Il Sole 24 Ore Commenti e inchieste 21Sabato 23 Gennaio 2016 N. 22
Fonti energeticheIL FUTURO DELLE TRIVELLE NEL MARE
Stime. Le risorse potenziali totali ammontano a 700 milionidi tonnellate di oro nero, cioè cinque anni di autonomia totale
Petrolio, in Italia un «tesoro» da scoprireLe due facce del referendum: perdere 3 maxi-giacimenti e i rischi ambientali
Di fronte alla costa barese e brindisina. I nodi del piano
Il Montenegro cercarisorse in Adriatico
di Jacopo Giliberto
Se noi italiani — noi che nel 2015 abbiamoaumentato il consumo di petrolio —esprimeremo il nostro parere in numero sufficiente a superare il quorum, e se
voteremo in maggioranza per il sì, allora il referendum contro le perforazioni petrolifere nelle acque territoriali potrebbe fermare tre grandi giacimenti. Potrebbero frenare e fermarsi il giacimento Guendalina (Eni) in Adriatico, il giacimento Rospo (Edison) di fronte all’Abruzzo e il giacimento Vega (Edison) nel canale di Sicilia di fronte alla costa ragusana.
Invece, qualunque sarà l’esito del referendum non dovrebbero esserci effetti su altri programmi di investimento petrolifero in mare come i giacimenti siciliani Argo e Cassiopeaal largo di Gela , giacimenti il cui sviluppo è correlato con il futuro del petrolchimico di Gela, né sulle prospettive di ricerca nelle zone più profonde dello Ionio o al largo della Sardegna, dove i geologi assicurano che potrebbero esserci riserve importanti ma non ancora misurate. Questi bracci di mare sono nella zona di interesse economico italiano ma si trovano in acque internazionali, oltre la distanza di 12 miglia (circa 22 chilometri dalla costa).
L’ipotesi di rigettare i progettiCon ogni probabilità il Governo non farà ricorso a ritocchi normativi nel tentativo di evitare la consultazione dei cittadini. Più facilmente sarà fatta attenzione alla data del referendum, il quale potrebbe sommarsi con le elezioni amministrative di primavera o con il referendum costituzionale previsto in autunno.
Dal punto di vista pratico, l’intenzione delGoverno parrebbe il blocco di tutte le richiesteaperte di autorizzazione petrolifera, rigettandole, a cominciare dal contestatissimo giacimento Ombrina Mare, a pochi chilometri dallacosta abruzzese. A medio termine la questioneverrà risolta quando, in futuro, si aprirà la partita del cosiddetto Titolo Quinto della Costituzione, il quale assegna alle Regioni un potere decisionale forte sul tema energetico.
Braccio di ferro con le RegioniProprio dalla divergenza sulle strategie energetiche fra il Governo centrale e le Regioni nasce il referendum contro l’uso dei giacimenti nazionali di metano e petrolio.
Il decreto Sblocca Italia l’anno scorso aveva rimescolato le carte delle competenze, assegnando allo Stato più potere sullo sfruttamento delle risorse nazionali. Tra i vari aspetti, il decreto introduceva una pianificazione strategica ambientale — molto innovativa — per esaminare subito con i cittadini e leloro rappresentanze (Regioni, enti locali, associazioni) quali aree del Paese hanno delicatezze tali da essere escluse da ogni uso delle risorse del sottosuolo.
Apriti cielo. Imbufalite, dieci Regioni in autunno hanno presentato la richiesta di referendum. Compatti contro queste norme i consigli
regionali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto. Invece si sono tenute ben lontane dal chiedere un referendum antipiattaforme due Regioni ad altissima perforazione, l’Emilia Romagna e la Sicilia.
Il problema è il consenso degli elettori, pernon perdere il quale molti politici cercano di non farsi scavalcare dalla protesta antitrivellee dai movimenti politici che la appoggiano. Anche il Governo ha preferito fare marcia indietro e in dicembre ha inserito nella Legge di Stabilità un emendamento che accoglieva completamente le richieste delle Regioni, annullandone in apparenza i motivi di referendum. In apparenza. La Corte di cassazione ha
analizzato la Legge di Stabilità e ha visto che uno dei quesiti restava valido; la settimana scorsa la Corte costituzionale ha confermato ildubbio della Cassazione e ha deciso: al voto.
Che cosa voteremoDei sei originari, il quesito referendario sopravvissuto è debolissimo nei contenuti ma forte nella valenza politica ed emotiva. Il quesito come sempre è incomprensibile e basato sulla citazione di commi e articoli, ma tradottoci chiede: volete voi italiani che i giacimenti nelle acque territoriali, quando scadranno le loro concessioni, vengano fermati anche se sotto c’è ancora tanto gas o petrolio?
