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Incontrare l’”Altro” in movimento Atteggiamenti, comportamenti e vissuti generati dall'incontro con lo “Straniero” sui mezzi pubblici milanesi Conferenza stampa Guido Di Fraia Elisabetta Risi - Alessandra Micalizzi – Valentina Orsucci

Migrart, la ricerca dello IULM

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La ricerca commissionata da Azienda Trasporti Milanesi alla Fondazione IULM per il progetto sull'integrazione multietcnica Migrart. www.migrart.it [email protected]

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Incontrare l’”Altro” in movimentoAtteggiamenti, comportamenti e vissuti generati dall'incontro con lo

“Straniero” sui mezzi pubblici milanesi

Conferenza stampa

Guido Di Fraia Elisabetta Risi - Alessandra Micalizzi – Valentina Orsucci

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Una metafora interpretativa

Vetture di superficie e carrozze del metrò possono essere pensate come:

contenitori itineranti di Storie

storie “di passaggio”

storie “quotidiane”

storie “di vita”

palcoscenici di micro-rappresentazioni drammaturgiche

punti di intersezione e di incontro di “percorsi”, biografie individuali, destini etc

luoghi di contatto obbligati con ‘L’Altro da sé” nelle sue diverse declinazioni

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Una metafora interpretativa

L“altro da sé”, inteso come:

“lo straniero” visto attraverso gli occhi del residente italiano

“l’autoctono” visto attraverso gli occhi del migrante

“l’immagine di straniero” che il Migrante percepisce di sé per come

questa gli viene “restituita” dallo sguardo, dagli atteggiamenti (verbali e

non verbali) e dai comportamenti dei residenti

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Sulla base di tali metafore, obiettivo del lavoro era quello di esplorare:

i contesti (scenari) all’interno dei quali si generano le storie di passaggio

i vissuti ad essi associati e il ruolo svolto da quest’ultimi sulle trame di tali storie e

i principali processi di categorizzazione e percezione dell’”Altro” incontrato

sui mezzi pubblici utilizzati da Italiani e Stranieri

i risultati di tali processi di categorizzazione in termini di “tipologie” dello

“straniero” riconosciuto come presente sui mezzi

il “genere” delle storie di passaggio che si producono sui mezzi dal contatto tra

Italiani e Stranieri e gli effetti da esse prodotto sulla rappresentazione dell’”Altro”

le relazioni che si generano fra Italiani e Stranieri sui mezzi pubblici, intese come

“cartine tornasole” della più generale storia dell’incontro tra cittadini

Milanesi/Italiani e Migranti stranieri

Obiettivi conoscitivi

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Metodologia

La ricerca ha previsto la conduzione di:

15 osservazioni etnografiche sui mezzi di superficie 15 osservazioni etnografiche sulle linee metropolitane

7.30 – 9.30: la mattina, il viaggio verso il lavoro 10.30 – 12.00: la tarda mattinata 13.00 -14.30: la pausa pranzo, il rientro da scuola 18.00 – 20.00: il rientro dal lavoro 21.30 – 23.30: la sera

8 focus group così suddivisi:

3 con italiani (suddivisi per fasce d’età : giovani, adulti e anziani) 3 con stranieri (suddivisi per fasce d’età : giovani, adulti e anziani) 1 con opinion leader (operatori ed esperti di mediazione culturale) 1 focus group “semi-sperimentale” con soggetti italiani e stranieri

60 ore di 60 ore di osservazioneosservazione

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“Incontrare l’altro in movimento”

I risultati ottenuti

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1. I contesti dell'incontro

Le “storie di passaggio”:

dipendono dalla “disposizione” psicologica e personale del passeggero

lo specifico motivo per cui ha avuto necessità di usare i mezzi pubblici

la particolare situazione in cui il viaggio si colloca nella sua “storia quotidiana”

e “di vita”

il ricordo delle esperienze di trasporto passate

i suoi tratti personali più radicati e profondi (apertura vs chiusura, etc)

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1. I contesti dell'incontro

E, come tutte le storie:

avvengono in un contesto:

“dimensione fisico-ambientale” le condizioni effettive in cui

avviene il viaggio

“dimensione prossemica” la presenza, la numerosità e la

disposizione nello spazio

delle altre persone

“dimensione socio culturale”: il macro ambiente storico e

socio-culturale di riferimento

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1. I contesti dell'incontro

La dimensione socio-culturale comprende:

Le esperienze “indirette” ascoltate dagli altri (rumors)

Le esperienze e le conoscenze mediali (fatti di cronaca; posizioni politiche;

informazioni di scenario più o meno accurate e corrette etc)

