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numero di settembre 2012 professione cantautore intervista a Pierdavide Carone aprire la società con 1 euro primi segnali di ottimismo ti fa girare il mondo! la nuova frontiera è sul web FARE IMPRESA FINANZA CAMPING SPORT CV ONLINE magazine vivilavoro COPIA GRATUITA radio ufficiale di Vivilavoro Magazine all’interno OPPORTUNITA’ DI LAVORO il 28 settembre in concerto da non perdere

Vivilavoro Magazine 2

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vivilavoro magazine numero 02 settembre 2012

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numero di settembre 2012

professione cantautore

intervista a

Pierdavide Carone

aprire la società con 1 euro

primi segnali di ottimismo

ti fa girare il mondo!

la nuova frontiera è sul web

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CV ONLiNe

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radio ufficiale di Vivilavoro Magazine

all’internoOPPOrTUNiTa’

DiLaVOrO

il 28 settembrein concerto

da non perdere

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sommario

l’azienda protagonistaCamping Sport

il Consulente del lavoroIl credito di imposta sulle nuove assunzioni

Professione precarioLa vita è una ruota

Salute e lavoroLe allergie professionali

Giovani e lavoroIl triste disincanto

Antichi mestieriLu stagninu

il CommercialistaAprire la società con un euro. Si può!

professione cantautoreIntervista a Pierdavide Carone

dalla redazioneDiritto al lavoro o diritto alla vita?

il Consulente FinanziarioRipresa e ottimismo ecco i primi segnali

l’angolo del LegaleLicenziamento per giusta causa

Vivilavoro consigli praticiIl curriculum online.

editoriale

E siamo al numero due! Un successo cerca-to, atteso e arrivato quello che ha baciato la pri-ma uscita di ViviLavoro, la rivista di cui qualcu-no ha già detto che «se non ci fosse bisognereb-be inventare». Noi l’abbiamo inventata, per for-tuna, e vogliamo che il successo sia soprattut-to per chi nelle sue pagine cerca novità sul mon-do del lavoro. In fondo, è nata fondamentalmen-te per questo. Copie distribuite andate a ruba e già qualche piccolo riscontro positivo da parte di chi, in essa, ha frugato in cerca di ciò di cui aveva biso-gno. Un buon riscontro anche per chi ha pubbliciz-zato la sua attività nelle nostre pagine, una scelta di aziende non casuale o dettata dalla necessità di far cassa ma mirata a proporre tutto ciò che con il lavoro si sposa bene. Almeno in questa se-conda uscita, dunque, concedeteci il lusso di go-derci la soddisfazione di una sfida vinta, e vinta giocandocela sul campo. Una sfida contro il tem-po, contro chi credeva che una rivista che parla di lavoro potesse essere anacronistica e fuorvian-te in un periodo in cui il lavoro ha le sembianze di una chimera. Così non è stato: ci siamo stati e ci saremo. E questa seconda uscita è la prova della voglia di far bene e di proporre novità interessanti. Siamo già al lavoro per la terza uscita, siatene cer-ti, perché noi siamo della politica del «chi si ferma è perduto». E quando si parla di lavoro, di tempo non ce n’è mai da perdere e noi non abbiamo cer-to intenzione di fermarci. E se vogliamo usare un altro luogo comune, allora vi diciamo che «stiamo lavorando per voi!».

Vivilavoro

Testata Iscritta al n. 16 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 giugno 2012DIRETTORE RESPONSABILE: GIUSEPPE PASCALIDIRETTORE EDITORIALE: VIVIANA CARRONEPROGETTO GRAFICO: GABRIELE GRAZIANI

STAMPA: OFFICINE GRAFICHE z.i. Copertino (Le)REDAZIONE e PUBBLICITA’: via Milizia, 75 – 73100 LecceTel: [email protected]: Vivilavoro HR ServicesI diritti di proprietà letteraria e artistica sono strettamente riservati. Non è consentita la riproduzione, anche se parziale, di testi, documenti e fotografie

senza il preventivo consenso della Redazione di VIVILAVORO MAGAZINE. Le fotografie sono prese dal web e sono dei rispettivi proprietari.

Un grazie a voi lettori, Vivilavoro Magazine vi saluta e vi da appuntamento a OTTOBRE!

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L’attività aziendale è organizzata in quattro settori:1) Divisione Gas tecnici, puri, medicinali ed alimentari.2) Divisione Saldatura.3) Divisione Antinfortunistica.4) Divisione Antincendio.Lo stabilimento è situato nella zona artigianale del Co-mune di Leverano e si sviluppa su una superficie di circa 10.000 mq. divisa tra uffici, magazzini ed impianti per il riempimento e lo stoccaggio dei gas.Fondata nel 1993 dal Perito Ind. Salvatore Civino, SALEN-TOSSIGENO è oggi un azienda leader in tutto il territorio salentino, grazie all'esperienza quarantennale, nel mer-cato di riferimento, del suo fondatore, alla preparazione maturata dagli altri componenti della famiglia che opera-no con passione all'interno dell'azienda ed alla fiducia da sempre concessa dai clienti.Nel corso degli anni l'attività della SA-LENTOSSIGENO ha seguito un trend di crescita al di sopra delle più ottimi-stiche previsioni, diventando sempre più sinonimo di professionalità ed af-fidabilità.L'immagine dell'azienda percepita oggi sul territorio, infatti, la pone tra le realtà più serie e competenti del settore.Il vero valore aggiunto di SALENTOS-SIGENO è rappresentato dalla pre-senza, in azienda, di uno staff di tec-nici altamente qualificati e preparati, sempre pronti a consigliare ogni cliente, fornendo la soluzione migliore che sia al contempo semplice ed efficace.SALENTOSSIGENO conduce la propria attività responsabil-mente, in maniera tale da pro-teggere la salute dei propri di-pendenti e clienti, garantendo standard di sicurezza sempre più elevati, in linea con le vi-genti normative.SALENTOSSIGENO è certifi-cata UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 14001.

