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Ortaggi primaverili: esigenze di coltivazione Muggia, 27 aprile 2015

Ortaggi primaverili: esigenze di coltivazione · •Fagiolini ogni 2 mesi •Zucchino aprile e fine giugno Modalità di semina •A spaglio –Vantaggi: miglior utilizzazione del

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Ortaggi primaverili:

esigenze di coltivazione

Muggia, 27 aprile 2015

Metodi di propagazione

• Il metodo base per la propagazione delle

piante orticole è la semina

• È possibile propagare anche con altri

metodi quali:

– Radici (asparago)

– Tuberi (patata)

– Bulbilli (aglio e cipolla)

• La semina è il metodo più diffuso per la

maggior parte delle piante orticole

• Diverse modalità:

– A spaglio

– A righe

– A postarelle

• Semina

– Direttamente a dimora

– In semenzaio con trapianto

• La modalità di semina dipende dal tipo e

dall’estensione della coltura, dalla

dimensione del seme, dalle tecniche

colturali, dal tempo di germinazione

Quando iniziare

• Quando iniziare a seminare? Dipende da:

– Specie coltivata (termp. ottimale)

– Andamento climatico diverso ogni anno

– Esposizione generale e localizzata (scarpate)

– Disponibilità di strutture protette

• Febbraio – marzo – aprile (anche

dicembre per piselli in zone protette)

Tipologia

• Ortaggi a semina diretta

• Ortaggi a trapianto

• Ortaggi a foglia

• Ortaggi a frutto

Scalarità

• Seminare e/o trapiantare scalarmente nel

corso della stagione consente di avere

produzioni che durano maggiormente nel

corso della stagione e che si trovano nelle

migliori condizioni vegetative e quindi

produttive

Scalarità

• Lattughe ed altre specie da tagliosemina

ogni 30/45 giorni

• Lattughe da cespo ogni 30 giorni

• Fagiolini ogni 2 mesi

• Zucchino aprile e fine giugno

Modalità di semina

• A spaglio

– Vantaggi: miglior utilizzazione del terreno

– Svantaggi: problema lotta alle infestanti

• A file

– Vantaggi: razionalizzazione della raccolta e

della lotta alle infestanti

– Più necessità di terreno e più operazioni

colturali

Ortaggi primaverili

• 1) solanacee: patata, pomodoro,

melanzana, peperone

• 2) leguminose: piselli, fagioli, fave, ceci

• 3) zucchini, cetrioli, meloni, angurie

• 4) da taglio e cespo: lattughe e cicorie

Germinazione

• La durata del processo di germinazione

dipende da:

– la specie vegetale

– la vitalità del seme (età);

– la temperatura

Preparazione del letto di semina

• Il terreno deve essere ad un giusto grado

di umidità

• Le zolle devono essere molto piccole (più

fine possibile)

• Il terreno in pendio necessita di maggiori

accorgimenti

• Favorire il drenaggio

Profondità di semina

• La profondità di semina è:

– 2-2,5 cm per i semi grossi

– 1-1,5 per i semi piccoli

– 0,5-1,0 cm per i semi minuti

• Densità di semina (vedi tabella)

• Semi piccoli “diluiti” con sabbia

Dopo la semina

• Interrare il seme

• Far aderire il terreno al seme (rullatura)

• Irrigare (aumentare l’umidità del terreno)

• Proteggere il terreno dalla disidratazione

• Proteggere il terreno da semi e animali

(sacchi, reti ecc)

• Favorire l’innalzamento di temperatura

Semina in semenzaio

• Il semenzaio è un luogo protetto, con

temperature ed umidità controllate che

consentono di tenere sotto controllo il

processo germinativo.

• Scopo è quello di anticipare la produzione

delle piantine e non sprecare seme

Cassone freddo

• Si tratta di

– una struttura bassa (20-30 cm da terra),

– coperta in vetro o policarbonato o nylon (telai da cm 120 x 100/200)

– con esposizione a sud

– terreno inclinato per migliorare l’incidenza dei raggi del sole.

