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RIVELAZIONI DI DIO Jakob Lorber IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI 4° Volume La vita e gli insegnamenti di Gesù nei tre anni della Sua predicazione

IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Vol.04 - 6.ed.2008 (Jakob Lorber)

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La Parola del Signore attraverso Jakob Lorber

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  • 1. RIVELAZIONI DI DIOJakob LorberIL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI 4 Volume La vita e gli insegnamenti di Ges nei tre anni della Sua predicazione

2. LE OPERE DI JAKOB LORBERIL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO 3 vol.- 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a No)LE DODICI ORE - 1841 - (le atrocit dei popoli della Terra nel 1841)IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI - 1841 - (la pi grande Opera compiuta dalla Divinit)LA LUNA - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite)SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta)LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale)IL GROSSGLOCKNER - 1842 - un monte austriaco - (lo scopo delle montagne)IL SOLE NATURALE- 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro pianeta Sole)IL SOLE SPIRITUALE 2 vol.- 1842/1843 - (il pi grande trattato sullAldil)SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI- 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche)LINFANZIA DI GES- 1843/1844 - (la vita di Ges fino a 12 anni)LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNIT DI LAODICEA - 1844 -SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GES - 1845 -LA TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso)OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte)IL VESCOVO MARTINO- 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato figlio di Dio)DALLINFERNO AL CIELO2 vol. - 1848/1851- (la redenzione dei peccatori nellAldil)LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE- 1851 - (metodi di guarigione)I TRE GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegn Ges nei tre giorni nel Tempio)DONI DEL CIELO 3 vol.- 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber)IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI 10 vol -1851/1864-(vita e insegnamenti di Ges)VARIEBIOGRAFIA DI JAKOB LORBER (di Karl G. Ritter von Leitner)CD-ROM(lintera Opera in Volumi formato Pdf)SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini)LIBRI ESTRATTI DALLOPERA DI LORBERIL RITORNO DI CRISTO(profezie di J. Lorber e G. Mayerhofer)TESTIMONIANZE DALLA NATURA(il regno minerale, vegetale e animale)SUPPLEMENTO AL G.V.G.(chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento)SVELATI I MISTERI DELLANTICO EGITTO (Lucilla Zava)GES E LORDINE DEGLI ESSENI (Vincenzo Manzoni Giuseppe Vesco)IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA (Alfio Pazzini)FINE DEL MONDO entro il 2031(Jakob Lorber Giuseppe Vesco)2 3. ALTRI MISTICIIL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI - 11 vol.(Leopold Engel)NELLALDIL (comunicazione di un defunto) (Leopold Engel)53 PREDICHE DEL SIGNORE(Gottfried Mayerhofer)SEGRETI DELLA VITA (Gottfried Mayerhofer)SEGRETI DELLA CREAZIONE(Gottfried Mayerhofer)LA VOCE DEL MAESTRO(Eva Bell Werber)LA VIA PER UNA COSCIENZA PI ELEVATA (Eva Bell Werber)ALLA SUA PRESENZA(Eva Bell Werber)COLLOQUI SILENZIOSI CON IL SIGNORE (Eva Bell Werber)I DIECI SANTI COMANDAMENTI (A.Hedwig K.)LE SETTE PAROLE DI GES SULLA CROCE (Antonie Groheim)COME ORDINARE I VOLUMICasa editrice GES La Nuova RivelazioneVia Vittorio Veneto 167, 24038 SANTOMOBONO TERME (Bergamo)Tel.-Fax: 035-851163Cell. 347-1041176E-mail [email protected] QUALSIASI INFORMAZIONE RIVOLGERSI A:Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148 30035 MIRANO (Venezia)Tel. Fax. 041-436154E-mail [email protected] Internet www.jakoblorber.it3 4. Unit di misura austriache del 18/19 secolo usate nei testi:1 Braccio= 77,8 cm1 Cubito = 77,8 cm1 Emero= 56,6 litri1 Eone = 10120 (1 con 120 zeri)1 Jugero o Joch= 5754,664 mq1 Klafter o Tesa = 1,9 m1 Libbra = 560 g1 Linea= 2,2 mm1 Ma= 1,4 litri1 Miglio austriaco = 7,586 km1 Miglio tedesco = 7,42 km1 Pertica= 3,8 m1 Piede= 31,6 cm1 Pollice= 2,63 cm1 Quintel= 4,4 grammi1 Secchio= 56,6 litri1 Spanna = 20 cm1 Startin= 566 litri1 Statere= piccola moneta antica1 Tesa o Klafter = 1,9 mTraduzione dalloriginale tedesco JOHANNES das groe EvangeliumOpera dettata dal Signore nel 1851-64 al mistico Jakob Lorber7. edizione tedesca 1982 Casa Editrice: Lorber Verlag - Bietigheim - GermaniaCopyright by Lorber VerlagCopyright by Associazione Jakob LorberRingraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e lOpera di Divulgazione Jakob Lorbere.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume.Traduzione di Piacentini SalvatoreRevisione a cura dellAssociazione Jakob Lorber (2003)In copertina: Il sermone sulla montagna, dipinto della mistica austriaca Maria MaddalenaHafenscheer. Spiegazioni e storia nellultima pagina.4 5. PrefazioneNella fase finale di questepoca, in cui le pi importanti profezie annunciano loscatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto,tramite il profeta Jakob Lorber, il pi grande messaggio di salvezza a tutti i popolidella Terra.A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato unoperamonumentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 36 volumi.Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali piprofonde e significative, il cui fine la comprensione del processo creativodelluomo, della sua trasformazione e del suo destino finale.Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, ededic tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che stata comunicataproprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi.Lo scrivano di DioJakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria)da una famiglia di contadini. Lorber pass i primi anni della sua infanziapartecipando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifest un grandedesiderio di istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applicdunque negli studi e nella musica, diventando maestro elementare, insegnante dipedagogia e maestro di violino. Il suo impulso verso una cultura spiritualesuperiore lo port alla lettura delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Bhme,Tennhardt e Kerning.Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori disupplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando lorgano inuna chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre allaricerca di una posizione stabile. Non riuscendo per a trovare un posto diinsegnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suoavvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimoviolinista ed ebbe lonore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anchealcune lezioni di perfezionamento.La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarantanniottenne limportante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorberaccett con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita,allimprovviso, prese una direzione completamente diversa.Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sent risuonare una voce nel cuore chegli disse: Alzati, prendi la penna e scrivi!. 5 6. Egli ubbid subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano etrascrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo eralinizio dellopera Il Governo della Famiglia di Dio ovvero Storia dellacreazione primordiale del mondo spirituale e materiale, nonch dei primipatriarchi. E le prime frasi di questa Voce misteriosa dicevano: Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metter la risposta nelcuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore pieno di umilt, percepiranno il suonodella Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenerasposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mivedr sempre come un fratello vede laltro fratello, e come Io lo vedevo findalleternit, prima ancora che egli fosse. Dopo questo avvenimento, Lorber declin lofferta fattagli e da quel momento,nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli serv da zelante scrivano aquesta misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore. Lorber scriveva quasi ogni giorno gi di buon mattino e faceva scorrere la pennacon discreta velocit, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere unpasso dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa diquanto udiva. A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la santissimaParola del Signore sempre nella regione del cuore come un pensierochiarissimo, luminoso e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto possaessermi vicino, pu percepire un qualcosa di una qualche voce. Per me, per,questa Voce di Grazia risuona pi limpida di qualsiasi altro suono materiale,per quanto forte esso sia. possibile conoscere un po pi da vicino la vita di Lorber da una lettera che lostesso Lorber indirizz al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c unarisposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suoamico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano diLorber rivolge a Busch le seguenti parole: Mio caro amico, tu Mi cerchi, perch Mi ami; ed perci facile per te seguireil Mio comandamento dAmore in maniera viva ed efficace. Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad ogni tipo dicose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla fine non credono pi anulla - se non a quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimopossibile possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose sonopi furbi dei figli della luce! Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che maiverranno nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore(Lorber) veramente povero per amor Mio, poich egli potrebbe essere moltoricco dato che possiede, anche per Mia Grazia, le migliori doti di musicista.6 7. Egli per ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose - tutto per il grandeamore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e60 centesimi li distribuisce fra i poveri.Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella, per quantolontana, a lui nota come questa Terra. Con locchio del suo spirito le pucontemplare ed ammirare a suo piacimento, ma queste cose lo interessano pocoperch solo Io sono per lui Tutto in tutto!Ora vedi, questa lunica via giusta che conduce al Mio cuore!Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la legge fin dallafanciullezza e con ci avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Per glisembrava di non averla ancora. Per questo venne da Me e domand che cosaavrebbe dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: Osserva icomandamenti!. Egli per ribad di aver fatto ci gi dalla fanciullezza! Al chegli dissi: Se vuoi di pi, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i poveri, poivieni e seguiMi e allora i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!. Vedi,questo Io lo dico ora per a ciascuno: Chi vuole avere molto da Me, devesacrificarMi anche molto - chi per vuole tutto, vale a dire Me Stesso, costui deveanche sacrificarMi tutto, affinch noi diveniamo una cosa sola.Tu, per, Mi hai gi sacrificato molto e perci riceverai anche molto!Lamore puro e disinteressato perci dinanzi a Me il massimo! Questo pocosia detto, amico, per tua consolazione. Amen.Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la pi importanteopera mai comunicata allumanit, si avvicin anche per Lorber la fine della suaperegrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addormentdolcemente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale gi da lungotempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhardpresso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione delleletto servitore escrivano di Dio.La Nuova RivelazioneQuesta imponente opera composta da una serie ragguardevole di volumi, chegi sotto laspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono unatestimonianza della pi sorprendente fertilit spirituale.Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente:Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44);Le dodici ore (1841);Il grande Tempo dei tempi (1841);La Luna (1841);Saturno (1841/42); 7 8. La Mosca (1842);Il Grossglockner (1842);Il Sole Naturale (1842);Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43);Spiegazione di Testi biblici (1843);Linfanzia di Ges (1843/44);Lettera di Paolo apostolo alla comunit di Laodicea (1844);Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Ges (1845/46);La Terra (1846/47);Oltre la soglia (1847);Il vescovo Martino (1847/48);DallInferno al Cielo - 2 volumi (1848/51);La forza salutare della luce solare (1851)I tre giorni nel Tempio (1859/60);Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864)Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64).Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capitolidintroduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiegazionisullEssenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sullaformazione dei mondi materiali e sulla creazione finale delluomo.Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sullaldiqua elAldil sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempoviene mostrata la Via sulla quale si pu giungere dalliniziale imperfezione umanaalla futura perfezione divina.Lopera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, il gioiello pi imponenteche rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In essoci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ci che Ges ha detto e fattonei tre anni del Suo insegnamento terreno.In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbiasono certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Ges,ha insegnato e operato molto di pi di quanto stato tramandato ai posteriattraverso gli attuali Vangeli.Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente ericonsegnare integralmente allumanit tutto ci che era stato rivelato da Ges allacerchia pi ristretta dei Suoi discepoli.Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengonofinalmente svelate e chiarite.Solo in questepoca, infatti, lumanit preparata e matura per accogliere ecomprendere la profonda verit sui pi importanti misteri divini, sulla continuitdella vita e sul destino finale delluomo.8 9. Il libro Il Grande Vangelo di GiovanniLopera pi voluminosa della Nuova Rivelazione il GRANDE VANGELODI GIOVANNI, in cui viene riferito integralmente tutto quello che Ges hadetto durante i suoi tre anni dinsegnamento e di peregrinazioni sulla Terra.Sono stati anni di intensissima attivit, ricchissimi di opere, dalle pi umili equotidiane alle pi sublimi e divine, che sono state omesse dai Vangeli.Il Signore, tramite Jakob Lorber, ha voluto restituire allumanit diquestepoca la versione integrale del periodo pi straordinario della vita diCristo.Ben 6.000 pagine sono state necessarie per ricreare lo scenario in cui Dio,agendo da uomo, Si offre come modello vivente che tutti gli uomini sonochiamati ad imitare.Accanto alle descrizioni della vita pubblica di Cristo nei suoi ultimi tre anni,vengono rivelati dalla Voce di Dio i pi importanti misteri sulla Creazione,rendendoli comprensibili agli uomini.Vengono date risposte convincenti a quei temi su cui luomo da sempre si affannosamente interrogato: la libert, il destino, la sofferenza, il male, icastighi, la morte, lAldil.Ci che caratterizza questopera il Progetto damore di Dio che ha in serboper chi lo riconosce come Padre un destino meraviglioso: quello di diventaresimile a Lui.Alla base della storia damore che Dio vuole iniziare con gli uomini c la Suaimmensa solitudine e la Sua decisione di circondarsi di esseri viventi,trasformando un iniziale non-essere incosciente in un futuro essereconsapevole e autonomo.Da queste rivelazioni divine luomo viene invaso da un senso di serenitperch acquisisce la certezza cheTutto ci che accade, la migliore soluzione voluta da Dio. Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasionedi incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue pi profondedomande.Associazione Jakob LorberVenezia, gennaio 20009 10. SULLE SETTE EDIZIONI DEL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Loriginale del Grande Vangelo di Giovanni fu ricevuto da Lorber negli annicompresi tra il 1851 e il 1864. La prima edizione dellopera in sette volumi fu pubblicata a cura di Johannes Buscha Dresda, a sue spese, a partire dallanno 1871. Egli per non aveva a disposizioneloriginale e quindi si serv di una copia, presumibilmente proveniente dalla cerchia diamici triestini che si occupavano dellopera di Jakob Lorber. La seconda edizione che si basava sulla prima, ma non pi in scrittura continua,bens suddivisa in capitoli numerati e versetti, composta ora da dieci volumi, fuconclusa dopo sei anni e mezzo dal successore di Johannes Busch, Cristoph FriedrichLandbeck, nella sua casa editrice neoteosofica, ora gi a Bietigheim, nel 1891. La seconda ristampa di Landbeck, ora anche in versetti numerati - di conseguenza laterza edizione di tutta lopera - fu pubblicata a Bietigheim nel 1909. Ma solo la quarta edizione del G.V.G., pubblicata a partire dal 1922 da Otto Zluhannella sua qualit di erede di Padre Landbeck, si basa sulloriginale, cio sulmanoscritto originale di Jakob Lorber che era giunto, in modo finora non chiarito, aMediasch in Transilvania, da dove lallora gi attempato Padre Landbeck lhaportato a Bietigheim personalmente poco prima della sua morte. A Otto Zluhan si presentava la necessit di una revisione radicale delloperavoluminosa secondo i manoscritti originali di Jakob Lorber, revisione che una cerchiadi collaboratori esperti, nel corso di molti anni, ha condotto in modo radicale,estremamente coscienzioso e responsabile. Differenze o discordanze rispetto alle precedenti edizioni non sono causatedunque da un divergere dalloriginale primitivo, bens, al contrario, dal ricondurre,solo in questo momento divenuto possibile, i testi alloriginale primitivo. Nel 1930 si cominci con la pubblicazione della quinta edizione. Nel 1937 la Neu-Salems-Verlag sub il divieto di esercizio da parte della GESTAPO,ma nel 1938 Otto Zluhan pot continuare a dirigerla con il nome di Lorber Verlag, percon la restrizione di poter eseguire consegne solo allestero. Nel 1941 fu chiusanuovamente la casa editrice dalla GESTAPO e Otto Zluhan fu arrestato. La quinta edizione, conclusa nel dopoguerra, e la sesta edizione del G.V.G. sibasavano sulla quarta edizione degli anni venti. In occasione della presente settima edizione del G.V.G. -curata ora da FriedrichZluhan successo a Otto Zluhan - che non pi composta e pubblicata in caratterigotici, ma latini, la Lorber Verlag si decisa a comparare i testi ormai stampatiimmutati da sessantanni, ancora una volta con i manoscritti originali di Jakob Lorber. Questa comparazione, ancora una volta intrapresa da un certo numero dicollaboratori esperti, ha confermato in modo convincente il lavoro, citato sopra,radicale, estremamente coscienzioso e responsabile dei predecessori. H.E.SponderMerano, 198110 11. IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Volume 41. Capitolo La vera sapienza e ladorazione vivente di Dio 1. Dopo esserMi alzato, e dopo che tutti quelli che erano con Me trascorseropi di tre ore sonnecchiando dolcemente, chiamai subito i tre e chiesi loro perchnon avessero dedicato anchessi quelle tre ore al sonno ristoratore. 2. Dice Mataele: O Signore di ogni Magnificenza e Sapienza! Chi pu averebisogno di dormire dopo aver ottenuto, attraverso la Tua parola, il pi possenteristoro? Noi tre ci troviamo tanto rinvigoriti come se avessimo dormito saporita-mente tutta la notte. Noi tre, nel Tuo Nome, abbiamo impiegato le tre ore ditempo nel miglior modo possibile, e per concessione della Tua Grazia immensaabbiamo imparato cose di cui certo nessun mortale ha mai finora saputo niente,nemmeno in sogno. Ed per questo che noi ora Ti rendiamo le pi sentite e calo-rose grazie; Tu solo sei il Signore, e sei dappertutto il Tutto nel tutto; a Te solovada dunque tutto il nostro amore e la massima venerazione! 3. Dico Io: Allora sta bene! Io certo sono a conoscenza di tutto quello di cuiavete effettivamente discusso e che avete imparato prima del tempo a voi destina-to a questo scopo! Ma poich ormai queste cose le avete imparate, per ora teneteleper voi, ed anche pi tardi vedete di non farne un uso ingiusto, dato che i figli diquesta Terra non sono in grado di poterle comprendere, poich essi non provengo-no da quelle sfere da dove provenite voi. Per voi apprenderete delle cose ancorapi grandi quando lo Spirito Santo verr sopra di voi. Questo Spirito sar Io ungiorno ad inviarLo sopra di voi dai Cieli, ed Esso soltanto vi sar da guida in ogniverit! Ora Questo sar lo Spirito dellAmore, il Padre in Persona, il Quale vi edu-cher e vi ammaestrer affinch voi tutti possiate venire l dove Io sar. 4. Perci in verit vi dico: Nessuno verr a Me se non sar attratto a Me permezzo del Padre!. Voi tutti dovete venire ammaestrati dal Padre, vale a dire dal-leterno Amore in Dio, se volete venire a Me! Voi tutti dovete essere perfetti coscome perfetto il Padre che nei Cieli. Per il molto sapere come pure la moltae pi ricca esperienza non vi faranno avvicinare alla meta, ma soltanto il viventeamore per Dio nonch il vivente amore per il prossimo; ecco, qui si cela il gran-de mistero della rinascita del vostro spirito da Dio e in Dio. 5. E ciascuno dovr prima passare con Me per la porta stretta della piena abne-gazione di se stesso fino a diventare come sono Io. Ciascuno deve cessare diessere qualcosa per s, per poter diventare tutto in Me. 6. Amare Dio sopra ogni cosa vuol dire: sorgere in Dio e penetrare del tutto inLui; amare il prossimo vuole dire ugualmente: penetrare completamente nel 11 12. prossimo, altrimenti non lo si pu amare interamente; un mezzo amore invecenon di utilit n a chi ama n a chi amato.7. Se sei su unalta montagna, e ti vuoi godere tutto il panorama da ogniparte, devi arrampicarti in ogni caso fino alla massima vetta, perch da unaqualsiasi cima pi bassa ti rimarr sempre nascosta una buona parte del pano-rama totale. Per conseguenza anche nellamore, tutto, comprese le cose piesteriori, deve sorgere e sgorgare dal pi intimo dellessere, affinch i fruttidellamore possano rivelarsi in voi.8. Il vostro cuore un campo, lamore operante la viva semente, mentre i fra-telli poveri rappresentano