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I l dilemma è questione dei giorni nostri, ossia da quan-do la Procura di Taranto ha

disposto il sequestro dell’Ilva. Da allora, gli operai dell’accia-ieria più grande d’Europa hanno imbastito una protesta per di-fendere il loro diritto al lavoro, ma con un’amara certezza: il pericolo della loro stessa vita. È notorio, infatti, che l’Ilva di Taranto uccide, chi ci lavora dentro come anche chi vive nell’ambiente circostante, ma dopo anni e proteste l’unica presa di posizione efficace è quella della Magistratura che non può fare altro che tenta-re di fermare il massacro. Per la gioia di chi sostiene la teoria del «meglio morire di cancro che di fame». Tuttavia, i punti di vista da cui esaminare il pro-blema sono molteplici. Piutto-sto che essere convinti che se chiudesse l’Ilva ci sarebbero mi-gliaia di persone senza lavoro, potremmo guardare il tutto da una diversa prospettiva e chie-derci quante migliaia di persone, oggi, sono senza lavoro per

colpa dell’Ilva. In una terra do-tata dalla natura come la zona del tarantino, quanto turismo di qualità si sarebbe potuto sviluppare se non ci fosse stata questa presenza ingombrante quanto mortale? Ed ancora, quanto avrebbe potuto offrire in termini di economia e occupa-zione un’agricoltura di qualità, la tecnologia rinnovabile e bioedile legata a questa terra baciata dal sole e dal vento? Purtroppo le risorse che avrebbero creato molti più posti di lavoro in que-sti settori hanno smarrito la «di-ritta via» per finire nella «selva oscura» dove al posto delle tre fiere dantesche hanno incontra-to un solo mostro, ma vorace di vita, di ambiente e di danari. Già, i danari. Perché bisogna parlare anche di quelli spesi in sanità per curare chi si è ammalato e di quelli che escono e che usciran-no per i prossimi decenni per ri-sanare l’ambientale circostante. Il momento di porsi degli obiet-tivi mirati di lavoro è dunque giunto. Obiettivi in grado di fer-mare la corsa contro il tempo

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sulla morte, sulla distruzione dell’ambiente, sulla «svendita» degli appartamenti nel rione Tamburi. Una via ardua, è vero, ma non impossibile da percorre-re rimboccandosi le maniche e affrontando le difficoltà genera-te soprattutto dagli scetticismi, dalle paure e dalle inerzie. Ne varrebbe comunque la pena, piuttosto che avere davanti solo la prospettiva di lasciar pende-re una spada di Damocle sulla propria testa e su quella della città di Taranto, con il rischio di non poco conto della beffa di vedere il proprio posto di lavoro delocalizzato in qualche altro paese, magari più in mal arnese del nostro.

dalla redazione

diritto AL LAVoroo dIrItto alla vIta?

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vivilavoro magazine

questo mese vi segnaliamole opportunità trovate in retee che riguardano il nostroterritorio.

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le opportunità di lavoro

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d opo i primi annun-ci dell’allora ministro Giorgia Meloni, era or-

mai attesa da troppo tempo e finalmente sotto il sole co-cente di questa estate appe-na conclusa, il 29 agosto ha fatto il suo debutto la società a responsabilità limitata sem-plificata con capitale sociale minimo di un solo euro. Entra infatti in vigore il Decreto Mi-nisteriale Giustizia 138 del 23 giugno 2012 che detta l’atto costitutivo standard della Srl semplificata (SRLS). Questa nuova società è rego-lata dall’articolo 2463-bis del Codice civile e può essere co-stituita soltanto con un atto pubblico notarile da una o più persone fisiche. L’intervento del notaio non è stato scongiurato come nelle attese ma non sono dovuti i relativi onorari. Quanto ai costi di costituzione, infatti, l’atto costitutivo e l’iscrizione nel Registro delle imprese sono inoltre esenti da «diritto di bol-lo» (da intendere come «impo-sta» di bollo) e di ”segreteria”: restano quindi da pagare l’impo-sta di registro, di 168 euro, e la tassa annuale camerale. Per la patrimonializzazione del-la Srls il capitale sociale deve essere interamente sottoscritto e versato all’atto della costitu-zione nelle mani di coloro che sono nominati amministratori (anzichè obbligatoriamente in banca).Il consiglio nazionale del nota-

