8
I l Consiglio dei Ministri ha va- rato il decreto recante le di- sposizioni urgenti per la stabi- lizzazione finanziaria da 47 mi- liardi di euro, per gli anni 2012-2014, nonché la delega per la riforma fiscale e assisten- ziale e al decreto sui rifiuti. I punti principali contenuti nel testo indicano nessun taglio per beni culturali, spettacolo e istituzioni culturali. È confer- mata per il 2012 una tassazione agevolata del reddito dei lavo- ratori collegato a incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza or- ganizzativa. Il Governo, sentite le parti sociali, provvede entro il 31 dicembre 2011 alla deter- minazione del sostegno fiscale e contributivo in questione, nei limiti delle risorse stanziate con la legge di stabilità. Gli inter- venti a favore dell’indebita- mento delle imprese previsti dalla manovra riguarderebbero quasi 890 mila imprese agrico- le in crisi. Di queste, 700.000 sono nel Mezzogiorno. Il mec- canismo dell’intervento, ricon- ducibile al ministro delle Politi- che agricole, Saverio Romano, dovrebbe favorire la transazio- ne dei debiti fiscali e contribu- tivi delle aziende in difficoltà. Sale l’età pensionistica delle donne nel settore privato. Dal 2020, ci vorrà un mese in più, cioè 60 anni e un mese, per andare in pensione. I requisiti anagrafici verranno aumentati poi di due mesi a partire dal primo gennaio 2021, per poi proseguire in modo progressi- vo fino all’ultimo scaglione, fis- sato al primo gennaio 2032. Entro l’anno inoltre è prevista la conclusione degli accordi con Regioni e Comuni per sbloccare le vendite delle case popolari ex lacp. Gli accordi che dovranno arrivare entro il 31 dicembre 2011, si legge nel testo, avranno ad oggetto la semplificazione delle procedu- re di alienazione degli immobi- li di proprietà degli istituti au- tonomi per le case popolari e la dismissione e razionalizza- zione del patrimonio degli isti- tuti anche attraverso la promo- zione di fondi immobiliari. Dal punto di vista fiscale, la manovra prevede tre aliquote Irpef: al 20, al 30 e al 40 per cento. La copertura per la ridu- zione da cinque a tre aliquote sarà garantita dal taglio delle esenzioni fiscali vigenti, dai proventi derivanti dalla lotta al- l’evasione, dal riordino della tassazione delle attività finan- ziarie, dallo spostamento del- l’asse del prelievo dal reddito a forme di imposizione reale e da economie nel comparto della spesa pubblica. Di fondamentale importanza sono gli obiettivi fissati nella manovra per il pareggio di bi- lancio da raggiungere obbliga- toriamente nel 2014. Per arriva- re al pareggio nel 2014 la ma- novra correttiva è stata divisa in quattro tranche: 1,8 miliardi quest’anno, altri 5,5 nel 2015, 17-20 nel 2013, e 20 nel 2014. L’intervento correttivo di 1,8 miliardi comporterà un minor deficit di 0,12. Secondo il neo Presidente della BCE Mario Draghi la manovra “costituisce un passo importante per il con- solidamento dei conti pubbli- ci”. L’anticipo delle misure ren- de “credibili il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014 e l’avvio di una tendenza al calo del rapporto debito/Pil”. Secondo Gianni Alemanno sin- daco di Roma, il taglio delle ri- sorse ai Comuni si preannun- cia molto doloroso, infatti si prevede un taglio di tre miliar- di nel 2013 e 2014 cioè di circa 250-300 milioni che manche- rebbero alla città e rendereb- bero insostenibile l’azione so- ciale, l’erogazione dei servizi: “un colpo inaccettabile”. Dal 2012 torna il ticket sanità e sarà rispettivamente di 10 euro, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, e di 25 euro per i “codici bianchi” di pronto soccorso. Interessante sembra essere l’aspetto della li- beralizzazione delle professio- ni, le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle pro- fessioni, diverse da quelle di ar- chitetto, avvocato, notaio, far- macista, autotrasportatore, so- no abrogate quattro mesi dopo l’entrata in vigore del decreto. Nella pubblica amministrazio- ne ci sarà lo stop agli aumenti di retribuzione, anche accesso- ri, fino alla fine del 2014. Meno auto blu, stop vitalizi ed election day sono i tagli previsti per la politica dal ministro Tre- monti. Ad esclusione del Presi- dente della Repubblica, a parti- re dalle prossime elezioni o no- mine o rinnovi, i compensi pubblici erogati a qualsiasi tito- lo, politico o di pubblico servi- zio, ed a qualsiasi livello, tanto centrale quanto regionale, pro- vinciale o comunale, non pos- sono superare quelli erogati per i corrispondenti paesi europei. La cilindrata delle auto blu di servizio non può superare i 1600 cc. I voli di Stato devono essere limitati al Presidente del- la Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato e al Presiden- te del Consiglio. Escluso il Pre- sidente della Repubblica, dopo la scadenza dell’incarico nessun titolare di incarichi pubblici, an- che elettivi, può continuare a fruire di benefici come pensio- ni, vitalizi, auto di servizio, loca- li per ufficio, telefono etc. Nella logica dell’election day, a de- correre dal 2012 le consultazio- ni elettorali e referendarie devo- no essere accorpate in un unico fine settimana. Per quanto concerne le rendite finanziarie saranno tassate al 20% dal 2012. Tutto ciò per re- cuperare risorse in chiave di pareggio di bilancio. La mano- vra vale 68 miliardi in tutto: 51 miliardi nel quadriennio 2011- 2014, a cui si aggiungono altri 17 miliardi di tagli in arrivo sul fronte dell’assistenza prevista nella delega fiscale. “Nessuno ha chiesto all’Italia di fare il pa- reggio di bilancio nel 2011, ha affermato Tremonti, c’è l’esi- genza di una manutenzione dei conti da 2 miliardi”. Per il 2012 l’esigenza della correzio- ne sarà pari a 6 miliardi mentre per il 2013 a 18 miliardi. Nel 2014, afferma il ministro, saran- no 25 i miliardi della manovra finanziaria, più 15 miliardi con- teggiati dalla delega. Insomma tale decreto divente- rà legge il primo di agosto. Si- curamente non è una manovra per la crescita e nell’ottica del raggiungimento del pareggio di bilancio questa manovra è davvero pertinente. Ma all’Ita- lia ora serve crescere, per cui di fatto tale manovra posticipa la crescita ai prossimi anni, al- meno dopo il 2014 e questo si- gnifica in termini reali che per aggiustare i conti dello Stato la collettività paga con la stagna- zione. COPIA OMAGGIO Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy — Fondato da Turchi — Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% - dcb-Roma 1-15/16-30 Giugno 2011 - Anno XLV - NN. 113-114 E 0,25 (Quindicinale) ESTERI — a pagina 3 — ECONOMIA — a pagina 4 — LA PIAZZA D’ITALIA Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 La manovra a cura di FRANZ TURCHI I n questi giorni stiamo tutti leggendo e analizzando la manovra economica straordi- naria che il governo ha presen- tato. Quello che colpisce inizialmen- te è il numero alto (67miliardi) anche se spalmati fino al 2014; ma soprattutto il perché siamo arrivati solo oggi a questa ma- novra così pesante. Comunque siccome negli ulti- mi anni, con tutte le crisi (fi- nanziarie ed economiche) sia- mo passati indenni, la fiducia è d'obbligo, per come si dice, per lo storico. Detto questo credo che le fami- glie aspettano sicuramente la Riforma fiscale come le piccole e medie imprese; la semplifica- zione amministrativa e qualche cantiere in più aperto, per crea- re posti di lavoro. Fondamentalmente oggi, come negli ultimi 2 anni, le famiglie si sono impoverite notevol- mente e indebitate al contem- po per reggere i consumi men- sili. Penso che qualche stimolo in più per l'economia sia necessa- rio darlo: o incentivi fiscali alle famiglie e alle piccole medie imprese; oppure investimenti pubblici in opere per far ripar- tire l'indotto. Questo infatti è un paese basa- to sul manifatturiero, l'agricolo, il turistico ed i servizi, se non aiutiamo questi settori, il rilan- cio diventa sempre più difficile e lontano. Quello che ci si aspetta è una ripartenza, non tanto per crea- re chissà quale ricchezza, ma per cercare di ritornare ai cano- ni di prima e soprattutto un po' più di speranza e meno paura del futuro. Ricco, continuamente aggiornato: arriva finalmente sul web il nuovo punto di riferimento per i giovani e per un nuovo modo di fare politica in Italia www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti Servono misure strutturali per la crescita L’indignazione e la condanna Non si tratta di una manovra per la crescita ma per la stabilizzazione finanziaria 68.000.000.000 www.lapiazzaditalia.it

68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La manovra - 68.000.000.000 - Berlusconi detta l’agenda politica - Navigare a vista - Vittoria Erdogan: scenario - L’indignazione e la condanna - Servono misure strutturali per la crescita - La riforma fiscale non si può fare in deficit - Quando l’oppressione fiscale affonda la prospettiva di crescita - La nuova legge fallimentare preserva i “valori produttivi” delle imprese in crisi - L’economia UE cresce ma permangono rischi per la stabilità dei prezzi - Ministero delle Finanze per l’Eurozona - Cyber terrorismo, la nuova emergenza - Risorse europee per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese - Il pezzo mancante - I guardiani del destino - Australia, l’isola continente

Citation preview

Page 1: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Il Consiglio dei Ministri ha va-rato il decreto recante le di-

sposizioni urgenti per la stabi-lizzazione finanziaria da 47 mi-liardi di euro, per gli anni2012-2014, nonché la delegaper la riforma fiscale e assisten-ziale e al decreto sui rifiuti. Ipunti principali contenuti neltesto indicano nessun taglioper beni culturali, spettacolo eistituzioni culturali. È confer-mata per il 2012 una tassazioneagevolata del reddito dei lavo-ratori collegato a incrementi diproduttività, qualità, redditività,innovazione ed efficienza or-

ganizzativa. Il Governo, sentitele parti sociali, provvede entroil 31 dicembre 2011 alla deter-minazione del sostegno fiscalee contributivo in questione, neilimiti delle risorse stanziate conla legge di stabilità. Gli inter-venti a favore dell’indebita-mento delle imprese previstidalla manovra riguarderebberoquasi 890 mila imprese agrico-le in crisi. Di queste, 700.000sono nel Mezzogiorno. Il mec-canismo dell’intervento, ricon-ducibile al ministro delle Politi-che agricole, Saverio Romano,dovrebbe favorire la transazio-ne dei debiti fiscali e contribu-tivi delle aziende in difficoltà.Sale l’età pensionistica delledonne nel settore privato. Dal2020, ci vorrà un mese in più,cioè 60 anni e un mese, perandare in pensione. I requisitianagrafici verranno aumentatipoi di due mesi a partire dalprimo gennaio 2021, per poiproseguire in modo progressi-vo fino all’ultimo scaglione, fis-sato al primo gennaio 2032.Entro l’anno inoltre è previstala conclusione degli accordicon Regioni e Comuni persbloccare le vendite delle casepopolari ex lacp. Gli accordiche dovranno arrivare entro il31 dicembre 2011, si legge neltesto, avranno ad oggetto lasemplificazione delle procedu-re di alienazione degli immobi-li di proprietà degli istituti au-tonomi per le case popolari ela dismissione e razionalizza-zione del patrimonio degli isti-tuti anche attraverso la promo-zione di fondi immobiliari.

Dal punto di vista fiscale, lamanovra prevede tre aliquoteIrpef: al 20, al 30 e al 40 percento. La copertura per la ridu-zione da cinque a tre aliquotesarà garantita dal taglio delleesenzioni fiscali vigenti, daiproventi derivanti dalla lotta al-l’evasione, dal riordino dellatassazione delle attività finan-ziarie, dallo spostamento del-l’asse del prelievo dal reddito aforme di imposizione reale eda economie nel compartodella spesa pubblica.Di fondamentale importanzasono gli obiettivi fissati nellamanovra per il pareggio di bi-lancio da raggiungere obbliga-toriamente nel 2014. Per arriva-re al pareggio nel 2014 la ma-novra correttiva è stata divisa inquattro tranche: 1,8 miliardiquest’anno, altri 5,5 nel 2015,17-20 nel 2013, e 20 nel 2014.L’intervento correttivo di 1,8miliardi comporterà un minordeficit di 0,12. Secondo il neoPresidente della BCE MarioDraghi la manovra “costituisceun passo importante per il con-solidamento dei conti pubbli-ci”. L’anticipo delle misure ren-de “credibili il raggiungimentodel pareggio di bilancio nel2014 e l’avvio di una tendenzaal calo del rapporto debito/Pil”.Secondo Gianni Alemanno sin-daco di Roma, il taglio delle ri-sorse ai Comuni si preannun-cia molto doloroso, infatti siprevede un taglio di tre miliar-di nel 2013 e 2014 cioè di circa250-300 milioni che manche-rebbero alla città e rendereb-bero insostenibile l’azione so-

ciale, l’erogazione dei servizi:“un colpo inaccettabile”.Dal 2012 torna il ticket sanità esarà rispettivamente di 10 euro,per le prestazioni di assistenzaspecialistica ambulatoriale, e di25 euro per i “codici bianchi” dipronto soccorso. Interessantesembra essere l’aspetto della li-beralizzazione delle professio-ni, le restrizioni in materia diaccesso ed esercizio delle pro-fessioni, diverse da quelle di ar-chitetto, avvocato, notaio, far-macista, autotrasportatore, so-no abrogate quattro mesi dopol’entrata in vigore del decreto.Nella pubblica amministrazio-ne ci sarà lo stop agli aumentidi retribuzione, anche accesso-ri, fino alla fine del 2014.Meno auto blu, stop vitalizi edelection day sono i tagli previstiper la politica dal ministro Tre-monti. Ad esclusione del Presi-dente della Repubblica, a parti-re dalle prossime elezioni o no-mine o rinnovi, i compensipubblici erogati a qualsiasi tito-lo, politico o di pubblico servi-zio, ed a qualsiasi livello, tantocentrale quanto regionale, pro-vinciale o comunale, non pos-sono superare quelli erogati peri corrispondenti paesi europei.La cilindrata delle auto blu diservizio non può superare i1600 cc. I voli di Stato devonoessere limitati al Presidente del-la Repubblica, ai Presidenti diCamera e Senato e al Presiden-te del Consiglio. Escluso il Pre-sidente della Repubblica, dopola scadenza dell’incarico nessuntitolare di incarichi pubblici, an-che elettivi, può continuare a

fruire di benefici come pensio-ni, vitalizi, auto di servizio, loca-li per ufficio, telefono etc. Nellalogica dell’election day, a de-correre dal 2012 le consultazio-ni elettorali e referendarie devo-no essere accorpate in un unicofine settimana.Per quanto concerne le renditefinanziarie saranno tassate al20% dal 2012. Tutto ciò per re-cuperare risorse in chiave dipareggio di bilancio. La mano-vra vale 68 miliardi in tutto: 51miliardi nel quadriennio 2011-2014, a cui si aggiungono altri17 miliardi di tagli in arrivo sulfronte dell’assistenza previstanella delega fiscale. “Nessunoha chiesto all’Italia di fare il pa-reggio di bilancio nel 2011, haaffermato Tremonti, c’è l’esi-genza di una manutenzionedei conti da 2 miliardi”. Per il2012 l’esigenza della correzio-ne sarà pari a 6 miliardi mentreper il 2013 a 18 miliardi. Nel2014, afferma il ministro, saran-no 25 i miliardi della manovrafinanziaria, più 15 miliardi con-teggiati dalla delega.Insomma tale decreto divente-rà legge il primo di agosto. Si-curamente non è una manovraper la crescita e nell’ottica delraggiungimento del pareggiodi bilancio questa manovra èdavvero pertinente. Ma all’Ita-lia ora serve crescere, per cuidi fatto tale manovra posticipala crescita ai prossimi anni, al-meno dopo il 2014 e questo si-gnifica in termini reali che peraggiustare i conti dello Stato lacollettività paga con la stagna-zione.

