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presenta:
A scuola di intercultura con gli studenti dell’Istituto Giolitti
Esplora il modulo didattico sull’intercultura e l’alimentazione a.s.2009-2010
“Insieme siamo il mondo” è stato progettato e realizzato dalla Prof. Mariangela Zandonadi
in collaborazione con la Cooperativa Mondo Nuovo
Esplora il modulo didattico sull’intercultura, feste e tradizioni a.s. 2010-2011
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I ragazzi che hanno partecipato
appartengono alle classi prime degli
indirizzi alberghiero e aziendale dell’Istituto
I paesi dei ragazzi coinvolti in questa
prima parte del progetto sono 8:
Romania, Moldavia Perù, Bolivia,
Filippine, Cina, Marocco e Algeria
Nel corso dei laboratori creativi ogni ragazzo ha elaborando una ricetta tipica del proprio paese di origine.
Tutti i contributi sono stati poi inseriti in queste pagine navigabili
Il percorso didattico sui temi dell’ intercultura e dell’ alimentazione è stato strutturato in due parti: una di
laboratorio formativo e una di laboratorio creativo.
Il gruppo classe che ha partecipato al progetto è stato accompagnato in un lavoro di
introduzione, approfondimento e sensibilizzazione sulle tematiche
della multiculturalità, interculturalità, convivenza, diritti.
Il gruppo classe ha prodotto i materiali che sono contenuti in
questa sezione navigabile.
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Ingredienti:
1 chilo di manzo, tagliato a tocchetti
1 cavolo piccolo (repolyo) affettato250g di cavolo cinese (pechay)
2 patate a pezzi1 cipolla affettata
1 cucchiaino di pepe neroSalsa di pesce2 manzo bollito
1 limoneSalsa di soia
Procedimento:
Friggere le patate per 3 minuti e metterle da parte.In una pentola fare bollire lentamente il manzo con la cipolla e il pepe nero per almeno un'ora. Togliere la schiuma che si forma. Aggiungere acqua finché il manzo è tenero. Quando il manzo è molto tenero, aggiunge le patate fritte. Lasciare riposare per 5 minuti. Aggiungere il cavolo ed il cavolo cinese. Condire con la salsa di pesce. Togliere dal fuoco e servire caldo con la salsa di soia e il succo di limone.
Suggerimento di cucina:
Bollire i grandi pezzi di manzo lentamente e delicatamente a calore basso esalta il gusto della carne e la mantiene molto tenera.
A CURA DI:Recio Maricar1^E Alberghiero
Una ricetta
tipica dalle Filippine
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Procedimento:
1.In una padella da cucina, versare l’olio e far friggere il maiale fino a rosolarlo, togliere il maiale dalla padella e lasciare a parte. 2.Nella stessa padella aggiungere l'aglio, la cipolla, lo zenzero ed i pomodori e far saltare.3.In una casseruola, bollire l'acqua ed aggiunge il bagoong. 4.Aggiungere il maiale nella casseruola e la miscela nell'aglio saltato, la cipolla, lo zenzero ed i pomodori. Portare all'ebollizione e fare bollire lentamente per 10 minuti. 5.Aggiungere in tutte le verdura e cuocere finché la verdura è pronta, fare attenzione a non scuocere le verdure.6.Aggiungere il sale ed il pepe. 7.Servire caldo con il riso semplice.
A CURA DI:Bautista Kristine1^E Alberghiero
Ingredienti:
1/4 chilo di maialetagliato a piccoli pezzi
2 Amapalya (i meloni amari) 2 melanzane, affettate
5 pezzi di okra1 testa di aglio
2 cipolle, a dadini 5 pomodori, affettati
1 cucchiaio di zenzero, frantumato e affettato4 cucchiai di alamang di isda
o il bagoong3 cucchiai di olio
1 1/2 tazza di acqua Il sale ed il pepe
Una ricetta
tipica dalle Filippine
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Il Pinakbet o il pakbet è un piatto popolare di Ilocano, dalle regioni del nord delle Filippine, sebbene è diventato
popolare in ogni parte l'arcipelago. La parola “pinakebet” significa "ristretto" o "avvizzito". Nel pinakbet di Ilocano si
usa il bagoong: pasta di gambero.La verdura fondamentale usata in questo piatto include il
melone nativo amaro, la melanzana, il pomodoro, lo zenzero, l'okra, i fagiolini, i fagioli di lima, peperoncino, e
fagioli alati. La maggior parte di queste verdura è facilmente accessibile e cresce nei cortili posteriori e nei giardini della maggior parte delle famiglie di Ilocano. In
alcuni casi si aggiunge carne di maialei. Nelle Filippine è considerato un piatto molto sano e conveniente .
A CURA DI:Bautista Kristine1^E Alb.
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Procedimento:
Prendere una padella e mettere patatine, wuster, e carne a cuocere.In un’altra padella aggiungere dell’olio e mettere a cuocere cipolla e pomodoro.Quando tutti gli ingredienti sono ben cotti si mette tutto in un solo piatto .Per decorare utilizzare un uovo sodo fatto a fettine con olive e per dare gusto al piatto maionese e ketchup .
