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Conciliazione famiglia-lavoro: cultura aziendale e ROI

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTEANAIS GINORI

PARIGI — «Non sono in riunione».Alcuni dipendenti francesi potran-no rispondere così se chiamati apartecipare a incontri di lavoro con-vocati dopo le 18. Vietare le riunioniserali in azienda è l’idea del ministe-ro per i Diritti delle Donne e dell’Os-servatorio per la genitorialità nelleimprese a cui aderiscono oltre 500aziende con l’obiettivo di migliora-re la conciliazione tra vita professio-nale e famigliare. Il protrarsi di in-terminabili discussioni intorno a untavolo anche all’ora di cena è una

delle principali lamentele di diri-genti e manager che si ritrovanospesso incastrati in ufficio mentre acasa sarebbe il momento di control-lare i compiti, preparare la cena,mettere al letto i bambini.

E così il governo propone che imeeting siano programmati solo trale 9 e le 18. «Contrariamente ai pae-si scandinavi, in Francia c’è ancorala cultura del presenzialismo» spie-ga Jerôme Ballarin, presidente del-l’Osservatorio creato cinque anni faproprio per facilitare la vita di lavo-ratori con figli. Un dipendente cheresta in ufficio fino alle 20 è visto dibuon occhio. «In altri paesi è inveceun segnale di inefficienza» osservaBallarin. Il divieto di riunioni serali ètra i primi punti della nuova “Cartaper l’equilibrio dei tempi della vita”presentata da governo e Osservato-rio. Già 16 grandi gruppi, tra cui Co-

ca-Cola, Carrefour, Allianz, Lvmh,Bnp Paribas, hanno sottoscritto iltesto che dovrà essere affisso nellebacheche e rispettato dai dipenden-ti.

Un modo di incoraggiare tutti arispettare il tempo dedicato alla fa-

miglia. Niente impegni professio-nali a fine giornata ma neanchetroppo presto al mattino. Negli ulti-mi anni si è infatti diffusa l’abitudi-ne delle colazioni di lavoro alle 7 o 8,proprio quando chi ha figli è impe-gnato nell’accompagnamento a

scuola. Tra le altre raccomandazio-ni, il governo ha fatto inserire il di-vieto, salvo urgenze, di mandareemail o sms fuori dall’orario d’uffi-cio. Da evitare anche le comunica-zioni professionali durante iweekend: meglio aspettare il lunedì.

La Carta incita i dirigenti d’impresaa essere rispettosi dei congedi pa-rentali e delle vacanze programma-te, senza pretendere dilazioni o rin-vii se non in situazioni eccezionali.

In un periodo di crisi, con azien-de che affrontano pesanti ristruttu-razioni, possono sembrare dettaglisuperflui. Quando le scuole stavanoper riaprire, il direttore diErnest&Young France ha inviatoun’email ai dipendenti uomini: «Soche domani sarà un giorno impor-tante per voi che siete padri. Sentite-vi perciò autorizzati ad arrivare piùtardi e andar via prima dall’ufficio,così da poter essere vicini alle vostre

famiglie». Non è un pazzo, forse so-lo un buon manager. Dietro a questipiccoli accorgimenti c’è una consa-pevolezza che avanza: la vita privatanon è una colpa. Anzi, spesso è il se-greto dell’efficienza sul lavoro. «Lacultura del presenzialismo — spiegaBallarin — è dannosa per la produt-tività. I dipendenti sono più stressa-ti e meno motivati». Un istituto di ri-cerca svizzero ha calcolato che perogni 100 euro spesi in misure di con-ciliazione, come congedi parentali oasili nido, c’è un ritorno economiconelle aziende pari all’8% dell’inve-stimento. Ormai anche gli uomini,conclude il direttore dell’Osserva-torio, chiedono di potersi occuparedei figli. Nei sondaggi, il “macho ti-me”, tempo aziendale pensato permaschi senza ruoli domestici, è me-no popolare di quel che si pensa.

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ATTUALITÀ■ 33

@VENERDÌ 13 DICEMBRE 2013

la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙwww.observatoire-parentalite.comfemmes.gouv.fr

Riunioni in azienda vietate dopo le 18così si conciliano famiglia e lavoroNo alle email nel weekend. L’impegno siglato da sedici imprese francesi

L’intervistaPio Zanella, direttore della Cassa rurale di Aldeno e Cadine: “Una responsabilità sociale”

“Abbiamo anticipato gli incontri di due oreè un investimento anche per la nostra banca”

CINZIA SASSO

MILANO — Anche in Italia il tema della conciliazio-ne è ormai una questione centrale che le imprese cer-cano di affrontare per facilitare la vita ai dipendentima anche la propria. Perché — come dice il diretto-re della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, Pio Zanel-la, 56 anni — stare meglio vuol dire anche lavoraremeglio. Viene da Trento il primo esempio di aziendache plasma le proprie esigenze lavora-tive sui bisogni privati delle famiglie: esiccome le madri e i padri che lavora-no devono anche stare con i figli, giàdal 2009 le riunioni mensili della ban-ca vengono fissate alle 4 del pomerig-gio. Per fare in modo che alle 6 sianotutti liberi di andare a casa. La banca ha14 filiali, 103 dipendenti (52 donne e 51uomini) e una policy ormai consolida-ta: liberi tutti a un’ora decente, checonsenta di vivere l’altra metà dellapropria vita.

Dottor Zanella, cosa succede alla sua Cassa Ru-rale?

«Le riunioni che prima venivano convocate alle 6del pomeriggio adesso vengono fissate alle 4. Abbia-mo preso questa decisione perché abbiamo aderitoa un progetto promosso dalla provincia autonoma diTrento che è molto impegnata sul fronte delle politi-che familiari. E siccome condividiamo gli obiettivi,abbiamo introdotto questi cambiamenti nella no-

stra organizzazione». È una politica pensata per favorire il lavoro delle

donne?«Così è troppo riduttivo. In realtà è per favorire

una conciliazione tra la vita e il lavoro e questo nonriguarda solo le donne».

La banca chiude gli sportelli alle 16, poi c’erano leoperazioni di chiusura della giornata e solo dopo leriunioni. È stato difficile cambiare?

«Difficile o facile non sono i terminigiusti. Siamo convinti che sia necessa-rio incrociare le esigenze della famigliae del lavoro e abbiamo individuato glistrumenti concreti per farlo. Un’a-zienda ha anche una responsabilitàsociale nei confronti del territorio».

Andare incontro ai bisogni dei di-pendenti ha significato sfavorirequelli della banca?

«Certo per l’azienda sarebbe statopiù comodo continuare come prima.Ma conciliare significa non fare la co-

sa migliore per una delle due parti, ma trovare l’e-quilibrio migliore per tutt’e due. E poi, se gestito be-ne, questo sistema si trasforma in un vantaggio com-petitivo ed è un’opportunità per tutti. Stare megliovuol dire lavorare meglio».

Lo considera un prezzo da pagare?«No. È un investimento che va fatto e che dà anche

i suoi frutti».

“Il presenzialismoè dannoso perla produttivitàGli impiegati sonomeno motivati”

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In questo modoi nostri dipendentipossono tornarea casa a un’ora

decente

RTV-LAEFFESu RNews (canale50 del dt) alle 1350il servizio sullaCarta siglata da 16aziende francesi

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