PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MILO RELAZIONE GENERALE
studio d’ingegneria erbicella COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABORATI DEL P.R.G -via Mons. Ventimiglia, 138 -95131 Catania - tel.095 535243 fax 095 530473 1 secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania -contrada Cannolo - 94010 Nissoria (EN) - tel. 0935 903971 (nota prot. n.45277 del 28.12.2006) -email [email protected]
N.B. Nella presente relazione sono usati due diversi caratteri di stampa, per differenziare le parti di testo elaborate dal prof. ing. A. Salemi, dal dott. ing. A. Giusto e dal dott. ing. G. Mauro, da quelle elaborate dal dott. ing. M. Erbicella.
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RELAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABOTATI DEL P.R.G.
SECONDO LE DISPOSIZIONI RICHIESTE DALL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (NOTA PROT. N.45277 DEL 28.12.2006)
0.0 PREMESSE. Con deliberazione n.62 del 27.09.90 il Consiglio Comunale di Milo conferì incarico per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, approvato con D.A. n.85 del 24.06.85, ad una terna di professionisti composta dal prof. ing. Angelo Salemi (capogruppo), il dott. ing. Adele Giusto e il dott. ing. Giuseppe Mauro. Solo cinque anni dopo, con delibera n.23 del 29.03.95, vennero approvate dal Consiglio Comunale le direttive generali per l’anzidetta attività pianificatoria di revisione del P.R.G. di Milo. Con nota assunta al protocollo generale del Comune di Milo al n.6030 del 23.12.95, i Professionisti incaricati trasmisero lo “schema di massima” per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, affinché il Consiglio Comunale potesse determinarsi. Attesa l’incompatibilità dichiarata dalla maggioranza dei Consiglieri eletti nel Civico consesso, l’Assessorato Regionale al Territorio ed all’Ambiente con apposito decreto nominò, in sostituzione del Consiglio Comunale, un Commissario ad acta per l’assunzione delle determinazioni sullo schema di massima redatto dai suindicati Professionisti. Con delibera n.01 del 29.08.97, assunta dal Commissario ad acta, lo “schema di massima” per la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo venne approvato con prescrizioni. Con nota assunta al protocollo generale del Comune di Milo al n.3477 del 31.05.04, i Professionisti incaricati trasmisero gli elaborati progettuali loro commessi relativi alla revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo. Successivamente venne avviata dall’Amministrazione la fase istruttoria propedeutica all’adozione della revisione del P.R.G. finalizzata all’acquisizione dei pareri necessari e preliminari all’adozione dello strumento urbanistico de quo. In particolare, in relazione all’acquisizione del parere ex art.13 della L.N. 64/74, il preposto Ufficio del Genio Civile richiese, nella fase istruttoria di competenza, delle integrazioni agli elaborati progettuali costituenti la revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, formalizzate, in ultimo, con la nota prot.45277 del 28.12.06.
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Successivamente alla presentazione, da parte dei professionisti incaricati, degli elaborati relativi alla revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo, l’Amministrazione si dotò di un nuovo studio geologico integrativo, redatto dal dott. geologo Giuseppe Consoli (cfr. Delibera di G.M. n.121 del 10.08.06), laddove, invee, il progetto di revisione del P.R.G. del territorio di Milo era stato predisposto sulla base delle risultanze di un precedente studio geologico a firma del dott. geologo Venerando Tomarchio (cfr. Delibera di G.M. n.37 del 05.02.91), nel frattempo deceduto. In relazione a tale nuovo studio geologico necessitava, sostanzialmente, una ridefinizione del regime vincolistico del territorio, siccome evidenziato dall’Ufficio del Genio Civile di Catania con la citata nota prot.45277 del 28.12.06. Da ciò scaturì una nuova fase interlocutoria con i professionisti incaricati, cui fecero seguito, in data 29.11.07, le dimissioni dal gruppo di progettazione da parte del dott. ing. Adele Giusto e, in data 12.06.08, quelle del capogruppo prof. ing. Angelo Salemi. Con deliberazione n.134 del 28.07.08, la Giunta Municipale, alla luce della nuova situazione determinatasi, prese atto degli accadimenti anzi rassegnati e formalizzò la risoluzione del rapporto professionale con il gruppo di progettisti, cui al tempo era stata commessa l’attività di revisione del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo. Con atto deliberativo n.23 del 31.07.08 il Consiglio Comunale di Milo prese atto di tale determinazione assunta dall’Organo Esecutivo. Infine, con atto deliberativo n.167 del 09.10.08 la Giunta Municipale ha conferito allo scrivente dott. ing. Maurizio Erbicella l’incarico relativo al completamento ed all’integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’ufficio del Genio Civile di Catania (nota prot. n.45277 del 28.12.06) per la definizione dell’iter di formazione dello strumento urbanistico generale. Dal che si sono redatte le presenti elaborazioni progettuali costituenti aggiornamento, completamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo già trasmessi all’Ufficio del Genio Civile e, da parte di quest’ultimo, oggetto d’interlocuzione con la citata nota.
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0.1 CARTOGRAFIA ED ELABORATI GRAFICI. Per il completamento e l’integrazione degli elaborati del P.R.G. del Comune di Milo sono state aggiornate le basi cartografiche utilizzando in particolare: - C.T.R. sezione n.625010, scala 1:10.000, prodotta dall’A.R.T.A. Sicilia nell’anno 2004, utilizzata
per le tavole n.2 e n.6;
- Carta numerica regionale, mosaicatura fogli n.6250607, n.6250612, n.6250613, scala 1:2.000, prodotta dall’A.R.T.A. Sicilia nell’anno 2005, utilizzata per le tavole n.3, n.7 e n.9;
- Aerofotogrammetria numerica della Provincia Regionale di Catania, prodotta nell’anno 2001, in scala 1:2.000 e 1:5.000, rielaborata dai professionisti incaricati della prima stesura del P.R.G. (Prof. Ing. Angelo Salemi, Dott. Ing. Adele Giusto, Dott. Ing. Giuseppe Mauro), utilizzata per le tavole n.4a, n.4b, n.5, n.8a e n.8b;
Gli elaborati grafici del P.R.G., a seguito dell’attività di completamento ed integrazione svolta dal dott. ing. Maurizio Erbicella, sono stati, altresì, oggetto di rielaborazione nell’editing e risultano così composti: TAV. 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE REGIONALE scala 1:350.000 TAV. 2 – STATO DI FATTO DEL TERRITORIO scala 1:10.000 TAV. 3 – STATO DI FATTO DEL TERRITORIO scala 1:2.000 TAV. 4A – ANALISI DEL TERRITORIO scala 1:2.000 (Unità edilizie pubbliche ed emergenze architettoniche Milo Nord - Fornazzo - Praino) TAV. 4B – ANALISI DEL TERRITORIO scala 1:2.000 (Unità edilizie pubbliche ed emergenze architettoniche Milo Centro e Caselle) TAV. 5 – IL REGIME VINCOLISTICO scala 1:5.000 TAV. 6 – IL PROGETTO DI PIANO scala 1:10.000 TAV. 7 – IL PROGETTO DI PIANO scala 1:2.000 TAV. 8A – IL PROGETTO DI PIANO - ZONIZZAZIONE scala 1:2.000 (Milo Nord – Fornazzo - Praino) TAV. 8B – IL PROGETTO DI PIANO - ZONIZZAZIONE scala 1:2.000 (Milo Centro e Caselle) TAV. 9- IL PROGETTO DI PIANO SU BASE CATASTALE scala 1:2.000
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0.2 BREVE SINTESI ILLUSTRATIVA DELL’ATTIVITÀ DI COMPLETAMENTO, AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONE DEL P.R.G. DI MILO. Nell’attività di completamento, aggiornamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania (nota prot. n.45277 del 28.12.06) per la definizione dell’iter di formazione dello strumento urbanistico generale, si è tenuto conto delle relazioni territoriali contermini all’ambito comunale milese secondo il seguente ideogramma che mostra sinteticamente i rapporti (territoriali, sociali, economici e ambientali) intrattenuti d Milo con il territorio circostante.
Il Comune di Milo si incunea tra i territori comunali di Zafferana Etnea e Sant’Alfio, sul versante orientale del cono vulcanico dell’Etna, connotando fortemente il suo territorio. Si rileva, altresì, che una considerevole porzione di territorio comunale, pur non arrivando alla sommità del cratere centrale, ricade all’interno del Parco Regionale dell’Etna. A valle Milo confina con il Comune di Giarre, con il quale, costituendo il principale centro di riferimento dell’area, possiede i maggiori scambi al pari di quelli con il capoluogo provinciale. Nell’ideogramma sono presi in considerazione i comuni viciniori (Santa Venerina, Mascali e Riposto) sia per la vicinanza sia per i rapporti storici ed economici che Milo ha consolidato con questi, soprattutto con i comuni costieri.
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0.3 DISPOSIZIONI DELL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (nota prot. n.45277 DEL 28.12.06). In riferimento alla nota del Genio Civile di Catania, prot. n.45277 del 28.12.06, indirizzata al Sindaco del Comune di Milo e riguardante “incongruenze” fra la “Carta della pericolosità geologica” e gli altri elaborati del Piano Regolatore Generale, nell’attività svolta si sono presi in considerazione tutti i rilievi mossi dall’Ufficio del Genio Civile di Catania, apportando agli elaborati del P.R.G. le correzioni richieste ed operando le integrazioni conseguenti. In particolare, per quanto riguarda le prime tre osservazioni, a seguito della ridefinizione delle ‘Carte della pericolosità geologica’ (cfr. tav. Gi05a, Gi05b, Gi06 del nuovo studio geologico) redatte e ridefinite dal geologo incaricato dall’Amministrazione comunale, sono stati rielaborati ex novo, mantenendone i contenuti di merito, ove compatibili, tutti gli elaborati grafici progettuali del P.R.G. L’attività de quo ha comportato la definizione e classificazione di tre livelli di aree (riportate negli elaborati con differente rappresentazione grafica, sia per colore che per campitura) con pregiudizio differente per l’edificazione “ad utilizzo negativo”, e con tre livelli di caratterizzazione (geolitologica, geomorfologica, strutturale), secondo l’enucleazione che di seguito si riporta: 1. Aree a caratterizzazione (geolitologica e/o geomorfologica) condizionante l’edificazione. In tali
aree sono prescritti approfondimenti geognostici e d’interazione suolo – strutture nel rispetto del D.M. 11.03.98, estesi al lotto di intervento.
2. Aree di contatto a differente caratterizzazione (geolitologica e/o geomorfologica) sconsigliate per l’edificazione. In questo caso sono prescritti approfondimenti geognostici e d’interazione suolo – strutture nel rispetto del D.M. 11.03.98, estesi anche alle aree contermini al lotto d’intervento, con preliminari opere di messa in sicurezza dell’area vasta, approvati dai competenti uffici.
3. Aree a caratterizzazione (geomorfologica e/o strutturale) pregiudizievole per l’edificazione, in questi casi è vietata l’edificazione.
Per gli ultimi due punti, ovvero la definizione delle previsioni di piano relative alle: a) “aree di confluenza su strade” delle acque torrentizie,
b) integrazione dell’art 16 “Zone di rispetto”,
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si rimanda alle integrazioni operate sulle “Norme tecniche di attuazione”, al “Titolo II - Destinazioni d’uso e norme tecniche delle zone omogenee del P.R.G.”, le quali norme, alla luce delle osservazioni avanzate dal Genio Civile, risultano, quindi, opportunamente adeguate. Nello specifico, per quanto riguarda il punto a), è stato integrato l’art.18 del Titolo II, mentre per quanto attiene il punto b), afferente alla fasce di rispetto delle faglie, è stato opportunamente integrato l’art.16. Dall’attività anzi descritta di completamento ed integrazione degli elaborati del Piano Regolatore Generale del Comune di Milo secondo le disposizioni richieste dall’ufficio del Genio Civile di Catania con nota prot. n.45277 del 28.12.06, scaturisce conseguentemente, sotto il profilo delle destinazioni urbanistiche ed in relazione alla precedente stesura del P.R.G. (redatta dall’equipe di progettazione composta da il prof. ing. Angelo Salemi (capogruppo), il dott. ing. Adele Giusto e il dott. ing. Giuseppe Mauro e già trasmessa al preposto Ufficio del Genio Civile per l’acquisizione del parere ex art.13 della L.N. 64/74), che parti del patrimonio edilizio esistente, perimetrate all’interno di zone territoriali omogenee “A” e “B”, vengono a ricadere entro aree le quali, in base agli intervenuti approfondimenti geologici ed alla conseguente rielaborazione della “carta delle pericolosità”, sono pregiudizievoli per l’edificazione. Infatti, per tali aree, nella relazione geologica così si legge: “Nell’area in esame, i
fenomeni naturali che determinerebbero più elevata pericolosità geologica sono da considerare quelle
zone in cui gli elementi geomorgologici e geostrutturali sono tali da condizionare negativamente
l’utilizzo1.” Negli elaborati grafici sono stati, pertanto, evidenziati con apposita campitura le parti del patrimonio edilizio esistente interessate da tali fenomeni; in dettaglio esse sono:
− Località Praino, zona B all’inizio del centro abitato, via Mazzini;
− Milo Nord, edifici in zona B ubicati in via Bellini;
− Milo, edifici in zona B all’inizio di via Bellini, nei pressi del bivio con via Belvedere;
− Milo, edifici in zona B in via Mazzini, nei pressi dell’incrocio con via Viola;
− Milo, edifici in zona B, lottizzazione tra viale della Regione e Corso Italia;
− Milo, edifici in zona B ubicati in via del Bosco,all’ingresso del centro urbano principale, SP 59;
− Località Caselle, zona A tra la vie D’Annunzio e Marconi;
1 Dr. Geol. G. Consoli, Relazione Geologica, dello studio geologico a supporto del Piano Regolatore Generale del comune di Milo,pag. 40 Studio di Geologia Applicata, Trecastagni (Ct), 2006.
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− Località caselle, edifici in zona B ubicati nelle vie Spoto e Marconi.
In tali condizioni, per le aree ancora inedificate è vietata ogni nuova costruzione. Solo per gli edifici esistenti è prescritto, in occasione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente senza possibilità di incrementi volumetrici, ove non adeguati alla normativa antisismica attualmente vigente, un consolidamento delle strutture, attraverso un attento e puntuale studio geo-lito-tecnico preliminare, secondo le prescrizioni del D.M. 11.03.88 , recante “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e
sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la
progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di
fondazione” e la Circolare Ministero dei Lavori Pubblici n.30483 del 24.09.88. Analogamente a quanto anzi rassegnato per il patrimonio edilizio esistente, laddove, nell’attività di rielaborazione svolta dallo scrivente, è stato riscontrato che aree classificate edificabili, ovvero zone territoriali omogenee “C” nella precedente elaborazione del P.R.G., risultavano, a seguito degli intervenuti approfondimenti geologici ed alla conseguente rielaborazione della “carta delle pericolosità”, pregiudizievoli o, comunque, sconsigliate per l’edificazione, si è proceduto a limitarne l’estensione alle sole porzioni non interessate da tali problematiche geologiche (zone lungo le vie Mazzini, Martiri d’Ungheria a Praino, viale della Regione nei pressi di Caselle), o, addirittura, a stralciarle completamente, nei casi in cui risultavano pressoché totalmente interessate da tali fenomeni pregiudizievoli l’edificazione (zone lungo la via Viola). Similmente a quanto riportato per le z.t.o. “C”, a seguito dell’aggiornamento dello Studio Geologico, sono state ridotte, per le medesime motivazioni, le aree da destinare ad attrezzature per Agriturismo, localizzate a Praino, in prossimità della via Martiri d'Ungheria. La stessa operazione di verifica ha riguardato anche le aree destinate a servizi (ex D.M. 1444/68), ridimensionate e limitate alle sole parti non interessate da significativi pregiudizi geologici (aree destinate a parcheggio di progetto in via Marconi e via Spoto a Caselle, e lungo la via Mazzini), mentre l’area destinata ad attrezzature collettive di progetto (lungo via Marconi a Caselle) è stata, per analoghe motivazioni, completamente stralciata. In riferimento alle superfici destinate, nella precedente stesura del P.R.G., a servizi, sono state, altresì, stralciate due aree destinate a parcheggi di progetto, ubicate rispettivamente in via D’Annunzio a Caselle e in via Mongibello di fronte il campo sportivo, per la loro localizzazione all’interno della fascia di rispetto a tutela della vegetazione boschiva ed in riferimento allo standard del servizio.
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0.4 NOTE SULLA DEMOGRAFIA E SUGLI STANDARD.
La revisione ed il completamento del P.R.G., a seguito dell’aggiornamento dello studio geologico, ha
implicato anche una revisione ed un aggiornamento del dimensionamento del piano e della verifica
degli standards urbanistici (ex D.M. 1444/68), che, comunque, si discosta di poco da quella
precedentemente stimata. Nel caso del Comune di Milo, il cui dimensionamento di Piano non supera i
3.000 abitanti, è applicabile l’art.4 del D.I. 1444/98 che così recita: “Nei Comuni per i quali la
popolazione prevista dagli strumenti urbanistici non superi i 10 mila abitanti, la predetta quantità
minima di spazio è fissata in mq 12 dei quali mq 4 riservati alle attrezzature scolastiche di cui alla
lettera a) dell’art.3.”
Considerando le particolarità e le singolarità orografiche, naturali e ambientali presenti nell’area su cui
ricade il territorio comunale milese, appare opportuno elevare da mq 12 a mq 18 la dotazione minima
di standards ex D.I. 1444 del 02.04.68 art.4, Circolare A.R.T.A. Sicilia 03.02.76 n.2 prot. n.1268. In particolare, il precedente studio ha valutato il dimensionamento, per edificabilità e servizi, dello strumento urbanistico per una popolazione totale di 2668 abitanti, contro i 2635 della presente elaborazione. Questa differenza è attribuibile alla modesta diminuzione delle aree edificabili a seguito dell’aggiornamento dello studio geologico. Nonostante la perdita di aree destinate a servizi, la verifica degli standards urbanistici resta ampiamente soddisfatta, sia per il fabbisogno relativo agli abitanti insediati che per quelli insediabili.
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0.5 CONSIDERAZIONI SUL IL SISTEMA VIARIO PRINCIPALE DEL COMUNE DI MILO. La strada provinciale n.59 è l’asse viario di preferenza per i collegamenti con la città capoluogo e gli altri comuni pedemontani, a valle del comune e nel versante nord dell’Etna, costituendo la principale infrastruttura di accesso e di attraversamento comunale. Questo asse viario è diventato nel tempo l’elemento strutturante dell’insediamento, determinando per gran parte del suo percorso un edilizia nastriforme. Soprattutto in occasione delle festività e in alcuni periodi dell’anno, tale SP 59 è insufficiente ad accogliere il flusso veicolare dei turisti provenienti dalla fascia pedemontana e costiera, generando fenomeni di saturazione viaria e di congestione del piccolo centro. Il P.R.G. previgente, adottato con determinazioni del Commissario ad Acta n.3 del 02.03.83 e n.21 del 04.06.84, seguendo le indicazioni del Piano Etneo di Coordinamento, redatto in illo tempore, prevedeva, in sede di progetto di piano, l’inserimento di una grande strada di collegamento a monte dell’abitato, allo scopo di svincolate il centro abitato di Milo dal traffico pesante e veloce. Il Decreto n.264/85 dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente di approvazione del P.R.G. del Comune di Milo, a tutt’oggi vigente, seppur in regime di scadenza dei vincoli, al punto 2.8 così recita: “La realizzazione della strada a scorrimento veloce, così come progettata, appare di difficile
realizzazione, pertanto il tracciato deve intendersi indicativo potendo subire modifiche in sede di
progettazione esecutiva”2. Da ciò si evince che, pur con le dovute modifiche in sede di progettazione esecutiva, sia il C.R.U (Consiglio Regionale dell’Urbanistica) con voto n.173 del 06.12.83 che l’Assessorato al Territorio ritenennero valida la previsione di una strada bypassante il nucleo abitato di Milo e di conseguenza la SP 59. Successivamente, nel 1995 venivano approvate le direttive generali per il nuovo P.R.G. di Milo3, con le quali si indicavano i principali obiettivi che i progettisti dovevano raggiungere in fase di redazione del nuovo Piano. Per quanto riguarda la viabilità, anche in questo caso, venne ribadita la necessità della previsione di un sistema viario alternativo a quello esistente, ma con un tracciato differente rispetto alla proposta del P.R.G. approvato con Decreto A.R.T.A. n.264/85. Nello specifico è stata proposta la realizzazione: a) di un collegamento perpendicolare a via Madonna delle Grazie e via Viola e via Mazzini;
2 D.A. n.264/86 Assessore del Territorio e dell’Ambiente, Regione Sicilia, punto 2.8, pag 4. 3 Delibera consiliare n.23 del 29.03.95, riscontrata dal CO.RE.CO di Catania nella seduta del 13.04.95, decisione n.013396.