• La semina viene fatta in piena terra o in contenitore.

Semina in contenitore

• Tecnica recente e sempre di maggior

diffusione;

• Presenta sia vantaggi (molteplici) che

svantaggi (ridotti):

• È legata alla specializzazione del settore

(anche fare le piantine è un’arte)

Vantaggi

• Piantine omogenee

• Risparmio di seme

• Piante con pane di terra

• Maggior facilità di trapianto

Svantaggi

• Costo più elevato

• Tecnica colturale più specialistica

• Produce rifiuti (contenitori vuoti)

Tipologia contenitori alveolari

• In polistirolo o in plastica

• La plastica è impilabile, il polistirolo

occupa molto spazio

• Il polistirolo è isolante, la plastica no

• Nel polistirolo possono insinuarsi le

radichette delle piante, nella plastica no

• Una volta utilizzati e prima di riutilizzarli

debbono essere disinfettati.

Cure colturali

• Protezione supplementare con tessuto non tessuto

• Irrigazioni frequenti (quando il terreno asciuga)

• Concimazioni frequenti (2 a settimana) perché la poca terra trattiene poco concime e l’irrigazione frequente lo dilava.

• Trapianti tempestivi

• Copertura del seminato con vermiculite

Primo anno

Appezzamento A

Patate

Radicchi invernali,

spinaci, valeriana, cavoli

Appezzamento B

Pomodoro, melanzana,

peperoni

Appezzamento C

Zucca, zucchino,

cetriolo, anguria, melone

Appezzamento D

Lattuga, radicchio,

cipolla, aglio, radicchi

La patata

• La Patata è una pianta a ciclo annuale provvista di radici fascicolate piuttosto superficiali.

• Dalla parte sotterranea del fusto si dipartono gli stoloni i quali, ingrossando all'apice, danno luogo ad un tubero.

• La capacità di originare un diverso numero e lunghezza di stoloni varia in funzione della varietà e delle condizioni ambientali.

• Le fasi vegetative della pianta agli effetti della coltivazione sono:

– emergenza,

– accrescimento vegetativo,

– fioritura,

– accrescimento dei tuberi,

– maturazione dei tuberi.

• La formazione dei tuberi inizia poco prima della comparsa dei bocci fiorali e si manifesta con un ingrossamento degli stoloni o delle loro ramificazioni.

• La fase di maturazione è caratterizzata dal graduale ingiallimento delle foglie e dei fusti, nonché dal cambiamento di colore delle bacche (se sono presenti) che dal verde tendono al giallastro, mentre la buccia dei tuberi tende a staccarsi sempre più difficilmente dalla polpa. Successivamente le foglie e i fusti seccano e le bacche cadono.

• La raccolta può avvenire in epoca anticipata per i tuberi di pronto consumo e per quelli destinati alla propagazione. Per quelli di uso comune la escavazione si può ritardare.

Scelta dei "tuberi-seme" e

semina • (anche se sarebbe meglio parlare di

piantamento)

• Tuberi grossi con molti occhi formano un cespo di numerosi steli tra i quali la competizione è forte; il contrario nel caso di tuberi piccoli. Il grado di competizione a livello sotterraneo determina il numero e la dimensione dei tuberi: i folti cespi derivati da tuberi grossi formano molti tuberi ma di dimensioni ridotte, e viceversa.

• Ciò è importante per ottenere produzioni di tuberi del calibro più richiesto (piccolo per tuberi da semina, medio per il consumo diretto, grosso per certe trasformazioni).

• La densità di piantagione quindi deve essere definita non tanto come numero di tuberi-seme messi a dimora per metro quadrato, ma come numero complessivo di fusti che se ne origineranno. Il numero ottimale è di circa 15-20 steli per metro quadrato.