COPIA OMAGGIOAbb. sostenitore da EE 1000 - Abb. annuale EE 500 - Abb. semestrale EE 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina

In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romaninaper la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy

— Fondato da Turchi —

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% - dcb-Roma 1-15/16-30 Giugno 2011 - Anno XLV - NN. 113-114 E 0,25 (Quindicinale)

ESTERI

— a pagina 3 —

ECONOMIA

— a pagina 4 —

LA PIAZZA D’ITALIA

Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727

La manovra

a cura di FRANZ TURCHI

In questi giorni stiamo tuttileggendo e analizzando la

manovra economica straordi-naria che il governo ha presen-tato.Quello che colpisce inizialmen-te è il numero alto (67miliardi)anche se spalmati fino al 2014;ma soprattutto il perché siamoarrivati solo oggi a questa ma-novra così pesante.Comunque siccome negli ulti-mi anni, con tutte le crisi (fi-nanziarie ed economiche) sia-mo passati indenni, la fiducia èd'obbligo, per come si dice,per lo storico.Detto questo credo che le fami-glie aspettano sicuramente laRiforma fiscale come le piccolee medie imprese; la semplifica-zione amministrativa e qualchecantiere in più aperto, per crea-re posti di lavoro.Fondamentalmente oggi, comenegli ultimi 2 anni, le famigliesi sono impoverite notevol-mente e indebitate al contem-po per reggere i consumi men-sili.Penso che qualche stimolo inpiù per l'economia sia necessa-rio darlo: o incentivi fiscali allefamiglie e alle piccole medieimprese; oppure investimentipubblici in opere per far ripar-tire l'indotto.Questo infatti è un paese basa-to sul manifatturiero, l'agricolo,il turistico ed i servizi, se nonaiutiamo questi settori, il rilan-cio diventa sempre più difficilee lontano.Quello che ci si aspetta è unaripartenza, non tanto per crea-re chissà quale ricchezza, maper cercare di ritornare ai cano-ni di prima e soprattutto un po'più di speranza e meno pauradel futuro.

Ricco, continuamente aggiornato:arriva finalmente sul web il nuovo punto

di riferimento per i giovani e per unnuovo modo di fare politica in Italia

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

Servono misurestrutturali

per la crescita

L’indignazionee la condanna

Non si tratta di una manovra per la crescita ma per la stabilizzazione finanziaria

68.000.000.000

ww

w.la

pia

zzad

ital

ia.it

Page 2: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

La “chiamata” alle Cameredel Presidente del Consiglio

voluta fortemente da Napolita-no per discutere riguardo l’in-gresso in maggioranza dei nuo-vi soggetti politici - i Responsa-bili - avvenuta qualche mese fasi è dimostrata poter essere peril Governo Berlusconi un mo-mento chiarificatore importanteper il prosieguo dell’intera legi-slatura.Infatti, tramite gli interventi te-nuti alla Camera ed al Senatogli scorsi 21 e 22 giugno, il Ca-valiere non solo ha fornito ri-sposte politiche esaurienti aglialleati Leghisti in fermento do-po le recenti sconfitte elettoralie la Kermesse di Pontida ma haposto pure i paletti entro i qua-li si dovranno muovere i partitiche sostengono la maggioranzadi Governo per sviluppare le li-nee riformiste che tanto stannoa cuore al Primo Ministro.Berlusconi ha confermato inol-tre che i recenti risultati eletto-rali di referendum ed ammini-strative non provocheranno ledimissioni del Governo da Luiguidato come chiesto da tuttele opposizioni nelle piazze, inAula e sui giornali a gran voce,confermando ancora una voltadi più la sua ferrea volontà dicompletare il programma diGoverno fino alla scadenzanaturale della legislatura nel2013: la crisi e la susseguenterottura del patto di maggioran-za sarebbe per il Paese - sem-pre secondo il Cavaliere - unafollia ed una sciagura perchéla speculazione finanziaria in-ternazionale non aspetterebbealtro.In ogni caso, per il Presidentedel Consiglio, l’asse PdL - Legarimane solido rispetto alle divi-sioni e alle diversità estremeche caratterizzano i legami po-litici presenti tra le opposizionie tale alleanza, quindi, rimanel’unica ad avere gli uomini e lecapacità di governare il Paesein questa congiunzione econo-mico-finanziaria assai difficile.Tuttavia Berlusconi ha precisa-to che egli non è intenzionato afare il Leader del centrodestraper sempre al fine di ricoprirela carica di Primo Ministro a vi-ta, ed in questa ottica, va vistala recente promozione del Mi-nistro della Giustizia Angelino

Alfano al ruolo di coordinatoreunico nazionale del Popolodella Libertà ed il relativo di-battito interno al PdL riguar-dante il futuro assetto del Parti-to in ambito locale e nazionaleche tale decisione ha fatto sca-turire.Nel suo doppio intervento alleCamere Berlusconi ha ovvia-mente rassicurato i propri allea-ti politici che il Governo porte-rà avanti con rinnovato vigoreil federalismo fiscale, l’ammo-dernamento del sistema tributa-rio, la riforma della Giustizia, ilpiano per il rilancio del Sud, leleggi sulla sicurezza e nuovi epiù incisivi provvedimenti nor-mativi per contrastare l’immi-grazione clandestina.Nell’occasione il Cavaliere haulteriormente precisato che pri-ma dell’estate verrà presentataal Consiglio dei Ministri unaproposta di riforma del fiscoche passerà anche attraverso latrasformazione delle aliquotecontributive che passerannodalle attuali cinque a tre che sa-ranno oltretutto ridefinite versoil basso.Infine, riguardo il tema dellacrisi libica sollevato soprattuttodai rappresentanti leghisti, il

Cavaliere ha sottolineato dicomprendere la preoccupazio-ne di parecchi per il dilungarsidelle attività militari della Natoin quel palcoscenico di guerra,confermando tuttavia il pienoappoggio politico e militaredelle autorità istituzionali italia-ne alle azioni dell’Alleanzaatlantica nell’ambito delle valu-tazioni espresse dal Consigliosupremo della Difesa.Naturalmente molto differentisono state le reazioni espressedai partiti politici in seguito aldoppio intervento di verificagovernativa fatto da Berlusconidavanti alle camere.Bossi - allo scopo di raffredda-re i bollenti spiriti della base le-ghista e di condividere le posi-zioni di alcuni colonnelli - di-mostrandosi il più distaccatopossibile rispetto alle posizioniberlusconiane ha definito gliinterventi del Cavaliere belli aparole ma confermando ai pro-pri sostenitori e collaboratori diessere in attesa dei fatti conse-quenziali alle dichiarazioni delPremier. L’ulteriore invito fattodal “Senatur” alle opposizionidi cambiare insieme la leggeelettorale va inquadrato nell’ot-tica di dimostrare al Cavaliere

di essere sì, fidati alleati ma nelcontempo capaci pure di ricer-care strade politiche alternativenel caso in cui alcune richiestefatte all’amico Silvio non ven-gano soddisfatte.Bersani, Franceschini e Bindihanno bollato l’intervento delCavaliere come chiacchiere alprimo giorno di scuola, pienecioè di buone intenzioni ma ir-realizzabili in realtà: l’unica al-ternativa a questo Governo chenon avrebbe più la maggioran-za politica del Parlamento e delPaese sarebbe solo rappresen-tata dalle elezioni anticipate edalla fine prematura della legi-slatura al fine di dimostrare cheattualmente - anche alla lucedei recenti esiti elettorali - l’uni-

ca alternativa credibile in gradodi far uscire l’Italia dalla crisisono le attuali opposizioni.Di Pietro, sempre nell’ottica, almomento molto lontano, di da-re vita ad un fronte politicounico in grado di contrastarenel Paese il centro destra e l’al-leanza PdL-Lega, ha sottolinea-to la necessità di creare fin dasubito un tavolo delle trattativetra Italia dei Valori, Partito De-mocratico e Vendola per mette-re a punto una sorta di SantaAlleanza in chiave anti-berlu-sconiana capace di dimostrarsiunita davanti gli occhi deglielettori e sconfiggere il Cavalie-re in eventuali elezioni antici-pate.Che resta quindi di questi con-

citati giorni che vanno da Pon-tida alle dichiarazioni in Parla-mento di Berlusconi?Da parte dei partiti che com-pongono la maggioranza ri-mangono una Lega in subbu-glio, ma accontentata dallaMaggioranza con l’assegnazio-ne forse di alcuni “distacca-menti” ministeriali al Nord, ilvoto di fiducia ottenuto agevol-mente dal Decreto Legge sullosviluppo economico passato alarga maggioranza, la riformadel sistema fiscale tanto attesain procinto di essere varata, ta-gli alle spese della politica pre-sto elaborati da Tremonti.Da Parte del centrosinistra per-mangono le solite contraddi-zioni politiche che anche dopoi risultati elettorali deludentiper la destra alle amministrati-ve e ai referendum rendono irapporti tra i partiti che com-pongono l’opposizione al Go-verno molto confusi: sposta-mento verso l’estremismo di si-nistra e dipietrista ed incapaci-tà di produrre proposte politi-che condivise che possano al-largare l’alleanza al Centro, asua volta ingessato in un falli-mentare “Terzopolismo” oltran-zista.

Pag. 2 1-15/16-30 giugno 2011

LA PIAZZA D’ITALIA - POLITICA

LA PIAZZA D’ITALIAfondato da TURCHI

Via E. Q. Visconti, 2000193 - Roma

Luigi TurchiDirettore

Franz TurchiCo-Direttore

Lucio VetrellaDirettore Responsabile

Proprietaria: Società Cooperativa Editrice Europea Srl

Registrato al Tribunale di Roma n. 9111 - 12 marzo 1963

Concessionaria esclusiva per la vendita: S.E.E. s.r.l.Via S. Carlo da Sezze, 1 - 00178 Roma

www.lapiazzaditalia.it

E-mail: [email protected] e foto anche non pubblicati, e libri anche

non recensiti, non si restituiscono. Cod. ISSN 1722-120X

Stampa: POKER PRINT COLOR s.r.l.Via Cosimo Tornabuoni, 29 - 00166 Roma

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI GIUGNO 2011

GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI: L’Editoregarantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbona-ti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la can-cellazione scrivendo a S.E.E. s.r.l. - Via S. Carlo da Sezze, 1 -00178 Roma. Le informazioni custodite nell’archivio dell’Editoreverranno utilizzate al solo scopo di inviare copie del giornale(Legge 675/96 tutela dati personali). La responsabilità delle opi-nioni espresse negli articoli firmati è degli autori.

Per informazioni e abbonamenti chiamare il numero verde:

Il Governo ottiene una larga fiducia in parlamento

Berlusconi detta l’agenda politica

Continua il periodo negativoper la maggioranza di cen-

tro destra che governa il Paeseche, dopo la sconfitta in occa-sione delle recenti elezioni am-ministrative, che hanno visto inun po’ tutto il paese la diminu-zione del numero dei consensidell’asse PdL - Lega e la perdi-ta di un comune storicamentegovernato dalla destra, Milano,ha subito pure la sconfitta neireferendum.Gli italiani, dopo sedici anni di“diserzioni elettorali”, sono ac-corsi se non in massa almenoin numero ampiamente suffi-ciente per rendere validi i quat-tro quesiti che gli sono stati sot-toposti: la percentuale dei vo-tanti raggiunta nel Paese è sta-ta del 57%, rendendo così ulte-riormente incandescente la si-tuazione politica italiana dopoche il Presidente del Consiglioe la coalizione che lo sostienesi erano spesi per la soluzionedel non-voto.Il democratico esercizio del vo-to da parte dei cittadini va dun-que valutato per il duplice ef-fetto che nel breve e medio pe-riodo causerà nella vita di tuttii giorni della gente ed in quel-la del mondo politico italiano.La prima serie di risultati pro-dotti è stata di ordine pratico:accantonare definitivamente nelnostro Paese la possibilità di ri-tornare all’uso dell’atomo per fi-ni energetici e la bocciatura dellegittimo impedimento (già co-munque ampiamente ridem-nsionata nel suo esercizio). Boc-ciate inoltre le norme che pre-vedevano la possibilità di priva-tizzare i servizi idrici locali e checonsentivano l’opportunità allestesse società private di stabilireil canone idrico per rientrare diinvestimenti strutturali.Il secondo tipo di considerazio-ne invece - quello riguardantele ripercussioni che il voto refe-rendario e quello amministrati-vo avranno sulla politica italia-na - è di più complicata deci-frazione.

