Metodi di propagazione
• Il metodo base per la propagazione delle
piante orticole è la semina
• È possibile propagare anche con altri
metodi quali:
– Radici (asparago)
– Tuberi (patata)
– Bulbilli (aglio e cipolla)
• La semina è il metodo più diffuso per la
maggior parte delle piante orticole
• Diverse modalità:
– A spaglio
– A righe
– A postarelle
• Semina
– Direttamente a dimora
– In semenzaio con trapianto
• La modalità di semina dipende dal tipo e
dall’estensione della coltura, dalla
dimensione del seme, dalle tecniche
colturali, dal tempo di germinazione
Quando iniziare
• Quando iniziare a seminare? Dipende da:
– Specie coltivata (termp. ottimale)
– Andamento climatico diverso ogni anno
– Esposizione generale e localizzata (scarpate)
– Disponibilità di strutture protette
• Febbraio – marzo – aprile (anche
dicembre per piselli in zone protette)
Scalarità
• Seminare e/o trapiantare scalarmente nel
corso della stagione consente di avere
produzioni che durano maggiormente nel
corso della stagione e che si trovano nelle
migliori condizioni vegetative e quindi
produttive
Scalarità
• Lattughe ed altre specie da tagliosemina
ogni 30/45 giorni
• Lattughe da cespo ogni 30 giorni
• Fagiolini ogni 2 mesi
• Zucchino aprile e fine giugno
Modalità di semina
• A spaglio
– Vantaggi: miglior utilizzazione del terreno
– Svantaggi: problema lotta alle infestanti
• A file
– Vantaggi: razionalizzazione della raccolta e
della lotta alle infestanti
– Più necessità di terreno e più operazioni
colturali
Ortaggi primaverili
• 1) solanacee: patata, pomodoro,
melanzana, peperone
• 2) leguminose: piselli, fagioli, fave, ceci
• 3) zucchini, cetrioli, meloni, angurie
• 4) da taglio e cespo: lattughe e cicorie
Germinazione
• La durata del processo di germinazione
dipende da:
– la specie vegetale
– la vitalità del seme (età);
– la temperatura
Preparazione del letto di semina
• Il terreno deve essere ad un giusto grado
di umidità
• Le zolle devono essere molto piccole (più
fine possibile)
• Il terreno in pendio necessita di maggiori
accorgimenti
• Favorire il drenaggio
Profondità di semina
• La profondità di semina è:
– 2-2,5 cm per i semi grossi
– 1-1,5 per i semi piccoli
– 0,5-1,0 cm per i semi minuti
• Densità di semina (vedi tabella)
• Semi piccoli “diluiti” con sabbia
Dopo la semina
• Interrare il seme
• Far aderire il terreno al seme (rullatura)
• Irrigare (aumentare l’umidità del terreno)
• Proteggere il terreno dalla disidratazione
• Proteggere il terreno da semi e animali
(sacchi, reti ecc)
• Favorire l’innalzamento di temperatura
Semina in semenzaio
• Il semenzaio è un luogo protetto, con
temperature ed umidità controllate che
consentono di tenere sotto controllo il
processo germinativo.
• Scopo è quello di anticipare la produzione
delle piantine e non sprecare seme
Cassone freddo
• Si tratta di
– una struttura bassa (20-30 cm da terra),
– coperta in vetro o policarbonato o nylon (telai da cm 120 x 100/200)
– con esposizione a sud
– terreno inclinato per migliorare l’incidenza dei raggi del sole.
• La semina viene fatta in piena terra o in contenitore.
Semina in contenitore
• Tecnica recente e sempre di maggior
diffusione;
• Presenta sia vantaggi (molteplici) che
svantaggi (ridotti):
• È legata alla specializzazione del settore
(anche fare le piantine è un’arte)
Vantaggi
• Piantine omogenee
• Risparmio di seme
• Piante con pane di terra
• Maggior facilità di trapianto
Svantaggi
• Costo più elevato
• Tecnica colturale più specialistica
• Produce rifiuti (contenitori vuoti)
Tipologia contenitori alveolari
• In polistirolo o in plastica
• La plastica è impilabile, il polistirolo
occupa molto spazio
• Il polistirolo è isolante, la plastica no
• Nel polistirolo possono insinuarsi le
radichette delle piante, nella plastica no
• Una volta utilizzati e prima di riutilizzarli
debbono essere disinfettati.
Cure colturali
• Protezione supplementare con tessuto non tessuto
• Irrigazioni frequenti (quando il terreno asciuga)
• Concimazioni frequenti (2 a settimana) perché la poca terra trattiene poco concime e l’irrigazione frequente lo dilava.
