla let-tera di san Paolo apostolo ai Romani (15,4-9) ci viene detto che anche la scelta di Maria è stata fatta in Cristo. In Lui, ella ha ricevuto la grazia che l’ha resa capace, fin dal primo istante della sua esistenza, di corrispondere a questa scelta, per diventare la madre del Sal-vatore.Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) ap-prendiamo che Maria è invitata alla gio-ia dall’angelo Gabriele, che la chiama con un nome nuovo “piena di grazia”,

perché è la figlia di Sion, visitata dal suo Signore. Dio si consegna nel grembo di una donna per nascere bambino, figlio dell’uomo. “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. La narrazione dell’annunciazione è il compendio essenziale della vita e del destino di Maria dal primo all’ultimo istante terreno. L’accettazione libera e responsabile… “Ecco la serva del Si-gnore: avvenga per me secondo la tua parola”… E’ l’ideale autobiografia di Maria e dovrebbe trasformarsi nell’i-deale autobiografia di tutti coloro che aderiscono al progetto di Dio.Il mistero dell’incoronazione viene pre-sentato sulla linea delle antiche promes-se messianiche: “Gioisci, figlia di Sion, il Signore è in mezzo a te” (Sof 3,14-15); ma nella realizzazione sconvolge tutti i piani umani: il Messia figlio di Dio na-scerà da una vergine. Gerusalemme è stata ripudiata: ma Dio non tradisce le sue promesse; vi sarà una nuova città santa nella persona di Maria, molto più santa e fedele; non più una città o un popolo il simbolo dell’alleanza con Dio, ma una persona umana, con la sua libe-ra adesione al piano di Dio.

Rallegrati, piena di grazia…

«Ave, piena di grazia»: l’angelo saluta Maria Immacolata Madre di Dio

Papa Francesco davanti alla Porta Santa della Basilica di San Pietro, durante la cerimonia di indizione del Giubileo della Misericordia (11 aprile 2015).

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6 Caritas e Vita Missionaria

Una cena “povera” per arricchirci

Lunedì 12 ottobre ci siamo ritrovati per la Cena Povera in Ora-torio. Iniziativa promossa dal Gruppo Missionario della nostra Parrocchia che da alcuni anni a questa parte è un appuntamento fisso. Quest’anno abbiamo avuto la gradita visita di Don Carlo Tartari, responsabile del Centro Missionario Diocesano, il quale, dopo aver cenato, ci ha aiutato a cogliere il significato dell’attivi-tà missionario della Chiesa.

Innanzitutto Don Carlo ci ha invitato a guardare la missione con gli stessi occhi di Gesù. “La Missione non è un’iniziativa dell’uomo, ma di Dio. Come Il Padre ha inviato il Figlio per la salvezza dell’uomo, così Gesù, a sua volta, invia l’uomo, i discepoli, coinvolgendoli nel dinamismo della missione. Gesù sceglie i discepoli imprimendo nel loro cuo-re, nella loro vita un duplice movimento: la vocazione e la mis-sione. Per il discepolo, quindi, andare da Gesù per stare con Lui, e partire da Lui per andare verso il mondo, sono due movimenti essenziali. Stare e andare sono due movimenti sincronici come lo sono quello dell’inspirare e quello dell’espirare per i polmoni, e della sistole e della diastole per il cuore; e come indispensabili sono i movimenti del cuore e dei polmoni per la nostra vita, così lo sono i movimenti dello stare con Gesù e del partire da Lui per la vita della nostra fede. Se, infatti, si riducesse il dinamismo della fede a uno solo movimento il rischio inevitabile è quello di avvizzirla e soffocarla. La vita di fede risulta avvizzita se ridotta al solo movimento della stare: se sto solo con Gesù, escludendo gli altri, corro il rischio di dare vita ad una Chiesa ripiegata su se stessa, che si nutre di intimismo vuoto e sterile. Questo rischio può toccare la vita di ciascuno di noi, le nostre comunità e dei nostri gruppi. Quando ci si chiude agli altri, si cade inevitabil-mente in un’esclusività inaccessibile. La fede risulta, di nuovo, avvizzita se ridotta al solo movimento dell’andare: se la propen-sione generosa del fare, dell’organizzare, dell’operare dimenti-cando del perché e del per chi si agisce, non solo fa perdere al cristiano la dimensione contemplativa e orante della vita di fede, ma fa cadere il cristiano in attivismo dissennato; atteggiamento e rischio che ha volte ha intaccato la vita dei nostri gruppi”.

Don Carlo ci ha aiutato, poi, a riscoprire gli orizzonti dell’azione missionaria: “Quattro sono gli orizzonti significativi; il Signore ci

invia, con la forza dello Spirito, ad essere testimoni:a Gerusalemme, e con Gerusalemme indico il luogo dove abitia-mo, viviamo stabilmente; cioè, il luogo dei rapporti più stretti, familiari e vicini;nella Giudea, mi piace pensare a un contesto più allargato, omogeneo, ma più ampio; la Giudea rappresenta quel luogo nel quale si sperimenta la fatica della collaborazione tra gruppi, tra comunità cristiane vicine;nella Samaria, cioè il luogo del nemico, dell’avversario, del di-verso da me, di coloro che chiamano e adorano Dio in un modo diverso dal mio, dello straniero; la Samaria indica un contesto difficile, ostile, nonostante questo Gesù dice a ciascuno di noi che il luogo della Samaria è una preziosa opportunità di testimo-nianza e di autentica evangelizzazione;fino agli estremi confini della terra: i confini sono l’orizzonte della Missio ad Gentes, della “Missione alle Genti”.

Interessante l’attività della nostra Diocesi dal Concilio Vaticano fino ai nostri giorni.“Gli estremi confini della terra sono l’orizzonte verso il quale la Diocesi di Brescia ha intrapreso cammini e relazioni significativi. Dal lontano 1957, anno dell’enciclica Fidei Donum di di Pio XII, la nostra Diocesi si impegna all’invio di sacerdoti alle Chiese so-relle. I primi inviati da Mons. Giacinto Tredici nel 1960 alla Dioce-si di Araçuai, furono don Rinaldini, poi vescovo di quella Diocesi, don Ferrari e don Carrera. Tre anni più tardi fu il piccolo paese del Burundi ad accogliere l’arrivo di don Belotti, don Cabra, don Arrigotti. Il rapporto con il Burundi assunse le caratteristiche di un gemellaggio tra la Diocesi di Brescia e la Diocesi di Ngozi. Alla fine del 1970 i presbiteri fidei donum erano già 18 con un’età media di 36 anni. Alla fine del 1983 poi 39 dei nostri sacerdoti erano presenti in 13 Diocesi tra Africa e America Latina. Oggi 26 sono i nostri sacerdoti presenti in Albania, Benin, Mozambico, Argentina, Uruguay, Brasile, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Messi-co, di cui 4 sono vescovi”.

Concludendo, don Carlo ci ha dato un’indicazione preziosa.“Segno evidente del nostro tempo, è l’opportunità di saper su-perare la sola dimensione che per decenni, vista l’urgenza, ci ha messo nella condizione di dare aiuti materiali, competenze, senza preoccuparci, più di tanto, di coltivare la dimensione del ricevere, dell’imparare e del confrontarsi. È più che mai urgente fare nostra la sfida affascinante di cogliere i frutti che lo Spirito fa germogliare nelle giovani Chiese di cui noi ne abbiamo bisogno. Mi piace pensare alla partecipazione gioiosa della celebrazione eucaristica, al protagonismo dei laici nell’opera di annuncio e di animazione della comunità cristiana, alla capacità di essere sale e lievito in contesti nei quali la Chiesa è in assoluta minoranza”.

Grazie don Carlo. A cura del Gruppo Missionario

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7Santo del mesea cura di Luisa Madureri

Confessarsi è belloAdeodato Giovanni ha otto anni; una delle sue sorelle lo rimprovera aspramente per un errore commesso ed il parroco della chiesa lo costringe ad inginocchiarsi davan-ti a tutti: «Ne fui – scrive – profondamente rattristato e pensai fra me e me: perché trattare tanto duramente un bambino per una colpa così lieve? Quando sarò grande, voglio farmi frate, diventare confessore e trattare le anime dei peccatori con molta bontà e misericordia». E Adeodato, diventato padre Leopoldo, è un grande confessore. Confessa, chiuso in una piccola stanza di pochi metri quadrati, senza luce, senza aria, fredda in inverno ed afosa in estate, ogni giorno, per dieci ore, quindici anche, quando i fedeli sono tan-ti. «Come fai a resistere tanto a lungo nel confessionale? – gli chiede un confratello – È la mia vita», risponde con allegria. Sa ascoltare, Padre Leopoldo, sa parlare all’anima, è comprensivo, buono, sorriden-te, sa mettere a proprio agio i penitenti, è paziente e umile, è discreto e affettuoso: è questo il segreto del suo spirito di dedi-zione, della sua mistica del servizio per la gioia di amare Dio «con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la volontà», come Sant’Ignazio, di cui legge sempre gli Eserci-zi Spirituali. Nella sua “celletta” di confes-sore, padre Leopoldo trascorre trentatrè anni, nel convento dei Cappuccini di Pa-dova: «Il mio Oriente è qui, è Padova»: perché l’Oriente, la missione di portare i dissidenti orientali all’unità cattolica, è il sogno della sua vita. Un padre cappuccino gli ricorda che non parla più, come in passato, di andare nei paesi d’Oriente. «E Padre Leopoldo: è vero, però tempo fa un fedele, dopo la confessione mi dice: “Padre, Gesù mi ha ordinato di dirle questo: il suo Oriente è ciascuna delle anime che assiste qui con la confessione”. Dunque, vedi bene, che Dio mi vuole qui e non in terra di missione». E un’altra volta: «Poiché Dio non mi ha con-cesso il dono della parola per predicare, voglio consacrarmi a riportargli le anime attraverso il sacramento della penitenza».E la magia e l’incanto del suo “Vada in pace” dopo ogni confessione scende nell’a-nimo di tutti a lenire ogni sofferenza, ogni rimorso. E davvero è una folla di fedeli che non termina mai, ogni giorno, per lunghi anni e quando i superiori lo mandano per qualche tempo a Fiume, per confessare gli slavi, è tale il dolore a Padova che Padre Leopoldo è richiamato: «Palesemente, Sant’Antonio di Padova ti vuole presso di sè», scrive il vescovo.Quando Padova, nel 1944, due anni dopo

la morte di Padre Leopoldo, è bombar-data, la sua celletta-confessionale rimane intatta: «La chiesa e il convento saranno colpiti dalle bombe, ma non questa cel-letta. Qui Dio ha usato tanta misericordia alle anime: deve restare a monumento della sua bontà»: la predizione di Padre Leopoldo.