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b) di un collegamento tra via Bellini, al bivio con via Belvedere, e la via Urnazza, con riallaccio in via Bellini, in prossimità del campo sportivo;
c) di un collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino;
d) del prolungamento di via Risorgimento, località Fornazzo, per facilitare l’accesso alla sede del centro visite del Parco dell’Etna;
e) di un collegamento tra viale della Regione e corso Italia.
Tali proposte sono state recepite nello schema di massima del P.R.G., approvato con delibera n.01 del 29.08.97 dal Commissario ad Acta, in sostituzione del Consiglio Comunale e, successivamente, introdotte nella proposta di P.R.G. redatta dai professionisti precedentemente incaricati. Oggi, a seguito degli aggiornamenti intervenuti sul regime vincolistico derivante dagli studi di settore, come evincibile dagli elaborati grafici aggiornati (tavola n.5 e tavole nn.8a e 8b), parte delle previsioni afferenti a tale nuova viabilità ricadono all’interno delle fasce di rispetto del bosco o in aree pregiudizievoli per l’edificazione. In particolare, si evidenzia che: a) parti dei tracciati, anzi elencati, attraversano aree che per le caratteristiche geo-morfologiche sono
pregiudizievoli per l’edificazione;
b) l’intero tracciato del prolungamento di via Risorgimento, località Fornazzo, per facilitare l’accesso alla sede del centro visite del Parco dell’Etna, ricade entro la fascia di rispetto del bosco;
c) una porzione del tracciato del collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino ricade in fascia di rispetto del bosco, esattamente a partire dall’innesto con via Mongibello;
d) il tratto finale del collegamento tra via Bellini, al bivio con via Belvedere, e la via Urnazza con riallaccio in via Bellini, in prossimità del campo sportivo, ricade anch’esso entro la fascia di rispetto del bosco.
Nonostante quanto sopra esposto l’Amministrazione Comunale ritiene di confermare la nuova viabilità di progetto, anche per quelle porzioni di tracciato ricadenti entro aree vincolate, per le quali, pertanto, ove occorrente, ravvisa la necessità della deroga, ai sensi delle vigenti normative. Nello specifico, per:
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1. i segmenti di strada ricadenti in aree pregiudizievole per l’edificazione, principalmente alvei torrentizi e incisioni, trattandosi di opere di pubblica utilità, è applicabile, come menzionato nella relazione geologica, il D.M. 11.03.88 , recante “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione” e la Circolare Ministero dei Lavori Pubblici n.30483 del 24.09.88.
2. le porzioni di tracciato stradale all’interno delle fasce di rispetto dei boschi, trattandosi di opere di pubblica utilità e di connessione, è applicabile l’art. 10 comma 84, Legge Regionale n.16 del 06.04.96, sul “Riordino della legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione”.
4 “…E’ altresì consentita la realizzazione di infrastrutture connesse all’attraversamento di reti di servizio di interesse pubblico e strutture connesse alle stesse” ex L.R. n.16, art.10 comma 8, del 16.04.96.
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0.6 CONSIDERAZIONI A MARGINE SULLA PROPOSTA DI P.R.G. DEL COMUNE DI MILO.
L'acquisizione di aree per realizzare attrezzature pubbliche e nuove infrastrutture e per tutelare ambiti di rilevanza ambientale e paesaggistica rappresenta uno degli obiettivi perseguiti dall'Amministrazione Comunale nella formazione del nuovo Piano Regolatore Generale. Nella progettazione urbanistica, fino ad anni recenti, era molto diffusa la prassi di reiterare i vincoli espropriativi in scadenza, soprattutto perché i Comuni quasi sempre non disponevano, e non dispongono neanche oggi, dei mezzi finanziari per poter realizzare le opere pubbliche previste. La presente proposta di P.R.G., sin dalla sua impostazione originaria, si fonda su tali presupposti. I più recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale (dalla sentenza del 20 maggio 1999, n.179) rivestono importanza essenziale nella rielaborazione dei P.R.G., relativamente ai vincoli espropriativi e alla loro reiterazione, infatti, secondo la Corte, i vincoli espropriativi o di inedificabilità debbono essere delimitati nel tempo dalla legge statale o regionale, in modo non irragionevole e non arbitrario e, una volta delimitati, non debbono superare quel limite temporale, che diventa il limite di sopportabilità del vincolo da parte del titolare del bene. La Corte Costituzionale ha stabilito, pertanto, che la reiterazione dei vincoli urbanistici preordinati all’espropriazione è indennizzabile: l’obbligo specifico di indennizzo deve sorgere una volta superato il primo periodo di ordinaria durata temporanea del vincolo, quale determinata dal legislatore entro limiti non irragionevoli, riconducibili alla normale sopportabilità del peso gravante in modo particolare sul singolo proprietario. In sostanza, la Corte non ha stabilito come debba essere determinata la misura dell’indennizzo, ma ha soltanto accennato all’esigenza della sua commisurazione al sacrificio subito, consistente nella diminuzione del valore di mercato del bene; rispetto alla destinazione giuridica precedente lo strumento urbanistico generale o la variante che ha imposto il vincolo. Per il resto, la Corte ha demandato al legislatore di esercitare le scelte tra misure risarcitorie, indennitarie e, in taluni casi, tra misure alternative riparatorie anche in forma specifica, mediante offerta ed assegnazione di altre aree, idonee alle esigenze del soggetto che ha diritto ad un ristoro, ovvero mediante altri sistemi compensativi che penalizzano i soggetti interessati dalle scelte urbanistiche incidenti su beni determinati. Il testo unico sulle espropriazioni (di cui al D.P.R. 8 giugno 2001, n.327 e successive modificazioni: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamenti in materia di espropriazione per pubblica utilità”) disciplina negli articoli da 8 a 12 i vincoli urbanistici preordinati all’esproprio in modo
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sistematico, fissando di regola una quinquennale entro la quale deve intervenire la dichiarazione di pubblica utilità, la L.R. n.7/02, all’art.36 ha recepito tale norma in Sicilia. Se entro il periodo indicato non interviene la dichiarazione di pubblica utilità, si ha la decadenza automatica del vincolo preordinato all’esproprio, e sul bene sono consentiti gli interventi in conformità alle prescrizioni di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n.380, e successive modificazioni: ”Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, con il conseguente obbligo per il Comune della nuova pianificazione e, qualora ciò non avvenga, con la possibilità per il proprietario dell’area interessata di promuovere gli interventi sostitutivi della Regione o dell’ente locale al quale sia stata conferita la funzione. Ora, il testo unico sull’espropriazione, all’art.9, comma 4, precisa che il vincolo preordinato all’esproprio, dopo la sua decadenza, può essere motivatamente reiterato, con la rinnovazione dei procedimenti di approvazione del piano urbanistico generale, ovvero di una variante, e tenendo conto delle esigenze di soddisfacimento degli standard urbanistici. L’art.39 del testo unico sull’espropriazione prevede, “in attesa di un’organica risistemazione della materia”, la corresponsione al proprietario di un’indennità, commisurata all’entità del danno effettivamente prodotto. L’adunanza generale del Consiglio di Stato, nell’esprimere il proprio parere su quello che sarebbe divenuto l’art.39 del testo unico sull’espropriazione, aveva osservato che, commisurando l’indennità all’entità del danno effettivamente prodotto e considerando che fino all’espropriazione l’area continua ad essere utilizzata dal proprietario, si addossava a quest’ultimo l’onere di dimostrare il danno effettivamente subito a causa della reiterazione del vincolo. Il comma 2 dell’art.39 in esame dispone che, in mancanza di previsione della corresponsione dell’indennità negli atti di imposizione del vincolo preordinato all’esproprio, l’autorità che ha disposto la reiterazione del vincolo è tenuta a liquidare l’indennità, entro il termine di due mesi dalla data in cui abbia ricevuto la documentata domanda di pagamento, ed a corrisponderla entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali sono dovuti anche gli interessi legali. Al riguardo, l’adunanza generale (nel citato parere) aveva sottolineato che la disposizione evita la pronuncia di annullamento del provvedimento di reiterazione del vincolo in caso di mancata previsione dell’indennizzo. Infatti, come già segnalato in precedenza dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato (sentenza 22 dicembre 1999 n.24), la mancata previsione dell’indennizzo comporta l’annullamento degli atti che hanno reiterato il vincolo non integralmente o nella parte in cui hanno inciso sul bene, ma
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soltanto nella parte in cui l’indennizzo non sia stato previsto. Ciò perché l’indennizzo è dovuto direttamente per legge. L’attuale proposta di Piano Regolatore Generale di Milo, coerentemente con i dettami dell’urbanistica tradizionale, si fonda, “ab origine” sulla “politica dei vincoli” preordinati all’esproprio, capillarmente distribuiti sul territorio anche su aree estese, in totale affrancamento dai costi generali del progetto urbano. Pertanto, dopo anni di tale indirizzo dottrinale, ed in assenza di un’adeguata norma sul regime dei suoli, le previsioni urbanistiche discendenti dalla “politica dei vincoli” si prestano a creare le condizioni di significativa previsione economica volte a fronteggiare la situazione che potrebbe determinarsi, stante la presenza di un regime vincolistico esteso e che individua diffuse ed economicamente significative espropriabilità per destinazioni collettive, per colmare deficit urbanistici consolidati anche a causa delle limitate risorse finanziarie pubbliche fin oggi disponibili. L’applicazione diffusa della “politica dei vincoli” appare, quindi, come l’utilizzazione di uno strumento giuridico coercitivo che trova la sua giustificazione soltanto di fronte ad effettive esigenze di realizzazione pubblica e di attendibilità finanziaria delle correlative previsioni attuative. Nella situazione urbanistica del Comune di Milo, dove le tematiche ambientali devono aprirsi a “contenuti di razionalità”, senza i quali la valutazione del piano da parte del Consiglio Comunale non può affatto muoversi in ambiti di obiettività, e quindi di verificabilità, a parere dello scrivente, deve ritenersi auspicabile la costruzione di un “quadro di certezze” sul quale fondare la necessaria collaborazione fra soggetti pubblici e soggetti privati. Per ottenere nel territorio di Milo la massima riqualificazione del territorio ed un’effettiva realizzazione delle ampie previsioni pubbliche, deve perseguirsi, senza riserve, una redistribuzione dei vantaggi edificatori ed insieme dei carichi conseguenti, con criteri che devono considerarsi correlati ad un regime immobiliare perequativo. Nel mutato scenario del sistema vincolistico, che ha la sua ultima espressione legislativa nel più recente “testo unico sull’espropriazione”, sarebbe auspicabile, a parere di chi scrive, abbandonare il criterio dell’esproprio generalizzato per adottare quello delle regole generalizzate. Occorrerebbe, quindi, che il piano comunale definisca potenzialità edificatorie uguali su tutte le aree di trasformazione che si trovano nella stessa condizione urbanistico-giuridica, e chiedesse in cambio alle proprietà – operanti solidamente, perché vincolate in comparti obbligatori – la stessa quota di aree, di opere realizzate e di contributi finanziari. In questo modo il piano urbanistico si adeguerebbe alla mutata
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concezione del ruolo dello Stato: non più lo Stato operatore, che attraverso il Comune procede all’urbanizzazione delle aree, poi cedute agli utilizzatori privati, ma lo Stato regolatore, che attraverso il Comune fissa le regole perequate per la trasformazione delle aree, sulle quali interverranno operatori e utilizzatori privati. La possibilità di correlare una definita metodologia perequativa - idonea a risolvere due questioni la fattibilità e l’equità del piano urbanistico - all’attuazione del P.R.G,, previa univoca definizione delle regole di perequazione da applicare nelle zone della trasformazione urbana, proposte per comparti e tali da assegnare l’onere dell’attuazione e della realizzazione di gran parte delle attrezzature ad operatori privati, potrebbe ridurre, nella fattispecie milese, di molto il ricorso agli espropri per l’attuazione del P.R.G., che resterà comunque inevitabile, in particolari circostanze, per realizzare singole specifiche opere pubbliche. Risulterebbe ipotizzabile, pertanto, l’applicazione di un criterio perequativo quale momento fondante del principio dell’eguaglianza tra i cittadini quanto come strumento concreto di attuazione delle previsioni del Piano e di formazione delle relative strategie economico-finanziarie, secondo lo schema che di seguito si riporta.
SOSTENIBILITÀ SOCIALE EQUITÀ (PARITÀ DI TRATTAMENTO)
SOSTENIBILITÀ SOCIALE EQUITÀ (PARITÀ DI TRATTAMENTO)
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
CAPACITÀ DI CARICO URBANISTICO AMBIENTALE
SOSTENIBILITÀ ISTITUZIONALE
FUNZIONAMENTO EFFICIENTE DELL’AMMINISTRAZIONE
Le 3 dimensioni della perequazioneLe 3 dimensioni della perequazione
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RELAZIONE PRELIMINARE
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1.0 - RELAZIONE PRELIMINARE
A più di mezzo secolo della legge urbanistica n° 1150 del 17/08/1942, occorre
chiedersi a cosa serve il P.R.G. Esso definisce e contiene le scelte politiche urbane capaci di
determinare lo sviluppo civile, economico e sociale delle città, oppure, come descrive l’art. 5
della sopracitata legge deve indicare essenzialmente “..1) la rete delle principali di
comunicazione stradali e dei relativi impianti; 2) la divisione in zone del territorio, con la
precisazione delle zone destinate all’espansione dell’aggregato urbano e la determinazione
dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; 3) le aree destinate a formare spazi
di uso pubblico e sottoposte a speciali servitù; 4) le aree da riservare a edifici pubblici o di
uso pubblico nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale; 5) i vincoli da
osservare nelle zone di carattere storico, ambientale, paesistico; 6) le norme di attuazione
del piano..” ?
Nel 2004, in epoca di globalizzazione delle economie e dei mercati, pensare al P.R.G.
in assenza di piani territoriali generali di coordinamento, di piani di sviluppo settoriali ed
integrati è possibile pensare al P.R.G. come ad un progetto globale chiuso e definito, capace
di decidere oggi, tutto il futuro delle attività delle città per i prossimi decenni? L’avere
caricato la stesura e/o la rielaborazione di un P.R.G. di troppi pesi e significati non è forse
una tra le più importanti ragioni che hanno determinato, anche per la città di Milo, iter
formativi lunghi, gravati da ritardi e responsabilità?
Questi interrogativi, in uno con la estrema complessità ambientale e paesaggistica
derivante sia dallo strenuo e continuo lavoro dell’uomo che ha realizzato i suoi artefatti
subendo (e godendo) dell’incombente presenza del vulcano, sia dalla struggente bellezza
generata dall’estrema varietà naturale dell’areale, tenendo presente la storia ed i fatti che
hanno generato l’insediamento (o meglio ancora i diversi insediamenti) urbano di Milo, ci
hanno portato, con molta umiltà, a tentare di dare forma e contenuto alle aspirazioni
dell’Amministrazione comunale democraticamente eletta a rappresentare gli interessi della
città, che si è manifestata con l’emanazione delle Direttive di Piano.
Seguendo le direttive programmatiche espresse dal Consiglio Comunale di Milo, il
nuovo Piano Regolatore Generale, o sarebbe più corretto dire la revisione del P.R.G.
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esistente (in quanto il Comune risultata già fornito di strumento urbanistico da aggiornare ai
sensi dell’art. 2 della L.R.S. n.71/78) ha cercato e cerca di riqualificare la città definendo un
quadro normativo capace di dare ordine e razionalità alle principali attività della città stessa
prevedendo quindi una serie di interventi edilizi minimali destinati ad attivare alcune
vocazioni mai sopite degli abitanti (come la possibilità di una leggera espansione edificatoria
per permettere alle giovani coppie di insediarsi nel territorio e non emigrare nei comuni
limitrofi, la realizzazione di piccole attività turistico-alberghiere legate alla vocazione
ambientale del sito, ecc..) ma che ancora oggi vengono richieste con forza da tutta la
comunità milense.
Con la delibera consiliare n° 23 del 29.03.1995, riscontrata dal CO.RE.CO di Catania
nella seduta del 13.04.1995, decisione n. 013396, venivano approvate le direttive generali per
la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale di Milo (impartite ai sensi dell’art. 3 della
L. 15/91), indicanti sia gli specifici obiettivi che i progettisti dovevano raggiungere in ogni
ambito del piano sia le modalità ed i principi di funzionamento dello stesso delineando, in
particolare modo per l’edilizia pubblica e privata, la filosofia da seguire nella progettazione
per il raggiungimento delle finalità individuate.
I principali punti affrontati dalle suddette direttive sinteticamente riguardano:
1 La situazione demografica. Viene indicato un incremento della popolazione
residente per i prossimi 20 anni fino a raggiungere i 3000 abitanti. Tale crescita viene
attribuita in parte ad un aumento della popolazione presente in parte al trasferimento di
residenti dai Comuni vicini.
2 Il patrimonio edilizio esistente, l'edilizia pubblica e privata. Rilevata la carenza
del patrimonio edilizio esistente, sia a causa della forte incidenza quantitativa causata dalla
presenza di grandi case padronali disseminate nel territorio comunale (abitate da un numero
esiguo di non residenti o fatiscenti) sia a causa dell'insufficiente dimensionamento del
preesistente P.R.G. che ha praticamente esaurito le aree destinate ad edilizia residenziale (in
particolar modo quella destinata ad edilizia convenzionata e popolare), viene chiesto il
reperimento di nuove aree mediante Ampliamento delle zone B esistenti, una previsione di
nuove zone V.T. (villeggiatura turistica), nonché la creazione di nuove zone C1, C2 e C3 (con
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coefficienti di cubatura decrescenti) da destinare all'espansione dell'abitato. Inoltre, a causa
delle dimensioni del Comune che non consentono un decentramento dei servizi fondamentali,
le aree che possono essere interessate al pur modesto incremento edilizio debbono
assolutamente essere attigue al centro urbano. Si ritiene altresì necessario: evitare
l'individuazione di estese aree come zone di espansione e, al fine di conservare l'identità di
frazioni e quartieri come Fornazzo, Praino e Caselle, prevedere ampliamenti delle zone
residenziali rapportati alle dimensioni dei singoli agglomerati esistenti prevedendo, in
particolare nel quartiere di Caselle, modesti ampliamenti della zona B esistente laddove
sono presenti le strade. Infine per quanto riguarda le caratteristiche e la localizzazione delle
aree di espansione, le Direttive Generali indicano: per la Zona C1, l'individuazione di piccole
aree di espansione delle zone B in prossimità dei vari abitati ed in presenza di strade,
specialmente di quelle che collegano le frazioni con il centro abitato di Milo; per la Zona C2,
analoghe caratteristiche di localizzazione ma una minore densità fondiaria realizzabile; per
la Zona C3, lungo brevi tratti delle strade Mareneve, Musco, Campanaro, Fornaci, Spoto,
Sciara Praino, Soglio, Martiri d'Ungheria, Viola, Salice, Aranci, Del Bosco, con densità
fondiaria di 0,20 mc/mq e lotti minimi di 1000/2000 mq. Questa zona non dovrebbe
interessare più del 5% della cubatura edificabile delle zone C.
3 I beni culturali ed ambientali da tutelare: il centro storico e la zona Vecchio
Mulino. Viene considerata soddisfacente la perimetrazione del Centro Storico indicata dal
precedente P.R.G. e pertanto per la sua salvaguardia vengono ritenuti sufficienti gli interventi
previsti dal Piano particolareggiato del C.S. in corso di approvazione. E' richiesta inoltre la
preservazione e la valorizzazione della zona denominata Vecchio Mulino mediante un
vincolo, sull'area in questione, il restauro della struttura esistente, il ripristino di due antichi
lavatoi (attualmente interrati), una zona a verde pubblico e la creazione di un parcheggio
esterno per la fruizione turistica dell'area.
4 Il piano dei Servizi. Poiché in alcuni settori i servizi risultano assolutamente carenti
si rende indispensabile prevedere nel P.R.G. nuove aree destinate a strutture per servizi. In
particolare il Piano, nella sua generalità, dovrà essere articolato tenendo presente la
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necessità che gli stessi siano prossimi ai centri abitati e diffusi nelle varie zone e quartieri, in
considerazione della struttura urbana frazionata di Milo.
4.1 Scuole. Poiché manca un edificio per ospitare la scuola media, sembra possa essere
confermata l'area prevista nel vecchio P.R.G. ovvero la stessa zona ove attualmente sono
ubicate la scuola Elementare e la scuola materna.
4.2 Impianti sportivi. Esistendo un unico impianto in contrada Sgarbaglio, consistente in un
campo di calcio, é opportuno che la previsione di altri impianti, indispensabili alla fruizione
del campo preesistente ed atti a differenziare il tipo di attività sportiva, venga orientata nella
stessa area. Per altro detti impianti sono già previsti nel vecchio P.R.G. e nel Piano
Triennale delle OO.PP..
