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Integrare ed innovare: la Content Curation come strumento per il Non Profit (David Carollo, 2013)

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In questo capitolo, contenuto nel Volume "IL NON PROFIT IN RETE" viene descritto il concetto di Content Curation, con riferimento al Settore Non Profit, ed analizzate brevemente alcuni delle principali piattaforme. www.thinkinnovation.org

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IL NON-PROFIT IN RETE

Con il sostegno di

Università Milano Bicocca

In collaborazione con

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IL NON PROFIT IN RETE

INTEGRARE ED INNOVARE: LA CONTENT CURATION COME STRUMENTO PER IL NON PROFIT di DAVID CAROLLO1

PREMESSA

La quantità di contenuti prodotti ogni giorno sul web è enorme ed in continua crescita: sono molte le statistiche e le infografiche che descrivono la frenetica attività degli utenti su Internet, si parla per esempio, di centinaia di nuovi siti internet e blog nati ogni minuto, così come di decine di ore di filmati caricati su Youtube in soli 60 secondi nel mondo.

Dalla nascita dei primissimi blog ad oggi sono cambiate molte cose ed il Web è diventato (e sta diventando) sempre più articolato, disordinato: si è di fronte ad un overload informativo mai visto prima. Chi usa Twitter per rimanere aggiornato, per esempio, può vedere scorrere ogni giorno sul proprio schermo centinaia di aggiornamenti inviati da amici, parenti, società, agenzie di stampa e dal resto degli utenti da cui ha deciso di ricevere gli aggiornamenti: seguire ogni tweet, ogni messaggio, non è semplice e quasi sempre l’utente si perde nell’enorme e continuo flusso di informazioni che incessantemente transita sul portale.

Protagonista di questo fenomeno è senz’altro il Web 2.0, che, dai primi anni del nuovo millennio, ha ribaltato i paradigmi rendendo sempre più disponibili agli utenti strumenti che permettessero di creare contenuti e condividerli in Rete, contrariamente a quanto era successo negli anni precedenti quando l’utilizzo della rete era un’attività più adatta a tecnici e ad addetti ai lavori.

Ormai chiunque carica contenuti in Rete, quali testi, foto, video, i temi e gli argomenti trattati sono ovviamente i più disparati ed in questa infinita ragnatela di dati ed informazioni è sempre più facile perdersi, e comunque si fa molta fatica a destreggiarsi. Più passerà il tempo e più questa situazione tenderà a peggiorare e gli utenti, con sempre meno tempo a disposizione, faranno sempre più fatica a cercare ed a trovare informazioni sugli argomenti di loro interesse.

Proprio per questo motivo, recentemente sono nate nuove figure professionali con lo scopo di analizzare la rete in cerca di notizie di interesse, selezionando le fonti e diminuendo sensibilmente il livello di “rumore di fondo”, occupandosi quindi della loro presentazione e pubblicazione.

CHE COS’È E A COSA SERVE LA CONTENT CURATION

La content curation può essere definita come l’attività con cui vengono ricercati, aggregati, organizzati e presentati i contenuti più rilevanti su uno specifico tema, al fine di ottenere un’entità crossmediale integrata di valore aggiunto per l’utente finale. Nelle prospettive di crescita prima indicate, la content curation probabilmente andrà a costituire, nei prossimi anni, uno dei più interessanti ambiti di sviluppo del web, andando di fatto a modificare, a

1 THINK! – Responsabile area Web

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sostituire (soprattutto in quelle realtà dove le risorse sono molto limitate) le attività editoriali e di blogging di aziende e associazioni, data la possibilità che offre di riuscire a proporre, alla propria audience, qualcosa di organizzato, utile ed originale.

Il Content Curator non è il classico tecnico ICT, in quanto non sono richiesti particolari skills tecnici: l’area di competenza può esser considerata molto vicina agli ambiti umanistici, pur se, in linea generale, questo profilo professionale richiede competenze multidisciplinari: competenze e conoscenze riguardo alla specifica materia che si intende curare, familiarità con gli strumenti del web, e molta curiosità e desiderio di rimanere aggiornati. Il suo compito è ricercare e selezionare notizie scritte da altri - giornalisti, blogger, ecc. - su un determinato tema, per riproporle filtrate e contestualizzate sul canale proprietario; svolge fondamentalmente una funzione di “filtro”, in relazione ad un determinato argomento, tra la miriade di notizie ed informazioni presenti in rete e l’utente finale.