Il tema rilevato dai magistrati della Cassa
zione e della Consulta è la durata delle concessioni. Nella Legge di Stabilità per i giacimenti già in corso d’opera entro le 12 miglia dalla costala concessione è allungata per tutta la vita utiledel giacimento. Molti giacimenti sono ancora ricchi di risorse ma erano stati perforati decenni fa quando le tecnologie erano meno efficaci:chiedendo il permesso e investendo in nuove tecnologie, la vita utile del giacimento potrebbe essere assai interessante. E sono questi i progetti messi a rischio dal quesito referendario, cioè gli storici giacimenti Guendalina, Rospo e Vega che hanno ancora risorse da sfruttare ma per i quali s’avvicina l’età del prepensionamento obbligatorio.
Petrolio per 5 anni. Oppure per 50I segnali di abbandono degli investimenti ci sono già. A Ravenna, dove c’è il polo del madein Italy petrolifero richiesto in tutto il mondo per qualità tecnologica e ambientale, molte aziende in difficoltà hanno lasciato per stradai dipendenti. Complice il greggio attorno ai 30dollari al barile (un barile sono circa 159 litri), non si investe e in questo periodo si perfora pochissimo. Le contestazioni locali, e ora le leggi, paralizzano quel poco che le compagnie potrebbero fare.
Quanto petrolio c’è in Italia? A dispetto deiluoghi comuni, l’Italia ha grandi risorse energetiche poco usate: le fonti rinnovabili, la geotermia che ricupera il calore del sottosuolo. Abbiamo anche 106 piattaforme petrolifere in mare, 113 permessi di ricerca di giacimenti nonancora scoperti e 202 concessioni già attive.
Ma sotto i nostri piedi parrebbe nascondersi, non ispezionato, un tesoro che potrebbe evitarci di importare metano e petrolio da Paesi lontani dove le cautele ambientali sono meno attente. La Strategia energetica nazionale, un documento politico e tecnico del 2013, asserisce che «le risorse potenziali totali ammontano a 700 Mtep di idrocarburi», cioè 700 milionidi tonnellate equivalenti di petrolio.
Tradotto, significa che avremmo 5 anni interi di autonomia totale, senza importare una goccia di petrolio. Oppure, se continuassimo a importare il petrolio e il gas a tutta manetta come oggi, i giacimenti nazionali durerebbero più di mezzo secolo.
I rischi di incidenteDal punto di vista assoluto, il ricorso ai giacimenti darebbe benefici ambientali ed economici evidenti. Migliori tecnologie di estrazione, minori trasporti ed emissioni che cambiano il clima, meno petroliere pericolose davantialle nostre coste, più ricchezza nel Paese. Però lo sfruttamento dei giacimenti nazionali potrebbe accrescere a casa di noi consumatori accaniti il rischio di incidenti rilevanti sui giacimenti. Pochissimi incidenti, finora: 1950, Cortemaggiore, Piacenza, metano; 1994, Trecate, Novara, petrolio. Ma per quanto remota la possibilità, una marea nera avrebbe conseguenze difficili da tollerare.
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Le riserve di petrolio e metano toccate dal blocco delle attività entro le 12 miglia dalla costa
MARE ADRIATICOSETTENTRIONALE
MARE ADRIATICOCENTRALE
MARE IONIO -GOLFO DI TARANTO
CANALE DI SICILIA
Zona soggettaall’accertamentodella nonsussistenzadi rischiapprezzabilidi subsidenzasulle coste
MareAdriatico
1
2
3
1 EniRovigo
Ravenna
Forlì
Ferrara
2 Po Valley Op.
3 Eni
4 Apennine Energy
5 Rockhopper
6 Eni
7 Petroceltic Italia
8 Apennine Energy
9 TransunionPetroleum IT
10 Shell Italia
11 Shell Italia
12 Petroceltic Elsa
13 Eni
14 NorthernPetroleum Uk
15 Audax Energy
Società
Società
Società
Società
16 Northern Pet. UK
17 Eni-Edison Gas
18 Petroceltic Elsa -Northern Pet. UK
19 Eni
20 Transunion Pet.
21 Eni-Edison Gas
VENETO
MARCHE
ABRUZZO
EMILIAROMAGNA
MareAdriatico
Mar Ionio
IsoleTremiti
4
5
6 7
OMBRINAMARE
Pescara
Teramo
L’Aquila
Fermo
CALABRIA
BASILICATA PUGLIA8
9
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Crotone
Cosenza
Catanzaro
Golfodi Taranto
Golfodi Taranto
SICILIA
Canaledi Sicilia
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Isoladi Pantelleria
Isoladi Pantelleria
Linea delle12 miglia
Linea delle12 miglia
Linea delle12 miglia
Linea delle12 miglia
Agrigento
Caltanissetta
La mappa dei giacimenti bloccati dalla legge
Il Montenegro ha deciso di cercareil petrolio in Adriatico, di fronte alla Puglia e alle isole Tremiti. E intanto la Croazia fa il contrario, fa
marcia indietro sulla ricerca di metanoe greggio nel mare.