A CURA DI:Terrazas Nohelia1^A Aziendale
Ingredienti:
PatatineWusterCarneCipolla
pomodoroolio di oliva
Una ricetta
tipica dalla Bolivia
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Procedimento:
Mettete il coniglio nella tajine. Versate il succo di prugne.Aggiungete le cipolle tritate e l’olio d’oliva, unite lo zenzero pelato e grattugiato finemente. Aggiungete la paprika, il ras-el-hanout, lo zafferano e il bastoncino di cannella. Portate lentamente a bollore, abbassate il fuoco, salate e pepate. Coprite e cuocete a fuoco basso per40 minuti - 1 ora.Unite le prugne e i pomodori e continuate la cottura con il coperchio per 15 minuti, poi aggiungete il miele e cuocete, scoperto, per altri 10 minuti.Aggiustate di sale e di pepe e cospargete il tutto con erbe tritate.In forno: a temperatura molto bassa.
Una ricetta
tipica dell’Algeria
A CURA DI:Ponza Sara1^A Aziendale
Ingredienti:
1 coniglio tagliato a pezzi2 cucchiai di olio d’oliva
750 ml di succo di prugne e 12 prugne1 pezzettino di zenzero (4 cm)
1 cucchiaino di paprika2 cucchiaini di ras-el-hanout
1 pizzico di zafferano in filamenti4 cipolle e 1 bastoncino di cannella
2 cucchiai di miele6 steli di coriandolo e 6 di prezzemolo
6 pomodori secchi (facoltativi)sale e pepe
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OPZIONINella preparazione della Tajine unite un cucchiaio di
acqua di fiori d’arancio (insieme al miele) per un aroma ancora più delizioso.
MANUTENZIONE DELLA TAJINEUngete di olio la tajine prima di utilizzarla.
UTILIZZO DELLA TAJINESul gas: utilizzare uno spargifiamma.
Sulle placche elettriche e in vetroceramica: a fuoco molto basso.
Sulle placche a induzione: impossibile, salvo che si utilizza un "relè a induzione" o se si tratta di una tajine in ghisa
come quella Le Creuset.
A CURA DI:Ponza Sara1^A Aziendale
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Procedimento:Setacciare la farina a fontana su di una spianatoia. Praticare un incavo nel centro e versarvi l’acqua; aggiungere l’uovo, il burro tiepido ed il sale. Impastare. Prendere la pasta e sbatterla con violenza sullaspianatoia infarinata per 50/70 volte per renderla elastica. Appallottolare la pasta e metterla a riposare sotto una ciotola capovolta per circa un’ora. Nel frattempo preparare il ripieno (vedi sotto). Con un matterello, stendere la pasta il più sottile possibile. Infine, spennellare lo strato di pasta con del burro fuso e procedere alla farcitura con il ripieno.
Ripieno:Mescolare in una terrina il formaggio fresco con le uova, un pizzico di sale e lo zucchero. Stendere il ripieno sulla pasta e poi con l’aiuto del telo arrotolare il tutto molto delicatamente e poggiare su una teglia leggermente unta. Imburrare la superficie e cuocere a metà forno. A cottura ultimata, cospargere di zucchero a velo. Cuocere in forno a 200° per 35-40 minuti
Una ricetta
tipica della Moldavia
A CURA DI:Vinogradov Mihaela1^B Aziendale
Ingredienti:
250 g farina½ tazza di acqua tiepida
1 uovo1 pizzico di sale
1 cucchiaio di burro
per il ripieno:
750 g di formaggio fresco 3 uova
2 cucchiai di zuccherouna presa di sale
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La cucina moldava è molto semplice, basata su piatti saporitie facili da preparare.
Piatti tradizionali sono: la Musacà una specialità di carne di maiale trita e speziata con aglio e peperoncino la Tochiturà,carne di maiale , formaggio di pecora, uova, aglio, polenta i Mititei o Mici: polpette di forma cilindrica di carne di manzo (talvolta mescolata con maiale o pecora) condita con aglio e pepe nero (a volte peperoncino) e una
spezia chiamata Cimbru (il timo). Sono cucinati sulla griglia e possono essere serviti con senape, o con altre salse locali. La
Ciorbà minestra o zuppa, preparata con ingredienti diversi, soprattutto verdure e carne. I Sarmale involtini di fogli di verza o di vite farciti con macinato di carne di maiale, riso, più altre verdure e sapori. Il Cozonac (panettone) : dolce tipico natalizio dalla forma
parallelepipeda ripieno di canditi, noci o cacao.