Questa figura risulta di grande importanza in un panorama come quello attuale. Seguendo la regola del “90-9-1” nella genesi dei contenuti del Web (il 90% degli utenti usufruisce dei contenuti, il 9% li cura, e l’1% li crea) il Content Curator rappresenta quel 9% che opera per evitare, almeno in parte, l’“information overload” in cui quotidianamente si è immersi.

L’attività del Content Curator parte da una mappatura e selezione delle fonti sull’argomento di interesse e dalla definizione dei tool principali per poterle mappare (Feed RSS, alerts su determinate keywords di ricerca, iscrizioni a newsletter, ecc.) per aggregare le news selezionate su un determinato canale, accompagnate da un commento sintetico e ragionato. L’obiettivo del Content Curator è quello di rappresentare una fonte credibile ed autorevole per gli utenti su un determinato argomento, su cui opera contestualizzando e riorganizzando i contenuti nel modo più funzionale per soddisfare le esigenze di informazione degli utenti.

LE PIATTAFORME

Recentemente, sono stati sviluppati svariati strumenti utili a “curare” determinati argomenti, consentendo – a singoli utenti o a gruppi di utenti, se si tratta di raccolte collaborative – la partecipazione alla realizzazione di queste “web collection” informative. Il vero pregio di questi strumenti è l’offrire la possibilità della creazione di un’informazione organizzata e collettivamente costruita, forse uno dei migliori impieghi sul web della cosiddetta intelligenza collettiva.

Alcuni studi suggeriscono che la content curation potrebbe aiutare nell’apprendimento di determinate tematiche più di quanto non possa farlo la semplice navigazione su Internet o la consultazione su Wikipedia, in quanto i Curators svolgono un efficace lavoro di ricerca, sintesi ed organizzazione, ripagato da un aumento della loro influenza sul web.

PINTEREST

Pinterest (deve il suo nome alla crasi delle parole inglesi pin, appendere, e interest, interesse), sostanzialmente permette una curation di tematiche tramite immagini (e di conseguenza dei siti web su cui sono ospitate), organizzate in categorie/argomenti. Nato dall’idea di creare un catalogo on-line delle ispirazioni, Pinterest permette agli utenti di creare bacheche, che

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funzionano da raccoglitori pubblici, quindi visibili a tutti, di “pin” condivise dalla rete o create dagli utenti, permettendo la connessione tra persone aventi medesimi gusti e interessi.

Un appassionato di un determinato tema può creare su Pinterest una bacheca per raccogliere immagini sull’argomento di suo interesse: ogni immagine viene catalogata e “taggata” per poter essere trovata dagli altri appassionati più facilmente; in questo modo, un altro appassionato del medesimo argomento può raggiungere quella bacheca e condividere interessi ed opinioni con il suo creatore. Ogni pin, può essere ricondiviso (“re-Pin”) dagli altri utenti che possono esprimere un “Like” (come su Facebook, un’espressione di gradimento), e aggiungere un commento per partecipare alla discussione su quel contenuto. Interessante anche la possibilità di creare bacheche collaborative che possono essere arricchite da più di un utente contemporaneamente.

L’obiettivo di Pinterest è quello di avvicinare utenti di tutto il mondo, accomunati da interessi e preferenze comuni; sfruttando questa caratteristica, le organizzazioni non profit possono entrare in contatto con quelle persone che mostrano interesse verso determinate cause sociali; la piattaforma è stata utilizzata negli USA anche per vere e proprie campagne di fundraising per associazioni non profit; inoltre, data la sua caratteristica molto “visiva”, un ulteriore utilizzo che riscuote successo nel terzo settore è quello di utilizzare boards specifiche per la vendita di materiali e prodotti equosolidali.

PAPER.LI

Paper.li è un magazine tematico online che si compone automaticamente utilizzando i Feed RSS, i contenuti di Twitter (selezionando utenti e/o hashtag) e di altri social Network selezionati dal suo curatore. È possibile creare diverse tipologie di giornale a seconda delle proprie esigenze, definendone anche la frequenza di pubblicazione (daily o weekly). Il layout d’impaginazione è previsto direttamente dal sistema, che provvede a suddividere i contenuti in colonne, sezioni, categorie ed anteprime, creando così un prodotto che non ha nulla da invidiare ad un vero e proprio magazine online.

