LA RUSSIA DI PUTIN
ELEZIONI, MUTAMENTI SOCIALI,
RELAZIONI INTERNAZIONALI
15 dicembre 2011 a cura di Renato Brunetta
2.2 RUSSIA
Elezioni nel mondo www.freefoundation.com
Indice
Elezioni parlamentari: i risultati
Il Partito di Putin vince ma crolla. Proteste in piazza senza precedenti
L‟ampliarsi della classe media: fattore di svolta sociale
Riflessi geopolitici: Il triangolo Washington-Pechino-Mosca. Il punto di Lucio
Caracciolo, Direttore di Limes
E se nascesse l‟Ue dell‟Est?
Quali le tappe?
Accordo per la creazione di una zona economica di libero scambio
Il caso Bielorussia
Il progetto euroasiatico e il nodo Ucraina
Medvedev a Bruxelles, Mosca promette fino a 20 miliardi di dollari
ALLEGATO. Valdai Discussion Club Analytical report: “Russia Should Not Miss its
Chance Development Scenarios”
2
ELEZIONI PARLAMENTARI: I RISULTATI
Il 4 dicembre 2011 si sono tenute in Russia le elezioni parlamentari per l‟elezione
dei 450 deputati alla Duma di Stato, Camera Bassa dell'Assemblea Federale
Russa
Come si evince dal grafico, considerando lo sbarramento al 7%, i seggi
conquistati da ogni singolo partito sono:
238 deputati per Russia Unita
92 deputati per il Partito Comunista
64 deputati per Russia Giusta
56 deputati per il Partito Liberal Democratico
3
IL PARTITO DI PUTIN VINCE, MA CROLLA
PROTESTE IN PIAZZA SENZA PRECEDENTI
Quindici punti percentuali in meno bruciano molto, e la perdita della
maggioranza costituzionale complica le cose. Ma La vera posta in gioco, per il
premier russo che vuole tornare al Cremlino, sono le presidenziali del prossimo
marzo: quelle, sì, vanno vinte, e subito
Se Putin centrerà il bersaglio al primo turno, il rinnovo della Duma potrà essere
archiviato come un danno minore, da gestire in famiglia, tra partiti solo
ufficialmente schierati su fronti opposti
I problemi di politica interna appaiono in realtà molto più incisivi, soprattutto alla
luce delle forti contestazioni scatenatesi dopo le elezioni. Quella del 10
dicembre è stata la più grande manifestazione dell‟ultimo ventennio, da
Kaliningrad a Vladivostok, passando per San Pietroburgo e ovviamente Mosca
Le accuse sono di brogli e manipolazioni. L‟Osce, a scrutinio avvenuto, è stata
chiara, registrando violazioni diffuse e casi di urne riempite con schede pre-
compilate
La prossima ondata di protesta è in calendario per il 24 dicembre
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L’AMPLIARSI DELLA CLASSE MEDIA:
FATTORE DI SVOLTA SOCIALE
Il fronte interno, sconvolto e preso alla sprovvista dalle forti manifestazioni di
piazza degli ultimi giorni, può essere spiegato alla luce del rapporto, Russia
Should Not Miss its Chance. Development Scenarios, pubblicato a novembre 2011
dal Valdai Club, in collaborazione con la Presidenza russa
Tale report parla chiaramente di “invecchiamento del brand” sia per Putin sia
per Medvedev e, soprattutto, per il partito al potere, Russia Unita
Il fatto nuovo è l’ampliarsi della classe media: per la prima volta nella storia
della Russia è destinata nel giro di un decennio a divenire la maggioranza
assoluta della popolazione (addirittura il 60-70% nelle grandi città), con tutto il
“potenziale di protesta non sistemico” che questo strato si porta dietro
Lontani i tassi di popolarità plebiscitari dei primi due mandati, il premier esplora
la pericolosa soglia del 50% e l‟attuale presidente supera a malapena il 40%,
attestandosi nella fase discendente della parabola della leadership, quella
della „morte politica‟
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RIFLESSI GEOPOLITICI: IL TRIANGOLO
WASHINGTON-PECHINO-MOSCA IL PUNTO DI LUCIO CARACCIOLO, DIRETTORE DI LIMES
Le tre principali potenze si studiano in cagnesco. Gli americani, inclini a vedere
nella Cina un pericoloso competitore se non un nemico da battere come a suo
tempo l'Urss, farebbero volentieri a meno di doversi confrontare anche con Putin
tornato al Cremlino, di sicuro non un amico degli Usa. Di qui il sostegno non solo
retorico agli oppositori di uno zar che ha già dato filo da torcere agli
occidentali. E di qui anche l'esplicito sostegno del regime di Hu Jintao a Putin. Fra
cinesi e russi le relazioni restano tiepide.