• Per questo, e anche per motivi economici, per il piantamento si impiegano tuberi-seme di modesta pezzatura (in genere 50-80 g) (calibro 25-32)

• Una pratica per risparmiare sulla quantità di seme è il frazionamento dei tuberi effettuato alcuni giorni prima della semina

• I tuberi possono essere fatti germogliare prima della semina, disponendo i tuberi-seme in cassette accatastabili in non più di due strati, in ambiente ben illuminato da luce diffusa, non troppo secco, a temperatura tra 12 e 16 °C.

• La pre-germogliazione permette di anticipare l'inizio della vegetazione e rende possibile un ultimo controllo della semente dal punto di vista del vigore vegetativo. Il quantitativo di tuberi normalmente impiegato per la semina è di 20-30 quintali ad ettaro (pari a 20 – 30 kg per 100 metri quadrati).

• I tuberi si distanziano sulla fila di 25-30 cm nella coltura precoce e di 30-35 cm negli altri tipi di coltura. La distanza tra le file è di 60-80 cm. La profondità di semina è di 5-8 cm in relazione alla natura del terreno.

Concimazione

• L'azoto è l'elemento più importante in quanto determina l'ampiezza dell’apparato fogliare e la sua efficienza fotosintetica, fattori sui quali si basa l'accumulo di amido nei tuberi.

• Tuttavia l’azoto in eccesso promuove un eccessivo sviluppo fogliare a scapito dei tuberi, ne ritarda la maturazione e ne diminuisce il contenuto di sostanza secca.

• La somministrazione dell'azoto deve avvenire frazionata, in parte prima dell'interramento del "seme" (50%), in parte con localizzazione alla semina, ed in copertura, poco dopo la completa emergenza delle piante La forma di azoto che meglio si adatta è quella ammoniacale.

• La patata è una coltura capace di trarre i massimi benefici dalla concimazione con letame, somministrato prima dell'inverno, e dalle concimazioni con potassio.

Cure colturali

• Nei terreni soggetti a incrostamento, in relazione all'andamento climatico, è utile una sarchiatura non appena le file siano ben visibili sul terreno. L'operazione è efficace anche come completamento alla lotta chimica contro le infestanti.

• Rincalzatura - La rincalzatura consiste nell'addossare terra dell’interfila alla fila di piante di patata in modo da favorire l'emissione di rizomi e di radici dalla parte interrata degli steli. Si fa in uno o due passaggi nelle 2-3 settimane successive alla semina con i germogli allo stadio di 2-3 foglie formando una "porca" di 20 cm di altezza sul piano di campagna: questo assicura condizioni ottimali di sviluppo alle radici, ai rizomi e ai tuberi-figli

• La rincalzatura favorisce il radicamento, la tuberizzazione e la nutrizione, evita l’inverdimento dei tuberi e protegge questi, sia pur parzialmente, dall'infezione delle spore di peronospora cadute sul terreno.

Alcune varietà

• Le varietà si distinguono in base:

– Epoca di maturazione (precoci, medie,

tardive)

– Colore della buccia

– Colore della pasta

– Destinazione culinaria

• - Désirée: ciclo semitardivo; pianta con numerosi steli rosso-bruni, fiori abbondanti rossi o violetti, tuberi ovali, con buccia rossa e pasta gialla; pasta soda, resistente alla cottura; adatta soprattutto per patate fritte.

• - Jaerla: ciclo medio-precoce; pianta con steli poco numerosi, foglie di colore verde chiaro, fioritura scarsa con fiori bianchi; tuberi ovali, molto grossi, a buccia gialla, pasta gialla, occhi superficiali.

• - Kennebec: ciclo medio-tardivo; pianta con pochi steli, fioritura scarsissima e fiori bianchi; tuberi tondeggianti, molto grossi, con occhi superficiali, buccia chiara, pasta bianchissima, di buon sapore, piuttosto farinosa.

• Majestic: ciclo semi-tardivo; pianta a steli poco numerosi, fioritura abbondante, a fiori bianchi; tuberi allungati e grossi, a buccia gialla e pasta bianca; ha buone caratteristiche culinarie; varietà di antica coltivazione in Italia.