Storia di un’animaAdeodato Giovanni nasce a Castelnuovo di Cattaro, in Montenegro, il 12 maggio 1866, penultimo di sedici figli, da famiglia un tempo nobile e ricca, poi decaduta, ma dignitosa e rispettata, fortemente cattolica. Adeodato è un giovane di statura piccola – è alto poco meno di un metro e mezzo -

esile, con difficoltà di pronuncia, un po’ bal-buziente, ma con occhi scuri molto vivaci, di acuta intelligenza e di carattere bellicoso, capace di infiammarsi in scatti aspri e im-provvisi, come il suo compatriota San Giro-lamo, sempre da lui molto amato. E come San Girolamo chiede al Signore il dono del-la calma e della tranquillità «Abbi pietà di me che sono dalmata!». Il piccolo Adeodato desidera presto entrare nell’Ordine dei Cappuccini, perché ne fre-quenta l’ambiente e ne è affascinato e così a 18 anni, nel 1884, inizia il noviziato a Bas-sano del Grappa, dove veste l’abito france-scano con il nuovo nome di fra Leopoldo. Nei conventi di Padova e Venezia completa gli studi di filosofia e di teologia. Soprattut-to subisce il fascino della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa: in San Girolamo, dot-tore della Chiesa, “leone del deserto”, vede una guida sicura, un uomo che sa mitigare le intemperanze del carattere quando di-venta direttore di anime e, come lui, studia diverse lingue slave ed anche il greco. A Padova, nel 1910, è direttore degli stu-denti, frati cappuccini che si preparano al sacerdozio. Sono anni molto intensi, di par-

tecipazione emotiva: ma nel 1914 Padre Leopoldo è inaspettatamente allontanato dall’insegnamento, perché, si dice, troppo buono, troppo incline alla benevolenza. Soffre, ma ubbidisce, come sempre. Nel 1919 riprende l’impegno esclusivo nel ministero della confessione: «Nella confes-sione – si legge negli annali dei Cappuccini – esercita un fascino straordinario per la grande cultura, per il fine intuito e spe-cialmente per la santità della vita. A lui affluiscono non solo popolani, ma intellet-tuali e aristocratici, professori dell’univer-sità e studenti».A Padova rimane per tutta la vita, sempre dando tutto se stesso agli altri, sempre più debole, affaticato dalle continue penitenze, dai digiuni, dalle preghiere costanti: anche l’ultimo giorno, 30 maggio 1942, si prepara alla santa Messa, confessa, recita il “Salve Regina”, tende le mani al cielo, muore. Una grande folla lo chiama subito santo: e santo diventa nel 1983 con Giovanni Paolo II.

Il sogno«Mi obbligo, con voto, momento per momento, con tutta la diligenza possibi-le – scrive – tenendo conto della mia de-bolezza, di dedicare tutte le energie della mia vita per il ritorno dei fratelli separati d’Oriente alla unità cattolica. Ogni anima che avrà bisogno del mio ministero, sarà per me un Oriente». È questo l’ideale, il sogno della vita: essere missionario in Oriente, per riavvicinare alla Chiesa Cattolica i fratelli ortodossi e contri-buire all’unità della Chiesa. Non riesce ad andare in Oriente, sia per la sua salute sem-pre precaria, sia perché nei vari monasteri in cui è assegnato ricopre diversi incarichi: Padre Leopoldo in ogni momento è pronto all’obbedienza, nella sua incredibile mitez-za di cuore. Ma, il sogno è sempre vivo, per-ché «La verità non invecchia».Papa Paolo VI, in occasione della sua beati-ficazione, vede in lui un anticipatore dell’e-cumenismo spirituale: «Padre Leopoldo fu “ecumenico”, cioè sognò, presagì, promos-se, pur senza operare, la ricomposizione nella perfetta unità della Chiesa, anche se essa è rispettosa delle particolarità mol-teplici della sua composizione etnica». E sempre, accanto a lui, la presenza della Vergine Maria, che Padre Leopoldo ama intensamente, la sua “Parona benedeta”, come la chiama in veneto, con affetto di figlio. Ed è con il suo appoggio che trova la forza di dire ai suoi penitenti: «Stia tran-quillo, metta tutto sulle mie spalle, ci pen-so io», e fa sue preghiere, digiuni, peniten-ze, privazioni.

San Leopoldo da Castelnuovo

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8Vita di parrocchia a cura della Redazione

Il Duomo è un monumento che molti ci invidiano, che quasi scompare nella visione notturna del lungolago.È stato presentato, alcuni mesi fa, al Parroco, alla Soprintendenza, al Sindaco Cipani e al suo staff tecnico un progetto per la nuova illumina-zione esterna, dai quali si è ricevuto una condivisione e uno sprone a proseguire nell’esecuzione dell’opera. Questa comunicazione ha lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini sa-lodiani per supportare questa iniziativa che è nata per mettere in risal-to un Monumento della nostra Comunità, verso il quale abbiamo forti legami affettivi per le cerimonie in esso avvenute come: battesimi, co-munioni, cresime, matrimoni e funerali che hanno segnato il percorso della nostra vita.Noi ci auguriamo che ogni cittadino si senta partecipe a sostenere questa iniziativa. Noi tutti, promotori e cittadini, vorrem-mo regalarci l’Opera compiuta per le Feste Natalizie; sembra una sca-denza difficile ma la partecipazione di tutti la renderà possibile!È possibile versare il contributo su:

UBI BANCA, Piazza Vitt. Emanuele - SalòCodice IBAN: IT 84 J 03500 55182 0000 0000 6405

conto della Parrocchia, che sostiene l’opera

Illuminazione esterna del Duomo di Salò

Ritiro Gruppo S. Giovanni PiamartaDomenica 22 novembre noi del gruppo S. Giovan-ni Piamarta abbiamo vissuto una giornata di ritiro riflettendo sulla figura di Zaccheo.Zaccheo è un uomo piccolo di statura e, per riusci-re a vedere Gesù, sale su un sicomoro. Nel cuore ha sete di verità che solo nell’incontro con Gesù riesce a placare. Zaccheo siamo ognuno di noi. Il Signore ci chiede di aprire gli occhi, le orecchie e il nostro cuore all’annuncio della conversione.“Lasciamoci anche noi chiamare per nome da Gesù! Nel profondo del cuore ascoltiamo la sua voce che ci dice “OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA”, cioè nel tuo cuore, nella tua vita. Accoglia-molo con gioia: Lui può cambiarci, può trasforma-re il nostro cuore di pietra in un cuore di carne, può liberarci dall’egoismo e fare della nostra vita un dono d’amore. Gesù può farlo: lasciati guarda-re”. (Papa Francesco).

Il canto suono dell’anima Il canto suono dell’anima

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9Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

I l Tempo di Avvento è un cammino di luce che ci invita a ritrovare il volto au-

tentico di Dio. Un volto che generazioni di credenti han-no cercato di indagare e scoprire, ma che solo Gesù ci rivela, perché viene dal Padre. Gesù si fa uno di noi affinché di-ventiamo in Lui, per Lui e come Lui, figli di Dio. Papa Francesco, indicendo l’Anno Santo della Misericordia, ci ricorda che il vero volto di Dio, che Gesù ci svela, è quello di un Padre “ricco di misericordia” (Ef 2,4).II cammino dell’Avvento diventa, per cia-scuno di noi, un’esperienza di grazia per lasciarci condurre fino a Gesù e rivivere nuovamente questa straordinaria risco-perta, che ridà senso e speranza alla no-stra esistenza, proprio come i Magi. La famiglia, la scuola ed il lavoro, sono la strada del quotidiano per incamminarci

“incontro alla Vita “ perché, come ci in-segna il Papa, solo guardando il volto di Cristo possiamo ricomporre la nostra umanità frammentata dalle fatiche della vita. Gesù è la possibilità che ci è dona-ta per vivere in modo più bello, più vero,

più umano. Cogliamo le proposte di in-contro e di preghiera come occasioni per preparare il cuore ad accogliere il Signore che ci viene incontro. La liturgia dome-nicale ci conduce a contemplare l’amore misericordioso del Padre per ciascuno di noi in un Bambino che nasce per noi a Betlemme. Lasciamo che la luce radiosa di questo amore si rifletta sui nostri volti e riempia i nostri sguardi. Incamminiamoci con gioia incontro alla vita!Facciamo nostre le parole di questa antica preghiera:”Oltre le inferriate intravvedo il Tuo vol-to, Signore. Mi è familiare la Tua voce, nel cortile di casa! O Divino Viandante, già il chiavistello dell’uscio è allentato; vieni, dunque, nella mia dimora, entra nella mia intimità e siediti alla mia mensa!”. Buon Avvento di Grazia e Misericordia. don Gianluca

Avvento 2015: incontri alla vita

Non voglio qui ricordare gli attentati degli ultimi giorni, perché non riu-

sciamo a capire quale sia l’ultimo giorno, né ricordare più quante stragi ci sono sta-te in quelli passati.Si rischia l’indifferenza di fronte a tanto sconcerto e continua all’erta, per qualco-sa che non si riesce neppure a concepire. E’ possibile che si chiudano dei cassetti nel nostro cervello o se ne brucino altri, perché ciò che è evidente, negli spazi aperti, non può che entrare a devastare la paura. Ho sempre più la convinzione, ed in mol-ti miei articoli ne ho parlato, che se non cerchiamo nella profondità di noi, in quel-la parte che per definizione si considera

anima, perderemo l’unicità del momento. E’ ormai chiaro a tutti che siamo connessi attraverso i sempre più sofisticati mezzi di comunicazione, ed è altrettanto vero che gli stessi ci hanno reso un controllo non sempre desiderabile del modo di vivere privato, fino ad arrivare ad oggi in cui la perquisizione, anche fisica, è indispensa-bile alla stessa protezione. La vita comincia ad appartenere a qual-cuno e a qualcosa che è al di fuori di noi e l’impotenza si manifesta nella certezza della nostra vulnerabilità. Il momento, e mi ripeto, è unico nell’individuare lo spa-zio di tranquillità che si trova all’interno di noi, la certezza di un essere che è frut-to dell’amore di Dio. Cerchiamo di vivere

attimo dopo attimo, nel presente, senza continuare a pensare al passato che non esiste più, né alla paura di un futuro che è, e resta altresì, un’incognita. Progettia-mo sì, desideriamo sì, ma non nell’idea di possesso, che distrugge le attese e ne evidenzia la fragilità, ma nel qui e ora che è solo ciò che esiste.Non è facile da capire, perché la mente ci intrappola in un continuo ritorno sui pen-sieri che ci tormentano, e sugli interro-gativi che martellano, ma ricordiamo ciò che dice Gesù nel Vangelo: “Io Sono Via, Verità e Vita” e questa è la risposta che troviamo solo entrandone in comunione. Daniela C.

