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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIO REG. SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate

Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate

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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate

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Le Unità di Terre Aziendali (UTA), corrispondenti alle UPA (Unita di

Paesaggio), sono porzioni della superficie aziendale omogenee per

caratteri dei suoli e per tipo di gestione. Le varie possibili combinazioni

tra tipo/i di suoli e tipi di gestione agraria delle superfici aziendali danno

origine alla scomposizione dei terreni dell’azienda in un mosaico di

poligoni, ciascuno caratterizzato da uno specifico comportamento e a cui

si applicano specifiche attenzioni gestionali

La definizione delle aree omogenee, intese come unità di

gestione ottimale, ha il compito di evidenziare le

diversità e consentire di operare scelte produttive

convenienti e sostenibili, sia dal punto di vista

economico, sia ambientale.

Le Unità di Terre sono dunque il supporto per compiere

scelte razionali di trasformazione e sistemazione dei

terreni, compatibilmente con la natura dei suoli, e per

migliorare le sinergie dei sistemi suolo-coltura.

UTA Unità di Terre Aziendale

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UTA Unità di Terre Aziendale

Delineare (individuare) unità omogenee per le caratteristiche fisiche, ambientali e di gestione dei terreni aziendali.

CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE UTA:

1.aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA, una UTA per ogni corpo);

2.diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni climatiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA);

3.diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano diverse situazioni morfologiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA, può essere tollerata una semplificazione se vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione morfometrica. Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede));

4.diverse condizioni pedologiche: se sono note diverse condizioni pedologiche (zone piùumide o zone più secche, zone più produttive o zone meno produttive, zone con evidenti cromature differenti del suolo, zone con contenuti diversi di scheletro superficiale) ènecessaria la suddivisione in diverse UTA;

5.sistemi colturali diversi determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA;

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Aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA, almeno un UTA per ogni corpo)

UTA Unità di Terre Aziendale

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Diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni climatiche es. esposizione, determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA)

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Diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano diverse situazioni morfologiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA, può essere tollerata una semplificazione se vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione morfometricasull’altra) Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede)

Versante lineare regolare (no UTA)

2 situazioni morfometriche, c’è una dominanza di una sull’altra, possibile semplificazione (no UTA)

UTA Unità di Terre Aziendale

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2 situazioni morfometriche, non c’èuna dominanza, si suddivide in 2 UTA

UTA Unità di Terre Aziendale

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indicatori

Per esplorare e mappare le diverse tipologie di suolo dell’azienda occorre appoggiarsi ad indicatori della diversità pedologica che siano già noti o agevolmente verificabili. Il principale di essi è rappresentato dalla morfologia delle superfici e dalla loro dinamica geo-idrologica e un secondo dalle conoscenze giàesistenti (agricoltore) riguardo al comportamento dei terreni.La prima raccolta di queste informazioni consente di orientare il rilevamento, anche quando costituito da osservazioni poco complesse

Indicatore 1: diversità dei paesaggi geo-

morfologici

L’obiettivo preliminare è la individuazione

delle diversità della morfologia delle superfici

dell’azienda (collocazione sul versante, forma,

pendenza..), l’evidenza di stati di dissesto ed

erosione e altri vincoli geo-idrologici. La

morfologia, fortemente correlata alla natura e

alla evoluzione geologica, presenta infatti

anche una forte relazione con il tipo di suolo,

che è fortemente condizionato dalle

dinamiche di versante.

Indicatore 2 : comportamento

Molto utile è la conoscenza del comportamento

suoli in relazione all’andamento climatico e alla

gestione agronomica. Si tratta di informazioni

che l’agricoltore raccoglie durante gli interventi

colturali e di valutazioni pratiche e giudizi

ricavati dalla osservazione continua e dalla

esperienza accumulata attraverso successive

approssimazioni ed errori.