La finalità di Paper.li è aggregare l’intera giornata (o settimana) informativa su

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Twitter e le altre fonti prescelte, rendendo il contenuto leggibile e interessante: quando viene pubblicata una nuova edizione del giornale si può scegliere di mandare automaticamente un tweet che informi i followers (i quali, se iscritti, ricevono anche una notifica via email). Giornalisti, esperti di ICT e anche il mondo del non profit, le ONG in particolare, hanno iniziato a utilizzare questo strumento.

Anche Fondazione THINK!, per esempio, si avvale, sin dall’inizio, di questo strumento, utile per convogliare “all-in-one” i contenuti e le ultime novità del mondo dell’ICT4D (Information and Communication Technology for Development).

STORIFY

La condivisione di contenuti è una delle maggiori prerogative offerte dal “Nuovo Web”: si hanno infatti a disposizione numerosissimi strumenti per pubblicare e condividere pensieri, documenti e file multimediali.

Quando si tratta però di seguire l’evolversi di un evento o di una storia le attività necessarie diventano più complesse, con il rischio anche di divenire dispersive, dato che si devono raccogliere contributi che, inevitabilmente provengono da fonti molto diverse tra loro.

Nasce per questo motivo Storify, un tool che permette di raccontare un’unica grande storia utilizzando tutta la potenza di Internet e dei Social media, aggregando i vari elementi di informazione trovati sul web, siano essi filmati di YouTube, foto di Flickr, post di Facebook, Tweets e articoli di blog.

Voluto e finanziato da un’organizzazione non profit, Storify ha ricevuto numerosi riconoscimenti, soprattutto in seguito al suo utilizzo nel corso delle recenti vicende politiche in Egitto: aggregando nelle sue storie i contributi degli autori dei tweets attraverso i quali tutto il mondo è rimasto aggiornato su quanto realmente stava accadendo, è stato utilizzato come un facile mezzo per riassumere le notizie più salienti di ogni giornata, aiutando i lettori a non perdersi nelle centinaia di tweet, video e immagini lanciati in rete ogni giorno.

Storify può rappresentare un valido strumento da affiancare alle classiche attività di ufficio stampa, per raccontare un evento, un prodotto, ma anche un luogo o una sensazione: è infatti ideale non solo per la cronaca ma anche per

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trasferire concetti e valori, come spesso accade per il mondo non profit, che già da tempo ha iniziato a farne uso anche, in alcuni casi, nel nostro Paese.

LA CONTENT CURATION PER IL NON PROFIT

Il “2012 Non profit Social Networking Benchmark Report” conferma l’impegno degli enti non profit sul web e nel sempre più frequente utilizzo dei “social networks” e, in generale, degli strumenti 2.0 offerti dalla Rete. Rispetto agli ultimi quattro anni l’utilizzo del “social media marketing” da parte di associazioni e istituzioni benefiche è aumentato nel mondo in maniera esponenziale non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente.

La Content Curation o, ancora meglio, la Social Content Curation, oltre a costituire tanto un’attuale quanto un’interessante evoluzione della Rete, sta diventando sempre più uno strumento anche per “curare e raccontare” le storie del mondo non profit. Svolgendo l’attività di Content Curation si ha la possibilità di aumentare l’autorevolezza su uno specifico argomento, diventando una risorsa di notizie qualificata per tutte le persone che sul web seguono una determinata organizzazione o le tematiche di cui si occupa e in cui opera.

La Content Curation rappresenta inoltre un validissimo strumento per azioni di marketing e individuazione di volontari. Autorevolezza e riconoscibilità del brand aumenteranno di pari passo con la cura di contenuti di qualità e della loro diffusione.

Le organizzazioni, siano esse orientate al business o al non profit, non dovrebbero considerare la Content Curation come una perdita di tempo, ma bensì come un’occasione per una attenta e utile attività di selezione di contenuti di qualità, che diventano utili per sviluppare la conoscenza, preziosa risorsa che può essere a vantaggio dal curatore come dal lettore.

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