• Monalisa: ciclo medio-precoce; pianta con pochi steli, di colore violetto pallido, fioritura scarsa con fiori bianchi; tuberi di pezzatura grossa, forma leggermente allungata, a buccia gialla e pasta gialla; la pezzatura dei tuberi è uniforme e con buone caratteristiche culinarie.

• Primura: ciclo precoce; pianta con pochi steli; tuberi ovali, uniformi, a buccia gialla e pasta gialla.

• Spunta: ciclo medio-precoce; pianta con numerosi steli; fioritura abbondante con fiori bianchi; tuberi lunghi, piuttosto appuntiti e spesso arcuati, a buccia gialla e pasta gialla.

Dorifora

• TIPO DI PARASSITA: Insetto

• BIOLOGIA: Sverna da adulto nel terreno; 1-2 generazioni annue a seconda degli ambienti: luglio-agosto e settembre-ottobre

• ORGANI VEGETALI SOGGETTI ALL'ATTACCO: Parti epigee (fiori, foglie, germogli, fusti ancora teneri)

• SINTOMATOLOGIA: Erosioni degli adulti e larvali alle parti epigee foglie, germogli, fusti ancora teneri)

• DANNO: rilevanti perdite di produzione

Peronospora della patata

Tipologie ortaggi da foglia

• Lattuga

• Radicchio

• Bietola (anche da radice)

• Rucola

• La parte edule è costituita dalle foglie della

pianta, che sono coltivate avendo grande

attenzione a:

– Stato fitosanitario

– Velocità di accrescimento

– Caratteristiche nutrizionali

Esigenze lattughe

• Predilige terreni di medio impasto, freschi, ricchi di sostanza organica, con poco calcare attivo, bassissima salinità.

• Il terreno deve consentire lo sviluppo delle radici, l’immagazzinamento idrico (elevata evapotraspirazione!!!), l’interramento dei concimi e/o della sostanza organica.

• Ciclo colturale generalmente breve (35-60 gg) ed in periodi diversi dell’anno.

Operazioni colturali

• Lavorazioni semiprofonde del terreno (40

cm) e perfetto affinamento della superficie

(soprattutto per le varietà da taglio)

• Trapianto con piantine a radice nuda (non

più!) o con pane di terra (frequente)

• Irrigazione frequente

• Concimazioni in copertura (Azoto!!!)

Esigenze idriche

• Apparato radicale fittonante ma anche

fascicolato a seguito del trapianto di

piantine allevate in contenitore.

• La distribuzione di acqua deve essere

frequente, ma il terreno deve sgrondare

bene l’acqua in eccesso.

• Irrigazione a pioggia o con gocciolatori.

• Fondamentale nella fase post trapianto.

Fresatura

Avversità e malattie

• Abbassamenti di temperature e ustioni

dovute a colpi di sole

• Marciumi del colletto (sclerotinia) in terreni

con ristagno idrico, e peronospora

• Marciumi batterici delle foglie

• Insetti terricoli (Elateridi) con gallerie nelle

radici ed afici con trasmissione di virosi,

nottue con rosure alle foglie e grillotalpa

Pomodoro: caratteri botanici

• Il pomodoro è una pianta erbacea annuale alta da 0,7 a 2 metri, eretta quando è giovane ma che tende a diventare prostrata sotto il peso dei frutti.

• Il fusto e le foglie sono pubescenti essendo ricoperti da corti peli ghiandolari che quando sono stropicciati emanano un odore caratteristico.

• Le piante nate e cresciute in posto sviluppano una forte radice fittonante che ramifica abbondantemente e forma un denso apparato radicale; nel caso di piante trapiantate il fittone perde la sua predominanza; la massima profondità di radicamento varia da 0,7 a 1,5 metri.

• Le foglie sono grandi, irregolarmente composte da foglioline diseguali a lembo più o meno inciso.