4.3 Servizi turistici. La graduale riscoperta del Comune di Milo, l'elevato grado di
conservazione del paesaggio e del territorio insieme alla quasi totale assenza di strutture
ricettive (risulta presente nel territorio solo il Campeggio Mareneve) consigliano
l'individuazione di aree per la costruzione di edifici destinati alla ricezione turistica; di dette
aree una potrebbe interessare la frazione di Fornazzo ed un'altra il centro di Milo. L'area
individuata nel vecchio P.R.G. nel quartiere Rinazzo non appare adeguata. Le aree suddette
dovranno avere le seguenti caratteristiche: vicinanza al centro abitato, presenza di strade o
loro previsione nel P.R.G.. Al fine di evitare grosse concentrazioni di servizi turistici, che
snaturerebbero il territorio, si potranno prevedere servizi turistici diffusi purché funzionali e
prossimi al centro abitato. Si dovrebbe prevedere inoltre un'altra area, destinata a
campeggio e/o per la realizzazione di un Ostello della Gioventù, localizzata a monte della
frazione di Fornazzo, sulla strada Mareneve.
5 La viabilità. Non avendo subito, la rete viaria, negli ultimi trenta anni alcun
sviluppo ed essendosi sviluppato il centro urbano soprattutto lungo l'asse viario costituito
dalla strada provinciale n° 59, si propone il recupero ed il riuso delle vecchie trazzere di
collegamento fra i vari quartieri e frazioni di Milo con il centro, la previsione del loro
restauro per la percorribilità pedonale o con mezzi a motore o come piste ciclabili (in
rapporto alla loro consistenza, riadattabilità, utilità e funzionalità) nonché la creazione di:
- un collegamento perpendicolare di via Madonna delle Grazie con via Viola e via Mazzini;
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- un collegamento tra via Bellini (al bivio con via Belvedere) e la via Urnazza con riallaccio
in via Bellini in prossimità del campo sportivo;
- un collegamento fra la parte iniziale di via Mongibello e la via Sciara Praino;
- un collegamento fra via Algerazzi e via Pianogrande;
- un collegamento fra viale della Regione e corso Italia;
- un collegamento fra corso Italia e via Marconi.
Per un possibile recupero, inoltre, vengono proposte: via Finaita (da via Spoto alla
Mareneve), via Sciara Praino, via Belvedere (fra via Bellini e via Mazzini).
6 La zona Artigianale e gli Insediamenti produttivi. La zona in esame è già prevista
nel vecchio P.R.G. nella frazione di Fornazzo, lungo la strada provinciale 59/II. Appare
opportuno confermare tale area (con le modifiche che i sigg. progettisti vorranno apportare)
ed ipotizzare altra area a Caselle, in prossimità di altri insediamenti esistenti.
Successivamente con protocollo del Comune n. 6030 del 23.12.1995 veniva
consegnato lo schema di massima sul quale il Consiglio Comunale, convocato per le
determinazioni di competenza, deliberava, con atto n. 20 del 22.03.1996 la propria
incompatibilità, dichiarando l’impedimento dell’organo per “incompatibilità della
maggioranza dei suoi componenti ai sensi dell’art. 176 dell’OREL, così come modificato
dall’art. 1 della L.R.S. n. 57 del 10.08.1995”.
Conseguentemente, giusto decreto dell’Assessore Regionale del Territorio e
dell’Ambiente n. 03/DRU del 10.01.1997 e successive proroghe, veniva nominato in qualità
di Commissario ad acta il dott. Italo Marinaro, al fine di provvedere, in sostituzione del
Consiglio Comunale, in ordine agli adempimenti connessi al Piano Regolatore Generale.
Questi, richiamata la delibera Consiliare n. 62 del 27/09/1990 riscontrata dalla C.P.C.
di Catania con provvedimento n. 59077 del 25.10.90 relativa al conferimento dell’incarico
per la revisione del Piano Regolatore Generale, Prescrizioni Esecutive e Regolamento
edilizio agli ingegneri SALEMI Angelo, GIUSTO Adele e MAURO Giuseppe, dopo aver
“..DATO ATTO che con delibera Consiliare n. 23 del 29/03/1995, riscontrata dal
CO.RE.CO. di Catania nella seduta del 13.04./95, decisione 013396, erano state approvate
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le direttive generali per la redazione della revisione del Piano Regolatore Generale (che da
questo punto in poi sarà chiamato semplicemente Piano Regolatore Generale);
DATO ATTO che come da risultanze in atti con lettera del 22.12.1995 assunta al protocollo
del Comune al numero 6030 del 23.12.1995 era stato consegnato lo schema di massima sul
quale il Consiglio Comunale convocato per le determinazioni di competenza aveva
deliberato la propria incompatibilità con atto n. 20 del 22.03.1996, dichiarando
l’impedimento dell’organo per incompatibilità della maggioranza dei suoi componenti ai
sensi dell’art. 176 dell’OREL così come modificato ai sensi dell’art. 1 della L.R.S. n. 57/85;
VISTA la relazione predisposta dall’Ufficio Tecnico Comunale protocollo n. 1651 del
11.04.1997;
VISTI gli atti relativi allo schema di massima costituiti da Relazione tecncia, Planimetria
dello schema di massima in scala 1:5.000 e Planimetria della Carta dei Vincoli in scala
1:10.000;
CONSIDERATO che occorre adottare le determinazioni sullo schema di massima per
procedere alla progettazione definitiva del Piano Regolatore Generale ed all indicazione
delle aree da sottoporre a Prescrizioni Esecutiva di cui all’art 2 della L.R.S. n, 71/78 e
successive modifiche ed integrazioni;
PRESO ATTO del contenuto della relazione dell’Ufficio Tecnico Comunale e delle
osservazioni esplicitate che si ritengono condivisibili al fine dell’approvazione dello schema
di massima con le modifiche appresso riportate e per prevenire ad un assetto del territorio
che risulti coerente con la situazione di fatto e con gli obiettivi posti dalle direttive generali:
1) Preliminarmente dovrà procedersi all’aggiornamento dello stato di fatto…alla
visualizzazione di alcune attrezzature esistenti quali il depuratore comunale, le numerose
strutture religiose utilizzate per i soggiorni estivi, il camping Mareneve, il Villaggio
Angelo Musco… l’esistente stabilimento di acque oligominerali sito in località
Cavagrande, nonché le fonti di approvvigionamento…
2) Le ipotesi progettuali proposte dallo schema di massima dovranno essere verificate alla
luce delle risultanze dello studio agro-forestale…in conseguenza dell’entrata in vigore
della L.R. n. 16/96 che all’arte.4 reca disposizioni riguardanti la definizione di bosco; a
riguardo …si ritiene opportuno evidenziare la necessità di operare la valutazione di
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utilizzazione della fascia di arretramento dai boschi fissata in metri 200, in conformità
della L.R. 16/96 prima citata…
3) L’ipotesi di dimensionamento del Piano Regolatore Generale… dovrà essere esplicitata
attraverso l’andamento demografico desumibile dai dati ISTA..nonché mediante la
valutazione della consistenza del patrimonio edilizio esistente, con riferimento
all’effettiva destinazione d’uso e/o utilizzazione ed alle concrete possibilità di recupero di
quella parte risultante in condizione di degrado…
4) L’enucleazione delle zone A e B…dovrà essere definita in conseguenza di un’attenta
analisi dello stato di fatto per verificare la sussistenza dei caratteri storico-artistico-
ambientale nonché delle condizioni ex art. 2 del D.I. 2/4/1968, rispettivamente. In
particolare, relativamente alla zona B in fregio alla Via della Regione, ove dalla chiesta
verifica non si riscontrasse la sussistenza delle richiamate condizioni del D.I. 2/4/68,
dovrà essere ripristinata l’originaria destinazione come zona residenziale con gli stessi
indici e parametri del vigente Piano Regolatore…Considerata altresì la morfologia
dell’impianto dell’esistente abitato, si ritiene occorra preservare le relative peculiarità
mediante la individuazione di una sottozona intermedia tra la A e la B, avente speciale
disciplina edilizia che rispetti le caratteristiche, la tipologia e le modalità costruttive
proprie della zona A con possibilità edificatoria a mezzo di singola concessione..;
5) Relativamente alle previsioni per l’edilizia stagionale ed insediamenti a carattere
turistico-ricettivo, si ritiene che le stesse rispondano ad una effettiva necessità in
considerazione della particolare vocazione dei territori interessati da sempre al
fenomeno della seconda casa a carattere stagionale ..Si ritiene che debba
prioritariamente porsi l’attenzione sugli antichi manufatti, esistenti numerosi nel verde
agricolo, al fine di ipotesi di recupero e utilizzazione del relativo patrimonio per attività
agro-turistiche…
6) Relativamente alle previsioni a carattere produttivo ..consentire l’adeguamento delle
strutture esistenti dello stabilimento Cavagrande sito nell’omonima località...
considerata la rilevanza dell’attività nell’intero contesto socio-economico..
Relativamente alle esistenti attività per la lavorazione del legno, la relativa previsione
dovrà tenere conto dell’utilizzazione effettiva nell’ambito proposto nello schema di
massima in località Fornazzo…
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7) Relativamente alle previsioni viarie si ritiene necessario ..recuperare e semmai
potenziare i tracciati esistenti … in particolare … il collegamento tra la via Bellini e la
via Mazzini in relazione alla concreta possibilità di migliorare l’esistente tracciato … la
previsione viaria che dipartendosi da via Crispi si immette nella via Angelo Musco … la
strada che dipartendosi dalla via Spoto nella frazione Caselle interseca le aree a
destinazione produttiva va studiata in relazione alle esigenze della circolazione con
possibilità di ritorno attraverso l’inserimento nella previsione di una apposita piazza di
sosta, parcheggio e manovra.
8) Relativamente alla previsione di servizi in generale, si ritiene possa costituire valido
momento di riflessione ..in ordine alla possibilità di utilizzare i grandi contenitori
esistenti.. che oltre a costituire premessa per il recupero di edilizia di qualità fatiscente
consentirebbero il recupero e la valorizzazione dell’ambiente circostante.
9) In considerazione dell’esigenza manifestata dall’Amministrazione comunale, occorrerà
prevedere la possibilità dell’impianto cimiteriale con conseguente adeguamento della
relativa fascia di rispetto…
… OMISSIS…
con delibera n.01 del 29/08/1997 (del Commissario ad ACTA in sostituzione del Consiglio
Comunale) e con le prescrizioni sinteticamente sopra indicate, approvava lo schema di
massima del P.R.G., disponendo parimenti la pubblicazione del provvedimento all’albo
pretorio del Comune e la notifica ai progettisti incaricati ad intervenuta esecutività dello
stesso.
Sulla scorta delle direttive programmatiche espresse dal Consiglio Comunale di Milo,
integrate dalle prescrizioni contenute nella delibera di approvazione dello schema di massima
emanate dal Commissario ad acta nominato in sostituzione del Consiglio, e tenuto conto delle
risultanze degli specifici studi ed approfondimenti geologici ed agronomo-forestale, si è
proceduto quindi all’elaborazione del Piano che, tenendo conto che la principale caratteristica
della struttura insediativa presente nel territorio da pianificare é la policentricità degli
insediamenti abitativi esistenti, in sintesi, si propone:
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• l’individuazione, la delimitazione e la salvaguardia delle diverse zona A che costituiscono
i centri più antichi, origine dei diversi agglomerati costituenti la rete insediativa presente
nel territorio;
• la verifica, la riclassificazione ed il ridimensionamento delle preesistenti zone territoriali
omogenee individuate nel precedente piano come zone B, limitando di fatto la formazione
di nuovi carichi insediativi, se non minimali, nelle zone centrali di completamento degli
agglomerati esistenti ed ottimizzando la dotazione dei servizi e delle attrezzature urbane e
di quartiere;
• di favorire una più consona qualità della vita migliorando la dotazione degli spazi
pubblici di uso collettivo (parchi, aree per lo sport, ecc.);
• di facilitare l’avvio di nuovi processi economici che, partendo dalle notevolissime ed
ingenti risorse naturali, ripensino l’agricoltura, l’artigianato di servizio, il turismo;
• di operare all’interno di un quadro di azioni possibili e fattibili in coerenza con quanto di
buono è già esistente assecondandone gli aspetti positivi.
Di grande aiuto è stato il ruolo svolto dall’U.T.C. con competenza e grande spirito di
servizio e collaborazione cui tutti esprimiamo sincera gratitudine.
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RELAZIONE GENERALE ANALITICA E CALCOLO DEI FABBISOGNI.
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2.0 - RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO.
2.1 IL TERRITORIO.
Il territorio di Milo, situato alle pendici dell’Etna, ha una giacitura prevalentemente
montuosa ed una estensione pari ad ha 1.824.
Esso confina con i comuni di Zafferana, Giarre e S.Alfio, ai quali è collegato tramite
una serie di strade provinciali e comunali che assicurano anche il collegamento con la città di
Catania, con Giarre e con lo svincolo dell’autostrada Catania - Messina, posto in prossimità
di quest’ultimo centro.
Il suo capoluogo (e principale centro abitato) risulta posto a circa 800,00 m. slm.
2.1.1 Organizzazione amministrativa. Il Comune di Milo fa parte della provincia di Catania.
Appartiene alla circoscrizione Giudiziaria di Giarre, sezione distaccata del Tribunale
di Catania.
L’amministrazione finanziaria fa capo agli Uffici del Registro e delle Imposte di
Acireale, mentre l’Ufficio del Territorio di Catania, già Ufficio Tecnico Erariale ed
l’Intendenza di finanza, risulta essere quello competente per tutto il territorio comunale.
L’ufficio Leva da cui dipendono i cittadini di Milo è quello del Distretto Militare di
Catania.
La circoscrizione ecclesiastica in cui il Comune ricade é quella di Acireale, dove ha
sede la Curia Vescovile.
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2.1.2 Strumenti urbanistici già operanti. Con decreto dell’Assessore del Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, n. 264
del 24.06.1985, veniva approvato un Piano Regolatore Generale, le relative Norme di
Attuazione ed un Regolamento Edilizio cui veniva affidato, a partire da tale data, il compito
di regolamentare ed ordinare lo sviluppo nel territorio di Milo.
Il progettista, come è indicato nel punto 9) della Relazione del P.R.G., assumeva per
la redazione del Piano i seguenti criteri:
• ..Coerentemente alla funzione che il Comune di Milo dovrà assumere nel territorio, il
piano prevede per i nuclei di servizio turistico e per gli insediamenti per la villeggiatura
indicati nel P.T.E. un’integrazione con l’attuale agglomerato urbano e con le
localizzazioni previste, localizzandoli in aree opportune scelte tenendo anche conto delle
indicazioni della relazione geologica..
• ..La previsione poi, in sintonia con le indicazioni del PTE, di una strada destinata al
traffico veloce e pesante a monte dell’abitato permette da un lato la razionalizzazione
dell’attuale attrezzatura residenziale che assume il molo di centro di tutto l’organismo e
dall’altro il collegamento di tutto il sistema – residenze - attrezzature turistiche –
servizi...
• ..La previsione, in una zona tra Milo e Fornazzo, .. di un’area per attrezzature sportive
collegate con il Parco Comunale e la previsione nelle immediate vicinanze di Fornazzo di
una zona Artigianale che conferma la tendenza riscontrata per insediamenti di questo
tipo..
• ..Il parco territoriale urbano è stato localizzato nella zona boschiva esistente all’ingresso
del paese provenendo da Zafferana Etnea, anch’esso quindi in stretta connessione con le
residenze e le aree destinate alla villeggiatura e al turismo..
• ..In un’ampia area libera ubicata a valle di Milo Centro è stata localizzata l’attrezzatura
scolastica per l’istruzione superiore prevista dal P.T.E...
Inoltre nel punto seguente della stessa relazione (10 - Dimensionamento del Piano),
dopo aver rilevato un leggero decremento demografico della popolazione, l’esistenza su 1781
vani di soli 700 vani utili (in quanto dai 1781 esistenti dovevano essere sottratti 701 in quanto
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vani destinati alla villeggiatura e 356, pari al 20% dei 1781 vani esistenti, in quanto
fatiscenti), al fine di riportare l’indice di affollamento a 1, il progettista riteneva necessario
..prevedere la possibilità di costruire 680 nuovi vani cioè la possibilità di edificare 680 ×
100 = 68.000 mc.. che, con un indice di 1,5 mc/mq, ..comportavano la edificabilità di circa
45.000 mq di superficie fondiaria..
Il progettista, inoltre, per tenere conto ..dell’impossibilità di raggiungere l’indice di
1,5 mc/mq, a causa dell’eccessivo frazionamento della proprietà e dell’orografia del
terreno.. prevedeva 90.000 mq di aree di espansione in zona “C”.
Tale strumento urbanistico, come si legge nelle premesse delle Direttive Generali ex
art. 3 L.R.S. n.15 del 30/04/91 emanate dal Consiglio Comunale, venne ritenuto ben presto
“..ormai superato sia per quanto concerne gli indirizzi di carattere generale che per quanto
concerne la disponibilità di aree edificabili e di servizi indispensabili ai nuovi modelli di vita
e alle nuove esigenze sociali..”, per cui con delibera consiliare n. 62 del 27709/1990,
riscontrata dalla CPC di Catania con provvedimento n. 59077 del 25/10/1990, veniva
conferito agli ingg. Angelo SALEMI, Adele GIUSTO e Giuseppe MAURO l’incarico per la
Revisione del Piano Regolatore Generale, Prescrizioni Esecutive e Regolamento Edilizio,
piano di cui il presente scritto costituisce la Relazione Generale.
2.1.3 I vincoli esistenti. Il Territorio comunale di Milo, anche a causa della sua specifica localizzazione ed
orografia, risulta soggetto ad una serie di vincoli che di fatto ne regolano, ne limitano e
condizionano lo sviluppo.
Il 2.12.1952, quando ancora Milo faceva parte del Comune di S. Alfio, sul territorio fu
apposto un VINCOLO IDROGEOLOGICO ai sensi dell’art. 1 del R.D.L. n. 3267 del
30.12.1923.
Il territorio comunale, ai sensi della L. n°1150 del 17.08.1942 è stato inserito con D.A.
n.197 del 22.11.1965 dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Siciliana nel
comprensorio del PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO ETNEO. Il
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suddetto piano diveniva successivamente operante con Decreto del Presidente della Regione
Siciliana nel 1975.
Con verbale n. 42 del 25.10.1966 la Soprintendenza per i BB. CC. e AA. di Catania,
ha apposto su tutto il territorio comunale il VINCOLO PAESAGGISTICO AI SENSI
DELLA L. 1497/1939. Tale vincolo successivamente veniva confermato con Decreto del
Presidente della Regione Siciliana del 10.12.1975.
Dalla L.R. n. 98 del 06.05.1981, dettante norme per l’istituzione di parchi e riserve
naturali nella Regione Siciliana, il Comune di Milo è stato inserito, in parte, nell’area
destinata allo istituendo PARCO DELL’ETNA, con brani di territorio localizzati all’interno
delle zone B, C e D.
Con D.M. dei LL.PP. del 23.09.1981, il territorio del Comune di Milo è stato
confermato SISMICO AI SENSI DELLA LEGGE N. 64 DEL 02.02.1974.
Oltre a tali vincoli, dettati da normative emanate dai diversi organi di controllo e
tutela, specificatamente, come peraltro prevede la normativa vigente preposta alla
formazione, all’elaborazione e per la revisione degli strumenti urbanistici generali nella
Regione Siciliana, sono stati condotti quegli studi propedeutici sul territorio da pianificare,
per definire la cosiddetta Carta dei vincoli e delle suscettività d’uso, mappatura necessaria e
preliminare per ogni atto operativo (sia di conservazione che di trasformazione), e cioè:
a) Lo studio geologico, redatto ai sensi dell’art. 5 della L.R.S. n. 65 del 11.04.1981;
b) Lo studio agricolo-forestale, redatto ai sensi delle LL.RR. n.15/91, 16/96 e 13/99.
A) STUDIO GEOLOGICO
Sulla scorta della deliberazione di G.M. n. 37 del 05.02.1991, approvata dalla C.P.C.
nella seduta del 23.04.1991, prot. n. 22.769, è stato dato incarico ad un professionista di
redigere ..lo studio geologico di supporto alla pianificazione urbanistica Revisione del Piano
Regolatore Generale.., in ottemperanza alla L.R. n. 65 del 11.04.1981, alle norme emanate in
materia dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, tramite Circolari n. 33139/89 del
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23.06.1989 e n. 1/92 del febbraio 1992, nonché secondo quanto prescritto dal D.M. 11 marzo
1988.