La paura e l’indifferenza ci allontanano da Dio

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10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

In questo primo capitolo del te-sto adottato per il cammino dei

gruppi famiglia viene affrontato un tema molto attuale e “sempre di moda”: come viviamo e affron-tiamo le discussioni e i litigi che normalmente avvengo-no nella coppia o in famiglia?Lo spunto alla riflessione par-te dalla lettera di Paolo agli Efesini (4, 1-6) “….comporta-tevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportando-vi a vicenda nell’amore…..Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiama-ti, quella della vostra voca-zione; ….”.Spesso le discussioni in fami-glia vengono chiuse con dei compromessi e a volte, più o meno consciamente, con dei “stavolta te la dò vinta ma la

prossima volta ……” A volte addi-rittura non si affrontano nemme-no trincerandosi dietro un “non vale la pena, non capirebbe” .Un confronto invece dovrebbe es-

ser vissuto con coraggio e umiltà, con la volontà di ascoltarsi recipro-camente cercando un’intesa, un convergere, che non deve essere visto come una sconfitta ma come

una conversione personale per raggiungere un bene co-mune che sia la sintesi di pun-ti di vista differenti.Per riuscire in questa che potrebbe sembrare una mis-sione impossible basta non dimenticarsi di avere un solo Padre “….. che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”; allora sarà più facile rivolgere all’altro uno sguardo pazien-te che ci permetta di porci in un atteggiamento di umiltà e di ascolto con l’intento di rag-giungere un bene comune che ci renda degni della chiamata che abbiamo ricevuto.

Gruppo famiglie

Siate uniti nel Signore

Nell’ambito delle manifestazioni per il 40° anniver-sario dell’Operazione Pineta, la “Comunità Vecchi Scouts” di Salò e gli appartenenti al “Clan del Ceppo” degli anni 1975 - 85 propongono alla cittadinanza i seguenti due momenti d’incontro:

Mercoledì 16 dicembre 2015 alle ore 20,30

presso la Sala dei Provveditori Palazzo Municipale

Conferenza: uomo e creato, l’Operazione Pineta alla luce dell’Enciclica “Laudato si” di Papa Francesco.

Relatori: Arch. Bana Federico (Assessore Ecologia Ambiente - Comune di Salò)

Don Gabriele Scalmana (Salvaguardia del Creato – Diocesi di Brescia)

Prof. Paolo Maggi (Clan del Ceppo 1975 – 85)

Maestro Roberto Maggi (Comunità Vecchi Scouts)

Domenica 20 dicembre 2015 alle ore 11,00

- S. Messa in Duomo -(a suffragio degli Scouts defunti, per implorare pace e benedizione di Dio).

Alle ore 12,30 Pranzo Fraterno presso l’Oratorio Paolo VI di Villa di Salò.

Momenti d’incontro dei Vecchi Scouts

Componenti del “Clan del Ceppo” anni 1975 - 1985

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11Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Dimmi ciò che mangi e ti dirò chi sei!

Vi presentiamo l’inchiesta che da un anno a questa parte stiamo conducendo: il riscaldamento globale.

Se ne sente parlare sempre e ovunque, ma sappiamo ve-ramente che cos’è, da cosa viene causato e che cosa com-porta? Questo è quello che abbiamo voluto dimostrare al pranzo di fine inchiesta, domenica 15 novembre 2015. Un delizioso e sostanzioso menù composto da due antipasti, due primi, due secondi, due dolci e bevande di ogni genere. Ogni portata si componeva di un piatto “buono” e uno “cat-tivo” e ogni invitato doveva valutare quello più buono, qua-le avrebbe rifatto a casa, l’impatto ambientale e il costo. Il nostro progetto è iniziato circa un anno fa, quando ab-biamo deciso il tema dell’inchiesta e steso un cartellone in cui abbiamo elencato, cause, effetti, rimedi e precauzioni. Il nostro secondo obiettivo era raccogliere opinioni, per cui abbiamo colto l’occasione durante la route di Pa-squa con interviste ad alcuni abitanti di Iseo e Montisola. Abbiamo raccolto i dati e le opinioni degli invitati in una presentazione finale, che abbiamo esposto durante il pran-zo, in modo da rendere tutti i partecipanti più consapevoli. Siamo contenti della buona riuscita della nostra impresa e speriamo di aver trasmesso il giusto messaggio. Clan Johnatan del Ceppo

Il gruppo di catechismo delle Medie è andato a visitare il Santuario di Caravaggio, seppure in pochi l’esperienza è stata per lo più fantastica.

La mattina è stato fatto un giro turistico nel Santuario, poi tutti insieme abbiamo pregato davanti al luogo dove è apparsa la Madonna. Abbiamo pranzato nella mensa del santuario per proseguire poi nel pomeriggio con le confessioni e la S. Messa. Gruppo delle Medie

Gruppo delle Medie a Caravaggio

CAPODANNO PER LE FAMIGLIE CON CENONE IN ORATORIO

• ore 18.30: S. Messa di Ringraziamento in Duomo

• ore 20.15: Ritrovo & Buffet di antipasti quattro chiacchiere in compagnia

• ore 20.45: Cenone • ore 22.30: Animazione

LungoLago o in Oratorio

COSTO: adulti 20.00 €, bambini 10.00 € Le ISCRIZIONI si ricevono presso la segreteria dell’Oratorio, dal Lunedì al Venerdì. TERMINE ULTIMO: Martedì 22 dicembre 2015 ore 18.00.

Ai partecipanti si chiede la disponibilità ad allestire e pulire gli ambienti.

31.12 20 15

Il Padre NostroI n questo anno di catechismo con i ragazzi del gruppo S. Carlo tappa Cafarnao, abbiamo iniziato un percorso di cono-

scenza del Padre Nostro. Parlando delle rivelazioni fatte da Gesù agli uomini, spiegando ai ragazzi che Gesù è venuto a rivelarci che Dio è suo Padre, ma vuole diventare anche Nostro Padre, e ci ha insegnato la preghiera con la quale rivolgerci a lui “Padre Nostro “. I ragazzi hanno mostrato grande curiosità e interesse, ponendo numerose domande sull’argomento. Noi catechisti cerchiamo di aiutare i ragazzi a scoprire Dio attraverso Gesù, che è la sola via che porta al Padre, dice il Signore “chi vede me ha visto il Padre”. Domenica 22 novembre durante la Messa i ragazzi hanno cantato con entusiasmo il Padre Nostro con una nuova melodia. Al termine è stato consegnato loro il libretto del Padre Nostro, per poterlo usare in famiglia. I catechisti

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12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

Dialogo: l’unica strada da seguireA quindici giorni di distanza dalle brutali atrocità di Parigi nessuno mette più in dubbio il dovere degli Stati di difen-dere i propri cittadini. Tutti concordano sulla necessità di una concorde volontà politica per combattere il terrori-smo, da definire a livello internazionale. Nessuno mette in discussione l’importanza di una strategia e di un impegno comune.Si tratta soltanto di stabilire il modo migliore per vincere questa terza guerra mondiale “combattuta a pezzi”, voluta deliberatamente da coloro che cercano lo scontro tra diver-se civiltà e culture, nonché da quelli che speculano sulla guerra per vendere armi.Più volte il Papa, anche in occasione dell’attuale viaggio in Africa, ha detto chiaramente che la spinta viene dagli inte-ressi “dei pianificatori del terrore” e dai progetti “geopo-

litici che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro”. Papa Francesco lo ha ricordato al Congresso degli Stati Uni-ti d’America, sottolineando peraltro che imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini equivarrebbe a pren-dere il loro posto.In questo contesto perturbato e gravido di incognite, la strada del dialogo, benché ardua e lunga, appare a molti l’unica veramente efficace e duratura. Proprio per questo motivo, la Chiesa la propone agli Stati, dando l’esempio. Secondo il Segretario di Stato vaticano, Pie-tro Parolin, si tratta di “trovare le modalità di dialogo e fare anche riferimento alle risorse delle varie religioni perché possano aiutare e collaborare in questa lotta”. La Santa Sede, attraverso i canali diplomatici, si adope-ra per diffondere ed evidenziare la modalità del dialo-go, con l’unico obiettivo di fermare la tragedia in atto.

Il dialogo è un dovere imprescindibile perché vitale è l’e-sigenza di far crescere, con reciproca fiducia e profondità, il dialogo interreligioso. Esso rappresenta, infatti, “l’antido-to migliore contro ogni forma di fondamentalismo” e, per questo, deve essere evitata ogni pratica anti-dialogica sia all’esterno che all’interno della stessa Chiesa cattolica.Afferma Francesco che il dialogo tra le religioni non solo è una condizione imprescindibile per la pace, ma anche “un dovere per tutti i credenti”. Si tratta di una vera e propria scuola di umanità, nonché un fattore di unità che favori-sce la costruzione di una società fondata sulla tolleranza e il reciproco rispetto. Né può limitarsi ai responsabili delle comunità religiose, dovendosi anzi estendere a tutti i cre-denti, coinvolgendo tutte le “sfere della società civile”. Pur nella consapevolezza della lunghezza e della difficoltà della strada da percorrere, è necessario non soccombere sotto il peso delle difficoltà da incontrare.Del resto, non fa parte della Chiesa il compito di disinnesca-re conflitti ed edificare ponti nella società internazionale?Questa è la rotta seguita dal Papa nei suoi viaggi apostoli-ci, soprattutto quello che lo ha portato proprio nel cuore dell’uragano: l’Africa. Si tratta di un dialogo senza esclu-sioni, rivolto agli uomini ed alle donne di buona volontà appartenenti non solo alla comunità cristiana ma anche di altre religioni. All’inizio del suo pontificato, aveva infatti sottolineato: ”Siamo convinti che per questa via passa la co-

operazione per il bene co-mune e l’edificazione della pace del mondo”. Questo atteggiamento esclude ogni generalizzazione, troppo spesso il risultato di amplificazioni media-tiche che, obbedendo ad altri interessi, snatura la razionalità dell’apertura al dialogo, facendolo ap-parire come un segno di debolezza e di buonismo.Questa proposta, rivolta alle persone di buona vo-lontà, a prescindere dalla loro appartenenza religio-sa, non è compatibile con

forme di narrazione che inducono le opinioni pubbliche a credere incompatibili le differenze di credo, magari accredi-tando l’idea che religione e violenza siano sorelle. Si tratta di una via che conduce alla chiusura ed alla inerzia menta-le, con paura del cambiamento e crescita della “cultura del disprezzo”.Perseguire la strada delle relazioni possibili combacia per-fettamente con la razionalità, corrispondente alla ricerca del bene comune per tutti. Utopia, quindi, non sono le fat-tive possibilità del dialogo per una coesione sociale, ma le guerre considerate come strade per ripristinare la giustizia.Chi crede al messaggio ed alla promessa di Gesù ha il do-vere di vivere quotidianamente la pratica del dialogo. Di-versamente, le generazioni future dovranno soggiacere alla “pars destruens”, succubi quindi del male.