il campo concimato; chi di voi deporr la semente inabbondanza nei solchi del campo ben concimato, costui godr anche di un riccoraccolto. Con quanti pi poveri concimerete il campo, tanto pi vigore questoacquister, e quanto pi abbondante semente vi spargerete, tanto pi abbondantesar anche il raccolto. Chi seminer riccamente, far un ricco raccolto, ma chiinvece sar parco nella semina, raccoglier anche parcamente.9. Ebbene, la sapienza suprema sta nel fatto che voi diventiate sapienti attra-verso il pi vivente amore. Qualsiasi sapienza per che non abbia quale fonda-mento lamore, non ha nessun valore! Perci le vostre cure siano rivolte nontanto al molto sapere, quanto piuttosto al molto amare, ed in questo modo lamo-re vi dar quello che nessuna sapienza sar in grado di darvi. sicuramente beneche voi tre abbiate impiegato con il massimo zelo le tre ore per arricchire in varimodi la vostra conoscenza e la vostra esperienza, ma da tutto ci, di per s, potrderivarne ben poco vantaggio alle vostre anime; tuttavia se in avvenire dediche-rete con pari zelo il vostro tempo allamore del prossimo, una giornata sola sargi di immensa utilit per le vostre anime!10. A che cosa potrebbe giovarvi al Mio cospetto se da parte vostra - conside-rando la Mia Potenza, la Mia Grandezza e la Mia Magnificenza in eterno incon-cepibile - voleste addirittura disciogliervi per lammirazione, mentre dinanzi allavostra porta piangessero inutilmente i poveri fratelli e le sorelle stretti nellamorsa dolorosa della fame, della sete e del freddo? Oh, come sarebbero vane emisere anche le pi rumorose esclamazioni di giubilo e di lode ad onore e gloriadi Dio, qualora dovessero sopraffare il grido di dolore e i lamenti dei poveri fra-telli! A che cosa possono giovare tutte le fastose cerimonie e tutti i pi abbon-danti sacrifici nel Tempio, quando davanti alla porta del Tempio c un poverofratello che muore di fame!11. Siano perci le vostre indagini rivolte anzitutto l dove c la miseria dei vostripoveri fratelli e sorelle: a questi porgete aiuto e conforto! Ed allora, in un solo fratel-lo che voi avrete soccorso troverete molto pi di quanto trovereste nel visitare tuttele stelle delluniverso e poi Mi aveste glorificato con il linguaggio dei serafini!12. In verit, in verit Io vi dico: Tutti gli angeli, tutti i Cieli e tutti mondi contutta la loro sapienza non possono in eterno mai darvi quello che voi poteteacquistare porgendo vero aiuto ad un misero fratello con tutte le vostre forze e12 13. con tutti i vostri mezzi! Niente esiste al Mio cospetto di pi sublime e di pi vici-no a Me dellamore vero e puro che si traduce nelle opere!.13. Mentre preghi Dio - e nello stesso tempo odi il lamento del tuo povero fra-tello venuto ad implorare soccorso proprio nellora che tu dedichi alla preghiera etu, seccato, non gli vuoi dare retta - allora sia maledetto il vano vociare della tuabocca! Poich la Mia vera Gloria sta solamente nellamore, e non nel voco vuotoe inconsistente delle tue labbra!14. Voi non dovete essere come Isaia ha esclamato: Ecco, questo popolo Mionora con le labbra, mentre il suo cuore ben lontano da Me!, ma quando Mipregate, fatelo in spirito e in tutta verit! Poich Dio uno Spirito, e come Talepu venire adorato soltanto in spirito e in verit.15. Dunque, la sola e vera preghiera a Me gradita non consiste nel muovere lalingua, la bocca e le labbra, ma consiste unicamente ed effettivamente nel mette-re in pratica lamore. A che cosa pu servirti adornare la tomba di un profetaimpiegandovi anche molte libbre doro (molti kg doro), ma se cos facendo nonhai ascoltato la voce del misero fratello che soffre e invoca soccorso? Credi forseche Io Mi compiacer della tua azione? O stolto! Anzi, il Mio occhio ti guardercon ira perch non hai ascoltato la voce di un vivente mentre stavi rendendoonore ad un morto!. 2. CapitoloIl destino dei luoghi della Palestina 1. Vedete, perci anchIo ho gi preso le disposizioni opportune, affinch le loca-lit che noi stiamo visitando non esistano pi gi tra cento anni, e ci allo scopoche con il tempo non venga a stabilirsi una idolatria troppo rozza rispetto ad esse! 2. La Mia Nazaret non sar pi trovata, ma ve ne sar unaltra oltre questemontagne verso occidente; Genezaret si estinguer, e rimarr soltanto Tiberiadeal di qua del mare; Cesarea di Filippo - dove ora ci troviamo - sar gi svanita,per ne rimarr una sulle alture di Meron (un lago) da dove il Giordano scorregi verso di noi, ed unaltra verso occidente nelle vicinanze del grande Lagosalato (Mar Morto) e precisamente dalla parte dove si trovano, a non moltadistanza, Tiro e Sidone. Il paese di Samaria, per, verr conservato soltanto inparte, da qui verso mezzogiorno fino al grande mare, mentre la parte minore chegiace pi verso oriente, con la vera Sichar ed il vero monte Horeb sar cancella-ta, e i futuri successori la cercheranno e la troveranno non lontano dal grandemare, tuttavia vi sar solo il nome e una montagna dirupata, ma non la verit, ela stessa sorte toccher a Gerusalemme e a moltissime altre localit della Terrapromessa che sar tramutata in un deserto in molteplici modi. 3. Prendete bene nota di tutte queste cose, perch esse accadranno di sicuro,affinch lumanit, nel suo zelo idolatra verso questi luoghi, non lasci inascoltata 13 14. la voce dei poveri fratelli e sorelle. Sar opportuno che su tutti i fanatici scendala confusione, e nella falsa Nazaret essi cercheranno talmente tanto la Miacapanna da divenirne stolti, poich la vera Nazaret, poco dopo che Io sar salitonel Mio Regno, sar rasa al suolo. 4. Chi cercher e scruter le cose vane, costui anche trover cose vane, e nemorir; ma chi invece cercher la vera Nazaret nel proprio cuore, la trover in cia-scun fratello povero, ed una genuina Betlemme la trover in ogni sorella povera. 5. Verranno tempi in cui gli uomini giungeranno qui da molto lontano e cerche-ranno questi luoghi. Sicuramente rimarranno i nomi, ma non i luoghi. Anzi, ipopoli dEuropa muoveranno guerra per il possesso di questi luoghi, e sarannodellopinione e della fede di renderMi cos un grande servizio, mentre nella loropatria avranno abbandonato moglie e figli, fratelli e sorelle, languenti e senzaaiuto, nella pi squallida miseria! 6. Ma quando essi un giorno, nellAldil, verranno da Me per ricevere la ricom-pensa che si aspettano per le loro fatiche e i loro sacrifici, Io allora far s chevenga resa manifesta la loro immensa stoltezza, e mostrer loro quanta desolazio-ne avranno sparso fra gli uomini con la loro rozza stoltezza, da Me mai comanda-ta, ed in primo luogo fra coloro che saranno stati anzitutto affidati alle loro cure,cio le loro misere e deboli mogli e figli ed altri simili bisognosi di soccorso nelleloro case! E verr fatto capire loro che non potranno entrare nella Luce della MiaGrazia se prima non avranno risarcito completamente tutto il male causato, ciche riuscir loro molto difficile, considerato che a tale scopo essi non disporrannoche di mezzi quanto mai scarsi nella loro debole luce crepuscolare del regno deglispiriti sopra e sotto la Terra in cui si troveranno immersi. 7. S, Io vi dico che, a causa della immensa stoltezza degli uomini, questi luo-ghi saranno dati in preda ad un popolo di pagani. E per mezzo di questo popoloIo far flagellare i falsi coloro che professeranno falsamente la Mia Dottrina, aoriente ed a occidente, nel meridione e nelle regioni del settentrione. 8. Abbiate dunque cura che la stoltezza e la cieca superstizione non prendanopiede in mezzo alla Mia Dottrina della Vita e al vero riconoscimento di Dio perlunica via dellamore operoso. Questo amore dar a ciascuno la vera luce, e lagiusta e illimitata visione di tutte le cose nel mondo della natura ed in quellodello spirito! Questo e resta in eterno il solo efficace mezzo e la sola vera viaper arrivare a Me e nel Mio Regno eterno. 9. Io solo, quale lAmore dalleternit, sono la Luce, la Via, la Porta e la Vitaeterna! Chi vuole penetrare nel Mio Regno della Luce da qualche altra parte,costui simile ad un ladro e ad un predone, e sar cacciato fra le tenebre piestreme gi in questa vita, e molto di pi ancora un giorno nellaltra. Ecco chevoi ormai sapete ci che dovete fare, e ci che buono e giusto al Mio cospetto.Cos operate, e cos procederete per la retta via! 10. Ed ora noi andremo a trovare i nove annegati, e tu, o Marco, fa portare delvino, perch ne avremo bisogno!14 15. 3. CapitoloIl Signore presso i nove annegati 1. Dopo di che ci recammo l dove erano adagiati i nove, ed Io feci girare iloro corpi con la faccia allins; e quando si trovarono in questa posizione, dissi aMarco: Versa a ciascuno qualche goccia di vino in bocca!. La cosa era facil-mente eseguibile, dato che tutti avevano la bocca aperta, e quando cos fu fatto,Io dissi a tutti i presenti: Avvicinatevi, e chiunque fra voi sia debole di fede,esamini se i nove sono o no assolutamente morti! 2. Ora fra i trenta farisei convertiti cera pure un medico il quale sapeva benegiudicare se un corpo fosse o no completamente morto. Costui si avvicin aicadaveri dicendo: Non sono venuto per verificare se questi annegati siano effet-tivamente morti, poich io non ho il bench minimo dubbio sul fatto che essisiano davvero morti, ma sono venuto per fornirvi, quale esperto in tale genere dicose, una valida prova che la vita ha del tutto abbandonato questi nove. Alloraegli cominci a palpare i nove, ne esamin gli occhi e il naso ippocratico(1) ,segni questi certissimi della morte completa e dellassenza assoluta di ogni spiri-to fisico-vitale. 3. E dopo che il medico ebbe terminato il suo esame, ed ebbe pronunciato inquesto senso la sua sentenza confermata pure dalla testimonianza di tutti i presentiche lavevano trovata giusta e valida, egli aggiunse ancora: Non soltanto adesso,ma gi ieri, dopo unora dallessere stati travolti dallacqua, essi erano altrettantomorti quanto lo sono in questo momento; inoltre, a giudicare dalla deformazionedel naso e dallodore che esalano, gi iniziato anche il processo della decompo-sizione. Ormai non vi n scienza, n capacit, n forza umana che possa richia-marli in vita. Una cosa simile non la potrebbe fare che Colui il Quale richiamerin vita tutti i morti, fuori dalle loro tombe, nel giorno del Giudizio! 4. Dico Io allora: Affinch, dopo questa valida testimonianza del medico,riconosciate bene la Gloria del Padre nel Figlio delluomo, Io invoco ad alta voceil Padre e dico: Padre! Glorifica il Tuo Nome!. 5. In quello stesso istante molti sentirono una Voce, come di molteplice tuono,rispondere: "Io Lho glorificato in Te, o dilettissimo Figlio Mio, perch Tu seiColui nel Quale Io ho il massimo compiacimento! Tutta lumanit Ti ascolti!. 6. Molti udirono queste parole, ma molti altri invece non sentirono che unfragore di tuono, e domandarono come avesse potuto manifestarsi il fenomeno.Ma coloro che nel tuono avevano percepito delle parole, resero testimonianzadi quanto avevano udito, e gli altri ne rimasero stupiti e dissero: La cosa strana; noi non abbiamo sentito che il rumore del tuono, ma se voi, che siete la(1)inanimato, immobile. Nota del revisore. 