È infatti indubbio che tutti iquesiti sottoposti all’attenzionedei cittadini hanno permesso labocciatura di alcune leggi che ilcentro destra aveva fortementevoluto e sostenuto politicamen-te - soprattutto nucleare e legit-timo impedimento - la cui pro-posizione aveva caratterizzatoil programma che la coalizionedi Berlusconi aveva sottopostoal giudizio degli italiani al mo-mento delle elezioni legislativedel 2008.L’abrogazione di entrambe leleggi è tuttavia la dimostrazio-ne palese che in alcune occa-sioni il centro destra mostra il“fiato corto” rispetto sia allaproposizione e all’approvazio-ne in Parlamento di leggi chenon incorrano poi in bocciatu-re delle rispettive aule di com-petenza, della Corte Costitu-zionale o in quest’ultimo caso- ancor più grave - dei cittadi-ni stessi, sia riguardo allamancanza di un necessario la-voro di “cucitura” in sede dicommissione tra le forze poli-tiche opposte. Carenza que-st’ultima che molto spesso è ilrisultato dell’inadeguatezzadegli uomini, in entrabi glischieramenti, che sono prepo-sti a ciò oltre che di una pro-gettualità d’insieme limitata ri-spetto alle riforme importantiche si vorrebbero portare atermine.Nel caso della bocciatura dellalegge che riproponeva la possi-bilità della costruzione di nuo-ve centrali atomiche in Italia hainciso, oltre che il recente disa-stro di Fukushima, la scarsa at-tenzione che il centro destra hada sempre posto alla creazionedi una propria cultura ambien-tale alternativa alla visione chestoricamente la sinistra ha con-tribuito a produrre e propagarenel Paese.Gli effetti politici delle due vo-tazioni - elezioni amministrati-ve e referendum - sono ancoratutti da scoprire anche se mol-to scompiglio nelle file del cen-

tro destra certamente lo hannoportato.Il partito, che sembra aver piùsofferto il risultato elettoralenon sotto il profilo meramentenumerico ma da quello politi-co, è stato senza dubbio la Le-ga Nord che prima delle elezio-ni comunali e durante il perio-do di attesa dei ballottaggi, perrimarcare la sua solita differen-za dai colleghi di coalizione, hainnalzato il tono della discus-sione politica attraverso la ri-chiesta di spostamento di alcu-ni ministeri - Industria e attivitàproduttive soprattutto - da Ro-ma a Milano o a Torino, tentan-do di correre ai ripari rispettoad una sconfitta elettorale forseprevedibile visto l’andazzo diquesti tempi, utilizzando i temicari al “senatur” e che più sol-leticano la fantasia del bacinoelettorale leghista più tradizio-nale. Tale richieste hanno avu-to oltre che il demerito di inde-bolire il fronte interno del PdLattraverso l’alzata di scudi delsindaco di Roma Alemanno edella Governatrice del LazioPolverini a difesa delle prero-gative ministeriali della Capita-le, irrigidimento quest’ultimoche va visto soprattutto in fun-zione della partita tutta internaal Popolo delle Libertà che idue politici romani hanno gio-cato nel corso delle recenti ele-zioni amministrative in alcuniimportanti comuni del lazialinell’ottica della creazione diuna corrente interna al piùgrande partito del centro destraitaliano, il risultato di non por-tare alcun voto in più alla LegaNord.Lega, che in vista del consuetoappuntamento di domenicaprossima a Pontida, affila già learmi annunciando di volta involta per bocca di Bossi, Calde-roli o Maroni, alleanze politica-mente spurie con chiunque, ri-chiesta di vicepresidenza delConsiglio per un proprio uo-mo, il rafforzamento del dica-stero del Ministro più vicino ai

“lumbard”, Tremonti, oppureaddirittura l’appoggio esternoal Governo Berlusconi: vedre-mo tra pochi giorni, al netto diampolle, dio Po e pagliacciatevarie, che direzione prenderàla politica leghista nei confron-ti del Governo centrale.Nel Popolo delle Libertà in pa-recchi ancora si stanno interro-gando sui perché del duplicerisultato negativo elettorale.L’analisi - semplificando almassimo - è presto fatta: le ele-zioni amministrative in parec-chi comuni e province sonostate perse perché i candidatiproposti - sempre più spessodall’alto e attraverso logicheche sfuggono ai non addetti ailavori - non sono stati conside-rati adeguati dall’elettorato dicentrodestra, che oltretutto intal modo si è sentito esautoratodi un proprio sacrosanto dirit-to: la scelta del cavallo su cuipuntare.Il rimedio a tale stortura pro-pria dell’attuale sistema eletto-rale e politico può essere sicu-ramente il ricorso alle primarieaperte tra gli iscritti del partitocome ultimamente auspicatoda Alfano e Frattini: la speran-za è che il neo Segretario na-zionale del PdL passi finalmen-te dalle parole ai fatti senzaperdere ulteriormente tempo.Si è perso nelle amministrazio-ni dove il sindaco o il presiden-te della provincia uscente era

del centro destra perché evi-dentemente questi ultimi, oltrea trovarsi contro candidati delcentrosinistra con più “appeal”politico, avevano lasciato ine-vase alcune richieste dei lorocittadini: difficile credere che ipragmatici milanesi abbianobocciato la Moratti solo perchéil Governo centrale guidato daBerlusconi è in momentaneadifficoltà.L’auspicio è che da tali errori sipossa costruire una nuova clas-se dirigente del centro destramagari partendo proprio dallosvecchiamento dei quadri diri-genziali del partito, quandoquest’ultimo si darà finalmenteuna nuova struttura ed organiz-zazione a partire proprio dalleesigenze vere del territorio.Intanto, in attesa della riformafiscale annunciata da Berlusco-ni per rilanciare l’azione di Go-verno, ci tocca ascoltare le urladi vittoria del PD (salito sul car-ro del vincitore come fosse unpartitino) e Di Pietro - vero vin-citore di amministrative e refe-rendum - oltre che i lazzi deiterzo-polisti usciti dalla compe-tizione elettorale con numeri ir-risori, un unico fronte compo-sto da un’accozzaglia di dema-goghi che difficilmente sapran-no creare un’alternativa credi-bile e reale di governo ma perora si godono il momento co-me starlette televisive di pas-saggio.

Le sconfitte alle elezioni amministrative impongono alla maggioranza un ripensamento

Navigare a vista

Page 3: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Lrdogan, con oltre il 49% diparlamentari dell’Akp

(Partito di Erdogan: Libertà eGiustizia) potrà dunque ten-tare di “modificare” la Costi-tuzione, puntando così acambiare quell’ordine laicoche Kemal Ataturk diede allaTurchia sin dal 1923.Conditio sine qua non, trova-re nel Partito Repubblicanodel Popolo (Chp) un alleatoche gli consenta di sostituirela Carta Magna promulgatadai militari nel 1980. La con-quista di 326 seggi non bastaal premier per cambiare lostatuto esistente in tutta liber-tà. La quota giusta era 330,con cui avrebbe potuto effet-tuare le modifiche desideratesottoponendole comunque areferendum popolare.Forte di 135 deputati, il Chp,nonostante il tradizionale alli-neamento con i militari, si èdetto disposto a lavorare in-sieme al partito islamista delpremier per realizzare unanuova Costituzione.tuttavia, tre articoli della Co-stituzione - che sanciscono lanatura laica, repubblicana edemocratica della Turchia –sarebbero fuori discussione,come pure l’indivisibilità del-lo Stato. Su questo punto sipreannunciano frizioni con laminoranza curda che, fortedei 36 seggi conquistati, lotte-ra’ non solo per la protezionedella lingua curda ma ancheper ottenere autonomie terri-toriali sul modello spagnolo.Da quando Erdogan si è af-fermato in Turchia, la vita so-ciale è cambiata enormemen-te, rientrando in un più tradi-zionale orientamento musul-mano. I successi ottenuti nelsettore economico sono indi-scutibili, le liberalizzazioni in-terne hanno reso, il multipar-titismo ha tenuto botta e la

conseguente riduzione delpotere delle forze armate reg-ge.Ora Erdogan vorrà redigereuna nuova carta, che possafungere da “riferimento per ilmondo musulmano, comeuna via dell’islam senza ditta-tura”.È chiaro che l’Europa e l’Oc-cidente tutto guardano conestremo interesse a questatransizione in Turchia la qua-le peraltro punta senza trop-po mistero ad entrare a farparte dell’Unione Europea.Senza dubbio, qualora Erdo-gan riuscisse nel proprio in-tento di vincere le resistenzedegli europei più scettici, sitratterebbe di un passaggiostorico che rafforzerebbe lacredibilità dell’Europa comeentità economico politicaaperta.Ma a quale prezzo?In questa nuova fase quindi ilbilanciamento tra laicità dellostato e tradizioni religiose, tral’integrazione europea e ilsenso d’appartenenza alla co-munità dei paesi musulmani,

costituiscono l’iter da seguireper l’accesso in paradiso. Tut-tavia, parlando di scettici, nonpossiamo omettere la posizio-ne della Francia, la laica Fran-cia di Sarkozy, capofila dei ti-tubanti che si oppone all’in-gresso di Ankara in Europa.La controversia – strumentalee di facciata – è legata pro-prio all’Islam e alla sua inter-pretazione.Proprio Erdogan a propositodell’Islam moderato ha di-chiarato: “Il termine islammoderato è brutto e offensi-vo. L’islam è l’islam, punto ebasta”.In virtù di ciò Erdogan ha vo-luto il reinserimento dell’usodel velo per le donne e insi-stito per la formalizzazionedel contratto “religioso” per imatrimoni.Tutta forma – anche se la for-ma è sostanza, si obietterà. Alnetto delle controindicazioni,il cammino verso una mag-giore integrazione nel mondoeconomico occidentale è pro-seguito speditamente. Anchein politica estera, la Turchia

rappresenta un valido alleatodell’Occidente e territorial-mente si capisce come possaessere strategico per l’Europavisto che rappresenta in tuttoe per tutto un ponte versol’Asia. Tornando per un istan-te alla rispolverata identità re-ligiosa, dobbiamo ammetterecomunque che fa effetto ve-dere un grande paese islami-co bussare alle porte dell’Eu-ropa. Senza dubbio, i nemicidell’ingresso della Turchia inUE avranno ora argomentimigliori.Difatti, nonostante tutte le si-curamente buone intenzionidi Ankara, globalizzazione,internazionalizzazione deimercati hanno allargato i no-stri orizzonti su altre culture etradizioni che nel loro insie-me stanno dando origine adun’identità europea, che sem-brerebbe contraddire le radiciromane, giudee e cristiane,che alla lunga potrebbe con-durre ad un vero e proprio“shock identitario” con inevi-tabili conflitti.Ora, il sopravanzare della ci-

viltà islamica in Europa (nellasola Germania vivono più di2 milioni di immigrati Turchi)sta mettendo in discussione lavalidità delle nostre stesse ra-dici, con un conseguente ri-schio di perdita di identità. Ledue culture sono molto diver-se, e la più debole è destina-ta ad essere assorbita dallapiù forte. Come affrontare ilcrescente numero di musul-mani in Europa?Per tutti i “fan” di processistorici si tratta della normalità,ma non si può negare che ta-le supposta normalità presen-ta delle incognite pericolosealle quali è bene porre rime-dio per tempo. Infatti, vistal’eccessiva diversità tra cultu-ra la cultura giudaico cristianae quella musulmana, tale pro-cesso andrebbe governato, ri-condotto nell’alveo della so-stenibilità. Anche – è benedirlo – ponendo delle barrie-re all’entrata. E per barrieres’intende governare gli in-gressi degli immigrati con po-litiche lungimiranti e bloccarel’ingresso della Turchia.Le previsioni per i Musulmanieuropei nel 2030 sono al12,3% (95 milioni), control’attuale 6,2% (45,2 milioni). Ilche desta ancor più perplessi-tà considerando che il musul-mano permane vincolato al-l’Islam, rifiutando tendenzial-mente di essere “assorbito” afini d’integrazione da altreculture. Egli possiede due ri-ferimenti ineludibili: il Cora-no e la Sunna (libro sulla “tra-dizione”) che confluiscono,dal punto di vista della prati-ca sociale, nel Diritto Islamico(la Shaharia). Il confronto trala legge islamica e l’ordina-mento giuridico dei singoliStati europei, mette in eviden-za l’incompatibilità della cul-tura musulmana con quella

occidentale. La legge italiana,per esempio, non consente“contratti” pre-matrimoniali,ma il matrimonio civile (o re-ligioso in chiesa) è accettatoda parte musulmana solo seregistrato, con apposito “con-tratto” che, secondo formatostandard, assegna solo all’uo-mo la responsabilità educati-va dei figli, con tutte le con-seguenze che ne possono de-rivare in caso di divorzio.Il ritorno deciso all’identitàislamica da parte della Tur-chia rappresenta dunque unmotivo più che valido pernegare l’imprimatur. Non sitratta di fare la guerra a nes-suno né erigere muri o barri-cate, ma di salvaguardare lanostra cultura e le nostre abi-tudini da pericolose commi-stioni anarchiche che entre-rebbero facilmente in rotta dicollisione.Per colpa di nessuno musul-mano o cristiano che sia, maper demerito di chi si ostinaa ritenere che nulla è possi-bile fare per evitare un pro-cesso storico ineluttabile. Lapolitica delle braccia conser-te perciò sarebbe la primaresponsabile.L’idea – ahinoi diffusa - cheun processo come quello inatto si debba accogliere passi-vamente senza tentare di go-vernarlo è assolutamente sui-cida. Non si tratta di contrap-posizioni religiose, bensì soloe unicamente sociali. La no-stra civiltà e cultura compor-tano un sistema di vita ormaiconsolidato, che si è evolutonella storia millenaria dellanostra civiltà. Un sistema cheva preservato, anche a rischiodi cambiare la propria legisla-zione, a difesa della nostraidentità.

Francesco di Rosa

Siamo in un periodo assaiconfuso. L’Africa sta cam-

biando, non si sa ancora se inpeggio o in meglio, l’occiden-te soffre dei suoi vizi di sem-pre ma ora deve fare i conticon i suoi eccessi e l’orientesta prendendo ciò che untempo era nostro.Questa confusione si riper-cuote probabilmente anchesulla nostra capacità di analisiperché non si capisce comemai in un periodo come que-sto non ci sia una sola mani-festazione a sostegno dellapopolazione siriana che stacombattendo il regime di AlAssad.Cosa c’entra?Presto detto: potrebbe darsiche la sensibilità di molti aiproblemi dei diritti umani edella libertà siano un normalepassatempo, quando infatti lecose erano meno complicatee non si aveva la sensazionedi rischiare di combattere peril pane anche in casa nostra,

con la paura di essere unanuova Grecia, ogni alito divento proveniente dal mediooriente provocava manifesta-zioni, convegni, boicottaggi,flottiglie, bandiere bruciate(sempre le stesse) e quant’al-tro necessario per occupare lamente di molti attivisti. Il casoha voluto che ora che sonocoloro che sono stati da que-sti ultimi sostenuti a mieterevittime, la cosa non è degnané di nota né di indignazioneda mettere in piazza.I movimenti “pacifisti” da sem-pre attenti a quello che faIsraele non si curano ufficial-mente di quanto stanno facen-do o hanno fatto i nemici giu-rati dello Stato ebraico e perquesto loro alleati ideologici.La cosa più coraggiosa chehanno fatto è organizzare unanuova Freedom Flotilla perrompere l’embargo a Gazaper poter fare notizia e toglie-re i riflettori dai loro amicidittatori assassini.