Su un punto di fondo Mosca e Pechino restano però sorelle: l'orrore per il “caos”,
per le “rivoluzioni colorate”, intese come interferenze americane nei loro affari
domestici, mascherate da sostegno a movimenti presuntamente democratici.
I precedenti “colorati” nell'ex Unione Sovietica - Ucraina in testa - non sono
comunque incoraggianti né dal punto di vista degli interessi geopolitici americani
né quanto a progressi verso gli standard occidentali
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E SE NASCESSE L’UE DELL’EST?
Il primo punto da chiarire è che Putin non ha alcuna intenzione di riformare una
nuova U.r.s.s., la sua idea, utopica la momento, ma non così irrealizzabile se
studiata attentamente, è quella di creare, per tappe, l‟Unione eurasiatica
Un sogno, come molti lo hanno definito in occidente, ma che potrebbe
rappresentare il filo conduttore della politica estera russa nei prossimi anni
Il 4 ottobre scorso, dalle pagine del quotidiano Izvestija, il premier russo aveva
delineato il suo progetto di Unione eurasiatica. Un enorme spazio economico
comune composto dai mercati delle tante ex repubbliche sovietiche interessate a
formare un nuovo polo molto simile alla nostra Unione Europea. Un blocco
sovranazionale che nelle intenzioni di Putin dovrebbe anche fungere da ponte
tra il Vecchio Continente e gli attivissimi paesi dell‟Asia-Pacifico. Una struttura
dinamica che un giorno potrebbe adottare una nuova e unica moneta
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QUALI LE TAPPE? Accordo per la creazione di una zona economica di libero scambio
Ottobre 2011: riunione di San Pietroburgo della Comunità degli Stati
indipendenti, dove l‟Ucraina ha sottoscritto un accordo per la creazione di una
zona economica di libero scambio con sette delle ex repubbliche sovietiche:
Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Armenia, Moldova e Tagikistan, in
attesa che entro fine anno si convincano a firmare le centroasiatiche Uzbekistan
e Turkmenistan e la caucasica Azerbaigian
Appena ratificato dai rispettivi governi, l‟accordo andrà a sostituire da gennaio
quello firmato dai paesi Csi nel lontano 1994
E‟ da vedere se questo si trasformerà in un accordo politico. Di sicuro Mosca
porta a casa un risultato positivo che accresce il peso degli argomenti da
mettere sul tavolo dei negoziati per un’entrata nel Wto che il Cremlino aspetta
da 18 anni
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QUALI LE TAPPE?
Il caso Bielorussia
18 novembre 2011: Bielorussia, Kazakistan e Russia, hanno firmato i documenti del
Ces, un nuovo spazio economico comune. È l‟ultima delle decisioni che sanciscono il
riavvicinamento della Bielorussia al Cremlino. In cambio, Minsk ha ottenuto un
prestito del fondo salva-Stati fondato da Putin per i paesi della Comunità
economica eurasiatica (Eurasec): Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e ovviamente,
Russia e Bielorussia
L‟accordo, per un credito da 3 miliardi di dollari, è stato firmato a giugno e la
Bielorussia sta aspettando la seconda di sei tranche che dovrebbero essere
consegnate fino al 2013. Ottenerla non è scontato, perché Minsk fa fatica a
rispettare i patti di stabilità, vista la crescita del deficit statale nella bilancia
commerciale e il conseguente crollo della moneta
Ma i buoni rapporti con Mosca sono ricominciati e Putin concede alla Bielorussia
anche nuovi sconti sul gas, in modo da tenere in piedi il regime di Lukashenko. Che
adesso gioisce, ma nel lungo periodo sarà costretto dal Cremlino a scelte
impopolari riducendo il welfare e svendendo le proprietà statali
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QUALI LE TAPPE?
