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2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it
La formula per uscire dalla crisi è:
“Rigore, austerità, giustizia sociale”.
Ma non può funzionare se indica la
sequenza temporale degli interven-
ti. O tutti e tre simultaneamente op-
pure occorre iniziare subito dalla
equità sociale !
Informazione e disinformazione. Condizionati nelle scelte dai mass-media. di irruzione in allevamenti e centri
di ricerca, per liberare animali.
Molti di quegli animali vengono
prodotti allo scopo. La cavia vendu-
ta in negozio costa pochi euro. La
cavia, geneticamente modificata,
portatrice di malattie o idonea per
la sperimentazione costa molte
centinaia di euro. Inoltre il o la cro-
nista ci mostrano le immagini di
simpatici ‘cagnoni’ scodinzolanti,
aggiungendo parole terribili quali:
“destinati alla vivisezione”. Sì, per-
ché secondo il o la cronista, la ri-
cerca viene praticata da sadici che
si divertono a seviziare povere be-
stiole. Ma il o la cronista sul serio
pensa esista qualcuno che paghi
denari su denari perché un pazzo
affetti un tenero cucciolo? Così
avremo che gli allevatori, sfiancati
da furti e vandalismi, si trasferiran-
no nella vicina Svizzera. In Svizzera
verrà fatta la ricerca. I ricercatori
italiani si trasferiranno in Svizzera.
E gli Italiani tutti (animalisti, sprov-
veduti e semplici cittadini) paghe-
ranno, royalties ed altri diritti, alle
società estere, che produrranno i
farmaci sotto licenza. Insomma il
Una informazione non corretta
condiziona la formazione del pen-
siero e induce a fare delle scelte
inefficaci o sbagliate.
Qualche esempio:
L’industria petrolifera è dannosa,
quindi aboliamola. È quello che è
stato fatto e si sta facendo in molti
Paesi. Il risultato: dipendenza
dall’estero. Entro pochi anni scom-
pariranno tutte le stazioni di riforni-
mento “bianche” o senza logo. Per
quale ragione una multinazionale
dovrebbe vendere carburanti ad
una rete distributiva concorrente ?
Dobbiamo puntare tutto su fonti di
energia alternative. Ebbene, oltre
al petrolio siamo dovuti andare a
comprare anche i generatori di
energia alternativa: i pannelli foto-
voltaici dalla Germania e da Israe-
le. Gli impianti con le pale eoliche
dalla Danimarca. E così via. Abbia-
mo risparmiato nella ricerca dome-
stica, per pagare a caro prezzo for-
se anche il frutto dei cervelli italiani
costretti a lavorare all’estero!
Da qualche tempo a questa parte
si fa un gran parlare delle azioni
compiute dagli animalisti. Si tratta
beegle ‘teneroso’ diventa un affare
lucroso. Sorge perfino il dubbio
che possa esistere buona fede in
tutte quelle persone, quando porta-
no avanti le loro … campagne di
liberazione. Comunque questi sono
i risultati: si sono trasferire risorse
e ricchezza all’estero; chi avrà bi-
sogno pagherà per la sua salute
oppure dovrà recarsi all’estero.
Ma quanti sono i gay e le lesbi-
che? Pochi o tanti una soluzione
civile alle convivenze, a qualsiasi
tipo di convivenza, può essere tro-
vata. Non si capisce però perché
tutti i tipi di convivenza debbano
poter essere considerate una
“famiglia”. Per migliaia di anni la
famiglia è stata caratterizzata dalla
presenza dei due generi, maschio
e femmina. Poi, con pochissime
eccezioni (la più nota è quella co-
siddet ta “subsahar iana” o
“aperta”) la coppia era fissa nel
tempo. In Italia essere famiglia era
ed è un onere. Il sistema fiscale
non favorisce la comunione. E il
welfare premia la convivenza.
Auspicando una rivisitazione del
modello sociale che sappia risolve-
re i problemi veri e non le momen-
tanee pulsioni di minoranze rumo-
rose, non possiamo esimerci da
una domanda: “chi paga i giornali-
sti, per soffermarsi (troppo) su al-
cuni aspetti o per minimizzarne od
ignorarne completamente altri?
Qual è il suo vantaggio?
Mario Paganini
È stato pubblicato il n. 27
dell’ALMANACCO DI VOLTANA
2012 - Fatti e gente i casa nostra.
È disponibile in Delegazione.
Poesia segnalata da
Piera
Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun'altra lingua se non la propria
nessun' altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di libertà!
Pier Paolo Pasolini
Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
Ecco, in sintesi, le “famose” domande dell’editoriale di Marco Travaglio
[…] perciò le domande da porre
al PD sono altre.
Perché nel '94 avete "garantito a
Berlusconi e Gianni Letta che non
gli sarebbero state toccate le televi-
sioni" (Violante dixit) ?
Perché per cinque legislature ave-
te sempre votato per l'eleggibilità
di Berlusconi, ineleggibile in base
alla legge 361/1957 ?