Peccato che il progetto è an-dato a vuoto e non sono po-tuti partire.Perché non si indignano difronte a manifestanti uccisidai carri armati del regime si-riano, perché non hanno fat-to una flottiglia per portare

aiuti ai ribelli libici o sostegnoal popolo egiziano mentrenaviga in una confusa transi-zione che già si sa chi porte-rà al potere? Quei Fratelli Mu-sulmani che tanto faranno as-somigliare l’Egitto all’Iran.Perché non cercano la verità

sui movimenti iraniani chenon si sono ancora stancati diribellarsi alla dittatura di Ah-madinejad malgrado trapelinopochissimi segnali di ciò? Nonsono questi popoli oppressi?Non cercano la loro libertà?Forse per i nostri pacifisti nonne hanno diritto. Gli unici chene hanno sono i palestinesiche, in nome di un non me-glio noto diritto alla resisten-za, vengono sostenuti in qual-siasi situazione, anche quan-do qualcuno massacra una fa-miglia inerme, compresi bam-bini di pochi anni o pochimesi come accaduto pocotempo fa. Perché quando nonsi condannano questi fatti sisostiene implicitamente il mo-vente. Non tutti lo fanno ma èl’odio stupido e univoco cheha ormai segnato le masse afar accadere ed a tollerare unacosa come questa. Non ci so-no state manifestazioni di so-lidarietà per Shalit, ormai da 5anni nelle mani di Hamas, da

parte di quelle fazioni chenon vogliono altro che relati-vizzare ogni singolo fatto pernon far ricadere le pesanti re-sponsabilità su chi loro so-stengono da sempre.La nostra è una società malatadi ideologia che non riesce apercepire i valori in campo eche preferisce nuotare nel-l’ipocrisia per poter dire dicredere in qualche cosa. Que-sto qualcosa era un personaleconcetto di giustizia, fino apoco tempo fa, ora non è al-tro che la vergogna per averforse realizzato che anchequesta utopistica dicotomiatra la perenne ricerca di uncolpevole di qualche “crimi-ne” ed il crimine stesso è solofrutto di una maestria dema-gogica di intellettuali che nonfanno altro che usare due pe-si e due misure per combatte-re un nemico che solo lorosanno perché è tale.enti diqualche Stato membro.

Gabriele Polgar

1-15/16-30 giugno 2011 Pag. 3

LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI

Non è stato un trionfo plebiscitario, ma un grande successo elettorale sì

Vittoria Erdogan: scenario

Pacifisti & C. non parlano dei massacri in atto in Paesi loro amici, perchè?

L’indignazione e la condanna

Page 4: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Per l’Italia la priorità è ilconsolidamento del bilan-

cio. “Dato il debito pubblicomolto alto, intorno al 120%del Pil nel 2011, il persegui-mento del consolidamentoduraturo e credibile e l’ado-zione di misure strutturali perrafforzare la crescita sono lepriorità principali per l’Italia”.È quanto si legge nelle racco-mandazioni specifiche per i27 Paesi dell’UE adottate dal-la Commissione europea riu-nita a Strasburgo.“Per il periodo fino al 2012,sottolinea Bruxelles nelle sueraccomandazioni all’Italia, ilraggiungimento degli obietti-vi sul deficit fissati nel pro-gramma di stabilità e la corre-zione del deficit eccessivo en-tro il 2012 poggiano sulla pie-na attuazione delle misure giàadottate. Azioni aggiuntivesaranno richieste se, peresempio, le entrate di una mi-gliorata adesione agli obbli-ghi fiscali saranno più bassedel previsto o se emergeran-no difficoltà nel raggiungereil previsto contenimento dellaspesa capitale”.Ancora, afferma la Commis-sione europea, per il 2013-2014, “il nuovo contesto di bi-lancio a tre anni prevede chemisure concrete a sostegnodello sforzo di consolidamen-to siano adottate entro otto-bre del 2011. Sebbene il con-testo di bilancio sia stato raf-forzato considerevolmente

negli anni recenti, l’introdu-zione di tetti di spesa vinco-lanti e ulteriori miglioramential monitoraggio di bilancio intutti i settori del governo so-no tesi a rafforzare la discipli-na ed a rafforzare la credibili-tà della strategia di bilancio dimedio termine”. In particola-re sono sei le raccomandazio-ni all’Italia fatte dalla Com-missione europea:- la prima è relativa all’attua-zione del consolidamento fi-scale previsto nel 2011 e nel2012 per assicurare la corre-zione del deficit eccessivo.Sfruttare appieno ogni svilup-po di bilancio migliore delprevisto per accelerare la ri-duzione del deficit e del de-bito e per essere pronta eprevenire sforamenti di bilan-cio. Sostenere gli obiettivi peril 2013-2014 con misure con-crete entro ottobre 2011 co-me previsto dai nuovi pianipluriennali di bilancio. Raf-forzare il quadro, introducen-do limiti vincolanti sulla spe-sa e migliorando il controllosu tutti i settori del governo.La seconda raccomandazioneriguarda le misure per com-battere la segmentazione delmercato del lavoro, riveden-do alcuni aspetti della legisla-zione sulla protezione del la-voro, rafforzando la lotta allavoro nero. Inoltre, prende-re nuove misure per promuo-vere una più grande parteci-pazione delle donne al mer-

cato del lavoro. La terza rac-comandazione riguarda il te-ma dei salari, occorre pren-dere misure per assicurare lacrescita dei salari in modoche questa rifletta meglio glisviluppi della produttività co-

me le condizioni locali e del-le imprese. La quarta racco-mandazione è relativa all’in-troduzione delle misure peraprire il settore dei servizi aduna maggiore concorrenza,in particolare nel campo deiservizi professionali. Di fon-

damentale importanza èl’adozione di misure per pro-muovere l’accesso delle pic-cole e medie imprese al mer-cato dei capitali, rimuovendogli ostacoli normativi e ridu-cendo i costi. La quinta rac-

comandazione è relativa al-l’adozione di misure volte almigliorare il contesto degliinvestimenti per il settore pri-vato nella ricerca e nell’inno-vazione, estendendo gli at-tuali incentivi fiscali e miglio-rando le condizioni per l’ap-

porto di capitale. La sesta edultima raccomandazione, è larichiesta da parte di Bruxellesdi prendere misure per acce-lerare la spesa a sostegnodella crescita cofinanziata daifondi di coesione per ridurrele persistenti disparità tra leregioni, migliorando la capa-cità amministrativa e la go-vernance.Le raccomandazioni dellaCommissione europea vannosicuramente nella direzionegiusta. Ora la patata bollentepassa agli Stati. In particolare,l’Italia, deve necessariamentedar seguito a questi indirizziper rilanciare la crescita e persostenere lo sviluppo in mo-do duraturo. A tal proposito,indispensabile è una ulterioremanovra di bilancio che ridu-ca considerevolmente il defi-cit ed il debito. Insieme aquesta occorre riformare ilmercato del lavoro in modostrutturale intervenendo dallato delle imprese creando lecondizioni idonee ad un ac-cesso più agevole al mercatodei capitali in modo che que-ste possano finanziare i loroprogetti ed i loro obiettivi edintervenendo dal lato dei la-voratori cercando di ancorarlialla produttività. Necessario èanche l’intervento di caratterefiscale per le piccole e medieimprese. In Italia la pressionefiscale sui redditi aziendali èancora troppo elevata e que-sta non contribuisce ad avvia-

re quel processo di snelli-mento utile ai bilanci azien-dali in termini di redditività edi profittabilità.Il succo è che se le imprese,in qualità di datori di lavoro,riuscissero ad operare in uncontesto finanziario ed eco-nomico più favorevole po-trebbero trarne vantaggi sialoro stesse che i lavoratori intermini di occupabilità e diincentivi.Un altro problema dolenteper l’Italia è rappresentatodalla spesa pubblica, perchéin presenza di un elevato de-ficit e debito pubblico questanon gode di ampi spazi dimanovra e se non si spendeovviamente bene non si pos-sono creare infrastrutture,non si possono realizzareopere utili allo sviluppo e al-l’ammodernamento del Pae-se. Per tale ragione la Com-missione europea raccoman-da al nostro Paese di accele-rare la spesa a sostegno del-la crescita cofinanziata daifondi di coesione per ridurresoprattutto i gap regionali al-tra nota dolente del sistemaItalia.A questo punto l’Italia deveinderogabilmente seguire leraccomandazioni della Com-missione europea a qualsiasicosto perché queste sarannodavvero utili al Paese in ter-mini di crescita e di sviluppo.

Avanzino Capponi

Pag. 4 1-15/16-30 giugno 2011

LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

Nelle raccomandazioni adottate dalla Commissione europea si invita a sfruttare appieno ogni sviluppo di bilancio

Servono misure strutturali per la crescita

Il titolare del dicastero del-l’Economia è pienamente

convinto del fatto che serveun cambio di passo al sistemaeconomico italiano, un chan-ge che passi attraverso unanuova riforma fiscale. La stra-tegia di fondo sembra moltochiara: il passaggio a 3 ali-quote e 5 imposte. A tal pro-posito sono stati avviato deitavoli tecnici uno dei qualicoordinato dal Presidentedell’Istat Giovannini, il qualefa subito sapere che vi saràuna riduzione dei margini didiscrezionalità del governonel varare condoni in materiafiscale e contributiva.Da queste prime battute sem-bra che quasi tutti abbiano leidee molto chiare nel predi-sporre la bozza della riformafiscale. In verità le discussionisui temi principali della rifor-ma sono già molto accese, giàsi preannuncia il solito mec-canismo marchio Tremontiche prevede l’abbattimentodelle tasse da una parte e l’in-nalzamento delle tasse dall’al-tra. Insomma togliere da unaparte per ridare all’altra nonpuò essere una linea guidagiusta, coerente e di stamporiformista. In termini più pra-tici si rischia di lasciare tuttoinvariato, l’impatto della rifor-ma potrebbe addirittura pro-vocare un innalzamento dellapressione fiscale. Questo, adoggi, sembra essere il vero

pericolo della riforma fiscale.Procedendo per gradi, il Mini-stro dell’Economia, ha pensa-to ad una riforma fiscale con3 aliquote e 5 imposte. In al-tri termini le aliquote sarannoscaglionate da un “triplete”precisamente al 20-30-40%.Le risorse per finanziare que-sto accorpamento tributario sidreneranno da un aumentodelle aliquote Iva del 10% edel 20% rispettivamente di unpunto percentuale (11%-21%). Ecco il tremontismoriemergere in tutta la sua evi-denza e pericolosità. Se da unlato tale meccanismo soddisfapienamente le esigenze di co-pertura finanziaria della rifor-ma dall’altro rischia di azzera-re l’impatto della stessa sullaplatea de contribuenti. Que-sto è assolutamente da evita-re se non si vuole dare unastangata agli italiani, alle im-prese ed ai lavoratori.Tremonti intanto sta definen-do un codice unico delle im-poste che vada a organizzareuna disciplina unitaria su ob-blighi e accertamenti fiscali.Una delega specifica verràpoi assegnata per la lotta al-l’evasione fiscale, per gli in-centivi all’utilizzo della mone-ta elettronica (in modo che iltracciamento delle spese ri-sulti più efficace) e sul poten-ziamento degli studi di setto-re. Anche il redditometro ver-rà posto sotto la lente di in-

grandimento per definire unacostruzione che abbia basipiù trasparenti e scientifiche,affinchè lo strumento sia effi-cace e non raggirabile.Insomma, si vanno a toccaretutti elementi che obbliganoil contribuente ad esercitare

la propria attività economicaentro parametri e limiti dav-vero spesso incoerenti e ina-deguati alla dimensione del-l’impresa, alla realtà in cui es-sa soprattutto opera. Qui è indiscussione il principio verodegli studi di settore: come èpensabile di poter costruireun meccanismo scientificosecondo il quale risulti incon-futabilmente che ogni im-prenditore debba realizzareun certo utile d’esercizio, un

certo volume di ricavi e dicosti durante il periodo am-ministrativo? Questa è unavera e propria forzatura delprincipio della libera iniziati-va privata e dell’autonomiagestionale dell’imprenditoreche rischia in prima persona

e che ha tutto l’interesse af-finchè la sua attività realizziun utile soddisfacente e di-gnitoso, per cui che tuttoquesto debba essere manipo-lato ed istituito per leggesembra più che una forzaturaun problema strutturale cheingesserà le dinamiche diespansione delle imprese inun alveo di burocrazia e dicosti senza precedenti.La riforma fiscale deve inter-venire sulle aliquote, sulla

semplificazione contributivacercando di abbattere il piùpossibile la pressione fiscalesulle imprese e sui lavoratori.Questo deve essere l’unicoobiettivo che può permettereal Paese di ripartire altrimentiè solo un punto di non ritor-no. Le aliquote Iva devonoseguire questo processo disemplificazione e di abbatti-mento, l’Iva dal 20% deve es-sere portata al 10% e quelladel 10% al 5%. Se in Italia nonsi interviene sul meccanismodell’Iva che toglie solo liqui-dità alle imprese, queste nonavranno mai la possibilità didrenare risorse per investire.Le risorse proverranno solodal lato dell’espansione eco-nomica cioè della domandadi mercato, ma questo non èsempre possibile, e soprattut-to quando lo scenario econo-mico è negativo come quelloattuale tutto questo diventavera utopìa. La riforma fiscaleo deve essere epocale e forte-mente impattante sul portafo-glio delle imprese e delle fa-miglie o è meglio lasciare lecose come stanno, perché giàl’impatto di una riforma pre-suppone cambiamenti buro-cratici e relativi adeguamenti,che sottraggono tempo pre-zioso agli uffici amministrativie contabili delle imprese, il ri-sultato finale sarà quindi, pra-ticamente nullo. Il taglio delletasse è indispensabile, è vero

che non deve essere fatto indeficit ma è altrettanto veroche non deve realizzarsi incompensazione cioè copren-do il taglio con aumenti da al-tre fonti contributive.Un Ministro dell’Economia aquesto punto si trova di fron-te ad una sola certezza: devetagliare le tasse senza au-mentarle da nessuna altraparte. Solo in tal modo l’im-patto della riforma fiscale sa-rà serio, giusto e incisivo. Ilcambio di passo tanto attesorisiederà tutto in questa rifor-ma e in questo modo di con-cepire e di fare la riforma.Dalle bozze della riformapurtroppo trapelano notiziepoco confortanti sulla incisi-vità della medesima. L’auspi-cio è che Tremonti almenoper una volta si renda contoche è meglio fare una rifor-ma vera che non far finta difarla. Le risorse per coprire iltaglio delle tasse devonoprovenire dalla lotta all’eva-sione fiscale, dal taglio deicosti della politica e degli sti-pendi degli impiegati pubbli-ci al di sopra della mediaOCSE. Solo così si potrà re-stituire dignità al contribuen-te, si potrà rafforzare e con-solidare la redditività azien-dale e delle famiglie consen-tendo ad entrambe le entitàdi poter finalmente contri-buire al rilancio del sistemaeconomico nazionale.

Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti comincia a tratteggiare le linee di fondo della riforma fiscale

La riforma fiscale non si può fare in deficit

Page 5: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

1-15/16-30 giugno 2011 Pag. 5

LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

L’inadeguatezza della leg-ge fallimentare del ‘42 a

favorire la tempestiva emer-sione e l’efficace risoluzionedelle crisi d’impresa ha deter-minato, al termine di un lun-go processo di discussione estudio, l’introduzione dellarecentissima riforma organicadelle procedure concorsuali.Tuttavia, pur nella ricerca diuno strumento normativoadeguato alla anticipazionedella crisi per evitare il di-sgregamento totale dei valorid’impresa in funzionamento,non sono stati introdotti i tan-to ricercati istituti di allerta eprevenzione, ma è stato pre-visto un diverso “equilibrio”tra le procedure, ove oggi ilconcordato preventivo e gliaccordi di ristrutturazione deidebiti, dovrebbero servire adevitare e superare le crisid’impresa (scongiurando ildeclino assoluto).La vecchia legge fallimentare,infatti, permeava la regolazio-ne del fenomeno dell’insol-venza sulla liquidazione ato-mistica del patrimonio del-l’imprenditore insolvente e,quindi, sulla dissoluzione del-l’azienda, assumendo altresìun’impostazione punitiva per

l’imprenditore che veniva di-chiarato fallito. L’idea di fon-do era quella di massimizzarea tutti i costi gli interessi deicreditori rispetto all’attivo fal-limentare, “spacchettando”così l’azienda in crisi e disper-dendone i valori produttivi,anziché valorizzarne il recu-pero ed il rilancio dopo la ri-mozione dell’insolvenza.Con la riforma, invece, il legi-slatore “tenta” un’epocale in-versione di rotta, cercando diattribuire all’istituto del falli-mento, nonché alle procedu-re concorsuali tradizional-mente c.d. minori, l’effettivacapacità di “anticipare” la ma-nifestazione della crisi del-l’imprenditore, favorendo unacomposizione negoziale dellacrisi stessa, non più orientataesclusivamente alla tutela delceto creditorio, ma anche esoprattutto dell’impresa indifficoltà, mirando alla salva-guardia dei suoi “valori pro-duttivi”. Salvaguardia che puòavvenire solo quando l’impre-sa abbia dissolto definitiva-mente i propri valori, ovveroquando gli squilibri aziendalipossano essere ancora supe-rati e non quando, certamen-te, il declino ha superato le

soglie del “non ritorno” al va-lore.Negli ultimi anni il mondoimprenditoriale è stato forte-mente colpito dalla crisi eco-nomica e finanziaria, in parti-colare la struttura produttivae quella distributiva ha risen-tito di una forte contrazionedei consumi. Questa ovvia-mente ha generato un abbat-timento dei fatturati, una si-gnificativa perdita di quote dimercato ed una sempre mag-giore difficoltà nella copertu-ra dei costi sia delle materieprime che di quelli puramen-te gestionali. Questo squili-brio economico e finanziarioha avuto pesanti ripercussionisulla redditività aziendale cheha comportato un notevoleaumento delle imprese in sta-to di liquidazione o che han-no dovuto chiudere i battentie procedere alle dichiarazioni

di fallimento. Le politicheaziendali, quindi, hanno do-vuto fare un cambio di rottacercando di orientarsi al risa-namento o al fallimento.Data la crisi irreversibile incui versavano molte aziendee date le oggettive difficoltàdi predisporre piani di risana-mento credibili e fattibili, lamaggior parte dei complessiaziendali hanno dovuto speri-mentare purtroppo le nuoveprocedure concorsuali cheaprono le porte alla dichiara-zione giudiziale di fallimento.In questo contesto è interve-nuto il legislatore per porrerimedio alla regolazione giu-diziale dello stato di crisi del-le aziende, concependolonon più come ultimo e defini-tivo atto giuridico ma comestrumento per negoziare ac-cordi di ristrutturazioni deldebito e quindi cercando dipreservarne i valori produtti-vi. La tutela del legislatore,quindi, oltre al profilo dellepretese creditorie si estende aquello dell’impresa intesa co-me valori produttivi da salva-guardare.In quest’ottica sono stati pre-visti alcuni strumenti di rego-lazione (giudiziali e stragiu-

diziali) della crisi, preceden-do procedure graduate in re-lazione allo stato di crisi cheattraversa l’azienda, ovvero ilpiano attestato di risanamen-to per l’imprenditore che de-ve rimediare ad una situazio-ne di squilibrio finanziarionella quale l’insolvenza nonsi è ancora pienamente ma-nifestata, gli accordi di ri-strutturazione dei debiti, conampia possibilità di soluzio-ne positiva, il nuovo concor-dato preventivo, più flessibi-le e adatto alla regolazionedi crisi più gravi ed infine ilfallimento, nel suo ambito, ilrinnovato concordato falli-mentare disciplinato sul mo-dello negoziale del concor-dato preventivo, per il supe-ramento e la rimozione del-l’insolvenza, allorquando lacrisi (evidentemente irrever-sibile), non sia superabilenell’ambito di una soluzioneconcordata (più o meno giu-risdizionalizzata).Questa nuova legge fallimen-tare ha in sostanza diluitol’arco temporale della cessa-zione delle attività aziendalicon l’ossigeno dato alle stes-se mediante una maggioreflessibilità nella negoziazione

della crisi, anche se c’è da di-re che il risultato non è statomolto diverso da quello chesi sarebbe ottenuto in assen-za di tale legge, ma non percolpa della legge che co-munque ha davvero rappre-sentato una opportunità im-portante per le aziende incrisi e lo sarà anche in futu-ro. Il dramma delle aziendeitaliane è che non hanno po-tuto sfruttare al massimo lepotenzialità di questa nuovaversione della legge falli-mentare a causa delle lorostrutturali deficienze dei pia-ni industriali. Il resto lo hafatto sicuramente la crisi in-ternazionale.Ciò spiega anche la bassaprobabilità di sopravvivenzache hanno avuto le impreseitaliane. Per una volta l’impat-to della riforma aveva presoin considerazione i valori veridi un complesso aziendale eper una volta questo non hapotuto sfruttarne i benefici.Ciò evidenzia che i problemidel tessuto produttivo del no-stro Paese hanno caratterestrutturale, riguardano glisquilibri che l’economia dimercato da tempo sta produ-cendo.

Nell’ambito della riforma fallimentare, l’attuale Parlamento ha posto l’accento sui valori produttivi dell’impresa

La nuova legge fallimentare preserva i“valori produttivi” delle imprese in crisi

Il punto è: in Italia ci sonotroppe tasse oppure il cari-

co fiscale si sente più di pri-ma perché le famiglie e le im-prese riescono a produrremeno reddito e quindi si sen-tono oppresse? Per risponde-re a questa domanda occorredare uno sguardo al sistemafiscale italiano.Lo Stato per raggiungere gliobiettivi di interesse pubblicoesige una serie di prestazionisia in natura che in danaro,volte alla creazione delle risor-se pubbliche necessarie a ga-rantire gli interessi dei propricomponenti. Gli Artt. 23 e 53Cost. individuano per l’appun-to le regole che consentonol’imposizione delle prestazionipersonali e patrimoniali. Cosìl’art.23 recita: “Nessuna presta-zione personale e patrimonia-le può essere imposta se nonin base alle legge”, lo stessorende lecita l’imposizione del-le prestazioni personali e pa-trimoniali di cui sopra, preve-dendo una riserva relativa dilegge in materia. Diventa oranecessario determinare il crite-rio secondo il quale ciascuno,a seconda del ruolo o dellafunzione che ricopre nel “vi-vere sociale”, deve contribuirealle spese della collettività, atal proposito gioca un ruolodeterminante di guida per l’in-tero sistema fiscale l’art.53Cost. che recita: “Tutti sono te-nuti a concorrere alle spesepubbliche in ragione della lo-ro capacità contributiva. Il si-stema tributario è informato a

criteri di progressività”. Il finedel legislatore è stato quello dicostituzionalizzare il principiosecondo il quale ciascuno de-ve concorrere alle spese pub-bliche, ma non in maniera as-soluta bensì relativa alla pro-pria capacità contributiva.Inoltre, il legislatore si è pre-occupato di definire il criteriodi base che consenta l’applica-zione di tale concetto introdu-cendo il criterio di progressivi-tà dei tributi. Dove per pro-gressività si intende l’applica-zione di aliquote via via piùalte all’aumentare del reddito,inoltre tale principio mira asalvaguardare il cosiddettoreddito minimo vitale, vale adire quel reddito che consen-te ai contribuenti di soddisfarei bisogni primari della propriafamiglia. Per perseguire le fi-nalità che la legge ha fissatoallo Stato, alle Regioni alleProvince ed ai Comuni, questidevono essere in grado di di-sporre di mezzi di carattere fi-nanziario attraverso i quali si èin grado di far fronte ai costidelle attività istituzionali. Lanascita dello Stato diventaquindi il presupposto necessa-rio per la nascita del prelievofiscale.Le prestazioni in danaro han-no a oggetto una determinataquantità di un bene fungibilequale il danaro. Le stesse didividono in volontarie, quali iprestiti pubblici, ed obbliga-torie, quali i proventi dei ge-neri di monopolio ed i dirittidoganali, sino ad arrivare alle

prestazioni tributarie qualiimposte, tasse e tributi spe-ciali. Così le imposte nasconosul presupposto della sussi-stenza in capo ad un determi-nato soggetto della disponibi-lità di determinati beni o pro-fitti e si sostanziano nel paga-mento da parte di questo diuna determinata somma didenaro. Le tasse sono deglioneri a cui intendono assog-gettarsi quei cittadini che in-tendono usufruire di determi-nate prestazioni statali o dienti pubblici. La tassa si con-cretizza quindi nel prezzoche il singolo deve sostenereper ottenere una determinatacontroprestazione costituitadal servizio erogatogli. I tri-buti speciali vengono appli-cati a coloro che intendonoattivare un determinato inte-resse pubblico quale il contri-buto di fognature, di utenzastradale ecc.Le imposte possono esseredirette ed indirette. Quelle di-

rette prescindono dalla mani-festazione dell’esistenza delreddito, quale può conside-rarsi la capacità di spesa,provvedono a tassare la ric-chezza in quanto tale. Non èquindi necessario che un in-dividuo spenda quanto gua-dagnato affinchè diventi sog-getto dell’imposizione tributa-ria. Lo Stato si preoccupaquindi di prelevare parte delnuovo reddito prodotto dallepersone, sia fisiche che giuri-diche, in base ad aliquotepredeterminate. Inoltre pergarantire la progressività del-la pressione fiscale, interven-gono meccanismi di esenzio-ne per categorie o fasce direddito e sistemi di deduzio-ne/detrazione di determinatetipologie di reddito. In riferi-mento alla deduzione, ci si ri-ferisce alla possibilità di sot-trarre al reddito definito comelordo, le spese che hannocontribuito alla sua produzio-ne. Nel caso delle detrazioni,dall’imposta si provvede adattribuire al contribuente lapossibilità di detrarre diretta-mente una parte di quei cosisostenuti nello svolgimentodella propria vita familiare. Laquantità di reddito prelevataè però inversamente propor-zionale all’incentivazione del-l’attività economica.In Italia, lo Stato preleva il51% del reddito lordo ai con-tribuenti “onesti”. Il prelievoIRPEF effettuato su un lavora-tore dipendente è l’impostache maggiormente grava sul-

le tasche degli italiani. Prelie-vi tanto maggiori, infatti, de-terminano sfiducia nel siste-ma con conseguente diminu-zione della ricchezza prodot-ta. È il giusto mix di esenzio-ne e tassazione a determinarela crescita di un sistema eco-nomico. Le imposte sul reddi-to, proprio perché non defini-te imposte sui ricavi, tendonoa tassare il reddito, quindi ciòche resta di quanto prodottoal netto delle spese sostenuteper la sua produzione. L’esi-genza del prelievo impositivoda parte dello Stato si basasulla tenuta di una contabilitàe sulla presentazione della di-chiarazione dei redditi, distin-ta per ciascun anno di impo-sta. Le imposte sul redditopossono ricondursi all’IRES eall’IRPEF. La prima colpisce ilreddito prodotto delle perso-ne giuridiche (società), la se-conda il reddito prodotto dal-le persone fisiche. Comunqueci sono anche altre imposteche si versano, come i contri-buti previdenziali, addiziona-le comunale IRPEF, addizio-nale regionale IRPEF, Impostasul valore aggiunto IVA, pre-lievo sui rifiuti (TIA/TARSU),Bollo auto, Accise, impostasulle assicurazioni, CanoneRAI, addizionale comunalesui consumi di energia elettri-ca, addizionale regionale suiconsumi di gas, ritenuta d’im-posta sugli interessi attivi.Tutte questa tasse, aggiunteall’IRPEF, portano la pressio-ne fiscale del contribuente

medio a raggiungere e supe-rare il 43,2%. Questa quotapuò variare in dipendenza al-la situazione familiare: lavora-tore celibe (43,9%), famigliabireddito (40,3%) e famigliamonoreddito (45,5%).Poi c’è da sottolineare il feno-meno delle “tasse sulle tasse”,cioè l’aggravio fiscale che su-biscono i contribuenti pro-prio a causa di questo feno-meno. Per esempio l’energiaelettrica prevede un Iva del10% che è calcolata su: accisasu energia elettrica destinataallo Stato e addizionale co-munale destinata agli Enti lo-cali; la tassa sui rifiuti preve-de un tributo provinciale del5% su TARSU E TIA, con ad-dizionale ex ECA del 10% suTARSU e Iva del 10% su TIA.Insomma un aggravio fiscaleche impatta negativamentesul reddito disponibile.Il problema italiano è dunquedato da quanto appena suindi-cato che diventa ancor più pe-nalizzante per il lavoratorequando questo deve subire ildisagio della precarietà. Inuno scenario in cui la disoccu-pazione cresce, la tassazionepesa e le imprese soffrononon si può pensare di ridareossigeno all’economia nazio-nale opprimendola con un re-gime fiscale inalterato, occorreuna riforma vera che dia respi-ro ai lavoratori e alle impresee bisogna reintrodurre il con-cetto di “no tax area” fino a20.000 euro. Solo così si puòrilanciare l’economia italiana.