riato ha provveduto ad emette-re una circolare con la specifica dei costi, sottolineando lo sfor-zo compiuto dalla categoria per il bene del paese: è plausibile però sperare e confidare che la costituzione di tali società non venga però nella sostanza sco-raggiata da molti notai per dare priorità a qualsiasi altro atto per loro ”più redditizio” con tempi di attesa lunghi e consulenze “di diritto” tutt’altro che appro-fondite. Relativamente ai costi per la tenuta contabilità e per la consulenza fiscale, i costi per la tenuta contabilità (e quelli del commercialista in genere) rimangono sempre uguali, visto che la legge non prevede sem-plificazioni in merito ed il lavo-ro per la gestione di una SRL o di una SRLS è il medesimo.Nell’ottica di una reale incenti-vazione della sana imprendito-rialità giovanile, diversi dottori commercialisti, anche se non previsto dalla legge, stanno cercando di dare il proprio con-tributo, proponendo tariffe agevolate per i giovani che si ap-procciano al mondo del lavoro con l’apertura di una Srl sem-plificata. I dottori commerciali-sti, benchè si aspettassero uno sforzo riformatore sicuramente più incisivo, hanno accolto con favore tale riforma.Ora si tratta di vedere, dopo le prime concrete costituzioni di Srl semplificate, se le ban-che ne sosterranno lo sforzo

o manterranno le stesse politi-che creditizie attuali. L’auspicio è infatti che il settore bancario valuti con più attenzione l’idea e la sua validità e sostenibilità con la richiesta di garanzie real-mente sostenibili dai più giovani. Alla luce dei positivi riscontri che è possibile ritrovare in par-ticolare nella città di Lecce (e comuni limitrofi) dagli operatori presenti, risulta evidentemente strategico il ruolo dei CONFIDI che possono affiancare le neo imprese nella ricerca del credi-to.

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l’angolo del commercialista

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vivilavoro magazine

Il canto la mIa vocazIone

D. Uno dei pochissimi cantau-tori giovani italiani, quanta re-sponsabilità senti per questo nello scrivere le tue canzoni?

R. Più che responsabilità sento un po’ di dispiacere nel fatto che oggi il 90% dei cantanti oggi canti il nulla e che que-sto al 90% delle persone che fruisce della musica sta bene. L’apice del fondo è stato toc-cato con il grande successo di quest’estate, che non cito per correttezza!

D. Il tuo, uno stile nuovo, friz-zante, immediatamente travol-gente! Il successo ha cambiato il tuo modo di vedere la vita?

R. No, ha cambiato il modo di vedermi da parte degli altri. Per anni ogni volta che mi chiedeva-no che lavoro facessi e rispon-devo ”il musicista”, la contro-domanda era ”si ok, ma che fai veramente?”. Beh almeno da 3 anni da questa parte non sono

più sottoposto a questa tortu-ra dialogica! D. Quali insegnamenti ti ha lasciato il grande artista Lucio Dalla?

R. Trovo riduttivo associare al nome di Lucio Dalla la parola insegnamento, lui non era un didatta, era uno che viveva e basta, e per questo è stato uno dei più grandi! D. Qual’è il messaggio più im-portante che ti piacerebbe lanciare ai giovani con le tue canzoni?

R. Mi piacerebbe che la cultura (anche quella pop) fosse vista

come un’opportunità e non solo come svago, un’opportu-nità per nutrire la mente che è uno strumento fondamentale per le coscienze.

D. Quali consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere la tua professione?

R. Io credo che quello che faccio sia, ovviamente, una professione perché consente il sostentamento, ma è innan-zitutto una vocazione, che va ben oltre i soldi che uno può guadagnare o la fama che può riuscire ad ottenere. Io canto perché non posso non cantare. Chi vuole far questo deve sen-tire questo.

PierdAVide CAroneprofessione cantautore

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riPreSA e ottimiSmo

s iamo tutti consapevoli che la crisi economica e con essa i nostri sacrifici

non sono terminati. Nel mondo del credito alle imprese questo difficile momento che abbiamo vissuto e che ancora stiamo affrontando, ha portato a non poche difficoltà ed ha svilup-pato notevoli ripercussioni sui livelli di consumo, sui livelli occupazionali, sullo sviluppo e sulla crescita economica. Detta questa dolorosa verità, tutti cominciamo ad aver voglia di sovvertire l’andamento e di respingere con forza queste ne-gatività strutturali del sistema in cui siamo integrati. Insomma c’è voglia almeno di ottimismo. Facile intuire che in questi casi la reale necessità delle azien-de è la liquidità finanziaria per mettere in atto nuove idee o rilanciare quei business che non hanno ceduto il loro intero va-lore. L’impegno del nostro staff resta quindi quello di affiancare gli imprenditori e di sostenerli attraverso una corretta, pun-tuale e aggiornata offerta dei