Lo studio geologico si è articolato in due fasi di lavoro distinte:
- la prima, è consistita nella predisposizione geologica generale del sito, per costruire
quindi, sulla scorta dei rilievi di campagna, di specifiche indagini e rilettura di quanto
contenuto nella bibliografia esistente sulle specifiche problematiche affrontate, le carte
tematiche atte a visualizzare la situazione generale di insieme del territorio studiato; tale
lavoro è servito per elaborare la carta delle suscettività d’uso, carta finalizzata ad una
classificazione e suddivisione del territorio in aree omogenee per caratteristiche e
problematiche geologico-tecniche. Tutti gli studi condotti in questa fase, quindi sono
serviti per verificare la reale fattibilità geologica rispetto alle scelte urbanistiche da
adottare e per potere, tempestivamente, evidenziare eventuali condizioni particolari che
possano determinare dei limiti di progettazione del Piano Regolatore stesso.
Lo studio, sinteticamente, è stato strutturato nei seguenti punti:
1. Studio morfologico, comprendente la descrizione dei principali lineamenti morfologici
ed in particolare degli eventuali fenomeni di erosione e dissesto dei principali processi
indotti da antropizzazioni, l’andamento delle precipitazioni, delle temperature, dei
venti e dell’evapotraspirazione;
2. Studio geolitologico, contenente la descrizione delle formazioni presenti
(caratteristiche litologiche, rapporti di giacitura, spessori) e dei lineamenti tettonici;
3. Studio idrogeologico, in cui sono racchiuse le descrizioni dei lineamenti essenziali
sulla circolazione delle acque superficiali e sotterranee in relazione allo smaltimento
delle acque dilavanti ed alla protezione delle falde idriche;
4. Studio del rischio vulcanico, con valutazione della possibilità che il territorio in esame
possa essere soggetto ad invasioni laviche;
5. Studio del rischio sismico, con giudizio comportamentale sui diversi terreni presenti in
caso di sisma;
6. Studio geologico-tecnico, con valutazione delle caratteristiche meccaniche dei terreni
affioranti;
7. Studio della suscettività d’uso, con una zonizzazione del territorio in classi di
suscettività alle trasformazioni e/o edificazioni.
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- la seconda, da redigere in un secondo tempo a seguito dell’esecuzione di indagini
geologiche in sito ed in laboratorio, sarà costituita da uno Studio geolitologico, uno
geologico-tecnico e da una microzonazione. Essa, ..tratterà la descrizione
particolareggiata delle aree interessate dai piani attuativi al fine di permettere oculate
scelte urbanistiche puntuali, per minimizzare l’impatto nell’ambiente geologico e
contemporaneamente per verificare la compatibilità di dette scelte in relazione all’assetto
geomorfologico..(dalla relazione dello Studio geologico redatto dal dott. Venerando
Tomarchio).
Ai sopraindicati studi, sono state allegate diverse planimetrie (che possono puntualmente
e con maggiore dettaglio essere visionati unitamente alla relazione prodotta dal geologo
incaricato dalla Amministrazione comunale), che hanno condizionato le scelte urbanistiche
condotte, diventando conseguentemente parte integrante e fondamentale di ogni elaborazione
urbanistica effettuata.
B) STUDIO AGRICOLO-FORESTALE
Sulla scorta della deliberazione di G.M. n. 168 del 09.10.93 ed in ottemperanza della
L.R. 15/91, veniva dato l’incarico di redigere uno studio agricolo-forestale a supporto della
rielaborazione del Piano Regolatore Generale.
In data 10.03.95, il tecnico all’uopo incaricato faceva pervenire all’Amministrazione
(che trasmetteva il tutto ai progettisti incaricati della rielaborazione dello strumento
urbanistico) la Relazione richiesta e la Carta di stratificazione in cui, dopo aver individuato
le U.P. (Unità di Paesaggio), venivano definite e si riportavano le aree e le fasce boscate
presenti nel territorio e da sottoporre a tutela, per le quali scattavano le prescrizioni dettate
dall’art. 15 lett. e) della L.R.78/76.
A seguito della pubblicazione della L.R. n.16 del 6.04.96 avente per oggetto il
“Riordino della legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione”, su richiesta
dell’Amministrazione, a quel tempo rappresentata dal Commissario ad acta (nominato in data
15.05.1997 dall’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente in sostituzione del
Consiglio Comunale in ordine agli adempimenti connessi al Piano Regolatore Generale) si
procedeva all’aggiornamento e ad una nuova individuazione e delimitazione dei boschi
ricadenti nella parte del territorio comunale oggetto dell’incarico, estendendo inoltre
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l’indagine anche alla fascia C del Parco dell’Etna prossima all’abitato ed all’individuazione e
localizzazione di un’area da destinare a parco sub-urbano nella frazione di Fornazzo, ..scelta
questa motivata dalla vocazione che la frazione di Fornazzo ha per diventare base per
l’escursionismo verso l’Etna ed un parco opportunamente attrezzato appare funzionale per
tale finalità..
L’adeguamento alla normativa e la individuazione dell’area da destinare a parco
veniva eseguito e presentato all’Amministrazione in data 6.08.1997 ma, a seguito di alcune
incongruenze riscontrate, il tutto veniva ulteriormente aggiornato in data 26.03.1998.
Successivamente, con l’entrata in vigore della nuova L.R. n. 13 del 19.08.1999,
pubblicata sulla G.U.R.S. del 23.08.1999 parte I n. 40, “Modifiche alla legge regionale n. 16
del 6.04.1996, concernente il Riordino della legislazione in materia forestale e tutela della
vegetazione”, ed in particolare degli artt. 4 “Definizione di bosco” e 10 “Attività edilizia”, in
cui venivano modificati, tra l’altro, l’estensione minima dei boschi (che passava dagli
originari 5.000 mq. a 10.000 mq) e la definizione di fascia di rispetto, che risultava essere
funzione della estensione del bosco stesso (da ml. 50 per boschi di un ha a ml 200 per boschi
da 10 ha), si ravvisava la necessità di rivedere ed approfondire ulteriormente la Carta di
stratificazione annessa allo studio agricolo-forestale prodotto, in quanto la istituzione delle
nuove fasce di rispetto (pari a ml. 200 dal limite dei boschi maggiori) condizionava
fortemente l’attività edilizia sia nello strumento urbanistico vigente, sia nelle future zone
soggette ad edificabilità da prevedere in seno allo strumento in fase di elaborazione.
Tale rielaborazione quindi veniva riproposta all’Amministrazione che, con Delibera
del Consiglio Comunale n. 67 del 24.11.1999, ne prendeva atto e trasmetteva i relativi
elaborati ai progettisti al fine di tenerne conto nell’elaborazione dello strumento urbanistico.
Con decreto del Presidente della Regione del 28.06.2000, venivano ulteriormente
determinati e precisati i criteri per la individuazione delle formazioni rupestri, riparali e della
macchia mediterranea, per cui, con lettera del 7.03.2001, l’Ufficio Tecnico Comunale
chiedeva all’estensore dello studio agricolo-forestale di aggiornare la Relazione prodotta e la
relativa Carta delle aree boscate in conformità di quanto prescritto dal nuovo decreto
presidenziale.
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L’aggiornamento richiesto, nel marzo del 2001 veniva presentato all’Amministrazione
che, conseguentemente, trasmetteva il tutto ai progettisti per aggiornare i vincoli scaturenti
dal nuovo elaborato.
Essenzialmente, sulla scorta del sopraddetto aggiornamento, venivano ridefiniti i
boschi esistenti e le relative fasce di rispetto secondo la sottostante tabella e
specificatamente:
- l’area n. 6, avendo una estensione inferiore all’ettaro di superficie, non doveva essere
ritenuto più considerata bosco;
- come conseguenza della deliberazioni n. 7 del 1.02.2001, avente per oggetto la
localizzazione da destinare all’ampliamento a parco sub-urbano Scarbaglio, “..per diversa
destinazione di alcune parti di esse, vengono modificate nella loro estensione, pertanto
per esse cambia il vincolo di inedificabilità..
Inoltre, nel rispetto del sopracitato decreto veniva rappresentata graficamente “..la
presenza diffusa di Genista aetnensis, meglio conosciuta come ginestra dell’Etna..”.
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DEFINIZIONE DEI BOSCHI E DEI VINCOLI (L.R.S. n.13/1999 e Decr. Presidenziale del 28.06.2000) AREA
BOSCATA SUPERFICIE
(in mq.) FASCIA DI RISPETTO
(in ml.) 1 >100.000 200 2 79.400 166 3 13.100 55 4 67.500 146 5 >100.000 200 6 <10.000 Non più bosco
(art. 4 L. 13/99) 7 43.100 105 8 10.600 51 9 >100.000 200
10 30.000 83 11 >100.000 200 12 62.500 137 13 23.100 72 14 >100.000 200 15 >100.000 200
Infine, l’entrata in vigore della L.R.S. n.6 del 3.05.2001, che detta ulteriori norme sui
boschi, sulle fasce boscate, nonché sulla definizione delle relative fasce di rispetto ai fini
edificatori, modificava ulteriormente la sopraindicata tabella che, conseguentemente, veniva
pertanto ad assumere la conseguente configurazione definitiva.
N.B. Le aree 4 e 9 risultano confinanti con il parco Sub-urbano Sgarbaglio. Le
superfici indicate sono le aree residue libere adiacenti al parco.
In conclusione, i risultati scaturenti dagli studi sopraindicati, che devono considerarsi
delle limitazioni e dei condizionamenti all’attività edificatoria nel territorio (tutti riportati
nella planimetria di progetto denominata ZONIZZAZIONE, VINCOLI, SUSCETTIVITA’
D’USO), vincolano la regolare attività edilizia secondo le seguenti modalità:
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DEFINIZIONE DEI BOSCHI E DEI VINCOLI (L.R.S. n.6 del 3.05.2001)
AREA BOSCATA
SUPERFICIE (in mq.)
FASCIA DI RISPETTO (in ml.)
1 >100.000 200 2 79.400 150 3 13.100 75 4 42.500 100 5 >100.000 200 6 <10.000 Non più bosco
(art. 4 L. 13/99) 7 43.100 100 8 10.600 75 9 >87.500 150 10 30.000 100 11 >100.000 Parco Urbano di Fornazzo 12 62.500 150 13 23.100 100 14 >100.000 200 15 >100.000 200
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AREE – ZONE VINCOLO EDIFICATORIO
AREA CIMITERIALE / ZONA CIMITERIALE
(fascia di rispetto >200 ml.)
EDIFICAZIONE VIETATA
AREE BOSCATE / FASCE BOSCATE
(fascia di rispetto variabile)
EDIFICAZIONE VIETATA SALVO QUANTO PRESCRITTO DALL’ART.
42 DELLA L.R.S, N. 7/2003 AREE DESTINATE A PARCHI SUBURBANI
EDIFICAZIONE VIETATA
ZONE A VALORE PAESAGGISTICO E/O
NATURALISTICO
EDIFICAZIONE VIETATA
ZONE INTERESSATE DA POSSIBILI INVASIONI LAVICHE
EDIFICAZIONE FORTEMENTE SCONSIGLIATA
ZONE IN PROSSIMITÀ DI CORSI TORRENTIZI: (fascia di rispetto >10
ml.)
EDIFICAZIONE SCONSIGLIATA CONSENTITO SOLO IL RECUPERO DEGLI
EDIFICI ESISTENTI AREE A CARATTERIZZAZIONE
(GEOLITOLOGICA E/O GEOMORFOLOGICA) CONDIZIONANTE
L’EDIFICAZIONE
EDIFICAZIONE E RECUPERO SUBORDINATI ALL’ACCERTAMENTO DELLE CARATTERISTICHE
DEI TERRENI
AREE DI CONTATTO A DIFFERENTE CARATTERIZZAZIONE (GEOLITOLOGICA E/O
GEOMORFOLOGICA) SCONSIGLIATE PER L’EDIFICAZIONE
EDIFICAZIONE POSSIBILE A SEGUITO DI INDAGINI GEOLOGICHE APPROFONDITE ESTESI ALLE AREE
CONTERMINI AL LOTTO D’INTERVENTO E PRELIMINARI OPERE DI MESSA IN SICUREZZA
DELL’AREA VASTA PARCO DELL’ETNA
ZONA B EDIFICAZIONE CONSENTITA
NEI LIMITI IMPOSTI DALLA NORMATIVA DEL PARCO DELL’ETNA
PARCO DELL’ETNA ZONA C
CONSENTITE LE TRASFORMAZIONI AI FINI DELLA VALORIZZAZIONE DI STRUTTURE
TURISTICO-RICETTIVE PARCO DELL’ETNA
ZONA D CONSENTITE LE COSTRUZIONI IN GENERE PURCHÉ COMPATIBILI CON LE FINALITÀ
DEL PARCO
Si fa rilevare, infine, che per le strade comunali, valgono le prescrizioni di cui agli artt. 26 e
27 del D.P.R. n. 495 del 16.12.1992 e D.P.R. n. 142 del 26.04.1993.
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2.2 MILO ED IL SUO COMPRENSORIO.
Il comune di Milo costituisce un comprensorio ad alta valenza ambientale compreso
nella zona tutelata costituente il Parco dell'Etna e nei comuni della seconda fascia collinare
del sistema metropolitano catanese.
A differenza dei comuni pedemontani limitrofi, investiti dai processi di crescita
disordinata, Milo ha mantenuto la morfologia ed i caratteri ambientali dell'insediamento
originario anche se in presenza di isolati e limitati fenomeni di sostituzione edilizia.
2.2.1 Cenni storici.
Sin dai tempi più remoti il territorio di Milo giuridicamente ha fatto parte della Contea
di Mascali. Quando nel 1815 il borgo di Giarre acquistò l'autonomia i nuclei abitati di Milo e
S. Alfio furono annessi al nuovo Comune.
In quegli anni Milo era un grosso borgo che viveva soprattutto dei suoi boschi e di
altre attività legate all'agricoltura ed alla pastorizia; nel 1812 contava ben 1.020 abitanti che
continuarono a crescere nel corso di tutto il secolo. Nel 1905 il paese risultava collegato con
una buona strada al fiorente agglomerato chiamato Fornazzo, centro della lavorazione del
legno e della produzione e commercio della neve. Da questa data in poi ha inizio lo sviluppo
turistico di Milo che proseguirà ininterrottamente sino al 1950.
Dopo il 1923 il Comune di S. Alfio, unitamente a Milo ed agli altri insediamenti
circostanti, ottengono l'autonomia da Giarre; da quella data Milo, anche se già aspirava in
quel tempo all'autonomia amministrativa, passa alle dirette dipendenze del Comune di S.
Alfio.
Il 26 novembre del 1950 Milo visse l'esperienza più terribile della sua storia: l'apertura
di due bocche eruttive a quota 1.800 metri che provocarono lo sfollamento dei milesi nei
centri vicini. Successivamente (dall' aprile dell'anno seguente) i milesi tornarono a casa, ma
le ferite inferte al territorio dalla violenta eruzione, rimasero per sempre: scomparirono le
Fontanelle del Milo sotto Monte Fontane, la famosa acqua dello Scarbaglio (che solo nel
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giugno dell'anno seguente verrà riportata in superficie dai tecnici del Genio Civile), furono
divorati ettari di vigneto, frutteto e bosco, decine di casette rurali, palmenti, trazzere. Per
mesi Milo sembrò un teatro di guerra e fu meta di decine di personalità del mondo scientifico
e del mondo politico.
Nel 1955, con L.R. n° 8 del 29 Gennaio, la frazione di Milo, che aveva seguito da
sempre il Comune di S. Alfio in tutte le rivendicazioni territoriali, diventa autonoma. Con
l'autonomia vengono ridefiniti i confini territoriali dei due nuovi Comuni ed alla nuova realtà
amministrativa vengono assegnate una serie di centri di più modesta entità dei quali i più
consistenti sono quelli di Praino, Caselle e Fornazzo.
2.2.2 La posizione geografica, il sito, le caratteristiche della struttura insediativa.
Come detto in precedenza il territorio oggetto delle nostre attenzioni, ovvero quello
appartenente al Comune di Milo, si estende sulle pendici dell'Etna confinando a sud con il
comune di Zafferana Etnea, ad est con il comune di Sant'Alfio e Giarre, a nord con il comune
di Linguaglossa ed a ovest con la sommità del vulcano Etna.
Il sito risulta possedere notevoli valori ambientali e paesaggistici infatti in esso si
riscontrano sia numerosi torrenti sia diverse fasce boschive che, in base alle caratteristiche
precipue delle singole specie presenti, si estendono fino alle zone più elevate del vulcano.
Il notevole valore ambientale inoltre risulta evidenziato dalla quasi totale inesistenza
di insediamenti abitativi abusivi e dalla mancata cementificazione del territorio che, se da un
lato ha portato ad un abbandono delle vecchie trazzere e dei vecchi percorsi montani, con la
mancata realizzazione di adeguate infrastrutture ha reso quasi inaccessibili molti siti di
struggente bellezza.
L'istituzione dell'Ente Parco dell'Etna (interessante una grossa parte del territorio
comunale), infine, ha consentito, con il regime vincolistico da esso imposto, il mantenimento
ed il perdurare sino ad oggi dei valori ambientali rilevati.
L'abitato costituente l'agglomerato propriamente denominato Milo, come é facile
comprendere sia da una lettura diacronica degli eventi che hanno portato alla sua costituzione
amministrativa (vedi punto 2.2.1) sia da un'analisi morfologica-strutturale degli insediamenti
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esistenti nel territorio, non può essere considerato né come l'elemento unico né il nucleo
generatore delle strutture insediative presenti nel territorio comunale; anzi, come é stato
accertato dalle indagini storiche condotte da studiosi locali, non risulta essere neanche il più
antico di tutti gli agglomerati presenti.
Nel territorio comunale infatti si rilevano almeno quattro forti strutture insediative
(Milo, Fornazzo, Caselle e Praino) che, se pur facenti parte di un unico Comune, risultano
dotate di quelle proprie caratteristiche sociali e culturali che fanno immediatamente
individuare l'esistenza di distinte comunità.
Da quanto detto emerge la principale caratteristica della struttura insediativa presente
ovvero "..la policentricità degli insediamenti abitativi esistenti..", caratteristica questa che
in ogni corretta operatività sul territorio dovrà essere rispettata e salvaguardata.
Si sono pertanto individuati i quattro agglomerati omogenei di:
a) Milo, (sede amministrativa del Comune) costituente certamente l'elemento più forte
dei diversi insediamenti del territorio. Risulta formato da un tradizionale tessuto urbano
minuto (non esistendo né nuovi grandi contenitori edilizi né forti sostituzioni) che si svolge
essenzialmente su un asse viario: la SP 59. La trascurabile presenza di fenomeni di
abusivismo edilizio, unitamente all'esistenza di un P.R.G. molto vincolante, che ha regolato e
limitato la crescita urbana, ha fatto sì che il numero delle nuove edificazioni negli ultimi anni
sia risultato limitato non modificando pertanto né le caratteristiche di vivibilità né la forma
urbana preesistente. L'unico insediamento recente di medio peso, dal punto di vista edilizio,
risulta essere l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, costituita peraltro da fabbricati
necessari per i residenti, compatibili con la struttura urbana esistente ed omogenei con lo
strumento urbanistico vigente all'epoca della loro realizzazione.
b) Caselle (frazione del Comune di Milo), costituisce il nucleo di più antica
formazione da cui é stato generato il borgo di Milo. Posto a qualche centinaio di metri dal
centro di Milo, prende il nome dalle Caselle, ovvero da una serie di minute strutture edilizie
tradizionali in linea che, nella loro serialità hanno formato, forse, il primo tracciato urbano
del territorio. Attualmente la frazione, cresciuta attorno al nucleo originario, risulta costituita
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da tipi edilizi minuti (mediamente due elevazioni fuori terra), abitati sia da residenti che da
stagionali, strettamente connessi con il verde. Quest'ultimo infatti trova posto quasi in ogni
unità edilizia ed, in ogni caso, lambisce e contorna globalmente tutto l'edificato. Anche nella
frazione di Caselle non si rilevano grossi interventi edilizi né diffusi interventi abusivi ma
puntuali sostituzioni del tessuto edilizio preesistente attorno alla viabilità storica che,
conseguentemente, oggi risulta decisamente modificato. Negli ultimi anni però si sta
assistendo ad un fenomeno di recupero dell'edilizia tradizionale concretizzatosi sia con un
restauro di diverse Caselle sia mediante il riuso di numerosi edifici tradizionali creando,
pertanto, uno specifico vero e proprio mercato dell'esistente.
c) Fornazzo (frazione del comune di Milo). Viene definita La porta dell'Etna in
quanto, tramite la strada Mareneve risulta essere uno degli accessi preferenziali verso la
sommità del vulcano. Il borgo, formatosi i primi anni del secolo a causa dell'interesse destato
da alcune attività profondamente legate alla natura del luogo (lavorazione del legno,
commercializzazione della neve, ecc..), analogamente a quelli descritti in precedenza, sorge
essenzialmente lungo un asse di comunicazione, la stradale SP 59/II. Anche nel caso in
esame la struttura insediativa risulta formata da comparti molto limitati che, svolgendosi
lungo tre assi principali (la direttrice sud-nord di collegamento con Milo e Linguaglossa, la
direttrice ovest Mareneve che collega l'hinterland con il Vulcano e la direttrice est di
collegamento con il comune di Sant'Alfio), risultano formati da un alternarsi di tipi edilizi
terranei alternati da edifici a due elevazioni fuori terra sia in linea che isolati. Caratteristica
principale di tutta la struttura insediativa, a causa sia del verde presente quasi in ogni unità
edilizia sia per la limitata dimensione di ogni comparto edilizio, é il continuum di verde che
contorna e permea tutto l'abitato. Non essendosi rilevato, da una lettura del tessuto a scala
edilizia, nessun fenomeno né di violenta sostituzione edilizia né di selvaggio abusivismo si
comprende facilmente perché la comunità di Fornazzo, recentemente, é stata proclamata in
un concorso nazionale "villaggio ideale".
d) Praino (frazione del comune di Milo) costituisce, forse, il nucleo abitato più antico
tra i quattro insediamenti rilevati. Posto ad est e ad una quota più bassa di Milo, la frazione, a
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differenza di quelle già esaminate, presenta le caratteristiche proprie degli insediamenti di
tipo rurale. La struttura insediativa, essendo generata da case rurali poste a servizio dei fondi
agricoli (coltivati prevalentemente a vigneto), si presenta quasi esclusivamente come un
continuum di case unifamiliari, terranee o a due elevazioni, aventi un verde privato di
pertinenza esclusiva. Da un'analisi dello stato di fatto, per le caratteristiche proprie rilevate
nel tessuto edilizio non si riscontrano massicce sostituzioni tali da alterare il tessuto
preesistente (ma solo puntuali) né frequenti fenomeni di abusivismo edilizio. Unico fatto
rilevante dal punto di vista urbanistico, in seno al tessuto presente, risultano essere gli edifici
destinati ad edilizia convenzionata, peraltro tutti localizzati, sino alla completa saturazione,
nella zona ad essi destinata dal vecchio P.R.G.