In discussione è tutto il sistema fiscale italiano, oggi le famiglie e le imprese si sentono oppresse da un imposizione

Quando l’oppressione fiscale affonda la prospettiva di crescita

Page 6: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Pag. 6 1-15/16-30 giugno 2011

LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

Arendere il clima un po’più mite ci ha pensato

l’economia europea che hafatto registrare una forte cre-scita del Pil in termini realipari allo 0,8% su trimestre. Loscenario dell’economia euro-pea soprattutto sul piano fi-nanziario, invece, è tutt’altroche positivo. A preoccuparel’Istituto di Francoforte è an-cora una volta il bilancio pub-blico degli Stati membri. Se-condo la BCE, infatti, servonomisure pari circa al 2,3% delPil per l’Italia, che nel suoprogramma di stabilità ha in-dicato il fine che intende con-seguire in termini di pareggiodi bilancio entro il 2014, masenza specificare per il perio-do 2013-2014 gli ulteriori in-terventi per un importo cu-mulato pari appunto al 2,3%del Pil.La BCE, nel Bollettino mensi-le, segnala che negli ultimi tremesi “gli spread sui titoli sisono notevolmente ampliatiper Grecia, Irlanda e Porto-gallo. Anche le tensioni neimercati del debito sovrano diBelgio, Italia e Spagna si sonoriflesse in questo periodo nel-le oscillazioni relativamenteampie dei differenziali con ititoli tedeschi”.Quanto all’inflazione dovreb-be restare nettamente sopra il2% nei prossimi mesi, fa sa-pere inoltre la BCE. Le infor-

mazioni disponibili conferma-no il persistere di pressioni alrialzo sull’inflazione comples-siva, sotto il peso dei rincaridei beni. E sottolinea l’impor-tanza di mantenere le aspetta-tive inflazionistiche ancorateall’obiettivo del 2%. Resta in-dispensabile che l’aumentodell’inflazione armonizzatanon generi effetti di secondoimpatto nel processo di for-mazione di salari e prezzi,dando luogo a spinte inflazio-nistiche generalizzate.È fondamentale per l’econo-mia europea che la BCE ri-manga vigile contro i rischiper la stabilità dei prezzi e in-fatti, si dice pronta ad agirecon fermezza e tempestività.Nel complesso l’orientamentodella politica monetaria restaaccomodante, offrendo soste-gno all’economia. Un’econo-mia che cresce ha bisogno disostegno sembra paradossalema è così, perché il sistemaeconomico non può dirsi sta-bile a causa delle tensioni fi-nanziarie generate dagli ele-vati squilibri dei bilanci pub-blici degli Stati membri. L’im-patto di questi è da teneresotto controllo perché potreb-be provocare una nuova crisifinanziaria dell’economia eu-ropea. Si teme l’effetto conta-gio, già i titoli sovrani di alcu-ni Paesi sono stati contagiatidalla crisi della Grecia e se

questo effetto dovesse allar-garsi si potrebbero rilevareforti danni al sistema econo-mico nel suo complesso.L’area dell’euro per fortunaha registrato una forte cresci-ta del Pil, la BCE scrive, chel’espansione economica an-drà avanti “ancorchè a ritmopiù moderato”. Questo rallen-tamento, aggiunge l’Euroto-wer nel Bollettino mensile,“riflette il fatto che la vigoro-sa crescita del primo trimestreè dovuta a fattori straordinari,il cui impatto verrà meno nelsecondo trimestre. È quindiopportuno guardare alla va-riabilità di breve periodo e

porre l’accento sulla dinamicadi fondo positiva dell’attivitàeconomica dell’area”.La crescita economica do-vrebbe inoltre beneficiare delbuon andamento dell’exportsostenuto dall’espansioneglobale; dal favorevole climadi fiducia delle imprese dellazona euro e dalla domandainterna del settore privato.Per la BCE “ci si attende tutta-via che l’attività resti in uncerto modo frenata dal pro-cesso di aggiustamento deibilanci in diversi comparti”.Gli esperti dell’Eurosistemahanno in ogni caso rialzato lestime sulla crescita del Pil nel-

l’Eurozona per il 2011 lascian-do sostanzialmente invariatequelle per il 2012, ribadendole previsioni annunciate neigiorni scorsi dal presidentedella BCE Trichet. Ciò dimo-stra l’elevata variabilità dellestime e l’impossibilità di effet-tuarle per un periodo superio-re all’anno. Insomma di annoin anno vanno valutati moltifattori che possono subire al-terazioni significative proprioin virtù di uno scenario eco-nomico profondamente muta-to e suscettibile di distorsioni.La maggiore minaccia è rap-presentata dal debito sovranodegli Stati membri e dal c.d.

debito aggregato di Eurolan-dia. Nel 2012 dovrebbe salireall’88,5%, rispetto all’85,4%del 2011. Il rapporto debito-Pil dovrebbe infatti salire nel-la maggior parte dei paesi del-la moneta unica scrive la BCE,per Irlanda e Grecia sono pre-visti incrementi cumulati dicirca 20 punti percentuali. InItalia, intanto, il debito pub-blico ha fatto registrare unnuovo record che, in valoriassoluti, ha raggiunto ad apri-le quota 1.890,622 miliardi dieuro. Ovviamente siamo tuttipreoccupati per questa per-formance negativa. Il dato loha reso noto Bankitalia. Amarzo il debito pubblico ave-va raggiunto quota 1.868,265miliardi, mentre ad aprile del2010 si attestava a 1.815,285miliardi. Il 2010 si era chiusocon un debito pari a 1.843,015miliardi. In termini percentua-li, dalla fine del 2010, il debi-to pubblico italiano ha segna-to un incremento pari al 2,5%.In valore assoluto la crescita èdi 47,6 miliardi.Un debito così alto e soprat-tutto una variazione così ele-vata non può non spaventare.Oltre a non rimanere intrap-polati nella crisi finanziariaeuropea dovremmo fare deltutto per abbattere questo de-bito, anche perché senza iconti in ordine non può es-serci crescita economica.

La BCE sarà pronta ad agire ed intervenire se dovessero permanere problemi di stabilità dei prezzi

L’economia UE cresce ma permangonorischi per la stabilità dei prezzi

Finalmente una propostaconvincente e rivoluziona-

ria nell’ambito della strutturaistituzionale europea. Quellaavanzata dal Presidente dellaBCE Jean Claude Trichet èdavvero il frutto di una intui-zione indispensabile per ilrafforzamento del meccani-smo di vigilanza delle politi-che fiscali nell’Eurozona. Piùvolte era stato ribadita la ne-cessità di istituire questam fi-gura superpartes che potessegarantire una seria sorve-glianza ed un coordinamentoefficace delle politiche fiscalidegli Stati membri. L’ideastessa di costruire un mercatounico europeo si fondava sul-l’eliminazione delle barrieredoganali e sulla libera circola-zione delle merci, mediantela costruzione di un processodi integrazione economica emonetaria che realizzasse gliobiettivi di coesione e di uni-tà. In virtù del raggiungimen-to di questi obiettivi con ilpassar degli anni era semprepiù evidente la difficoltà deisingoli Stati di rispettare i pa-rametri europei in particolarequelli relativi alla finanzapubblica. Tra le tante difficol-tà vi era quella di centralizza-re la politica fiscale in terminidi coordinamento e di vigi-lanza proprio a causa dell’as-senza di una figura istituzio-

nale che potesse dar voce aqueste funzioni e alla rappre-sentanza finanziaria nei con-sessi europei.La vigilanza delle politiche fi-scali e di competitività oltread essere una priorità ed unareale esigenza, comportereb-be un rafforzamento della re-sponsabilità diretta da unpunto di vista fiscale dei pae-si sotto stress e la rappresen-tanza dell’Unione nelle istitu-zioni finanziarie.Il Trattato dell’Unione Euro-pea contemplava già il pre-cetto secondo cui oltre a rap-presentare una nuova tappanel processo di creazione diun’unione sempre più strettatra i popoli d’Europa, il pro-cesso decisionale doveva ef-fettuarsi nel modo più traspa-

rente possibile e il più vicinopossibile ai cittadini. Questaproposta va nella direzionedel precetto suindicato ed an-che in quello secondo cuil’Unione è fondata sulle Co-munità europee, integratedalle politiche e forme dicooperazione instaurate dalTrattato medesimo.Questa proposta, quindi, se-gna un’accelerazione impor-tante nel processo di integra-zione delle politiche fiscali.L’Unione dispone di un qua-dro istituzionale unico che as-sicura la coerenza e la conti-nuità delle azioni svolte per ilperseguimento dei suoi obiet-tivi, assicurando in particolarela coerenza globale della suaazione esterna nell’ambitodelle politiche in materia di

sviluppo e di economia. Nonè pensabile assicurare talecoerenza senza l’armonizza-zione delle politiche fiscali re-golate e coordinate da un’uni-ca figura istituzionale comequella del Ministro delle Fi-nanze europeo.Negli ultimi anni Il quadroeconomico globale è profon-damente mutato, in virtù del-la crisi finanziaria scoppiataqualche anno fa che ha lace-rato lo stato delle finanzepubbliche degli Stati membrimettendo in crisi lo stesso si-stema finanziario europeo.Al di là delle reazioni sogget-tive degli Stati chi più chimeno ha patito questa crisidovendo imbattersi in politi-che di risanamento dei contipubblici che tuttora non han-no prodotto risultati positivi.Questa comune difficoltà og-gettiva ha comportato note-voli sforzi dell’UE in terminidi piani di salvataggio. Comeè noto la proliferazione diiniezioni di liquidità nel si-stema finanziario potrebbedeterminare un eccesso di ri-sorse e quindi provocare unaulteriore crisi sistemica, que-sta ovviamente è da scongiu-rare anzi da evitare senza in-dugio.Da qui la necessità di propor-re una figura istituzionale chepotesse vigilare sul sistema fi-

scale e finanziario europeo esoprattutto che rappresentas-se le istanze degli Stati mem-bri nell’Unione. Ovviamenteavere una figura o un ministe-ro presso l’organizzazioneistituzionale europea nonvuol dire risolvere il proble-ma dell’indebitamento pub-blico ma potrebbe imprimereuna maggior senso di respon-sabilità ai ministri delle finan-ze statali qualora le loro poli-tiche dovessero essere ineffi-caci a raggiungere l’obiettivocomune.Con la presenza di un Mini-stro delle Finanze europeo siavrebbe anche la percezionedi un maggior accostamentodell’Unione ai problemi degliStati membri, e qui il passag-gio da raccomandazioni pura-mente istituzionali a indirizziconcertati potrebbe determi-nare manovre di aggiusta-mento più efficaci propriograzie all’intervento del Mini-stro che conoscendo i proble-mi specifici dei singoli Statiavrebbe il buon senso di sug-gerire politiche più consone epiù risolutive per indirizzarela strategia comune verso ladirezione della coesione edella integrazione. Il mercatounico sarebbe felice di potercontare finalmente sull’euro-peismo di un indirizzo opera-tivo e fattivo che possa con-

cretizzarsi in risultati di effica-cia e di efficienza.“Se gli Stati che ricevono aiu-ti non fanno riforme rilevantile Autorità dell’Eurozona do-vrebbero avere più potere diintervento”, spiega Trichet.Questo è un altro elementoche giustifica la presenza delMinistro europeo. In questomodo, prosegue, “si otterreb-be un cambiamento sostan-ziale del sistema di monito-raggio, raccomandazioni esanzioni”. Se un paese in cri-si “con le sue azioni colpiscegli altri membri dell’Eurozo-na, in situazioni straordinarie,l’Europa dovrebbe intervenirein quelle economie”. E uno diquesti poteri potrebbe esserequello di veto.Quando il mutamento istitu-zionale segue con tempestivi-tà quello economico i proble-mi degli Stati possono essererisolti con una probabilitàmaggiore rispetto al caso incui rimanesse tutto invariatosul piano istituzionale. Quelloche sorprende però è che laproposta sia stata avanzatasolo dal presidente della BCEe non da qualche esponentedel Parlamento o della Com-missione europea, e a dir laverità anche da esponenti diqualche Stato membro.

Avanzino Capponi

La proposta avanzata dal Presidente della BCE Jean Claude Trichet di istituire un Ministero delle Finanze per l’Eurozona

Ministero delle Finanze per l’Eurozona

Page 7: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

Un mondo informatizzato einterconnesso è un teatro

che abbraccia tutti, ma può an-che essere un mezzo di destabi-lizzazione.È di una settimana fa la notiziadel piano di Obama contro i dit-tatori: Washington ha deciso difinanziare un progetto di reti pa-rallele per telefonia e wifi capa-ce di by-passare i server di Sta-to, di attivare reti di comunica-zione invisibili e clandestine cheresistono ad ogni black-out diregime e censura di stato. Que-sta “Rete-Ombra” è dunque l’ap-plicazione dell’ alta tecnologia alservizio di chi cerca, attraversola rete, di dare voce al propriodissenso.L’operazione è di sicuro ungrande abbraccio ed è altrettan-to certo che è un gesto destabi-lizzante positivo perché ha il fi-ne di vanificare ogni oscuranti-smo imposto a quei popoli chemirano alla sollevazione civile.Nel Settembre 2010 Stuxnet harappresentato invece l’esempiodi come l’informatica può essereun’arma: è stato il primo wormcapace di spiare e riprogramma-re pc industriali. Questo virus hacontagiato numerosi computeriraniani e cinesi. Al momentodell’assedio Ahmadinejad ha di-chiarato che dietro al massiccioattacco informatico c’era unapotenza straniera interessata aboicottare il paese.Nella primavera del 2007 l’Esto-nia è stata vittima di un altro cy-ber attack: i siti web sono statibloccati e per la vastità dei dan-ni subiti (colpiti il parlamento, lapresidenza, quasi tutti i ministe-ri, le banche, i giornali e le tele-visioni) i governanti hanno chie-sto di far scattare l’articolo 5 del-

la Nato che prevede l’interventocollettivo a difesa di un paeseaggredito.È Obama nel 2009 ad affermareche gli attacchi terroristici sullereti informatiche sono una delleminacce più serie per la sicurez-za nazionale dei nostri giorni,perciò questo spazio virtuale sa-rà trattato come asset strategicoe protetto come tale; di fronte aquesto nuovo panorama, la Na-to ovviamente dovrà risponderein maniera veloce e pronta, rior-ganizzandosi non in conseguen-za degli eventi ma adottandostrategie che sappiano assorbiretali eventi, fortemente destabiliz-zanti in maniera assolutamentenegativa.Già nel 2004 l’UE ha creatol’ENISA, l’Agenzia europea perla sicurezza delle reti e dell’in-formazione; è un organismoscientifico che aiuta i paesimembri a difendersi dai cyber-attacchi ed in merito ha varatodelle leggi adeguate.Il miglioramento della coopera-zione fra gli stati, la collabora-zione dell’ENISA con i governinazionali e con società private e,la raccolta delle informazioni di-ventano fondamentali per la co-struzione di un terreno solidosul quale agire.Rientra in questa politica il pro-getto di ricerca “Extrabire” crea-to in seno al dipartimento di in-formatica dell’Università la Sa-pienza di Roma e finanziato dal-la Commissione Europea. In col-laborazione col Caspur, si ponel’obiettivo di verificare la resi-stenza dell’infrastruttura internetitaliana e in generale, valuta gliimpatti derivanti da un attaccocoordinato, per creare un pianoche identifichi processi, proce-