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Domanda: Lo scorso anno ho fatto la denuncia ICRIC. La devo fare anche quest’anno?

Risposta: la richiesta per la compilazione dei modelli rivolti alle persone con invalidità parziale o titolari di prestazioni soggette a verifica annuale (ICRIC, Inden-nità di frequenza, ICLAV, ACC.AS/PS) continuerà ad essere inviata per posta dall’Istituto Previdenziale. Il termine ultimo per la presentazione – anche tramite CAAF - è fissato al 29 febbraio 2016.

Domanda: cosa bisogna fare per richiedere “l’asse-gno di autonomia” deliberato dalla Regione?

Risposta: il voucher di 400 euro al mese, per dodi-ci mesi, serve per garantire l’autonomia personale e relazionale delle persone anziane attraverso presta-zioni dì cura della persona e del domicilio e attività della vita sociale e delle relazioni attraverso anche la frequenza di centri/servizi dedicati.

•• Destinatari: persone di età superiore a 75 anni con una compromissione funzionale derivante dallo stato iniziale di demenza/Alzheimer o altre patolo-gie di natura psicogeriatrica. Giovani e adulti disabili medio/gravi.

•• Decorrenza: presentazione delle domande dal 1° dicembre 2015.

•• Modalità di accesso: secondo le modalità stabi-lite da un avviso che verrà pubblicato entro fine No-vembre (vedere il Sito Internet della Regione).

•• Requisiti: reddito ISEE fino a 10.000 euro e resi-denza in Lombardia da almeno 5 anni.

Domanda: ho letto che vi sono novità per le “visure catastali”. Risposta: oltre ai dati identificativi dell’immobile (Co-mune, sezione urbana, foglio, particella, subalterno) e ai dati di classamento (zona censuaria, categoria cata-stale, classe, consistenza, rendita), da oggi sarà ripor-tata direttamente in visura anche la superficie catasta-le, calcolata come stabilito dal Dpr n° 138/1998. Per gli stessi immobili sarà inoltre riportata la superficie ai fini TARI che, per le sole destinazioni abitative non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza. In caso dl incoerenza tra la planimetria conservata agli atti del catasto e la superficie calcola-ta, i cittadini interessati potranno inviare le proprie os-servazioni attraverso il sito dell’Agenzia, e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati. Quan-to agli immobili non dotati di planimetria, i proprietari possono presentare una dichiarazione di aggiorna-mento catastale per l’inserimento negli atti della pla-nimetria catastale. Tale adempimento è, comunque, necessario in caso di vendita dell’Immobile.

Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

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.. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa…….. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» . Evangelii gaudium, 84-85.

I Sacerdoti, le zelatrici e la Redazione de “Il Duomo” augurano a tutti i lettori

BUON NATALE

e felice ANNO

NUOVO

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… e dopo EXPOIl BivioNe avevamo parlato nell’articolo “Prima di EXPO …” e, dopo il successo che questa manifestazione planetaria ha ottenuto, non possiamo che tirare le somme, a questo punto ci ricolleghiamo al titolo di origine e continuiamo con … dopo EXPO.Si, è stato un evento che avrebbe potuto essere un fiasco totale e invece si è dimostrato un momento di strappo, esattamente come quando ti succede una cosa importante che cambia completamente la tua vita tanto che più niente è uguale a prima, così, da un giorno all’altro e non si torna indietro.Non so se l’esempio rende, ma è per dire che questo evento, per il tema, i contenuti, l’immagine del nostro Paese nel mondo e soprattutto perché non sono successi eventi tragici come tristemente è avvenuto a Parigi in queste settimane, ha dimostrato le reali capacità organizzative e tecnico-scientifiche di cui disponiamo. E quale il segreto di questo successo: le capacità italiane? Quelle degli altri Paesi o tutti insieme? La sete di conoscenza? Forse un po’ di tutto questo e forse dell’altro ancora, di certo possiamo dire che abbiamo superato la prova e ora sappiamo anche che se si vuole, tutti insieme, ognuno con motivazioni diverse, ce la possiamo fare. Qualunque siano i motivi di questo successo, il bivio è stato raggiunto e la nuova strada è stata imboccata, più avanti sarà da verificare se è quella giusta o se era meglio un altro percorso, ma questo giudizio spetterà ai posteri.

La ripartenza!Dicevamo anche che non è più come prima e che indietro non si torna, l’Italia infatti ha grandi potenzialità, lo sappiamo tutti, ma vuoi per la litigiosità interna, vuoi che dobbiamo sempre discutere e ridiscutere dello stesso argomento senza mai fare sintesi, spesso veniamo giudicati come un popolo poco concreto e diviso da mille correnti e scuole di pensiero, esattamente l’opposto di come dovrebbe essere un Paese contemporaneo che, al contrario, dopo il confronto, con un dialogo profondo tra le parti, alla fine è in grado di gestire il timone.Ma veniamo all’approfondimento su Expo, anche se in molti non l’hanno ancora presa in considerazione ed i più nemmeno letta,

è nata la “Carta di Milano” la cui introduzione alla presentazione inizia così: “Il bivio è un momento decisivo in cui si impone una scelta e tutti noi ci siamo trovati almeno una volta di fronte a un bivio. Gli uomini infatti si distinguono dal genere animale proprio per la loro capacità di ragionare e quindi di fare delle scelte, che a volte possono essere talmente importanti, da cambiare la vita o addirittura il corso della storia …”.Concetto talmente semplice che risulta difficile da cogliere nella sua interezza.“Nutrire il Pianeta – Energia per la vita”, questo il tema, che Papa Francesco, nel suo intervento durante la cerimonia di inaugurazione, ha voluto sottolineare perché “non resti solo un tema” e riprendendo un discorso che Giovanni Paolo II° tenne alla FAO nel 1992, ha sottolineato che il “paradosso dell’abbondanza” persiste ancora, invitando a nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita, nel rispetto dell’ambiente naturale perché questa è la grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del ventunesimo secolo. Quando si parla di ambiente si deve riflettere su temi che coinvolgono tutto, dall’alimentazione alle risorse sostenibili, al

maggior rispetto di chi vive su questo Pianeta, animali, vegetali e umani, tutti indistintamente.Il rispetto quindi di tutto ciò che ci circonda, perché non ci appartiene, alla fine rappresenta il rispetto di chi verrà dopo di noi. Possiamo dire che la ripartenza, ovvero il nuovo percorso per il nostro Paese, si chiama sete di conoscenza e voglia di vita, perché il vero dopo Expo è l’occasione per il “cambiamento della mentalità”, che ci deve consentire di mettere in campo tutto il nostro sapere, il nostro prestigio, dalla cultura alla natura, dall’arte alla cucina, insomma il nostro made in Italy, senza però abusare del “Giardino” che ci è stato affidato, perché tutti ne possano godere ancora dopo di noi.

Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

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15Scuola paritaria cattolica

a cura della Scuola “E. Medi”

La scuola che funziona sa rinnovarsi, fornisce gli strumenti con i quali gli studenti di oggi possano

consapevolmente e attivamente diventare gli adulti di domani, in un mondo che si trasforma sempre più rapidamente.

L’Istituto Enrico Medi per questo cerca sempre di proporre nuovi progetti e di offrire ai suoi allievi nuo-ve opportunità… e tra le molte novità che ha messo in cantiere negli ultimi anni, una delle più gradite da-gli studenti è stato senza dubbio il “Potenziamento Sportivo”, aperto lo scorso anno e dedicato agli al-lievi dei tre licei attivi nella scuola. Il progetto è nato con lo scopo di far accostare i ragazzi ad alcuni sport, forse meno conosciuti o praticati di altri, ma alta-mente formativi sia sul piano fisico sia su quello del carattere. L’anno scorso si sono cimentati nella nobile disciplina della scherma, l’arte del “maneggio delle armi”; si sono poi dedicati al “nuoto”, nella piscina comunale, e alla “canoa”, nella “palestra naturale” del lago. Parallelamente alla pratica di questi sport, i giovani atleti del “Potenziamento Sportivo” hanno affrontato anche lezioni teoriche relative agli stessi e lezioni di diritto dello sport.

Tra le attività sportive proposte per quest’anno sco-lastico, invece, spicca il “Corso di Mountain Bike”: articolato in otto lezioni pomeridiane di due ore cia-scuna, svolte principalmente nell’area verde dell’Isti-

tuto, il corso prevede anche due escursioni esterne, tra le colline dell’entroterra gardesano.

Le lezioni sono organizzate in modo da suddividere in due gruppi i ragazzi, che possono essere seguiti in modo più “personalizzato”. Alcune lezioni prevedono fondamentali parti teoriche relative all’attrezzatura, alle diverse tecniche di guida in base alle caratteristi-che e alle difficoltà del percorso, all’utilizzo di carte e GPS per l’orientamento; altre sono lezioni pratiche all’aperto nel parco della scuola e sul territorio: una ventina di chilometri, attraverso strade secondarie e percorsi ciclabili, su sterrati che si snodano tra gli uli-veti e i vigneti della Valtenesi.

Tutti in sella…

dal grande librodella natura

acqua minerale

FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511IL PIACERE DEL BERE!