Il mese scorso il ministero dell’Economia del Montenegro (ministarstvo Ekonomije Crna Gora) ha aperto la consultazionepubblica sul piano strategico del Governo per sfruttare i giacimenti in Adriatico tra leBocche di Cattaro, davanti a Budua e Dulcigno. Di fronte alla costa barese e brindisina.
Il documento di riferimento si chiamaProgramma di ricerca e sfruttamento di giacimenti di idrocarburi nel mare del Montenegro («Program istraživanja iproizvodnje ugljovodonika u podmorju Crne Gore»), una trentina di pagine accompagnate dai documenti correlati di impatto ambientale e note tecniche per le compagnie petrolifere e per i cittadini che vorranno esprimere il loro parere sul programma. Il tempo per rispondere al piano montenegrino e per offrire suggerimenti e osservazioni è il 25 febbraio. Conogni probabilità, com’era avvenuto un anno fa con la Croazia, i comitati nimby italiani si faranno avanti inviando al Governo di Podgorica le contestazioni contro il programma montenegrino.
L’area di mare interessata è stata divisain tredici quadratoni ciascuno con lati di una ventina di chilometri, estesi soprattutto davanti alla costa meridionale del Paeseal largo di Dulcigno. Sono previste le classiche ricerche geologiche con il ricorso all’air gun, il dispositivo che produce l’esplosione di bolle d’aria nel mare in modo che, percuotendosi sul fondale, l’eco del sottosuolo possa far capire che cosa c’è in profondità nelle rocce. L’air gun disturba i cetacei (come delfini e balene), di cui queltratto di Adriatico è assai popolato.
Sarà difficile che il programma montenegrino venga realizzato a breve, poiché lecompagnie petrolifere in questo periodo diprezzi bassissimi del greggio hanno scarsapropensione a investire nella ricerca di nuovi giacimenti di valore oggi modesto.
I licenziamenti fra il personale e i fallimenti di molte piccole società petrolifere impegnate nelle attività con lo shale oil negli Stati Uniti sono un termometro molto efficace della riduzione degli investimenti.
Invece le compagnie dalle spalle più larghe, che hanno la capacità di impostare oggi il futuro con i tempi lunghi di programmazione che richiede il settore energetico,potrebbero essere interessate al programma del Governo di Podgorica, prenotandosi già ora i giacimenti da sfruttare però quando il greggio li renderà più appetitosi.
La Croazia ha seguito, ma con un annod’anticipo, lo stesso percorso che oggi segue il Montenegro confinante. I due Paesi avevano anche avuto dubbi su come suddi
videre in modo corretto il mare che fronteggia la costa dalmata, e i programmi avevano avuto un ritardo.
Ora la Croazia, dopo aver bandito la gara e avere assegnato alcuni blocchi diAdriatico a diverse compagnie (tra le quali l’italiana Eni) pensa di «proclamare una moratoria al progetto di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi», ha annunciato ieri il premier incaricato Tim Oreskovic nella presentazione del programma di governo in Parlamento.
In Italia nel frattempo si sta sopendo lapolemica per il permesso dato dallo Sviluppo economico alla compagnia irlandese Petroceltic perché possa in futuro cercare giacimenti in acque internazionali al largo del Molise e delle isole Tremiti, programma che, se verrà realizzato quando i prezzi del greggio lo renderanno fattibile, prevede una procedura pubblica corredata con una valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente. Per ora (eforse per anni) nessuna compagnia sta programmando esplorazioni nel sottosuolo allargo delle Tremiti né in Adriatico.
J.G.© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PREMIER ORESKOVICLa Croazia, dopo aver banditola gara, pensa di «proclamareuna moratoria al progettodi esplorazione ed estrazione degli idrocarburi»
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tempo soleggiato seppur con il passaggio di unacerta nuvolosità medio-alta; peggiora la sera suPuglia, Molise e nord Sicilia. Temperaturestabili, massime tra 8 e 13.
velature in transito al mattino. A seguire bensoleggiato, ma con nubi in aumento su Toscanae Abruzzo. Temperature in rialzo ad Est,massime tra 8 e 12.
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condizioni di bel tempo, con al più qualchevelatura in transito e maggiori annuvolamenti almattino sul Nordest. Temperature in lieve rialzo,massime comprese tra 6 e 10.
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residui piovaschi al mattino su Molise, Puglia,reggino e Sicilia ionica; più soleggiato easciutto altrove. Temperature stazionarie,massime tra 8 e 13.
ampie zone di sereno, locali annuvolamentisulla Sardegna e velature in arrivo serale sullealtre regioni. Temperature senza particolarivariazioni, massime tra 8 e 12.
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velato, con qualche foschia in pianura almattino. Nubi in aumento serale tra Liguria ebasso Piemonte, ma senza fenomeni.Temperature stabili, massime comprese tra 6e 10.
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Piattaforme. L’Italiapossiede 106 installazioni
petrolifere in mare,113 permessi di ricerca di giacimenti
non ancora scopertie 202 concessioni già attive 106