2.2.3. La struttura demografica ed il patrimonio edilizio esistente.
Dal confronto dei dati ISTAT relativi agli ultimi censimenti nazionali si può osservare
che la popolazione residente nel comune di Milo dalle 1270 unità del 1981 (ovvero prima
dell’entrata in vigore del precedente P.R.G., di cui la presente relazione rappresenta
l’aggiornamento e la rielaborazione) é passata alle 1122 unità del 1991 per poi attestarsi, con
l’ultimo censimento del 2001, a 1104 (1048 persone dimoranti abitualmente in famiglie oltre
56 convivenze) dimostrando pertanto, a prima vista, una leggera diminuzione nell’ultimo
decennio pari a 18 unità, ovvero un decremento di circa l’1,60 % sul totale.
Tale dato che fa supporre una popolazione pressoché stabile é attribuibile, si ritiene, in
gran parte al P.R.G. vigente nel territorio che, adottato in data 1982 ed approvato con D.A. n.
264 del 24.06.1985, ha fortemente limitato, dal momento in cui è entrato in vigore,
l'insediamento delle nuove famiglie, soprattutto quelle appartenenti alle fasce sociali più
deboli (come si può rilevare dall'immediata saturazione della zona destinata ad edilizia
convenzionata), favorendo conseguentemente l'emigrazione presso i comuni limitrofi
(principalmente secondo la direttrice sud, ovvero il comune di Zafferana Etnea) e/o presso i
comuni di Giarre e Catania.
Tale situazione, oggi, risulta rifiutata da tutti i milesi; da un’attenta indagine sui
luoghi, si rileva infatti una crescente domanda di abitazioni sia da parte dei residenti
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(soprattutto per le famiglie di nuova formazione), sia dei "trasferiti" dell'ultimo decennio
(famiglie di media formazione da 0 a 5 anni) che desiderano insediarsi nelle vicinanze dei
propri cari, sia da parte degli emigrati "stabili" (quasi sempre formata da lavoratori che
operano all'estero da oltre un decennio), mediamente un centinaio, che intendono ritrovare, in
prossimità dell'età di pensionamento, le proprie radici culturali ed affettive, ritornando nei siti
delle proprie origini.
Analizzando, inoltre, i dati ISTAT relativi ai vani esistenti nel territorio nell’ultimo
trentennio si ha:
DATI ISTAT
Censimento
1971
Censimento
1981
Censimento
1991
Censimento
2001
Vani occupati 1.265 1.256 1.664 1.469
Vani non occupati 537 915 1.207 1.673
Totale Vani 1.802 2.171 2.873 3.142
Da un'attenta lettura dei superiori dati si rileva quindi che il patrimonio edilizio
esistente nel 1971 era formato da un totale di 1802 vani (di cui 1265 occupati e 537 n.o.) che
diventano 2171 nel 1981 (di cui 1256 occupati e 915 n.o.), 2873 nel 1991 (di cui 1664
occupati e 1207 n.o.), per poi attestarsi a 3.142 nel 2001 (di cui 1.469 occupati e 1.673 n.o.).
Una lettura critica comparata dei risultati dei passati censimenti fa rilevare:
1. Prima dell'entrata in vigore del P.R.G. (censimento 1981) esistevano nel Comune 467
famiglie residenti ma, soprattutto, 423 vivevano in una abitazione ad uso esclusivo mentre
44 vivevano in coabitazione. Oggi, con i limiti edificatori dettati dal Piano (censimento
2001) le famiglie diventano 438 di cui 435 appartenenti alla prima categoria e 3 alla
seconda.
2. Premesso che il numero totale dei vani esistenti risulta costituito dalla somma di quelli
abitati più quelli non abitati, analizzando lo stesso periodo temporale si ha che da un
numero iniziale di vani esistenti prima dell’entrata in vigore del P.R.G. pari a 2.171
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(ISTAT 1981), si passa dopo un decennio a 2.873 (ISTAT 1991), dato questo certamente
attribuibile alle nuove edificazione derivanti dal nuovo assetto urbanistico per giungere,
infine, agli attuali 3.142 (ISTAT 2001); ma il dato più sconvolgente, che non può non
balzare all’occhio di un attento lettore, è quello relativo ai vani non occupati (destinati ad
essere utilizzati come abitazioni temporanee o stagionali o ad essere realmente
abbandonati per problemi di fatiscenza) in quanto si passa dai 915 vani non abitati del
1981, ai 1.207 del 1991 per giungere agli attuali 1.673 del 2001.
Sulla scorta dei superiori rilievi, si ritiene opportuno, quindi, effettuare due
considerazioni:
• il precedente P.R.G. non solo non ha consentito a tutte le famiglie di residenti che
coabitavano di ottenere una propria abitazione, ma ha provocato l'allontanamento di
quelle di nuova formazione e l'espulsione di ben 29 famiglie (467 − 438), oltre a tutte
quelle di nuova formazione;
• la impressionante crescita dei vani non abitati, pari al 53,25% dei vani esistenti (1653
vani non abitati su un totale di 3.142, ISTAT 2001), deriva dalla specifica tipologia della
struttura edilizia presente nel territorio, in cui trovano posto grossi edifici di origine
contadina, oggi sempre più abbandonati e dal sempre maggiore uso degli alloggi esistenti
come case per non residenti, utilizzati quasi esclusivamente per villeggiatura. Ciò fa si
che il reale fabbisogno di case nell’areale risulta elevatissimo, creando di fatto un mercato
immobiliare del nuovo quasi inesistente (a causa della mancanza di nuove aree
edificabili) ed uno dell'usato che presenta, a causa delle grandi consistenze volumetriche
in gioco e del notevole stato di decadimento esistente, costi di recupero elevatissimi, a
valori commerciali elevatissimi sicuramente ben superiori anche rispetto a quelli
metropolitani, pertanto inavvicinabile per i residenti.
2.2.4 Il sistema infrastrutturale esistente.
Il comune di Milo, per la sua posizione geografica, ha essenzialmente rapporti
funzionali e di scambio con Catania e con Giarre sia per le attività economico-lavorative sia
per la fruizione di attrezzature sanitarie, scolastiche e sportive.
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Occorre far notare che, nel territorio i trasporti avvengono esclusivamente su ruote
gommate non esistendo trasporto su rotaia, pertanto le principali infrastrutture di
collegamento del comune risultano essere la strada che, attraversando Zafferana Etnea e tutti
i comuni di I° e II° fascia dell'Area metropolitana Etnea, collega Milo con Catania e la strada
che passando per Macchia (frazione di Giarre) giunge sino a Giarre.
Per completare la descrizione del sistema infrastrutturale non si può fare a meno di
citare altri tre collegamenti intercomunali esistenti che mettono in comunicazione il territorio
con le aree limitrofe, e precisamente:
- la strada di collegamento tra Milo centro e Fornazzo che, dopo aver attraversato la piazza
principale della frazione, biforcandosi mette in relazione il comune di Milo, ma
soprattutto i comuni della seconda fascia dell'area metropolitana Etnea (Zafferana, San
Giovanni La Punta, Trecastagni, ecc.), con il comune di Linguaglossa (ovvero con il
versante nord dell'Etna);
- la strada che da Fornazzo raggiunge il comune di Sant'Alfio, antica sede comunale di
tutto il comprensorio;
- la strada che, attraversando la frazione di Praino, collega Milo con il mare.
Si fa notare però che la valenza e l'uso delle ultime tre infrastrutture citate risulta
essere, certamente, di gran lunga inferiore con le due direttrici principali.
Per quanto riguarda i parcheggi esistenti si può affermare che la situazione presente
non risulta eccessivamente gravosa sia per la realizzazione di alcune infrastrutture previste
nel vecchio P.R.G. sia per la limitata presenza e circolazione di autoveicoli.
Da una più attenta indagine sulla situazione esistente si rileva l'insufficiente sezione
stradale dei collegamenti sia con Zafferana Etnea (e quindi con Catania), che con Giarre,
situazione questa che in occasione di festività o eventi straordinari porta alla saturazione
viaria.
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2.2.5 I beni culturali ed ambientali.
Il territorio del comune di Milo sia per la specifica localizzazione sia per il particolare
carattere di antropizzazione del suo territorio, presenta beni culturali ed ambientali di grande
rilevanza.
Essi sono stati individuati sia in corrispondenza del singolo tessuto urbano consolidato
di ogni frazione sia diffusi nel territorio (avendo rilevato la presenza di episodi isolati
certamente da tutelare e conservare).
Sulla scorta di quanto affermato in precedenza circa le specifiche caratteristiche della
struttura insediativa esistente nel territorio da pianificare (vedi punto 2.2.2), ritrovandoci in
presenza di un tessuto policentrico, cioè di una rete di insediamenti autonomi che scambiano
forti relazioni fra di loro, e dovendo conseguentemente rispettare e salvaguardare tale
specificità, è chiaro che il principale Bene Culturale da salvaguardare e tutelare deve essere
non solo il centro storico di Milo, ma anche gli immobili che hanno dato origine ad ogni
nucleo insediativo costituente le diverse frazioni. Ciò ha comportato che all’interno di ogni
frazione si è riconosciuto un nucleo, classificato come Zona Territoriale omogenea “A”, a cui
dovranno essere applicate tutte le specifiche norme relative alla sua salvaguardia e tutela.
Secondo questo principio si è pertanto recepito come bene culturale:
- il Centro Storico di Milo così come delimitato nel precedente P.R.G., in quanto la sua
identificazione e definizione, ad una lettura dell’attuale stato di fatto, si è ritenuta
soddisfacente;
- le Caselle, costituite da una serie di minute fabbriche edilizie tradizionali in linea che con
la propria serialità che forse hanno dato vita al nucleo più antico di tutti gli insediamenti
presenti nel territorio;
- la zona prospiciente la chiesa di Fornazzo con il relativo invaso costruito, sorto lungo lo
snodo viario che collegava Milo con S. Alfio (direttrice est), con il vulcano (direttrice
ovest, Mareneve) e con Linguaglossa ed i rimanenti paesi del versante nord del vulcano
(direttrice nord);
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- la struttura insediativa che ha originato la frazione di Praino, formata da un insieme di
minute case rurali, quasi tutte unifamiliari e terranee, sorte lungo l’asse stradale che
collega Milo centro con i paesi della costiera ionica.
Da un’attenta e puntuale analisi sugli insediamenti esistenti nel territorio oggetto della
pianificazione, immediatamente balza agli occhi, anche di un poco attento lettore dei fatti
insediativi esistenti, la presenza di una serie di grosse fabbriche edilizie isolate sparse nella
campagna, formate essenzialmente da una casa padronale e da un insieme di edifici minuti
posti in relazione fra di loro, spesso, attorno uno slargo comunitario. Tali agglomerati,
originariamente costituivano la residenza temporanea del proprietario del fondo ed i nuclei
abitativi dei lavoratori che, durante tutto l’anno, operavano nella tenuta agricola.
Oltre a tali edifici (destinati a residenze), quasi sempre prospicienti al sopraddetto
slargo comunitario, si riscontano quegli ulteriori corpi di fabbrica destinati ad accogliere le
specifiche attività produttive legate al fondo agricolo, ovvero i manufatti edilizi entro cui
avvenivano le principali operazioni di trasformazione dei prodotti. A testimonianza
dell’antica vocazione vinicola della zona, in quasi tutti questi edifici accessori, si riscontrano
dei locali nati per la raccolta dell’uva, per la vinificazione e per la conservazione del prodotto
trattato, in cui frequentemente ancora oggi trovano posto le antiche strumentazioni per
vinificare (palmento, torchio con vite lignea, botti di notevoli dimensioni, ecc..).
Tali episodi nella loro specificità, in quanto rappresentano sia un modo di lavorare il
fondo agricolo, sia una tipologia costruttiva tradizionale dell’areale e quindi la maniera in cui
la società locale si aggregava nel passato per coltivare e sfruttare i prodotti naturali del suolo,
si ritiene debbano essere tramandati alle future generazioni, in quanto posseggono il valore di
testimonianza e quindi, a pieno titolo, devono ritenersi dei Beni Culturali oggetto di tutela.
2.2.6 Il sistema delle attrezzature e dei servizi.
Le attrezzature ed i servizi presenti nel comune di Milo si ritengono assolutamente
insufficienti al fabbisogno della popolazione residente sia quantitativamente (ad una verifica
di massima sembra che non siano rispettati neanche gli standard per abitante residente di cui
al D.M. 1448/68) sia qualitativamente (non esistendo in un territorio a forte vocazione
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turistica aree ed attrezzature né specifiche né incentivanti tali destinazioni d'uso). Le poche
attrezzature esistenti, peraltro, gravitano principalmente su Milo centro dove, in prossimità
della Piazza Belvedere, il nucleo principale attorno al quale si svolge la vita del paese, sono
ubicati la Chiesa Madre, il Municipio, la Biblioteca Comunale, l’Ufficio Postale ed il Centro
Servizi.
Sempre gravitanti su Milo Centro, si riscontrano delle attrezzature scolastiche
costituite da una scuola elementare ed una scuola materna.
Dei rimanenti servizi per la collettività solo il parco suburbano dello sgarbaglio ed un
campo di calcio (facente parte di una più ampia area già acquisita al demanio comunale e
destinata dal precedente p.r.g. Alla creazione di impianti sportivi) sono posti lungo il
collegamento viario milo-fornazzo, mentre un centro visite del parco dell’etna ed un edificio
polivalente sono situati a fornazzo.
Come si può notare dalla descrizione sopraindicata, i servizi presenti nel territorio
sono assolutamente insufficienti per le diverse comunità esistenti sia dimensionalmente che
per dislocazione, in quanto lasciano alcune frazioni (Praino e Caselle) prive di qualunque
servizio anche primario e ad una assoluta dipendenza di quelli posti nella comunità centrale.
Si ritiene che le carenze più gravi siano costituite dalla mancanza di un'attrezzatura
scolastica specifica atta a ricevere la scuola media e dalla quasi inesistenza di attrezzature
sportive (come detto in precedenza esiste solo un solo campo di calcio) in quanto, anche
quelle previste nel vecchio P.R.G., di fatto, non sono mai state realizzate.
Occorre fare, inoltre, una notazione particolare per le attrezzature turistiche esistenti:
si ritengono gravissime, per un territorio così vasto ed a così marcata vocazione turistica., la
presenza isolata di un campeggio (il Camping Mareneve) e la totale inesistenza di
attrezzature ricettive (alberghi, Ostelli, ecc..), fatto questo che limita notevolmente la reale e
corretta fruizione e valorizzazione del territorio.
Le attrezzature tecnologiche esistenti sono costituite da un acquedotto che attinge
acqua da pozzi per il fabbisogno idropotabile del Comune e dalla rete per la distribuzione
dell’energia elettrica.
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Esiste la rete di fognatura e l’impianto di depurazione però, in atto, non utilizzati.
Esiste la rete di distribuzione del gas metano ma, attualmente, serve esclusivamente
Milo Centro, gli agglomerati di Caselle e Rinazzo nonché il quartiere Volpare.
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3.0 - PROGETTO DI PIANO.
3.1 SCHEMA MORFOLOGICO E ORGANIZZATIVO DI PIANO. 3.1.1 Il sistema residenziale ed i beni culturali da tutelare.
Il nuovo studio di piano, parte fondamentalmente:
- dallo stato di fatto che si è venuto a creare con le realizzazioni eseguite in conformità del
precedente P.R.G.;
- dalla forte richiesta di residenzialità da parte dei residenti che, unitamente ai grandi
fenomeni di fatiscenza presenti nel patrimonio edilizio esistente, (con conseguenti grandi
parti dell’edificato non abitato stabilmente), non riescono a trovare delle aree idonee per
nuove abitazioni;
- dalla praticamente inesistente edilizia abusiva e dalla fortissima richiesta, da parte dei non
residenti, di abitazioni stagionali per fruizione prevalentemente turistica.
Sulla scorta delle indagini condotte sulle caratteristiche del sistema insediativo
presente nel territorio comunale di Milo e dalle direttive programmatiche indicate dal
Consiglio, sono state tratte le linee-guida della presente proposta progettuale.
Essendosi evidenziata come caratteristica principale della struttura abitativa “la
policentricità degli insediamento abitativi esistenti”, tipologia insediativa che in ogni corretta
operatività sul territorio dovrà essere rispettata e salvaguardata, sulla scorta dei dati
demografici e sulla base di quanto indicato nei precedenti capitoli, si sono ipotizzati una serie
di interventi progettuali che, con la medesima metodologia operativa, sono stati riproposti per
ogni insediamento rilevato.
Come prima operazione si è individuato il nucleo originario d’ogni agglomerato (o in
ogni caso il tessuto urbano avente una notevole istanza storico-ambientale); tale operazione,
oltre ad essere un fatto a forte valenza culturale, perché ha determinato più o meno il sito ove
la specifica comunità si riconosce, ha come ricaduta operativa l’individuazione di quella
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parte dell’abitato che dovrà essere soggetto a salvaguardia, ovvero la delimitazione della
Zona Territoriale omogenea A.
Conseguentemente a quanto detto si sono individuate le quattro zone territoriali
omogenee A in cui si riconoscono gli agglomerati di Milo e le frazioni di Fornazzo, Praino e
Caselle che nelle tavole di progetto allegato alla presente relazione, riportano una campitura
in rosso.
Con la medesima campitura in rosso sono inoltre individuati i siti e l’edilizia storica da
assoggettare a tutela. Entro dette perimetrazioni fra l’altro, sono inclusi i manufatti e le aree
per cui il Consiglio Comunale aveva ipotizzato l’apposizione di un vincolo.
Entrando nello specifico dei manufatti, o ancor meglio dei complessi edilizi per cui si
propone un vincolo, la scelta è caduta su alcuni fabbricati che risultano essere emblematici
per la cultura insediativa della zona, fabbriche che non posseggono certamente un elevato
valore estetico-formale, ma che per la propria istanza storica, intesa come forte valenza
culturale in quanto rappresentano nello specifico un momento significativo della società
locale sia per il modo di manifestarsi dal punto di vista edilizio (materico, tecnico-
costruttivo, formale, ecc..) sia come memoria storica delle modalità produttive e
trasformative del passato, necessariamente devono essere tramandati alle future generazioni
essendo le manifestazioni visibili di una società e quindi da intendere come beni culturali.
Nell’individuazione di tali beni, la scelta si è limitata a soli sette episodi, i più notevoli
e rappresentativi dei valori sopra esposti, ricadenti prevalentemente nelle zone più esterne ai
centri abitati.
