Parcheggio Multilivello a NETTUNO (Piazzale Berlinguer) – Documentazione (fonte: sito ufficiale del Comune di Nettuno)_INTERFERENZE_STATICHE

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scala:

Protocollo Rif. :

Proponente:

Coordinameto e progettoarchitettonico:

collaboratori:

descrizione:

timbro e firma proponente:

Elaborato

Timbro approvazioni:

RELAZIONE INTERFERENZE STATICHE

Elaborato 11

14/12/2011

Comune di NettunoProvincia di Roma

Finanza di Progetto"Realizzazione di un parcheggio a rotazione"

Piazzale BerlinguerCittà di Nettuno (RM)

D.D. n. 248 del 14/10/2011

paolo

Palpini 2

Relazione sull’ Interferenza Statica – Parkroi S.r.l. Project Financig - Piazzale Berlinguer – COMUNE DI NETTUNO

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RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DELLAINTERFERENZA STATICA AGLI EDIFICIESISTENTI PER IL PROGETTO DI UN

PARCHEGGIO INTERRATO DA REALIZZARSINEL COMUNE DI NETTUNO

IN PIAZZALE BERLINGUER

RELAZIONE SULL’INTERFERENZA STATICA AGLI EDIFICI ESISTENTIPARKROI S.R.L.

INDICE

PREMESSA

1. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO E INTERFERENZA DELL’OPERA

CON I FABBRICATI LIMITROFI

3. IL RISCHIO SISIMICO

4. GEOLOGIA E MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

5. SCHEDE SINTETICHE FABBRICATI ADIACENTI

6. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

7. MATERIALI

8. PARAMETRI SISMICI

9. CONCLUSIONI


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PREMESSA

La presente relazione va ad indagare sulle condizioni di interferenza che si potrebbero avere

tra la costruzione del nuovo parcheggio da realizzarsi a Nettuno in Piazzale Berlinguer ed i

fabbricati limitrofi.

L’area su cui sorgerà il parcheggio si trova delimitata in Piazzale Berlinguer nell’area di

intersezione tra Via Cavour, Via V. Veneto, Via Donati e Via di Santa Maria e si estende su una

superficie di circa 5000 m2.

Le considerazioni esposte di seguito fanno riferimento al rilievo dello stato dei luoghi.

In particolare si riportano e si analizzano di seguito:

- L'influenza delle opere di scavo e di fondazione del nuovo parcheggio sugli edifici

circostanti;

- L'impatto idro-geologico del parcheggio sugli edifici adiacenti;

- La descrizione degli immobili circostanti all’area oggetto dell’intervento;

1. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO E INTERFERENZA DELL’OPERA CON I

FABBRICATI LIMITROFI

Il parcheggio interrato oggetto del progetto in questione si svilupperà su una superficie in pianta

di circa 4000 mq, la forma del parcheggio segue le linee guida della viabilità di superficie

occupando tutta l’area della piazza ad oggi occupata da un parcheggio a raso strada.

Le distanze tra detto parcheggio ed i fabbricati adiacenti sono riportate nell’Elaborato 3 e come

evidenziato tutti presentano una distanza di circa 11/12 metri dall’intervento ad esclusione del

fabbricato insistente su piazzale Berlinguer che si trova a cira 4/5 mt da parte dell’intervento.


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Il nostro manufatto sarà realizzato con una struttura in conglomerato cementizio armato del tipo

a telaio spaziale costituito da travi, setti e orizzontamenti infinitamente rigidi nel piano orizzontale.

Dal momento che si dovranno realizzare degli interrati, per il sostegno del fronte di scavo

verranno realizzati dei diaframmi in conglomerato cementizio armato lungo tutto il perimetro

interrato dell’area di intervento. (Paratie)

________________________________________________________________________Figura 1- Intervento

L'influenza delle opere di scavo e di fondazione del nuovo parcheggio sugli edifici

circostanti e sulla strada adiacente potrà ritenersi trascurabile solo alla luce dei risultati delle

indagini geognostiche, i sondaggi geologici ed delle prove geotecniche, saranno quindi valutate le

necessarie soluzioni al fine effettuare gli scavi in piena sicurezza e conoscere la natura del terreno

circostante in modo da provvedere alla realizzazione del parcheggio utilizzando le varie tecniche

esecutive per i diaframmi di contenimento, che possano garantire stabilità dei fronti di scavo


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necessari alle richieste, considerando comunque le distanze dai fabbricati esistenti che nella

maggior parte dei casi superano i 10,00 mt ed il fatto di lavorare a quote di minore profondità

rispetto alle fondazioni degli stessi fabbricati permetta di adottare tutte le misure necessarie per il

lavoro in completa sicurezza.