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Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore:morfologia delle superfici

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Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore:comportamento dei terreni

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Suoli molto diversi con identica conduzione

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Suoli molto diversi con identica conduzione

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Schema generale delleAttività di definizione delle UTA e successiva descrizione e campionamento dei suoli nella Unitàselezionata

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Sequenza delle azioni da mettere in atto per eseguire un rilievo ricognitivo di prima approssimazione con sole osservazioni superficiali o con osservazioni superficiali e osservazioni speditive di profondità

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Scelta del programma di rilevamento e campionamento

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Componente:suoli delle superfici dell’azienda

- sorgenti di dati -

Sorgente dati 2: osservazioni pedologiche in campoUtilizzando le indicazioni della morfologia, dell’uso delle terre e i dati

pedologici già esistenti, tradotti in ipotesi di ripartizione del territorio

aziendale in porzioni omogenee, si procede alla esplorazione pedologica

vera e propria, cioè alla osservazione diretta dei caratteri dei suoli,

condotta al livello di approfondimento e dettaglio possibile nella specifica

fase di lavoro e dati tempi, risorse e obiettivi.

Nella scheda seguente si prevede la registrazione solo di alcuni principali

caratteri del suolo, limitandosi a quelli riconoscibili in superficie ed

eventualmente nell’esame dell’orizzonte agrario.

Nuove osservazioni successive e nuove fasi di indagine potranno

permettere di perfezionare le conoscenze sui suoli dell’azienda e ridefinire

le UTA di prima approssimazione

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Le possibilità operative di indagine in campo

+ impegno/ difficoltà, + dati, + affidabilità

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L’osservazione superficialesigla “ O “

Per osservazione superficiale si intende una valutazione di alcuni caratteri del suolo riconoscibili alla osservazione del terreno in superficie e nei suoi primi centimetri di spessore.

Se ne ricavano utili indicazioni riguardo alla natura del suolo

nel suo complesso, soprattutto nelle aree collinari su

substrati pelitici e argillosi fortemente erodibili

L’osservazione O non può sostituire quella

dell’intero suolo. Essa serve quindi ad un primo

livello di screening dei caratteri dei suoli o ad una

verifica di quanto ci si aspetta di trovare sulla

base di altri dati.

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Il minipitsigla “ M “

Il minipit è una piccola buca, scavata a mano, a pareti verticali, di dimensioni 50x50 cm o più, in relazione alla profondità, che consente di ispezionare, descrivere e campionare l’orizzonte Ap ( o A) e raggiungere l’orizzonte sottostante per verificarne la natura. Consente anche di osservare il limite tra suolo arato e suolo sottostante verificando eventuali aspetti negativi (suola aratura, accumulo organico indecomposto, idromorfia..)

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Minipit per esame e campionamento Ape, se ben esposto, orizzonte sottostante

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Minipit più trivellata per esplorare gli orizzonti profondi e verificare lo spessore di suolo utile

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Minipit con trivellata su versante pendente

Minipit con trivellata in ambiente naturale

Con il minipit si può descrivere in modo completo l’Ap

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Il sondaggio con sonda “a sgorbia”sigla “ G “

La sonda a sgorbia è una asta cava leggermente conica e a sezione aperta per circa 1/3-1/2 della sezione. E’ lunga circa 1 metro e non se ne usano di norma di più profonde. Viene infissa a percussione, con successiva rotazione dell’asta per rompere il materiale e raccoglierlo nel semitubo. E’ adatta a terreni non sassosi e consente l’osservazione dell’intera sezione attraversata. Riporta in superficie materiale in genere non sufficiente alle analisi fisico-chimiche. Si descrivono: tessitura, colore, calcare …; altri parametri con incertezza.

Velocità di esecuzione e

controllo di tutta la sezione

attraversata

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Molto efficiente per verificare le

profondità degli orizzonti (dell’Ap,

del substrato, ecc.)

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La trivellatasigla “ T “

L’utilizzazione della trivella manuale consente di esplorare il terreno fino a profondità significative (2-3 m), se umido e perforabile, e portare in superficie “carote” di 5x15 cm, rappresentative dei singoli avanzamenti , per pressione e rotazione, della trivella nel foro.Il forte disturbo del terreno scavato non consente di osservare tutti i caratteri del suolo, del quale si possono descrivere:tessitura, colore, calcare, pietre (con poca precisione), concrezioni e depositi; altri parametri con incertezza.

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Trivellata con campionamento

per scopi agronomici

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Il profilo , cioè lo scavo per la descrizione del profilosigla “ P “

Il profilo, che è insieme scavo e sezione descritta, è realizzato appositamente in un sito prescelto per la sua rappresentatività e dovrebbe esporre il suolo fino al substrato o roccia madre, per una profondità che da pochi dm può arrivare a 2-3 m.