Il progetto euroasiatico e il nodo Ucraina
Gennaio 2012: Russia, Bielorussia e Kazakistan entreranno nel vivo dell‟Unione
doganale che farà delle tre ex repubbliche sovietiche un comune spazio
commerciale, al quale si aggiungerà, appena i tempi tecnici e burocratici lo
permetteranno, anche il territorio del Kirghizistan da pochi giorni decisosi a far
compagnia al terzetto
4 su 15 dei paesi ex sovietici, formeranno il fulcro intorno al quale cementare il
progetto eurasiatico di Putin (escludendo gli ormai europei paesi baltici e una
Georgia più che riottosa, ne restano altri sette da dover convincere)
Il punto cruciale da sciogliere è l‟Ucraina: fratello minore di una Russia che vuole
ad ogni costo riavvicinarlo a sé. Un paese in odore di Europa, e di Nato, ma che
dopo la sentenza Timoshenko potrebbe girare il timone verso Mosca, visto che
Bruxelles, almeno per il momento, sembra avergli voltato le spalle. Forse per
questo che il primo ministro ucraino Azarov ha espressamente chiesto al suo staff
di verificare i dettagli per un possibile, e clamoroso, ingresso di Kiev nell‟Unione
doganale di Mosca, Minsk, Astana e Bishkek
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MEDVEDEV A BRUXELLES,
MOSCA PROMETTE FINO A 20 MILIARDI DI DOLLARI
(1/2)
15 dicembre 2011: per uscire dalla crisi dei debiti sovrani, l'eurozona potrà
contare sull'aiuto e l'assistenza della Russia. Il presidente russo Dmitri Medvedev
ha assicurato che Mosca è ''pronta ad investire'' in un'operazione di salvataggio di
Eurolandia attraverso il Fondo monetario internazionale (Fmi)
L'annuncio è stato fatto a Bruxelles al termine del 28/mo vertice Ue-Russia, l'ultimo
al quale Medvedev partecipa come presidente prima di cedere il passo a
Vladimir Putin
Al momento, la Russia detiene nel Fmi poco più del 2,5% dei diritti speciali di
prelievo, pari ad un totale di circa sei miliardi nella valuta del Fondo, calcolata
sulla base di quattro valute internazionali a rotazione. Secondo il consigliere
economico di Medvedev, Arkadi Dvorkovitch, la Russia potrebbe iniettare nel Fmi
altri 20 miliardi di dollari, partecipando così alla decisione assunta venerdì scorso
dagli Stati membri della Ue
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MEDVEDEV A BRUXELLES,
MOSCA PROMETTE FINO A 20 MILIARDI DI DOLLARI
(2/2)
La metà della somma indicata dal consigliere russo (10 miliardi di dollari)
potrebbe essere sbloccata in tempi rapidi perché - ha spiegato Arkadi
Dvorkovitch - si tratta di soldi che il Fmi dovrebbe restituire a Mosca e che
potrebbero invece essere trattenuti a questo scopo
L'aiuto di Mosca - che si aggiunge alla disponibilità dichiarata degli altri paesi
emergenti del Brics (Brasile, India, Cina e Sud Africa) - non è comunque
disinteressato. Il 41% delle riserve russe sono in euro e per la Russia è vitale
preservare il valore della moneta unica (oggi sceso sotto la soglia di 1,30 su
dollaro), anche in vista del suo ingresso nell'Organizzazione mondiale del
commercio (Wto), previsto domani
Ansa, 15 dicembre 2011
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VALDAI DISCUSSION CLUB
ANALYTICAL REPORT
RUSSIA SHOULD NOT MISS ITS CHANCE
DEVELOPMENT SCENARIOS
MOSCA, NOVEMBRE 2011
15 dicembre 2011 a cura di Renato Brunetta
ALLEGATO
Indice
Crisi economica: gli effetti sul mondo
Crisi economica: le misure del governo per uscirne
Economic trends
Indicatori macroeconomici. Gennaio-Agosto 2010
Politica estera
14
CRISI ECONOMICA:
GLI EFFETTI SUL MONDO (1/4)
La crisi economica globale, esplosa nel 2008, viene analizzata attraverso l‟utilizzo di tre indicatori chiave