Perché nel '96 D'Alema andò a
Mediaset a definirla "una grande
risorsa del Paese" ?
Perché nel '96 avete resuscitato lo
sconfitto Berlusconi promuovendolo
a padre costituente per riformare la
Costituzione e la giustizia ?
Perché nel 1996-2001 e nel 2006-
2008 non avete fatto la legge sul
conflitto d'interessi ?
Perché avete demonizzato i Giro-
tondi, accusandoli di fare il gioco di
Berlusconi ?
Perché non avete spento Rete4,
priva di concessione, passando le
frequenze a Europa7 che la conces-
sione l'aveva vinta ?
Perché nel 1996-2001 avete depe-
nalizzato l'abuso d'ufficio, abolito
l'ergastolo, depotenziato i pentiti,
chiuso le supercarceri del 41-bis a
Pianosa e Asinara ?
Perché, negli otto anni in cui avete
governato da soli, non avete mai
cancellato una sola legge vergogna
di Berlusconi ?
Perché le vostre assenze hanno
garantito l'approvazione di molte
leggi vergogna, dallo scudo fiscale
in giù, che non sarebbero passate a
causa delle assenze nel centrode-
stra ?
Perché nel 1999 una parte di voi
salvò Dell'Utri dall'arresto ?
Perché nel 2006 i dalemiani chie-
sero a Confalonieri, Dell'Utri e Letta
i voti per D'Alema al Quirinale ?
Perché nel 2006 faceste un indulto
esteso ai reati di corruzione, finan-
ziari, fiscali e al voto di scambio
politico-mafioso ?
Perché nel 1998 e nel 2008 avete
affossato i due governi Prodi ?
Perché nel 2011, anziché mandar-
ci a votare, avete scelto di governa-
re con Berlusconi, salvandolo da
sicura sconfitta, all'ombra di Monti ?
Perché preferite accordarvi al
buio con Berlusconi per Marini,
D'Alema, Amato sul Colle, anziché
scegliere Rodotà e dialogare con i
5Stelle per il nuovo governo, come
vi chiedono i vostri elettori ?
Tante domande, una sola risposta:
o siete coglioni, o siete complici.
Tertium non datur.
"Quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui spe-
rimenta la Sua presenza nella vita e la forza della Sua resurrezione, e non
può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona
incontra incomprensione o avversità, si comporta come Gesù nella sua
Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità. Non si può an-
nunciare il Vangelo di Gesù senza la testimonianza concreta della vita.
Ricordiamo il consiglio che dava San Francesco: ‘predicate il Vangelo e,
se fosse necessario, anche con le parole’. Spogliamoci di tanti idoli, pic-
coli o grandi, che abbiamo e nei quali ci rifugiamo, nei quali cerchiamo e
molte volte riponiamo la nostra sicurezza. ‘Adorare il Signore’ vuol dire
mettere al centro della nostra vita Gesù. E non gli idoli quali l’ambizione,
il carrierismo, il gusto del successo, la tendenza a prevalere sugli altri, la
pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita.” F.C.
Caffè letterario di Lugo
Hotel Ala d’Oro - Corso Matteotti, 56
Info: 0545 - 22388 e su Facebook
Un calendario, aggiornato, degli
eventi pubblici a Voltana ?
Lo trovi nel sito
www.voltanaonline.it facendo click
in AGENDA !
“Le donne si innamorano di ciò
che ascoltano e gli uomini di ciò
che vedono.
È per questo che gli uomini men-
tono e che le donne si truccano.”
Trovata su Internet e segnalata da Paola
I 7 GESTI CHE MIGLIORANO LA SALUTE
1. Le risate migliorano il flusso san-
guigno.
2. Gli abbracci rilasciano ossitocina
e rimuovono lo stress dal corpo.
3. Incontrare persone che piaccio-
no migliora la salute del cuore.
4. Trascorrere del tempo con le
persone amate abbassa la pres-
sione sanguigna.
5. Leggere o scrivere messaggi
d’amore abbassa il colesterolo
cattivo.
6. Le strette di mano calmano i ner-
vi.
7. L’ottimismo abbassa il rischio di
contrarre malattie anche gravi.
Trovata su Internet e segnalata da Paola
pubblicato sul IL FATTO QUOTIDIANO del 24 aprile 2013
Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
tato dai loro genitori o nonni.
La Spagna è un perfetto caso in que-
sto punto: nei due anni intercorrenti
dal movimento del 15 Maggio della
nazione, l'economia si è avvolta in una
depressione senza fondo. La disoccu-
pazione giovanile ufficiale nella nazio-
ne ha raggiunto uno sbalorditivo 60%.
Migliaia di risparmiatori e pensionati
spagnoli sono stati derubati dei rispar-
mi di una vita, vittime dei giochi di pre-
stigio degli astuti (e, non c'è neanche
bisogno di dirlo, impuniti) preferentes
(preferiti) delle banche. Nel frattempo
le tasse continuano ad andare alle stel-
le e le spese per i sussidi pubblici es-
senziali sono state sacrificate senza
pietà sull'altare della ricapitalizzazione
delle banche. Innumerevoli case della
nazione sono state - e continuano a
essere - sequestrate per essere succes-
sivamente date via a una frazione del
loro valore ai ricchi speculatori edili
internazionali.