• Il fusto in certi tipi presenta sviluppo indeterminato, cioè il suo meristema apicale mantiene per tutta la vita della pianta la capacità di formare foglie e infiorescenze all’ascella di queste (varietà da mensa);

• in altri tipi lo sviluppo è determinato, cioè la gemma apicale ad un certo momento si trasforma in infiorescenza e nuovi germogli si sviluppano all’ascella delle foglie precedentemente formate sicché la pianta assume portamento cespuglioso e taglia contenuta (varietà da industria).

• I fiori si formano in numero variabile da 4 a 12 su infiorescenze a racemo che sorgono all’ascella delle foglie.I fiori sono gialli.

• Il frutto è una bacca di forma e dimensioni variabilissime (globosa, appiattita, allungata, ombelicata; liscia o costoluta); con numero di logge variabile;

• di colore generalmente rosso a maturazione per la presenza di un pigmento carotenoide chiamato licopene. Nella polpa contenuta nelle logge delle bacche stanno numerosi semi discoidali, schiacciati che quando sono secchi sono tormentosi e di colore giallo-grigiastro; 1000 semi pesano 3 grammi circa.

• Nonostante le cultivar rosse siano le uniche presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.

• Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a quelle di giallo (perino d’inverno, ciliegino), rosa (thai pink), arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino violacee (nero di Crimea, purple perfect).

• Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi, a forma di ciliegia, riuniti in grappoli, e persino cavi all'interno (tomate à farcir).

Esigenze ambientali

• Il pomodoro è una pianta con elevate esigenze termiche, assai sensibile al gelo, che quindi nei climi temperato-caldi trova la sua stagione di crescita nel periodo estivo; altrimenti va coltivato sotto serra. La temperatura:

– minima per la germinazione è di 12 °C,

– per la fioritura di 21 °C;

– ingrossamento frutti e alla loro maturazione:

• 24-26 °C di giorno

• 14-16 °C di notte;

– temperature superiori a 30 °C, o che restano su valori elevati sia di giorno che di notte, provocano difetti di allegazione o difetti di colorazione e di consistenza dei frutti.

Esigenze ambientali

• Una coltura trapiantata ha un ciclo di 100-120 giorni durante il quale il fabbisogno idrico totale è di circa 400 mm, secondo il clima;

• nel caso di coltura seminata il ciclo dura di più: circa 130-150 giorni.

• Il pomodoro cresce male negli ambienti umidi che favoriscono le malattie e i marciumi: i migliori ambienti sono quelli a clima piuttosto secco, con terreni a grande capacità di ritenzione idrica o con possibilità di irrigazione.

avvicendamento

• Nella coltura da pieno campo il pomodoro è una tipica pianta da rinnovo.

• È sconsigliabile ripeterne la coltura sullo stesso terreno a intervalli troppo brevi: almeno 3-4 anni. Se si vuole evitare che la carica patogena di parassiti fungini (Verticillium, Fusarium) e di nematodi cresca troppo; in questo periodo il terreno non può ospitare nemmeno altre solanacee (tabacco, peperone, melanzana, patata) che hanno gli stessi problemi parassitari.

• Nel caso della coltura in serra per eliminare gli agenti patogeni presenti nel terreno si fa ricorso alla disinfezione con fumiganti e geodisinfestanti.

Preparazione del terreno

• La preparazione del terreno prevede:

– Aratura profonda a 45-50 cm

– Erpicatura e livellamento

– Eventuale fresatura, soprattutto con semina

diretta o trapianto di piantine molto piccole (8-

10 cm di altezza)

Concimazione - quanto

• Coltura da rinnovo quindi si avvale di

concimazioni abbondanti:

• Per 100 metri quadrati

– Sostanza organica (letame o compost) 4-500

kg

– Perfosfato minerale 19% 5-6 kg

– Solfato potassico 3-4 kg

– Azoto 2 kg

Concimazione - quando

• Sostanza organica: in autunno

• Perfosfato minerale e solfato potassico

vanno interrati con l’aratura

• Urea 2 kg/100 mq in pretrapianto interrati

• Nitrato ammonico 3 kg/100 mq in

copertura

• Il trapianto richiede la produzione delle piantine in semenzaio (protetto) per assicurare la temperatura idonea alla germinazione.

