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I social network e la legge: una relazione complicata? Giovanni Arata, Studio Legale Finocchiaro 25 Nov, 2 Dic 2009@ 2009 Distribuito con licenza Creative Commons - attribuzione- non commerciale 2.5

Social Network e Legge: una relazione complicata?

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I social network sono tra gli spazi più rilevanti e popolari del cosiddetto "web sociale". al contempo, le loro caratteristiche ed i loro modi d'uso pongono anche importanti questioni dal punto di vista legale. Dopo un'introduzione generale, questa presentazione passa in rassegna tali problematiche, collegandole a casi concreti ed a orientamenti giurisprudenziali

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I social network e la legge: una relazione complicata?

Giovanni Arata, Studio Legale Finocchiaro

25 Nov, 2 Dic 2009@

2009 Distribuito con licenza Creative Commons - attribuzione- non commerciale 2.5

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Di cosa stiamo parlando“I social network (SN) sono ‘piazze virtuali’, cioè dei luoghi

in cui via Internet ci si ritrova portando con sé e condividendo con altri fotografie, filmati, pensieri, indirizzi di amici e tanto altro.” (estratto da: Guida Garante Privacy IT, Giugno 2009)

I primi SN sono nati in ambito universitario. Oggi ve ne sono di moltissimi tipi diversi. Alcuni esempi: Facebook, MySpace, YouTube, Flickr, FriendFeed, Orkut, QQ)

Dal punto di vista legale i SN sono definibili come “servizi della Società dell’Informazione” (Art. 1 Direttiva 98/34/EC). E proprio dal punto di vista legale propongono una quantità di questioni intriganti e tuttora aperte

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Ma un’immagine vale mille parole, e un video….

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[Video disponibile presso: http://www.youtube.com/watch?v=sIFYPQjYhv8]

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I tratti definitori dei social network

Tutti i SN condividono alcune caratteristiche di base:– Gli utenti forniscono un set di informazioni personali atte

a costituire “profili” personali;– Il sistema offre strumenti utili a pubblicare e condividere

contenuti di vario genere (audio, video, testi etc);– All’interno della piattaforma esistono funzioni che

consentono l’incontro e l’interazione tra utenti differenti;– Il rapporto tra provider e utenti è definito da condizioni

generali di contratto dette “Termini di Servizio” (TOS).

I modelli di business dei SN non sono sempre trasparenti. Alcuni si tengono sulla vendita di pubblicità, altri sulla speranza di essere acquisiti. Altri ancora sulla elaborazione ed il riuso dei profili degli utenti.

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La diffusione dei social: gli usi individuali

All’inizio le persone si servivano dei SN soltanto per finalità sociali e ricreative (trova il compagno di classe su FB)

Con il tempo le piattaforme si sono “specializzate”, e oggi gli individui usano i social per mille e una finalità diverse tra cui:

• Cercare lavoro (ex: )• Condividere informazioni di viaggio (ex:

)• Scambiare consigli di lettura (ex: )• Sensibilizzare la collettività su tematiche sociali e

politiche (ex: )

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La diffusione dei social: gli usi aziendali

Di fronte alla crescente popolarità dei SN, anche le aziende si “affacciano” alle nuove piattaforme

Anche in questo caso, le ragioni sono le più diverse:• Effetto moda (lo faccio perché lo fanno gli altri);• Finalità promozionali e di marketing (voglio far vedere il mio

marchio);• Finalità funzionali (ex:offerta lavoro, ricerca info sui nuovi

dipendenti, monitoraggio concorrenza);• Individuazione nuove opportunità di business (digital goods,

cybercoaching)

In parallelo, d’altra parte, cresce il numero di aziende che proibisce o limita l’uso delle piattaforme social all’interno dei propri spazi (un caso su tutti: gli store Apple USA)

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La diffusione dei social: gli usi da parte della PA

Ultima ma non ultima, ai SN si affaccia anche la Pubblica Amministrazione

A fare da capofila sono gli Stati Uniti, dove l’Amministrazione Obama ha un’intera squadra dedicata ai social media e una presenza capillare sulle principali piattaforme