prodotti creditizi presenti sul mercato. L’individuazione della corretta strategia finanziaria è un ottimo punto di partenza per determinare un’efficace azione economica degli imprenditori. A sostegno dell’attività economi-ca locale, sempre più attenzione riscontriamo da parte delle co-operative di garanzia fidi, le quali ormai si sostituiscono o quasi agli Istituti di Credito ed assisto-no attivamente quelle piccole e medie aziende che necessitano di credito per dar slancio ad at-tività meritevoli. In uno scenario così complesso composto da imprenditori, banche, associazio-ni di categoria, fiduciarie ed altri, riscopriamo anche la validità de-gli intermediari del credito che filtrano le esigenze imprendito-riali e le indirizzano verso i canali che meglio possono soddisfarle. E’ vero che non tutti sanno e possono fare tutto: queste fi-gure professionali permettono ai clienti di trovare subito la corretta controparte con la quale negozia-

re le proprie richieste. Grande esperienza, professionalità rico-nosciuta e puntuale ispirazione alla logica del problem solving ci hanno permesso di dimostrare le capacità e i risultati raggiun-ti insieme a tutti quelli che ci hanno messo alla prova: questi clienti sono le nostre migliori credenziali e non finiremo mai di ringraziarli per la fi-ducia accordataci.

ecco I prImI segnalI

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LiCenziAmento FACiLe

a parere dello scrivente, appare di fondamenta-le importanza trattare,

anche se a grandi linee, il de-licato tema del licenziamento, in particolare quello per giusta causa. Esso rappresenta la più grave delle sanzioni applicabili al lavoratore e può conside-rarsi legittimo solo quando la mancanza di cui il dipendente si è reso responsabile rivesta una gravità tale che qualsiasi altra sanzione risulti insufficiente a tutelare l’interesse del datore di lavoro. L’irrogazione del li-cenziamento per giusta causa deve essere quindi sorretta da un rapporto di proporzionalità tra l’infrazione e la sanzione, sindacabile soltanto dal giudice di merito.In generale, per la Corte di Cassazione, la nozione di giu-sta causa di licenziamento co-stituisce una clausola generale e deve essere integrata dalla giurisprudenza mediante la puntualizzazione di elementi di dettaglio che ne precisino il significato.In tal senso le specificazioni frutto del sindacato del giu-dice sono sindacabili solo lad-dove mantengano i connotati della generalità e dell’astrat-tezza, mentre è insindacabile il canone ricostruito dal giudice per risolvere il caso concreto.La Cassazione generalmente ri-tiene che i comportamenti del lavoratore nella sua vita priva-

ta siano estranei all’esecuzione della prestazione lavorativa e che, pertanto, siano normal-mente irrilevanti ai fini della lesione del rapporto fiduciario, che costituisce giusta causa di licenziamento, a meno che, per la loro gravità e natura, siano tali da far ritenere il lavorato-re professionalmente inidoneo alla prosecuzione del rapporto.Allo scopo di comprendere meglio la natura dell’istituto, credo che sia opportuno ripor-tare fedelmente una apprez-zabile sentenza di Cassazione del 2003. In particolare, ai fini della valutazione della sus-sistenza della giusta causa di licenziamento, «è irrilevante l’assenza o la speciale tenuità

del danno patrimoniale a cari-co del datore di lavoro, mentre ciò che rileva è l’inidoneità del-la condotta tenuta dal lavora-tore a porre in dubbio la futura correttezza dell’adempimento della prestazione lavorativa, in quanto sintomatica di un certo atteggiamento del lavoratore rispetto agli obblighi assunti».Rilevante è infine la previa va-lutazione che di un dato com-portamento faccia l’autonomia collettiva. Il fatto, peraltro, che la disciplina collettiva preve-da un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito dell’impugnativa della legitti-mità di tale recesso, dal dovere di valutare la gravità del com-portamento stesso alla luce di tutte le circostanze del caso concreto, tra le quali assume rilievo non trascurabile l’ele-mento intenzionale che sorreg-ge la condotta del lavoratore. È ovvio che l’assunzione di una determinazione diversa da quel-la dell’autonomia collettiva comporta un particolare onere di motivazione in capo al giudi-ce di merito, in relazione alla gravità del comportamento ed alla sua idoneità ad incidere sul vincolo fiduciario.

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CV onLine

ConSiGLi PrAtiCi4LA nuoVA FrontierAè SuL web

u no stile diverso rispetto a quello tradizione cartaceo, il Cv nel web naviga ad una velocità maggiore ed anche in questo caso esistono delle regole che bisognerebbe prendere in consi-derazione, noi vi elencheremo le più importanti:

consigli pratici

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La lunghezza massima di un CV online è in genere di una pagina e mezza. Se i selezionatori troveranno il vostro CV interessante ed avranno bisogno di maggiori dettagli vi contatteranno. Ricordiamoci che il CV serve solo per un contatto preliminare.

03La grafica è un fattore visivo importante nella presentazione di un CV, ma nel caso online ancora più rilevante è collocare le informazioni nel giusto ordine e nell’utilizzo delle parole e delle espressioni chiave più appropriate e indovinate. Anche se inserite il CV nel sito web di un potenziale datore di lavoro, la ricerca avverrà per parola chiave.

E’ davvero importante che il vostro CV possa essere letto con diversi programmi. Un consiglio da tenere in mente è quello di evitare di salvarlo con l’ultima versione di word perché, anche se graficamente potrebbe presentarsi bene, risulterebbe difficile aprirlo da chi lo riceve.Salvarlo in una versione precedente di word è la migliore soluzione.

