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GRANDI E PICCOLI CONSIGLI PER I MIEI ALUNNI DELLA SCUOLA “GLORIA FUERTES”. “...Insomma andavo male a scuola. Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe ero il penultimo. (Evviva!) Refrattario dapprima all’aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi... Non capivo. Questa inettitudine a capire aveva radici così lontane che la famiglia aveva immaginato una leggenda per datarne le origini: il mio apprendimento dell’alfabeto. Ho sempre sentito dire che mi ci era voluto un anno intero per imparare la lettera A. La lettera A in un anno...” Questo brano è tratto da “Diario di scuola” di Daniel Pennac. Daniel Pennac si è laureato, ha insegnato per venticinque anni, è diventato un famoso scrittore e i suoi libri, tra cui diversi libri per ragazzi, sono stati tradotti in molte lingue e voi sicuramente ne conoscete qualcuno. Vi starete probabilmente chiedendo perché vi propongo questa storia, ebbene anche a voi, come a tutti gli studenti, sarà capitato di andare male a scuola, in qualche materia o in molte (come Pennac!), di non riuscire a memorizzare, di non aver fatto i compiti. E, come capita a tutti, sarete stati rimproverati, vi saranno state chieste spiegazioni e motivazioni dai genitori o dagli insegnanti. Posso immaginare come vi siate sentiti, perché anch’io un tempo sono stata studentessa ed è capitato anche a me, a volte di non riuscire a studiare, ma ciò non mi ha impedito di diventare insegnante, come non ha impedito a Daniel Pennac di diventare uno scrittore affermato. Questo, molte volte succede perché ognuno di noi ha tempi, modi e luoghi diversi per apprendere e può capitare che ciò che ieri vi sembrava così difficile, domani vi sembrerà di una facilità tale da farvi dire “Come ho fatto a non impararlo prima!”. Molti dei miei alunni che incontravano difficoltà oggi sono all’università, alcuni si sono laureati, altri svolgono già una professione che li gratifica e, quando qualche volta li incontro o tornano a salutarmi, raccontandomi dei loro successi e delle loro conquiste, sono felice e fiera di averli avuti come alunni. Ecco, siamo arrivati al motivo per cui vi ho raccontato la storia di Daniel Pennac, ve l’ho raccontata per dirvi: Non vi arrendete! Non vi arrendete mai! Cercate di fare sempre del vostro meglio, ma non lasciatevi scoraggiare dagli insuccessi, siate fieri di essere i ragazzi che siete, come lo è la vostra singolare Maestra Maria Josè di essere stata la vostra insegnante (e anch’io per quel po’ che mi è concesso), perché sappiamo che in ognuno di voi è nascosto un tesoro prezioso che prima o poi verrà fuori. Noi non sappiamo se ciò che vi abbiamo insegnato vi servirà per aiutarvi a diventare, un giorno, donne e uomini felici e soddisfatti. Ce lo auguriamo, lo speriamo, ma non possiamo esserne certe. Il lavoro dell’insegnante è fatto così: seminiamo ciò che riteniamo sia giusto, ma non possiamo vedere germogliare i semi perché, come è naturale che sia, la vita se li porta via. E allora, se potete, solo se potete, qualche volta tornate per raccontarci a che punto siete e per lasciarci dire: Guardate, quello lì è stato un mio alunno! Guardate che donna o che uomo è diventato! E adesso passiamo ai consigli più spiccioli. Godetevi le meritate vacanze, divertitevi, ma non mettete a riposo la vostra mente. A settembre vi aspetta una nuova avventura! Cercate di giungervi ben allenati: leggete tanto, prendete l’abitudine, se non l’avete già, di scrivere un diario, serve moltissimo per imparare a scrivere e a riflettere!

Consigli grandi e piccoli

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GRANDI E PICCOLI CONSIGLI PER I MIEI ALUNNI DELLA SCUOLA “GLORIA FUERTES”.

  

“...Insomma andavo male a scuola. Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe ero il penultimo. (Evviva!) Refrattario dapprima all’aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi... Non capivo. Questa inettitudine a capire aveva radici così lontane che la famiglia aveva immaginato una leggenda per datarne le origini: il mio apprendimento dell’alfabeto. Ho sempre sentito dire che mi ci era voluto un anno intero per imparare la lettera A. La lettera A in un anno...”Questo brano è tratto da “Diario di scuola” di Daniel Pennac.Daniel Pennac si è laureato, ha insegnato per venticinque anni, è diventato un famoso scrittore e i suoi libri, tra cui diversi libri per ragazzi, sono stati tradotti in molte lingue e voi sicuramente ne conoscete qualcuno.Vi starete probabilmente chiedendo perché vi propongo questa storia, ebbene anche a voi, come a tutti gli studenti, sarà capitato di andare male a scuola, in qualche materia o in molte (come Pennac!), di non riuscire a memorizzare, di non aver fatto i compiti. E, come capita a tutti, sarete stati rimproverati, vi saranno state chieste spiegazioni e motivazioni dai genitori o dagli insegnanti. Posso immaginare come vi siate sentiti, perché anch’io un tempo sono stata studentessa ed è capitato anche a me, a volte di non riuscire a studiare, ma ciò non mi ha impedito di diventare insegnante, come non ha impedito a Daniel Pennac di diventare uno scrittore affermato.Questo, molte volte succede perché ognuno di noi ha tempi, modi e luoghi diversi per apprendere e può capitare che ciò che ieri vi sembrava così difficile, domani vi sembrerà di una facilità tale da farvi dire “Come ho fatto a non impararlo prima!”.Molti dei miei alunni che incontravano difficoltà oggi sono all’università, alcuni si sono laureati, altri svolgono già una professione che li gratifica e, quando qualche volta li incontro o tornano a salutarmi, raccontandomi dei loro successi e delle loro conquiste, sono felice e fiera di averli avuti come alunni. Ecco, siamo arrivati al motivo per cui vi ho raccontato la storia di Daniel Pennac, ve l’ho raccontata per dirvi: ― Non vi arrendete! Non vi arrendete mai!Cercate di fare sempre del vostro meglio, ma non lasciatevi scoraggiare dagli insuccessi, siate fieri di essere i ragazzi che siete, come lo è la vostra singolare Maestra Maria Josè di essere stata la vostra insegnante (e anch’io per quel po’ che mi è concesso), perché sappiamo che in ognuno di voi è nascosto un tesoro prezioso che prima o poi verrà fuori. Noi non sappiamo se ciò che vi abbiamo insegnato vi servirà per aiutarvi a diventare, un giorno, donne e uomini felici e soddisfatti. Ce lo auguriamo, lo speriamo, ma non possiamo esserne certe. Il lavoro dell’insegnante è fatto così: seminiamo ciò che riteniamo sia giusto, ma non possiamo vedere germogliare i semi perché, come è naturale che sia, la vita se li porta via. E allora, se potete, solo se potete, qualche volta tornate per raccontarci a che punto siete e per lasciarci dire: Guardate, quello lì è stato un mio alunno! Guardate che donna o che uomo è diventato!E adesso passiamo ai consigli più spiccioli.Godetevi le meritate vacanze, divertitevi, ma non mettete a riposo la vostra mente. A settembre vi aspetta una nuova avventura! Cercate di giungervi ben allenati: leggete tanto, prendete l’abitudine, se non l’avete già, di scrivere un diario, serve moltissimo per imparare a scrivere e a riflettere! Vi stringo tutti in un fortissimo abbraccio e vi auguro di riuscire ad esprimere e a realizzare il vostro vero essere.Besitos

Anna Delorenzo (vostra insegnante per un pezzetto)