15 16. maggioranza, avete udito le stesse parole, crediamo anche noi come se le avessi-mo udite con i nostri stessi orecchi. Ma pure da tutto ci risulta allora che questoMaestro solo il figlio, e non il Padre santo ed onnipotente che dimora nel Cieloe che nessuna creatura umana pu vedere ma solamente udire in certi momentiparticolarmente sacri! Dunque, allora anche Mos deve essere stato un figlio del-lAltissimo, considerato che a suo tempo ha fatto grandi miracoli, e simile a luidevono essere stati gli altri profeti; la sola differenza che questo Nazarenodovrebbe certo essere il pi grande fra tutti i profeti, dato che egli compie mira-coli pi grandi e pi numerosi!7. Dice allora Murel che aveva udito benissimo questa opinione: No, voi visbagliate, e si vede che siete ben lontani dallaver compreso come stanno le cose!Chi prima di Mos ha annunciato, mediante lo Spirito del Signore, appunto unMos, chi un Elia, chi un Samuele e chi uno dei quattro grandi profeti? Essi ven-nero suscitati come per caso da Dio e profetizzarono; e di Chi profetizzarono perlo pi? Appunto di Colui che ora ci sta dinanzi. La Voce che ora fu udita comeun tuono possente era assolutamente altrettanto la Sua propria Voce, come Sua quella che per bocca del Suo corpo parla a noi; il divario consiste soltanto nelfatto che con la voce del Suo corpo Egli parla a noi come uomo, mentre permezzo della Voce del tuono Egli Si fatto udire come Colui che era in eterno edin eterno sar, che ha creato tutto ci che esiste e che diede sul Sinai le leggi alpopolo fra lampi e tuoni. Perci soltanto a Lui ogni cosa possibile, anche quel-la per cui, per il Suo immenso Amore a noi, Suoi figli, potuto diventare unuomo come lo siamo noi, altrimenti sarebbe perfettamente escluso che Eglipotesse venire mai, in eterno, visto e completamente riconosciuto dai Suoi figliche Egli ama sopra ogni cosa!. 4. CapitoloLe disposizioni del Signore per la resurrezione degli annegati1. Allora Io Mi avvicino a Murel e gli dico: Hai parlato bene, o figlio Mio! Tusei dunque davvero a fondo nella verit ed hai rettificato perfettamente, in modoconforme alla verit, lopinione di coloro che non vedevano troppo bene le cose.Tu diverrai un eccellente strumento per combattere le idee degli ebrei e dei paga-ni, e la ricompensa che ti attender nel Cielo non sar certo piccola.2. Ma ora tempo di accingerci allopera che Io ho destinato per voi, affinchciascuno possa toccare con mano che solo Io sono veramente Colui che dovevavenire secondo le predizioni di tutti i profeti fino a Simeone, Anna, Zaccaria eGiovanni che fu fatto decapitare da Erode. Vedi, questi annegati saranno tuttifatti rivivere, ed essi se ne ritorneranno alle loro case. Ma quando avranno riac-quistato completamente la vita e le forze sufficienti, non tratteneteli, ma lasciate16 17. che se ne vadano subito; basta solo che, quando Io avr abbandonato questi luo-ghi, qualcuno di voi dichiari loro quello che accaduto qui nei loro riguardi!3. E dopo esserMi espresso cos Io dissi a Marco: Ora versa di nuovo del vinonella loro bocca!4. E Marco esegu, per Cirenio e Cornelio Mi domandarono perch fossenecessario versare in bocca agli annegati del vino prima di richiamarli in vita.5. Allora Io risposi: Agli scopi della rivivificazione di questi nove, ci nonsarebbe affatto necessario, per, dato che, dopo aver riacquistato la vita, essi siallontaneranno subito da qui, necessario che il loro corpo venga rinvigorito, etale risultato lo si otterr appunto versando nelle loro bocche del vino primaancora che vengano fatti rivivere. Il vino viene assorbito dai nervi del palato edella lingua, e in questa maniera lazione viene comunicata anche agli altri nervivitali; quando poi questi nove rivivranno, le loro anime, ritornate nei rispettivicorpi, avranno a loro disposizione degli strumenti gi rinvigoriti che essi potran-no adoperare immediatamente per qualsiasi genere di attivit. Infatti, se questorinvigorimento preliminare venisse a mancare, i rianimati dovrebbero fermarsiper qualche tempo qui per far riprendere alle loro membra le forze necessarie. Inpari tempo questo atto anticipato di irrobustimento susciter nei nove una sensa-zione molto gradevole al palato, ci che anche necessario per la ragione che,dopo che la vita rientrata in loro, lodore dellacqua torbida ingerita causerebbein loro degli effetti molto nocivi, e liberarli completamente da questi ultimirichiederebbe un tempo ben lungo. Ecco dunque che ora sapete anche questo;avete da chiedere ancora qualcosa a questo proposito?6. Risponde Cornelio: Questo proprio no, o Signore e Maestro, solo che ades-so sorto in me il pensiero di come Tu, che sei lOnnipotente a Cui soltanto sonosoggette tutte le cose, voglia servirTi ogni tanto di mezzi del tutto naturali per ilraggiungimento di un qualche scopo!7. Dico Io: E perch non dovrei fare cos? Non anche il mezzo naturaleunopera della Mia Volont? Prendiamo ad esempio il vino della cantina diMarco: non sono stato appunto Io a riempire in maniera del tutto prodigiosa isuoi otri e gli altri recipienti? Dunque, se Io Mi servo di un mezzo naturale,questo non un prodigio da meno che se avessi fatto ricorso unicamente allaMia Volont rinunciando ad impiegare il mezzo naturale. Comprendete oraanche questo?8. Rispondono Cornelio e Cirenio: S, anche questo ci ormai chiaro, e noi cirallegriamo gi ora della resurrezione dei nove annegati! Avr luogo presto?9. Dico Io: Ancora un po di pazienza, e cio fino a quando sia stato versatoloro in bocca del vino per la terza volta; dopo di che si troveranno rinvigoriti asufficienza, e pronti quindi ad essere fatti rivivere10. Con ci tutti i curiosi rimangono soddisfatti, e Marco dietro un Mio cennoversa per la terza volta del vino in bocca ai nove.17 18. 11. Dopo di che, rivoltoMi ai molti che erano presenti, dico: Ormai anchequestopera compiuta! E adesso allontaniamoci da qui e andiamo a prendereposto alle mense dove gi ci attende una colazione ben preparata, perch, serimanessimo qui tutti intorno, ci non farebbe che suscitare confusione nei riani-mati, i quali potrebbero sospettare che qualcosa di straordinario debba essereaccaduto nei loro riguardi. Ma se invece non si vedranno vicino nessuno, pense-ranno di essersi addormentati su questa collina in seguito allo stordimento e allastanchezza causata dalluragano di ieri, e di essersi destati ora, cio nel mattinodi questo giorno immediatamente seguente il Sabato di ieri! Dopo di che, noncurandosi affatto di noi, si alzeranno tranquilli dal loro giaciglio e faranno ritor-no alle loro case dove, naturalmente, verranno accolti e ristorati dai familiari conla massima gioia di questo mondo.5. CapitoloI dubbi di Cornelio1. A queste Mie parole tutti fanno come Io avevo comandato, per la maggiorparte non lo fa proprio volentieri, poich essi avrebbero preferito assistere davicino al miracolo; tuttavia nessuno si azzard a farMelo osservare. Noi allora cene andiamo alle mense, vi prendiamo posto e facciamo onore ai pesci che anchequesta volta sono eccezionalmente ben preparati e di eccellente sapore, e li man-giamo con animo lieto.2. Particolarmente lieta si mostra la Mia Giara la quale esce con questa escla-mazione: Davvero, io non so proprio come mai oggi sia cos di buon umore! Miaccorgo per di una cosa, e cio che questa mia grande letizia non condivisanella stessa misura da tutti gli altri! Io non sono che una fanciulla, e per conse-guenza dovrei essere tormentata dalla curiosit pi di ogni altro. Gli uomini get-tano continuamente delle occhiate da quella parte per vedere se i nove siano girisuscitati. Io non ho ancora affatto rivolto i miei occhi da quella parte, eppure liho visti andarsene luno dopo laltro, mentre gli uomini, i signori e i regnantistanno guardando ancora, e tra di loro si chiedono se i nove abbiano davveroriacquistata la vita. Oh, ci gi accaduto circa mezzora fa! I nove cominciaro-no a muoversi subito dopo che noi arrivammo alle mense, essi si alzarono unodopo laltro da terra, si sfregarono gli occhi come per scacciare il sonno e poi siallontanarono. Io potei vedere tutta la manovra facilmente attraverso gli alberiche ci nascondono un po quel posto, perch io sono piccola e posso vedere beneguardando al di sotto dei rami, voi invece siete grandi, e gli alberi vi hannonascosto il prodigio della potenza della Volont divina. Ora per troppo tardi;se voi anche andaste l, non trovereste pi nulla allinfuori tuttal pi dei posti18 19. dove erano stesi i corpi dei nove. Anche quelli che il Signore ha restituito allavita ieri, subito dopo luragano, se ne sono andati ai loro paesi assieme ai nove 3. Dice Cornelio: Ma sai che tu hai dei buoni occhi e che niente ti sfugge? Adogni modo se tutto gi finito, tutto anche va bene, e noi non ci teniamo ad altrose non alla sicura riuscita di quanto il Signore comanda e vuole, perch anche unsolo insuccesso susciterebbe pi di un dubbio in quelli che credono difficilmen-te. Ma hai tu proprio visto i nove alzarsi e andarsene? 4. Risponde Giara, un po risentita: Oh, spero bene che non penserai di trovar-ti di fronte ad una mentitrice! Da quando vivo ed ho la facolt della ragione, non mai apparsa una menzogna sulle mie labbra, e proprio ora, a fianco del mioDio e Signore e verissimo Maestro, dovrei venire fuori con una menzogna persaziare la vostra curiosit! Oh, allora devo dire che tu, o nobile signore, nonconosci affatto chi Giara. Vedi, nellintelletto, per quanto limpido sia, pu sem-pre dimorare la menzogna, perch fuori dal tuo intelletto puoi aver chiarito aqualcuno qualcosa a seconda di quanto a te appaia evidente; per pu essere chequello che a te appare evidente, poggi invece su delle fondamenta completamen-te false, ed allora con la tua spiegazione hai assolutamente mentito, avendo,facendo cos, ingannato te stesso nonch il tuo prossimo. Il vero e puro amore,invece, non inganna mai, n pu mai mentire, dato che esso stima il prossimo -quale un figlio anchegli di Dio - pi di se stesso, e Dio poi sopra ogni cosa! Maio, che mi sento colma dellamore per Dio, e per conseguenza anche per il prossi-mo, come potrei, ciononostante, darti una notizia non vera? Oh, mio nobile Cor-nelio! Lavermi ritenuta capace di questo non stata proprio una grandegentilezza da parte tua! 5. Dice Cornelio: Ma, o soavissima fanciulla! Io non intendevo parlarti asso-lutamente in questo senso! Io ti ho interpellato cos perch questa una manieradi domandare assolutamente comune, ma non ho pensato neanche lontanamenteche tu avessi voluto dirmi qualcosa di non vero! Chiedilo al Signore Stesso, ilQuale certo conosce quello che si svolge nel mio animo, e apprendi da Lui se hoforse voluto tacciare te di menzogna, o soavissima fanciulla dal cuore fedele! Inove sono stati ridestati per Volont del Signore, ed essi sono anche gi partitisecondo il Volere del Signore, in modo che la faccenda ora conclusa. Quelladomanda un po insulsa io te lho fatta unicamente per abitudine, e non poggiavasu nessun altro pensiero; ma tu ora mi serberai rancore? 6. Risponde Giara: Oh, in quanto a questo, niente affatto! Tuttavia in avvenirebisogna che tu ponderi meglio le tue domande; ma adesso parlate di qualcosal-tro, perch mi sembra che di discorsi inutili ne abbiamo fatti abbastanza! 7. Dicono Cornelio e Cirenio: S, certo, hai ragione; davvero un peccatosprecare anche un minuto in chiacchiere fra di noi quando abbiamo in nostracompagnia il Signore. Lasciamo dunque ora soltanto al Signore il destinare elordinare quello che sar da fare! 19 20. 