• Trapianti tempestivi
• Copertura del seminato con vermiculite
Primo anno
Appezzamento A
Patate
Radicchi invernali,
spinaci, valeriana, cavoli
Appezzamento B
Pomodoro, melanzana,
peperoni
Appezzamento C
Zucca, zucchino,
cetriolo, anguria, melone
Appezzamento D
Lattuga, radicchio,
cipolla, aglio, radicchi
La patata
• La Patata è una pianta a ciclo annuale provvista di radici fascicolate piuttosto superficiali.
• Dalla parte sotterranea del fusto si dipartono gli stoloni i quali, ingrossando all'apice, danno luogo ad un tubero.
• La capacità di originare un diverso numero e lunghezza di stoloni varia in funzione della varietà e delle condizioni ambientali.
• Le fasi vegetative della pianta agli effetti della coltivazione sono:
– emergenza,
– accrescimento vegetativo,
– fioritura,
– accrescimento dei tuberi,
– maturazione dei tuberi.
• La formazione dei tuberi inizia poco prima della comparsa dei bocci fiorali e si manifesta con un ingrossamento degli stoloni o delle loro ramificazioni.
• La fase di maturazione è caratterizzata dal graduale ingiallimento delle foglie e dei fusti, nonché dal cambiamento di colore delle bacche (se sono presenti) che dal verde tendono al giallastro, mentre la buccia dei tuberi tende a staccarsi sempre più difficilmente dalla polpa. Successivamente le foglie e i fusti seccano e le bacche cadono.
• La raccolta può avvenire in epoca anticipata per i tuberi di pronto consumo e per quelli destinati alla propagazione. Per quelli di uso comune la escavazione si può ritardare.
Scelta dei "tuberi-seme" e
semina • (anche se sarebbe meglio parlare di
piantamento)
• Tuberi grossi con molti occhi formano un cespo di numerosi steli tra i quali la competizione è forte; il contrario nel caso di tuberi piccoli. Il grado di competizione a livello sotterraneo determina il numero e la dimensione dei tuberi: i folti cespi derivati da tuberi grossi formano molti tuberi ma di dimensioni ridotte, e viceversa.
• Ciò è importante per ottenere produzioni di tuberi del calibro più richiesto (piccolo per tuberi da semina, medio per il consumo diretto, grosso per certe trasformazioni).
• La densità di piantagione quindi deve essere definita non tanto come numero di tuberi-seme messi a dimora per metro quadrato, ma come numero complessivo di fusti che se ne origineranno. Il numero ottimale è di circa 15-20 steli per metro quadrato.
• Per questo, e anche per motivi economici, per il piantamento si impiegano tuberi-seme di modesta pezzatura (in genere 50-80 g) (calibro 25-32)
• Una pratica per risparmiare sulla quantità di seme è il frazionamento dei tuberi effettuato alcuni giorni prima della semina
• I tuberi possono essere fatti germogliare prima della semina, disponendo i tuberi-seme in cassette accatastabili in non più di due strati, in ambiente ben illuminato da luce diffusa, non troppo secco, a temperatura tra 12 e 16 °C.
• La pre-germogliazione permette di anticipare l'inizio della vegetazione e rende possibile un ultimo controllo della semente dal punto di vista del vigore vegetativo. Il quantitativo di tuberi normalmente impiegato per la semina è di 20-30 quintali ad ettaro (pari a 20 – 30 kg per 100 metri quadrati).
• I tuberi si distanziano sulla fila di 25-30 cm nella coltura precoce e di 30-35 cm negli altri tipi di coltura. La distanza tra le file è di 60-80 cm. La profondità di semina è di 5-8 cm in relazione alla natura del terreno.
Concimazione
• L'azoto è l'elemento più importante in quanto determina l'ampiezza dell’apparato fogliare e la sua efficienza fotosintetica, fattori sui quali si basa l'accumulo di amido nei tuberi.
• Tuttavia l’azoto in eccesso promuove un eccessivo sviluppo fogliare a scapito dei tuberi, ne ritarda la maturazione e ne diminuisce il contenuto di sostanza secca.
• La somministrazione dell'azoto deve avvenire frazionata, in parte prima dell'interramento del "seme" (50%), in parte con localizzazione alla semina, ed in copertura, poco dopo la completa emergenza delle piante La forma di azoto che meglio si adatta è quella ammoniacale.
• La patata è una coltura capace di trarre i massimi benefici dalla concimazione con letame, somministrato prima dell'inverno, e dalle concimazioni con potassio.