Forse peggio di tutto, il governo at-
tuale, che ha preso le redini del potere
sei mesi dopo l'inizio del movimento
del 15 maggio, ha provato di essere il
più corrotto e incompetente nella me-
moria recente. Ma la Spagna non è per
niente l'unica; è, se non altro, un mero
sintomo di ciò che sta accadendo in
tutta l'eurozona. Da Cipro al Portogallo
e dalla Francia alla Slo- ( Segue a pag. 4 )
La scelta estrema dell’Europa: rassegnazione o rivoluzione di Don Quijones Due anni fa a maggio, la Puerta del
Sol di Madrid e Plaza Catalunya di Bar-
cellona, le piazze delle due più impor-
tanti città della Spagna, furono occupa-
te da migliaia di "indignados". Per mol-
ti giovani della nazione ben istruiti ma
disillusi, era abbastanza, e per un bre-
ve periodo è sembrato che fosse inizia-
ta una nuova era di mobilizzazione po-
litica.
Poche settimane dopo, tuttavia, que-
ste speranze furono brutalmente di-
strutte quando la divisione antisom-
mossa della polizia della Catalonia, la
Mossos D'esquadra, scatenò la furia
selvaggia dello Stato sugli accampa-
menti di fortuna dei manifestanti, die-
tro al piuttosto dubbio pretesto di libe-
rare la città da un rischio sanitario e di
sicurezza (questa è l'Europa, dopo tut-
to!). Il messaggio era chiaro: tutti i ten-
tativi di resistere alla nuova realtà eco-
nomica europea, non importa quanto
pacifici, sarebbero stati brutalmente
repressi.
In poco più di un'ora, il vortice di
violenza scatenato dalla polizia ripulì la
piazza da tutti gli occupanti e quasi tutti
i loro effetti personali, molti dei quali
non furono più restituiti. Per tutto il
tempo, uno spesso, denso anello di
protestanti traumatizzati e passanti cu-
riosi si raccolsero nella piazza, osser-
vando in un misto di disorientamento,
paura e rabbia.
E io ero uno di loro. Mentre passeg-
giavo per la piazza con uno sguardo
diffidente verso i manifestanti feriti e
l'altro verso la spaventosamente armata
e altamente imprevedibile mossos d'e-
squadra, un cartellone attirò la mia at-
tenzione. Il suo messaggio era meravi-
gliosamente semplice: ("non sono con-
tro il sistema, il sistema è contro di
me"). Il cartellone era tenuto in alto da un bambino, che stava sulle spalle di
suo padre. Il realista cinico dentro di me
sapeva molto bene che il bambino, che
doveva avere non più di cinque o sei
anni, stava meramente impersonando i
pensieri di suo padre. Ma ciò non ha
fermato il mio lato più romantico
dall'immaginare che il bambino stava,
in realtà, parlando eloquentemente per
la sua generazione che si sarebbe persa
presto.
Perché se c'è una cosa della quale si
può essere sicuri riguardo l'Europa di
oggi, è che i suoi sistemi politici ed eco-
nomici non sono fatti per servire o pro-
teggere gli interessi dei giovani; al con-
trario, sono stati progettati per erodere
gradualmente le loro ultime rimanenti
libertà e diritti, lasciando inoltre a loro
l'etichetta per le trasgressioni e l’avidità
del settore bancario globale, li privano
di tutta la speranza di conquistare gli
standard di vita una volta dati per scon-
Le immagini del Pellegrinaggio
fatto da alcuni voltanesi in Terra
Santa sono disponibili nel sito
www.mariopaganini.it nella se-zione SERVIZI poi FOTO E SLIDE
quindi scorrere fino a “TERRA
SANCTA Alle sorgenti della Sal-
vezza”. Qui sono disponibili sia le
immagini di Monica FACCHINI
sia quelle di Maddalena RIZZI .
Fatti e gente di Voltana e dintorni
Immagine trovata su Internet e segnalata da Daniela
Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
“Chi ha il cervello piccolo ha spesso
la bocca … troppo grande !”
venia, è stata dichiarata
una guerra totale contro le classi medie
e lavoratrici europee.
E ora, con l'inverno che diventa pri-
mavera, e la primavera presto estate, le
persone dell'Europa affrontano la più
ardua delle scelte: rassegnazione all'a-
genda neoliberale e neofeudale dell'Eu-
ropa (e con essa, alla graduale elimina-
zione delle poche libertà rimanenti e
opportunità delle quali ancora godia-
mo) o un'animata insurrezione contro
l'invadente totalitarismo del superstato
europeo.
Prima di fare la tua scelta, fammi solo
fare alcune delle mie personali osser-
vazioni, vis-a-vis, sulla nostra situazione
corrente e le previsioni future.