Lungo due lati dell’intervento l'entità del distacco fra il perimetro del parcheggio e gli edifici

limitrofi permette sin da ora di escludere eventuali interferenze in alcuni casi siamo oltre i 11,00 mt.

Considereremo quindi l’interferenze con i fabbricati più vicini all’intervento.

Per quanto riguarda la parametrizzazione geotecnica delle litologie presenti, in attesa dei dati

puntuali ricavati dalla futura campagna di indagini, è possibile fornire una valutazione di massima,

delle principali caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione partendo dalla situazione

stratigrafica verosimilmente presente in corrispondenza dell'area di sedime del parcheggio.

L’utilizzo di diaframmi come opere di contenimento provvisionali è una soluzione ormai

largamente usata e che ha affinato nel tempo procedure realizzative che garantiscono un

espletamento completo delle funzionalità richieste a questi elementi. Data l’entità dello sbanco

dell’opera che si andrà a realizzare è possibile optare per una soluzione di diaframmi senza

l’utilizzo di tiranti, agendo eventualmente con un pre-scavo a monte della paratia per ridurre

l’altezza del terreno da sostenere in fase transitoria.

Qualora la sola paratia a sbalzo non fosse sufficiente, sia in termini di resistenza che di

spostamento della testa del diaframma, è possibile ridurre queste grandezze mediante diverse

soluzioni dove, fra le più diffuse sono da annoverare l’utilizzo di tiranti mono-ancoraggio o scavi

realizzati con metodologia in Top-Down dove non fosse possibile l’utilizzo dei tiranti.

Per quanto riguarda le possibili interazioni con gli edifici adiacenti, è facile mostrare che

non esiste alcun rischio. Nella fig. 2 è riportata una sezione schematica dello scavo, della parete di

sostegno e degli edifici in questione. Per quanto schematica, la sezione contiene tutti gli elementi

noti: l'altezza dello scavo, posta pari al valore massimo di 9.20 mt; la distanza fra gli edifici e


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l’intervento che è nel suo valore minimo di 8,00 mt ed infine il piano di fondazione dell’edificio

posta pari al valore minimo di soli 3 mt, ovvero considerando che non abbia piani interrati. Questa

ipotesi perché per quanto riguarda le opere di fondazione degli edifici non si dispone ad ora di

alcuna informazione e quindi si è considerata la situazione PEGGIORE per quanto riguarda le

interferenze.

Figura 2

Appare estremamente probabile che tali edifici siano stati fondati su fondazioni superficiali ed è

noto che gli stessi abbiano almeno un piano interrato, situazione che rispetto allo schema sopra

riportato non può essere che migliorativa. Risulta quindi all’atto pratico che non possano

intercorrere interferenze tra lo scavo e fabbricati.


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Componenti strutturali

Il contenimento del terreno è garantito da una paratia in c.a.; il sistema portante verticale è

affidato ad una serie di setti portanti in c.a., di spessore 0,25 ml e lunghezza variabile posti ad un

interasse di massimo 6,00 ml. Le pareti del vano scala avranno dimensioni, armature e copriferri tali

da garantire una resistenza al fuoco minima pari a R 120, tutte le altre strutture in elevazione R 90.

Per la copertura è prevista la sistemazione a piazza con zone di aggregazione urbana. Le rampe di

accesso, i corpi scala, nonché i getti di completamento sono in c.a. gettato in opera.

Paratia di contenimento

II calcolo della paratia di contenimento viene eseguito considerando ad ogni quota l'azione

della pressione attiva da un lato e di quella passiva dall'altro. Il paratia verrà realizzata in

conglomerato cementizio armato.

Isolamento

La protezione delle coperture sarà realizzata da massetto delle pendenze in cls alleggerito;

- impermeabilizzazione con guaine bituminose o in miscele poliuretaniche ad alta resistenza

meccanica, che nel caso di giardini pensili saranno del tipo antiradice;

- telo di polietilene e massetto di protezione con sovrastato di opportuno materiale inerte per i

drenaggi e geotessili e geocompositi con funzione anche di drenaggio;

- L'isolamento contro terra sarà realizzato da:

- impermeabilizzazione con guaine bituminose o in miscele poliuretaniche ad alta resistenza

meccanica o adeguati geocompositi bentonitici idroespandenti a contatto con le pareti

portanti;

- strato di materiale arido o geotessili e geocornposìti con funzione drenante.