A CURA DI:Vinogradov Mihaela1^B Aziendale
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Procedimento:
Il pollo si taglia iniziando dalla spina dorsale fino al petto; si taglia il petto e si toglie le ossa delle gambe. Dopo il taglio, si mette la carne tritata, i funghi, il carote tagliato a quadretti, piselli, porro tritato, uovo, il mazzetti di prezzemolo tritato finemente poi le spezie.Dopo si mettono le costole. Il pollo di piega, poi si cuce con un ago sottile sulla spina dorsale.Si unge con olio e si mette nel forno per 30-40 minuti ad un fuoco adeguato. Si spruzza ogni tanto con acqua. Si aggiunge il vino 5 minuti prima di essere rimosso dal forno.
Una ricetta
tipica della Romania
A CURA DI:Mita Irina1^A Aziendale
Ingredienti:
1 pollo500 gr carne tritata
100 gr funghi affettaticarota, piselli, porro
1 uovo sale, pepe e paprica dolce1 mazzetto di prezzemolo
2 costole a fette sottili150 ml di vino bianco
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Procedimento:
Tagliate il manzo a striscioline e lasciate marinare nel vino per 1 ora. Imbiondite l’aglio nell’olio a fuoco medio, quindi aggiungete la carne (conservando la marinata). Aggiungete, ora, la passata di pomodori, il sale e il pepe e lasciate cuocere per qualche minuto. Aggiungete, quindi, la cipolla, le strisce di jalapeno, il prezzemolo e l’aceto e incorporate anche la marinata. Friggete, nel frattempo, le patatine in una casseruola a parte e aggiungetele agli altri ingredienti. Servite il piatto su di un letto di riso bianco.
Una ricetta
tipica del Perù
A CURA DI:Juàrez Marzioandrè1^E Alberghiero
Ingredienti:
1 kg di filetto o bistecche di manzo¼ tazza di vino rosso
2 cucchiai di aglio schiacciato2 cipolle medie tagliate in striscioline
4 pomodori senza semi e passati5 patate sbucciate e tagliate a bastoncini
1 peperoncino jalapeno tagliato a striscioline 1 cucchiaio di aceto
olio vegetale per la frittura, sale e pepe, prezzemolo tritato finemente
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Il lomo saltado è un antico piatto tipico della cucina peruviana, molto diffuso a partire dalla metà del XIX sec., epoca dell'inizio
dell'influenza cinese in Perù.È una miscela di cucina criolla e orientale. L'influenza orientale si riconosce dalla tecnica di cottura in pentola ad alte temperature,
oggi conosciuta in Perù come salteado. La sinergia delle due gastronomie millenarie conferisce a questo piatto un perfetto
equilibrio dei suoi sapori e aromi.È un piatto tipico unicamente del Perù ed è uno dei più consumati in
questo paese. Viene spesso usato il peperoncino jalapeno peruviano. Viene servito generalmente con riso scondito o patate.Il Lomo Saltado si trova in tutti i menù dei ristoranti peruviani, nelle
città medio-grandi del mondo.
A CURA DI:Juàrez Marzioandrè1^E Alberghiero
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Procedimento:
Prendere le ali di pollo e farle rosolare nel vino per un ora. Preparare un soffritto con olio zenzero e cipolla. Una volta cotte le ali unirle al soffritto di zenzero e cipolla e cuocere per 15 minuti, sfumare con la cola a fuoco tenue. Quando la cola è evaporata il piatto è pronto.
Una ricetta
tipica della Cina
A CURA DI:Shan Ru Ting1^A Alberghiero
Ingredienti:
Ali di polloVino
CipollaCola
ZenzeroSale pepe e olio
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Carta geografica di Arno Peters
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-Perù -Bolivia
-Romania-Moldavia
I ragazzi coinvolti in questa prima parte del progetto “Insieme siamo il mondo” appartengono alle seguenti classi:
- 1°A aziendale
- 1°B aziendale
-1° E alberghiero
Si è deciso di trattare con i ragazzi il tema dell’alimentazione nel mondo.
All’ interno del laboratorio creativo, ogni studente ha elaborato una ricetta tipica del proprio paese di origine.
-Filippine-Cina
-Marocco-Algeria
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A CURA DI:Juàrez Marzioandrè1^E Alberghiero
Questo progetto è rivolto agli alunni stranieri dell’istituto Giolitti i cui maggiori paesi di
provenienza sono: Perù, Brasile, Camerun, Costa d'Avorio, Marocco, Romania, Albania, Cina, ed è
basato sul concetto di società multiculturale europea e mondiale nella quale si ha la necessità
di favorire un clima relazionale di apertura al dialogo. A tal fine è stata offerta ad allievi e docenti,
l'occasione di approfondire le tematiche della dialettica e dell'educazione interculturale.
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A CURA DI:Juàrez Marzioandrè1^E Alberghiero
I laboratori formativi ai quali hanno partecipato i ragazzi, si sono
articolati in alcuni momenti di lavoro, di approfondimento e
sensibilizzazione sui temi dell’ intercultura.
Sono qui elencati gli ambiti trattati in ordine cronologico.