Il profilo consente l’esame del suolo nelle sue condizioni naturali, disturbate e il campionamento di tutti gli orizzonti. I profili sono utilizzati come riferimento tipologico per le osservazioni speditiveeffettuate nell’area

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L’ideale per lo scavo èuna terna gommata o un miniescavatoreper terreni no troppo duri e profondità entro 2,5 m

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Accantonare separatamente la terra di orizzonti diversi; eseguire sempre alcune fotografie dell’ambiente e del profilo

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Profili in coppia servono a caratterizzare situazioni estreme anche in uno stesso campoSenza il profilo è difficile cogliere aspetti anche molto importanti

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Osservazioni su UTA di dimensioni limitate con sub-area di piede versante.

Rilevamento

con profilo

profilo scavato in punto rappresentativo

minipit

Minipit con trivellataper caratterizzazione sub-area

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•Rocciosità•Pietrosità•Aspetti superficiali•Fessure•Croste•Struttura•Colore•Tessitura ecc.

•Profondità Ap•Breve descrizione subsoil•Scheletro•Radici ecc.

Descrizione e possibile campionamentodi tutti gli orizzonti

Riconoscimento dei limiti degli orizzonti

Indagine pedologica completa, condotta da esperto con schede rilevamento e manuali ufficiali.

(http://suoli.regione.marche.it/ServiziInformativi/Divulgazioneonline.aspx )_____________

Indagine pedologica di riconoscimento

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Le schede di registrazione dei datimanualistica ufficiale (alcuni esempi)

Livello regionaleManuale: Metodi di campionamento per la qualità dei suoli

Manuale di rilevamento dei suoli – Regione MarcheScheda di rilevamento dei suoli (completa) – Regione MarcheScheda di rilevamento dei suoli (semplificata) – Regione MarcheQuaderno Tecnico Parte A - Metodi e procedure tecniche di campagna, attrezzature

Livello nazionaleGuida alla descrizione dei suoli in campagna e alla definizione delle loro qualità –MIPAF ISSDS e Regione Toscanaprogramma per la gestione di banche dati pedologiche - CNCP2003

Livello internazionaleNRCS-USDA Field Book for Describing and Sampling Soils - Version 2.0 NRCS-USDA Soil Survey Manual, published in October 1993

NRCS-USDA Soil Survey Staff. 2010. Keys to Soil Taxonomy, 11th ed.Harmonized World Soil Database - Version 1.0Multilingual Soil Profile Database, (The). (SDBm Plus). CD-ROM

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Limiti e spessore degli orizzontiSpessore degli orizzonti e tipo di limiti tra un orizzonte e l’altro sono parametri della morfologia del suolo fondamentali per la comprensione del suo comportamento e delle sue qualità.

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Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli a grari marchigiani( primo riconoscimento dalle tipologie regionali )

Orizzonte Ap Orizzonte minerale superficiale con evidenti disturbi di origine antropica strato lavorato

Orizzonte cambico Bw

Dal latino cambiare.Deriva da processi di alterazione fisica e/o

trasformazioni chimiche, che hanno provocato trasformazioni della originale struttura rocciosa o aggregazioni delle particelle del suolo (prime forme di di

pedogenesi). Per essere definito cambico, un orizzonte deve essere spesso almeno

15 cm.

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Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli a grari marchigiani(primo riconoscimento dalle tipologie regionali)

Orizzonte Calcico BkDal latino calx = calceOrizzonte illuviale con accumulo secondario di carbonato di calcio, eventualmente indurito.

Orizzonte argillico BtDal latino argilla.

Orizzonte illuviale, con accumulo di argilla a spese degli orizzonti sovrastanti;rivestimenti di

argilla intorno alle facce.

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Strati profondi, contatti litici e paralitici

(strati M, R e D)

Strati R :roccia dura, massiva o poco frammentata, generalmente con diaclasi eo fessure che possono contenere materiali degli orizzonti sovrastanti. Nei giunti della roccia si producono fenomeni localizzati di dissoluzione, disaggregazione e alterazione. Lo strato R è sufficientemente coerente quando umido da rendere impraticabile lo scavo a mano con una vanga, benchépossa essere scheggiato o grattato.

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Strati profondi, contatti litici e paralitici

(strati M, R e D)Strati D:Materiali duri clastici, spostati o trasportati, non consolidati, che formano un insieme pseudo-mobile dominato dagli elementi grossolani (brecce di terrazzi e frane, detrito alluvionale, detriti crioclastici, pietraie, soliflusso, morene, ecc.). Questi strati poco coerenti, in assenza di materiali grossolani, sono facili da lavorare.