IL RISCHIO SISMICO

Il rischio sismico è dato dal rapporto tra la pericolosità (definizione delle strutture sismogenetiche e

capacità di caratterizzazione dell'eccitazione sismica ad esse associata), la vulnerabilità (capacità di


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oggetti esposti resistere alle sollecitazioni) e l'esposizione (presenza sul territorio di manufatti a

rischio).

La situazione a Roma e nel Lazio Il rischio sismico per la zona di Roma e nel Lazio è modesto ma

non trascurabile, poiché a fronte di una sismicità (registrata dalle reti sismiche) caratterizzata da

scosse frequenti ma di bassa intensità, il territorio presenta una vulnerabilità degli edifici esistenti

ed un valore esposto (densità di popolazione, patrimonio storico-monumentale, ecc.) molto elevati.

Nel Lazio le aree maggiormente interessate da fenomeni tellurici sono principalmente sei di seguito

riportate con l’indicazione del massimo grado di intensità atteso.

- Area vulcanica dei Colli Albani Imax VIII grado Mercalli

- Valle dell’Aniene, Monti Tiburtini,Predestini (Subiaco, Vallepietra) Imax IX grado Mercalli

- Frusinate (Veroli, Anagni, Ceccano, Sora, Cassino) Imax IX grado Mercalli

- Monti Vulsini, Lago di Bolsena (Bagnoregio) Imax VIII-IX grado Mercalli

- Reatino (Rieti, Amatrice) Imax X grado Mercalli

- Area tra Tarquinia e Tuscania Imax VIII grado Mercalli

Esiste perciò nella regione una moderata sismicità locale con intensità epicentrale uguale o poco

superiore al VII grado Mercalli. Bisogna comunque aggiungere che nell’area romana i terremoti con

epicentro nell’Appennino centrale, in particolare in Umbria e Abruzzo, vengono fortemente

risentiti, come in tutto il territorio laziale ed hanno provocato storicamente effetti classificabili fino

all’VIII grado Mercalli (Aprile 2009). Numerosi sono anche stati gli eventi di minore intensità

epicentrale, tra i più recenti sono da ricordare lo sciame sismico del 1981-82 dei Colli Albani (I max

VI grado Mercalli), l’evento del 11 marzo 2000 con epicentro nell’area dei Monti Prenestini

(Cerreto, Gerano, I max = VI grado Mercalli).


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L’area non è sufficientemente distante dalla riva del mare Tirreno da poter escludere a priori

la presenza di mareggiate, trombe d’aria e maremoti oltre ai rischi legati alla salinizzazione delle

falde. Rimane comunque un rischio valutabile e trascurabile se si considera che l’intervento seppur

in prossimità del mare si trova ad una quota assoluta di circa 15/16 m.s.l.m.

Il presente progetto prevede la realizzazione di un parcheggio interrato di n. 3 livelli e

pertanto la presenza di eventuali cavità sarà direttamente riscontrata in sito e risolta strutturalmente.

Dal punto di vista sismico l’area in oggetto, ricadendo nel Comune di Nettuno, non ha subito

una modifica della sua classificazione sismica. Essa pertanto ai sensi della Del. G.R. Lazio n. 387

del 22 Maggio 2009 a partire dal 26.12.2009 ricade nella Zona Sismica 3A equivalente alla

precedente classe 3 per cui il livello di accelerazione al suolo ag è compreso tra i valori: zona 3 - tra

0.05g e 0.15g.


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Trattandosi quindi di zona non ad alta sismicità ai fini della progettazione e della realizzazione delle

opere strutturali, con progetto a firma di Tecnico abilitato, sarà sufficiente il solo deposito del

progetto presso il Genio Civile senza approvazione da parte dello stesso.

GEOLOGIA E MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

Dal punto di vista idrogeologico l’area in oggetto ricade nella regione Vulcanica dei Colli Albani e

presenta la caratteristiche tipiche dell’area romana. Il territorio di Nettuno si trova al margine della

fascia litoranea della pianura Pontina chiusa verso NORD-OVEST dai rilievi vulcanici dei monti

Albani e verso NORD-EST dai rilievi calcarei dei Lepini.