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16

CINEFORUM

Martedì 8 dicembreQuesta è la storia di due persone che non possiedono nulla se non loro stessi. Non hanno radici, non hanno neanche un posto dove sentirsi a casa. Si conoscono per caso, ma sarà davvero un caso? O l’ennesima ancora di salvezza?

Alaskadi Claudio Cupellini

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Martedì 15 dicembreIn un remoto villaggio turco Lale e le sue quattro sorelle scatenano uno scandalo dalle conseguenze inattese per essersi messe a giocare con dei ragazzini tornando da scuola. Vincerà la libertà? Tragicomico.

Mustangdi Deniz Gamze Ergüven

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Martedì 22 dicembreAldo Gastaldi, nome di battaglia Bisagno, “primo partigiano d’Italia”. A quasi 70 anni dalla sua morte misteriosa gli ultimi testimoni svelano una resistenza lontana dalla retorica, illuminata dallo sguardo ancora limpido del loro comandante.

Bisagnodi Marco Gandolfo

Cinema teatro Cristal a cura di Lamberto Dondio

“BISAGNO” Bisagno. “Cristiano, Partigiano, Italiano”

Verrà proiettato, nella serata del 22 dicembre, al Cristal, il film “BISA-GNO”. È un film-documentario del regista Mario Gandolfo che narra della vita di Aldo Gastaldi, comandante a soli 22 anni della divisio-ne garibaldina “Cicero”, che operava sui monti dell’entroterra ligure; morì in tragiche circostanze a soli 24 anni e ad un mese dalla fine del-la seconda guerra mondiale. Operava con il nome di battaglia “BISA-GNO” ed è anche unanimemente conosciuto come “Primo Partigiano d’Italia”, decorato con Medaglia d’oro al Valor Militare e con la “Bronz Star Medal” il più alto riconoscimento riservato dagli Alleati agli eroi di guerra. Il film è stato presentato in anteprima in data 29 aprile 2015 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano nel corso di un convegno in cui la relatrice prof. Maria Bocci ha definito il comandan-te Bisagno “Cristiano, Partigiano, Italiano”.Queste tre parole illustrano meglio di qualsiasi commento l’uomo Aldo Gastaldi, comandante “Bisagno”. Egli dimostrò sempre il suo comportamento cristiano operando con giustizia nei confronti dei ne-mici fatti prigionieri e nel rispetto della carità verso il prossimo tanto che una volta, pur di non portar via le patate a dei contadini in quanto servivano per la semina preferì per primo patire la fame.Un partigiano scomodoLa sua azione è stata improntata unicamente alla liberazione dell’Ita-lia dal fascismo senza pensare a secondi fini o a quello che avrebbe potuto succedere dopo la liberazione in termine di conquista del po-tere. Giorgio Bocca lo definì un “partigiano borghese”; di sicuro il co-mandante Bisagno era contro tutti i totalitarismi di destra o di sinistra.Era pertanto un personaggio scomodo e finì necessariamente per mettersi in urto con il Comitato Nazionale di Liberazione ligure tanto che durante la liberazione di Genova fu lasciato con i suoi in monta-gna. Finita la guerra non approvava il seguito della guerra civile che stava degenerando in una serie di vendette a catena.Garante per i suoi compagni di lottaMorì durante un incidente stradale cadendo da un camion a Desen-zano sul Garda. Stava riportando ai loro paesi di origine, uno ad uno, gli alpini che avevano fatto parte dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana e che avevano disertato per unirsi alla sua brigata. Aveva ac-colto l’implorazione di quei soldati che gli avevano chiesto di venire a parlare con i loro concittadini dicendo che avevano combattuto con lui dopo aver disertato dall’esercito fascista. Il Comandante Bisagno era per loro la garanzia di poter rimanere in vita. Lamberto Dondio

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17Capire la Liturgiaa cura di Rosa Pollini

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L’Avvento imprime a tutto l’Anno liturgico il dinamismo proprio della fede in Cristo: la contemplazione del dono della venuta redentrice del Figlio di Dio quale figlio dell’uomo e l’at-tesa dell’ultimo ritorno del Signore risorto. Con questo l’Avvento esige dalla Chiesa, fiducia, gratitudine, conversione, speranza. Il tempo di Avvento è necessariamente segnato dalla presenza della Vergine Maria in Oriente come in Occidente.

La solennità dell’Immacolata è uno dei poli di questa presenza che vuole sottolineare, nella concezio-ne senza macchia di Maria, l’annuncio della nascita del Salva-tore. La novena dell’Immacolata è, in questo senso, la più im-portante espressione della pietà popolare nel tempo liturgico dell’Avvento. Nel Direttorio su pietà popolare e liturgia al n. 191 troviamo:… “tenendo presente che nella Liturgia Romana le quattro settimane di Avvento costituiscono un tempo ma-riano armonicamente inserito nell’Anno Liturgico, si dovranno aiutare i fedeli a valorizzare convenientemente i numerosi rife-rimenti alla Madre del Signore offerti da questo intero periodo”. Per accogliere le ricchezze di una Liturgia poco comprensibile all’epoca, sorse anche la Novena di Natale che oggi, con il dono della Riforma Liturgica che garantisce la partecipazione del po-polo, non può che comporsi con i testi e le preghiere della stessa liturgia. Intorno alla Novena di Natale, vi è la rappresentazione del presepio nelle chiese e nelle case. È un modo domestico perché piccoli e grandi si accostino familiarmente al mistero del Natale.

Nel tempo di Natale la Chiesa celebra il mistero della manifestazione del Signore: la sua umile nasci-ta a Betlemme, annunciata ai pastori, primizia dell’Israele che accoglie il Salvatore; l’epifania ai Magi, «giunti da Oriente» (Mt 12), primizia dei gentili, che nel neonato Gesù riconosco-no e adorano il Cristo Messia; la teofania presso il fiume Gior-dano, in cui Gesù è proclamato dal Padre «Figlio prediletto» (Mt 3,17) e inaugura pubblicamente il suo ministero messia-nico; il segno compiuto a Cana con il quale Gesù «manife-stò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11). Nel tempo natalizio, oltre a queste celebrazioni che ne danno il senso primordiale, ne ricorrono altre che hanno stretto rapporto con il mistero della manifestazione del Signore: il martirio dei Santi Innocenti (28 dicembre), il cui sangue fu versato a causa dell’odio verso Gesù e del rifiuto della sua signoria da parte di Erode; la memoria del Nome di Gesù, il 3 gennaio; la festa della Santa Famiglia (domenica fra l’ottava), in cui viene celebrato il santo nucleo familiare nel quale «Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,32), la solennità del

1 gennaio, memoria intensa della maternità divina, verginale e salvifica di Maria; e, se pure fuori dai limiti del tempo natalizio, la festa della Presentazione del Signore (2 febbraio), celebrazio-ne dell’incontro del Messia con il suo popolo, rappresentato da Simeone e Anna, e momento della profezia messianica di Sime-one. Gran parte del ricco e complesso mistero della manifesta-zione del Signore trova ampia eco ed espressioni proprie nella pietà popolare. Essa è particolarmente attenta agli avvenimenti dell’infanzia del Salvatore, nei quali si è manifestato il suo amore per noi.

La pietà popolare infatti coglie intuitivamente:• il valore della «spiritualità del dono», propria del Natale: «è nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato», dono che è espressione dell’infinito amore di Dio, che «ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio» (Gv 3,16). - Il messaggio di solidarietà che l’evento del Natale porta con sé; - il valore sacro della vita e l’evento mirabile che si compie in ogni parto di don-na, poiché attraverso il parto di Maria il verbo della vita è venuto tra gli uomini e si è fatto visibile;

• il valore della gioia e della pace messianica, a cui aspirano profondamente gli uomini di ogni tempo; il clima di semplicità e di povertà, di umiltà e di fiducia in Dio, che avvolge gli avveni-menti della nascita del bambino Gesù.

Con la solennità dell’Epifania la pietà popolare si esprime in maniera genuina e ricca con:

• Il solenne annuncio della Pasqua e delle principali feste dell’anno; esso infatti aiuta i fedeli a scoprire il collega-mento tra l’Epifania e la Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana; - lo scambio dei doni, a partire dal dono ricevuto da Dio Padre e dai doni offerti a Lui dai Magi; - la benedizione delle case; - le iniziative di solidarietà e di accoglienza degli stranieri;

• l’aiuto all’evangelizzazione dei popoli con iniziative in favore delle missioni e, particolarmente, con quelle della Santa Infanzia.

Strettamente collegati all’evento salvifico dell’Epifania del Signore sono i misteri del Battesimo di Gesù e della sua manifestazione alle nozze di Cana. La festa del Battesimo del Signore chiude il Tempo natalizio. Il tempo di Avvento e il tempo di Natale, nei loro modi propri, veicolano nella nostra storia la celebrazione dell’unico sacramento di sal-vezza: Gesù Cristo morto e risorto.

Per vivere l’Anno Liturgico

Tempo di Avvento e di Natale

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18 Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

Filiale di Salò - Località Rive

Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele

La continuità di un progettoNella serata di venerdi 30 Ottobre si è con-clusa nella Chiesa della Visitazione in Salò la seconda edizione dell’Oratorio Mariano, una felice intuizione della nostra Parrocchia di S. Maria Annunziata e della Corale “Marco Enrico Bossi”, nata con l’idea di coniugare la preghiera e la meditazione con la musica, il tutto con lo scopo di celebrare il mese ma-riano.L’Oratorio si è svolto nei quattro appunta-menti di Venerdi 9 ottobre e dei successivi 16, 23 e 30.Ogni serata è stata strutturata nei seguenti momenti fondamentali:• Introduzione e conclusione mediante ese- cuzioni all’organo.• Lettura di testi sacri.• Riflessioni guidate da parte del sacerdote.• Esecuzioni da parte delle due corali presenti.

• Preghiere dell’assemblea dei presenti.La novità rispetto allo scorso anno è stata la presenza di due corali ad ogni serata in luogo di una sola corale.Ecco dunque come si è svolto l’Oratorio Ma-riano edizione 2015:

9 OttobreIl tema è stato quello del “Buon Samaritano” e della “Samaritana al Pozzo”.La riflessione è stata proposta da Mons. Fran-cesco Andreis. I contributi musicali sono stati offerti dalla Corale Parrocchiale di Roè Vol-ciano e dalla “Schola Cantorum San Zenone” di Prevalle rispettivamente diretti dai maestri Mauro Pizzocolo e Carlo Ragnoli. All’organo Francesco Salvadori.

