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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le teorie della progettazione organizzativa
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Definizione
• Le organizzazioni sono... • … entità sociali ... • … guidate da obiettivi … • … progettate come sistemi di attività
deliberatamente strutturate e coordinate …
• … che interagiscono con l’ambiente esterno ...
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Come nascono le organizzazioni?
- perché sono “progettate” come tali su iniziativa di una coalizione dominante;
- in quanto – essendo entità sociali – sono “emerse” dai comportamenti e dalle scelte operate giorno per giorno dagli attori (es. una comunità di pratiche);
- in quanto “create” in base alle cognizioni individuali degli stessi attori ovvero al “senso” che gli attori assegnano alle stesse e che varia nel tempo in relazione alle mappe cognitive individuali influenzate dai valori “instillati” dalle condizioni esterne della società.
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
La progettazione organizzativa
• E’ l’attività che parte dalle esigenze di divisione del lavoro tra diversi attori e si concentra sulle regole per coordinare i comportamenti individuali nell’ottica del conseguimento di un obiettivo comune
• E’ il frutto dell’applicazione di regole razionali adottate dalla coalizione dominante per la soluzione del problema organizzativo
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Progettazione organizzativa vuol dire sviluppare strutture appropriate in cui prendere ed eseguire decisioni. La struttura è a sua volta un insieme di regole per le decisioni, o “regole del gioco” che guida il comportamento dei partecipanti all’organizzazione durante il processo decisionale e può essere motivo di opportunità o di costrizioni all’azione dei membri (Butler, R. 1992: Progettare le organizzazioni, McGraw Hill)
La progettazione organizzativa
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
L’evoluzione delle teorie sul design
• Secondo la scuola classica dell’organizzazione e l’approccio funzionalista, la progettazione organizzativa è l’attività in cui si adotta il metodo scientifico per individuare regole rigorose valide a livello generale.
• L’approccio contingente invece sostituisce la one best way con la prospettiva della one best fit.
• Entrambe le prospettive mirano a fornire al management diverse chiavi di lettura del problema organizzativo in un’ottica di design.
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• Rivaluta il concetto di “situazione” ricercando una verifica statistica alle correlazioni tra variabili indipendenti (situazionali o contingenti) e variabili dipendenti (strutturali).
• La configurazione delle variabili organizzative dipende dalla coerenza tra queste e quelle di contesto.
• La coerenza è a sua volta misurata considerando gli effetti sistemici del comportamento organizzativo sulle performances dell’organizzazione.
Approccio della duplice coerenza
L’approccio contingente
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Il modello “contingente”
Dimensioni contestuali
Parametri di progettazione
(struttura)
+
-
Risultati (performance)
Adattamento razionale
Gerarchia Centralizzazione Formalizzazione Specializzazione Professionalità
Obiettivi e strategie Ambiente Tecnologie Dimensione Cultura
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Modello di base dell’approccio contingente
Situazione Struttura organizzativa
Comportamento organizzativo
Economicità
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Fattori contingenti alla progettazione organizzativa
Strategia
Ambiente Tecnologia Dimensioni/ Ciclo di vita
Cultura
Struttura e progettazione
organizzativa
Con il giusto insieme di caratteristiche strutturali, l’organizzazione si adatta ai fattori contingenti
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Ambienti Stabili
Ambiente Instabile ORGANIZZAZIONE
Burns & Stalker, 1961
Ambiente
Struttura verticale
Compiti
di routine
Cultura rigida
Strategia competitiva
Sistemi formali
Paradigma del sistema meccanico
Ambiente stabile Prestazioni efficienti
Struttura
orizzontale
Cultura adattiva
Arricchimento
dei ruoli
Strategia collaborativa
Informazioni condivise
Cambiamento organizzativo
a servizio delle prestazioni
Paradigma del sistema organico-biologico
Ambiente turbolento Learning Organization
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le caratteristiche dell’approccio contingente
• Non può esistere un modello ideale • Le organizzazioni sono “artefatti” umani
(Simon, 1947) • “It all depends” • Ricerca della “doppia coerenza” • Esiste una pluralità non predeterminata di
forme organizzative • Esiste un “repertorio” di forme organizzative
tra cui scegliere
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
I limiti dell’approccio contingente (1) di varietà, in quanto si prendono in considerazione solo
combinazioni frequenti e manifeste di divisione del lavoro e non si considerano quelle rare o quelle “possibili” e non ancora manifeste;
(2) di conservatorismo, in quanto la scienza dell’organizzazione tende a razionalizzare ciò che nella pratica si è già dimostrato efficace;