8. Dico Io: Benissimo, allora lasciate stare queste cose; ora dedichiamoci allapesca e cos potremo incrementare considerevolmente le provviste di Marco!Dopo mezzogiorno ci si presenter bene qualcosa da fare.9. E Marco, che aveva udito quanto Io avevo detto, ordin immediatamente aisuoi figli di mettere in buon assetto le barche necessarie, poich i pesci, dentro ilgrande vivaio chiuso situato alla riva, avevano sofferto molto a causa della tem-pesta del giorno prima. 6. Capitolo La contesa fra persiani e farisei a causa di questo miracolo.Giuda Iscariota si dedica alla pesca delloro. 1. Mentre per alle nostre mense il discorso verteva su questo e su quello, unadisputa era sorta fra i trenta farisei ed i persiani ancora presenti. I persiani conside-ravano la vivificazione dei nove annegati come un vero e proprio miracolo, mentrei trenta giovani farisei sembravano portati a dubitare un po che fosse realmente unmiracolo! Specialmente poi Risa, che prima aveva influito su Ebram a Mio favore,era quello che maggiormente si schierava contro la tesi del miracolo. 2. Allora Ebram disse: O Risa, amico mio, quando una persona morta total-mente nel corpo come lo erano quei nove, tu la puoi posizionare come vuoi - edil giorno seguente le puoi versare in bocca altrettanto vino della medesima qua-lit - e vedrai che non ci sar affatto il modo di farla ritornare in vita. Questainvece opera della potenza della Volont divina, mentre la posizione del corpoed il vino fatto ingerire non hanno in questo caso altro significato che, per quantoriguarda il come adagiato il corpo, quello di liberare lo stomaco e i polmonidallacqua, mentre per quanto riguarda il vino versato in bocca, quello di rinvigo-rire con unazione anticipata i nervi ancora rilassati e di togliere al palato unsapore nauseante. Ma rispetto al successivo richiamo alla vita del corpo morto,n la maniera di posizionare il corpo, n il vino vanno considerati come fattorinecessari. Il Signore dispose questo trattamento preliminare solamente perchEgli aveva lintenzione di richiamare in vita quei nove grazie alla Sua Volont,ed affinch le loro anime potessero disporre immediatamente di un corpo abita-bile e adoperabile! Non ti chiara ora questa cosa? 3. Osserva Risa: S, s, comprendo quanto hai detto, ed anche possibile chetu abbia ragione; tuttavia secondo me, per convincersi con i fatti, resterebbe davedere se le manovre di posizionare il corpo in un determinato modo e versarglidel vino tre volte in bocca, non costituiscano di per s un mezzo per ridonare lavita del corpo ad uno che non sia completamente morto per annegamento. Unavolta accertato che le due prove non danno alcun risultato, allora soltanto questaresurrezione va considerata come un puro ed assoluto prodigio! Questa almeno la mia opinione!20 21. 4. Dice Ebram: Ebbene, se tu proprio insisti in questa tua opinione e se ilSignore lo vuole, pu darsi che nelloccasione della pesca che si sta per intra-prendere, si venga a scoprire ancora un qualche cadavere, ed allora su questopotrai fare tu stesso gli identici tentativi per richiamarlo in vita mettendolo inposizione opportuna e versandogli del vino in bocca; ma per conto mio sonosicuro che i tuoi tentativi avranno esito assolutamente negativo!5. Dicono a loro volta i persiani: Anche noi siamo dello stesso parere! Infatti,quello che possibile soltanto alla forza della Volont divina, questo non possi-bile a nessun uomo, il quale in se stesso non che una creatura, a meno che nonsia la Volont di Dio ad agire tramite la volont umana. Questa allincirca lanostra opinione, e con ci crediamo di non trovarci assolutamente su una viasbagliata. Ma ecco che ora tutti si dirigono verso la riva; bisogna dunque cheanche noi saliamo sui nostri battelli, poich in questa occasione non manchercerto di verificarsi nuovamente luno o laltro fatto meraviglioso del quale necessario che pure noi siamo testimoni.6. Dopo di che tutti i partecipanti prendono posto nelle varie barche, ormaipronte a prendere il mare che questa mattina straordinariamente tranquillo equindi favorevole alla pesca. Questa volta i Miei discepoli, ad eccezione diGiuda Iscariota, danno una mano ai figli del vecchio Marco e li aiutano a gettaree a stendere le grandi reti.7. Giuda Iscariota invece vuole concedersi un diletto personale, e si avvia tuttosolo verso la citt interamente distrutta per vedere che aspetto abbiano l le cose,perch prima egli aveva udito dire che i ricchi greci avevano avuto lintenzionedi lastricarvi alcune vie con oro e argento. Ora egli aveva attribuito a questaasserzione il significato che quei ricchi avessero effettivamente gi dato abbon-dante inizio a tale operazione; egli perci cerc di sgattaiolare per le vie dellacitt incendiata allo scopo di sgraffignare delloro, dellargento o altre cose pre-ziose che si trovassero l allaperto.8. Ma la sua sordida intenzione questa volta non port alcun risultato per le suetasche, ma lo port per la sua schiena, perch quando fu riconosciuto come unostraniero che si aggirava per le vie a caccia di oro e di argento, fu ben presto fer-mato dalle guardie che lo picchiarono di santa ragione. Dopo di che egli presesubito il largo e abbandon le rovine ancora fumanti, nonostante il temporale delgiorno prima, dellantica citt che nei tempi antichi aveva avuto il nome di Vili-pia, mentre pi tardi sotto i greci era stata chiamata Philippi, e solo sotto gliimperatori di Roma aveva ricevuto in aggiunta il nome di Caesarea.9. Ma quando il nostro pescatore doro fu ritornato alla casa di Marco di passorapido, non vi trov naturalmente pi nessuno, ad eccezione della moglie e dellefiglie dellalbergatore con le quali non cera gran che da conversare, perch eranotutte occupate nei preparativi per il pranzo e per conseguenza mancava loro iltempo di badare a lui. Oltre a ci loro credevano gi fermamente in Me, e quindi21 22. non erano affatto disposte a rispondere alle domande sempre un po indiscrete diGiuda Iscariota, senza contare che questo discepolo non si trovava affatto nelleloro buone grazie, dato che in quei pochi giorni si era dimostrato varie voltenoioso e insopportabile.10. E non avendo trovato buona accoglienza presso le donne di Marco, egli siallontan e si diresse verso la riva per vedere dove fossimo noi, ma rimase delu-so perch noi, allo scopo di rendere pi abbondante la pesca, ci eravamo portatimolto al largo alla ricerca di una frotta di pesci che soltanto due volte allannocompiono il loro viaggio migratorio dal lago di Meron fino al Giordano. Questipesci sono costituiti in grandissima parte da eccellenti trote dorate.11. Allora il discepolo vagante, non sapendo cosa fare per ammazzare la noia,se ne and nelle tende di Ouran per vedere se anche l tutti fossero partiti e se, inquelloccasione, non si fosse presentata lopportunit di trovare per caso qualcheoggettino superfluo doro o dargento, dimenticato eventualmente da qualcuno!Ma anche l si accorse di aver fatto i conti senza loste, poich Ouran avevalasciato tre uomini di guardia in ciascuna tenda, e questi, in assenza del lorosignore, non parlavano volentieri. Egli perci, tutto arrabbiato, lasci anche letende e si scelse un albero molto ombroso sotto al quale si coric e si addor-ment piacevolmente!12. Ma alla lunga non gli and bene neanche con il sonno, perch le moschenon gli davano pace; insomma per la durata di tre ore, Iscariota fu come un tor-mentato, e poco manc che non cadesse in preda della disperazione. Ma final-mente riusc a scorgere i nostri battelli; perci si sent un po alleggerire il cuoree tra se stesso deplor molto di aver abbandonato la Mia compagnia. 7. Capitolo Il servitore infedele di Elena1. Nel frattempo noi avevamo fatto una pesca davvero abbondante di pescidella miglior specie, e proprio in alto mare avevamo trovato pure i cadaveri gal-leggianti di due donne completamente nude che erano cadute in mano ai pirati, iquali le avevano derubate e spogliate di quanto avevano addosso e poi gettate inmare ancora vive. Si trattava di due giovinette dai 19 ai 21 anni molto ben for-mate, appartenenti ad una ragguardevole famiglia di Cafarnao, le quali, volendoportarsi a Gadarena, si erano affidate alla via dellacqua. La loro barca e il rispet-tivo equipaggio erano in perfetto ordine, ma arrivate bene al largo si imbatteronoin una nave di pirati greci i quali si impadronirono del loro battello. I quattromarinai vennero uccisi e poi gettati in mare, mentre verso le due giovinette ipirati si comportarono, secondo loro, un po pi umanamente: esse vennero ciodel tutto denudate, poi violentate e infine gettate in mare. Quei malfattori per,22 23. gi il giorno stesso prima del levar del sole, erano stati raggiunti dal braccio dellagiustizia e consegnati ai tribunali, cos che quei demoni non sarebbero ormai pisfuggiti alla severissima punizione meritata.2. Le due giovinette le avevamo trovate legate assieme per i capelli; i lorocorpi galleggiavano completamente morti sullacqua. E ci si adattava perfetta-mente alla prova della posizione e del vino, allo scopo di ottenere la suppostavivificazione di un annegato secondo il parere di Risa. E proprio per questomotivo i due cadaveri vennero avvolti in coperte e deposti in una delle barche.3. Ora cera molto lavoro da fare, e Marco a mala pena riusciva a raffigurarsicome e dove avrebbe potuto conservare tutto quel pesce; Io per ordinai a Raf-faele di aiutare Marco, e in pochi istanti tutto si trov in perfetto ordine. Risa, dalcanto suo, prese in consegna i due cadaveri per fare un tentativo di rianimazione,e perci li colloc nella stessa posizione come il giorno prima Io avevo ordinatoche venissero collocati i cadaveri dei nove.4. Tommaso per, avendo scorto Giuda Iscariota, gli rivolse subito un saluto egli domand un po ironicamente come avesse concluso la sua pesca! Giuda bor-bott qualcosa tra i denti, ma non si azzard a discutere con Tommaso, perchsospettava appunto che Tommaso, il quale prima lo aveva ammonito di nonandare a Cesarea in cerca di denaro, fosse gi al corrente della sorte che gli eratoccata! Perci dunque Giuda Iscariota tacque. Io per feci cenno a Tommaso dievitare ulteriori questioni con quel cercatore doro, dato che la cosa avrebbe por-tato poco frutto.5. Ora avvenne che uno dei servitori di Ouran, pensando di far ricadere lacolpa su Giuda, si era appropriato di trenta denari dargento che aveva tolto dallaborsa di Elena dove lei teneva custodito il suo tesoro. Costui venne in fretta allanostra mensa ed esclam: Un furto, un furto! Ecco, mentre la nobile comitivaassisteva alla meravigliosa pesca sul mare e mentre nessuno era qui allinfuoridei militi romani i quali sono accampati intorno al monte e l si dedicano ai loroesercizi, ebbene, io dovetti uscire dalla grande tenda per una necessit urgente e,nello stesso momento, un discepolo del grande profeta, che voi a ragione chia-mate il vostro Maestro, si insinu dentro la tenda e, prima che io fossi ritornato,rub trenta denari dargento dal tesoro della principessa!6. Infatti quando rientrai nella tenda, io lo trovai l con un aspetto molto imba-razzato, e sembrava che scrutasse accuratamente con gli occhi il terreno come sestesse cercando qualcosa di perduto; dato per che il suo contegno mi sembravasospetto, io mi avvicinai molto