Le influenze esercitate dal “clima d’opinione” (politico, ideologico, ecc.) che

circonda il tema della presenza degli stranieri in Italia e a Milano

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1. I contesti dell'incontro

Dalle verbalizzazioni raccolte emerge che, sui mezzi pubblici di trasporto, le dimensioni

contestuali fisiche e prossemiche:

tendono a generare sensazioni emozioni e vissuti che gli intervistati, sia Italiani

che Stranieri, giudicano:

prevalentemente “negative”

talvolta neutre

solo minoritariamente positive

Un risultato in parte prevedibile considerando i processi di memorizzazione selettiva[1] a

cui vanno in genere incontro esperienze di questo tipo

[1] Si tende a non ricordare e quindi a sottostimare le esperienze neutre e a ricordare con maggiore probabilità quelle connotate sul piano emotivo sia in

senso positivo che, come nel nostro caso, negativo

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2. Sensazioni, emozioni e vissuti

Italiani Stranieri

Tensione Fastidio

presenza dell’altro: immigrato in quanto tale“soggetto non gradito”:

questuante suonatore

in prevalenza straniero, ma non

solo straniero

Percezione di discriminazione

da parte di: altri passeggeri controllorivissuta con un misto di fastidio e di rassegnazione

<<ti sentirai discriminato, non ti preoccupare, è

normale>>

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2. Sensazioni, emozioni e vissuti

Tutti Stranieri Italiani

Apprensione, insicurezza, paura

prevalente in certe ore e su certe tratte

“sindrome” da vettura vuota

ridotta presenza istituzionale” sui mezzi: scarsa presenza personale Atm e/o delle

forze dell’ordine

in senso assoluto

l’effettiva ridotta

numerosità di

passeggeri

in senso etnocentrico

la scarsa numerosità di

Italiani sul totale dei

passeggeri la presenza di un numero

elevato di stranieri

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Un duplice processo:

la presenza dell’Altro, soprattutto nelle sue manifestazioni più visibili e percepite come

disturbanti tende a

penalizzare la qualità percepita del trasporto pubblico,

ma, d’altra parte

l’esperienza problematizzante del trasporto,

finisce per generare stati psicologici (irritazione, rabbia, fastidio, ecc.) che

certamente non favoriscono l’incontro con l’”Altro” ma che anzi

possono stimolare la necessità della ricerca di “capri espiatori” rispetto a

cui i Migranti (in alcuni casi e per certi soggetti) rappresentano la soluzione più

immediata e a portata di mano

2. Sensazioni, emozioni e vissuti

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3. I criteri di categorizzazione

I processi percettivi e cognitivi che ci permettono di “notare” qualcosa, distinguendola

dallo sfondo, non sono neutri e oggettivi

all’interno di essi un ruolo decisivo è infatti giocato da: i meccanismi di “categorizzazione sociale”

indizi esteriori

esperienze pregresse

pregiudizi e stereotipi

I processi di categorizzazione sono dunque alla base della “distanza” o “visibilità” che gli altri assumono ai nostri occhi delle qualità (caratteriali, culturali, religiose, ecc.) che “Noi” attribuiamo “Loro”

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Gli sguardi reciproci tra Italiani e Stranieri sono:

caratterizzati da processi di categorizzazione incentrati su tratti estetici e indicatori di

status (tratti somatici e socio-anagrafici, marcatori socio-culturali, indicatori di status,

oggetti/simboli religiosi, ecc.)

molto orientati dai comportamenti effettivamente messi in atto da certi “personaggi

devianti”

tendenti nel complesso a generare rappresentazioni dell’”Altro” piuttosto stereotipiche

e riduttive:

“Altri” come “personaggi” piuttosto che persone

3. I criteri di categorizzazione

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4. Il gioco di sguardi

«leggono di più di noi»

«vestono bene e si sentono superiori»

«menefreghisti e maleducati perché

«se parlano di te se ne fregano se puoi sentirli»

«indaffarati e sempre di corsa»

«sono poco comunicativi e paiono sempre un po’ tristi»

«non rispettano i tempi di salita e discesa dal mezzo»«parlano ad alta voce»«si dimostrano chiusi verso lo straniero»

«i controllori controllano il biglietto solo agli stranieri»

ANZIANI

LAVORATORI RICCHI

LAVORATORI POVERI

STUDENTI

CONTROLLORI

Gli Italiani nella percezione degli Stranieri

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4. Il gioco di sguardi

Gli stranieri nella percezione degli stranieri

«fanno paura»

«rubano»

“diversi”

«sono violenti»

«pericolosi»

«devianti»

«violenti»

etnie diverse dalla propria alcune

delle quali

gli “Zingari”

della natura parziale e pregiudiziale delle proprie convinzioni

dell’importanza dei media e delle relative “agende” nella genesi e sedimentazione dei processi di categorizzazione