In dettaglio si sono individuati:
1. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Il complesso da vincolare è costituito da un
insieme di manufatti in muratura, oggi in avanzato stato di fatiscenza, che si affacciano
lungo il vecchio asse stradale (oggi in disuso) che collegava Milo centro con Zafferana
Etnea. A breve distanza dall’insediamento di Caselle, è chiamato localmente
“Quartirello”, forse a testimonianza di un vecchio quartiere autonomo, presente nel
territorio. L’insieme, d’alto valore storico ed ambientale, dopo essersi snodato su un
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breve tratto diario (di cui ancora oggi è presente la memoria in quanto i manufatti terranei
che vi si affacciano riportano gli originari numeri civici) si snoda attorno uno slargo
pubblico, certamente luogo d’incontro tra gli abitanti, in cui trova posto un pozzo in pietra
lavica da cui attingere l’acqua. Il complesso edificato risulta costituito da una serie di case
tradizionali minute (alcune con la copertura crollata) destinate alcune a residenza, diversi
palmenti e depositi vari per i prodotti agricoli dell’intorno territoriale; il tutto si configura
come un borgo tradizionale certamente da recuperare.
2. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. Oggetto del recupero è un terreno
prospettante lungo la via di collegamento tra Milo e Fornazzo in cui trova posto un
interessante manufatto edilizio testimonianza delle tradizioni costruttive tradizionali
locali. Tale manufatto, chiamato localmente “Calcara”, non era altro che un forno
tradizionale in cui venivano approntate, mediante cottura dei materiali-base presenti
nell’apparecchiatura di fabbrica della tradizione etnea.
3. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. Il complesso in esame è certamente
l’insieme costruito più significativo sia della cultura costruttiva a cavallo tra l’ottocento
ed i primi del novecento sia del modo in cui i locali si aggregavano per produrre e
trasformare i prodotti del suolo. Conosciuto localmente con il nome di “Case Continella”,
é realizzato totalmente da un insieme di fabbriche in muratura basaltica semisquadrata e
malta di ghiara o di azolo che si snodano attorno ad un grande spiazzo (la piazza della
comunità) dotato di una suggestiva vista di tutta la costa a valle. Attorno a tale spazio, in
origine dotato di tavoli in pietra, lavatoi, ecc.., purtroppo oggi a causa dei continui furti
(in quanto gli attuali proprietari non risiedono nell’isola, lasciando il tutto in un notevole
stato di abbandono pluridecennale) non più presenti, si snodano numerosi manufatti
edilizi costituiti da: un insieme di case per i lavoratori della terra, un edificio principale in
cui, si presume, risiedeva (e a volte villeggiava) il proprietario latifondista (n.b.: un
piccolo vano di tale edificio, raggiungibile direttamente dal cortile, era destinato a
cappella per le funzioni religiose della comunità), due corpi edilizi prospettanti uno sullo
slargo ed uno sulla via comunale destinati a palmento ed un grande deposito, ancora oggi
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occupato da enormi botti lignee atte a contenere il vino e realizzato con notevole sapienza
costruttiva (passerelle lignee a mezza altezza per circuitare le botti, capriate lignee a
grandi luci per sorreggere la copertura in coppi e canali, elementi di sostegno puntuali
verticali realizzati in conci lapidei basaltici perfettamente lavorati, ecc..). L’insieme di
grande suggestione si ritiene ad alta valenza culturale e quindi necessario di tutela.
4. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. L’insieme costruito, conosciuto
localmente come “Case Rossi” è formato da diversi fabbricati tradizionali testimonianza
degli insediamenti rurali del territorio dei primi del novecento. Il complesso in esame
risulta costituito da alcune case basse (in buono stato di manutenzione), delle vie interne
padronali (su cui si trova anche un vecchio pozzo) ed un edificio padronale, in muratura,
che si eleva su due piani fuori terra. Si ritiene che il tutto debba essere tutelato come
testimonianza dei tradizionali insediamenti abitativi che punteggiavano originariamente il
territorio.
5. Analisi del Territorio tav 4a: “Milo nord, Fornazzo, Praino”. L’agglomerato in esame, in buone
condizioni d’uso, è conosciuto localmente come “Casa Battiato”. E’ un insieme di
fabbricati il cui impianto è, probabilmente, di fine ottocento, ma su cui sono avvenute nel
tempo diverse manomissioni ed ampliamenti. Oggi si presenta con un corpo principale
destinato a residenza, uso perfettamente congruente con la tipologia architettonica
originaria, e dei corpi accessori oggi riusati con funzioni diverse rispetto a quelle
primitiva. Il tutto manifesta un caratteristico uso del territorio per villeggiatura e quindi
non destinato ai residenti, ma sempre legato e complementare alle attività agricole
dell’intorno. Pertanto si ritiene che il complesso debba essere soggetto a tutela per
tramandare la specifica istanza culturale descritta.
6. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Il complesso in esame, di grande
consistenza edilizia, è conosciuto localmente con il nome di “Case Spoto”; esso è formato
da numerosi corpi di fabbrica che si snodano attorno ad uno spazio privato, in cui si
svolgeva la vita quotidiana dei lavoratori addetti alla conduzione del fondo agricolo
nonché delle relative famiglie. Dal punto di vista edilizio esso è costituito da un serie di
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manufatti in muratura basaltica tradizionale, definiti superiormente da un insieme di
coperture in coppi e canali tradizionali. L’agglomerato (in quanto per consistenza edilizia
si può così definire), si ritiene debba essere soggetto a tutela in quanto rappresenta sia un
modo di coltivare il territorio sia come, nel passato contadino locale, gli addetti,
raggruppati in piccole comunità, andavano ad insediarsi e vivere.
7. Analisi del Territorio tav 4b: “Milo Centro, Caselle”. Analogamente al punto precedente,
l’insediamento in esame risulta formato da diversi corpi di fabbrica, ma con un elemento
edilizio, la casa del proprietario ed annessa quella del massaro, che per consistenza si erge
su tutto l’insieme sino a diventare quasi un elemento residenziale distintivo del tutto, cioè
un palazzo residenziale. Infatti l’elemento principale del complesso, conosciuto
localmente con il nome di “Volpare”, dalla denominazione di un circolo culturale
gastronomico che ha avuto sede in esso in un recente passato, si snoda su diverse
elevazioni sì da renderlo visibile anche da grandi distanze. L’insieme, di elevato valore
culturale, proprio per il rapporto esistente tra il modello insediativo ed il territorio, si
ritiene debba essere tutelato a causa della propria istanza culturale.
Degli agglomerati descritti viene accluso un breve rilievo fotografico.
Si è passato quindi, come richiesto dal Consiglio Comunale (vedi punto 1.0), ad
individuare le aree che risultano passibili di riclassificazione e precisamente quelle zone che,
per caratteristiche proprie, possono essere classificate Zone territoriali omogenee B.
In conformità ai principi già sopra esposti, sulla base dell'art. 2 del D.M. 2 aprile 1968
n.1444, che prevede classificabili come Zone territoriali omogenee B solo quelle zone in cui
la superficie coperta degli edifici esistenti risulta non inferiore al 12,5% (un ottavo) della
superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc/mq,
si sono individuate in ogni agglomerato (Milo, Fornazzo, Caselle e Praino), con apposita
campitura in blu, delle Zone territoriali omogenee B aventi tutte la peculiarità di essere
servite da strade esistenti e, per quelle porzioni di territori localizzate anche in prossimità
della nuova viabilità di progetto, cercando di consentirne la fruibilità oltre che dalla viabilità
esistente anche da quella prevista in progetto.
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Per quanto riguarda infine le zone d’espansione dei vari nuclei abitati, la scelta
insediativa ipotizzata risulta finalizzata all'individuazione delle nuove direttrici d’espansione
dei vari insediamenti. Pertanto, oltre al già citato principio della policentricità del sistema
insediativo presente, si sono individuati alcuni principi che sono stati applicati in dettaglio in
seno al progetto esecutivo e cioè:
- abbandono della filosofia della zonizzazione per puntare all'individuazione di aree urbane
integrate con il centro urbano principale e funzionalmente ad esso collegate;
- le aree di espansione sono sempre confinanti con i nuclei esistenti e risultano diffuse nel
territorio, evitando, pertanto la concentrazione in pochi siti sì da evitare la nascita di nuovi
quartieri;
- le varie aree residenziali sono dimensionate e rapportate al singolo agglomerato di cui
rappresentano l'espansione;
- vengono individuate due sottoclassificazioni all'interno delle zone di espansione C e C1
(con differenti cubature realizzabili C=1 mc/mq C1= 0,75 mc/mq) per rispondere alla diversa
richiesta abitativa presente e tenere conto sia delle aree classificate nel precedente P.R.G.
come zone di espansione (sottozona C) sia delle nuove aree di espansione individuate nella
presente redazione progettuale (sottozona C1);
- vengono perimetrate delle particolari zone di espansione, denominate AT (aree turistiche),
da destinarsi alla specifica residenza temporanea.
Fissati i principi sopraddetti, per quanto riguarda la localizzazione delle direttrici di
espansione, si sono confermate le aree C (secondo la previsione del vecchio P.R.G.) non
ancora edificate e si é ipotizzata una nuova espansione nei seguenti siti:
- a Fornazzo, lungo la direttrice di via Sciara-Praino;
- a Praino, lungo le strade via Martiri d'Ungheria e via Soglio;
- a Milo, lungo via Marconi e via della Regione (sino a Caselle);
- a Caselle, lungovia Pianogrande.
Si precisa che alcune aree da destinare a tali zone, indicate come possibili zone di
espansione nelle Direttive programmatiche del Consiglio Comunale e non riportate nel
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presente progetto di piano, non risultano edificabili a causa della presenza di vincoli
idrogeologico, agronomico-forestale e/o di Parco Dell'Etna. In particolare ci si riferisce alle
zone lungo le strade Mareneve, Musco, Campanaro, Fornaci, Spoto, Salice, Aranci, del
Bosco.
Per lo stesso motivo alcune aree classificate edificabili nel precedente P.R.G. (nelle
zone di Praino e Milo) oggi risultano vincolate con inedificabilità totale.
3.1.2 Il sistema viario Il nuovo sistema viario previsto in progetto cerca di ottimizzare, senza peraltro
stravolgere, il sistema infrastrutturale esistente.
Costituendo la strada provinciale Sp 59 essenzialmente sia l'asse portante dell'abitato
di Milo e Fornazzo sia la via di collegamento preferenziale con Catania (ed i comuni della
fascia pedemontana) e con il versante nord dell'Etna, diventando pertanto sede di percorrenza
anche per il traffico occasionale di transito, si é rilevata la necessità di creare una valida
alternativa prevedendo, limitatamente ad alcuni tratti, una viabilità parallela cui viene
affidato il compito sia di bypassare alcune zone dell'abitato (o tratti stradali particolarmente
tortuosi), che fornire una nuova via di smaltimento per eventuale traffico occasionale e/o
eccezionale presente (festivo o, anche, provocato da calamità).
Caratteristica principale di tale viabilità, non potendo per motivi orografici e di tutela
paesaggistica né allargare la sede stradale né eliminare alcuni tornanti esistenti, risulta essere
il funzionamento circuitale; infatti, rispettando le Direttive indicate dal Consiglio Comunale,
é stato possibile prevedere una serie di strade di piano che consentono, a tratti, percorsi
alternativi a quelli esistenti, migliorando decisamente ed in maniera non traumatica la
viabilità attuale.
Tale filosofia di intervento é stata altresì applicata anche alla via Mazzini con
conseguenti benefici per il traffico veicolare che da Milo centro va verso la frazione di
Praino.
Entrando specificatamente nello schema di funzionamento della sopraddetta viabilità
si ha:
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- per quanto riguarda la SP 59/II si è ipotizzato un nuovo percorso viario che va da via Bellini
(al bivio con via Belvedere) e la via Urnazza con riallaccio in via Bellini in prossimità del
campo sportivo. Un secondo anello viene creato dal collegamento tra via Mongibello e via
Sciara Praino. Tale circuitazione viene completata a sud fino al bivio tra corso Italia e via
Etnea.
- per quanto riguarda la viabilità da Milo centro a Praino, si é prevista una strada che
partendo da Piazza Madonna delle Grazie si congiunge con l'esistente al bivio tra via Viola e
via Mazzini.
- per quanto riguarda Caselle é stato previsto un collegamento tra via Algerazzi e via
Pianogrande.
Infine, il collegamento richiesto nelle direttive tra Corso Italia e via Marconi non viene
previsto per le difficoltà tecniche derivanti dall’orografia naturale.
Oltre alle nuove strade di progetto descritte, si è recepita la viabilità programmata
dall'Amministrazione ed inserita nel Piano triennale delle OO.PP..
Le principali vie di collegamento previste nel P.R.G. risultano individuate, in seno agli
elaborati grafici, con una campitura denominata in Legenda “Nuova viabilità”
3.1.3 Il sistema delle attrezzature e dei servizi. L'analisi dello stato di fatto, sulla scorta di quanto previsto dal D.M. 1444/68, ha
evidenziato che le superfici necessarie a soddisfare il fabbisogno di spazi pubblici,
specialmente quelli riservati alle attività collettive, parcheggi ed attrezzature scolastiche,
risultano superiori a quelle attualmente presenti.
Essendo quindi necessario reperire ulteriori aree da assoggettare a tale destinazione, si
sono fissati i criteri da seguire per la loro individuazione e localizzazione in seno al territorio
comunale:
- Le aree da destinare ad attrezzature e servizi, compatibilmente con lo specifico stato di
fatto, saranno localizzate in prossimità d’ogni agglomerato edificato ribadendo il già citato
principio della "policentricità dei sistemi insediativi presenti".
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- I servizi, compatibilmente alla specifica destinazione d'uso ed alla dimensione minima atta
ad assicurare un loro ottimale funzionamento, saranno localizzati in maniera diffusa nel
territorio.
- Sia i servizi sia le attrezzature esistenti e di progetto, non saranno progettati e localizzati nel
territorio come singole attività non residenziali destinati ad assolvere prestazioni specifiche
poste a servizio della residenza, ma s’ipotizzeranno come "un sistema complesso" ovvero
come un unicum d’attività interconnesse dislocate nel territorio aventi il duplice compito sia
di riequilibrare eventuali carenze presenti sia di ricucire il tessuto urbano frammentato in
quattro singole comunità.
Per quanto riguarda inoltre l'individuazione e la localizzazione degli stessi in seno al
territorio, pur rimandando alla fase esecutiva della progettazione urbanistica ogni esatta
specificazione e quantificazione, sulla scorta di quanto richiesto dal Consiglio Comunale
sono stati individuati i principali siti ove s’ipotizza di localizzare tali aree. In particolare si ha
per:
3.1.3.1 Le scuole. Poiché manca un edificio destinato specificatamente alla scuola media, si conferma
l'area prevista nel vecchio P.R.G. ovvero la stessa zona ove attualmente sono ubicate la
scuola Elementare e la scuola materna.
3.1.3.2 Impianti sportivi. Poiché si ritiene importante, per un’ottimizzazione del funzionamento delle strutture
esistenti ed in progetto, effettuare una concentrazione di tutte le attività sportive, esistendo un
unico impianto in contrada Sgarbaglio (consistente in un campo di calcio), si è ritenuto
opportuno reperire le nuove aree da destinare ad ulteriori attività in aderenza e contiguamente
ad esso. Si fa notare, peraltro, che alcuni impianti sportivi risultano già previsti nel vecchio
P.R.G. ed inclusi nel Piano Triennale delle OO.PP..
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3.1.3.3 Servizi turistici. L'elevato grado di conservazione del paesaggio e del territorio unitamente alla quasi
totale inesistenza del fenomeno dell'abusivismo, alla genuinità dei prodotti locali, delle
tradizioni culturali, alla salubrità del sito ed alla possibilità di poter effettuare, nell'arco di
qualche ora, delle escursioni sia sull'Etna, sia negli splendidi boschi dell'intorno, sia sul
litorale marino (specialmente quello che va da Riposto a Mascali), ha provocato l'innesco di
un flusso turistico che ha portato, negli ultimi anni, alla graduale riscoperta del Comune di
Milo.
Benché ormai da un quinquennio questo fenomeno risulta in atto, la quasi totale
assenza di strutture ricettive (risulta presente nel territorio solo il Campeggio Mareneve posto
a sud del Comune di Milo) ha però frenato la forte vocazione turistica del comprensorio
consentendo, attualmente, l'unico turismo possibile di fatto: quello giornaliero. Appare
chiara, pertanto, la necessità di reperire in seno al territorio una serie di aree da destinare a
tutte quelle attività che risultano, direttamente od indirettamente, poste a servizio del turismo.
La scelta delle suddette aree è avvenuta in conformità dei principi generali enunciati in
precedenza, validi per tutti i servizi (policentricità degli agglomerati, localizzazione in
prossimità dell'abitato, diffusione nel territorio).
Rilevate e fatte proprie le direttive del Consiglio Comunale che specificano, fra l'altro,
l'inadeguatezza della scelta effettuata dal vecchio P.R.G. che individuava una grossa area
destinata a nuclei di servizio turistico (alberghi, pensioni, ristoranti, rifugi, ecc.) nel quartiere
di Rinazzo, si è proposta la sua sostituzione con una serie di piccole zone (aventi la
medesima destinazione urbanistica) diffuse nel territorio, di cui la maggiore e più articolata è
stata localizzata nella frazione di Fornazzo. In una parte di essa potrebbe trovare posto, oltre
a tutte le attività legate alla ricezione ed alla ristorazione turistica, anche un Ostello della
Gioventù mentre nella rimanente parte, ad essa confinante e collegata, s’ipotizza di
localizzare un campeggio. Almeno un'altra area, sempre destinata a servizi turistici, trova
posto in Milo centro, un'altra ancora nella frazione di Caselle. Infine, con opportuna e
specifica classificazione all'interno delle zone a servizi, si sono previste:
- due aree da destinare a piccoli mercatini per la commercializzazione diretta dei prodotti
tipici del territorio di Milo; il primo sarà localizzato in prossimità di Fornazzo mentre un
secondo nelle adiacenze del centro di Milo.
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- un’area da destinare ad attrezzature per Agriturismo, localizzata a Praino in prossimità della
via Martiri d'Ungheria. Per quanto riguarda l'identificazione e la localizzazione di massima
dei servizi essi sono stati individuati tutti con una campitura in verde denominando
ulteriormente con la sigla AT quelli specificatamente destinati al turismo.
3.1.4 La zona artigianale e gli insediamenti produttivi. Attualmente, in seno al vigente P.R.G. viene identificata una zona artigianale, posta
lungo la SP 59/II, ove si svolgono delle attività relative al taglio ed alla lavorazione del
legno.
Nel presente progetto di Piano si prevede pertanto un suo ampliamento al fine di
ottimizzare gli spazi esistenti ed incentivare successivi nuovi insediamenti produttivi.
Durante il rilievo dello stato di fatto, a monte della frazione di Caselle si è rilevata
inoltre un altro insediamento produttivo, peraltro non inserito organicamente nello strumento
urbanistico vigente. Rilevata la necessità di normare l'esistente e di incentivare
l'insediamento di nuove strutture, viene ipotizzata quindi, in tale sito, una seconda zona
territoriale destinata a tali usi.
Anche tali aree, classificate come zone territoriali omogenee “D”, vengono individuate
nella planimetria allegata con un’opportuna campitura colore marrone.
3.1.5 Aree da destinare ad insediamenti commerciali ed a mercati per la vendita diretta di prodotti tipici. Per quanto riguarda le aree in esame, e specificatamente gli insediamenti commerciali
medi e grandi per la vendita a dettaglio e per la vendita dei prodotti tipici, vista la L.R.
n.28/99 relativa alla “Individuazione di aree da destinare ad insediamenti commerciali e di
aree da destinare a mercati per la vendita diretta dei prodotti tipici”
ed alcune delibere consiliari inerenti la tematica, il Consiglio Comunale di Milo, con
deliberazione n. 25 del 16.07.2003, deliberava:
- Di non prevedere aree da destinare agli insediamenti commerciali ed, in particolare, le
aree in cui possono essere consentiti gli insediamenti di media e grandi strutture di
vendita a dettaglio;
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- Di confermare le aree per il commercio su aree pubbliche di cui alla delibera del
Commissario ad Acta n. 1 del 22.02.2000
Pertanto, analizzato lo stato di fatto, il fabbisogno reale degli abitanti residenti nel
territorio da pianificare e la volontà espressa dal Consiglio Comunale con la sopraddetta
deliberazione, si ritiene opportuno recepire l’istanza del Consiglio comunale e non prevedere
degli specifici spazi nel territorio comunale da destinare agli usi di cui in oggetto.
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3.2 IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO.
Nelle direttive predisposte dal Consiglio Comunale, ..viene indicato (per il territorio di
Milo) un incremento della popolazione residente per i prossimi 20 anni fino a raggiungere i
3.000 abitanti.. (dalle direttive del C.C., delibera Consiliare 23/95, vedi pag 5 della presente
relazione); tale ..ipotesi di dimensionamento, però, come recita al punto 3) la delibera n.01
del 29/08/97 del Commissario ad Acta in cui viene adottato lo Schema di Massima del Piano,
dovrà essere esplicitata attraverso l’andamento demografico desumibile dai dati ISTAT,
nonché mediante la valutazione della consistenza del patrimonio edilizio esistente, con
riferimento all’effettiva destinazione d’uso e/o d’utilizzazione ed alle concrete possibilità di
recupero di quella parte risultante in condizione di degrado...