Altro passo essenziale è quello di iscriversi a siti di assunzione online che prevedono inoltre, figure preposte alla preparazione di CV e archivi di CV.• Registrarsi quindi ai siti aziendali a cui desiderate inviare il vostro CV.• Registrarsi ai siti ufficiali delle agenzie per il lavoro o a tutti i portali dedicati alla ricerca di lavoro gratuiti.• Candidarsi spontaneamente al sito della Pubblica Amministrazione, dove il tuo CV sarà registrato e messo agli atti (in quest’ultimo caso dovrà essere inviato anche tramite raccomandata con ricevuta di ritorno).

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vivilavoro magazine

l a Camping Sport s.r.l. na-sce nel 1963, da oltre 40 anni lavoriamo con impe-

gno e professionalità per sod-disfare al meglio i nostri clienti con i quali condividiamo la pas-sione per il plein-air.

La nostra azienda dispone di una vasta esposizione di cara-van e autocaravan di cui trat-

tiamo la vendita, il noleggio, l’assistenza e il rimessaggio; comprende inoltre, una vasta esposizione di rimorchi ELLEBI per il trasporto imbarcazioni, merci, animali vivi, moto e auto di cui l’azienda è distributore esclusivo, market di accessori e articoli vari da campeggio, ten-de, sacchi a pelo, zaini, articoli per scout, e ancora, box prefab-bricati per auto.

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PASSioneCAmPinG

l’azienda protagonista

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D. Nata nel 1963. Ci vuole raccontare la storia della sua azienda?

R. Con piacere ed orgoglio vi racconto che la mia azienda è in vita dal 1963, nata da un incontro di un gruppo di amici che ebbero l’idea di voler pro-gettare qualcosa per avvicinare quante più persone alla vacan-za in campeggio. E’ così che Elio Sozzo, patron dell’azienda, fondò CAMPING SPORT.

D. Qual’è la sua filosofia azien-dale?

R. Principalmente condivisione del pensiero e della bellezza della vacanza all’aria aperta, del contatto con la natura attraverso i nostri prodotti e servizi.Un altro punto focale è il cu-stomere care, l’assistenza ed il supporto del cliente al fine di soddisfarne le sue richieste. Questo è per noi la massi-ma realizzazione. La nostra è un’azienda familiare che inten-de dare ogni volta una vicinanza

prima che tecnica soprattutto personale, vicina a quelle che sono l’esigenze del cliente.

D. Punti di forza di Camping Sport?

R. Fondamentale per noi far sentire il cliente una persona e non un numero. Offriamo un servizio personalizzato fatto su misura delle sue aspettative.

D. Perchè la vacanza in Cam-per?

R. Il nostro slogan è: “LA VA-CANZA IN CAMPER TI FA GI-RARE IL MONDO IN LIBERTA’”Questa vacanza non ha biso-gno di programmazione, hai sempre un camper pronto a partire quando lo decidi tu, senza problemi di orario e di booking. Una vacanza a stretto contatto con la natura… i piedi sulla sabbia, sulla terra, in pi-neta e respirare aria di mare, di montagna; tutto questo lo si può apprezzare non solo du-rante ma soprattutto quando la vacanza è finita!

La rimessa nel piazzale

Il protagonista. Il Camper!

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Gli uffici in Viale della Repubblica

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Camper e rimorchi

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due PAroLe Con...GiAnni rAho

vivi l’intervista

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vivilavoro magazine

166 november 2012PAGINATION 1

pausa pranzoconsigli e segnalazioni

Ristorante PizzeriaVia D’Annunzio, Lecce

tel. 0832.241166

Bar Caffetteria CateringVia Imbriani Matteo Renato, Lecce

tel. 0832.397132

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pausa pranzoc on il termine ”malattia

professionale” si consi-dera una malattia con-

tratta nell’esercizio e a causa della professione, alla quale è adibito il lavoratore. La giu-risprudenza riconosce, in parti-colar modo, la natura di malat-tia professionale a quello stato di aggressione dell’organismo del lavoratore: direttamente connessa all’attività lavorativa, a seguito e ad esito del quale residua una definitiva alterazio-ne dell’organismo stesso com-portante, a sua volta, una ridu-zione della capacità lavorativa.Per malattie professionali si inten-dono solo quelle inserite nelle Nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura pubblicate nella