(3) di creazione di valore, in quanto le deviazioni dagli ideal-tipi che spesso si manifestano rappresentano soluzioni in grado di generare valore;
(4) di applicabilità, infatti le varie forme in genere proposte (divisionali, funzionali, clan, ecc.) sono tutt’al più idealtipiche e non garantiscono immediata applicabilità nel disegno architetturale
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le evoluzioni dell’approccio contingente
Modello contingente tradizionale
Approcci multivariati
Approcci configurazionali
Approccio delle complementarietà
Ampliamento del numero di variabili
Ampliamento complessità delle combinazioniu tra
variabili
Abbandono dell’approccio della “duplice coerenza”
Da molteplicità di variabili a molteplicità degli elementi di base
ECONOMICITA’ (Razionalità economica)
Complessità delle combinazioni tra una
molteplicità di elementi di base
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• Approcci multivariati – riconoscono il limite collegato alla focalizzazione su una sola variabile
contingente nella ricerca della soluzione organizzativa adatta, e propongono modelli statistici multivariati che correlano più dimensioni contestuali con una molteplicità di variabili strutturali
• Approcci configurazionali – evoluzione specifica degli approcci multivariati, focalizzati
essenzialmente sulla ricerca di configurazioni tipiche basate sulla verifica della coerenza interna tra molteplici variabili strutturali e tra queste e molteplici dimensioni di contesto
• Approccio delle complementarietà – Le organizzazioni sono costituite da medesimi elementi di base (come
nella chimica) che originano forme diverse in relazione alle diverse possibilità di combinarli.
Le evoluzioni dell’approccio contingente
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Gli approcci configurazionali (Mintzberg)
Consiglio di Amministrazione Presidente
Comitato di direzione
Staff del presidente
Manager distrettuali di vendita
Manager regionali di vendita
Capi reparto
Responsabili di stabilimento
Addetti alle spedizioni
Venditori Addetti al montaggio
Addetti alle macchine
Compratori
Responsabile della produzione
Responsabile del marketing
Ufficio legale
Relazioni pubbliche
Relazioni sindacali
R&S
Determinazione prezzi
Amministrazione del personale
Servizi generali
Pianificazione strategica
Controller Formazione
Ricerca operativa Programmazione
produzione
Analisi del lavoro, metodi, procedure
Qualità
Tecnostruttura
Nucleo operativo
Vertice strategico
Staff di servizio
Linea intermedia
Responsabile di divisione
Vice-presidents
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
La burocrazia professionale
Gli approcci configurazionali (Mintzberg)
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le complementarietà organizzative
• L’organizzazione emerge dalla combinazione di elementi di base (routines organizzative)
• Il numero delle forme organizzative che emergono possono essere infinite (e non numero limitato di forme, es. funzionale, divisionale, etc.)
• Le variabili progettuali non devono essere coerenti fra loro ma “complementari” – es. una forte professionalizzazione del personale può essere
compatibile con forti livelli di formalizzazione delle procedure di lavoro (lavoro in laboratorio)
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
La progettazione organizzativa razionale “ E’ un processo deliberato per la configurazione delle strutture,
dei processi, dei sistemi di remunerazione e di politiche pratiche per la gestione delle persone, orientata a creare un’organizzazione efficace in grado di gestire la strategia aziendale”. J. Galbraith 2002
Le questioni chiave riguardano:
Ø Le caratteristiche della progettazione organizzativa : processo manageriale per il raggiungimento degli obiettivi
Ø L’ampiezza dell’azione progettuale: ampiezza del concetto di progettazione organizzativa
Ø Articolazione del processo in diverse fasi : 1.Determinazione del quadro progettuale 2.Disegno dell’organizzazione 3.Sviluppo dei dettagli 4.Implementazione
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le fasi della progettazione organizzativa razionale 1. Percorso di progettazione
Su quali competenze si fondano gli obiettivi strategici di progettazione
organizzativa?
Valutazione della situazione attuale
Qual è il ritardo tra situazione attuale e situazione desiderata?
2. Progettazione dell’organizzazione
Struttura Processi e competenze Sistemi premianti Risorse Umane
Quali strutture e ruoli organizzativi sono maggiormente adatti ai criteri e agli obiettivi strategici della progettazione?
Come verranno integrate e coordinate le attività tra le diverse unità di business?
Quali saranno i meccanismi di misurazione delle performance e di premio a livello individuale, di team e organizzativo?
Quali saranno i criteri di selezione e attribuzione degli individui ai ruoli organizzativi? Quali i criteri di valutazione dei risultati e di supporto al loro sviluppo professionale?
Vertice Strategico
Leader e Team Esecutivo
3. Sviluppo dei dettagli Di che natura sono i dettagli organizzativi?
Come ottimizzare il funzionamento di tutti gli elementi?