dure, aspetti organizzativi e con-tromisure da adottare per smor-zare le conseguenze e i danni diun eventuale assalto.Nell’ambito del progetto Extrabi-re, lunedì 13 Giugno nell’aulaOdeion della facoltà di Lettere,Università La Sapienza di Roma,è stata organizzata una confe-renza il cui argomento vertevasulla “Security of internet andcritical infrastructures: europeanexperiences”.I termini cyber spazio, cyber ter-rorismo e infrastrutture critichesono stati la chiave di tutti gli in-terventi.Il cyber spazio è il dominio ca-ratterizzato dall’uso dell’elettro-nica per immagazzinare, modifi-care e scambiare informazioni; èla dimensione che mette in co-municazione i computer di tuttoil mondo in un’unica rete chegarantisce agli utenti di interagi-re tra di loro.Le infrastrutture critiche sonoquelle risorse dal cui funziona-mento e coordinamento dipen-de lo sviluppo, la sicurezza e labuona qualità della vita nei pae-si industrializzati.La loro interruzione o anchesemplicemente la loro parzialeindisponibilità ha l’effetto di in-debolire significativamente ilfunzionamento normale di unoStato.La produzione di energia, i tra-sporti, le banche, le attività fi-nanziarie, la sanità, la PA, la si-curezza e la protezione civile, ladistribuzione delle derrate ali-mentari, l’agricoltura stessa, iservizi di telecomunicazioni so-no risorse associate al concettodi infrastruttura critica.Più questi ambiti aumentano illoro raggio d’azione, più diventa

fondamentale monitorare la lororesistenza e affidabilità.Inoltre, la loro interdipendenzaè sì, una caratteristica importan-tissima, ma può anche essere unelemento critico, perché uneventuale cattivo funzionamentodell’uno può ripercuotersi velo-cemente sugli altri.Per far fronte a questa eventualeinstabilità, i governi mettono apunto studi e progettano misureprecauzionali per ridurre il ri-schio che le infrastrutture criti-che vengano a mancare in casodi guerre, scioperi, disastri natu-rali, sabotaggi e vandalismi.Questa attività preventiva e dimonitoraggio prende il nome diCIP, ossia Protezione delle Infra-strutture Critiche.Ovviamente tutti i processi chesono alla base delle infrastruttu-re critiche sono gestiti dalle retiinformatiche, le quali proprioper questo loro ruolo fonda-mentale, diventano a loro voltaesse stesse infrastrutture criticheinformatizzate e si pone comenecessaria la loro protezione.Il cyber terrorismo si concentrasu queste infrastrutture, le quali,se attaccate per mezzo dell’usodi internet, possono causaredanni irreparabili e disagi enor-mi alla popolazione. Esso si con-figura come l’uso premeditato diattività distruttive contro compu-ter o reti con l’intento di causaredanni sociali, politici, economicie anche religiosi.Di fronte a questa nuova minac-cia la legislazione è in ritardo,sia a livello nazionale che euro-peo e ciò espone gli stati a mag-giori pericoli, in quanto vulnera-bili, frammentati e a volte in-compatibili.Il cyber space in questo senso

non è stato adeguatamente valu-tato e concordato, soprattuttoladdove la regolamentazione na-zionale si scontra/incontra con ildiritto internazionale, che nonbisogna assolutamente violare incaso di reazione ad un attacco.Non esiste alcun documentoche regoli queste dinamiche einoltre, non c’è omogeneità al-l’interno della comunità inter-nazionale neanche sulla consi-derazione delle informazioni daritenere classificate, cioè daproteggere per forza, su quelleda definire come non classifica-te, che però se divulgate o mes-se in pericolo, hanno comun-que effetti nocivi sulla popola-zione e sul significato stesso dicyber terrorismo.Lo scopo deve essere dunque,quello di sviluppare capacità estrategie condivise per fare fron-te ad un nuovo terrorismo, per-ché un attacco informatico puòessere posto sullo stesso pianodi un qualsiasi attacco militare; èqui che subentra il ruolo dellaNato, della UE e del coordina-mento dei singoli paesi ma adesempio, l’Italia, rispetto allaFrancia, ai Paesi Scandinavi, agliUsa e alla Germania, ancora nonha un’adeguata strategia sullacyber security.Indubbiamente non si può a ri-guardo sottovalutare l’impegnodel CNAIPIC, istituito formal-mente con decreto del capo del-la Polizia il 7 Agosto 2008 in ot-temperanza al decreto del mini-stro dell’interno del 9 gennaio2008. Esso è il nostro centro na-zionale anticrimine informaticoper la protezione delle infrastrut-ture critiche, unità specializzatainterna al Servizio di polizia po-stale e delle comunicazioni de-

dicata alla prevenzione e repres-sione dei crimini informatici di-retti ai danni delle infrastrutturecritiche nazionali. Il CNAIPICsvolge un ruolo di investigazio-ne allo scopo di rilevare tempe-stivamente gli attacchi, istituen-do avanzati sistemi di preven-zione.In Europa comunque, seppurcon le difficoltà sopra descritte,ci si sta impegnando fortementesu questo tema, promuovendoda un punto di vista scientifico etecnologico diverse attività di ri-cerca (e qui rientra il progettoExtrabire); mentre, da un puntodi vista normativo la Commissio-ne Europea ha varato la direttiva114/2008 per l’attuazione delProgramma Europeo di Prote-zione delle Infrastrutture Criti-che (EPCIP) che non prende inesame solo il terrorismo, ma an-che le attività criminali e le cata-strofi naturali.Qui vengono illustrati i principi,le procedure e gli strumenti pre-posti per realizzare i diversiobiettivi: individuazione delleinfrastrutture critiche europee,analisi dei rischi (minacce e vul-nerabilità dei sistemi), valutazio-ne dell’impatto (reale esposizio-ne all’evento), effetto domino (l’attualizzarsi delle conseguenzepiù gravi), misure a sostegno de-gli stati membri (finanziamenti,piani strategici, preparazione eprevenzione), scambio di infor-mazioni, quindi fitta collabora-zione tra i paesi vista l’interdi-pendenza delle infrastrutture.Lavoro da fare ce n’è e la spe-ranza è che la legalità e la legi-slazione garantiscano di antici-pare l’attività criminale.

Ilaria Parpaglioni

1-15/16-30 giugno 2011 Pag. 7

LA PIAZZA D’ITALIA - APPROFONDIMENTI

Infrastrutture critiche, tra prevenzione e ritardi

Cyber terrorismo, la nuova emergenza

Risorse europee per le infra-strutture del Paese e per le

imprese, queste sono necessa-rie per ripartire e per rilanciarel’Italia nella catena alta del va-lore.Alla base dello sviluppo econo-mico dell’Unione Europea ci so-no le imprese. I fondi europeipremiano e sostengono quelleimprese che creano innovazio-ne, conoscenza e occupazione,attraverso una pianificazioneper obiettivi e aree di interven-to. L’attuale programmazionedei Fondi europei del 2007 fini-rà nel 2013. L’azione dei fondistrutturali europei in materia disostegno alle imprese assumeforme di aiuto all’innovazione ealla formazione, di sostegno al-la creazione e allo sviluppo. I fi-nanziamenti comunitari dei fon-di strutturali possono inoltreavere una destinazione specificaper categorie, per esempio aiu-tare le donne o i giovani im-prenditori a lanciare le proprieimprese sul mercato. In tal mo-do, le azioni strutturali consen-tono di sostenere imprese chesono alla fonte della crescitadell’occupazione e della crea-zione di posti di lavoro.La nuova programmazione deifondi strutturali che copre glianni 2007-2013 mira a raggiun-gere l’obiettivo di una crescitapiù sostenuta e maggiori posti

di lavoro per tutte le regionidell’Unione Europea. Le NuoveAree Obiettivo sono state cosìdefinite: l’obiettivo Convergen-za mira a promuovere condi-zioni che favoriscano la cresci-ta e fattori che portino a unaconvergenza reale per gli Statimembri e le regioni meno svi-luppati. In tale obiettivo rien-trano le regioni il cui Pil pro ca-pite è inferiore a 75% della me-dia comunitaria nonché, su unabase di esclusione progressiva(phasing-out), altre 16 regioni ilcui Pil supera soltanto di pocola soglia a causa dell’effetto sta-tistico dell’UE allargata. L’impo-sto disponibile contestualmen-te all’obiettivo Convergenza èdi ? 251,1 miliardi, pariall’81,5% del totale; l’ObiettivoCompetitività regionale e occu-pazione intende rafforzare lacompetitività e l’attrattività del-le regioni nonché l’occupazio-ne a livello regionale medianteun duplice intervento: in primoluogo, programmi di sviluppointesi ad aiutare le regioni adanticipare e a promuovere ilcambiamento economico me-diante l’innovazione e la pro-mozione della società della co-noscenza, l’imprenditorialità, laprotezione dell’ambiente e ilmiglioramento della loro acces-sibilità; in secondo luogo, postidi lavoro più numerosi e mi-

gliori verranno creati medianteiniziative di adattamento dellaforza lavoro e di investimentonelle risorse umane.Tra le 168 regioni cui verrà asse-gnato l’obiettivo Competitività,13 regioni rappresentano le co-siddette aree di phasing-out esono oggetto di stanziamenti fi-nanziari speciali in virtù del loroprecedente status di regioni“Obiettivo 1”. L’importo di ? 49,1miliardi, corrisponde poco me-no del 16% dello stanziamentototale; l’obiettivo di Cooperazio-ne territoriale europea, infine,rafforzerà la cooperazione tran-sfrontaliera mediante iniziativecongiunte a livello locale e re-gionale, attraverso la coopera-zione transnazionale volta a unosviluppo territoriale integrato econ la cooperazione e lo scam-bio di esperienze a livello inter-regionale. Disponibili per que-sto obiettivo ci sono 7,75 miliar-di di euro.L’Unione Europea si serve diquattro Fondi per erogare con-tributi destinati a risolvere pro-blemi strutturali di ordine eco-nomico e sociale. Il Fondo Eu-ropeo di Sviluppo Regionale(FESR) sostiene programmi inmateria di sviluppo regionale,di cambiamento economico, dipotenziamento della competiti-vità e di cooperazione territo-riale su tutto il territorio del-

l’UE. Il Fondo Sociale Europeo(FSE) è attuato in linea con lastrategia europea per l’occupa-zione e si concentra su quattroambiti chiave: accrescerel’adattabilità dei lavoratori edelle imprese, migliorare l’ac-cesso all’occupazione e allapartecipazione al mercato dellavoro, rafforzare l’inclusionesociale combattendo la discri-minazione e agevolando l’ac-cesso dei disabili nel mercatodel lavoro, nonché promuove-re partenariati per la riformanel campo dell’occupazione edell’inclusione. Il Fondo Euro-peo Agricolo di Orientamentoe Garanzia (FEAOG) promuovelo sviluppo rurale e l’adegua-mento delle strutture agricole.Lo Strumento Finanziario diOrientamento alla Pesca(SFOP) sostiene la competitivi-tà e lo sviluppo economico delsettore, assicurando un equili-brio durevole tra le risorse di-sponibili e il loro sfruttamento.Il Fondo interviene per miglio-rare l’approvvigionamento delmercato e accrescere il valoreaggiunto del pesce e dei pro-dotti dell’acquacoltura, contri-buendo al rilancio delle zonedipendenti dalla pesca. Ai quat-tro fondi strutturali europei siaffianca il Fondo di Coesioneche contribuisce a interventinei settori dell’ambiente e delle

reti di trasporti trans europee.Esso si attiva per Stati membriaventi un reddito nazionale lor-do inferiore al 90% della mediacomunitaria, coprendo soprat-tutto i nuovi Stati membri.L’Italia, a differenza del passa-to, risulta oggi tra i migliori uti-lizzatori dei fondi strutturali eu-ropei, facendo registrare me-diamente risorse disimpegnateper lo 0,37 per cento, meglio diquanto non faccianoRegno Unito, Francia, Germaniae Belgio. Il dato emerge da unaindagine conoscitiva sui profilidi utilizzo e controllo dei fondicomunitari in Italia, realizzatadalla Commissione Politichedell’UE del Senato. I fondi strut-turali rappresentano circa il 35%del bilancio dell’UE. L’Italia rice-ve la maggior parte dei finanzia-menti comunitari attraverso ilFESR e il FSE. Il nostro Paese hadimostrato, negli ultimi anni, diaver compiuto progressi nell’uti-lizzazione dei fondi comunitari,ma molti passi in avanti dovran-no essere compiuti, soprattuttosul terreno della cultura ammi-nistrativa e metodologica e sulterreno della visione politica eprogrammatica maggiormenteorientata al raggiungimento ef-fettivo di obiettivi strutturali dilungo periodo.Tra le criticità emerse dall’in-dagine, uno dei problemi più

significativi è quello della scar-sa assistenza tecnica nell’avvioe nell’implementazione deiprogetti. Al tema dell’assisten-za tecnica è poi collegatoquello della scarsa capacitàprogettuale e gestionale. Nelcorso dell’indagine, è stata sot-tolineata anche la criticità rela-tiva alla debolezza del coordi-namento centrale. L’esigenzadi un maggior coordinamentoè sentita a tutti i livelli, essen-do alla base di un’efficace po-litica strutturale, ed in partico-lare tra i soggetti nazionalicoinvolti la strada è quella deimodelli di programmazioneintegrata, della diffusione dellapremialità e soprattutto di uninvestimento nella politica or-dinaria che si affianchi a quel-la comunitaria.Infine, è auspicabile un ulterio-re sforzo di semplificazionedelle procedure amministrative,sia a livello nazione che euro-peo. In una fase economica co-me quella attuale che rileva for-ti squilibri nei conti pubblicidegli Stati membri, in particola-re l’Italia deve cercare di massi-mizzare lo stock finanziariomesso a disposizione dall’UEmediante i fondi strutturali sevuole rilanciare il sistema eco-nomico nazionale senza appe-santire ulteriormente il bilanciopubblico.