Primo indicatore: le dinamiche del PIL
Secondo indicatore: Share Indexes
Terzo indicatore: prezzo del greggio
15
CRISI ECONOMICA:
GLI EFFETTI SUL MONDO (2/4) 16
Primo indicatore: dinamiche del PIL (% in accordo con il FMI)
CRISI ECONOMICA:
GLI EFFETTI SUL MONDO (3/4) 17
Secondo indicatore: Share indexes
Collasso degli
Share Indexes nel
mondo
Lehman Brothers, la più
grande banca di
investimenti al mondo,
dichiarava la bancarotta
Molti Share indexes raggiungevano il loro pico
2007 2008 2009 2010 2011
Dow Jones Industrial Average
Micex Index
CRISI ECONOMICA:
GLI EFFETTI SUL MONDO (4/4) 18
Terzo indicatore: prezzo del greggio ($/barile)
2007 2008 2009 2010 2011
CRISI ECONOMICA:
LE MISURE DEL GOVERNO PER USCIRNE (1/5)
Per uscire dalla crisi il governo russo ha introdotto un pacchetto di misure
economiche anti-crisi. Le azioni del governo:
17 settembre, le autorità finanziarie russe hanno deciso:
di incrementare il limite totale dei fondi del tesoro in depositi bancari
di supportare sistematicamente le banche principali incrementando il termine
e l‟ammontare dei depositi bancari
di dimostrare che la Sberbank, la VTB e la Gazprombank ottengono lo
stanziamento del bilancio federale per un periodo di 3 mesi e superiore. A
queste banche è consentito di accumulare più di 126.6 miliardi di rubli
di introdurre modifiche alla legislazione sul bilancio, stipulando depositi
presso le banche del bilancio federale per tutto il 2008 e il loro successivo
rimborso nel 2009
19 settembre: il governo ha stanziato 500 miliardi di rubli per supportare la
borsa e ridurre il tasso di riserva richiesto alle banche a 300 miliardi di rubli
19
CRISI ECONOMICA:
LE MISURE DEL GOVERNO PER USCIRNE (2/5) 20
19 settembre
14 ottobre
5 novembre
12 novembre
14 ottobre
28 novembre 27 novembre 17 settembre 7 ottobre 20 novembre 13 ottobre
CRISI ECONOMICA:
LE MISURE DEL GOVERNO PER USCIRNE (3/5) 21
7 ottobre: il Presidente Medvedev ha annunciato lo stanziamento di 950
miliardi di rubli per supportare la crisi finanziaria
13 ottobre: il Presidente Medvedev ha firmato un ordine esecutivo che
incrementi le garanzie statali per i depositi bancari fino a 700 mila rubli
14 ottobre: il Presidente Medvedev ha firmato il Federal Law On Additional
Measures to Support the Financial System of the Russian Federation,
autorizzando la Vnesheconombank ad implementare tali misure entro il 31
dicembre 2009:
possibilità di contrarre prestiti in valuta estera per le imprese ai fini di
rimborso e/o assistenza ai finanziamenti ricevuti da imprese estere prima
del 25 settembre 2008;
possibilità di acquisire le cambiali di tali imprese, detenute da creditori
stranieri, per quanto concerne i prestiti presi prima 25 settembre 2008
CRISI ECONOMICA:
LE MISURE DEL GOVERNO PER USCIRNE (4/5) 22
5 novembre: la Banca Centrale di Russia ha annunciato la parziale
compensazione delle perdite delle banche sul mercato del prestito interbancario
con lo stanziamento di un capitale di minimo 30 miliardi di rubli
12 novembre: nel 2009, il governo si è concesso il diritto di utilizzare gli
stanziamenti del Reserve Fund e il saldo del bilancio federale per far si che si
riducano i debiti e i prestiti, senza modificare il bilancio federale
20 novembre, il Primo Ministro Putin ha annunciato:
di ridurre la tassa sull‟utile dal 24% al 20%;
di aumentare il bonus di ammortamento dal 10% al 30%;
una possibile riduzione delle singole imposte regionali per le piccole imprese dal
15% al 5%;
una diminuzione delle tasse per il settore petrolifero;
di aumentare i benefici per i disoccupati.