1.Nel caso non l'avessi notato, sia-
mo già di proprietà, chiusi a chiave,
catalogati dal cartello internazionale
delle banche troppo-grandi-per-
fallire
2. Quasi tutte le rappresentanze
politiche e le istituzioni, sia a livello
nazionale che dell'EU, sono state fat-
te dalle stesse banche, i cui agenti - la national central banks, la Bank for Inter-
national Settlements (BIS), la ECB, la
Commissione Europea, la IMF, OECD e
la Banca Mondiale- ora stanno al di so-
pra di tutti gli altri giocatori nell'ordine
politico globale.
3. Le suddette banche sono, con
tutti gli intenti e gli scopi, in banca-
rotta, finanziariamente e moralmen-
te. Tra esse c’è totale unità di intenti e d’azione, sono letteralmente la legge.
Lasciandole continuare a operare in un
fantastico mondo mark-to-model* così
come ingozzandosi di crediti da banche
centrali virtualmente libere da interessi
e trasfusioni regolari di fondi dei contri-
buenti, i nostri politici hanno mostrato
anche troppo chiaramente chi non vo-
gliono disturbare. Così, finché l'attuale
sistema finanziario rimane al suo posto,
le banche e i loro direttori esecutivi
saranno liberi di continuare a dissan-
guare le nostre economie nazionali e
conti bancari personali.
Come Golem XIV ha recentemente
scritto sul suo blog, esiste ora una lista
ufficiale, scritta dal Financial Stability
Board**, di 28 banche che sono ora
libere di operare oltre ogni giurisdizio-
ne legale.
Come la HSBC, le banche si possono
associarsi e fare affari con alcuni dei
criminali più ricercati, senza rischio
alcuno di possibili azioni legali. E come
Goldem sottolinea, questo mese (Aprile
2013), possiamo prevedere l'annuncio
di "un'altra lista, questa volta dei Glo-
bally Systematically Important Insurers.
Anche loro saranno al di sopra della
legge".
4. Le democrazia non ha assoluta-
mente nessun ruolo, oltre a quello
figurativo, nell'Unione Europea. La continua sopravvivenza e espansione
del superstato europeo sostituisce tutte
le altre preoccupazioni, sia morali, poli-
tiche, sociali o economiche. Così, nes-
suna genuina forma di democrazia o
impegno civile politico avrà il permes-
so di mettere le radici. Come nella Rus-
sia Stalinista, il potere completo e l'au-
torità risiederà nelle mani di anonimi,
incomprensibili apparatchiks***, tutti
rispondendo alla richiesta delle grandi
banche globali e conglomerati.
5. Mentre l'economia reale (ovvero
tutto ciò che non è Borsa dei Valori)
continua la sua discesa verso l'abis-
so, le attività continuano a cessare, i
lavori continuano a sparire con un
passo allarmante e le tasse continua-
no ad aumentare. Inoltre, in un mo-mento politicamente vantaggioso, il
dito finale sarà girato a fondo nella pia-
ga del sistema di welfare dell'Europa,
un tempo invidiato da tutto il resto del
mondo. Non c'è bisogno di dire, i siste-
mi di salute, educazione e di pensione
recentemente privatizzati che prende-
ranno il suo posto saranno la sola salva-
guardia della parte alta della società
(ovvero non noi).
Invece di pagare per i servizi pubbli-
ci essenziali e le utenze come la salute,
l'educazione, le pensioni e le infrastrut-
ture, il peso delle tasse pubbliche gon-
fiato sarò diretto verso due scopi: man-
tenere le grandi banche a galla e soste-
nere l'apparato della polizia di Stato, in
costante espansione, del quale ci sarà
bisogno per mantenere la società civile
al collasso in riga. Per farla breve, sa-
remo costretti a finanziare la nostra
stessa schiavitù.
6. Più importante di tutto, i giorni
del sistema finanziario globale sono
già contati. In breve, il sistema sta già cedendo sotto il peso combinato di un
debito insostenibile, schemi di pensio-
ni impossibili da pagare e derivati di
mercato il cui valore totale sovrasta il
prodotto interno lordo globale in una
grandezza che eccede tutte le logiche
umane.
La domanda è, quando collassa di
fatto, chi raccoglierà i pezzi e rico-
struirà un nuovo sistema, più soste-
nibile, dalle sue ceneri?
Saremo noi, la gente, o saranno gli
stessi banchieri, banchieri centrali e
politici stupidi altamente compromessi
che ci hanno portato qui per primi?
Rivendicheremo coraggiosamente la
nostra richiesta per un nuovo futuro, o
ci rassegneremo, in paura e dispera-
zione, al nirvana totalitario dei banchie-
ri globali?
Qualunque scelta facciano gli europei
nei prossimi mesi e anni, una cosa è
chiara: i costi umani, sociali ed econo-
mici saranno tremendi in qualsiasi mo-
do. Perché la spiacevole verità è che ci
siamo lasciati guidare così infondo al
burrone del debito esponenziale, che
riemergere alla luce del giorno richie-
derà anni di sacrifici e battaglie collet-
tive.