G.U. n.169 del 21 luglio 2008.Per quanto riguarda l’incidenza delle allergie professionali, come per le allergie in generale dove è stato registrato un incremento dal 15 al 30% negli ultimi trenta anni, anche nelle attività lavorati-ve tali patologie hanno subito un aumento esponenziale.Nella popolazione lavoratrice gli apparati più frequentemente interessati dalle allergie, sono la cute e le vie respiratorie.Caratteristiche di queste pato-logie sono:1. Un iniziale periodo variabile di latenza “sensibilizzazione”, senza sintomatologia2. Infine una fase sintomatica anche a seguito a minime espo-sizioni dell’agente responsabile3. Tale sintomatologia non si m manifesta in tutti i lavoratori esposti Le allergie respiratorie sono ca-ratterizzate da rinite (starnuta-zioni, rinorrea acquosa, prurito nasale, naso chiuso), congiuntivi-te più o meno associata alla rini-te, asma bronchiale (tosse, sibili espiratori, difficoltà respiratoria, ipersecrezione bronchiale).Le allergie cutanee si distinguo-no in orticaria (ponfi prurigino-si fugaci diffusi), angioedema (edema della labbra, palpebre, più raramente della glottide), dermatiti da contatto (eczemi).Tutte queste manifestazio-ni, possono comparire anche all’esposizione di dosi minime dell’agente allergizzante.Il così detto test”arresto-ripre-

sa”, spesso da solo riesce a fare diagnosi; in pratica la sintoma-tologia scompare se il lavora-tore non è esposto alla noxa allergizzante e ricompare alla successiva esposizione.La diagnosi definitiva viene effet-tuata con i test allergometrici, che vanno differenziati a secondo della sintomatologia presentata:1. prove cutanee (prick) lettura immediata per le allergie respi-ratorie e possono essere com-pletati con esami sierici (RAST), spirometria e con test di provo-cazione esponendo il paziente direttamente allergene.2. Test epicutanei (patch), lettu-ra 48/72 h per le dermatiti da contatto. Per quanto riguarda la preven-zione, se non è possibile, effet-tuare un trattamento vaccinico per un’eventuale desensibilizza-zione, per ora possibile solo per l’allergia alla farina, il paziente dovrà allontanarsi dall’esposi-zione allergenica anche con op-portuni presidi protettivi quando possibile. Alcune volte, purtrop-po si è costretti a cambiare atti-vità lavorativa.Condizioni indispensabili per evitare aggravamento e croni-cizzazione della potologia.L’allergia professionale una vol-ta riconosciuta dall’INAIL se-gue il percorso di altre malattie.

ALLerGie ProFeSSionALisalute e lavoro

Lionello MuratoreDirettore UOC Allergologia ed

Immunologia Clinica P.O. “V. Fazzi”

parola all’allergologo

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E’ ancora possibile mandare la candidatura tramite posta rac-comandata all’Ufficio Risorse Umane della propria regione.

Tuttavia è sempre consigliabile entrambe le modalità di con-segna.

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c on Delib. della G.R. n. 1312 del 29/6/12, pub-blicata sul BURP n. 104

del 17/07/12, la Regione Puglia ha dato avvio al credito d’impo-sta per le nuove assunzioni dei lavoratori svantaggiati effettua-te nelle aree del Mezzogiorno. Il beneficio consiste in un bonus sotto forma di credito d’impo-sta, spettante nella misura del 50% dei costi salariali sostenuti 12 mesi (svantaggiati) o 24 mesi (molto svantaggiati) successivi all’assunzione. L’agevolazione è rivolta ai datori di lavoro che hanno assunto o assumono a tempo indeterminato, per-sonale svantaggiato o molto svantaggiato in incremento alla base occupazionale preceden-te all’assunzione premiata. Le caratteristiche dei lavoratori, le cui assunzioni danno diritto alle aziende che li assumono di usu-fruire del bonus previsto, sono quelle possedute dai lavoratori svantaggiati: • chi non ha un impiego rego-larmente retribuito da almeno sei mesi; • chi non possiede un diploma di scuola media superiore o pro-fessionale; • i lavoratori che hanno supera-to i 50 anni di età; • chi vive solo con una o più persone a carico; • i lavoratori occupati in profes-sioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo donna; • chi è membro di una minoran-za nazionale.

Sono definiti molto svantaggiati, i lavoratori privi di impiego rego-larmente retribuito da almeno 24 mesi. Beneficiari dell’interven-to sono tutti i soggetti che, nel periodo compreso tra il 14/5/11 e il 14/5/13, in qualità di datori di lavoro, incrementano il numero di lavoratori a tempo indetermi-nato. Possono presentare do-manda le imprese, aventi sede legale o operativa sul territorio Pugliese alla data di pubbli-cazione dell’Avviso Pubblico, che abbiano proceduto ad as-sunzioni a tempo indetermina-to full time o part time. Sono considerati datori di lavoro ai fini dell’Avviso Pubblico: • le imprese private sotto qual-siasi forma giuridica, che siano iscritte presso le CCIAA; • i lavoratori autonomi, che esercitano con sede sul terri-torio regionale, iscritti all’Albo professionale, all’Ordine o al Collegio professionale di com-petenza, ovvero, ove questi risulti non costituito, eserciti l’attività professionale secondo le norme vigenti; • le organizzazioni private con finalità solidaristiche che svol-gono attività economica.Sono esclusi i soggetti che: ope-rino nei settori della siderurgia, costruzione navale, fibre sin-tetiche, industria carboniera; si trovino in condizioni di difficol-tà finanziarie ai sensi dell’Art. 1 c. 7 del Reg. (CE) 800/08; si trovino in una delle seguenti cause di esclusione: abbiano in

corso o abbiano attivato nei sei mesi precedenti procedure con-corsuali o abbiano fatto ricorso alla CIGS o alla mobilità, anche in deroga nello stesso periodo; non siano in regola con i ver-samenti contributivi di legge o che non applichino le condizio-ni previste dai CCNL; non siano in regola con le norme di sicu-rezza e di collocamento ob-bligatorio dei disabili (L.68/99). Sono altresì escluse le persone fisiche non esercenti attività di impresa né arti e professioni.I requisiti indicati nell’avviso devono essere posseduti dal-le imprese al momento della presentazione della richiesta di accesso al beneficio e de-vono essere esistenti alla data dell’assunzione. Sarà di prossima emanazione il provvedimento contenente i termini di presentazione della domanda, che avverrà tramite procedura telematica.