Cure colturali
• Nei terreni soggetti a incrostamento, in relazione all'andamento climatico, è utile una sarchiatura non appena le file siano ben visibili sul terreno. L'operazione è efficace anche come completamento alla lotta chimica contro le infestanti.
• Rincalzatura - La rincalzatura consiste nell'addossare terra dell’interfila alla fila di piante di patata in modo da favorire l'emissione di rizomi e di radici dalla parte interrata degli steli. Si fa in uno o due passaggi nelle 2-3 settimane successive alla semina con i germogli allo stadio di 2-3 foglie formando una "porca" di 20 cm di altezza sul piano di campagna: questo assicura condizioni ottimali di sviluppo alle radici, ai rizomi e ai tuberi-figli
• La rincalzatura favorisce il radicamento, la tuberizzazione e la nutrizione, evita l’inverdimento dei tuberi e protegge questi, sia pur parzialmente, dall'infezione delle spore di peronospora cadute sul terreno.
Alcune varietà
• Le varietà si distinguono in base:
– Epoca di maturazione (precoci, medie,
tardive)
– Colore della buccia
– Colore della pasta
– Destinazione culinaria
• - Désirée: ciclo semitardivo; pianta con numerosi steli rosso-bruni, fiori abbondanti rossi o violetti, tuberi ovali, con buccia rossa e pasta gialla; pasta soda, resistente alla cottura; adatta soprattutto per patate fritte.
• - Jaerla: ciclo medio-precoce; pianta con steli poco numerosi, foglie di colore verde chiaro, fioritura scarsa con fiori bianchi; tuberi ovali, molto grossi, a buccia gialla, pasta gialla, occhi superficiali.
• - Kennebec: ciclo medio-tardivo; pianta con pochi steli, fioritura scarsissima e fiori bianchi; tuberi tondeggianti, molto grossi, con occhi superficiali, buccia chiara, pasta bianchissima, di buon sapore, piuttosto farinosa.
• Majestic: ciclo semi-tardivo; pianta a steli poco numerosi, fioritura abbondante, a fiori bianchi; tuberi allungati e grossi, a buccia gialla e pasta bianca; ha buone caratteristiche culinarie; varietà di antica coltivazione in Italia.
• Monalisa: ciclo medio-precoce; pianta con pochi steli, di colore violetto pallido, fioritura scarsa con fiori bianchi; tuberi di pezzatura grossa, forma leggermente allungata, a buccia gialla e pasta gialla; la pezzatura dei tuberi è uniforme e con buone caratteristiche culinarie.
• Primura: ciclo precoce; pianta con pochi steli; tuberi ovali, uniformi, a buccia gialla e pasta gialla.
• Spunta: ciclo medio-precoce; pianta con numerosi steli; fioritura abbondante con fiori bianchi; tuberi lunghi, piuttosto appuntiti e spesso arcuati, a buccia gialla e pasta gialla.
Dorifora
• TIPO DI PARASSITA: Insetto
• BIOLOGIA: Sverna da adulto nel terreno; 1-2 generazioni annue a seconda degli ambienti: luglio-agosto e settembre-ottobre
• ORGANI VEGETALI SOGGETTI ALL'ATTACCO: Parti epigee (fiori, foglie, germogli, fusti ancora teneri)
• SINTOMATOLOGIA: Erosioni degli adulti e larvali alle parti epigee foglie, germogli, fusti ancora teneri)
• DANNO: rilevanti perdite di produzione
• La parte edule è costituita dalle foglie della
pianta, che sono coltivate avendo grande
attenzione a:
– Stato fitosanitario
– Velocità di accrescimento
– Caratteristiche nutrizionali
Esigenze lattughe
• Predilige terreni di medio impasto, freschi, ricchi di sostanza organica, con poco calcare attivo, bassissima salinità.
• Il terreno deve consentire lo sviluppo delle radici, l’immagazzinamento idrico (elevata evapotraspirazione!!!), l’interramento dei concimi e/o della sostanza organica.
• Ciclo colturale generalmente breve (35-60 gg) ed in periodi diversi dell’anno.
Operazioni colturali
• Lavorazioni semiprofonde del terreno (40
cm) e perfetto affinamento della superficie
(soprattutto per le varietà da taglio)
• Trapianto con piantine a radice nuda (non
più!) o con pane di terra (frequente)
• Irrigazione frequente
• Concimazioni in copertura (Azoto!!!)
Esigenze idriche
• Apparato radicale fittonante ma anche
fascicolato a seguito del trapianto di
piantine allevate in contenitore.
• La distribuzione di acqua deve essere
frequente, ma il terreno deve sgrondare
bene l’acqua in eccesso.