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Durante i laboratori la classe ha lavorato sulla conoscenza reciproca, la rappresentazione di sé e la
comunicazione verso l’altro. Il formatore ha utilizzato a questo scopo l’attività: “Mi presento attraverso la
geografia” durante la quale ogni ragazzo ha avuto modo di rappresentare se stesso attraverso la raffigurazione
mnemonica di un planisfero. I lavori sono stati poi analizzati in un momento di lettura
e riflessione collettiva.
Il formatore ha poi presentato ai ragazzi la Carta di Arno Peters e ha condotto l’osservazione guidata, durante la
quale i ragazzi sono stati indirizzati a cogliere le differenze che emergono tra: l’antica Carta di Mercatore
e la recente carta di Peters.
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Il lavoro è proseguito parlando di relatività culturale e riflettendo su: punto di vista e
spiazzamento. A questo scopo è stata proposta la lettura in
classe di alcuni estratti dal “Papalagi” di Tuiavii di Tiavea, libro nel quale viene descritto l’uomo occidentale dal punto di vista di un capo tribù delle isole Samoa; per poi proseguire con una
lettura intitolata “usanze tribali” la quale volutamente genera nel lettore un senso di
spiazzamento e incomprensione di ciò che si sta realmente descrivendo, ovvero un gioco
sportivo.
A seguire commento e dibattito in classe
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Si è poi passati a lavorare sul tema specifico dell’alimentazione, partendo dalla visione e analisi di
alcune immagini del fotografo Peter Menzel. Le foto analizzate sono raccolte in un libro denominato “Hungry Planet” e ritraggono alcune famiglie del mondo
accanto al cibo acquistato per una settimana. Ogni foto riporta anche il costo della spesa sostenuta
dalla famiglia in oggetto.
All’osservazione di queste immagini è seguito un momento di dibattito e riflessione di gruppo
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I ragazzi che hanno partecipato
appartengono alle classi prime, seconde e terze degli indirizzi
alberghiero e aziendale dell’Istituto
I paesi dei ragazzi coinvolti in questa seconda parte del progetto sono 7:
Marocco, Ecuador, Moldavia, Romania,
Perù, Filippine, Ghana
Nel corso dei laboratori creativi ogni ragazzo ha elaborato una festa o
tradizione del proprio paese di origine e una ricetta tipica ad essa correlata.
Tutti i contributi sono stati poi inseriti in queste pagine navigabili
Il percorso didattico sui temi delle feste e delle tradizioni è stato strutturato in due parti: una di laboratorio formativo e una di
laboratorio creativo.
Il gruppo classe che ha partecipato al progetto è stato accompagnato in un lavoro di
introduzione, approfondimento e sensibilizzazione sulle tematiche
della multiculturalità, interculturalità, convivenza, diritti.
Il gruppo classe ha prodotto i materiali che sono contenuti in
questa sezione navigabile e realizzato alcuni dei contenuti grafici.
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Carta geografica di Arno Peters
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-Perù -Ecuador
-Romania-Moldavia
-Filippine
-Marocco-Ghana
I ragazzi coinvolti in questa seconda parte del progetto “Insieme siamo il mondo” appartengono alle seguenti classi:
- 1°G alberghiero
- 1°F alberghiero
- 1°E alberghiero
- 2°B aziendale
- 2°A aziendale – turistico
- 2°F alberghiero
- 3°B cucina
Si è deciso di trattare con i ragazzi il tema delle feste e delle tradizioni nel mondo.
All’ interno del laboratorio creativo, ogni studente ha raccontato una festa ed una ricetta tipica del proprio paese di origine.
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QUANDO:La festa dell’ Aid el Kabir si festeggia 7 giorni dopo la fine del Ramadan. L’anno scorso il Ramadan è terminato il 10 Settembre e allora la festa Aid el Kabir si è festeggiata il 16 Novembre.
COME:La festa dell’Aid el kabir è moltoimportante perché è un’occasione in cui le famiglie si ritrovano. Gli uomini uccidono un animale secondo le regole dell’Islam; generalmente si tratta di una capra, un agnello o un animale più grande, dipende dal numero delle persone e dalla disponibilità economica. Questo lavoro è riservato agli uomini, che intanto recitano delle preghiere. Poi l’ animale viene diviso in tre parti, una per sé, una per i vicini e la terza per i poveri.
A CURA DI:En Naour Fatima Classe 1°F alb.
Una festa dal Marocco
LA TRADIZIONE…
“ La festa dell Aid el Kabir, ovvero “La festa del sacrificio” è una festa importante per i marocchini .
Il giorno della festa, la mamma si alza presto e ci porta un vestito nuovo: è un regalo! Poi dice: “Spakcair” che significa “Buongiorno”. Noi indossiamo i vestiti nuovi e
con nostro padre andiamo alla moschea.Tornati a casa, le donne e si occupano della
preparazione della carne. La carne viene cotta alla brace e servita con: couscous, verdure, pane, polpette,
dolci e tè. La nostra famiglia è solita festeggiare a casa di nostra
zia; si mangia tutti insieme e si passa la giornata in allegria. Al termine del pasto, ci si affretta a regalare una parte della carne ai poveri e ai bisognosi. Questo perché riteniamo giusto nei giorni di festa (e non solo)
aiutare i meno abbienti, chi ha fame e chi è in difficoltà.