Presenta una morfologia piuttosto piatta, tuttavia non mancano dei rilievi dunari che raggiungono al

massimo una settantina di metri sul livello del mare nonché delle depressioni che raggiungono

quote negative intorno al metro.

La costa è a falesia in alcuni punti del territorio di Anzio ed è formata da una arenaria calcarea

fossilifera chiamata "MACCO", và gradatamente appiattendosi avvicinandosi a Nettuno.

Il territorio è solcato da due piccoli fiumi: il LORICINA che attraversa Nettuno, in parte con

percorso sotterraneo, in parte a cielo aperto; è alimentato da numerose sorgenti ed ha come letto uno

strato di torba. In un non troppo lontano passato il fiume doveva avere un importanza maggiore:

impiantato su una sinclinale, il suo letto era molto più grande dell'attuale così come la sua portata e

probabilmente sfociava in una laguna che si doveva trovare a centinaia di metri dalla costa attuale

formando un porto naturale protetto, forse utilizzato dalle navi volsche.

L'altro fiume, più grande del primo è l'ASTURA, anch'esso alimentato da numerose sorgenti e con

il suo corso condizionato dalla presenza di depositi piroclastici formati da materiale più duro

rispetto al terreno circostante più o meno sabbioso.


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La storia geologica del territorio di Nettuno inizia quando si hanno le prime avvisaglie di emersione

da un mare "pliocenico" che ricopriva tutta la regione ed era più alto dell'attuale di 100-120 m.

Testimonianze della linea di riva di questo mare sono i fori di litodomi che si osservano nella grotta

del Fossellone a quota 100-120 m. sul livello del mare nel monte CIRCEO. In questo mare

profondo qualche centinaio di metri si andavano depositando potenti serie di argille grigio azzurre

"piacenziane". Il fondo di questo mare non era stabile, ma cedeva al peso dei materiali di accumulo.

Lo spessore del corpo argilloso, in alcuni punti raggiunge alcune centinaia di metri. Siamo in un

epoca lontana di 5-6 milioni di anni; le correnti convettive subcrostali spingevano sempre più il

"cratone" AFRICA verso il Continente europeo, le Alpi e gli Appennini completavano la loro

formazione.

Il clima, all'inizio del Pliocene. era più caldo dell'attuale, di tipo subtropicale. Si sono trovati resti di

faune calde di questo periodo come leoni, ippopotami, cervi, rinoceronti, elefanti, giraffidi in zone

emerse quali: Villafranca d'Asti in Piemonte e nel Valdarno in Toscana. Questa fauna era un pò

diversa da quella che attualmente si trova in Africa. Con il passare del tempo la fossa di deposito

della argille si andava riempiendo, il mare diventava sempre più sottile ed i sedimenti da argillosi si

trasformavano in sabbiosi, ricchi di conchiglie e dei loro resti.

Alla fine del periodo Pliocene, circa un milione e 800 mila anni fa, si verificarono importanti

cambiamenti: il clima si era andato raffreddando, una migrazione di fauna e flora di regioni più

fresche andava a sostituire quella VILLAFRANCHIANA di caratteristiche tropicali; iniziava

l'apertura dello stretto di Gibilterra tra l'Atlantico ed il Mediterraneo determinando l'apporto di

nuove specie di molluschi e foraminiferi che si troveranno come fossili nei depositi di terreni di

Nettuno.

Alla fine del Pliocene, probabilmente, qualche regione di Nettuno emergeva, tuttavia non sono stati

trovati ancora dei reperti sicuri, anche perché le successive ingressioni di mare nei periodi


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successivi al Pliocene hanno in parte eroso e distrutto i sedimenti precedenti. I depositi del Pliocene

inferiore (5-6 milioni di anni) costituiti da argille turchine piacenziane" passanti in alcuni punti a

marne sabbiose con una variazione di facies, affiorano a Nettuno in una culminazione anticlinale in

località tra Lavinio e Tor Caldara, a Tor Caldara, tra Tor Caldara ed Anzio. Esse costituiscono

anche il basamento impermeabile che si trova a qualche centinaio di metri non solo nella zona di

Nettuno ma anche di quasi tutta la costa tirrenica fino alle pendici degli Appennini. Queste argille a

marne a Nettuno sono poco ricche di fossili macroscopici: si possono trovare alcuni livelli di Ostrea

Coclear e sparsi Chlamys Angeloni, Nucule, Turritelle, Venus, Dentalium; mentre più numerosi

sono i microfossili con predominanza di planctonici: Globigerine, Amphistegine, Globorotalie,

Bulimine, Cassidulinee Discorbis.