• La semina in semenzaio assicura diversi vantaggi: guadagno di tempo, maggior precocità, maggiore uniformità, risparmio di seme (che nel caso di ibridi F1 è estremamente costoso).

Trapianto

• Dopo 40-60 giorni dalla semina le piantine di pomodoro raggiungono lo stadio di 4-5 foglie e un’altezza di 100-150 mm: è questo il momento migliore per il trapianto.

• Al trapianto è sempre necessaria un’irrigazione ausiliaria per assicurare l’attecchimento

• Distanze cm 100 fra le file, 50 sulla fila in funzione anche del tipo (determinato o indeterminato) e della destinazione (mensa o industria)

• In molti casi è praticata la pacciamatura con film

plastici neri: in genere è associata ad un tipo

d’impianto a file binate e all’irrigazione “a

goccia”. L’ala gocciolante è posta al centro della

bina, al di sotto del film pacciamante. Gli elevati

costi sono compensati da notevoli vantaggi sia

agronomici sia qualitativi (pulizia del prodotto).

L’apposizione di sostegni è necessaria nel caso

delle varietà da serra o di certe varietà da orto a

sviluppo indeterminato.

Operazioni complementari

• Nelle varietà indeterminate sono praticate alcune operazioni particolari quali:

– scacchiatura per eliminare i germogli ascellari e così mantenere una pianta monostelo;

– cimatura, spuntando la pianta lasciando 3-6 palchi fruttiferi in modo da favorire la maturazione dei frutti sui palchi lasciati;

– trattamenti con fitoregolatori che nelle colture in serra favoriscono l’allegagione dei fiori e lo sviluppo di frutti partenocarpici

Irrigazione

• L’irrigazione è un intervento che aumenta e

stabilizza le rese anche se non sempre favorisce

la qualità dei frutti.

• Irrigazioni frequenti e leggere sono preferibili per

i pomodori da mensa; per quelli da industria

sono più indicate irrigazioni meno frequenti e più

abbondanti, curando di fare l’ultima irrigazione

con parecchio anticipo sulla raccolta; è

importante che l’acqua non difetti durante la fase

di fioritura.

Irrigazione

• Un’impropria gestione dell’acqua può produrre

su varietà sensibili danni come il marciume

apicale, la spaccatura dei frutti e la scottatura.

• Come sistemi d’irrigazione quello a pioggia

provoca diversi inconvenienti (favorendo

malattie fungine e cancro batterico); quello per

infiltrazione laterale è uno dei più usati, mentre

sta diffondendosi quello a goccia: entrambi

hanno il vantaggio di non bagnare la

vegetazione.

alterazioni fisiologiche

• Tra le alterazioni fisiologiche ricordiamo:

– il marciume apicale dei frutti causato da squilibri idrici;

– la spaccatura dei frutti provocata da un improvviso eccesso idrico che segue un periodo di stress;

– il colpo di sole o scottatura, quando l’improvvisa esposizione al sole dei frutti in fase di ingrossamento vi provoca chiazze decolorate e disseccate

malattie che colpiscono la parte

aerea

• I. Peronospora (Phytophtora infestans). Colpisce le foglie, il fusto e i frutti invadendone i tessuti e formando una muffa biancastra. Bisogna trattare con prodotti preventivi o curativi.

• III. Virosi. Sono provocate da virus del mosaico

del pomodoro e da quello del cetriolo.

Accorgimenti opportuni sono: ampie rotazioni,

seme sano, eliminazione delle piante ammalate

e delle piante infestanti nei paraggi delle

coltivazioni, disinfezioni di mani e attrezzi, lotta

agli afidi vettori, uso di varietà resistenti.

Grazie per

l’attenzione