4. Implementazione della nuova struttura Come affrontare e gestire il periodo di transizione verso la nuova
struttura?
Tutta l’organizzazione
Steering committeee e
Team di lavoro
Strategia di progettazione
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Il processo manageriale
Amministratore delegato,
Team di Top
Management
Ambiente esterno Opportunità
Minacce Incertezza
Disponibilità di risorse
Ambiente interno Punti di forza
Punti di debolezza Competenza distintiva
Stile del leader Performance passata
Gestione strategica
Progettazione organizzativa
Risultati di efficacia
Definizione della missione e degli obiettivi ufficiali
Selezione degli obiettivi operativi e delle strategie competitive
Risorse Efficienza Raggiungimento degli obiettivi Stakeholder Valori competitivi
Forma strutturale- apprendimento vs. Efficienza Sistemi informativi e di controllo Tecnologia produttiva Politiche per le risorse umane, incentivi Cultura organizzativa Collegamenti interorganizzativi
Fonte: Adattato da Arie Y. Lewin and Carroll U. Stephens, “Individual Properties of the CEO as Determinants of Organization Design,” manoscritto inedito, Duke University, 1990; e Arie Y. Lewin and Carroll U. Stephens, “CEO Attributes as Determinants of Organization Design: An integrated Model,” Organization Studies 15, no. 2 (1994): 183-212
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
L’ampiezza della progettazione organizzativa
• Struttura (regole formali di divisione del lavoro e meccanismi di coordinamento)
• Struttura e meccanismi operativi – ruoli e posizioni – sistemi di informazione – sistemi di remunerazione e incentivazione – sistemi di controllo – ….
• Struttura, meccanismi operativi, opzioni strategiche, modelli di business – “architettura organizzativa”
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
La crisi della progettazione razionale (anni ‘70-’80)
• Turbolenza ambientale • Ipercompetizione • Ruolo delle competenze distintive e della
dinamica delle conoscenze individuali • Esigenze di “adattamento” rapido • Modelli cooperativi
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
.. Chi cavalca la crisi • Population ecology
– inerzia, selezione
• Approccio neo-istituzionale – isomorfismo coercitivo, mimetico o normativo
• Approcci evolutivi e co-evolutivi – variazione, competizione, selezione e ritenzione
• nessuna possibilità di adattamento razionale • … nessun ruolo per il management
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Population Ecology (Hannan & Freemann 1977)
• Deriva dall’ecologia umana (strutturazione delle comunità - Darwin)
• Popolazione: unità di analisi • Organizzazione: veicolo dell’azione collettiva • Cambiamento: azione collettiva generata da
interdipendenze a livello di comunità • Ambiente: fonte di dipendenza - nicchia • Azione individuale (management): ininfluente -
inerzia
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• Demografia Organizzativa: • numerosità • varietà delle “forme” • densità • età
• Ecologia Organizzativa • nascita • morte • mutazione àINERZIA
Population Ecology
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• Stabilità ambientale à forme specialiste • Instabilità ambientale
– A grana fine (molti cambiamenti di breve durata) • Forme generaliste: se gli stati ambientali sono simili • Forme specialiste: se gli stati ambientali sono dissimili
– A grana grossa (pochi cambiamenti, elevata stabilità)
• Forme generaliste: se gli stati ambientali sono simili • Forme polimorfe: se gli stati ambientali sono dissimili
Population Ecology
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Freq variazione
Dissimilarità stati
Grana fine Grana grossa
+
- generalista
specialista polimorfe
generalista
Population Ecology
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Neo-Istituzionalismo (Powell & DiMaggio, 1978)
• Le organizzazioni non vanno verso la maggiore efficienza
• Esiste un isomorfismo organizzativo (valori e norme) • Il cambiamento verso l’isomorfismo dipende da:
• coercizione (legittimazione politica o dell’ambiente sociale, i miti e le cerimonie)
• mimetismo (imitazione per paura) • norme (professionalizzazione)
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Public utilities Ospedali
Imprese
di produzione
Ristoranti Club sportivi
Cliniche di salute mentale Scuole
Studi legali Chiese
Regole istituzionali
Regole tecniche
DEBOLI
Fonte: Adattamento da Scott W.J. Istituzioni e Organizzazioni, Il Mulino Bologna, 1995.