Il Pliocene medio e superiore (4-2 milioni di anni) é caratterizzato da una arenaria calcarea

fossilifera chiamata "MACCO". Affiora a Nettuno Anzio; a Tor Caldara, tra Tor Caldara ed Anzio,

tra Anzio e Nettuno fino quasi al porto di Nettuno, vicino alla Scuola guardie di PUBBLICA

SICUREZZA, dietro al Cimitero americano, nella zona "LA CAMPANA". Nel centro storico di

Nettuno, il "MACCO" sta a debole profondità, mentre andando verso Torre Astura gli strati

s'immergono verso Sud-Est e si rintracciano a profondità variabili da i 10 ai 30 ai 50 metri andando

verso Est e Nord-Est.

Piuttosto che una monoclinale con culminazione Tor Caldara-Anzio e con inclinazione costante

verso Sud-Est, il "MACCO" ci sembra come una serie di blocchi in alcuni punti rialzati, quasi

affioranti, in altri, affossati, con faglie trasversali distensive lungo le direttrici Tor Caldara-Casale

Nuovo con un Horst, Loricina-Aprilia con un Graben, Torre Astura - Le Ferriere con un Horst, e

altre direttrici minori tra Borgo Sabotino e Cisterna. Movimenti postpliocenici hanno interessato

sedimenti pliocenici fagliandoli e riducendo la monoclinale ad una serie di blocchi rialzati ed

abbassati.


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Il contatto tra argille (Pliocene inferiore) e "MACCO" (Pliocene medio e superiore) è continuo,

mentre in alcuni punti, tra Tor Caldara e Anzio le argille vengono a contatto netto con le marne,

nate in una situazione batimetrica diversa delle argille. Il "MACCO" è nato quando il mare

pliocenico andava assottigliandosi.

La stratigrafia del territorio "pleistocenico" (inizio e medio Quaternario) presenta particolare

complessità perché, a determinare la facies e l'assetto delle diverse formazioni hanno concorso, oltre

ai fattori isostatici, eustatici e climatici d'influenza generale, anche fattori locali, che, in

concomitanza e talora in contrasto con quelli, né hanno complicato gli effetti. I fattori locali sono

rappresentati dall'Astura ed affluenti e dal vulcano Artemisio che è stato attivo per più di 700 mila

anni.

L'Astura e la sua foce subirono durante il Quaternario notevoli spostamenti con conseguenze sia

nell'assetto dei depositi direttamente legati al regime fluviale sia nell'accumulo che nell'estensione

dei depositi marini litorali. I prodotti del vulcanismo coprirono a più riprese il paesaggio

circostante, colmando le valli e deviando i fiumi.

Caratteristico e diffuso nella zona di Nettuno è il tufo "Lionato" di colore rossastro con scorie di

pomici nere mentre è verdastro ad Anzio. (Questo tufo è stato datato con il metodo K/Ar avere 430

mila anni). del mare come lasciati dalla trasgressione "CROTONIANA".

La vegetazione di tipo mediterraneo con la vite, il leccio, la sughera, la roverella, il cornus, il pino

marittimo, passa ad un querceto misto con il cerro, il farnetto, la farnia, il carpino, faggi, abeti, fino

alla formazione di una abetaia pura con Abies alba e Pinus mugo e silvestre che si trovano.

Attualmente la zona é in via di abbassamento a causa della costipazione dei materiali sedimentari e

all'emungimento della falda freatica fatto senza studi precisi.


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FABBRICATI ADIACENTI ALL’INTERVENTO

I fabbricati adiacenti l’intervento non superano i 4 piani di altezza e risultano in parte,

soprattutto gli edifici realizzati in c.a., avere almeno piano interrato adibito a cantine; I fabbricati

non si trovano tutti alla stessa quota, seguono infatti il naturale declivio dell’area. Si è ipotizzato che

il piano di fondazione dei Fabbricati sia oltre i 3,00 mt di profondità rispetto al piano strada da noi

considerato.

SCHEDE FABBRICATI ADIACENTI


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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Legge n. 1086 del 5 Novembre 1971. “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato

cementizio armato, normale e precompresso, ed a struttura metallica”.