Occorre mettere sul tavolo della progettazione infrastrutturale del Paese risorse europee

Risorse europee per la modernizzazionee lo sviluppo del Paese

Page 8: 68.000.000.000 - 1-15/16-30Giugno2011-AnnoXLV-NN.113-114

I l pezzo mancante realiz-zato dal documentarista

Gianni Piperno, cerca di fareluce sui pezzi mancanti dellafamiglia Agnelli, non sul’amore per la Juventus, gliorologi allacciati sui polsinidelle camice o le fuoriserieguidate a folle velocità per-ché oggi, come allora, ci so-no veri e propri misteri. Sono tanti i pezzi mancanti.Alcune vicende personali nonsono mai finite sui giornali olibri. Si parte dal capostipite,Giovanni Agnelli fondatoredella FIAT (1899), per arriva-re a John e Lapo e cercare dicapire quale potrebbe essere

il loro destino in quanto ere-di di un gruppo ampissimoche tra una ramificazione el’altra conta quasi 200 perso-ne. Questo potrebbe far pen-sare che il regista sia interes-sato all’albero genealogico eai legami della dinastia. Nonè così, per queste cose esisteinternet. Ma quando si è inte-ressati a capire i rapporti chesi instaurano tra i membri diuna famiglia, ecco che il cine-ma ci viene in soccorso. Nelsuo lavoro di documentazio-ne il regista realizza delle in-terviste non banali e gira se-quenze originali, che con lascelta del montaggio alterna-

to si avvicendano al materialed’archivio. Il prodotto finalenon è una biografia definitivaanche perché molti dei prota-gonisti di questa saga familia-re non sono più in vita, men-tre gli eredi, nella più grandetradizione industriale, nonhanno voluto o potuto parte-cipare. Uno dei primi pezzimancanti della storia è Gior-gio, fratello di Gianni e Um-berto, morto in un istituto psi-chiatrico negli anni ‘60. Perarrivare al dramma personaledi Edoardo Agnelli, unico fi-glio maschio dell’Avvocato,morto suicida nel 2000.Di Giorgio ne parlava un li-

bro francese che è stato im-provvisamente e “misteriosa-mente” ritirato dal mercato. Ilregista intervista la poetessaMarta Vio, compagna del“fratello nascosto” e monta leparole a pochi istanti da unafrase pronunciata da Gianniin cui ricorda di avere “unsolo fratello maschio”. Acco-stamento che gela il sanguee lascia sgomenti, ma gliAgnelli hanno sempre fattodella riservatezza e discrezio-ne un elemento fondante delloro blasone. Sì è proprio laparola giusta perché l’imma-gine che emerge da questofilm è di una famiglia aristo-

cratica tradizionale dei primidel ‘900. Le decisioni sonoprese dal pater familias e lasuccessione trasmessa soloalla linea maschile.La fortuna del regista è statol’incontro con Gelasio Gaeta-ni, amico di Edoardo, unodegli Agnelli più schivo econ percorso di vita partico-lare. Gelasio era amico d’in-fanzia del figlio di Gianni enel film lo vediamo spessoimmerso nei ricordi e alla ri-cerca di documenti sparsinella sua casa. Attraverso isuoi ricordi, Piperno faemergere la figura schiva edepressa di Edoardo.

Il film è caratterizzato daun’ambientazione intima, iprotagonisti sono immorta-lati in istantanee che affian-cate l’una all’altra compon-gono un’immaginaria fotodi gruppo. Il risultato finaleè di un buon documentario,anche se a tratti lento, in cuisono ben mixate riprese fat-te con la camera a mano eimmagini di repertorio(spot, riprese familiari e in-terviste) e il tutto è affronta-to dal regista in maniera di-staccata forse per rispettarequella riservatezza che è di-ventata regola di vita per gliAgnelli.

Pag. 8 1-15/16-30 giugno 2011

LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

Liberamente ispirato allaserie di racconti del famo-

so scrittore del secondo do-poguerra Philip K. Dick, Iguardiani del destino segnal’esordio alla regia di GeorgeNolfi (scritte da lui le sceneg-giature di Ocean’s Twelve,The Sentinel, The Bourne Ul-timatum) con uno stile puli-to ed elegante, una narrazio-ne energica e brillante conpunte di umorismo e ironia.Fato, destino, caso, libero ar-bitrio. Sono questi i 4 punticardinali che caratterizzanoil film. Come in un episodiodi Ai confini della realtà idue protagonisti, Matt Da-mon e Emily Blunt si muo-vono paralleli e intrecciati inuna New York senza tempo,né luoghi, dove l’eleganza èquella patinata di Mad Men(non a caso nel cast c’è Ro-ger Sterling) creando una ri-voluzione che fonde insiemee rimescola quei 4 punti car-dinali in nome dell’amoreche li unisce, amore natoproprio dal caso, fato, desti-no, libero arbitrio. I due at-tori sono perfetti nei lororuoli e nella composizionedella coppia, pronti ad af-frontare 1000 difficoltà, vi-vono una delle più belle sto-rie d’amore degli ultimi anni,caratterizzata da un romanti-cismo concreto, reale, cosìreale che non scade nel me-lenso. Il regista li segue nelloro moto perpetuo, nellaloro corsa contro il tempocon un ritmo e un alone disuspense volutamente retrò,le ragioni del mistero e del-l’azione sono speculari aquelle del sentimento e del-le psicologie e viceversa. Ilfilm è sulla strada di IntrigoInternazionale di Alfred Hit-chcock, è caratterizzato dallastessa atmosfera di mistero.Assente invece quella psico-tica che i fan di Dick forsecercavano. L’amore è l’asso-luto protagonista, quell’amo-re che appassiona, che tispinge a prendere lo stessoautobus ogni mattina per 3anni, con la speranza di rin-contrare l’altra metà, quel-l’amore sul quale si puntatutto ciò che si ha, non im-porta quante siano le chancedi successo.Thriller, azione, commedia efantascienza si mescolano in-sieme, giocando con alcunigrandi interrogativi che dasempre ossessionano l’uma-nità: gli uomini sono lo stru-mento per mezzo del qualesi compie il disegno di unGran Burattinaio?

A livello visivo il film fa pen-sare ad altri ben noti: SlidingDoors, la trilogia di Matrix,Due come noi. La domandafulcro di I guardiani del de-stino è quanto l’uomo sia li-bero, come si intersecano iconcetti di predestinazione elibero arbitrio? Ovvio chenon c’è la pretesa di dareuna risposta esaustiva e com-pleta, ma ci mostra che que-sto universo è composto dadue mondi distinti ma legati:quello umano e quello degliangeli, guardiani degli uomi-ni che cercano di realizzare“il piano” del Presidente ap-portando “piccole e insignifi-canti” modifiche alla vita del-le singole persone. Ecco cheprendere o perdere un auto-bus diventa un evento fon-damentale all’interno delGrande Disegno. Altrettantoimportanti sono le eventualidistrazioni dei guardiani: l’in-curia del vigilantes a cui è af-fidato Norris fa sì che lui in-contri di nuovo la sua Elise(dopo il primo approccio) al-terando di nuovo il piano.L’incontro fra i due innamo-rati è una variante troppo si-gnificativa e non va trascura-ta. Bisogna fare qualcosa percui il capo dei guardiani in-contra il giovane e grintosoinnamorato per chiarirgli lasituazione (con la speranzache si ravveda) comunican-dogli che deve allontanarsida lei, altrimenti intralcerà ilfuturo di entrambi. L’amoreinnescherà uno strano mec-canismo mettendo sottoso-pra lo stesso mondo deiguardiani.Il film è vibrante, intrigante,capace di attirare l’attenzionedello spettatore sia grazie al-la recitazione degli attori(Damon lavora sempre almassimo) che alla regia, ilcui stile volutamente spiegasolo ciò che è essenzialestando attento ai dettagli, mauna nota stonata c’è: la tramaè troppo prevedibile. Questoperché il rapporto dello scrit-

tore Philip K. Dick con il ci-nema è sempre stato diffici-le. Moltissimi i suoi libri chedopo la sua morte hanno vi-sto un adattamento cinema-tografico, con risultati altale-nanti: Blade Runner, Atto diforza, Minority Report, AScanner Darkly. Tutti scissidal romanzo (o racconto) dalquale prendono mosse. Non

diverso è I guardiani del de-stino. Là dove il libro ci po-neva davanti alla vicenda diun uomo comune, un agenteimmobiliare sconvolto dallascoperta che il libero arbitrioè solo una chimera perchégli ingranaggi che regolanola vita di tutti i giorni sonocontrollati dai guardiani, ilfilm (fedele alle regole della

spettacolarizzazione holly-woodiana) segue i passi diun uomo destinato al succes-so, mentre i guardiani ricor-dano Men in Black. La strut-tura di base viene mantenutae lo spettatore è posto difronte a domande cui la pel-licola non dà risposte chiare:il nostro destino è scritto? Ese così fosse abbiamo la pos-sibilità di modificarlo anchesolo parzialmente? Temati-che care allo scrittore ameri-cano, che il regista mantieneintatte e nonostante il temadella dicotomia tra libero ar-bitrio e predestinazione sia

messo ben in risalto, non èperò approfondito e rimanead un livello superficiale. Mava bene così perché la so-vrapposizione dei piani co-noscitivi di realtà e apparen-za, verità e inganno sono giàstati proposti in maniera piùnetta ed efficace da film checon i libri di Dick non hannonulla a che vedere: The Tru-man Show, A BeautifulMind, Apri gli occhi di Ame-nabar e il remake successivoamericano Vanilla Sky. Adognuno il suo.

Raffaella Borgese

VinòforumAnche quest’anno Roma, dal 1 al 16 giugno, ha accolto Vinòforum, la manifestazione enologica estiva della capitale.

Quindici giorni all’insegna del vino in una location suggestiva quella di Ponte Milvio. L’ottava edizione di Vinòforumè stata molto amata dai visitatori che qui riescono ad apprezzare il buon bere associato alle gradevoli temperature seraliromane. Sono state 2.500 le etichette presenti all’interno dei 10.000 mq del Villaggio che ha accolto 42.000 visitatori il cuicosto d’ingresso variava dalle 16 alle 25 euro.

Presentato all’ultimo Torino Film Festival, riscuotendo un buon successo, ecco il documentario sulla famiglia Agnelli

Il pezzo mancante

Affare fa(t)to. Fato. Destino. Caso. Libero arbitrio.

I guardiani del destino

Il continente australiano sipresenta grande ben tren-

tadue volte più dell’Italia, mala sua peculiarità è quella diessere abitato soltanto da 20milioni di persone, concen-trate per la maggior partesulle coste orientali e sud-orientali, con una delle piùbasse densità in assoluto, ap-pena 2,6 individui per kmq.In questa meravigliosa terra,le popolazioni aborigene so-no vissute per oltre 50.000anni. È curioso notare che altempo dell’invasione euro-pea, fino a un milione diaborigeni, che erano caccia-tori e agricoltori, vivevanonel continente in 300 stati oclan, e parlavano 250 linguee 700 dialetti. L’Australia segna due re-cord: è la maggiore isola del-la terra e al tempo stesso an-che il continente più piccolo.Essa è il sesto paese piùgrande al mondo. È ubicatanell’emisfero meridionalepoco a sud dell’Indonesia ePapua-Nuova Guinea e a laforma che ricorda un rettan-golo che si presenta pocofrastagliato lungo 4.000 kmda ovest ad est e 3.200 danord a sud tagliato dal tropi-co del Capricorno, a separa-re l’oceano Indiano da quel-lo Pacifico.È una terra ricca di fauna,molte specie delle quali sonoendemiche. Per decine di mi-

lioni di anni la natura ha do-minato incontrastata, elabo-rando l’esistenza di specieanimali e vegetali uniche edendemiche come canguri,koala, emù, ornitorinco,opossum e dingo oppure co-me l’albero della gomma e le700 varietà di eucalipti, pri-ma che alcune decine di mi-gliaia di anni fa vi approdas-sero i primi esseri umanipreistorici, gli attuali aborige-ni provenienti dal sud-estasiatico, certamente non ingrado di alterarne le peculia-rità. In Australia si contanoben 25.000 specie di piante.Oggi, questo continente èconsiderato uno dei paesipiù ricchi e progrediti. Sonostati gli australiani, nel 1902,ad inventare i bloc-notes, maanche l’aspirina nel 1915, ilpacemaker, la penicillina, lasiringa di plastica usa e getta,le lenti a contatto a lunga du-rata… Una società, quella australia-na, basata sulla multiculturadovuta ai 140 diversi gruppietnico-linguistici che la com-pongono, dove gli unicisvantaggiati risultano soltan-to gli aborigeni.Oltre alle moderne metropo-li dall’animo coloniale vitto-riano (l’Opera House di Syd-ney, capolavoro di architet-tura moderna, è patrimonioUnesco), in quest’enormeisola continente dagli spazi

infiniti c’è ovviamente parec-chio da vedere. Da non perdere, ad esempio,il deserto dei pinnacoli nelparco nazionale di Nam-bung, una selva di resti fossi-li di un’antica foresta, oppu-re le scogliere a picco sulmare nel parco di Otway.Kangaroo Island, un’isolalunga 150 km, è un vero san-tuario faunistico dove cangu-ri, opossum, emù, foche, leo-ni marini e pinguini vivonoallo stato libero. Fraser Island, altro sito Une-sco, possiede la spiaggia piùlunga del mondo, oltre 100km. La Grande Barriera Co-rallina australiana, ubicata allargo della costa orientale delQueensland ed è protettadall’Unesco, è la più estesadel mondo con 2.000 km. Es-sa ospita l’ostrica più grandedel mondo, dal peso di 3 chi-logrammi. Rimanendo in te-ma di record legati al mondodella fauna nel territorio au-straliano vi è il lombrico piùlungo del mondo, 4 metri,che si trova a Gippsland, nelVictoria, ma anche il gran-chio più pesante, un esem-plare da 14 chilogrammi, sitrova nello Stretto di Bass, vi-cino alla Tasmania. L’Australia, famosa anche peri preziosi, produce quasi in-teramente gli opali preziosidel mondo. Nel 1990, è statorinvenuto quello che è consi-

derato l’opale più grande delmondo il cui pesa è di 5,27kg. Coober Pedy è la capitaledegli opali, posizionata nel-l’Australia meridionale, men-tre Kalgoorlie, che sorge nel-la parte occidentale del con-tinente, è il più grande pro-duttore di oro dell’Australia.Il maggior parco australiano,il Kakadù è tutelato dall’Une-sco, nel quale si possono os-servare una grande varietà diflora e fauna endemica, men-tre la laguna di Yellow Waterconsente di ammirare ungran numero di coccodrilli.Il grande deserto rosso au-straliano racchiude un grannumero di tesori: il King Ca-nyon nel parco di Watarrka,le conformazioni rocciosedelle “montagne dalle molteteste”, il monolite di Ulurufamoso con il nome di AyerRock e per le sue mutevolicolorazioni rosse. Sydney, Melbourne, Adelai-de e Perth sono le metropo-li australiane che costante-mente occupano le primeposizioni nelle graduatorietra le grandi città del mondoper la qualità della vita. So-no dei moderni centri urba-ni costruiti con l’intento dievitare di soffocare la natu-ra e tanto meno i suoi abi-tanti, potemmo dire città co-struite a basso impatto am-bientale.

Alice Lupi

Australia, l’isola continente