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Strati profondi, contatti litici e paralitici

(strati M, R e D)Strati M:Rocce friabili o tenere non o poco frammentate, eventualmente con microfessure alterate localmente o parzialmente. Questi strati sono in genere coerenti, ma facili da lavorare con utensili.

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Rocciosità – pietrosità e scheletro

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Rocciosità – pietrosità e scheletro

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TessituraLa Tessitura è definita come la proporzione tra gli elementi che compongono la “terra fine”del suolo, intendendo per “terra fine” tutti gli elementi con diametro inferiore ai 2 mm. La tessitura viene descritta da piùclassi tessiturali i cui limiti dimensionali dipendono dal sistema di classificazione adottato. In questo caso si fa riferimento alle 12 classi riconoscibili nel triangolo delle tessiture (vedi sotto) utilizzato dal Dipartimento Agricoltura degli Stati71Uniti (USDA) e ampiamente diffuso. Per definire la classe di tessitura è necessario determinare la proporzione tra le 3 principali classi diametriche (sabbia, limo e argilla) della terra fine, come sotto definite: •argilla (Clay) < 0.002 mm

•argilla fine (fine clay) <0.0002•argilla grossolana (coarse clay) 0.0002 – 0.002

•limo (Silt) 0.002 – 0.05 mm•limo fine (fine silt) 0.002 – 0.02 mm•limo grossolano (coarse silt) 0.02 – 0.05 mm

•sabbia (Sand) 0.05 – 2 mm•sabbia molto fine (very fine sand) 0.05 – 0.1 mm•sabbia fine (fine sand) 0.1 – 0.25 mm•sabbia media (mean sand) 0.25 – 0.5 mm•sabbia grossolana (coarse sand) 0.5 – 1 mm•sabbia molto grossolana (very coarse sand) 1 – 2 mm

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Dalla tessitura dipendono gran parte delle proprietà funzionali del suolo, quali: disponibilità di ossigeno, regime idrico, permeabilità qualità del complesso assorbente, ecc). La tessitura viene anche utilizzata nella classificazione dei suoli. La composizione percentuale delle classi diametriche può essere determinata in laboratorio attraverso metodiche ufficiali (DM 13/9/1999); altrimenti è possibile effettuare una stima in campagna, manipolando tra le dita un piccolo campione di terrenoinumidito. La stima effettuata in campagna è certamente molto meno attendibile della misura in laboratorio, ma con una certa esperienza e attraverso confronti con campioni a tessitura nota, si possono ottenere discreti risultati. Per la stima in campagna si procede alla valutazione delle sensazioni tattili che descrivono il grado di plasticità, adesività e smerigliatura di un piccolo campione. Tale operazione viene effettuata seguendo diverse metodologie pratiche, consultabili al sito web di ORS, nella sezione della Guida alla descrizione dei Suoli.

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A – argillosoAL – argilloso limosoAS – argilloso sabbiosoF - francoFA – franco argillosoFAS – franco argillososabbiosoFL – franco limosoFLA – franco limosoargillosoFS – franco sabbiosoL - limosoS - sabbiosoSF – sabbioso franco

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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate

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StrutturaLa struttura definisce il modo in cui le particelle elementari di un suolo (argilla, sabbia, limo, sostanza organica, composti di ferro, carbonati, ecc.) si aggregano tra loro. La struttura in senso stretto è visibile al microscopio, mentre ciò che possiamo descrivere in campagna è la macrostruttura, ovvero la disposizione naturale di particelle in aggregati che variano da pochi millimetri ad alcuni centimetri. La tipologia (forma, arrotondamento,..) e la dimensione della struttura risultano importanti poiché determinano la quantità e la dimensione dei vuoti all'interno del suolo, incidono in maniera determinante sullo scambio gassoso e sul ciclo dell'acqua, dunque su regimi di temperatura ed umidità del suolo e quindi sulla crescita delle piante e sull'attività biologica. La resistenza alla distruzione degli aggregati è invece un robusto indicatore della quantità degli agenti cementanti (sostanza organica e cationi). L'unità minima di aggregazione delle 73 particelle costituenti viene definita “ped” che è necessario individuare attraverso la manipolazione di un piccolo campione di terreno. Se ne descrivono tre caratteristiche: la distinguibilità, ossia il grado di qualità con il quale si manifesta morfologicamente la struttura, poi si descrive la forma e la classe dimensionale prevalente, secondo i codici proposti nel prossimo paragrafo. In due particolari casi può essere necessario descrivere l'assenza di struttura (apedal), che spesso indicano il raggiungimento del substrato geologico e dunque il limite massimo del suolo, si tratta dell'assenza di struttura su materiali sciolti o incoerenti, dove non è possibile osservare alcuna aggregazione delle particelle elementari (apedal – single grain), oppure su materiali massivi, in generale si evidenzia questa condizione quando i materiali colloidali tendono a riempire tutti gli spazi, nel particolare caso dei suoli marchigiani questa condizione si verifica sei substrati del bacino plio-pleistocenico sulle alternanze di strati di peliti e sabbie.