Durante questa festa la mia famiglia prepara dei dolci
chiamati FAKAS.”
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ingredienti:-7 uova
-1cucchiaio di burro fuso-2 bicchieri di zucchero
-2 bicchieri di olio d’oliva-1 bustina di vaniglia
-Farina quanto basta per ottenere un impasto lavorabile con le mani-Buccia di un limone grattugiata
-Un cucchiaino di semi di finocchio -Un pizzico di sale
preparazione:
Impastare tutti gli ingredienti e formare un panetto piuttosto lungo e alto 5 centimetri.
Mettere in forno per 5 minuti a 180°.Togliere dal formo, e far raffreddare. Tagliare a fettine e rimettere in forno affinché i biscotti diventino croccanti.
A CURA DI:En Naour Fatima
Classe 1°F alb
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Il tatuaggio all’hennè é una pratica molto antica, largamente impiegata nei paesi medio orientali. L’hennè viene utilizzato dalle donne per abbellire la pelle come strumento di seduzione per mariti e fidanzati.
Il tatuaggio all’hennè scompare dalla pelle in un tempo compreso tra due settimane e un mese; non è affatto doloroso e lascia sulla pelle un piacevole profumo che si attenua dopo alcuni giorni.
Le decorazioni utilizzate nella pratica del tatuaggio all’hennè sono disegni di fantasia, fiori e foglie.Questi tatuaggi si realizzano in occasione di matrimoni e alcune feste, come la festa dell’Aid el Kabir
A CURA DI:Chentoufi ManarClasse 1°G alb.
Una tradizione dal Marocco
CHE COS’E’ L’HENNE’?
La pianta dell’hennè è originaria dell’Africa eancora oggi è molto utilizzata nei paesi nord Africani come la Tunisia, l’Egitto, il Sudan e l’Arabia Saudita.
L’hennè viene preparato a partite delle foglie della pianta omonima.
Le foglie vengono essiccate e macinate, poi si aggiunge acqua e succo di limone, si crea in questo modo l’impasto che serve per realizzare i tatuaggi.
Per migliorare il fissaggio del tatuaggio si usa tamponare la pelle con un batuffolo di cotone
imbevuto nel succo di limone.
Il tatuaggio deve essere lasciato asciugare da due a quattro ore, trascorso questo tempo sarà possibile eliminare dalla superficie l’eccedenza essiccata.
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I” la Religione musulmana vieta tutti i tatuaggi
permanenti, come spiegato da diversi ahadith del profeta
Maometto, sono consentiti solo i tatuaggi temporanei fatti con l'hennè, pigmento organico di color rosso-amaranto, ricavato dalla pianta della
"Lawsonia inermis", "Henna" in arabo. Nella tradizione araba e anche in quella indiana
sono le donne a tatuarsi con l'henna.I tatuaggi vengono fatti sia sulle mani che sui piedi.Molte spose vengono completamente tatuate per la loro prima notte di nozze, per questo la sera prima
delle nozze viene chiamata "Lelet al Henna" (la notte dell'hennè). I tatuaggi all’hennè sono
estremamente decorativi, alcuni possono essere molto elaborati ed assimilabili a vere e proprie
opere d'arte che hanno la durata media di qualche settimana di vita.
A CURA DI:Chentoufi ManarClasse 1°G alb
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Il matrimonio In Marocco è una festa che dura parecchi giorni.Solitamente sono previste due feste: una per la sposa e una per lo sposo.
La preparazione della sposa inizia un mese prima del matrimonio, essa non si deve preoccupare di nulla, poiché sarà la sua famiglia e la famiglia del futuro marito a pensare a tutto ciò che è necessario per l’evento. In Marocco durante il matrimonio la sposa si siede su una specie di poltrona a fianco del marito. La coppia viene poi attorniata dai parenti che festeggiano con loro il lieto evento.
Durante questa festa, la sposa, può indossare molti vestiti diversi. solitamente indossa i vestiti tipici di alcune città del Marocco. Ogni città ha il suo abito tradizionale ed essa può cambiarsi più volte d’abito, indossando i vari costumi tradizionali di varie città del Marocco.
A CURA DI:Wiam SiafClasse 1°E alb.
Una tradizione dal Marocco
LA TRADIZIONE…
“ i matrimoni marocchini durano anche fino a 7 giorni e sono pieni di balli e canti, a mio parere sono molto belli.. mi piacciono molto i matrimoni
orientali! ”
Il giorno prima del matrimonio la sposa si veste con un abito tradizionale per la notte dell’henné .
La sposa deve sottoporsi quasi a 2 ore di trattamento all’hennè su piedi e mani.