* Mark-to-model: pratica di prezzare
una posizione a prezzi determinati dai
modelli finanziari, invece di lasciare
che sia il mercato a determinarne il
prezzo (fonte: wikipedia).
** Financial Stability Board: è un organi-
smo internazionale con il compito di
monitorare il sistema finanziario globa-
le (fonte: wikipedia).
*** Appartchik: termine colloquiale
russo per indicare un burocrate ineffi-
ciente (fonte: wikipedia).
La scelta estrema dell’Europa: rassegnazione o rivoluzione di Don Quijones
Immagine
trovata su
Internet
e segnalata
da
Paolo
( Segue da pag. 3 )
Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
Non c’è democrazia senza un popolo preparato tratto da Roberto Mancini ne. Dal testo dell’appello: “Per mette-
re al riparo il sistema democratico dai
mali contratti in questi anni e soggetti
ad aggravarsi, si chiede che nella
prossima riforma della legge elettora-
le, oltre al ripristino della scelta dei
rappresentanti da parte dei cittadini e
ad un riequilibrio dell’esorbitante pre-
mio di maggioranza, previsto per la
Camera, sia incluso il divieto di con-
trassegni di lista recanti il nome di una
persona. L’esperienza ha dimostrato
come abbia alterato la qualità della
vita democratica la personalizzazione
della lotta per la guida del Paese, ba-
sata sul pregiudizio ideologico secon-
do cui il capo politico incorporerebbe
in sé tutto il popolo, quando invece
questo è pienamente rappresentato
solo dal Parlamento… Resta infatti la
verità del detto attribuito a Socrate da
Platone nella “Repubblica” e ricordato
da Kelsen a suffragio della tesi che “la
democrazia è un regime senza ca-
pi”. Alla domanda su come in uno Sta-
to ideale dovrebbe essere accolto un
uomo dotato di qualità superiori, un
“genio”, il filosofo greco rispondeva:
“Noi l’onoreremmo come un essere
degno di adorazione, meraviglioso
ed amabile, ma dopo avergli fatto
notare che non c’è uomo di tal gene-
re nel nostro Stato e che non deve
esserci, untogli il capo e incoronato-
lo, lo scorteremmo fino alla frontie-
ra”. La rinuncia al proprio nome nel
contrassegno di lista rappresentereb-
be per i leader politici quel “passo
indietro” per il ripristino della pienez-
za democratica e sarebbe una convali-
da degli articoli 49 e 67 della Costitu-
zione, secondo i quali a tutti i cittadini
tocca concorrere a determinare la po-
litica nazionale. Il continuo richiamo a
un’investitura popolare del capo ha
infatti determinato, nel senso comune,
la convinzione che i membri del Parla-
mento siano condizionati da un man-
dato imperativo dato dall’alto, al punto
che sono stati accusati di tradimento
quei componenti della maggioranza
che hanno fatto venir meno, come è
del tutto legittimo, il loro voto al Go-
verno e che sia stato bollato come
“golpe” qualunque tentativo del Parla-
mento di stabilire una diversa guida
richiesta dal Paese. I firmatari di
questo appello ricordano, inoltre, la
natura politica e non tecnica del
risanamento necessario delle finan-
ze pubbliche, che dovrà avvenire
salvaguardando i soggetti più deboli,
promuovendo l’occupazione e miran-
do ad un incremento a beneficio di
tutti delle ricchezze del Paese…
“È la mancanza di questa condizio-
ne decisiva (la democrazia) a rendere
così ardua non dico la possibilità di
arrivare a scegliere un Governo
all’altezza del presente e del futuro
della società italiana, ma almeno
quella di evitare di consegnare il po-
tere a individui e partiti non credibili,
sicuramente pronti a nuocere al Pae-
se. Deve far riflettere il fatto che la
parola “popolo” sia lasciata alla reto-
rica populista; per il resto si preferi-
sce parlare di “cittadini” e di
“cittadinanza”, lasciando nell’ombra
il riferimento alla comunità dei sog-
getti della democrazia nazionale Sia-
mo in una situazione paragonabile a
quella di un ubriaco che, nel tentativo
di scegliersi un auro per guidare,
continua a lamentarsi del fatto che le
auto a sua disposizione non vanno
bene. È vero che i mezzi a disposizio-
ne (i partiti) sono pieni di difetti, ma è
ancor più vero che il primo problema
è lo stato di ineducazione e di scarsa
lucidità di chi (il popolo) dovrebbe
fare la scelta.
