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Pillole di efficienza: Energy Performance Contract

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Pillole di efficienza:Energy Performance

Contract

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Lo strumento principale con cui la ESCo esplica il suo lavoro è il Energy Performance Contract - EPC, (detto anche Contratto di Rendimento Energetico - CRE) definito all’art. 2 della Direttiva 27/2012:

“accordo contrattuale tra il beneficiario e il fornitore di una misura di miglioramento dell'efficienza energetica, verificata e monitorata durante l'intera durata del contratto, laddove siano erogati investimenti (lavori, forniture o servizi) nell'ambito della misura in funzione del livello di miglioramento dell'efficienza energetica stabilito contrattualmente o di altri criteri di prestazione energetica concordati, quali i risparmi finanziari”

L’Energy Performance Contract (EPC)

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L’EPC, come precedentemente definito, non è una tipologia contrattuale definita dal Codice Civile.

Si tratta quindi di una specie di “framework concettuale” che deve essere riempito con formule contrattuali consistenti con l’ordinamento giuridico italiano.

La stesura di un EPC può talvolta portare a forme di legame tra efficienza e remunerazione eccessivamente fantasiose: si consiglia sempre avvalersi di specialisti in contrattualistica.

I limiti del EPC

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Inquadramento civile dell’EPC• Lo schema delineato può essere accostato, per alcune caratteristiche

comuni, a quello della concessione di costruzione e gestione (artt. 3, comma 11, e 143 del Codice dei Contratti Pubblici) o a quello della concessione di servizi (artt. 3, comma 12, 30 e 216 del Codice degli appalti).

• Le prestazioni rientranti nell’EPC, infatti, possono tradursi tanto nel compimento di opere e nella relativa gestione, quanto nella gestione di un servizio. Sennonché, nell’EPC il “fornitore” è remunerato in base alla quota di risparmio ottenuta dagli interventi e non già dalla gestione delle opere realizzate o dalla gestione del servizio.

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La parola agli avvocati• “L’EPC è un contratto di durata caratterizzato dall’onerosità e

corrispettività delle prestazioni. Il sinallagma contrattuale si sostanzia essenzialmente in un do ut facias (“io do affinché tu faccia“); è tuttavia presente, e necessario per la buona riuscita dell’operazione, un certo grado di cooperazione del cliente nell’attività del fornitore; in ogni caso, si deve ritenere che l’obbligazione del fornitore sia un’obbligazione di risultato.”

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Inquadrando l’EPC dal punto di vista civile si può dire che è un contratto:

Non esaustivamente regolato: le clausole, soprattutto finanziarie, possono essere molteplici

Di durata: destinato a durare nel tempo

A oggetto determinato: il miglioramento dell’efficienza

Con impegno finanziario variabile: i costi possono essere in capo completamente alla ESCo oppure condivisi col cliente oppure in carico a un terzo soggetto

L’EPC dal punto di vista civile