bruscamente ed egli, spaventato, abbandonimmediatamente la tenda. Allinizio non pensai niente di male trattandosi di undiscepolo del grande profeta, ma quando cominci ad andare avanti e indietroallesterno della tenda, allora rimasi colpito dal fatto che la borsa contenente iltesoro della nobilissima principessa non era pi nelle condizioni in cui lavevolasciata; e considerato che la borsa in questione era affidata a me, io dunque ero23 24. a conoscenza di quanto essa conteneva e perci la presi e ne controllai il prezio-so contenuto: ebbene, nella borsa mancavano trenta denari! Non perci possi-bile che queste trenta preziose monete dargento siano state prese da nessun altrose non da quel discepolo a cui ho accennato prima! Quindi io sono venuto perdenunciare con la massima sottomissione il fatto in tempo debito, affinch allafine non si giunga forse a sospettare di me che sono innocente7. Dice Elena: O servo! Perch ti giustifichi prima che qualcuno abbia solle-vato dei dubbi sul tuo conto?8. Risponde il guardiano: O graziosissima principessa! Io non mi sono scusa-to, ma volevo semplicemente denunciare il furto perpetrato in maniera certa daldiscepolo del grande profeta!9. Dice Elena: Qual stata la penultima volta in cui tu, senza che io labbiasaputo e voluto, hai controllato il contenuto della mia borsa?10. Dice il guardiano: Oh, subito dopo che lillustrissima e nobilissima princi-pessa lasci la tenda sotto la mia sorveglianza. Allora cerano nella borsa esatta-mente seicento denari, ora per ce ne sono cinquecentosettanta, e quindimancano trenta denari che nessun altro pu aver rubato se non quel discepolo dame indicato prima! Dato che io, quale guardiano del tesoro principesco, sonoresponsabile di tutto, ben necessario che sappia che cosa e quanto devo custo-dire, ed io, da fedele servitore che sono, non posso venire rimproverato se pren-do anzitempo visione di che cosa e di quanto ho il compito di sorvegliare. Iodunque, avendo constatato lammanco a cui ho accennato prima, sono venuto adenunciare il fatto come era mio dovere11. Dice Elena: Sta bene, sta bene, noi investigheremo pi tardi e pi metico-losamente la cosa, e troveremo chi il malfattore, che poi non sfuggir alla puni-zione che si meritata. Ma forse anche possibile che tu ti sia sbagliato nelcontare la prima oppure la seconda volta, e allora non sarebbe bello accusare undiscepolo del divino Maestro per il solo fatto che forse, per combattere la noia, entrato per qualche istante nella tenda, cosa questa che egli aveva perfino dirittodi fare, dato che da parte nostra non era stato dato nessun ordine per impedire achiunque di entrare nella tenda! Ritorna dunque adesso al tuo posto; io stessaverr ben presto ed esaminer rigorosamente ogni cosa!12. A questa decisione il guardiano si allontan e, non appena fu ritornato allatenda, la sua prima preoccupazione fu quella di rimettere i trenta denari nellaborsa il pi in fretta possibile, affinch la principessa finisse con laver avutoragione asserendo che egli aveva potuto sbagliare nel contare. E dopo aver com-piuto questa operazione, egli rimase molto imbarazzato al pensiero di cosaavrebbe potuto dire quando fosse cominciato linterrogatorio. Tuttavia la cosamigliore gli sembr quella di ritornare dalla principessa, di chiederle perdono edi dichiarare che egli realmente si era sbagliato nel contare e che con la sua accu-sa aveva fatto un torto grave al discepolo. Detto fatto, dopo pochi minuti egli24 25. ritorn, spieg la cosa alla principessa come abbiamo detto e contemporanea-mente la preg, poich non esisteva pi un crimine, che non si procedesse con laperquisizione promessa!13. Tuttavia egli appariva quanto mai imbarazzato, perch sapeva che il reOuran non era solito punire niente con tanta severit quanto la menzogna e ilfurto. Elena per ebbe compassione del vecchio briccone che del resto, fino adallora, non si era mai dimostrato infedele, e gli disse: Alzati e va dove vuoi perconto tuo! Non stato affatto bello da parte tua esserti voluto vendicare inmaniera cos abbietta di un discepolo del Signore in Sua assenza; lui non ti hamai fatto niente di male, sei tu che, da quando siamo qui, non lo puoi soffrire!Ecco, questo stato molto malvagio, e ti sei reso degno del pi severo castigo,perch ormai so bene tutto ci che hai fatto e come hai agito14. Allora il servitore cominci a tremare, e Giuda Iscariota che, da una certadistanza aveva seguito con la massima attenzione la scena ed aveva udito loscambio di parole, si avvicin al servitore e gli disse: ben vero che hai agitomolto male nei miei confronti, e per di pi senza alcun motivo; tuttavia io ti per-dono. Io entrai bens nella tenda, ma erano trascorsi appena un paio di istanti cheio mi trovavo l, quando tu sbucasti fuori da un nascondiglio e mi venisti incon-tro tutto furioso, ed allora io me ne andai; ma di mettere le mani sui tesori chepossono esserci stati nella tenda, non c nemmeno da parlare! Ed anche se tunon mi avessi affrontato con tanta furia, i tesori da te custoditi non avrebberocomunque avuto nulla da temere da parte mia. Ma ormai, comunque stia la fac-cenda, io ti ho perdonato; vedi adesso tu di sbrigartela il meglio possibile con ituoi padroni.8. Capitolo La pace esteriore e il lavorio interiore della compagnia1. Detto questo, Giuda Iscariota si ritir, ed Io allora dissi ad Elena, Ouran eMataele: Non occorre che facciate niente, dato che abbiamo questioni ben piimportanti da trattare! Tenete con voi il servitore e non punitelo, perch egli nonavrebbe giocato questo brutto tiro se non vi fosse stato incitato da uno spirito.Ma egli vi fu incitato, affinch anchegli facesse per voi una predizione la qualetrover adempimento. Ma ora basta di tutto ci, perch dobbiamo occuparci dicose molto pi importanti!2. E Cirenio mi domand tutto stupito: Oh, Signore! E in che cosa consisteran-no? A me sembra quasi che non vi possa essere ormai nulla di ancora pi impor-tante di quanto noi abbiamo gi visto e udito qui! Oh, parla Signore! Il mio cuore davvero tutto un fremito per la brama di conoscere quali sono le Tue nuoveintenzioni e le Tue nuove disposizioni per potermi adeguare anchio ad esse! 25 26. 3. Io allora gli dico: Un po di pazienza ancora, poich ad ogni cosa va con-cesso il suo tempo affinch si maturi. Dunque, anzitutto quello che occorre unpo di riposo. Statevene perci tranquilli con Me per un breve tempo!4. A queste Mie parole tutti si concessero un po di riposo, mentre la que-stione fra Giuda Iscariota e il guardiano dei tesori di Ouran fu dimenticata;essa, ad ogni modo, non aveva causato eccessivi affanni n a Ouran, n aMataele. Questi due ultimi dovevano discutere di importanti affari di statocon Cornelio e Fausto, poich il tempo cominciava a stringere molto perOuran, stimolato comera dal pensiero e dalla brama di ritornarsene, con il suogrande tesoro di verit, al popolo di cui egli era il re, per renderlo felice il pipossibile, poich egli aspirava ad essere il re di un popolo intelligente e sag-gio e non di semplici larve umane e di macchine che si aggirano senza unavolont come gli animali.5. Risa frattanto stava osservando i suoi due cadaveri, e stava pensando se,mediante le manipolazioni preliminari a cui egli aveva gi assistito e poi, allafine, per la Potenza del Mio Nome, sarebbe stato possibile richiamarli in vita!Altri invece, che erano intorno a Me, pensavano in che cosa avrebbe consisti-to la questione molto importante che Io avevo detto che si sarebbe dovutasbrigare dopo la breve pausa di riposo. In breve, quantunque tutti sembrasseroesteriormente tranquilli, tuttavia interiormente, nelle anime loro, fervevaunintensa attivit e nessuno era capace di rendersi conto come la cosa sarebbecominciata e come sarebbe finita! Filopoldo, Murel e Kisjonah confabulavanotra di loro facendo le congetture pi disparate riguardo a quello che eventual-mente sarebbe ancora accaduto, mentre anche Cirenio, Ebal e Giara dal cantoloro rovistavano nel loro cervello per cercare di che cosa ancora si sarebbepotuto trattare, ma tutto invano, perch a loro sembrava che tutto fosse ormaigi esaurito.6. Schabbi e Jurah per, i due oratori dei persiani, dissero ai loro compagniche pure facevano forti pressioni su di loro perch dessero un parere: Lascia-te stare questa cosa, perch ci vorrebbe dire tentare la Potenza di Dio neinostri cuori! Cosa sappiamo noi riguardo a come siamo costituiti interiormen-te? Ma se gi di noi stessi non conosciamo niente, come potremmo mai cono-scere come costituito in S Dio e che cosa Egli far? Una cosa per noisappiamo, e cio che tutto quanto Egli far, sar supremamente saggio e per-fettamente confacente al nostro meglio. Accada dunque ci che deve accade-re, e che ci sia pi o meno grandioso di quanto gi stato, questo non devedarci nessun tipo di pensiero! Noi siamo e restiamo dei mercanti, e possiamotrarre sicuramente profitto da tutto ci che mira al nostro bene! Noi infineconsideriamo ugualmente grandioso, prezioso e importante tutto quello cheproviene da Lui, lunico Signore delleternit e dellinfinit di tutte le Sueinnumerevoli azioni e opere.26 27. 7. Ora, siccome non possiamo ancora riconoscere di gran lunga noi stessi, cosnon possiamo nemmeno conoscere quello che ancora ci pu servire oltre a tuttoquello che abbiamo gi ricevuto. Egli invece lo sa, e per conseguenza pu benis-simo qualificare molto grande e immensamente importante quello che ancoradovr venire! Perch non possibile che il Signore di ogni Ordine dalleternitconti cominciando da 13 o da 14, ma conti cominciando sempre e soltanto dall1.E per conseguenza anche Egli certo sa, in maniera chiara e purissima, quello chenel susseguirsi delle cose utile al perfezionamento della nostra vita interiore;noi dunque possiamo attendere con tutta tranquillit qualunque cosa che Eglivorr intraprendere gi oggi!.8. Questa savia esortazione ridon la pace non solo agli animi dei persiani, mapure a quelli degli altri che sedevano alla Mia mensa, i quali si tranquillizzaronoe rimasero in ansiosa attesa e gioia di quanto Io poi avrei fatto pubblicamente. 9. Capitolo Le spie di Erode1. In quel momento per si vide il vecchio Marco uscire di casa dove aveva gidato le disposizioni per il pranzo; egli Mi venne vicino e disse a bassa voce:Signore! Perdonami se Ti disturbo un momento con una richiesta!2. Gli dico Io: Amico, va e d agli spioni di Erode, che si sono appostati dietroalla tua casa, quanto segue: Il Figlio delluomo opera e parla del tutto aperta-mente dinanzi agli occhi ed agli orecchi del mondo intero, e non vuole avereniente a che fare in segreto con nessuno; chi dunque vuole parlare o trattarequalcosa con Me, bisogna che venga dinanzi a Me e che, come Me, parli ed agi-sca del tutto apertamente! Presso di Me non esiste niente che debba venire sus-surrato allorecchio o discusso e trattato di nascosto; questa una consuetudine,da condannare, dei figli del mondo quando si propongono di architettare il male,e perci non osano esporre subito e apertamente le loro parole alla luce del gior-no per paura che il prossimo si accorga delle loro intenzioni perverse. Ma Io agi-sco invece apertamente, parlo a voce alta e non ho affatto timore degli uomini,perch le Mie intenzioni verso di loro sono buone! Va dunque e ripeti a quellaignobile razza di traditori quello che ho detto ora.3. Marco allora si inchin profondamente dinanzi a Me, e se ne and peradempiere con la massima puntualit lincarico ricevuto. E dopo che egli, moltoseriamente, ebbe scagliato tutto ci in faccia a quella accozzaglia di abbiettispioni sguinzagliati da Erode sulle Mie tracce in tutte le direzioni, uno di lorocos si espresse: O amico, sembra che tu non sia al corrente di come noi dete-niamo, perch ce li ha conferiti Erode, pieni poteri di vita e di morte e che graziea ci noi abbiamo il diritto di punire allistante ogni prepotente ribelle! 