Certo non si può non constatare che
abbiamo forze politiche molto distanti
dal profilo dei partiti per come sono
concepiti dalla Costituzione. Quelli
attuali non sono soggetti intrinseca-
mente democratici e quindi non san-
no sviluppare la vita della democra-
zia. È indicativo che nei loro simboli
elettorali figuri, tranne la lodevole
eccezione del Partito Democratico, il
nome del capo. Questo dice quanto
sia basso il loro livello di maturità
democratica. Manca loro una vera
visione della realtà, sia nell’analisi
dei problemi, sia nell’individuazione
di una via alternativa globale. Ormai
è normale che, se un partito ha a cuo-
re una singola questione (per esem-
pio la tutela egoistica del Nord, come
per la Lega, o l’obbedienza al merca-
to, come per Mario Monti e soci), es-
so sia pronto ad allearsi con chiunque
pur di ottenere il suo obiettivo, met-
tendosi ad improvvisare su tutte le
altre questioni. Nessuno dei partiti o
dei personaggi che più hanno dan-
neggiato il Paese si sogna di fare un
minimo di autocritica. Non la Lega
con il suo secessionismo xenofobo e i
suoi problemi di corruzione interna.
Non Mario Monti, dopo che la sua
politica di “rigore” rivolta contro i più
deboli ha aggravato le condizioni di
vita di gran parte della popolazione.
Non certo il Popolo della Libertà, un
partito che rappresenta il volto peg-
giore della vita pubblica italiana.
Neppure le forze politiche che po-
trebbero essere più propizie per col-
laborare alla rigenerazione della de-
mocrazia italiana […] fanno eccezione
in questo senso… Non ha coscienza
autocritica il PD, il quale non si è an-
cora reso conto che per l’Italia è indi-
spensabile un nuovo modo di pensa-
re e di orientare l’azione del Gover-
no, in alternativa all’ideologia del
mercato.
Questa coscienza autocritica, per
altre ragioni, manca anche ai partiti
della sinistra e all’Italia dei Valori,
che sono segnati dal settarismo narci-
sista e che ora si sono raccolti attorno
ad un leader stimabile, ma investito
di questo ruolo per volontà di pochi,
senza ascoltare le giuste esigenze di
democrazia interna di tanti movimenti
e associazioni di base. Infine, di co-
scienza autocritica nel Movimento
Cinque Stelle non se ne trova traccia.
Del resto proprio la parabola di que-
sto movimento è un effetto esemplare
del male radicale che avvelena la
democrazia nel nostro Paese. Infatti
non basta essere e dirsi “cittadini”
per essere validi protagonisti della
vita pubblica in opposizione ai cattivi
“politici” p alla “casta”. Occorre es-
sere cittadini formati, critici, leali
con la Costituzione, impegnati in
un grande progetto che si faccia
carico di tutte le questioni aperte di
una società. In Italia manca questo
popolo fatto di una maggioranza di
cittadini consapevoli, educati ad es-
serlo fin da piccoli. Questa è la radice
del male. Se ci fosse un popolo così
sarebbe possibile esprimere una sa-
na dialettica partitica, governi e pro-
getti adeguati alla realtà.
Per essere più precisi va detto che
ci sono due Italie: una minoritaria,
fatta di cittadini capaci di far vivere la
democrazia, e un’altra, ancora mag-
gioritaria, che della democrazia me-
desima non sa che farsene. Questa
Italia cinica e qualunquista vota per
chi promette di abbassare le tasse e
sa dire menzogne in modo telegeni-
co. Finché siamo in questa situazione,
con il voto non si può costruire nulla
di avanzato. È già molto se riusciamo
a sventare il disastro. “
Dall’articolo di Roberto Mancini pubbli-
cato sulla rivista Altreconomia nel feb-
braio 2013.
Il personalismo dei leader è la
morte della democrazia. Sul perico-
lo si erano espressi […] i Comitati
Dossetti per la difesa della Costituzio-
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applicato l'art. 5 della legge 8 Feb-
braio 1948 n. 47, poiché l'aggiorna-
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Prossima fermata, Cipro di Alessandro Volpi
La confusa vicenda del prelievo
forzoso sui conti correnti delle
banche cipriote presenta molte-
plici aspetti in grado di suscitare
una preoccupata attenzione.
Vi proponiamo il commento che
il professor Alessandro Volpi ha
scritto il 21 marzo 2013 per la ri-
vista Altreconomia
"Sommersi dal debito"
L’ipotesi originaria, infatti, avanza-
ta dall’Eurogruppo e caldeggiata dal-
la Germania di applicare una “tassa”
del 6,75% sui depositi fino a 100 mila
euro e del 9,9% oltre tale soglia ha
confermato, ancora una volta, la so-
stanziale approssimazione delle poli-
tiche europee. Neppure il parziale die-
tro-front che tende ad escludere dalla
tassa i depositi fino a 20 mila euro pare
in grado di fare definitiva chiarezza. A
tale scopo è utile ricostruire brevemen-
te la vicenda.