FORTI FORTI
DEBOLI
farmaceutiche
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Neo-Istituzionalismo
Efficienza nelle attività
Coincidenze e stabilità rispetto
al ruolo istituzionale
ORGANIZZAZIONE DI PRODUZIONE
ORGANIZZAZIONE ISTITUZIONALE
FATTORI CRITICI DI
SUCCESSO
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Gli approcci evolutivi Le forme organizzative sono il risultato di una evoluzione
Le fasi dell’”evoluzione” • variazione; ovvero un cambiamento nelle routines e nelle
competenze con origine sia intenzionale che spontanea; • competizione verso la ricerca di risorse scarse, come il
capitale o la legittimazione. • selezione; attraverso la quale si eliminano selettivamente
routines e competenze per forze di origine sia esterna (es. la competizione) che interna (es. sostituzione di vecchie competenze con nuove competenze più aggiornate);
• ritenzione; alcune routine variate vengono ”rinforzate”, duplicate e preservate ad esempio attraverso la standardizzazione dei ruoli;
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
E chi la combatte...
• Soluzioni “razionali” – Soluzioni “parziali” e incrementali – BPR, downsizing, de-layering, etc.
• Governo di variabili “irrazionali” – cultura, mappe cognitive, enactment
(approcci “morbidi”) • Teoria delle complementarietà
– complementarietà vs coerenza
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Gli approcci “morbidi” alla progettazione Ø Sono gli approcci che incorporano nell’attività
progettuale: visioni, mappe cognitive, credenze, miti, valori, etica.
L’attività si caratterizza per due aspetti
1. La focalizzazione su variabili aggiuntive soft rispetto a quelle situazionali tradizionali hard
2. Ridefinizione del ruolo manageriale basato sulla creatività e sulla capacità di enactment
Ø La progettazione resta un processo di natura razionale ma le variabili da governare o assumono connotazioni nuove o aumentano di numero con l’introduzione delle variabili soft
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• Progettare le organizzazioni secondo l’approccio “morbido” significa: • identificare metafore appropriate che
favoriscano la comprensione da parte del tessuto organizzativo di specifici fenomeni (sense making);
• sviluppare una abilità nella rappresentazione delle rappresentazioni di senso (enactment);
• evocando nei componenti del tessuto organizzativo “risposte emotive e affettive” che stimolino il senso di appartenenza (committment).
Cultura, etica, estetica, ideologia...
Gli approcci “morbidi” alla progettazione
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
• La progettazione organizzativa è una scelta delle “cose da fare” oltre che di “come farle”
• Nella scelta del “cosa fare” oltre al management intervengono altri attori significativi specie in organizzazioni con sistemi debolmente connessi
• Nella progettazione è indispensabile ricercare tutte le “regole del gioco”e non solo quelle dettate dal manager
• L’approccio adottato dalle organizzazioni del settore istituzionale è differente rispetto a quello del settore tecnico
Gli approcci “morbidi” alla progettazione
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Le prospettive concorrenti nella progettazione REGOLE
MANAGERIALI
REGOLE ISTITUZIONALI
REGOLE COSTRUTTURALI
Fonte delle regole RAZIONALITA’ ECONOMICA
Attore di riferimento
MANAGER
Fonte delle regole: REGOLAZIONE,
NORMAZIONE, COGNIZIONE
Attore di riferimento: ISTITUZIONI
REGOLE PROGETTUALI
Fonte delle regole: AZIONE ORGANIZZATIVA
Attore di riferimento ATTORI RAZIONALI
Il processo di progettazione
organizzativa deriva dall’interazione
dinamica tra sistemi di regole poste da fonti
differenti.
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Quale evoluzione nelle teorie e nella pratica del design organizzativo?
• L’organizzazione è unica e irripetibile • è unica la dinamica delle relazioni interpersonali che si realizzano tra
gli attori • è unica la combinazione degli elementi di base differentemente
concepiti (risorse, competenze, artefatti, conoscenze, routines)
• I sistemi organizzativi sono sempre più caratterizzati da legami “deboli” • esistono più attori guida delle cui regole si deve tenere conto
nell’attività progettuale
• Riduzione del dualismo progettazione-implementazione ed emergere degli approcci evolutivi • l’azione progettuale non si esaurisce nella progettazione del disegno
ma il momento fondamentale e critico è quello dell’implementazione (progettazione rovesciata)
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Lezione 3 – Teorie per la progettazione
La progettazione come mediazione
• Sulla base dell’eterogeneità di valori e interessi apportati dai diversi attori, il manager nel corso della progettazione, deve mediare tra sistemi di regole che competono per fornire un contributo alla strutturazione
• Il manager deve quindi riconoscere il ruolo delle forze in gioco e mediarne gli apporti secondo una razionalità organizzativa “allargata”
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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Lezione 3 – Teorie per la progettazione
Valori, culture, interessi
Regole
Progettazione Azione
Performance Management
Istituzioni Attori org.vi
Mediazione
Adozione
Test di coerenza
Test di efficacia
Induzione
Istituzionalizzazione
La progettazione come mediazione