27 28. 4. Disse allora Marco: Anche un cittadino di Roma come sono io?5. E loratore impudente rispose: Anche se lo uccidessimo, non verremmochiamati a risponderne di fronte ad Erode!6. Ribatte Marco: Ma tanto pi sicuramente dinanzi a Dio e al Governatore diRoma, Cirenio, il quale per mia grande fortuna si trova gi da vari giorni quipresso di me, assieme a vari personaggi altolocati di Roma! Guai a voi se toccateanche con un solo dito la mia casa con intenzioni ostili!7. Esclama allora limpudente: Che vai dicendo del Governatore supremo diRoma? Egli si troverebbe qui? Ma se sono due giorni appena che proprio lui haconferito ad Erode il pubblico diritto di vita e di morte per mezzo del prefetto diGerusalemme!8. Dice Marco: E va bene! Vedremo subito chi ha concesso un simile dirittoad Erode!9. Allora Marco mand uno dei suoi figli da Cirenio con lincarico di riferire aquestultimo la cosa! Cirenio, avendo ascoltato il fatto con mal celata ira, ordinimmediatamente a Giulio di andare con cento militi l dove si trovavano gli spio-ni che erano circa una trentina, e di farli prigionieri e di uccidere senza pietchiunque non si fosse subito arreso!10. E a quel punto intervenni Io: Uccidere no, ma siano invece dichiarati pri-gionieri!. E cos anche fu fatto allistante.11. Quando gli spioni videro i romani precipitarsi furiosamente contro di loro,tentarono di darsi alla fuga, ma non ce la fecero. I soldati romani intimarono loroad alta voce di fermarsi, minacciando di uccidere, senza misericordia n piet,chiunque avesse accennato a far resistenza! Questa intimazione, fatta in tono chenon ammetteva replica, ottenne il suo effetto: quegli sfacciati spioni si arresero,vennero allora legati solidamente con funi e catene e cos, preceduti da Marco eda Giulio, furono condotti, con le facce disperate, al cospetto di Cirenio.12. E quando si trovarono dinanzi a Cirenio, a Cornelio e a Fausto, Cirenio liinterpell con lusuale seriet imperiosa propria dei romani: Dove sono i vostridocumenti e il decreto che vi impone di perseguitare il Profeta di Galilea ovun-que Egli vada?13. Dice il capo degli spioni, il cui nome era Zinca: O Signore! Legato comesono mani e piedi, io non posso tirarlo fuori dalla mia sacca segreta! Fammisciogliere dai legami, e allora avrai i documenti dai quali potrai rilevare cheanche noi abbiamo dietro alle spalle un signore che ci comanda e al quale dob-biamo obbedire, dato che egli ha acquistato a caro prezzo da voi romani il dirittodi essere, al posto vostro, padrone della nostra vita, e che - senza essere chiamatoa risponderne di fronte a voi - pu farci uccidere a piacimento, quando glienevenga la voglia!14. Per conto nostro possono andare in giro per la Galilea anche diecimila pro-feti, purch ci lascino in pace, non saremo sicuramente noi a far loro qualcosa di28 29. male. Ma quando un qualche possente detentore di poteri ci chiama, ci assolda abuone condizioni e, nel caso di un rifiuto di servirlo, pu farci perfino mandareimmediatamente allaltro mondo mediante i suoi molti carnefici, allora laffareassume tutto un altro aspetto! Allora dobbiamo, per la vita e per la morte, farci ipersecutori di chiunque, per quanto anche si tratti di un perfetto galantuomo!Oppure, presso di voi vengono forse meno i vostri guerrieri quando si tratta didare esecuzione ai vostri ordini per la vita e per la morte? Ma se dunque alcospetto di Dio, ammesso che ve ne esista uno, qualcuno deve essere responsabi-le, tale pu esserlo soltanto chi signore, ma non il suo schiavo o fedele servito-re! Fammi togliere i ceppi, ed io ti esibir subito le nostre letteredautorizzazione redatte di propria mano da Erode in tre lingue, e soltanto dopoaverle lette potrai pronunciare contro di noi una valida sentenza!15. Allora Cirenio d ordine di slegare Zinca, e questultimo, messa la manonella sua tasca nascosta, ne estrae un rotolo di pergamena e lo consegna a Cire-nio dicendo: Prendi e leggi; poi giudica secondo diritto, al cospetto di tutto ilmondo, se le insidie da parte nostra nei confronti del profeta di Galilea sono o noconformi alla legge!16. Cirenio legge quella procura che di sotto portava la firma di Erode; oraessa, redatta in forma concisa, suonava testualmente cos: In virt del potereconferito da Roma a me, Erode, principe tetrarca su tutta la Giudea, dietro il ver-samento di mille libbre dargento e cento libbre doro (5,6 quintali dargento e 56 kgdoro), ordino e comando, appoggiandomi allausilio di Roma acquisito a caroprezzo, di procedere allarresto del profeta di Galilea ritenuto quanto mai perico-loso per me e per le mie istituzioni, e di portarlo poi dinanzi a me vivo o morto;nel primo caso mi riservo di esaminarlo io stesso e di convincermi da quale spiri-to egli sia guidato. Gli sgherri al mio servizio e da me inviati hanno, in virt delpresente documento redatto di mia propria mano, il pieno ed illimitato diritto diandare alla ricerca delluomo in questione per ogni regione, contrada, via e sen-tiero, di seguirlo, di arrestarlo e, nel caso di ribellione, di ucciderlo assieme aisuoi proseliti, e in questultimo caso di trasportarlo alla mia presenza anchemorto. Chiunque si sar impadronito di lui, ricever un premio di trecento denaridargento, nella mia residenza a Gerusalemme17. Dice poi Zinca: Ebbene, che ne dici? Siamo noi trenta si o no dalla partedella ragione?18. Cirenio indugia qualche tempo a riflettere e poi dice: A quanto ne so io,con il concorso della mia volont un potere di simile portata non mai statoconferito ad Erode da parte di Roma. Certo mi ricordo benissimo che gli venneconcessa la facolt, soltanto in caso di bisogno, di esercitare anche il diritto divita e di morte nella propria giurisdizione, fuori della propria giurisdizioneper unicamente quando vi fosse il pericolo di una qualche congiura contro di 29 30. noi romani e se la localit in rivolta fosse troppo lontana per rendere possibilelintervento di una guarnigione romana, nonch di un tribunale competente. Inquesto unico caso Erode veniva autorizzato ad esercitare rigidamente il dirittodi vita e di morte, qualora egli si fosse trovato presente con la sua scorta dono-re e di protezione! 19. Cos suona la delega di poteri rilasciata da Roma ad Erode, delega che ioho esaminata e controfirmata di mia mano, perch tutte le disposizioni prese dalgoverno imperiale di Roma concernenti lAsia devono passare per le mie manioppure per quelle di un mio delegato al quale per incombe lobbligo di riferirmi,il pi sollecitamente possibile, qualsiasi cosa possa essere accaduta. Questa dele-ga io la dichiaro frattanto nulla e vana, e ci finch io non abbia avuto da Romauna spiegazione circa il come, il quando ed il perch siano stati conferiti adErode dei poteri cos ampi senza che io ne fossi messo al corrente, poteri che anoi romani fedelissimi non possono fare a meno di incutere timore e suscitarepreoccupazioni giustificate! 20. Questa delega non vi sar restituita prima che non sia ritornata da Roma;voi frattanto per rimanete miei prigionieri, poich se anche in voi, interiormen-te, come pure dal punto di vista della legge del mondo non siete dei delinquenti,tuttavia siete degli strumenti con i quali quel delinquente va perpetrando un abo-minio dopo laltro; ora Roma non ha mai autorizzato nessuno a perpetrare crimi-ni, e certo una simile autorizzazione non lavr concessa nemmeno ad Erode. 21. Ma io so bene come gli erodiani abusino delle concessioni ottenute, sottoun manto di apparente patriottismo; lassassinio dei fanciulli innocenti commessodal vecchio Erode mi fornisce sempre la prova evidente di come questi greci, chesono astutissime volpi, sappiano trarre abusivamente dei vantaggi dalle conces-sioni fatte loro da Roma, allo scopo di allontanare dai romani lanimo dellemasse ebraiche. 22. Oh, io sapr ben far rientrare lazione di Erode entro i limiti; questa sarindubbiamente una delle mie preoccupazioni pi serie! Al vecchio Erode io diedigi a suo tempo un saggio del mio senso di giustizia allautentica maniera roma-no-antica, quantunque allora non contassi che poco pi di trentanni. Ormai perio sono quasi vecchio, ho acquisito maggiore esperienza e maggiore seriet, eperci tanto pi attribuisco grande importanza al fatto che la giustizia sia rigida-mente amministrata! Attualmente per me ha assolutamente valore il detto: Pereatmundus, fiat jus! (Il mondo vada pure in rovina, ma giustizia sia fatta!) 23. Io adesso invier subito due messaggeri; luno a Roma e laltro a Geru-salemme da Erode, affinch gli richieda tutte le deleghe relative ai poteri con-cessi da parte di Roma; guai a lui, ai suoi servitori ed ai servi dei suoiservitori se il senso di queste deleghe non concorder con questa autorizzazio-ne data a voi!.30 31. 10. CapitoloLa difesa di Zinca e il suo rapporto sulla fine di Giovanni il Battista1. Dice Zinca: O Signore! Questa non sar forse cosa che riguarda un poanche noi? Il nostro signore e dominatore stato finora Erode; egli veramente hacommesso a danno della povera umanit pi di una cosa che non esito a chiama-re ingiusta e abominevole. Io ho sempre riconosciuto che era cos, ma che cosal-tro potevamo fare noi se non dare triste esecuzione ai suoi ordini? Cosa pu fareuno dei tuoi carnefici se gli imponi di tagliare la testa ad un criminale autentico osoltanto apparente che sia? Egli pu avere in s cento volte lassoluta convinzio-ne che il condannato sul serio innocente, ma tuttavia deve mettere la scure beneaffilata sul suo collo!2. Non sapevamo forse che Giovanni, da poco tempo decapitato, era assoluta-mente innocente? Oh, noi lo conoscevamo bene, anzi lo amavamo, quelluomostrano, savio e devoto a Dio, perch egli, trovandosi in prigione, ci annunciava lepi belle dottrine, ci esortava in tutti i modi alla pazienza e alla costanza, ciammoniva dal peccare contro Dio e il prossimo, e ci avvertiva che attualmentenella Galilea sorto un Profeta di tutti i profeti e un vero Sacerdote di tutti isacerdoti al Quale egli non era degno nemmeno di sciogliere i lacci delle scarpe!Egli ci annunci che soltanto Costui ci avrebbe redenti da ogni male, e ci avreb-be indicato la Via alla Luce, alla Verit e alla Vita eterna! A dirla breve, egliammaestrava noi, suoi guardiani, come se fossimo stati suoi discepoli e i suoimigliori amici!3. Quando Erode ci domandava cosa facesse il prigioniero e come si compor-tasse, noi tutti non potevamo che dargli le migliori informazioni su di lui. Lacosa piacque tanto ad Erode che egli stesso volle vedere Giovanni per sentire lasua dottrina. C davvero mancato poco che Erode gli ridonasse la piena libertse Giovanni, del resto tanto savio, non avesse commesso troppo presto la grandestoltezza di qualificare di fronte al dominatore, per sua natura