Si ritiene opportuno quindi, prima di procedere al dimensionamento del piano,
riprendere dei concetti relativi all’andamento demografico della popolazione già esplicitati in
precedenza (vedi punto 2.2.3), supportati da alcune considerazioni sullo stato di fatto
consequenziali all’analisi condotta sul territorio effettuata estrapolando una serie
d’informazioni inerenti alla popolazione presente (dati ISTAT disaggregati del 14°
Censimento della popolazione e delle abitazioni, Popolazione dell’AIRE, ecc.) nonché dal
relativo utilizzo dei principali servizi presenti (Dati raccolta rifiuti solidi urbani, numero
utenze acquedotto e T.A.R.S.U., ecc..).
La popolazione residente nel territorio, come si è visto (vedi pag. 28) è passata da
1270 unità presenti nel 1981 (ovvero prima dell’entrata in vigore del presente P.R.G.) alle
1122 del 1991, con un decremento percentuale pari a circa 11,65%, per attestarsi a 1104 con
l’ultimo censimento (per un totale di 1048 persone dimoranti abitualmente, costituenti 435
famiglie, e 56 convivenze), ovvero stabilizzandosi in quanto la perdita di sole 18 unità
rispetto al precedente decennio (una variazione di circa l’1,60% della popolazione),
statisticamente, si può ritenere praticamente posta all’interno delle oscillazioni fisiologiche
previste negli intervalli di confidenza prefissati per i rilevamenti statistici.
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Quindi, come dato progettuale di partenza si ha che, dopo una prima diminuzione
della popolazione intervenuta con l’entrata in vigore del precedente strumento urbanistico
(anni 1981/1991), il numero degli abitanti rimane stabile per oltre un decennio sino ai giorni
nostri.
ABITANTI COMUNE DI MILO (ISTAT 2001)
Fornazzo 161 Praino 96 Milo Centro 643 Caselle 108 Contrada Zappino 6 Case sparse 90 TOTALE 1104
Sempre riferendoci ai precedenti periodi temporali, guardando specificatamente ai due
passati decenni, è necessario inoltre evidenziare l’andamento quantitativo delle abitazioni
nell’areale: da un totale di 2.171 vani presenti nel 1981 si passa ai 3.142 attuali; dato questo
che però occorre correggere rapportandolo alle abitazioni effettivamente disponibili per i
residenti. Come già fatto rilevare (cfr. punto 2.2.3), infatti, un fenomeno abnorme presente
nel territorio è quello dei vani non occupati (ovvero utilizzati temporaneamente o in
abbandono), che passano dai 915 del 1981 ai 1.673 del 2001 (dati desunti dai censimenti
ISTAT), rendendo così in pratica disponibili per i residenti meno del 50% dei vani esistenti
nel territorio.
Per quanto riguarda l’utilizzo del patrimonio esistente, ovvero l’andamento qualitativo
delle abitazioni con riferimento alla reale possibilità abitativa da parte dei milesi (attuali ed
insediabili durante la vigenza del P.R.G.), le indagini condotte hanno fatto rilevare che:
− La popolazione dell’AIRE del Comune è pari a 133 unità (come da certificazione
dell’Ufficio Anagrafe e stato civile del Comune del 27.03.2003).
− Le utenze del servizio idrico sono 862 di cui tre per uso turistico, 22 per uso
industriale temporaneo e quattro per uso industriale permanente.
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− I dati definitivi relativi alla raccolta dei rifiuti solidi urbani (ultimo anno utile: anno
2002) indicano un totale di 652.376 Kg prodotti nel Comune in dodici mesi; la lettura
disaggregata di tale dato, però, fa rilevare che la raccolta media mensile non é costante
durante tutto l’anno mesi ma varia notevolmente attestandosi, con riferimento alla
produzione annuale, nel periodo compreso tra novembre e giugno (con l’esclusione
del mese di aprile) con una percentuale mensile pari al 6,8% mentre, nei mesi che
vanno da luglio ad ottobre (ivi compreso il mese di aprile che solitamente include le
ferie pasquali), con una percentuale di raccolta di rifiuti mensile pari al 10,4 %. Da tali
dati si deduce quindi che in corrispondenza di alcuni limitati periodi dell’anno,
coincidenti con i mesi a vocazione turistica, la produzione di rifiuti aumenta di oltre il
50% rispetto a quanto prodotto durante il rimanente periodo annuale, fatto questo che
indica inequivocabilmente un intenso uso turistico del patrimonio abitativo esistente.
− Disaggregando i dati ottenuti con il 14° Censimento Generale della Popolazione,
relativamente alla distribuzione delle famiglie nel territorio da pianificare (dal
Riepilogo dei Computi giornalieri dei dati provvisori delle sezioni), è possibile inoltre
valutare con notevole attendibilità il numero degli abitanti residenti all’interno di
quelle zone che sono certamente da considerarsi come nuclei storici dei diversi
agglomerati urbani generatori della rete policentrica che hanno formato l’insediamento
abitativo del territorio milese. Da tale indagine si ha che i residenti censiti nelle vie
ricadenti all’interno di tali nuclei sono: in Milo centro, risultano presenti circa 100
abitanti; nella frazione di Fornazzo 40; nella frazione di Caselle 25-30 e nella frazione
di Praino 20.
Sulla scorta dei risultati delle indagini descritte, prima di effettuare un
dimensionamento del fabbisogno abitativo, si è reso necessario infine analizzare in dettaglio
le tipologie e lo stato d’uso del patrimonio edilizio, per comprendere se gli edifici esistenti
sfruttano al meglio le potenzialità abitative derivanti dalle volumetrie presenti, anche sulla
scorta del reale stato di conservazione dei manufatti.
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Il patrimonio attuale, per quanto riguarda gli edifici configuranti i diversi centri abitati,
risulta essenzialmente costituito da una serie di fabbriche a due elevazioni, formate
solitamente da un doppio corpo a maglia muraria (con passo pari ad almeno ml. 4,00 × 4,00)
in cui il piano terra, all’epoca dell’impianto, era solitamente destinato ad attività non
residenziali (depositi, commercio, ecc.); mentre, per quanto riguarda l’edilizia rurale, esso
risulta formato da una serie di grossi manufatti edilizi, disseminati per il territorio che
fungevano da centro di raccolta e luogo di trasformazione dei prodotti del suolo, da residenza
stabile per gli addetti a tali lavorazioni, nonché, spesso, da sito di villeggiatura per i
proprietari del latifondo.
La caratteristica che maggiormente balza all’occhio, anche ad una analisi superficiale
dello stato di fatto, è la notevole vetustà di tale patrimonio edilizio che, già in sede di stesura
del precedente P.R.G., veniva evidenziata nella Relazione del P.R.G. con la citazione dei dati
SVIMEZ (Guida statistica per i Comuni e le Aree del Mezzogiorno – Sicilia, edito dallo
SVIMEZ nel 1975) dell’epoca che accertavano l’esistenza di un notevole patrimonio vetusto
in cui “..oltre il 20% delle abitazioni esistenti sono datate, come epoca di costruzione,
anteriormente al 1919..” (dalla Relazione del P.R.G. di Milo, 24.06.85, punto 10
Dimensionamento del Piano).
Da tale data ad oggi, come è possibile verificare dalle sporadiche richieste
manutentive o per trasformazioni edilizie effettuate dai singoli proprietari presso l’U.T.C. di
Milo e sulla scorta dei sopralluoghi condotti, il patrimonio esistente è andato via via
depauperandosi sempre più. Oggi, pertanto, si assiste: nei nuclei storici dei centri abitati, alla
presenza di notevoli fenomeni di degrado e fatiscenza che, unitamente alla impossibilità ad
organizzare migliori spazi abitativi (anche frazionando in più e distinte abitazioni le
volumetrie esistenti), comportano una bassa utilizzazione residenziale del costruito
(provocando di fatto l’espulsione delle nuove coppie che si vanno a formare); nei grossi
contenitori edilizi che punteggiano il territorio, che peraltro hanno da tempo perso la loro
originaria funzione commerciale e produttiva (a causa degli elevati costi di gestione necessari
per la loro conservazione ed utilizzazione), ad un generale stato di abbandono che li conduce
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al totale decadimento e quindi all’inevitabile stato di rudere, negando per essi ogni futura
possibilità residenziale.
In conclusione quindi, dagli accertamenti e dalle indagini condotte, sinteticamente, si
può affermare:
- Il patrimonio abitativo esistente, soprattutto in corrispondenza dei nuclei storici della rete
insediativa, è costituito da una serie di edifici sottoutilizzati a causa sia della loro vetustà
sia per la presenza di notevoli fenomeni di fatiscenza, mentre, quello disseminato per il
territorio, è formato da grossi contenitori quasi tutti con un elevato stato di decadimento o
in totale abbandono, complessi insediativi quest’ultimi che rappresentano la memoria di
processi produttivi del passato ma attualmente in fase di dismissione.
- Una grande quantità dei vani esistenti non sono stabilmente occupati, con percentuali di
utilizzo superiore al 50% del patrimonio presente.
- Dai dati relativi alla raccolta dei rifiuti solidi urbani si rileva che i nuclei insediativi hanno
un’elevatissima vocazione turistica; infatti, nei mesi estivi, la raccolta dei rifiuti solidi
aumenta notevolmente, circa il 50 % rispetto al residuo periodo dell’anno.
- Gli abitanti residenti nei nuclei storici della rete insediativa sono circa 190, mentre la
restante parte è localizzata nelle rimanenti porzioni di territorio.
Si ritiene a questo punto, inoltre, opportuno riportare le due considerazioni già
condotte in precedenza a conclusione del capitolo 2.2.3 avente per oggetto LA STRUTTURA
DEMOGRAFICA ED IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE e cioè:
• il precedente P.R.G. non solo non ha consentito a tutte le famiglie di residenti che
coabitavano di ottenere una propria abitazione, ma ha provocato l'allontanamento di
quelle di nuova formazione e l'espulsione di ben 29 famiglie (467 − 438), oltre a tutte
quelle di nuova formazione;
• la impressionante crescita dei vani non abitati, pari al 53,25% dei vani esistenti (1653
vani non abitati su un totale di 3.142, ISTAT 2001), deriva dalla specifica tipologia della
struttura edilizia presente nel territorio, in cui trovano posto grossi edifici di origine
contadina, oggi sempre più abbandonati e dal sempre maggiore uso degli alloggi
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esistenti come case per non residenti, utilizzati quasi esclusivamente per villeggiatura.
Ciò fa si che il reale fabbisogno di case nell’areale risulta elevatissimo, creando di fatto
un mercato immobiliare del nuovo quasi inesistente (a causa della mancanza di nuove
aree edificabili) ed uno dell'usato che presenta, a causa delle grandi consistenze
volumetriche in gioco e del notevole stato di decadimento esistente, costi di recupero
elevatissimi, a valori commerciali elevatissimi sicuramente ben superiori anche rispetto a
quelli metropolitani, pertanto inavvicinabile per i residenti.
Sulla scorta dei risultati pervenuti dalle sopraindicate indagini, per procedere al
dimensionamento del piano, si ritiene che l’indicazione di 3000 abitanti che la popolazione
del Comune di Milo dovrebbe raggiungere nel suo periodo di vigenza, (indicazione data dal
Consiglio Comunale nelle Direttive impartite ai progettisti), anche tenendo conto della
fortissima richiesta di residenza da parte degli abitanti e delle famiglie di nuova formazione,
che attualmente sono costrette a trasferirsi nei Comuni limitrofi, sia leggermente superiore al
reale fabbisogno abitativo.
Dopo aver condotto le indagini e le verifiche prescritte dal Commissario ad acta nella
deliberazione di adozione dello schema di massima del piano e tenendo conto delle
edificabilità consentite dal precedente P.R.G., entrando nello specifico del dimensionamento
si ritiene che il numero della popolazione insediabile nel territorio debba quantificarsi al
massimo pari a 2635, entità questa necessaria e finalizzata per:
- applicare una corretta politica edilizia che miri al recupero abitativo dell’esistente sia nei
confronti dell’edificato storico (tutela e conservazione) sia di quello recente (con un
maggiore utilizzo delle volumetrie presenti;
- riequilibrare gli scompensi abitativi riscontrati all’interno nell’edilizia esistente;
- tenere conto delle volumetrie presenti e, di larga massima, delle edificabilità consentite
dalle previsioni del P.R.G. oggetto di rielaborazione (limitatamente e specificatamente
alle zone territoriali omogenee di completamento, zone “B”);
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- consentire una piccolissima nuova edificazione tenendo conto che i nuovi abitanti
insediabili saranno ripartiti nelle quattro diverse realtà insediative esistenti (Milo centro,
Fornazzo, Praino e Caselle).
In dettaglio, per quanto riguarda la definizione della:
• Zona territoriale omogenea “A”, identificata già in sede di stesura del precedente P.R.G.,
essa si ritiene corretta, assumendo tale delimitazione però, come nucleo storico
dell’insediamento di Milo Centro; per cui si conferma la delimitazione esistente. Vengono
inoltre nel nuovo piano individuate altre tre nuove zone territoriali omogenee “A”, in
corrispondenza di ogni nucleo generatore dei diversi centri urbani che ha originato la rete
policentrica presente nel territorio (Fornazzo, Praino e Caselle). Tenendo conto della
fatiscenza del patrimonio abitativo ricadente all’interno di tali aree, certamente il più
antico fra tutto quello presente, e dei dati ISTAT (XIV° Censimento Nazionale della
Popolazione), che identificano in 190 gli abitanti stabilmente residenti all’interno di tali
zone, si ritiene che operando con una corretta attività finalizzata al recupero ed alla
rivitalizzazione del patrimonio edilizio esistente, con tutte le metodiche opportune e
consentite dalle normative specifiche per le operazioni edilizie possibili all’interno dei
nuclei storici, si possa notevolmente migliorare la utilizzazione per fini residenziali dei
manufatti già esistenti, provocando un aumento della popolazione insediabile sino a circa
il 50% rispetto a quella attuale, che a regime di piano passerebbe da 190 a 300.
AbitA = 300 abitanti
• Zona territoriale omogenea “B”, si è iniziato ad operare considerando come stato di fatto
la delimitazione effettuata nel precedente P.R.G. di cui si sta eseguendo l’elaborazione e
l’aggiornamento, verificando quindi in prima istanza se le diverse aree ricadenti
all’interno di tale zone possedessero in realtà tutte le caratteristiche normative affinché
potessero essere incluse nelle zone territoriali omogenee “B” (rapporto di copertura, ecc.).
Quindi, entrando all’interno del significato concettuale che tale zona dovrebbe assumere
in una generale classificazione e gerarchizzazione delle aree in un territorio, zona di
completamento del tessuto esistente, tenendo conto delle tipologie abitative riscontrate
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(edilizia nastriforme che si estende lungo le vie di comunicazione sino a formare una rete
di tessuto urbano, ma con corpi di fabbrica aventi una limitata profondità – infatti subito
dietro la cortina edificata si riscontra sempre il verde agricolo o il bosco –) che privilegia
realizzazioni lungo assi ortogonali alla viabilità esistente consolidata, si è ritenuto
necessario normare lo stato di fatto attuale limitando l’estensione della zona “B” a quelle
aree che etimologicamente e concettualmente possano essere definite realmente di
completamento, cioè: quelle in cui attualmente insistono dei fabbricati e quelle contigue
strettamente di pertinenza ed atte a completare il tessuto esistente lungo le cortine edilizie
prospettanti sulle vie pubbliche; limitando, nel contempo, al massimo la edificabilità per
le aree poste a valle o a monte dei fabbricati retrostanti all’edilizia esistente quando
questa risulta confinante con grandi spazi liberi. Considerando le specifiche
caratteristiche edilizie presenti che risultano formate da grandi volumi edificati con
notevoli cubature, in cui il piano terreno è quasi sempre destinato ad usi differenti da
quello residenziale, dopo aver ristretto la delimitazione della zona “B” secondo le
modalità sopra descritte (verifiche normative ed esclusione delle parti non assimilabili a
zone di reale completamento edilizio), nella rielaborazione del P.R.G. si sono identificate
delle nuove zone “B” (una per ogni nucleo insediativo) per una superficie totale pari a
96.158,25 mq.. Considerando per la zona in esame un indice di densità fondiaria pari a
1,5 mc/mq., la volumetria massima realizzabile risulterebbe essere:
• Vb = 108.9834× 1,5 = 163.476 mc.
Tenendo conto che attraverso il recupero dell’edilizia esistente, che consente un
maggiore sfruttamento edilizio per fini residenziali, data la specificità tipologica
riscontrata e le destinazioni attuali si ritiene plausibile considerare insediabile 1 abitante
per ogni 100 mc. di edilizia consentita. Si ha conseguentemente che gli abitanti insediabili
nelle diverse zone “B” risultano essere
AbitB = 163.476 / 100 = 1.634 abitanti
• Zona territoriale omogenea “C” analogamente a quanto fatto per le zone “A” e “B”
descritte in precedenza, si è iniziato a verificare la rispondenza tra la vocazione delle
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diverse aree classificate nel precedente P.R.G. come omogenee “C” alle indicazioni
dettate dal Consiglio Comunale, identificando e suddividendo, quindi, per i diversi
agglomerati urbani (Milo Centro, Fornazzo Praino e Caselle), le reali necessità abitative
da addebitare alla futura edilizia di espansione; quindi, dopo aver verificato
puntualmente:
- l’assoluta indisponibilità attuale di aree edificabili;
- l’estrema parcellizzazione del territorio che rende difficili ipotesi di lottizzazione da parte
di privati;
- la peculiare struttura dell’abitato che non sopporta la nascita di altri quartieri, considerata
l’esiguità dei centri abitati di Milo Centro, Fornazzo, Praino e Caselle e considerata la non
rilevante consistenza del fabbisogno di volumi realizzabili;
si è ritenuto opportuno individuare, per quanto riguarda le zone in argomento, due aree
omogenee, indicate come “C” e “C1”, aventi il compito di soddisfare le future esigenze
abitative di espansione per i diversi nuclei insediativi presenti.
La zona “C”, di massima, riconferma le aree classificate dal precedente piano come
zone di espansione (naturalmente quando tali aree risultano compatibili con: i diversi vincoli
dettati dall’attuale normativa, la realtà presente, con le direttive emanate dal Consiglio
Comunale e, conseguentemente, con la struttura generale del nuovo P.R.G.), prevedendo per
esse un indice di densità fondiaria pari ad 1 mc/mq. (confermando quindi, generalmente,
delle aspettative già acquisite dai diversi proprietari con il precedente piano).
La zona “C1”, invece, scaturisce sia da un analisi di dettaglio del territorio sia per
assecondare le richieste contenute nelle Direttive del Consiglio, nonché dalla reale esigenza
di creare diverse piccolissime nuove zone di espansione (solitamente lungo i tracciati
pubblici) che consentano una modesta edificazione futura riequilibratrice della domanda di
residenza delle diverse comunità. Per tale zona viene previsto un coefficiente di densità
fondiaria ridotto rispetto al primo, pari a 0,75 mc/mq.
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Avendo identificato, per le diverse zone “C”, aree aventi una estensione pari a 19.444,20
mq. e tenendo conto del relativo indice di densità fondiaria pari a 1 mc/mq., si ha che le
volumetrie realizzabili con il nuovo piano saranno:
VC = 19.444,20 × 1,0 = 19.444 mc
Per quanto riguarda le nuove zone “C1”, invece il piano prevede aree aventi una
superficie totale pari a 38.699,98 mq che, considerando un indice di densità fondiaria pari a
0,75 mc/mq, consentirà delle volumetrie realizzabili pari a:
VC1 = 38.699,98 × 0,75 = 29.024 mc
In totale, pertanto, per le zone di espansione si prevede una edificazione pari a:
VC + VC1 = 19.444 + 29.024 = 48.468 mc.