Cipro ha bisogno di un rapido aiuto
dall’Europa per due ragioni fondamen-
tali. In primo luogo le banche cipriote
hanno subito un danno evidente dalla
decisione europea di costringere la
Grecia a ristrutturare il proprio debito,
di fatto cancellandolo in larghissima
misura, una scelta che ha significato
perdite ingenti per i creditori a comin-
ciare appunto dagli istituti ciprioti. In
secondo luogo, le stesse banche si sono
gonfiate di liquidità gigantesca -pari a 7
volte il Pil del paese- attratta grazie ad
una tassazione irrisoria e a scarsi con-
trolli in materia di riciclaggio, il tutto in
assenza di una normativa europea capa-
ce di ostacolare un simile fenomeno che
ha spinto poi gli istituti di credito di Ci-
pro a buttarsi a capofitto in operazioni a
dir poco spericolate. Ora Cipro, con le
banche dissestate, necessita di un pri-
mo intervento da 17 miliardi di euro, ma
l’Europa è disposta ad impegnarsi solo
per 10 e dunque diventa necessario
trovare i 7 miliardi mancanti che, ap-
punto, dovrebbero provenire dal pre-
lievo sui depositi perché un eventuale
aiuto, interamente garantito dall’Euro-
pa, al di là delle resistenze tedesche,
porterebbe il debito complessivo di
Cipro ad oltre il 145% del Pil e non sa-
rebbe quindi sostenibile. Di nuovo, ri-
schiamo di peggiorare un quadro già
molto compromesso. L’eventualità di un
prelievo forzoso che colpirebbe i depo-
siti sotto i 100 mila euro metterebbe a
dura prova la tenuta del sistema banca-
rio del Vecchio Continente; verrebbe
intaccata infatti la certezza dell’intangi-
bilità dei conti correnti dei piccoli ri-
sparmiatori che aveva trovato una pro-
tezione in sede di direttiva europea e
che, se messa in discussione, rendereb-
be tutte le banche dell’area euro assai
meno sicure delle altre.
In estrema sintesi, il rischio è quello di
un contagio dettato dal timore che
quanto successo a Cipro possa avvenire
in altri paesi europei qualora questi
avessero bisogno di aiuti. Anche l’Italia,
che pure dispone di conti di deposito
per mille miliardi di euro, se dovesse
chiedere un sostegno all’Europa e ai
suoi veicoli finanziari, a cominciare
dall’Esm, potrebbe correre il serio peri-
colo di dover contribuire direttamente
al proprio salvataggio per evitare che
l’indebitamento pubblico salga troppo.
Pertanto potrebbe essere costretta a
seguire una strada già percorsa nella
notte fra il 9 e il 10 luglio 1992, allorché
il governo di Giuliano Amato impose a
tutti i correntisti una patrimoniale secca
del 6 per mille che fruttò oltre 5 mila
miliardi di lire. Si tratta di un’eventualità
molto remota dal momento che i dati
sull’avanzo primario del nostro paese
sono rassicuranti, ma la costante cresci-
ta dello stock di debito continua ad in-
quietare. Del resto, il prelievo forzoso
sui depositi, non limitato alle ricchezze
degli oligarchi russi, costituisce l’ultima
frontiera di una sempre più diffusa in-
solvenza di Stati e banche in giro per
l’Europa: la Grecia, come accennato,
non ha pagato ai creditori privati i pro-
pri debiti se non in minima parte, le
banche irlandesi hanno praticato una
analoga ristrutturazione dei loro debiti
persino dopo l’intervento a garanzia
dello Stato, mentre in Spagna e in Olan-
da sono state forzatamente convertite le
obbligazioni subordinate in azioni a
prezzi stracciati. Persino nell’area della
moneta ad oggi più forte del mondo,
con la quale si fanno ormai il maggior
numero di transazioni commerciali, la
certezza dei depositi e dei prestiti, pri-
vati e pubblici, è significativamente
limitata, in particolare nei paesi più
indebitati: mettere un euro in una ban-
ca tedesca rischia di essere più sicuro
che mettere un euro in una banca spa-
gnola o italiana.
Questo significa un inevitabile au-
mento del costo del denaro a fronte
delle difficoltà del sistema bancario
italiano colpito nella sua capitalizzazio-
ne dalle emorragie di borsa, dall’alto
prezzo della raccolta sui mercati obbli-
gazionari e ora dalla sindrome cipriota.
Intanto, il Senato senza maggioranza
dovrà esprimersi sul contributo italiano
di 750 milioni di euro al piano di aiuti a
Cipro; un’occasione in più per riflettere
sulla gravità del momento.
Alessandro Volpi, Università di Pisa
Immagine
trovata su
Internet
e segnalata
da
Alessandra
Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
Guido Keller su un pitale da Wikipedia, l’enciclopedia libera frangia reazionaria f iumana
(secondo quanto evidenziano gli
scritti del gruppo Yoga pubblicati
su Unione di spiriti liberi tendenti
alla perfezione).
Poiché la svastica a quel tempo
era semplicemente il simbolo del
carro del sole, comune a molti po-
poli fin dall'antichità, in perfetto ac-
cordo con le tendenze naturistiche,
nudismo compreso (secondo Gio-
vanni Comisso), Keller viene ritratto
nudo ed abbronzatissimo in diverse
foto del tempo (quella in alto a de-
stra lo ritrae seduto su un pitale).
Era solito dormire seminudo, appol-
laiato in cima ad un albero assieme
alla sua aquila addestrata.