libidinoso, comesupremamente peccaminosa la relazione con la bella Erodiade! E tuttavia Gio-vanni era quasi riuscito a distogliere Erode da Erodiade.4. Per mala sorte, in quel tempo Erode celebrava tra grandi pompe il suocompleanno, ed Erodiade, discretamente al corrente di tutte le debolezze diErode, si adorn per quella giornata in maniera del tutto insolita, accrescendocos fino ad un grado incredibile le sue attrattive gi di per s grandi. Accon-ciata in questo modo e accompagnata da quel dragone in forma di femmina che sua madre, lei si present ad Erode per fargli le sue felicitazioni, e poichalla residenza si trovavano dei suonatori darpa, di flauto e di violino, Erodiadesi mise a danzare dinanzi ad Erode, reso frenetico dalla lussuria. La cosa piac-que tanto a quel caprone libidinoso che il pazzo si impegn con giuramento31 32. solenne a concederle qualsiasi cosa lei gli avesse chiesto! Allora per il nostrobuon Giovanni fu la fine, perch egli formava lostacolo che sbarrava la viaallavidit maledetta della vecchia, e questa sugger alla giovane di chiedere latesta di Giovanni su di un vassoio dargento, cosa questa che la giovane, quan-tunque inorridendo in segreto, fece. 5. Ebbene, a che cosa giov il nostro amore per Giovanni? A che cosa giov lacoscienza e la convinzione della sua perfetta innocenza? A che cosa giov ilnostro compianto? A che cosa giovarono le nostre non celate maledizioni allin-dirizzo della vecchia e della giovane Erodiade? Ebbene, io stesso dovetti recarmialla prigione in compagnia di uno sgherro ed annunciare al buon Giovanni qualeera la volont orrenda del dominatore, e dovetti legarlo e, sul ceppo maledetto,fargli mozzare il venerando capo dal busto con un colpo di affilatissima spada!Piansi come un bambino per la malvagit incredibile delle due donne e per lamisera sorte toccata a quello che era diventato un mio amico carissimo! Ma ache cosa poteva giovare tutto ci contro la volont tenebrosa, cieca e caparbia diquellunico e potente tiranno? 6. Ed ecco che ora noi siamo stati mandati per arrestare e consegnare ad Erodeil profeta che dovrebbe aggirarsi ed operare nella Galilea, e che probabilmente appunto quello stesso del quale Giovanni ebbe ad annunciarci cose cos grandi.Ma che colpa pu venirne attribuita a noi servitori e schiavi vincolati con un giu-ramento a quel feroce despota? O possiamo forse abbandonare il suo servizioquando vogliamo? E non da parte sua comminata la prigione e la morte controchi, spezzando il giuramento, voglia sottrarsi agli obblighi che si assunti? Ma senoi ora siamo e ci comportiamo come siamo costretti ad essere e a comportarci,dimmi tu, o signore, quale giudice onesto potrebbe condannarci? 7. Fa tu scendere dal Cielo sulla Terra tutti gli angeli, anzi Dio in Persona, efa tu pronunciare contro di noi una sentenza di condanna: ebbene, essa sarprecisamente altrettanto giusta quanto lo fu la decapitazione di Giovanni. Seun Dio di Giustizia esiste, Egli deve evidentemente essere pi saggio di tuttigli uomini! Ma se Egli in questo modo pi savio e per di pi onnipotente, iodavvero non comprendo proprio affatto per quale ragione permetta che a que-sto mondo sorgano simili mostri sotto umana forma, e che permetta oltre a ciche essi divengano potenti! 8. E questo il solo motivo per il quale io e i miei ventinove aiutanti non cre-diamo pi in un Dio. Lultima scintilla di fede venne spenta in noi dallignomi-niosa uccisione di Giovanni, perch io, trovandomi al posto di Dio, avrei fattoridurre in polvere anche mille Erodi con centomila fulmini piuttosto che lascia-re decapitare un Giovanni! Pu bens essere vero che a un Dio sia possibilerisarcire mille volte a Giovanni, nellAldil, il danno sofferto, qualora egli abbiasopportato con pazienza e rassegnazione le crudelt commesse qui contro di lui!32 33. Ma secondo il mio modo di vedere io non vorrei dare al buon Signore Dio, conla convinzione con la quale ora vivo, nemmeno una mezza vita per mille dellevite fra le pi beate delle quali per nessuno finora riuscito ad apprendere qual-cosa di convincente e di certo!9. Chi detiene il potere, pu dettare legge e fare secondo il suo piacimento; noiinvece, deboli e privi dautorit, dobbiamo poi servirlo per la vita e per la mortecome tante bestie da soma! Se egli ammazza, la cosa non ha importanza, perchegli possiede il diritto che gli deriva dalla propria forza, ma se noi ammazziamo,allora la cosa cambia, e noi, giudicati quali assassini, a nostra volta veniamoassassinati! E adesso io domando a te, e a tutti i signori e sapienti del tuo consi-glio, qual il Dio che pu tollerare e considerare giuste simili cose? Io ti prego,o signore, di dare una chiara risposta a questa mia domanda!.11. CapitoloLa risposta amichevole di Cirenio a Zinca1. A tali obiezioni di Zinca, Cirenio rimane meravigliato e a mezza voce Midice: Questuomo non davvero uno sciocco, e pare che abbia del coraggio!Sar bene venirgli in aiuto! Che ne dici Tu, o Signore? Bisogner tentare di gua-dagnare a noi questuomo e forse anche il suo seguito?2. Rispondo Io apertamente: Con un solo colpo non cade nessun albero chesia anche solo un po robusto! Usando per una certa pazienza, un uomo puottenere molto. Daltro canto, volendo condurre qualcuno verso la luce, convienenon fargli guardare subito il sole quando al colmo dello splendore, poich, segli si concede dun tratto troppa luce, lo si accecherebbe per un lungo periodo ditempo, mentre se lo si abitua gradatamente alla luce, lo si render capace diguardare e distinguere con grande chiarezza anche trovandosi in pienissima luce,e non ci sar pi il pericolo che venga colpito da cecit.3. Ora questuomo Mi ha reso un buon servizio perch, nella sua qualit ditestimone oculare e uditivo di ogni cosa, ha narrato fedelmente, in presenza deiMiei discepoli, come sia stato, per opera di Erode, imprigionato e messo a morteGiovanni, il Mio precursore, il quale ha predicato e battezzato nei pressi delGiordano. E adesso, non per Me ma per i Miei discepoli, sar opportuno che egliesponga ancora i veri e propri motivi per i quali Erode fece arrestare e imprigio-nare Giovanni. Interrogalo tu a questo riguardo!4. Allora Cirenio, rivolto a Zinca, cos parl: O amico, con la mia sentenzanon intendevo dire che i servitori e gli esecutori degli ordini di un tiranno fosseroda condannare anche quando questi non condividessero neppure alla lontana isentimenti del tiranno stesso, ma soltanto qualora avessero lo stesso sentire, e si33 34. prestassero, per cos dire, ad assecondare volonterosamente i perversi propositidel loro ambizioso e crudele padrone. Ma le persone come te, le quali fin troppobene riconoscono linumano agire del loro inumano signore e nel loro cuore loaborriscono profondamente, queste persone io sapr sempre trattarle secondo lamassima equit e giustizia! 5. Ma perch Dio permetta che non di rado il vizio trionfi su questa Terra,mentre la virt spesso soffre e viene oppressa fino alla morte del corpo, di talefatto esiste pure una spiegazione quanto mai splendida. Questa per, in rapportoal tuo attuale stato di comprensione, ancora troppo profonda perch tu la possacomprendere con il tuo intelletto, tanto meno poi i tuoi compagni, la cui capacitdi comprensione sembra essere ancora molto pi esteriore della tua; ma forse trabreve verr il tempo nel quale potrai vedere, in tutta chiarezza e perfino con tuttoil tuo animo, perch ci devono essere anche gli Erodi! 6. Dice Zinca: O signore! Tu ora mi hai fatto la grazia di chiamarmi amicotuo! Oh, fa che questa parola dal grandissimo significato non sia un vano suono,come purtroppo avviene con eccessiva frequenza tra gli uomini! Ma se tu lhaipronunciata in tutto il suo intero significato, continua ad onorarmi della tua ami-cizia e della tua grazia, e concedi che anche i miei ventinove compagni venganoliberati dalle loro pesanti catene! N io, n loro ti sfuggiremo, te lo garantisce, inprimo luogo, il forte contingente di militi, e in secondo luogo, anzi principal-mente, la tua amichevole parola. Puoi credermi: io parlo adesso francamente edel tutto apertamente! Noi tutti siamo con la massima ripugnanza quello chesiamo! Se tu potessi liberarci da questo giogo, compiresti lopera pi umana e pigiusta che ci sia! 7. Risponde Cirenio: Non dubitare, perch questa sar senzaltro la mia preoc-cupazione! Guardatevi qui intorno, e i vostri occhi non incontreranno che dei sal-vati dalla rovina. Fra di loro ce ne saranno pochi che, secondo la nostra rigidagiustizia romana, non abbiano meritato il taglio della testa o addirittura la croce;e vedi invece come essi ora, da veri uomini, si trovino dinanzi a noi come oropurissimo, e nessuno si augura di dover abbandonare la nostra compagnia! Iocredo e spero fermamente che voi pure verrete a trovarvi tra non molto nelleidentiche condizioni! A Dio, infatti, tutte le cose sono molto facilmente possibili,ci di cui io stesso ho la pi vivente convinzione. 8. Ma ora permetti che io ti rivolga ancora una domanda della massima impor-tanza, e questa consiste in ci: tu hai reso a noi tutti un servizio non indifferenteesponendoci, con assoluta sincerit, in quali circostanze e in quale modo il degnoveggente di Dio sia stato messo a morte da Erode. Ebbene, tu fosti certamentepresente anche quando egli venne arrestato e condotto in prigione, ebbene, nonpotresti ora narrarci ancora in aggiunta come fu veramente che Erode si trovindotto ad imprigionare Giovanni, che senza alcun dubbio non gli aveva fattoniente di male? Perch un qualche motivo deve pur averlo spinto!.34 35. 12. Capitolo Arresto di Giovanni il Battista. Il rapporto di Erode con Erodiade. 1. Risponde Zinca: Se mi fosse lecito parlare liberamente e senza sottintesi,io, che in prima persona dovetti mettere le mani sullinnocentissimo fra gli inno-centi, potrei certo esporti in tutta fedelt i veri motivi del suo arresto. Ma sedovesse eventualmente esserci qualcuno a cui potrebbero dare fastidio questemie rivelazioni, io preferirei senza dubbio che mi fosse concesso conservare ilsilenzio riguardo a questa storia che non posso richiamare alla mia mente senzail pi sentito rammarico, e in pari tempo senza la pi amara e veemente ira! 2. Osserva Cirenio: Parla pure liberamente e senza alcun riguardo, perch fradi noi non troverai certo nessuno a cui queste tue rivelazioni danno fastidio! 3. Dice Zinca: Ebbene sia, e tu dunque ascoltami! Prima ti dissi che io ormainon credo pi in nessun Dio, perch tutto quello che di Lui viene insegnato nelTempio menzogna, la pi nera ed esecranda! Un simile Dio non pu esistere ineterno in nessun luogo! Il nostro sventurato amico Giovanni insegnava in manie-ra seria al popolo a riconoscere un vero Dio, e la sua dottrina si presentavanecessaria ed era sommamente buona per chiunque non appartenesse al Tempio,e non fosse egli stesso un fariseo. Ma proprio per questo la sua dottrina riguardoal vero Dio risultava un abominio ancora pi terribile per il Tempio! Ed ora tu,da uomo ragionevolissimo che sei, potrai gi pienamente presentire da che parteavesse cominciato a spirare il vento di tempesta. 4. La gente del Tempio si sarebbe molto tempo prima sbarazzata volentieri delpovero Giovanni, se non avesse avuto timore del popolo, il quale in grandissimaparte ormai gi al corrente degli inganni inqualificabili ed abominevo