16 OttobreLa tematica era improntata alla “Misericor-dia” con i brani “La pecorella smarrita” e “Adultera Perdonata”. Sui temi ci ha fatto riflettere don Pierluigi Tomasoni. I cori pre-senti erano quello delle “Giovani Voci”della Parrocchia di San Giovanni Battista in Rez-zato e il coro “Santa Giulia” di Paitone sot-to le rispettive direzioni dei maestri Cesare Archetti e Vincenzo Loda. All’organo Bruno Marelli.

23 OttobreSi è meditato da parte di don Gianluca Gua-na su “La dramma ritrovata” e sui “Talenti investiti” mentre il supporto corale è stato fornito dal coro “Cantores Mariae” di Salò e dalla Corale Polifonica “San Giorgio” di Mocasina sotto la guida rispettivamente dei maestri Lidia Giussani e Carlo Ragnoli. All’Organo Matteo Falloni.

30 OttobreSi è meditato nuovamente in tema di “Mise-ricordia” da sempre dimostrata da Gesù e in

questo caso verso “Il figliol prodigo” e verso “Zaccheo”; ci ha guidato nella meditazione mons. Franco Bertoni.Il maestro Primo Franzoni ha diretto la “Scho-la Cantorum Parrocchiale” di Sabbio Chiese mentre il maestro Carlo Ragnoli ha concluso l’edizione dell’Oratorio Mariano dirigendo il coro di casa nostra, la Corale ”Marco Enrico Bossi”. All’organo Paolo Ragnoli che ha ac-compagnato alcuni brani eseguiti.

ConsiderazioniLa descrizione delle quattro serate, necessa-riamente svolta in forma sintetica, va oltre la pura cronaca. La sua lettura permette di in-dividuare il complesso lavoro che sta dietro la realizzazione di questo Oratorio Mariano e serve a dare l’idea di quante persone sono state coinvolte per il suo concreto svolgimen-to. La Parrocchia di Salò e la Corale “Marco Enrico Bossi” hanno avuto il merito di aver sa-puto organizzare un insieme di corali, organi-sti, sacerdoti, lettori e una assemblea di fedeli che si è dimostrata sempre numerosa e atten-ta in tutte le quattro occasioni di incontro.In questo modo la Chiesa della Visitazione in Salò ha visto continuare la tradizione degli “Esercizi dell’Oratorio” che avevano preso ini-zio nella seconda metà del XVI secolo nell’Ora-torio di San Girolamo della Carità in Roma ad opera di San Filippo Neri.Essi consistevano in pratiche devote che erano basate su una conversazione sacra, un sermo-ne e l’esecuzione di una o più laude musicali. Sorgeva quindi un modo speciale di pregare e che ha continuato ad essere praticato nel cor-so dei secoli con successo ed è in fondo quel-lo che è stato seguito anche nella ideazione dell’Oratorio Mariano nella Parrocchia di Salò e che dimostra ancora una volta che le buo-ne intuizioni, come quella di San Filippo Neri, hanno vita lunga e sono destinate a continua-re e a migliorare nel tempo.

Oratorio Mariano

- Seconda Edizione -

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19I documenti della Chiesaa cura di don Pierluigi Tomasoni

Nella città di Firenze si è concluso il 13 novembre, iniziato il 9, il Con-

vegno Ecclesiale Nazionale, il quinto, dopo quelli di Roma nel 1976, di Loreto nel 1985, di Palermo nel 1995, e di Ve-rona nel 2006. Se il Convegno di Roma ha posto la sua attenzione su Evangeliz-zazione e promozione umana, quello di Loreto su Riconciliazione cristiana e co-munità degli uomini, quello di Palermo su Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia e quello di Verona su Testimoni di Gesù Ri-sorto speranza del mondo, il Con-vegno del capoluogo toscano ha focalizzato il tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo.Come i Convegni precedenti sono stati caratterizzati dalla presenza del Beato Paolo VI, di San Gio-vanni Paolo II e di Benedetto XVI, così anche Papa Francesco si è re-cato in visita pastorale a Firenze, il 10 novembre, per incontrare i rappresentanti di tutte le Diocesi d’Italia.Nel suo discorso il Papa ha indi-cato che solo nei “sentimenti di Cristo” si dà la possibilità di po-ter conoscere quali sono “i tratti dell’umanesimo cristiano”. Anzi, a suo parere, sono i sentimenti di Gesù che danno forma all’uma-nesimo cristiano. Francesco, di tutti i sentimenti di Cristo, ne ha suggeriti tre: l’umiltà, il disinteresse e la beatitudine.A proposito dell’umiltà, Papa Bergoglio, ha detto: “Gesù non considera un «pri-vilegio» l’essere come Dio (Fil 2,6). Qui c’è un messaggio preciso. L’ossessione di preservare la propria gloria, la propria “dignità”, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. Dobbia-mo perseguire la gloria di Dio e questa non coincide con la nostra. La gloria di Dio che sfolgora nell’umiltà della grotta di Betlemme o nel disonore della croce di Cristo ci sorprende sempre.Riprendendo l’affermazione di San Pao-lo “Ciascuno non cerchi l’interesse pro-prio, ma anche quello degli altri” (Fil 2,4), il Papa ha affermato: “più che il di-sinteresse, dobbiamo cercare la felicità di chi ci sta accanto. L’umanità del cri-stiano è sempre in uscita. Non è narcisi-

stica, autoreferenziale. Quando il nostro cuore è ricco ed è tanto soddisfatto di se stesso, allora non ha più posto per Dio. Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lot-tare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi

vita si decide sulla capacità di donarsi”. E riguardo al sentimento della beatitu-dine Francesco ha detto: “Il cristiano è un beato, ha in sé la gioia del Vange-lo. Nelle beatitudini il Signore ci indica il cammino. Percorrendolo noi esseri umani possiamo arrivare alla felicità più autenticamente umana e divina. Gesù parla della felicità che sperimentiamo solo quando siamo poveri nello spirito. Per i grandi santi la beatitudine ha a che fare con umiliazione e povertà. Ma anche nella parte più umile della nostra gente c’è molto di questa beatitudine: è quella di chi conosce la ricchezza del-la solidarietà, del condividere anche il poco che si possiede; la ricchezza del sa-crificio quotidiano di un lavoro, a volte duro e mal pagato, ma svolto per amo-re verso le persone care; e anche quella delle proprie miserie, che tuttavia, vissu-

te con fiducia nella provvidenza e nella misericordia di Dio Padre, alimentano una grandezza umile”.Alla Chiesa italiana il Papa in modo par-ticolare chiede: “l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio e la capacità di incon-tro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale nel vostro Paese, cercando il bene comune. I poveri conoscono bene

i sentimenti di Cristo Gesù perché per esperienza conoscono il Cristo sofferente”. E per le nostre comunità il Papa chiede a Dio che “protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, d’immagine, di denaro. La povertà evangelica è creativa, accoglie, sostiene ed è ricca di speranza”.Papa Francesco pone poi l’accen-to su un atteggiamento che gli sta particolarmente a cuore, il dialo-go e dice: “Vi raccomando anche, in maniera speciale, la capacità di dialogo e di incontro. Dialo-gare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comune. Ma è cercare il bene comune per tutti. La Chiesa sia fermento di dialogo, di incontro, di unità. Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parla-re e discutere, ma quello di fare

qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattoli-ci, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà”.Papa Francesco non ha timore nel dire quale Chiesa italiana gli sia gradita: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, acca-rezza. L’umanesimo cristiano che siete chiamati a vivere afferma radicalmen-te la dignità di ogni persona come Fi-glio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umori-smo, anche nel mezzo di una vita tante volte molto dura”.

Papa Francesco a Firenze

per il Convegno Ecclesiale Nazionalein Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo

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20 Accade a Salòa cura di Simone Bottura

Biblioteca: superati i 10mila prestitiObiettivo centrato! Marcello Cobelli, presidente della Bi-blioteca, rende noto con soddisfazione che il 26 ottobre sono stati superati i 10mila prestiti librari nel 2015, obiet-tivo ambizioso che la commissione si era posto a inizio anno (ricordiamo che nel 2014 i prestiti sono stati 8.500). «L’incremento - ricorda Cobelli - è dovuto essenzialmen-te all’impegno profuso dalle bibliotecarie Patrizia Perna e Antonia Cerutti, all’incremento degli orari di apertura e alle tante iniziative che si sono susseguite in questi mesi e che continueranno numerose». Il programma di iniziati-ve per i prossimi mesi è vario e ricco. Per essere sempre aggiornati basta seguire la Biblioteca di Salò su Facebook.

Aventino Frau, cittadino onorario Nella seduta del 26 ottobre il Consiglio comunale ha deli-berato, all’unanimità, di conferire la Cittadinanza onoraria all’on. Prof. Aventino Frau, «per il lungo ed intenso impe-gno politico-amministrativo dedicato alla popolazione be-nacense ed in particolare per aver attivamente promosso la salvaguardia e la valorizzazione del “nostro” lago». La cerimonia di conferimento della Cittadinanza onoraria si è svolta il 27 novembre in Sala dei Provveditori. Classe 1939, avvocato, docente di diritto internazionale dell’eco-nomia, Frau è una figura di spicco della politica gardesana: sindaco di Puegnago e Gardone Riviera, senatore e padre fondatore della Comunità del Garda. A Frau va inoltre ri-conosciuto il merito di aver promosso e realizzato, negli anni Settanta, il progetto di depurazione del Garda e il Consorzio Garda Uno.

Il Consiglio comunale dei ragazziSi è svolto lo scorso 18 novembre a Salò il primo conve-gno provinciale dei Consigli comunali dei ragazzi. Vi han-no preso parte i Ccr di Villanuova, Azzano Mella, Bagnolo Mella, Capriano del Colle, Serle, Borgo San Giacomo e Ca-stel Mella. «L’iniziativa - spiega Ivan Possi, il sindaco del Ccr di Salò - è nata dal desiderio di incontrare altri Consigli comunali per conoscerci, confrontarci e concordare inizia-tive comuni. Sicuramente questi “laboratori delle idee” ci sproneranno a fare di più, a cercare insieme nuovi obietti-vi da raggiungere e ad aiutare anche i nostri compagni ad apprezzare e migliorare l’ambiente in cui viviamo».