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I giovani e il lavoro: un argo-mento dibattutissimo, una problematica che a tratti

diventa una piaga sociale. Uno status quo che pesa e che co-sta tante paure, tante ansietà. Arranchiamo in questa socie-tà che sembra essere troppo chiusa per noi, per le nostre esigenze e che ci mette addos-so un costante stato di insod-disfazione.

Una società che ci ha declas-sato facendoci andare ad in-grossare le fila dei lavori oc-casionali, quelli presso cui ci parcheggiamo, ma che, in certi casi, divengono una collocazio-ne molto più duratura di quan-to non si speri all’inizio.

Siamo i figli di una generazio-ne che ha vissuto gli anni del risveglio economico, quando i fumi dell’ultima guerra si erano spenti da un bel po’ ed il mon-do cominciava a chiedere più sentitamente che in passato i

diritti degli ultimi. Abbiamo vissuto la nostra in-fanzia in una effervescenza mediatica che muoveva passi sempre più decisi verso la mo-dernità, in un benessere econo-mico non troppo esasperato, che ci consentiva ancora di non usare marchingegni elettronici per socializzare, e di disporre di un tempo più a misura di bam-bino, oggi l’infanzia quasi non esiste. La nostra, dunque, era una vita più semplice ed abbiamo impa-rato a guadagnarci quei piccoli grandi posti al sole cui tanto ambivamo.

Qualcosa però nel passaggio verso l’età adulta ci ha disin-cantato. Benchè muniti di spe-ranze e lavoro intellettuale, abbiamo trovato poco spazio in quel mondo dei grandi per il cui accesso abbiamo occupato i banchi di scuola. Ci tocca mol-to spesso rimandare le scelte di vita, la poca stabilità non ci

mette in condizione di affron-tarle, sia economicamente che psicologicamente.

All’estero siamo etichettati come bamboccioni, tra le con-cause, oltre ai retaggi culturali di un popolo che fa della fa-miglia d’origine l’istituzione su cui fonda l’intera esistenza, la mancanza di lavoro è la moti-vazione principale. A stento ri-usciamo a darci un sostegno in-dividuale, come potremmo mai sperare di accollarci le istanze di un ingranaggio più comples-so quale quello di una famiglia tutta nostra?

Ogni tempo ha vissuto le sue difficoltà, questo è certo, ma è altresì interessante riflette-re su come sia subdolo quello odierno, prima ti illude di poter essere qualsiasi cosa, di poter raggiungere qualsivoglia di-stanza, di poter ambire a grandi traguardi, ma che poi ti nega i mezzi per farlo. Viviamo un gap tra noi e i no-stri genitori: loro erano più co-scienti delle difficoltà quando si approssimavano alle scelte, si rimboccavano le maniche per non doverle rimandare, noi invece, il più delle volte, vivia-mo di attese e, nel mentre, ra-cimoliamo qua e là, con sullo sfondo un’Italia monca, senza più destra né sinistra, orfana di progetti e promesse.

iL triSte diSinCAntodeI gIovanI aI gIornI nostrI

giovani e lavoro

Fabiana Casto

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c i hanno detto che in que-sto Paese, la situazione lavorativa di una persona

non deve essere intesa come qualcosa di fisso. La speranza era l’ultima a morire, ma quan-do viene investita da un’ Ape Piaggio c’è poco da fare. Certo, resta sempre il buon vecchio la-vaggio del cervello. Per cui cer-

chiamo di autoconvincerci che VUOI LAVORARE DA CASA sia l’indirizzo del nostro ufficio. Ci spariamo film d’azione con mo-rale Vivere alla giornata è bello.

Ci ripetiamo che forse avevamo bisogno dell’ennesimo corso di formazione da aggiungere al Cv di ormai 13 pagine. Assa-poriamo il nostro caffè della moka disdegnando quello che ci propinavano in ufficio duran-te il nostro ultimo contratto a progetto. Perché la vita bisogna vederla così giusto? Come una ventina, facciamo una trentina di progetti che si susseguono, và. Anche perché questa storia del cartellino da timbrare era una sorta di schiavitù. Orari fissi, colleghi per più di trenta giorni, fine settimana senza chiama-te per il lavoro freelance e la pretesa di crescere professio-nalmente in un unico campo. No, noi giovani vogliamo adre-nalina. Vogliamo disconoscere il nostro destino da qui a una settimana, sostenere colloqui su colloqui per scoprire che sia-

mo bravi sì, ma cercavano gen-te con vent’anni di esperienza. Vogliamo essere versatili. Essere cuochi, ma anche cacciatori di coccodrilli e personal trainer e cam caminìn spazza camìn.Vogliamo l’amicizia dei politici in campagna elettorale, parteci-pare ai loro convegni HerbaLife style e credere nei buoni pro-positi che cambieranno la città, o almeno alcune ville di essa. Vogliamo anche vivere lontani da casa, pagare l’affitto con il nostro part-time e farci man-dare da mammà soldi e vasetti di sugo per sopravvivere. Perché i venditori “porta a porta” po-tremmo farli anche nella nostra città natale, ovvio, ma sarebbe come ammettere di aver fallito dopo l’università. Di aver aspet-tato per troppi anni che la ruota girasse, per poi scoprire che era senza perno e, gira e gira, è ro-tolata via.