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PorositàLa porosità complessiva del suolo, costituita da vari tipi di vuoti (canali e vuoti interni agli aggregati, tra gli aggregati, tra gli orizzonti, ecc.) è funzione della tipologia e della dimensione della struttura e dipende da vari altri fattori, fisici e biologici. Permette gli scambi gassosi e la circolazione dell'acqua, consente il movimento dei microrganismi e delle radici. La porosità può anche essere un indicatore di stress su suoli compattati o asfittici. Il parametro viene descritto in quantità e in dimensione dei pori, secondo tabelle comparative proposte nel paragrafo dei codici didescrizione.

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molto grossolani

>10

MG

grossolani5-10

GR

medi2-5

ME

fini0.5-2

FI

molto fini<0.5

MF

Definizione

Classe ∅∅∅∅ in mmCodice

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Carbonati – effervescenza

Il contenuto di Carbonato di Calcio CaCO3 risulta essere un parametro importante per la comprensione dei fenomeni evolutivi del suolo, oltre che influire significativamente sulla disponibilità di diversi elementi e risultare limitante nel caso di presenza abbondante. Per tanto risulta significativo determinare in campagna, attraverso una stima speditiva, il contenuto di calcare, importante anche per la classificazione del suolo e l'individuazione dell'Unità Tipologica di riferimento nel Catalogo delle Tipologie di Suoloregionali .Lo ione calcio favorisce la stabilità degli aggregati del suolo ed èassorbito come ione Ca2+dalle piante. La natura calcarea dei substrati marchigiani ha determinato una ricchezza significativa dello ione calcio a disposizione delle piante, tanto che spesso il calcio rappresenta da solo piùdell'80% del complesso di scambio. Nella descrizione dei suoli è importante considerare anche tipologia e quantità degli accumuli di carbonato di calcio in forma di noduli, concrezioni e masse disperse, forme che hanno un significato genetico e riducono di fatto la disponibilità di particelle fini come “calcare attivo”.In campagna la stima del carbonato di calcio viene effettuata con la stima della reazione, con liberazione di CO2 , all'addizione di acido cloridrico in soluzione al 10%. La descrizione dell’effetto della reazione è un indicatore del contenuto di carbonato.

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ColoreIl colore è un parametro intuitivo e da sempre utilizzato per la descrizione di un suolo. Il colore può essere utilizzato come indicatore sintetico, in quanto è correlato a diverse altri parametri fondamentali per le scelte agronomiche, quali: quantità di sostanza organica,aerazione (fenomeni di ossido-riduzione, porosità, tessitura e natura dei minerali presenti). Per la descrizione del colore si utilizza il Sistema Munsell (Munsell, 1994), il sistema prevede una valutazione per confronto tra i colori proposti nelle Tavole Munsell (ed.2009) e un frammento di suolo umido. Occorre determinare tre caratteri: il “hue”(colore), parametro che fa riferimento alla lunghezza d'onda dello spettro elettromagnetico, il “chroma”(saturazione di colore), parametro riferito alla quantità di colore, il “value”(brillantezza) parametro che descrive la quantità di luce riflessa rispetto a quella assorbita.

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Il numero di campioni necessario alla definizione delle caratteristiche pedologiche dipende dalla variabilità pedologica e dal numero di UTA delineate.