Legge 21 giugno 1986, n. 317. «Procedura di informazione nel settore delle norme e

regolamentazioni tecniche delle regole relative ai servizi della società dell'informazione in

attuazione della direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 giugno 1998,

modificata dalla direttiva 98/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 luglio 1998»;

D.P.R. 21 aprile 1993, n. 246, «Regolamento di attuazione della direttiva 89/106/CEE relativa ai

prodotti da costruzione»;

D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia

edilizia;

DM 14 gennaio 2008 – “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” – NTA 2008

AZIONI

D.M. del 3 ottobre 1978. “Criteri generali per la verifica della sicurezza delle costruzioni e dei

carichi e sovraccarichi”.

C.N.R. 10012/8. Istruzioni per la valutazione delle Azioni sulle Costruzioni.

D.M. del 16 gennaio 1996. “Norme tecniche relative ai «Criteri generali perla verifica di sicurezza

delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi»”.

Circolare del 4 luglio 1996. “Istruzioni per l’applicazione delle «Norme tecniche relative ai criteri

generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi»”.

ZONE SISMICHE

Legge n. 64 del 2 febbraio 1974. “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per

le zone sismiche”.

D.M. del 3 marzo 1975. “Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.

D.M. del 3 marzo 1975. “Disposizioni concernenti l'applicazione delle norme tecniche per le

costruzioni in zone sismiche”.

D.M del 16 gennaio 1996. “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.

Circolare 10 aprile 1997, n.65/AA.GG. "Istruzioni per l'applicazione delle «Norme tecniche per le

costruzioni in zone sismiche» di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996.


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DM 14 gennaio 2008 – “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”

STRUTTURE IN C.A.

D.M. del 9 gennaio 1996. “Norme Tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle

strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.

Circ. Min. LL.PP. 15 ottobre 1996 n. 252AA.GG/S.T.C. "Istruzioni per l'applicazione delle

norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale

e precompresso e per le strutture metalliche".

Circolare M.LL.PP. del 31 Ottobre 1986: “ Istruzioni relative alle norme tecniche per

l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per strutture metalliche”.

DM 14 gennaio 2008 – “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” – NTA 2008

ANALISI MEDIANTE ELABORATORE ELETTRONICO, REDAZIONE RELAZIONI DI CALCOLO

CNR 10024/86 - Analisi di strutture mediante elaboratore: impostazione e redazione delle relazioni

di calcolo.

DIAFRAMMI

UNI EN 1538:2002. Esecuzione di lavori geotecnici speciali: Diaframmi.

MATERIALI

CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO (UNI EN 206-1)

Classe di Esposizione: XC2 – XF1,

Classe di Resistenza: C 25/30 (fck 25 N/mm2, Rck 30 N/mm2);

Classe di Consistenza: (UNI 9418) S4/S5

Max. Diametro Inerti: Dmax = 20/32 mm

ACCIAIO per C.A. ARMATURA LENTA

Feb 44k

ACCIAIO per TREFOLI


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Rilassamento dopo 1000 ore al 70% di fptk • 2,5 %

Tensione caratteristica all’1% di deformazione: fp(1)k = 1670 MPa;

Tensione caratteristica di rottura: fptk = 1860 MPa;

Modulo elastico: E = 195 ± 10 Gpa

ACCIAIO

Fe 510

PARAMETRI SISMICI

Sistema Strutturale Struttura intelaiata

S (grado di sismicità): 6

ag (acc. picco al suolo): 0.15g

zero sismico +0.00

• (coeff. fondazione): 1.00

• (coeff. struttura): 1.20

I (coeff. protezione sismica): 1.20

R (coeff. risposta): 1.00 per T0 • 0.80se

0.862/T0^(2/3) per T0 > 0.80sec

CONCLUSIONI

Dall'analisi eseguita si può dunque concludere che con la realizzazione del nuovo parcheggio

interrato non si avranno interferenze SIGNIFICATIVE con gli edifici limitrofi.

Ad ogni modo prese in considerazione le analisi preliminari:

1. le distanze presenti tra questi e l'autorimessa e la qualità dei terreni, tali da escludere la

possibilità di cedimenti nelle zone circostanti il parcheggio significativi ai fini della stabilità

generale.

2. la disposizione plano-altimetrica dell'autorimessa delle opere di contenimento dei fronti di

scavo, tali da escludere ogni tipo di interferenza con le fondazioni e le strutture in elevazione


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degli edifici circostanti.

3. la tipologia costruttiva.

4. le informazioni di carattere geologico sulla scorta delle quali non si sono evidenziate

condizioni litologiche particolari tali da provocare fenomenologie di dissesto per cedimenti

differenziali.

Il Tecnico

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