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I l lavoro ”te lu stagninu” nel passato ha avuto una grande importanza. Con il suo lavo-

ro e con la vasta produzione di oggetti riusciva a soddisfare tutti quei bisogni di cui una fa-miglia necessitava.

Quando l’acqua non c’era, nelle case il lavoro consisteva principalmente nella realiz-zazione delle grondaie e dei pluviali che portavano l’acqua piovana alle cisterne.

Si aggiungeva la riparazione delle pentole, dei tegami, dei secchi che per il troppo uso si bucavano o si rompevano con una certa periodicità. Per i lavori di chiusura saldatura e tamponamento veniva usato lo stagno consumato al minimo perché costava caro e allora lo spreco era inconcepibile.

L’officina dello stagnino era un buco nero pieno di fuliggine e maleodorante. In essa vi era un tavolo grande, tutto sganghe-rato dove venivano collocati i vari attrezzi necessari: enor-mi forbici per tagliare i fogli di lamiera, verghe di stagno, tenaglie, il saldatoio, e in un recipiente, che era tenuto na-scosto, teneva poi l’acido che serviva per la pulitura dei vari oggetti.

Vicino al tavolo c’era la for-gia, piccolo fornello nel quale si scaldava il saldatoio, pieno

di carbone, attizzato con l’aria immessa mediante un giro della manovella posta di lato. Non mancava un grosso incudine con vari martelli di legno e di ferro per piegare la lamiera uti-lizzata per la realizzazione dei vari oggetti.

Dalle loro botteghe uscivano ”le menze” per raccogliere l’ac-qua dalle fontane, ”li sicchi”, li ndacquaturi, le firsure e i tega-mi di varia forma e grandezza, oltre ad inventare nuovi tipi di contenitori.

Gli oggetti, oltre che di rame zincata, erano anche di rame rossa come ”le pompe” per ir-rorare i vigneti, i pescheti e altri tipi di frutta, ”li quatarotti” che servivano per bollire il bucato prima di trattarlo con cenere e sapone nell’enorme ”cofano” di creta.

Il lavoro veniva così svolto: su un foglio di lamiera applicava le forme per ottenere la grandez-za del ”quatarotto” desiderato e con un bulino disegnava i pez-zi; poi con una cesoia li ritaglia-va, li piegava, li modellava, e li saldava.

Prima ancora di attaccare il manico, martellava tutto per eliminare quelle forme lisce o lucenti e darle così maggior resistenza. Piantato a terra un paletto di ferro capovolgeva lu ”quatarottu” e con colpi precisi

e ritmati di martello, bin - bin, bin - bin, bin - bin, gli procurava delle ammaccature, poste in modo circolare, tutte uguali e precise tanto da desiderare di mantenerlo così com’era, pen-sando anche che di lì a poco su quella superficie arabescata si sarebbe depositato uno spesso strato di fuliggine. Oltre a que-sto realizzava le ”brocche” ”le teglie” adatte per gli arrosti, per i dolci. Oltre a questi venivano realizzati anche gli ”scarfalietti” e le ”bracere”.

Tutti questi oggetti erano poi abbelliti con l’ottone e con de-corazioni a sbalzo. Dalle mani magiche di questi maestri e da quelle forme insignificanti usci-vano contenitori splendidi, reci-pienti lucenti e di varia forma e grandezza.

Oggi questi oggetti, avendo perduto la loro naturale fun-zione, sono tenuti come ar-redo, come ornamento senza pensare alla grandissima utilità che nel tempo non molto lon-tano hanno avuto.

Lu StAGninustorIe e lavoro dal passato

antichi mestieri

Ripreso dal sito: www.salento.com

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camera dI commercIocaraBInIerI dI leccecaraBInIerI pronto Interventocomune dI leccecorpo Forestaleemergenza sanItarIaenelguardIa dI FInanza pronto InterventoguardIa medIcaospedale vIto FazzIpolIzIapolIzIa munIcIpalepolIzIa stradalepreFetturapronto soccorso vIto FazzIpronto soccorso c.r.I.provIncIaQuestura centraleregIone puglIasoccorso stradale a.c.I.teleFono azzurrovIgIlI del Fuoco pronto InterventovIgIlI urBanIuFFIcIo turIsmoenel guastIccIss

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A PortAtA di mAnonumeri utili - Lecce

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Viale Aldo Moro,49 - Tel. [email protected]: Lun./Ven. 9.00-13.00 e 15.00-19.00

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