Un piatto tipico che viene realizzato in occasione dei matrimoni marocchini è la
CARNE CON PRUGNE SECCHE E MANDORLE
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ingredienti:-carne-olio
-cipolla tritata-Zafferano
-prugne-Zucchero-Mandorle
preparazione:
Si mette la carne in una pentola a soffriggere con olio, cipolla tritata, sale, pepe e zafferano.
Si mescola il tutto, poi si lascia su fuoco fino a che la carne sia ben cucinata. In un altra pentola, si mettono le prugne con acqua (la quantità da coprire tutto) e zucchero granulato e si lascia cuocere. In un piatto quindi, mettiamo uno strato di
carne, con il suo sugo e al di sopra versiamo le prugne e le mandorle.
E’ consuetudine...accompagnare alla carne un piattino di prugne cosparse di grani di sesamo.
A CURA DI:Wiam Siaf
Classe 1°E alb
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Ziua Vinului ovvero ‘la giornata del vino’ si festeggia in Moldavia il 21 settembre.
Questa festa è fortemente sentita soprattutto nella capitale Chisinau. “Il Giorno del vino'' è importante perché ricorda che il vino è uno dei prodotti principali dell’economia della Moldavia. Questa festa si svolge in autunno, quando l’uva è matura. Le persone escono per le strade e si ritrovano nelle piazze per festeggiare con grande allegria. Durante questa festa ad ogni persona viene offerto un un bicchiere di vino bianco o rosso. In questa giornata tutti si divertono, bevendo vino, mangiano, ballano e cantano danze moldave.
Una festa dalla Moldavia
LA TRADIZIONE…
“ Nel ‘giorno del vino’ è abitudine preparare alcuni cibi particolari: sarmale, placinte calde fatte dalle
nonne e i tradizionali biscottini con lo zucchero ”
Di tutte le province storiche della Romania, la Moldova è la più conosciuta per la produzione dei
vini che vengono acquistati da molti paesi europei e anche dalla Russia.
Molte volte, in Moldavia, il vino è stato fonte di ispirazione per storie e racconti della tradizione
popolare.
Nella giornata del vino a casa prepariamo le SARMALE
A CURA DI: Morozan LarisaClasse 1 E ALB
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ingredienti:-300 gr. di riso
-400 gr. di polpa di vitello-100 gr. di grasso animale
-100 gr. di olio-200 gr. di pancetta
-2 cipolle, 2 carote, 2 pomodori, 1 peperone medio-prezzemolo
-peperoncino, sale, foglie di alloro-20 foglie di cavolo
-20 foglie di vite-mezzo litro di brodo.
preparazione:
Si tagliano le verdure a dadini, si mettono in una casseruola con grasso e olio caldo per farle dorare. Si aggiunge la pancetta e la carne tagliata a dadini. Si fa rosolare per 5 minuti e poi si fa cuocere tutto per 10 minuti, regolando di sale e peperoncino. Si mescola bene e si lascia risposare. In una pentola con acqua e
sale grosso si fanno scottare le foglie di cavolo e di vite per un minuto. Si scolano e si raffreddano. A questo punto si riempie ogni foglia di vite con la
preparazione, si arrotola e si mette con cura in una casseruola alta una con un po’ di olio e una foglia di alloro. Alle fine si aggiunge il brodo caldo e (volendo) 200 gr di passata di pomodoro. Si passa in forno riscaldato a 180°C, per 35-45
minuti. Questo piatto generalmente viene servito con la panna.
A CURA DI: Morozan LarisaClasse 1 E ALB
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La festa del Martisor si festeggia dal 1 al 31 marzo.Quella del Mărţişor è una festa che vuole salutare l'inizio della primavera. Si celebra in Romania, Moldavia, Bulgaria e Macedonia. Il nome deriva dal diminutivo di "Marzo" (in rumeno Martie) ed ha il significato di "piccolo Marzo" o "caro Marzo". Le origini della festa non si conoscono, pare che sia nata ai tempi dell’Impero Romano quando l’Anno Nuovo era festeggiato nella prima giornata di primavera, nel mese di marzo. Marte non era soltanto il dio della guerra, ma anche della fertilità e della vegetazione e questa dualità è presente nel doppio filo intrecciato rosso e bianco, simbolo della festa.Per alcuni il bianco rappresenta l’inverno e il rosso la rinascita della vita, per altri il bianco è la ragione chiara dell’uomo e il rosso evoca la vitalità calda della donna. Il loro intreccio significa l’indissolubile unità dei due principî che raggiungono pienezza solo camminando uno accanto all’altro.
Una festa dalla Moldavia
LA TRADIZIONE…
Alcune ricerche archeologiche in Romania hanno portato alla luce dei “mărţişor” di 800 anni fa, fatti di piccole
pietre colorate in bianco e rosso. In alcune zone il martisor era composto da una piccola moneta,in seguito, il nastro veniva appeso ai rami di un albero da frutta (si pensava che portasse abbondanza) mentre in cambio
della moneta si comprava del formaggio bianco, affinché la pelle del volto restasse bianca e fresca come questo.
