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Laura Angiulli
A cura di Flora Orlandi, Celeste Pinto
Chi è?
• Nasce a Napoli nel 1955;• Laureata nel 1972 in lettere;• Dalla fine degli anni ‘70 si occupa di teatro;• Dagli anni ‘90 si avvicina al cinema.
Regista, autrice, direttore artistico del Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Todelo.
… la carriera!• Nel 1997 partecipa con Tatuaggi alla 54ª
Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia;• Nel 1998 vince i premi: La scrittura e le
immagini , L’altro sguardo ;• Nel 2000 partecipa al Roma Film Festival;• Nel 2007con Dove sta Zazzà vince il Gran
Premio della Giuria IMAIE• Nel 2008 con Il tempo del dopo vince il
Premio Internazionale Umberto Saba per la sceneggiatura;
• Nel 2008 partecipa con Verso Est alla 65° Mostra d’arte Cinematografica di Venezia;
• Attualmente appartiene anche al consiglio d’amministrazione del teatro Stabile Mercadante.
TEATRO
STABILE
D’INNOVAZIONE
GALLERIA TOLEDO• Fondato nel 1991;• Uno dei teatri di riferimento del panorama napoletano;• Programmazione aperta al panorama contemporaneo e sperimentale: spettacoli di musica, arte moderna, danza;• Iniziative che coinvolgono anche i più giovani
Riccardo III
“La storia feudale è una grande scala sulla quale sfila ininterrottamente il corteo regale. Ogni scalino, ogni passo verso l’alto è contrassegnato dal delitto, dall’inganno, dal tradimento. Ogni gradino, ogni passo verso l’alto avvicina al trono o lo consolida”
Jan Kott
• Riscrittura dell’opera di Shakespeare: Otello, Macbeth e Riccardo III;• Nel 2011 al Napoli Teatro Festival viene presentato al’interno della pièce La Trilogia del Male;• Dopo non aver riscosso il successo sperato nel 2013 viene riproposto singolarmente presso la Galleria Toledo;
LA MESSA IN SCENA
• Gli spettatori fanno da scena, si siedono sul palco, in cerchio intorno al suo centro, quasi a contenere le forze sprigionate dal teatro stesso, quasi a racchiudere l’esperienza dello spettacolo in esperienza onirica collettiva.• Le scene si susseguono nel buio, oscura metafora dell’odio. Si potrebbe cogliere l’accenno a un malessere antico nella lamentazione di Riccardo, che apertamente dichiara di volere vendicare nell’efferatezza la natura che l’ha fatto deforme.• E infine quel grido, ripetuto e ossessivo: “un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo…!” che sembra annullare e rendere privo di senso l’intero impianto, così drammaticamente tessuto di delitto in delitto per l’effimera acquisizione di un non ben definito successo.