Keller fu autore di imprese da cor-
saro, anche in circostanze spettaco-
lari come quando, mancando i ap-
provvigionamenti a Fiume, razziò un
maiale caricandolo sull'aereo. Il pe-
so del maiale sfondò il fondo del
velivolo e Keller si trovò a volare
con un originale carrello di atterrag-
gio. Keller portava a bordo del suo
velivolo un servizio da tè, particola-
re questo che contribuì ad accre-
Personaggio scapigliato, apparte-
neva ad una famiglia aristocratica
milanese di origine elvetica. Nel
corso della prima guerra mondiale
fu ufficiale pilota del Corpo Aero-
nautico Militare nella 91ª Squadri-
glia Aeroplani da Caccia comanda-
ta da Francesco Baracca.
Fu fondatore a Fiume del gruppo
Yoga - che aveva come simbolo la
svastica e la rosa a cinque petali e
che fu un gruppo con tendenze eso-
teriche e naturistiche, si oppose alla
scere la sua fama - voluta - di raffi-
nato dandy.
Volò su Roma per lanciare, in
segno di dispregio, un pitale
(vaso da notte) ed un mazzo di
carote su Montecitorio, accompa-gnati dalla scritta Al Parlamento e al
Governo che si regge con la menzo-
gna e la paura, la tangibilità allego-
rica del Loro valore: fu l'unico legio-
nario di giovane età autorizzato a
dare del tu a D'Annunzio, con il
quale pare avesse forti affinità ca-
ratteriali. Aderì poi al fascismo,
anche se i fascisti non si fidarono
mai di lui per le sue aspre critiche.
Negli anni venti visse notevoli
avventure in Turchia, Germania,
Perù, Cile, Cirenaica, Venezuela.
Negli ultimi anni abitò ad Ostia, in
povertà. Fu amico di Mario de Ber-
nardi e di altri aviatori del tempo.
Morì a trentasette anni, il 9 no-
vembre 1929 nei pressi di Otricoli,
in provincia di Terni, vittima di un
incidente stradale e venne sepolto
accanto a D'Annunzio sul Colle del-
le Arche del Vittoriale degli italia-
ni.
Il discorso di Masoch-citorio, in cui il Presidente ha mal-
trattato i politici fra gli applausi scroscianti dei medesi-
mi, ha provocato un immediato effetto di emulazione
nelle altre categorie di furbacchioni del Paese. Pochi
minuti dopo lo storico cazziatone presidenziale, veniva
segnalato un assembramento di automobilisti in via Ve-
neto: stavano portando in trionfo il vigile che li aveva
multati per parcheggio in quadrupla fila (nella mischia
qualcuno cercava di sfilargli i verbali dalle tasche). A
riprova che da noi il senso di colpa prevale sempre su
quello del ridicolo, nei dintorni di piazza del Popolo al-
cuni evasori fiscali con yacht a carico facevano la ola a
una pattuglia della Guardia di Finanza, costringendola a
passare sotto una cascata di scontrini, ovviamente falsi.
Molto toccante la scena all’uscita della metropolitana di
via Barberini, dove una madre esasperata ha requisito il
computerino ai figli, che hanno accolto la decisione con
urla di giubilo, tuffandosi nella lettura dei libri di scuola.
(Sotto la copertina c’erano le istruzioni di un videogio-
co). In piazza di Spagna un marito fedifrago ascoltava a
testa bassa la gelida requisitoria della moglie, interrom-
pendone i passaggi più significativi con vivissimi ap-
plausi, mentre tramite sms spostava di mezz’ora l’ap-
puntamento con l’amante. Nulla è più liberatorio dell’es-
sere scoperti, nulla più dolce della possibilità di sdop-
piarsi fra vittima e carnefice smanioso di espiazione. Noi
Dostoevskij non abbiamo bisogno di leggerlo: lo abbia-
mo nelle vene. Naturalmente un Dostoevskij in versione
light. Un peccatore felice di pentirsi perché non vede
l’ora di ricominciare. La Stampa 24 aprile 2013
Masoch-citorio di Massimo Gramellini
Immagine trovata su Internet e segnalata da Pierpaolo
Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 6 - 2013
Pubblichiamo alcune segnalazioni giunte a Voltana On Line su facebook
“L’unica possibilità e la condizione pregiudi-
ziale di una ricostruzione stanno proprio in que-
sto: che una buona volta le persone coscienti ed
oneste si persuadano che non è conforme al van-
taggio proprio, restare assenti dalla vita politica
e lasciare quindi libero campo alle rovinose
esperienze dei disonesti e degli avventurieri.”
Giuseppe Dossetti - marzo 1945
Immagine trovata su Internet, del muro eretto dagli
israeliani e trasformato in un “murales” dai palestinesi,
segnalata dagli amici di Vittorio Arrigoni
Immagine trovata su Internet e segnalata da Livia
Immagine trovata su Internet e segnalata da Sabrina
Immagine trovata su Internet e segnalata da Paolo
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