Durante questa festa in Moldavia i marciapiedi delle città si riempiono di bancarelle e tavoli dove i venditori
competono in creatività nel realizzare i martisor più belli. A volte in queste bancarelle si trovano dei veri e propri
tesori.
Durante il Martisor a casa prepariamo il COZONAC
A CURA DI: Stanescu Ana MariaClasse 1 E ALB
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preparazione:Sciogliere il lievito in 100 ml. di latte leggermente intiepidito, unire 30 g. di zucchero, il miele, il tuorlo ed unire questo composto a 200 g. d farina e lavorare a lungo. Quando il composto è bello elastico, aggiungere 50 g. di burro. Mettere l'impasto in una ciotola ricoperta da pellicola
e lasciar lievitare per circa due ore o comunque fine al raddoppio.A questo impasto lievitato aggiungere gli altri 50 g. di zucchero e le uova e cominciare ad impastare, unire gli altri 300 g. di farina, i 40 ml. di latte rimasto, i due cucchiai di rhum, la vanillina, la buccia d'arancia e il sale ed impastare tantissimo fino a quando l'impasto avrà
preso corda e sarà diventato bello lucido. A questo punto aggiungere gli altri 100g. di burro a pezzi evitando di mettere il pezzo
A CURA DI: Stanescu Ana Maria
Classe 1 E ALB
e per la farcitura:-150 g. di noci
-120 g. di uvetta-20 g. di cacao-50 ml. di rhum
-50 ml. circa di latte-80 g. di zucchero
-Per lucidare:-un tuorlo d'uovo ed un cucchiaio di latte
ingredienti:-500 g. di farina
-2 uova e un tuorlo-90 g. di zucchero-150 g. di burro-140 ml. di latte
-un cucchiaino di miele-un pezzo di lievito di birra da 25 g.
-2 cucchiai di rhum-una bustina di vanillina
-la buccia di mezza arancia grattugiata-un cucchiaino colmo di sale
successivo se quello precedente non è ben incorporato e l'impasto non è ben in corda. Piegare l'impasto in due e poi ancora in due come per un fazzoletto e poi
appallottolarlo e metterlo in una ciotola coperta da pellicola trasparente e metterlo al caldo per 5-6 ore per facilitare la lievitazione.
Durante questa ultima ora, mettere l'uvetta a bagno nel rhum e quando è bella morbida tritarla con le noci insieme al rhum a tutti gli ingredienti della farcia di
latte fino a raggiungere una consistenza cremosa
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Il Martisor veniva regalato in giorno del 1° marzo e indossato da 9 a 12 giorni, a volte fino a quando fioriva il primo albero o
sbocciava la prima rosa. A quel punto veniva appeso a un ramo fiorito con la speranza di vedere i fiori sbocciare tutto l'anno.
A Dobrogea, [sud est della Romania, tra il Danubio e il Mar Nero] veniva portato fino all'arrivo delle cicogne e quindi lanciato verso
il cielo perchè portasse ancor più fortuna.
Nei villaggi della Transilvania, il Martisor rosso e bianco, fatto con filo di lana, era appeso alle porte, alle finestre, alle corna degli
animali, ai recinti delle pecore, ai manici dei secchi, per allontanare gli spiriti malefici e per invocare la vita, la sua forza
rigeneratrice, attraverso il rosso, il colore della vita stessa.
Alcune persone ritengono che il colore bianco sia legato alla tradizione secondo la quale nei villaggi di montagna, il primo giorno di marzo era quello in cui le ragazze si lavavano con
l'acqua della neve sciolta, per essere belle e bianche come la neve.
A CURA DI: Stanescu Ana Maria
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Quella del Martisor è una tradizione ereditata dai nostri antenati, i rumeni. La parola Martisor è il nome popolare di marzo. Martisor è una festa che celebra la venuta della Primavera. In questo giorno si danno alle donne Martisor, che hanno il valore simbolico di amore e di gioia perché è tornata la Primavera.
Si ritiene che il Martisor porti felicità e fortuna. Sono tradizionalmente fatti a mano e vengono offerti insieme ad altri simboli di fortuna: il bucaneve, il quadrifoglio, il ferro di cavallo, il cuore.
Una tradizione dalla Moldavia
LA TRADIZIONE…“Martisor” è anche il nome di un piccolo oggetto: una stringa intrecciata di un filo
bianco e uno rosso. Questo oggetto si mette sul petto, a sinistra sul cuore e si porta fino
quando finisce il mese di Marzo.
Durante il Martisor a casa prepariamo le PIRJOALE MOLDOVENESTI
A CURA DI: Papucciu MariaClasse 2 A AZ.TUR.