Tale volumetria, tenendo conto come insediabile all’interno delle zone in esame 1
abitante per ogni 80 mc di edificato, rende possibile prevedere la residenzialità per
AbitC+C1 = 48.468 / 80 = 605 abitanti
In definitiva lo strumento urbanistico di cui si tratta prevede, edificabilità e servizi
dimensionati per un totale di abitanti pari a:
Abitanti tot = 300 + 1.634 + 605 + 96 = 2635
Nelle tabelle di seguito riportate, sono espressi sinteticamente i dati del dimensionamento abitativo
del progetto di piano e la dislocazione delle diverse edificabilità nei diversi nuclei insediativi del
Comune di Milo
SUPERFICI
TOTALE DELLE SUPERFICI TERRITORIALE OMOGENEE IN MQ Nuclei abitati ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 15.507,96 17.228,15 / 10.750,38 Praino 11.119,28 10.599,37 2.954,4 2.351,8 Milo centro 24.917,92 63.551,76 16.489,8 16.249,44 Caselle 6.707,92 17.604,72 / 9.348,36 TOTALE 58.253,08 108.984 19.444,2 38.699,98 TOTALE C+C1 58.144,18
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VOLUMETRIE REALIZZABILI
INDICE FONDIARIO CALCOLO DELLA VOLUMETRIA REALIZZABILE (Sup. fondiaria x If = Vol)
ZONA B VB = 10.8984 x 1,5 = 16.3476 mc densità fondiaria: 1,5 mc/mq ZONA C Vc = 19.444,2 x 1,00 = 19.444 mc densità fondiaria: 1,00 mc/mq ZONA C1 Vc1 = 38.699,98 x 0,75= 29.024 mc densità fondiaria: 0,75 mc/mq
ZONA C + C1 Vc + Vc1 = 19.444 + 29.024= 48.468 mc
ABITANTI INSEDIABILI
ZONE TERRITORIALI OMOGENEE CALCOLO DEGLI ABITANTI INSEDIABILI ZONA A Abit.A = 300 Abitanti ZONA B Abit.B = 16.3476 / 100 = 1.634 Abitanti 1 ABITANTE PER OGNI 100 MC ZONA C 1 ABITANTE PER OGNI 80 MC Abit.c = 19.444 / 80 = 243 Abitanti ZONA C1 1 ABITANTE PER OGNI 80 MC Abit.c1 = 29.024 / 80 = 362 Abitanti
ZONA C (C + C1) Abit.c+c1 = (19.444 + 29.024) / 80 = 605 Abitanti ZONA E 96 Abitanti TOTALE ABITANTI INSEDIABILI Abitanti tot. = 300 + 1.634 + 605 + 96 = 2.635
DIMENSIONAMENTO DEGLI ABITANTI
DIMENSIONAMENTO DEGLI ABITANTI
ZONA Abitanti attuali Abitanti di progetto ∆ A 190 300 110 B 639 1.634 995 A+B 829 1.934 1.105 C 179 605 426 E 96 96 / TOTALE 1.104 2.635 1.531
∆ = differenza tra abitanti insediati e abitanti insediabili
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Abitanti insediati ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1
Fornazzo 161 40 96 / 25 Praino 96 20 66 10 / Milo Centro 643 100 432 80 31 Caselle 108 30 45 / 33 Case spaese+C.da Zappino 96 / / / / TOTALE 1.104 190 639 90 89 TOTALE C+C1 179
Abitanti insediabili ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 25 162 / 76 Praino 10 93 27 22 Milo Centro 60 521 126 121 Caselle 15 219 / 54 TOTALE 110 995 153 273 TOTALE C+C1 426
Abitanti totale ZONA A ZONA B ZONA C ZONA C1 Fornazzo 424 65 258 / 101 Praino 248 30 159 37 22 Milo Centro 1.471 160 953 206 152 Caselle 396 45 264 / 87 Case spaese+C.da Zappino 96 / / / / TOTALE 2.635 300 1.634 243 283 TOTALE C+C1 526
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3.3 VERIFICA DEGLI STANDARDS
Dimensionati i fabbisogni residenziali del territorio è necessario, in conformità da
quanto previsto dal D.M. del 2.04.1968, n. 1444, verificare per tali abitanti la dotazione di
spazi da destinare a servizi che il piano deve prevedere, affinché siano rispettate le dotazioni
minime di legge.
Tenuto conto che sia per le indicazioni contenute nelle Direttive emanate dal
Consiglio comunale, sia per la relativa buona quantità di spazi liberi presente nel territorio e,
soprattutto per una scelta ideologica del piano, che intende fornire una buona quantità di
servizi con l’inserimento d’aree specificatamente destinate dimensionate (secondo le reali
necessità evidenziate dalle indagini sul campo), si sono individuate delle aree che non solo
rispettano le quantità minime previste dalla legge, ma risultano più che sufficienti per dotare
gli abitanti di un elevato standard di servizi.
In dettaglio, come recita l’art. 3 del citato D.I. n. 1444/68, “…i rapporti massimi …
sono fissati in misura tale da assicurare per ogni abitante – insediato o da insediare- la
dotazione minima, inderogabile di mq. 18 per spazi pubblici o riservati per attività collettive,
a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati a sedi viarie…”
Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo appresso indicato:
a) mq. 4,50 di aree per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole d’obbligo;
b) mq. 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali,
assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile,
ecc.) ed altre;
c) mq. 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport,
effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
d) mq. 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art.
18 della Legge n. 765).
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Nel caso in esame si è cercato, tenendo conto del già citato principio di policentricità
degli insediamenti abitativi, di diffondere di massima i servizi in tutto il territorio, tenendo in
particolare evidenza le eventuali specifiche carenze rilevate in alcuni agglomerati esistenti,
cercando cioè di compensare gli squilibri presenti attualmente. Nel determinare la
ripartizione delle sopraindicate aree, si è tenuto conto (specie per quanto riguarda le
attrezzature scolastiche) di quanto previsto dalle vigenti normative circa i minimi da
rispettare, in relazione dell’impianto e conseguentemente all’estensione dell’area da
vincolare, per assicurare la funzionalità dell’impianto stesso.
Pertanto nei seguenti prospetti come le aree destinate ai servizi, complessivamente distribuite
sull’intero territorio comunale, soddisfino abbondantemente i requisiti minimi si legge.
Nab (Fabbisogno abitativo) = Abitanti insediati + Abitanti di progetto = 2635
SUPERFICI ESISTENTI DESTINATE A SERVIZI
\ SUPERFICI DESTINATE AI SERVIZI ESISTENTI IN MQ
Nuclei abitati Aree ed attrezzature per l'istruzione
Aree per attrezzature di interesse comune
Aree per spazi pubblici a parco, gioco e sport Aree per parcheggi
Fornazzo / 3.197,6 1.076,32 127,64 Praino / 1.997,68 / / Milo Centro 3.805,44 4.809,88 16.583,56 1.388,84 Caselle / 675,52 / TOTALE 3.805,44 10.005,16 18.335,4 1.516,48
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COMUNE DI MILO
DISTRIBUZIONE DEGLI STANDARD URBANISTICI .
SPAZI AD USO PUBBLICO AREE PER L'ISTRUZIONE
ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE
VERDE ATTREZZATO E SPORT PARCHEGGI
AREE PER L'ISTRUZIONE
Scuola materna + elem. (Milo centro) 3.200,32 Scuola media+poliambulatorio(Milo centro) 605,12
Sommano mq 3.805,44
ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE Municipio (Milo centro) 1.599,04
Centro sociale (Milo centro) 110,28 Centro plurifunzionale comunale (Fornazzo) 189,00
Centro servizi (Milo centro) 1.474,96 Centro visite Parco dell'Etna (Fornazzo) 1213,00
Area raccolta differenziata "Isola ecologica" (Fornazzo) 263,44 Chiesa Madre (Milo centro) 799,92
Chiesa (Milo Nord) 77,48 Chiesa parrocchiale (Fornazzo) 1.532,16
Ufficio postale (Milo centro) 748,20 Attrezzatura collettiva polifunzionale (Praino) 1.997,68
Sommano (mq) 10.005,16
VERDE ATTREZZATO E SPORT Verde pubblico attrezzato (Fornazzo) 1.076,32
Verde pubblico attrezzato "via Bellini" (Milo nord) 505,08 Verde pubblico attrezzato "via del Bosco" (Milo centro) 753,92
Verde pubblico attrezzato "via Mons. Fichera" (Milo centro) 1.356,24 Verde parco urbano "via Mons. Fichera" (Milo centro) 4010,40 Verde parco urbano "via Mons. Fichera" (Milo centro) 9.957,92
Verde pubblico attrezzato (Caselle) 675,52 Sommano (mq) 18.335,40
PARCHEGGI Area adiacente centro plurifunzionale (Fornazzo) 127,64
Area adiacente campo sportivo "Scarbaglio" (Milo nord) 938,88 Area adiacente centro servizi (Milo centro) 449,96
Sommano (mq) 1.516,48 TOTALI SUPERFICI (mq)
3.805,44 10.005,16 18.335,40 1.516,48
TOTALE GENERALE mq. 33.662
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SUPERFICI DI PROGETTO DELLE AREE DESTINATE A SERVIZI
SUPERFICI DESTINATE AI SERVIZI DI PROGETTO IN MQ
Nuclei abitati Aree ed attrezzature per l'istruzione
Aree per attrezzature di interesse comune
Aree per spazi pubblici a parco, gioco e sport Aree per parcheggi
Fornazzo / 5.724,2 / / Praino 4.734 / 5.710,8 2.042,96 Milo Centro 7.532,88 4.282,56 48.753,92 12.797,6 Caselle / / / 1.770,2 TOTALE 12.266,88 10.006,76 54.464,72 16.610,76
SUPERFICI ESISTENTI E DI PROGETTO DELLE AREE DESTINATE A SERVIZI
TOTALE DELLE SUPERFICI DESTINATE A SERVIZI IN MQ
Nuclei abitati Aree ed attrezzature per l'istruzione
Aree per attrezzature di interesse comune
Aree per spazi pubblici a parco, gioco e sport Aree per parcheggi
Fornazzo / 8.921,8 1.076,32 127,64 Praino 4.734 1.997,68 5.710,8 2.042,96 Milo Centro 11.338,32 10.997,68 65.337,48 13.093,2 Caselle / / 675,52 1.770,2 TOTALE 16.072,32 20.011,92 72.800,12 18.127,24
VERIFICA COMPLESSIVA DEGLI STANDARDS
VERIFICA DEGLI STANDARDS (sup. totale mq / n. abitanti di progetto)
Tipo di servizio Superficie totale e standard previsti Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard
Aree ed attrezzature per l'istruzione 16.072,32 / 2.635 = 6,09 mq/ab 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 2635 = 11.857,5 mq) + 4.214,82 mq
(16.072,32 - 11.857,5)
Aree per attrezzature di interesse comune 20.011,92 / 2.635 = 7,59 mq/ab 2,00 mq dotazione minima di legge
(2,00 * 2635 = 5.270 mq) + 14741,92 mq
(20.011,92 – 5.270)
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 72.800,12 / 2.635 = 27,62 mq/ab 9,00 mq dotazione minima di legge
(9,00 * 2.635 = 23715 mq) + 49085,12 mq
(72.800,12 – 23.715)
*Aree per parcheggi 18.127,24 / 2.635 = 6,87 mq/ab 2,50 mq dotazione minima di legge (2,50 * 2.635 = 6.587,5 mq)
+ 11.539,74 mq (18.127,24 - 6587,5)
*Le aree destinate a parcheggio sono in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art.18
della Legge n. 765.
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VERIFICA DEGLI STANDARDS ESISTENTI
FORNAZZO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali)
Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 161 = 724,5 mq) -724,5 mq
Aree per attrezzature di interesse comune 3.197,6 / 161 = 19,86 mq/ab 2,00 mq dotazione minima di legge
(2,00 * 161 = 322 mq) + 2.875,6 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 1.076,32 /161 = 6,68 mq/ab 9,00 mq dotazione minima di legge
(9,00 * 161 = 1.449 mq) -372,68 mq
Aree per parcheggi 127,64 / 161 = 0,79 mq/ab 2,50 mq dotazione minima di legge (2,50 * 161 = 405,5 mq) -274,86 mq
PRAINO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 96 = 432 mq) -432 mq
Aree per attrezzature di interesse comune 1.997,68/ 96 = 20,80 mq/ab 2,00 mq dotazione minima di legge
(2,00 * 96 = 192 mq) + 1.805,68 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport / 9,00 mq dotazione minima di legge
(9,00 * 96 = 864 mq) -864 mq
Aree per parcheggi / 2,50 mq dotazione minima di legge (2,50 * 96 = 240 mq) -240mq
MILO CENTRO - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione 3.805,44 / 643 = 5,91 mq/ab 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 643 = 2.893,5 mq) +911,94 mq
Aree per attrezzature di interesse comune 4.809,88 / 643 = 7,43 mq/ab 2,00 mq dotazione minima di legge
(2,00* 643 = 1.286 mq) + 3.523,88 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 16.583,56 / 643 = 25,79 mq/ab 9,00 mq dotazione minima di legge
(9,00 * 643 = 5.787mq) +10.796,56 mq
Aree per parcheggi 1.388,84 / 643 = 2,15 mq/ab 2.50 mq dotazione minima di legge (2.50 * 643 = 1.607,5 mq) -218,66 mq
PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MILO RELAZIONE GENERALE
studio d’ingegneria erbicella COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABORATI DEL P.R.G -via Mons. Ventimiglia, 138 -95131 Catania - tel.095 535243 fax 095 530473 80 secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania -contrada Cannolo - 94010 Nissoria (EN) - tel. 0935 903971 (nota prot. n.45277 del 28.12.2006) -email [email protected]
CASELLE - VERIFICA DEGLI STANDARDS 18 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 108 = 486 mq) -486 mq
Aree per attrezzature di interesse comune / 2,00 mq dotazione minima di legge
(2,00 * 108= 216 mq) -216 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 675,52 / 108 = 6,25 mq/ab 9,00 mq dotazione minima di legge
(9,00 * 108 = 972 mq) -296,46 mq
Aree per parcheggi / 2,50 mq dotazione minima di legge (2,50 * 108 = 270 mq) -270 mq
VERIFICA DEGLI STANDARDS MINIMI ESISTENTI ZONA A + B
FORNAZZO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 2,25 mq dotazione minima di legge
(2,25 * 136 = 306 mq) -306 mq
Aree per attrezzature di interesse comune 3.197,6 / 136 = 23,51 mq/ab 1,00 mq dotazione minima di legge
(1,00 * 136 = 136mq) +3.061,6 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 1.076,32 /136 = 7,9 mq/ab 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 136 = 612 mq) +464,32 mq
Aree per parcheggi 127,64 / 136= 0,93 mq/ab 1,25 mq dotazione minima di legge (1,25 * 136 = 115,6mq) -42,36 mq
PRAINO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A +B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno EX D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 2,25 mq dotazione minima di legge
(2,25 * 86 = 193,5 mq) -193,5 mq
Aree per attrezzature di interesse comune 1.997,68/ 86 = 23,22 mq/ab 1,00 mq dotazione minima di legge
(1,00 * 86 = 86 mq) +1.911,68mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport / 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 86 = 387 mq) -387 mq
Aree per parcheggi / 1,25 mq dotazione minima di legge (1,25 * 86 = 107,51 mq) -107,5 mq
PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MILO RELAZIONE GENERALE
studio d’ingegneria erbicella COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABORATI DEL P.R.G -via Mons. Ventimiglia, 138 -95131 Catania - tel.095 535243 fax 095 530473 81 secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania -contrada Cannolo - 94010 Nissoria (EN) - tel. 0935 903971 (nota prot. n.45277 del 28.12.2006) -email [email protected]
MILO CENTRO - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione 3.805,44 / 532 = 7,15 mq/ab 2,25 mq dotazione minima di legge
(2,25 * 532 = 1.097 mq) +2.708,44mq
Aree per attrezzature di interesse comune 4.809,88 / 532 = 9,04 mq/ab 1,00 mq dotazione minima di legge
(1,00 * 532 = 532 mq) + 4277,88 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 16.583,56 / 532 = 31,17 mq/ab 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 532 = 2.394 mq) +14.189 mq
Aree per parcheggi 1.388,84 / 532 = 2,61 mq/ab 1,25 mq dotazione minima di legge (1,25 * 532 = 665 mq) +723,84 mq
CASELLE - VERIFICA STANDARDS MINIMI 9 mq/ab (sup. sevizi esistenti mq / n. abitanti attuali ZONA A+B) Tipo di servizio Superficie esistente e standard attuali Fabbisogno ex D.I. n. 1444/68 Scarto dalla standard Aree ed attrezzature per l'istruzione / 2,25 mq dotazione minima di legge
(2,25 * 75 = 150 mq) -168,75 mq
Aree per attrezzature di interesse comune / 1,00 mq dotazione minima di legge
(1,00 * 75 = 75 mq) -75 mq
Aree per spazi pubbl. a parco, gioco e sport 675,52 / 75 = 9 mq/ab 4,50 mq dotazione minima di legge
(4,50 * 75 = 337,5 mq) +338,02 mq
Aree per parcheggi / 1,25 mq dotazione minima di legge (1,25 * 75 = 93,75 mq) -93,75 mq
I valori indicati in tabella corrispondono alla reale estensione delle relative aree (con
riferimento alla specifica tipologia di servizio) localizzate nelle planimetrie di progetto di cui
il presente scritto ne costituisce la relazione integrante.
Oltre alle aree delle attrezzature e dei servizi sono state vincolate delle aree per
l’interesse della collettività come le aree per i servizi cimiteriali.
Su queste aree sono scattati i vincoli e le distanze di rispetto volute dal regolamento di
igiene e di quanto deliberato in riferimento dal Consiglio Comunale.
Le aree del nastro stradale sono vincolate in osservanza ai dettami del D.I. 1444/68,
successive modificazioni, nonché di quanto previsto dal nuovo Codice della Strada; ciò al
fine di assicurare le protezioni delle sedi della viabilità. Detto vincolo d’inedificabilità
riguarda tutte le strade che ricadono nel territorio comunale e sono fuori dei centri abitati; per
esse, anche se nei grafici del Piano Regolatore non sono indicate le aree di rispetto, vigono
gli elementi riportati nelle leggi.
PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MILO RELAZIONE GENERALE
studio d’ingegneria erbicella COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABORATI DEL P.R.G -via Mons. Ventimiglia, 138 -95131 Catania - tel.095 535243 fax 095 530473 82 secondo le disposizioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Catania -contrada Cannolo - 94010 Nissoria (EN) - tel. 0935 903971 (nota prot. n.45277 del 28.12.2006) -email [email protected]
INDICE
RELAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE DEGLI ELABOTATI DEL P.R.G. SECONDO LE DISPOSIZIONI RICHIESTE DALL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (NOTA PROT. N.45277 DEL 28.12.2006) ........................................................................................................................2
0.0 PREMESSE. .................................................................................................................................... 2
0.1 CARTOGRAFIA ED ELABORATI GRAFICI. ........................................................................................ 4
0.2 BREVE SINTESI ILLUSTRATIVA DELL’ATTIVITÀ DI COMPLETAMENTO, AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONE DEL P.R.G. DI MILO...................................................................................................... 5
0.3 DISPOSIZIONI DELL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI CATANIA (nota prot. n.45277 DEL 28.12.06). ...... 6
0.4 NOTE SULLA DEMOGRAFIA E SUGLI STANDARD. ........................................................................... 9
0.5 CONSIDERAZIONI SUL IL SISTEMA VIARIO PRINCIPALE DEL COMUNE DI MILO. .......................... 10
0.6 CONSIDERAZIONI A MARGINE SULLA PROPOSTA DI P.R.G. DEL COMUNE DI MILO. .................... 13
1.0 - RELAZIONE PRELIMINARE .......................................................................................................................... 18
2.0 - RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO. ......................................................................................................... 28
2.1 IL TERRITORIO. ............................................................................................................................. 28
2.1.1 Organizzazione amministrativa. ............................................................................................ 28 2.1.2 Strumenti urbanistici già operanti. ........................................................................................ 29 2.1.3 I vincoli esistenti. ................................................................................................................... 30
2.2 MILO ED IL SUO COMPRENSORIO. .............................................................................................. 39
2.2.1 Cenni storici. ................................................................................................................................. 39 2.2.2 La posizione geografica, il sito, le caratteristiche della struttura insediativa. ............................. 40 2.2.3. La struttura demografica ed il patrimonio edilizio esistente. ..................................................... 43 2.2.4 Il sistema infrastrutturale esistente. ............................................................................................ 45 2.2.5 I beni culturali ed ambientali. ....................................................................................................... 47 2.2.6 Il sistema delle attrezzature e dei servizi. .................................................................................... 48
3.0 - PROGETTO DI PIANO. ................................................................................................................................ 51
3.1 SCHEMA MORFOLOGICO E ORGANIZZATIVO DI PIANO. ............................................................. 51
3.1.1 Il sistema residenziale ed i beni culturali da tutelare. .................................................................. 51 3.1.2 Il sistema viario ............................................................................................................................. 57 3.1.3 Il sistema delle attrezzature e dei servizi............................................................................... 58 3.1.3.1 Le scuole. ............................................................................................................................... 59 3.1.3.2 Impianti sportivi. .................................................................................................................... 59 3.1.3.3 Servizi turistici............................................................................................................................ 60 3.1.4 La zona artigianale e gli insediamenti produttivi. ........................................................................ 61 3.1.5 Aree da destinare ad insediamenti commerciali ed a mercati per la vendita diretta di prodotti tipici. ...................................................................................................................................................... 61
3.2 IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO. ............................................................................................ 63
3.3 VERIFICA DEGLI STANDARDS ....................................................................................................... 75
INDICE ................................................................................................................................................................ 82