Manovra complessiva da 557 miliardi di rubli
CRISI ECONOMICA:
LE MISURE DEL GOVERNO PER USCIRNE (5/5) 23
27 novembre: il governo ha stanziato 50 miliardi di rubli per sovvenzionare i
tassi di prestito per le aziende del settore difesa; queste sovvenzioni
rappresentano i due terzi del tasso di rifinanziamento della Banca centrale, o
l‟8% dell‟incremento della capitalizzazione aziendale
28 novembre: la Banca Centrale ha innalzato le sue tasse sul rifinanziamento
dal 12% al 13% a partire dal 1 dicembre 2008
ECONOMIC TRENDS (1/5)
24
1. Il contesto economico rimarrà immutato se persisteranno i sotto elencati trends
economici:
Il rallentamento della crescita del PNL (circa del 4%) nonostante l‟andamento favorevole
del commercio estero (conseguenze: effetto di rilassatezza e di paralisi sulla volontà di
riforma). La situazione è destinata a cambiare solo con una trasformazione e un declino,
nel lungo periodo, il prezzo del petrolio, o come risultato di una nuova crisi economica
(c‟è chi la prevede per la seconda metà dell‟attuale decennio)
L‟inerzia che accompagna la politica russa: corruzione sistemica, un ambiente economico
non favorevole, l‟influenza degli esportatori sulla politica governativa (che vogliono un
rublo vantaggioso e investimenti esteri)
La critica situazione demografica e l‟incapacità di utilizzare la forza lavoro a
disposizione
Critico gap negli investimenti per infrastrutture e trasporti
ECONOMIC TRENDS (2/5)
25
1. Il contesto economico rimarrà immutato se persisteranno i sotto elencati trends
economici:
Il rallentamento della crescita del PNL (circa del 4%) nonostante l‟andamento favorevole
del commercio estero (conseguenze: effetto di rilassatezza e di paralisi sulla volontà di
riforma). La situazione è destinata a cambiare solo con una trasformazione e un declino,
nel lungo periodo, il prezzo del petrolio, o come risultato di una nuova crisi economica
(c‟è chi la prevede per la seconda metà dell‟attuale decennio)
L‟inerzia che accompagna la politica russa: corruzione sistemica, un ambiente economico
non favorevole, l‟influenza degli esportatori sulla politica governativa (che vogliono un
rublo vantaggioso e investimenti esteri)
La situazione demografica ad uno stadio preoccupante e l‟incapacità di utilizzare la
forza lavoro a disposizione
Il critico gap degli investimenti per infrastrutture e trasporti (vedere il grafico seguente
per approfondimento su investimenti)
ECONOMIC TRENDS (3/5)
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Investimenti 2010 in assets fissi per tipo di attività economica
ECONOMIC TRENDS (4/5)
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2. E‟ una percentuale estremamente bassa di risparmio del PIL (circa 20%). La
corruzione e il reddito amministrativo rende impossibile aumentare questo
risparmio al 25%, 30%
3. I valori aggiunti delle imprese nazionali sono oscurati dall‟offerta dei concorrenti
che offrono una migliore qualità (come la Germania) o un miglior prezzo (come
la Cina)
Questo trend può essere invertito solo ed esclusivamente da un radicale cambiamento
dell‟economia politica, da un miglioramento della situazione degli investimenti, da una
sensibile ridistribuzione dei ricavi del petrolio, e da una stretta alleanza con le imprese
leader mondiali
4. Altri trends:
La vita è diventata più moderna e confortevole
Il paese è diventato sempre più dipendente dal mondo esterno, diventando una parte
essenziale di esso economicamente, tecnologicamente e per produttività e consumi
ECONOMIC TRENDS (5/5)
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5. Se i seguenti trends dovessero continuare nel tempo, la Russia continuerebbe ad
essere un giocatore forte ed influente, sotto il punto di vista geopolitico, m
rischierebbe di perdere la propria influenza, sotto il punto di vista economico
6. La Russia si troverà nei prossimi anni ad affrontare una situazione non facile sullo
scenario internazionale: dovrà combattere per un posto di rilievo tra le potenze
mondiali, e saper reagire ad un incremento dell‟imprevedibilità esterna
INDICATORI MACROECONOMICI GENNAIO-AGOSTO 2010
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PIL (%, dicembre 2008 = 100%)
Fatturato del commercio al dettaglio (%, dicembre 2008 = 100%)
Indice dei prezzi al consumo (riflette cambiamenti del paniere dei prezzi al consumo in un arco di tempo)
Disoccupati
Indice di produzione industriale
POLITICA ESTERA (1/2)
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I rapporti con la Cina sono amichevoli e supportati da un forte interesse di parte
russa a mantenerli tali, soprattutto sotto il profilo economico-geopolitico
POLITICA ESTERA (2/2)
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L‟Europa invece sta perdendo attrattiva, sia per la crisi che nell‟ultimo anno ha
investito il Vecchi Continente, sia dal punto di vista strategico.
La politica estera-commerciale russa sarà orientata nei prossimi anni verso l‟Asia