1 caso: 1 UTA – Suolo omogeneo per definizione

2 caso: + UTA – Suolo omogeneo (es UTA delineate perché corpi divisi)

3 caso: + UTA – Suolo differenziato

Campionamento del suolo

1 caso = 1 campione

Il campionamento va effettuato nei primi 30 cm, per maggiori dettagli consultare il manuale “Quaderno Tecnico Parte A -Metodi e procedure tecniche di campagna, attrezzature”

http://suoli.regione.marche.it/Portals/2/suoli/DOCUMENTI-DOWNLOAD/Quaderno-ParteA.pdf

Campionamento per analisi di laboratorio

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Campionamento del suolo

2 caso = 1 campione 3 caso = n^ campione

Campionamento per analisi di laboratorio

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Attenzione: Non campionare in più punti e mescolare i campionamenti per ottenere situazioni medie. Se si ritiene che vi sia uniformità pedologica è necessario fare un solo campionamento. Differenze pedologiche significative ai fini della gestione determinano diverse UTA

Campionamento del suolo

Per abbassare il rischio di campionare situazioni non rappresentative è possibile procedere con un approccio statistico:

1.Delineare una griglia

2.Selezionare n>3 punti random (o prendere punti random senza griglia)

3.Campionare

4.Analizzare

5.Escludere i valori estremi della curva pf

Campionamento per analisi di laboratorio

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minipittrivellasondaprofilo

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1

3

2

Il campione composto

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Scelta del sito nell’UTA, del metodo e del o dei punti di prelievo

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Analisi di laboratorio

Secondo gli standard di laboratorio nel rispetto delle norme ministeriali per le determinazioni analitiche su campioni di suolo (D.M. 13/09/99)

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Analisi di laboratorio

•Carbonato di calcio

•Calcio scambiabile

•pH

•Contenuto di Sostanza Organica

•Azoto

•Rapporto Carbonio/Azoto C/N

•Fosforo

•Potassio scambiabile

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I dati e servizi disponibili presso

Osservatorio Regionale Suoli

L’Osservatorio Regionale Suoli è una struttura operativa che opera nell’ambito del Servizio Agricoltura della Regione Marche ed ha tra i suoi compiti principali conoscere e far conoscere la risorsa suolo.

Servizi informativi: Disponibilità e utilizzo di cartografie tematiche

Disponibilità e utilizzo di cartografie pedologiche e derivate

Informazioni sui tipi di suolo regionali e loro distribuzione

Assistenza tecnica: Supporto tecnico nell’applicazione di norme cogenti (dir nitrati)

Guida e riferimenti metodologici per il monitoraggio dei suoli

Collaborazioni operative:

Con Organismi ed esperti in ambito scientifico e della ricerca

Con Organismi di controllo;

Con Agronomi, tecnici e aziende agricole.

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Feed Back con ORS e collaborazione per analisi

dati dell’UTA

Monitoraggio suoli aziendale

Osservatorio suoli e Centro agrochimico Assam

Aumento delle conoscenze e tracciabilitàdel campionamento;

Valorizzazione delle analisi pregresse;

Implementazione del catalogo dei suoli delle Marche;

Affinamento nella scelta delle determinazioni analitiche;

Verifica delle dinamiche pedogenetichenel tempo.

COLLABORAZIONI OPERATIVE

Delineazione UTA aziendaliEsecuzione dei rilievi di campagnaValutazione applicative sulle UTA:

- attitudine ad una particolare coltivazione (tartufaia, vigneto, arboreto ecc,- rischio erosione- capacità d’uso rispetto a specifiche pratiche

Attività di ricerca e sperimentazione.

Interscambio

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Feed back Azienda-Professionista-OsS(misure, strumenti, dati, interpretazioni)

AziendaProfessionistaOsS

Indagine conoscitiva

Rilievi in campo

Dati esistenti(BANCA DATI OSSERVAZIONI)

Quadro pedologico Generale

(BANCA DATI PEDOPAESAGGI)

Supporto scelte strumenti(MANUALE)

Interpretazione rilievi(BANCA DATI TIPOLOGIE)

Raccolta dati

Elaborazione dati

Elaborazione dati

INFORMAZIONE

SERVIZIO

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Indagine preliminare, recupero dati esistenti

- Indagine sulla presenza di rilievi pedologici già esistenti in azienda o in zona

- Breve inquadramento pedopaesaggistico della zona di indagine su base cartografica

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Dati puntuali e areali dai rilievi esistenti