• Irrigazione a pioggia o con gocciolatori.
• Fondamentale nella fase post trapianto.
Avversità e malattie
• Abbassamenti di temperature e ustioni
dovute a colpi di sole
• Marciumi del colletto (sclerotinia) in terreni
con ristagno idrico, e peronospora
• Marciumi batterici delle foglie
• Insetti terricoli (Elateridi) con gallerie nelle
radici ed afici con trasmissione di virosi,
nottue con rosure alle foglie e grillotalpa
Pomodoro: caratteri botanici
• Il pomodoro è una pianta erbacea annuale alta da 0,7 a 2 metri, eretta quando è giovane ma che tende a diventare prostrata sotto il peso dei frutti.
• Il fusto e le foglie sono pubescenti essendo ricoperti da corti peli ghiandolari che quando sono stropicciati emanano un odore caratteristico.
• Le piante nate e cresciute in posto sviluppano una forte radice fittonante che ramifica abbondantemente e forma un denso apparato radicale; nel caso di piante trapiantate il fittone perde la sua predominanza; la massima profondità di radicamento varia da 0,7 a 1,5 metri.
• Le foglie sono grandi, irregolarmente composte da foglioline diseguali a lembo più o meno inciso.
• Il fusto in certi tipi presenta sviluppo indeterminato, cioè il suo meristema apicale mantiene per tutta la vita della pianta la capacità di formare foglie e infiorescenze all’ascella di queste (varietà da mensa);
• in altri tipi lo sviluppo è determinato, cioè la gemma apicale ad un certo momento si trasforma in infiorescenza e nuovi germogli si sviluppano all’ascella delle foglie precedentemente formate sicché la pianta assume portamento cespuglioso e taglia contenuta (varietà da industria).
• I fiori si formano in numero variabile da 4 a 12 su infiorescenze a racemo che sorgono all’ascella delle foglie.I fiori sono gialli.
• Il frutto è una bacca di forma e dimensioni variabilissime (globosa, appiattita, allungata, ombelicata; liscia o costoluta); con numero di logge variabile;
• di colore generalmente rosso a maturazione per la presenza di un pigmento carotenoide chiamato licopene. Nella polpa contenuta nelle logge delle bacche stanno numerosi semi discoidali, schiacciati che quando sono secchi sono tormentosi e di colore giallo-grigiastro; 1000 semi pesano 3 grammi circa.
• Nonostante le cultivar rosse siano le uniche presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.
• Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a quelle di giallo (perino d’inverno, ciliegino), rosa (thai pink), arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino violacee (nero di Crimea, purple perfect).
• Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi, a forma di ciliegia, riuniti in grappoli, e persino cavi all'interno (tomate à farcir).
Esigenze ambientali
• Il pomodoro è una pianta con elevate esigenze termiche, assai sensibile al gelo, che quindi nei climi temperato-caldi trova la sua stagione di crescita nel periodo estivo; altrimenti va coltivato sotto serra. La temperatura:
– minima per la germinazione è di 12 °C,
– per la fioritura di 21 °C;
– ingrossamento frutti e alla loro maturazione:
• 24-26 °C di giorno
• 14-16 °C di notte;
– temperature superiori a 30 °C, o che restano su valori elevati sia di giorno che di notte, provocano difetti di allegazione o difetti di colorazione e di consistenza dei frutti.
Esigenze ambientali
• Una coltura trapiantata ha un ciclo di 100-120 giorni durante il quale il fabbisogno idrico totale è di circa 400 mm, secondo il clima;
• nel caso di coltura seminata il ciclo dura di più: circa 130-150 giorni.
• Il pomodoro cresce male negli ambienti umidi che favoriscono le malattie e i marciumi: i migliori ambienti sono quelli a clima piuttosto secco, con terreni a grande capacità di ritenzione idrica o con possibilità di irrigazione.
avvicendamento
• Nella coltura da pieno campo il pomodoro è una tipica pianta da rinnovo.
• È sconsigliabile ripeterne la coltura sullo stesso terreno a intervalli troppo brevi: almeno 3-4 anni. Se si vuole evitare che la carica patogena di parassiti fungini (Verticillium, Fusarium) e di nematodi cresca troppo; in questo periodo il terreno non può ospitare nemmeno altre solanacee (tabacco, peperone, melanzana, patata) che hanno gli stessi problemi parassitari.
• Nel caso della coltura in serra per eliminare gli agenti patogeni presenti nel terreno si fa ricorso alla disinfezione con fumiganti e geodisinfestanti.