L’on. Gelmini alla presidenza della Comunità del GardaL’on. Mariastella Gelmini è la nuova presidente della Comunità del Garda. Lo scorso 25 ottobre l’Assemblea generale dell’ente comprensoriale benacense l’ha eletta per acclamazione, all’unanimità. La candidatu-ra dell’on. Gelmini era stata proposta dal sindaco di Salò. Il nuovo direttivo, anch’esso nominato all’una-nimità, è composto da nove sindaci, quattro veronesi (Ivan De Beni di Bardolino, Antonio Pasotti di Garda, Alberto Varolo di Pastrengo e Stefano Nicotra di Torri del Benaco), tre bresciani (Andrea Cipani di Gardone Riviera, Adelio Zeni di Puegnago e Gianpiero Cipani di Salò), un mantovano (Giorgio Cauzzi di Cavriana) e un trentino (Gianni Morandi di Nago-Torbole).

Ad Attilio Forgioli il “Gasparo 2015”Il riconoscimento civico destinato ai cittadini che si sono distinti per meriti particolari è stato consegnato, come sempre, il 4 novembre, nella ricorrenza del pa-trono della città, San Carlo Borromeo. Questa la moti-vazione: «Il premio è assegnato al maestro Forgioli per aver promosso il buon nome della città attraverso l’arte della pittura con autorevoli mostre sia in Italia che all’e-stero e per aver contribuito alla nascita e alla valorizza-zione del patrimonio della prestigiosa Civica Raccolta del Disegno». Da segnalare che nell’ambito delle cele-brazioni per il patrono è stato presentato anche il libro «Gli organi del Duomo di Salò» del maestro Ugo Rava-sio, a cura dell’associazione culturale Giuseppe Serassi.

È nata Garda MuseiGarda Musei è l’associazione onlus costituita con atto notarile il 21 ottobre scorso che si propone come rete territoriale del sistema culturale gardesano. I soci fon-datori sono i Comuni di Salò, Gardone Riviera e To-scolano Maderno, il Vittoriale, il Museo Mille Miglia, la Fondazione Valle delle Cartiere, la Comunità Mon-tana Parco Alto Garda Bresciano e il MuSa (ma già si prospettano nuove adesioni: i comuni di Sirmione, Desenzano, Peschiera e Torri del Benaco, così come le Provincie di Verona e Trento). Gli obiettivi: unire le for-ze e fare rete, valorizzare il patrimonio culturale delle tre sponde del Garda, promuovere progetti condivisi, creare una comunicazione univoca e organizzare atti-vità comuni. Tutti insieme per far passare, sui mercati turistici nazionali e internazionali, il concetto che i mu-sei sono luoghi di gioia dove si impara la bellezza e la conoscenza e che il lago, con il suo vasto circondario, è anche un territorio ideale per vacanze colte.

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21Alla sera del terzo giorno

a cura di Bruno MarelliLa grande truffa

della Sanità Mondiale

L’antefattoTutto è cominciato qualche settimana fa, quando mi ha tele-fonato un’amica; per motivi di ri-servatezza, che presto ben com-prenderete, vi dirò solo che è una delle tante russe che abitano qui. Era letteralmente sconvolta. Sua figlia, che vive in Russia e si è da poco sposata, durante il viaggio di nozze in Asia, per una caduta banale ma seria, è stata ricove-rata in ospedale per le cure me-diche e una volta ritornata a casa ha scoperto di avere contratto l’e-patite C. Il medico al quale la ragazza si è rivolta l’ha informata che questa grave infezione virale, un tem-po incurabile, da qualche tempo sembra si possa guarire con un farmaco da poco introdotto sul mercato. Ma c’è un problema; il farmaco non è ancora disponibile in Russia. Lo si può trovare in Ita-lia, dove per un ciclo completo di cura (3 confezioni da 28 pastiglie) oggi si devono spendere 45.000 euro.Ora vi devo spiegare cosa c’en-tro io in questa storia. La stesso farmaco è da qualche tempo pro-dotto anche in Cina e in India, e lì la stessa quantità costa poche centinaia di euro. Così l’amica, sapendo che ho rapporti con quei paesi, mi ha chiesto se potevo in-teressarmi.Non ve la faccio lunga perchè ho molte altre cose da dire.Due settimane dopo, un amico indiano che è venuto in Italia, ha consegnato le tre confezioni della medicina indiana alla mia amica, che le ha pagate in tutto 500 euro.Ora la medicina è già in Russia per la ragazza in cura e speriamo possa guarire presto.

Il grande affare della saluteEcco come si fa una truffa sulla pelle della gente.Il Sofosbuvir è un farmaco usato da tempo nelle terapie chemio dei tumori. Da qualche tempo si è sco-perto che produce la remissione to-tale della epatite C. Solo per questo motivo il costo passa da $ 13.50 a $ 750 per pillola (fonte NBC).L’amministrazione Obama, che con l’Obamacare è riuscita ad in-crementare del 28% la popolazio-ne coperta da cure mediche sen-za aumentare la spesa sanitaria, è intervenuta obbligando la Sovaldi a ridurre il prezzo della cura dai $63.000, dimezzandone nel 2015 sostanzialmente il prezzo, che re-sta comunque ancora molto alto. In Europa ogni nazione si regola a suo modo, perché “stranamente” non ci sono norme europee per la sanità, ma i prezzi sono quelli che già vi ho detto.Allora com’è che in India la stessa medicina costa 100 volte di meno?Ve lo spiego subito. Il governo in-diano, che evidentemente ha più a cuore gli interessi dei suoi cittadini che gli affari delle società farma-ceutiche, non avendo sottoscritto gli accordi internazionali, non ha riconosciuto la validità del brevet-to alla Sovaldi, lasciando libere le aziende farmaceutiche di produrre il farmaco e metterlo sul mercato locale al prezzo di costo. Così la Sovaldi si è vista co-stretta a sottoscrivere un ac-cordo con la Cipla, che in India produce, su licenza Sovaldi, un farmaco che si chiama Hepcvir, che è quello che è stato acqui-stato. Con un medicinale gene-rico forse si spendeva anche di meno.

La storia di questo mese sembra fatta apposta per costringerci ad aprire gli occhi ed a smettere di essere complici, con i nostri si-lenzi e le nostre paure, di quella che sta diventando ormai la più grande truffa realizzata ai danni dell’umanità; i fatti che raccon-to sono assolutamente veri, perché sono capitati proprio a me.

In Italia intanto si sta combattendo una guerra sulla spesa sanitaria, che ha rag-giunto ormai la cifra di 111 miliardi di Euro. Dichiara Chiamparino a nome dei governatori delle regioni:

“Se non cambiano questi dati vorrà dire che, ad esempio, sui farmaci innovativi ci sarà qualcuno a cui bisognerà dire di no. Potremmo poter arrivare a un livello tale che, ad esempio, la cente-sima persona che arriva e ha bisogno di un farmaco salvavita si sente dire di no perché le Regioni non hanno i sol-di per acquistarlo”. Dichiarazioni simili ho sentito dal Ministro Lorenzin (vedi puntata di 8 e1/2 su La7) e da Renzi (discorso ai parlamentari PD di novem-bre). Possibile che a nessuno venga in mente di guardare invece a come vengono buttati via i soldi nella sanità? Con buona pace del nostro governato-re Maroni anche qui sprechi e spese in-giustificate sono sotto gli occhi di tutti.Io so che questo è un reato e raccon-tandolo qui mi sono di fatto autodenun-ciato. Non so bene chi possa incrimi-narmi, perché tecnicamente sono stato solo testimone dello scambio e le me-dicine sono transitate per l’Italia. Ma il fatto è che lo rifarei se sapessi che c’è qualcuno che ha bisogno di una medi-cina salvavita e non può pagarla. E se mi metteranno in galera non importa; siamo sotto le feste e mi daranno an-che il panettore.

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L’infinito viaggiare(Ed. Mondadori)

«Il libro è dedicato a “Marisa”, la mia prima moglie e ai compagni di viaggio che ho amato e che sono già arrivati». Si tratta di un volume costruito da tanti capitoli nei quali si vuole evidenziare un luogo, un momento significativo della vita tenendo presente che ogni viaggio diventa importante quando è un ritorno come l’Odissea di Omero. Incontria-mo in queste pagine un autore Claudio Magris reso severo dalla presenza dei figli che certamente lo inducono a visite, nel cuore dell’Europa non sempre caratterizzate da note culturali avvincenti. Aggiunge: “Dante sapeva che l’amore per Firenze appreso dall’acqua dell’Arno doveva condurlo a sentire che la nostra patria è il mondo, come ai pesci il mare”.L’Europa è comunque il riferimento di questi viaggi di ritor-no di taglio “turistico – familiare” nei quali però, emerge una sensibilità e una cultura che in passato abbiamo incon-trato e che oggi troneggia in tutte le librerie, con un volume prezioso “Non luogo a procedere” (Ed. Garzanti) che ap-profondisce l’indagine sui segreti della Risiera di San Sabba come manifesto contro la guerra.

Un romanzo per svelare un misteroDopo essersi rivelato immediatamente “maldestro”, anche se non nemico della tecnologia, lo scrittore Claudio Magris (nato a Trieste nel 1939) ha pubblicato un libro (immedia-tamente famoso) per svelare il mistero dei Segreti di San Sabba (Ed. Garzanti). Si tratta di un’indagine sui segreti della Risiera e di un manifesto contro tutte le guerre. Intervistato da Antonio D’orrico su “Sette” (il supplemento del Corriere), non si vergogna di confessare di non servirsi degli strumenti tecnologici alla portata di tutti, a causa di “una bruttissima

grafia aggravata dall’artrosi, ma anche indotto da una parti-colare sensibilità: scrivere è un lavoro di estrema solitudine ed essere circondato da un paesaggio umano mi conforta. E poi c’è un’altra cosa: “Uno scrittore mentre scrive è sempre convinto di scrivere la «Divina Commedia». Così scrivendo al caffè uno vede che il mondo se ne frega della presunta «Divina Commedia» che stai scrivendo e l’effetto è molto salutare”.Non luogo a procedere (Ed. Garzanti) è l’ultimo libro di Clau-dio Magris (che ancora non ho letto) ma che già ha suscitato analisi, commenti su tutta la stampa, per la scelta dell’argo-mento, delle circostanze tragiche dell’ultimo conflitto e il concetto personale che “la storia ha l’alito cattivo”. L’intervista suscita naturalmente un vivo interesse per la let-tura personale perchè si tratta di un momento tragico che ha connotato il nostro recente passato. Nell’intervista l’autore ricorda la prima moglie Marisa Ma-dieri che, in una sua raccolta “Verde acqua” sosteneva che nonostante lo sterminio delle guerre “esiste sempre nell’ani-mo umano una sacra attesa della pace”.

Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

La parola che scuote(da Avvenire del 20 novembre 2015)

“Maledetti”. Parola terribile, anatema antico e come definitivo. Ma che cos’altro meritano i signori della guerra?, chiede, con dolore, l’uomo di Dio che si è imposto un nome di pace. “Maledetti”. Verdetto senza scampo. Ma in quale altra maniera possiamo chiamare coloro che, a loro volta, non danno scampo agli uomini e alle donne del nostro tempo, seminando guerra, conducen-do guerra, armando guerra, arricchendosi di ogni guerra?Francesco confessa di ascoltare il pianto di Dio, il pianto di Gesù, nel pianto delle vittime. E perciò, con il suo tono sommesso, parla con la forza di chi grida. Parla per i massacrati dalle bombe e dai coltelli. Per gli sterminati dai missili e dalle mitraglie. Parla per i mutilati e per i sequestri. Parla per i martiri cristia-ni e per chiunque patisca orrori per la sua fede. Per i bambini stuprati dell’innocenza e addestrati alla morte. Parla per i perseguitati politici. Per i depre-dati e gli esiliati. Parla per quelli che fuggono e sono trattati da invasori. Per quelli che hanno paura e per quelli che dimostrano anche il coraggio che non hanno. Parla persino di quelli che sono mandati a uccidere uccidendosi, nelle chiese cristiane d’Asia e d’Africa, nelle moschee nemiche e renitenti all’odio, nelle sinagoghe o nelle scuole ebraiche, nei luoghi cittadini della più normale e laica quotidianità. E parla anche per noi giornalisti, che stentiamo a tro-vare le parole capaci di svegliare le coscienze o an-che solo di liberarci dalla catena dei pensieri, degli insulti e delle “giustificazioni” della guerra.Francesco ha trovato le parole che noi non abbiamo e non osiamo, che neanche i migliori tra gli uomi-ni della politica e dell’economia riescono a dire. Ha scandito le parole che tanti altri leader religiosi fati-cano a pronunciare.Claudio Magris osserva il mare

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23Altre note...a cura di Giancarlo Giacomuzzi

L’8 e il 25 Dicembre sono due date importanti per la Vergine Maria che, come donna, ha vissuto la sua maternità e come

madre di Gesù tutto il suo mistero. Certo sarà stata grande la sua gioia e la sua felicità nel diventare madre, come accade per tutte le donne, ma credo la sua gioia sia durata poco, quel fatale annuncio così inspiegabile deve averle fatto presagire subito la vita che avrebbe atteso quel suo figlio eccellente e per questo arrecato a lei preoccupazioni e un celato dolore. La madre è figura centrale e importante nell’ambito della famiglia, ma per Maria la sorte fu diversa e lo si avverte proprio la notte di Natale dove è chi nasce che occupa interamente la scena, gli altri personaggi sembrano stare in disparte, avere un ruolo minore. Ma Maria non se ne duole, nel rispondere all’Angelo… “Ecco la schiava del Signore: avvenga a me secondo la tua parola“ ha dimostrato quanto abbia ben compreso il compito a lei affidato che ha accettato senza condizioni. Era quasi una bambina della tribù di Giuda e del casato di Davide che abitava a Nazaret, un piccolo centro ove la presenza di una fonte doveva essere a quei tempi il solo richiamo verso il villaggio per le assetate carovane che transitavano. I Vangeli canonici riservano a lei solo qualche cenno di tanto in tanto, si sa che era promessa a Giuseppe e che doveva avere tra i 13 e 14 anni, mentre Giuseppe forse 24.

Dopo i 40 giorni dal parto la troviamo al Tempio per la purificazione, per presentare il figlio che le è nato e

per offrire l’umile obolo fissato per le famiglie povere. C’è poi l’episodio della fuga in Egitto e del rientro a Nazaret, perché si adempisse il detto per mezzo dei profeti …Nazoreo sarà chiamato. Dopo due tre anni l’avvio della sua vita in famiglia, il pensare alla casa, al marito e al piccolo Gesù che, nella bottega …cresce e s’afforza pieno di sapienza. Ancora una discesa al Tempio ove un Gesù dodicenne elude la sua sorveglianza e si intrattiene a parlare con i Sommi Sacerdoti incurante dell’apprensione e dei timori che possono insorgere in una madre che non lo trova nella carovana e deve ritornare sui suoi passi per cercarlo. Quindi la famiglia la riassorbe per il periodo più lungo e non si parlerà di lei fino a quando Gesù trentenne lascia Nazaret per iniziare la sua predicazione. Lei l’accompagna ed è lei che alle nozze di Cana, nel suo ruolo di donna ebrea che deve servire ed aiutare, si accorge che manca il vino, è sempre lei che seguendo il figlio nella sua predicazione vive in silenzio tutti i pericoli a cui va incontro: la congiura, il processo, lo scherno, la pubblica fustigazione e la condanna sino al martirio. E qui riappare rafforzata la sua figura: è in mezzo alla folla che si accalca lungo la salita al Golgota, assiste disperata e impotente alla crocefissione e alla morte e il suo strazio è grande ….come a lei i soldati impedivano di avvicinarsi per confortarlo, così a lui i chiodi impedivano ogni gesto verso di lei….. potevano solo comunicare con lo sguardo. Vive poi con rassegnazione e sconforto la deposizione dalla croce e la ricerca della tomba ove depositarne il corpo. Nel suo cuore solo e sempre dolore, ma anche ricordi, pensieri e le uniche parole che il figlio le ha rivolto sulla croce quando non l’ha chiamata madre ma donna affidandola al discepolo Giovanni con il quale resterà sin che avrà vita. Poi la gioia della Resurrezione, la gloria e la sua Assunzione in cielo accanto al figlio tanto amato.

La Vergine Maria, la madre

Quann’ero ragazzino,mamma mia me diceva:recordati fijolo!quando te senti veramente solo,tu prova a recità n’Ave Maria,l’anima tua da sola spicca il voloe se solleva, come pe’ magia.Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato,da un pezzo s’addormita la vecchietta,ma quel consijo non l’ho mai scordato,come me sento veramente solo,io prego la Madonna benedettae l’anima da sola pija er volo.

I l quadro che riporto è di autore ignoto, linearmente semplice ma ben raffigurante la

giovinezza di Maria e le sue premure di madre. Per la poesia un affettuoso pensiero a Maria del poeta C. A. Salustri (1871/1950) un poeta dialettale che firmò tutta la sua produzione letteraria con il nome di “Trilussa”. Per la musica le Cantate per voci, coro e orchestra “del tempo di Natale” di Johann Sebastian Bach (1685/1750) il massimo rappresentante del barocco musicale tedesco. Aggiungo per i più esigenti anche quello che per me è il più bel canto di Natale che sia mai stato scritto: Minuit Chrétien conosciuto anche come Oh! Holy night, canto composto nel 1847 dal francese A. C. Adam (1803/56), una gemma purissima da ascoltare.

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Informazioni utili

SS. MESSEDUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

Chiesa di S. BENEDEttO

• Festive: ore 7.30

Chiesa di S. BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

Chiesa di S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato)

Chiesa di S. GIOVANNI

Solo feriale: ore 7.15

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

CHIESA MONAStERODELLA VISItAZIONE

• Festive e feriali: ore 8.00

IL DUOMO - n. 10 Dicembre 2015

Anno LXIV - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 5/12/2015 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it

DICEMBRE 2015Martedì 8 INIZIO ANNO DELLA MISERICORDIA ore 9,00 in S. Bernardino S. Messa solenne ore 16,30 a S. Bernardino: Canto del Vespro + S. Messa Altrove: SS. Messe ad orario festivoMercoledì 9 Ritiro presbiteri a Montecastello ore 20,30 in canonica: incontro C.P.A.E. (1) ore 20,30 in oratorio compieta e catechesi per la zona Misericordia e Confessione (don Maiolini)

Giovedì 10 ore 20,45 in Oratorio: magistero per catechisti

Venerdì 11 ore 20,30 in canonica incontro genitori dei battezzandi ore 11 del 7 febbraio

Sabato 12 12 – 13 Ritiro zonale Adolescenti e Giovani a Montecastello

Domenica 13 ore 16,00 in Duomo Canto del Vespro ore 18,30 apertura Porta santa in cattedrale per il Giubileo

Martedì 15 ore 15,00 S. Messa al Cimitero ore 20,30 in Canonica incontro Consiglio Pastorale ZonaleMercoledì 16 ore 21,00 in Oratorio: Scuola di Comunità C. L.Sabato 19 ore 20,00 incontro gruppo A famiglie in OratorioDomenica 21 Catechesi genitori e bambini Gruppo S. Carlo ore 11,00 in Oratorio ICFR Gr. S. Angela in Duomo ore 9,30 S. Messa poi in Oratorio con pranzo ore 16,00 in Duomo Canto del Vespro

Martedì 22 ore 11,00 in Duomo: S. Messa di Natale per studenti (D.Maiolini) ore 20,30 celebrazione penitenziale comunitaria

Mercoledì 23 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”Giovedì 24 Confessioni: Duomo e S. Bernardino: ore 9,00 - 12,00 e ore 15,00 - 19,00 ore 24,00 in Duomo: S. Messa di Natale

Venerdì 25 BUON NATALE A TUTTI SS. Messe secondo orario festivo ore 16,00 in Duomo: Canto dei Vespri di NataleSabato 26 Giorno non di precetto SS. Messe: ore 9,00 a S. Bernardino- ore 11,00-18,30 in Duomo Lunedì 28-30 Pellegrinaggio Adolescenti

Giovedì 31 ore 18,30 S. Messa con il canto del te Deum In Oratorio: Aspettando la fine dell’Anno

GENNAIO 2016Venerdì 1 ore 16,00 Canto del Vespro con Veni Creator

Mercoledì 6 ore 10,00 a S. Giuseppe presentazione dei Battezzandi del 7 febbraio 2016 ore 15,00 in Duomo – Preghiera per l’infanzia Missionaria

Giovedì 7 ore 16,30 in S. Giovanni: Esposizione e Adorazione ore 18,30 S. Messa per benefattori della parrocchiaVenerdì 8 Inizio secondo percorso fidanzati a Fasano