Ma anche l’Italia muove i suoi primi passi: – Le pagine ufficiali degli enti locali su FB (ex: Udine)– I profili Twitter di Comuni e Regioni (ex: Twitperbole)– I network di canali sociali per la promozione

territoriale (ex: Turismo Emilia Romagna)

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Le questioni rilevanti dal punto di vista della LeggeIn ragione delle loro caratteristiche e della loro pervasività, i SN

sollevano diverse questioni rilevanti dal punto di vista legale. Tra di esse:– Proprietà intellettuale sui contenuti prodotti dagli utenti;– Privacy e protezione dei dati personali;– Identità personale e organizzativa (gestione della);– Diritto all’oblio;– Transnazionalità dei provider e connessa difficoltà nell’individuazione del corpo

normativo da applicare in caso di reati

Da notare che il Legislatore comunitario non prevede obblighi di sorveglianza per i provider rispetto rispetto ai contenuti inseriti dagli utenti (Direttiva 2000/31 sulla Responsabilità del provider, Art. 14 e segg.)

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Le principali fonti normative di riferimento

• Direttive comunitarie su Data Protection (1995/46) e ePrivacy (2002/58);

• Opinion 5/2009 della Commissione Europea• Guida Garante Privacy italiano (2009)• ENISA Position Paper No.1 “Security Issues

and Recommendations for Online Social Networks” (2007)

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Questioni aperte: tutela della privacy e dei dati personaliIl punto. Le informazioni inserite dagli utenti all’interno dei SN possono essere

visualizzate da una pluralità di soggetti diversi. E sono potenzialmente passibili di trattamento, rielaborazione e riuso per finalità non sempre trasparenti (profilazione in house, commercializzazione profili, marketing)

Caso concreto #1 Il “caso Beacon” e i rilievi del Garante canadese rispetto alle falle nella tutela della privacy degli utenti da parte di Facebook

Caso concreto #2 123People e il suo motore di ricerca sui singoli individui

Gli orientamenti normativi. Secondo la giurisprudenza comunitaria i provider sono tenuti a:

- sottoporre agli utenti un’informativa rigorosa e dettagliata- segnalare i rischi associati alla pubblicazione di contenuti personali, e la necessità di

richiedere autorizzazione per l’inserimento di dati relativi a terzi- richiedere autorizzazione per ogni attività di profilazione o riuso dei dati medesimi- approntare di soluzioni tecno- organizzative in grado di preservare l’integrità dei dati

e proteggerli da impieghi non autorizzati (c.d “privacy by design”)

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Questioni aperte: lo spammingsui SN

Il punto. Una variante sul tema dei “riusi non autorizzati” è costituita dalle attività di pubblicizzazione massiva e indesiderata (c.d. “spamming”) da parte di soggetti terzi (o al limite degli stessi provider)

Caso concreto. il caso Spamford: phishing via social network

Gli orientamenti normativi. Le attività di pubblicità indesiderata sui SN sono ovviamente illegali e (almeno negli USA) esistono già sentenze in proposito. Nel caso Spamford, il responsabile della campagna di spamming è stato condannato a pagare (a Facebook) 711 milioni di dollari

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Questioni aperte: la titolaritàdei contenuti inseriti nei SNIl punto. Gli utenti depositano all’interno dei social una quantità di

contenuti. A chi appartengono tali informazioni? E chi ha titolo a godere degli eventuali benefici economici collegati?

Caso concreto. All’inizio del 2009 Facebook modifica le proprie condizioni di servizio, ribadendo contestualmente:

- il proprio diritto a riusare i contenuti postati dagli utenti- il diritto a mantenere copia dei dati caricati anche dopo la chiusura del

profilo da parte dell’utente medesimo Gli orientamenti normativi. Secondo la giurisprudenza comunitaria, la

proprietà intellettuale sui contenuti inseriti sulle piattaforme social appartiene agli utenti. Ai provider, invece, è attribuito il ruolo di data controller, giacché sono questi ultimi a poter determinare strumenti e modalità di trattamento dei dati.