Gli stranieri sono più consapevoli

Percepiscono come “Altro da sé”

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4. Il gioco di sguardi

Gli stranieri nella percezione degli italiani

Totale non accettazione dello straniero a cui attribuiscono comportamenti devianti

Totale accettazione dello straniero “integrato”

Provenienza geografica

presunta

Appartenenza religiosa

presunta

Ricostruzione della figura dell’altro attraverso

Ma anche notevolmente graduata per valenze di giudizio che vanno da:

africani

egiziani

musulmani

cinesi

arabi

studenti “erasmus”

filippini

marocchini

slavi/rom

modelle

peruviani

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Lo Straniero secondo l’Italiano

«delinquenti»

- +«li manderei tutti a casa loro» «sono come noi» «gran lavoratori»

«gentili»

«disturbano»

- +«pericolosi» «lavoratori»

«onesti»

«tristi»

- +«indaffarati» «si vestono bene»

«leggono molto»

Lo Straniero secondo lo Straniero

L’italiano secondo lo Straniero

«maleducati»

«diffidenti»

«onesti»

«percezione neutra»

4. Percezioni a confronto

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“Lontano”

“Vicino”

“Visibile”“Invisibile”

Lo Script-urato L’estraneo

L’occidentalizzato Il diverso

sonatori

adulto mendicanti stranieri

mendicanti italiani

delinquenti

Ubriachi

mamma bambino stranieri

studenti di seconda generazione

stranieri ben vestiti

stranieri che indossano abiti tipici

donne con il velo

lavoratori/

muratori

studenti erasmusonesti

armatibastardi

furbi violenti

borseggiatori

i meno peggio

turisti

gentili

4. L’”Altro” visto dagli Italiani

puzzano

tossici

bambini stranieri che fanno la questua

coppia donna-bambino stranieri mendicanti

come noi

mendicante straniero disabile

II

IVIV IIIIII

IIII

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“Lontano”

“Vicino”

“Visibile”“Invisibile”

Lo Script-urato L’estraneo

Noi Il diverso

suonatorimendicanti

delinquenti

ubriachi

mamma bambino straniero

colletti bianchi

anzianilavoratori

studentituristi

stranieri integrati

rumorosi

indaffarati

tristi

pericolosi

disturbano

maleducati

diffidenti

4. L’”Altro” visto dagli Stranieri

II

IVIV IIIIII

IIII

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5. Una mappa sintetica

gli “Altri” più simili (integrati) risultano praticamente “invisibili” e accettati i “Diversi” (ad esempio persone palesemente di altre etnie che magari indossano i

propri vestiti tradizionali, non religiosamente connotati ), sono osservati con curiosità e una certa “tolleranza”

mentre quelli che mettono in atto comportamenti percepiti come “disturbanti” o “devianti” sono vissuti, sia dagli Italiani che dagli Stranieri come “Estranei” (indipendentemente dalla loro provenienza geografica o appartenenza)

rispetto a tali “Estranei” (che possono in realtà essere anche Italiani): entrambi i gruppi

mostrano atteggiamenti fortemente intolleranti auspicano interventi preventivi e sanzionatori finalizzati a ridurre la loro

presenza sui mezzi

gli intervistati Stranieri tendono a sottolineare con molta energia la propria “distanza” da tali

soggetti e a rivendicare e marcare legittimamente la propria appartenenza al

gruppo delle “persone per bene” indipendentemente dalla propria provenienza geografica, in quanto opposto a quello di chi si ritiene non possa essere definito tale (Italiano o straniero che sia)

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Le storie di passaggio tre macro-generi:

“storie di non incontro” storie di evitamento o chiusura verso l’altro – storie

non agite

“storie di incontro” storie che attivano comportamenti accuditivi o di

accoglienza primaria verso persone o situazioni di debolezza tenerezza

“storie di scontro” situazioni ben visibili e di manifesta

devianza;

presenza del controllore

soprattutto legate ai rumors più che a evidenze osservate

5. Le Storie prototipiche

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5. Le Storie prototipiche di incontro

1. L’interazione con l’anziano

personaggi: anziano Italiano, giovane/adulto Straniero

azione: lo straniero lascia il posto all’anziano

reazione: gratitudine più o meno evidente da parte dell’anziano (non sempre)

2. Il viaggio in gruppo

personaggi: giovani italiani e stranieri (studenti)

azione: intrattenersi reciprocamente, mettersi in cerchio

3. Il viaggio in coppia (I tipo)

personaggi: coppie “miste”

azione: intrattenersi reciprocamente, parlare a voce alta

reazione: attirare l’attenzione (fugace) di italiani

4. Solidarietà femminile

personaggi: gruppi o diadi di donne sconosciute tra loro

azione: scambiarsi uno sguardo di condivisione empatica

5. Viaggio in coppia (II tipo)

personaggi: mamma e figlio/i stranieri

azione: interazione verbale tra mamma e figlio

reazione: attirare l’attenzione (fugace) di italiani

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5. Le Storie prototipiche di non incontro