Preparazione del terreno
• La preparazione del terreno prevede:
– Aratura profonda a 45-50 cm
– Erpicatura e livellamento
– Eventuale fresatura, soprattutto con semina
diretta o trapianto di piantine molto piccole (8-
10 cm di altezza)
Concimazione - quanto
• Coltura da rinnovo quindi si avvale di
concimazioni abbondanti:
• Per 100 metri quadrati
– Sostanza organica (letame o compost) 4-500
kg
– Perfosfato minerale 19% 5-6 kg
– Solfato potassico 3-4 kg
– Azoto 2 kg
Concimazione - quando
• Sostanza organica: in autunno
• Perfosfato minerale e solfato potassico
vanno interrati con l’aratura
• Urea 2 kg/100 mq in pretrapianto interrati
• Nitrato ammonico 3 kg/100 mq in
copertura
• Il trapianto richiede la produzione delle piantine in semenzaio (protetto) per assicurare la temperatura idonea alla germinazione.
• La semina in semenzaio assicura diversi vantaggi: guadagno di tempo, maggior precocità, maggiore uniformità, risparmio di seme (che nel caso di ibridi F1 è estremamente costoso).
Trapianto
• Dopo 40-60 giorni dalla semina le piantine di pomodoro raggiungono lo stadio di 4-5 foglie e un’altezza di 100-150 mm: è questo il momento migliore per il trapianto.
• Al trapianto è sempre necessaria un’irrigazione ausiliaria per assicurare l’attecchimento
• Distanze cm 100 fra le file, 50 sulla fila in funzione anche del tipo (determinato o indeterminato) e della destinazione (mensa o industria)
• In molti casi è praticata la pacciamatura con film
plastici neri: in genere è associata ad un tipo
d’impianto a file binate e all’irrigazione “a
goccia”. L’ala gocciolante è posta al centro della
bina, al di sotto del film pacciamante. Gli elevati
costi sono compensati da notevoli vantaggi sia
agronomici sia qualitativi (pulizia del prodotto).
L’apposizione di sostegni è necessaria nel caso
delle varietà da serra o di certe varietà da orto a
sviluppo indeterminato.
Operazioni complementari
• Nelle varietà indeterminate sono praticate alcune operazioni particolari quali:
– scacchiatura per eliminare i germogli ascellari e così mantenere una pianta monostelo;
– cimatura, spuntando la pianta lasciando 3-6 palchi fruttiferi in modo da favorire la maturazione dei frutti sui palchi lasciati;
– trattamenti con fitoregolatori che nelle colture in serra favoriscono l’allegagione dei fiori e lo sviluppo di frutti partenocarpici
Irrigazione
• L’irrigazione è un intervento che aumenta e
stabilizza le rese anche se non sempre favorisce
la qualità dei frutti.
• Irrigazioni frequenti e leggere sono preferibili per
i pomodori da mensa; per quelli da industria
sono più indicate irrigazioni meno frequenti e più
abbondanti, curando di fare l’ultima irrigazione
con parecchio anticipo sulla raccolta; è
importante che l’acqua non difetti durante la fase
di fioritura.
Irrigazione
• Un’impropria gestione dell’acqua può produrre
su varietà sensibili danni come il marciume
apicale, la spaccatura dei frutti e la scottatura.
• Come sistemi d’irrigazione quello a pioggia
provoca diversi inconvenienti (favorendo
malattie fungine e cancro batterico); quello per
infiltrazione laterale è uno dei più usati, mentre
sta diffondendosi quello a goccia: entrambi
hanno il vantaggio di non bagnare la
vegetazione.
alterazioni fisiologiche
• Tra le alterazioni fisiologiche ricordiamo:
– il marciume apicale dei frutti causato da squilibri idrici;
– la spaccatura dei frutti provocata da un improvviso eccesso idrico che segue un periodo di stress;
– il colpo di sole o scottatura, quando l’improvvisa esposizione al sole dei frutti in fase di ingrossamento vi provoca chiazze decolorate e disseccate
malattie che colpiscono la parte
aerea
• I. Peronospora (Phytophtora infestans). Colpisce le foglie, il fusto e i frutti invadendone i tessuti e formando una muffa biancastra. Bisogna trattare con prodotti preventivi o curativi.
• III. Virosi. Sono provocate da virus del mosaico
del pomodoro e da quello del cetriolo.
Accorgimenti opportuni sono: ampie rotazioni,
seme sano, eliminazione delle piante ammalate
e delle piante infestanti nei paraggi delle
coltivazioni, disinfezioni di mani e attrezzi, lotta
agli afidi vettori, uso di varietà resistenti.