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Questioni aperte: gestione identità online, furti d’identità Il punto. Col diffondersi di attività economiche e sociali svolte

nativamente online da individui e gruppi emergono concetti come “persona digitale” e “identità digitale”. Da qui problematiche precipue legate a:– Necessità di presidio della propria identità in rete (“online reputation”);– Rischio di furti e mascheramenti di identità;

Caso concreto #1 La creazione di codici di condotta aziendali per i social network

Caso concreto #2 Il “caso La Russa” e sempre più ricorrenti furti di identità su Twitter

Gli orientamenti normativi. Il caso La Russa ha portato lo Stato del Texas ad emanare una legge che proibisce la creazione di false identità online. Per il resto, la giurisprudenza è ancora da costruire.

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Questioni aperte: diritto all’ oblio, persistenza nel tempo Il punto. Le caratteristiche tecnologiche dei SN- e lo stesso affermarsi del concetto

di online persona- impongono la considerazione di diversi profili emergenti relativi al diritto all’oblio.

Caso concreto #1. Sollecitata dal Garante canadese, Facebook accetta di esplicitare nei propri termini di servizio il fatto che i dati associati ai profili chiusi dagli utenti non vengono cancellati, restando nei database aziendali per 10 anni

Caso concreto #2. Due cittadini tedeschi, condannati per omicidio, chiedono la rimozione dei loro nomi dalla voce Wikipedia relativa all’evento

Gli orientamenti normativi. L’utente che si iscrive ad un SN accetta la pubblicizzazione dei dati inseriti- ed accetta altresì che essi possano persistere per un tempo potenzialmente indefinito. D’altra parte, nel momento stesso in cui l’utente chiede la chiusura del proprio profilo il provider sarebbe tenuto a rimuovere e cancellare tutte le informazioni relative al soggetto in questione. Almeno secondo la giurisprudenza UE.

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Questioni aperte: che succede quando “mi spengono” il profilo? Il punto. Cosa accade quando il provider decide la rimozione (o addirittura la

cancellazione) indebita del mio profilo o di altri contenuti da me inseriti?

Caso concreto #1 Le condizioni d’uso di Facebook danno al SN ampi poteri discrezionali rispetto a sospensioni e cancellazioni. E FB li usa eccome (caso Zambardino)

Caso concreto #2 Il filmato della Coppa d’Africa rimosso da YouTube su richiesta di Eurosport

Gli orientamenti normativi. Una giurisprudenza consolidata in materia non esiste. Secondo alcune interpretazioni, tuttavia, lo “spegnimento” di un profilo potrebbe configurare reato di “interruzione delle comunicazioni informatiche o telematiche” e sarebbe quindi punibile in Italia ai sensi degli Artt. 617- quater (“intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche”) e sexies (“Falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche”) del C.P.

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Questioni aperte: quale diritto applicare ai SN? Il punto. I principali SN hanno il loro quartier generale al di fuori

dell’UE (Stati Uniti e Cina su tutti). Quali leggi si applicano, ad esempio, nel caso di reati compiuti all’interno delle piattaforme? E poi, quale il foro competente a giudicare?

Casi concreti. Il furto dell’account di Tony La Russa; la sospensione dell’account Facebook di Vittorio Zambardino

Gli orientamenti normativi. Secondo la più recent giurisprudenza comunitaria, le disposizioni contenute nelle Direttive comunitarie su Data Protection e ePrivacy si applicano a tutti i SN, compresi quelli che hanno il loro quartier generale oltreoceano. D’altra parte, i Garanti di diversi paesi chiedono da tempo la creazione di un “Garante Sovranazionale” in grado di esprimersi su questioni del tipo descritto.

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ConclusioneI SN continuano ad evolvere “in tempo reale” e propongono

quotidianamente alla Legge nuovi e (spesso intricati) problemi.

Tuttavia, non c’è accordo tra gli addetti ai lavori rispetto all’approccio da adottare in materia. Secondo alcuni la rete sociale sarebbe in grado di auto-regolamentarsi, mentre altri sostengono la necessità di un approccio regolativo più “deciso” e universale.

Dal punto di vista individuale, la conoscenza e la consapevolezza sono il miglior strumento di tutela ed auto- tutela rispetto agli abusi.

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