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ingredienti:-500 g di carne di maiale
-500 g carne di vitello-2 carote
-5-6 spicchi di aglio-1 cipolla grande, bianca
-2 uova-500 g pane bianco, senza crosta
-1 tazza grande di latte-Prezzemolo fresco
-Timo verde, sale, pepe, olio
preparazione:
La carne si lava, poi si trita insieme con la cipolla e l’aglio. Le carote si grattugiano. Il pane si ammorbidisce nel latte, poi si strizza. Tutti i tipi di carne
si mettono in una ciotola grande insieme con le carote, l’aglio, la cipolla, le uova, il prezzemolo macinato, il timo tritato, sale e pepe. Poi si formano alcuni cilindri che devono essere appiattiti. Si fanno friggere nell’ olio caldo qualche minuto per lato. Quando sono dorati, si adagiano su un carta assorbente e si
servono caldi.
A CURA DI: Papucciu Maria
Classe 2 A Az.Tur.
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La festa del ‘Signore dei Miracoli’Si festeggia in Ecuador il 14 settembre.Durante i giorni della festa ogni anno gli uomini portano in processione per la città la croce con il Cristo nero.In questa giornata la gente celebra la festa con balli per le strade della città.
La figura del Cristo nero è legata alla figura di un chierico: Isidro de Veinza e Mora il quale, poco prima di morire, donò i suoi beni ai suoi lavoratori e diede la libertà ai suoi schiavi.Cristo aveva così ispirato don Isidro, all'inizio del XVIII secolo, a dare completa libertà a un gran numero di schiavi.Per questo i festeggiamenti del Cristo nero sono anche legati all’abolizione della schiavitù in Ecuador.
Una festa dall’Ecuador
LA TRADIZIONE…
Tra l'anno 1684 e anno 1694 Isidro de Veinza e Mora trova i resti di un Cristo nero, ma un giorno
si ammala gravemente e diventa quasi completamente cieco.
Isidro decide allora di chiede intercessione a Gesù, se il Signore lo avesse guarito, lui avrebbe
ripristinato i resti del Cristo Nero che aveva trovato.
Il Signore lo ascolta, Don Isidro recupera la vista e il popolo introduce nelle celebrazioni
l'immagine restaurata del "Cristo Nero“.
Proprio per questa vicenda il Cristo Nero viene anche chiamato ‘Signore dei Miracoli’.
Durante questo giorno di festa In casa prepariamo il
YAPINGACHO
A CURA DI: Gòmez Arenilla Katherine Classe 2 B AZ.
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ingredienti:-1 Chilo di riso
-2 chili di patate-4 salsicce
-½ chilo di arachidi-1 cipolla tritata
-2 foglie di lattuga-4 uova
preparazione:
Cucinare il riso. Cuocere le patate e schiacciarle come purea ma senza latte e senza burro, in una
padella preriscaldare l’olio e formare alcune frittelle di patate spessa, cospargere con formaggio a piacere.
Mettere la cipolla tritata finemente in un’altra padella con il burro e aggiungere 5 cucchiai di latte e arachidi, friggervi le uova, tagliare le salsiccia e comporre il piatto
sovrapponendo a strati.
A CURA DI: Gòmez Arenilla
Katherine Classe 2 B AZ.
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A CURA DI:Juàrez Marzioandrè1^E Alberghiero
I laboratori formativi ai quali hanno partecipato i ragazzi, si sono
articolati in alcuni momenti di lavoro, di approfondimento e
sensibilizzazione sui temi dell’ intercultura.
Sono qui elencati gli ambiti trattati in ordine cronologico.
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Durante i laboratori la classe ha scoperto il planisfero politico di Arno Peters mettendolo a confronto con la più
antica Carta di Mercatore. Attraverso questa rappresentazione i ragazzi hanno avuto modo di osservare da un nuovo punto di vista i
paesi del Mondo e cogliere le implicazioni con le dinamiche economiche e commerciali attuali.
Siamo giunti poi a parlare di Commercio Equo e Solidale e delle culture con cui esso stringe relazioni ogni giorno.
Il discorso sul Commercio Equo e Solidale e sui suoi produttori ci ha permesso di arrivare a conoscere
differenti popolazioni del mondo e le loro usanze e tradizioni.
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Il nostro viaggio intorno al Mondo ci ha portato ad affrontare il tema della scansione cronologica del
tempo, legata ai cicli lunari e ai cambiamenti stagionali.
Abbiamo osservato in classe come la percezione dello scorrere del tempo si sia differenziata nei popoli della Terra dando origine a differenti tipologie di Calendari.
Il Calendario Interculturale ci ha permesso di osservare le feste dal mondo e coglierne i legami con il
mutare delle stagioni.
In un momento di riflessione collettiva sono stati messi in evidenza le similitudini tra festività di popoli anche
molto distanti (geograficamente) tra loro.
Per ultimo abbiamo elencato le possibili tipologie di Feste esistenti nel mondo.
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Si è poi passati a lavorare sul tema specifico delle feste e delle tradizioni dei paesi di origine
dei ragazzi.
Ogni alunno ha raccontato una festa tipica del suo paese, andandone a ricercare gli aspetti
caratterizzanti, usi e costumi e origini storiche.
Ad ogni festa è stata poi allegata una scheda che descrive una ricetta di un piatto tipico, abitualmente realizzato dalle famiglia del
ragazzo in occasione della festività presentata.