PARTE SECONDA Dopo aver ascoltato gli organizzatori (BackToWork) ora diamo la parola agli
imprenditori, così sarà più semplice scoprire cosa cercano gli investitori che partecipano agli incontri
B2B.
STEFANO GIORDANI – Il BackToWork è stata
un’occasione per capire se c’era la possibilità di
investimenti a livello familiare, con tagli di investimento
abbordabili e non cifre folli. Il tempo a disposizione è 30
minuti e questo breve lasso di tempo deve servire sia per
spiegare che per capire, quindi occorre che l’azienda
promotrice dell’idea sia brava e capace ad interessare
nonché a trasmettere messaggi chiari e semplici, perché chi
torna a casa dovrà fare un successivo approfondimento. Per
esempio, un interlocutore un po’ svogliato, poco espansivo
e non troppo comunicativo rischia di passare inosservato o
di non lasciare il segno in chi lo ascolta. “La formula di
primo approccio è simpatica e gli aspiranti investitori
possono riuscire a entrare in contatto con 8/10
aziende/progetti; la descrizione preliminare dell’azienda,
riassunta in poche righe, è invece un aspetto che si potrebbe
migliorare, in modo che chi si siede al tavolo potrebbe già
avere un indirizzo preventivo più preciso di quella che sarà
la proposta/idea, lasciando poi al colloquio tutta la parte di
approfondimenti e dettagli. Ciò sarebbe tanto più importante per quelle aziende-progetto che si
presentano con iniziative che si trovano ancora allo stato embrionale o comunque ancora ferme
“sulla linea di partenza” e che quindi – a mio parere – avrebbero giovamento di una buona
preparazione all’incontro da parte dei potenziali investitori: il tutto per rendere concreti e fattivi
questi brevi incontri conoscitivi”.
MASSIMO SACCHI – consulente
aziendale, presente al terzo Back To Work, è
dell’idea che l’iniziativa è piaciuta e
rappresenta una risposta positiva, soprattutto
in questo momento di crisi, di difficoltà delle
aziende e di un mercato del lavoro di alto
livello che ricerca nuovi stimoli, insieme ad
investitori qualificati. Tramite il processo
messo in atto da BtoW si evitano
l’intermediazione di tutte quelle figure che
rallentano l’incontro tra chi vuole fare
impresa e chi vuole investire e/o ricollocarsi sul mercato in veste diversa. “Non nego che parteciperò
alle prossime edizioni del BtoW perché personalmente cerco delle iniziative che siano vicine alle mie
passioni ed al mio modo di sentire e nello stesso tempo mi diano la possibilità di immaginare le nuove
tendenze. In questa terza edizione, ho visto che ci sono tante buone idee ma, se devo essere sincero,
non sempre sono riuscito a comprendere bene come si coniugava il momento di sviluppo dell’idea
imprenditoriale con la realtà. Sicuramente tra gli 80 partecipanti molte iniziative sono positive, a
volte l’idea è ottima, ma quando si trasforma in pratica e successivamente in numeri le cose cambiano
(in meglio o in peggio); non sempre il lavoro che è stato fatto viene comunicato in modo adeguato e
molte volte bisogna ancora lavorarci. Ultima considerazione: alcuni standisti hanno chiesto
investimenti con cifre notevoli che, dal mio punto di vista, non sono coerenti con razionali economico
finanziari. Ricordate che gli investitori hanno invece bisogno di capire il sottostante… poi assumono
il rischio!”.
LUIGI BRUNO – della Logos srl è già al suo
secondo BackToWork. In questo caso quindi
parliamo di una ventina di aziende consultate dalle
quali poi ne sono state selezionate uno o due.
L’interesse maggiore è riservato al tema tecnologico
e l’obiettivo finale è quello di entrare nel progetto
come soci finanziatori ma anche come partner dal
punto di vista delle competenze. “Una cosa è certa:
nessuna delle realtà conosciute nei due incontri è
pronta a partire in tempi brevi. Si parla di 12-24
mesi per la realizzazione del progetto completo. Si
parte sempre da un’idea, si verifica se sarà
un’iniziativa vincente, si analizzano le
caratteristiche e anche il potenziale ritorno
economico, più il capitale e le competenze
professionali presenti nel progetto. Il nostro modo
di operare prevede un secondo incontro dopo una settimana dall’evento per un confronto e per
approfondire i dati, analizzare i numeri e quindi verificare i ricavi finali. L’importante è che le
aziende da noi selezionate sappiamo camminare con le proprie gambe sul mercato anche perché il
nostro interesse a livello di investimento prevede una quota di minoranza, intorno al 20-30%”.
MARIO ROSSI – L’unico che invece ha partecipato a tutti e
tre gli appuntamenti di Back To Work. Lui conobbe il fondatore
di BackToWork, Carlo Bassi (mancato a fine aprile 2015 per un
ictus) “ideatore lodevole, ha creato l’occasione di fare
incontrare le piccole imprese con i manager e quindi la
creazione di nuove opportunità, soprattutto perché in questi
ultimi anni si è assistito a un esodo forzato di manager e di
piccole aziende che hanno esigenze immediate per poter
prendere il volo. Di sicuro ad oggi BackToWork ha un database
abbastanza ampio e facilita gli incontri tra più realtà”.
Ma come sono le aziende che espongono al desk?
“Tendenzialmente sono imprese molto diverse tra di loro,
alcune sono ben preparate e con idee chiare, altre con
presentazioni un po’ meno strutturate, alcune dicono chiaro
cosa cercano, altre lo lasciano in sospeso (mi riferisco
soprattutto al profilo che viene fornito online e anche stampato
sul pannello del desk all’Expo). Di sicuro è l’occasione per vedere più realtà in una sola giornata e
si ha l’opportunità di poter scegliere; l’importante è sentirsi coinvolti nei progetti che vengono
raccontati, ma soprattutto ci deve essere la combinazione vincente su entrambi i fronti”. Il
suggerimento per la presentazione durante l’incontro di mezz’ora è di utilizzare le stesse tecniche per
un “pitch” efficace: un documento di poche pagine che viene rafforzato e integrato con la
presentazione a voce. Importante è anche poter dare qualche dimostrazione concreta del
prodotto/servizio e di come questo risolve un problema o coglie un’opportunità di mercato in modo
distintivo e innovativo, creando valore per il cliente e profitto per l’impresa. In mezz’ora di tempo
l’azienda presentatrice deve catturare l’attenzione e far “innamorare” l’investitore/manager del
proprio progetto.
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