1. “Metro Music” personaggi: suonatori-mendicanti (musicisti, la maggior parte stranieri) azione: richiesta di ricompensa per esibizione canora/sonora reazione: diversificate: da indifferenza ostentata ad ascolto e concessione

della questua (con accettazione e apprezzamenti diffusi)

2. La questua personaggi: mendicanti o mendicanti-suonatori (non musicisti, in prevalenza

stranieri) azione: richiesta di ricompensa per esibizione canora/sonora reazione: diversificate: da indifferenza ostentata ad ascolto e concessione

della questua (accettazione e apprezzamenti molto scarsi)

3. Lettura, sonno, musica personaggi: adulti e giovani italiani e stranieri azione: leggere libri (Italiani) o free-press (Italiani e stranieri), ascoltare

musica, dormire

4. L’arrivo dei controllori (I tipo) personaggi: controllori dell’ATM, utenti stranieri azione: controllare il possesso del biglietto solo ai passeggeri italiani reazione: continuare il viaggio indipendentemente dal possesso del biglietto tempo: tarda serata

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5. Le Storie prototipiche di scontro

1. Fastidio/disagio personaggi: individuo o intera vettura verso un soggetto con disagio sociale azione: esprimere giudizi (verbali e non) di intolleranza

2. L’arrivo dei controllori (II tipo) personaggi: controllori dell’ATM, utenti stranieri azione: verificare il possesso del biglietto e scontro verbale reazione: replicare allo scontro verbale dei controllori

3. Minaccia personaggi: passeggero italiano da solo (in senso etnocentrico) azione: adottare posture di chiusura, sedersi vicino all’autista reazione: (eventuale) se donna attirare l’attenzione degli stranieri

4. Salita del “pazzo”/ “ubriaco” personaggi: soprattutto italiani con evidente stato di disordine mentale azione: comportarsi “fuori dal comune” (azioni devianti) reazione: evitare di guardalo, adottare posture di chiusura

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Storie di “incontro”:

sono associate a situazioni che hanno al centro persone o situazioni di “debolezza” o

“tenerezza” (la mamma col bambino, l’anziano, lo sguardo di donne) che attivano

comportamenti accuditivi e di accoglienza “primaria”

appaiono in altri termini più probabili quando è chiamata in causa la parte meno

legata alle “sovrastrutture” culturali delle persone: la maternità, la complicità di genere, la cura dell’anziano sono situazioni che mettono le persone di fronte alla vulnerabilità “biologica” ed esistenziale

dell’”Altro” nella cui umanità l’osservatore (Italiano) finisce per riflettersi e per riconoscersi

5. Le Storie prototipiche Una sintesi

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In termini più generali, sembra quindi che nei mezzi pubblici prevalga una situazione di

pluralismo: la presenza dell’”Altro” e la sua “diversità”

vengono “tollerate” (e dunque, letteralmente, “sopportate”) se questo non

richiede

alcuna modifica dei propri comportamenti (“sono loro che devono

adeguarsi”) e, soprattutto,

alcuna revisione significativa dei propri modi di pensare

ma non di interculturalismo o multiculturalismo intesi come

riconoscimento della differenza

percezione del suo valore

disponibilità ad una apertura verso l’altro che ne è portatore

5. Le Storie prototipiche Una sintesi

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6. Conclusioni

I mezzi di trasporto ATM rappresentano un importante spazio pubblico della relazione

tra culture, tradizioni ed etnie diverse

Le storie di passaggio e le figure dell’”Altro” sono generatori di significati da cui

dipendono le rappresentazioni e le valutazioni degli Stranieri presso i cittadini e

viceversa

A livello relazionale la situazione appare ancora come

un composto complesso

ancora “fluido”

ma prossimo a solidificarsi “in un modo o in un altro”

un fluido altamente sensibile ai “catalizzatori” socio-culturali che incontra

nell’ambiente

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6. Conclusioni

al mondo della politica, dei media, delle istituzioni, e della cultura -da cui

dipendono in larga maggioranza tali catalizzatori - ognuno per le proprie competenze

e possibilità, il compito di:

far sì che essi orientino il processo nella giusta direzione

ridurre le situazioni e i toni “dello scontro”

facilitare le occasioni di incontro e di relazione tra cittadini di diversa

provenienza

rinnovando in questo modo la capacità di accoglienza e di che in passato

ha caratterizzato la nostra città

al fine di fare di Milano

una vera città multiculturale

aperta all’”Altro”

in grado di percepire la diversità come valore e fonte di ricchezza