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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014
L’ordinamento internazionale 3
1. La «comunità degli stati» e il diritto internazionale
2. Ordinamento internazionale e ordinamento italiano
3. L’adattamento agli obblighi internazionali
4. Il diritto internazionale e la protezione dei diritti umani
5. L’Organizzazione delle Nazioni Unite e le missioni
internazionali
6. La Nato, il Consiglio d’Europa e altre organizzazioni
internazionali regionali
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L’ordinamento internazionale 3
CARATTERI DELL’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
• La base sociale è costituita non da persone fisiche ma da
entità collettive
• Non c’è un ente che si ponga nei confronti dei consociati in
posizione sovraordinata
• Non ha un organo legislativo che produca norme aventi
come destinatari tutti i soggetti
• Manca un meccanismo organizzato di soluzione delle
controversie fra i soggetti
• La protezione degli interessi dei soggetti è affidata all’istituto
dell’autotutela
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L’ordinamento internazionale 3
TEORIE DEI RAPPORTI FRA ORDINAMENTO
INTERNAZIONALE E ORDINAMENTI STATALI
• La concezione monista: unità degli ordinamenti con primato
dell’ordinamento statale o dell’ordinamento internazionale
(originario o derivato rispetto all’altro)
• La concezione dualista: ordinamento statale e ordinamento
internazionale come ordinamenti indipendenti e separati
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L’ordinamento internazionale 3
IL DIRITTO INTERNAZIONALE
• Le norme di diritto internazionale generale: norme di
origine consuetudinaria (fonti fatto) che obbligano tutti i
soggetti dell’ordinamento
• Le norme di diritto internazionale particolare: norme di
origine pattizia (trattati e accordi) che vincolano solo gli stati
che li sottoscrivono
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GLI OBBLIGHI INTERNAZIONALI DI ORIGINE PATTIZIA E
LA RATIFICA
In diritto internazionale si chiama ratifica l’istituto giuridico
mediante il quale un soggetto (lo stato) fa propri gli effetti di
un negozio concluso con terzi dal proprio rappresentante.
• I trattati richiedono, successivamente alla firma, la ratifica,
seguita dallo scambio (trattati bilaterali) o dal deposito
(trattati multilaterali) degli strumenti di ratifica presso una
delle parti: attraverso la ratifica lo stato esprime il proprio
consenso a essere obbligato da un trattato
• Altri accordi (accordi in forma semplificata) non richiedono
la ratifica: la semplice firma vincola lo stato
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COME LO STATO ITALIANO CONTRAE OBBLIGHI DI
DIRITTO INTERNAZIONALE: I TRATTATI
GOVERNO:
negozia e firma i trattati
PARLAMENTO:
autorizza con legge la ratifica dei trattati
(nei casi previsti dall’art. 80 Cost.)
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA:
ratifica i trattati (art. 87 Cost.)
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L’AUTORIZZAZIONE ALLA RATIFICA DEI TRATTATI
INTERNAZIONALI
Art. 80 Cost.
• Trattati che importano variazioni del territorio
• Trattati che importano oneri finanziari
• Trattati che importano modificazioni di leggi
• Trattati che sono di natura politica
• Trattati che prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari
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COME LO STATO ITALIANO SI ADEGUA AGLI OBBLIGHI
INTERNAZIONALI: L’ADATTAMENTO AI TRATTATI
• Procedimento ordinario: l’adattamento è prodotto mediante l’adozione di norme interne, utilizzando in genere fonti di rango legislativo, in
ottemperanza degli obblighi internazionali
• Procedimento speciale: l’adattamento è disposto mediante l’ordine di
esecuzione, in genere dato con legge, senza riformulare o riprodurre gli
obblighi internazionali
Legge di autorizzazione alla ratifica
«Ratifica ed esecuzione del trattato... (parti contraenti e oggetto), fatto
a... (luogo) il... (data)»
Art. 1: Il presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il
trattato...
Art. 2: Piena ed intera esecuzione è data al trattato di cui all’articolo 1, a
decorrere dalla data della sua entrata in vigore in conformità a quanto
disposto dall’articolo... del trattato stesso.
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L’ADATTAMENTO AUTOMATICO AGLI OBBLIGHI
INTERNAZIONALI DI ORIGINE CONSUETUDINARIA
Art. 10.1 Cost.
«L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del
diritto internazionale generalmente riconosciute».
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LA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI [1]
Dichiarazioni e convenzioni adottate dall’Assemblea generale
dell’ONU
• Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948)
• Convenzione sul genocidio (1948)
• Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di
discriminazione razziale (1965)
• Patti internazionali relativi ai diritti politici e civili e ai diritti
economici, sociali e culturali (1966)
• Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione
nel confronti della donna (1979)
• Convenzione contro la tortura (1984)
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LA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI [2]
Dichiarazioni e convenzioni adottate dall’Assemblea generale
dell’ONU
• Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (1989)
• Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i
lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990)
• Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (2006)
• Convenzione per la protezione di tutte le persone dalle
sparizioni forzate (2006)
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IL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO
Le Convenzioni di Ginevra del 1949 e i Protocolli del 1977
• Convenzione sulla sorte dei feriti delle forze armate terrestri
• Convenzione sulla sorte dei feriti delle forze armate navali
• Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra
• Convenzione sulla protezione dei civili in tempo di guerra
• Protocollo sulla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali
• Protocollo sulla protezione delle vittime dei conflitti armati non internazionali
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I TRIBUNALI PENALI INTERNAZIONALI
• Tribunale di Norimberga (1945)
• Tribunale di Tokyo (1946)
• Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (1993)
• Tribunale penale internazionale per il Ruanda (1994)
• Corte penale internazionale (Statuto di Roma del 1998,
entrato in vigore il 1° luglio 2002)
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LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
Statuto di Roma (1998)
«È istituita una Corte penale internazionale in quanto
istituzione permanente che può esercitare il suo potere
giurisdizionale sulle persone fisiche per i più gravi crimini di
portata internazionale, ai sensi del presente Statuto. Essa è
complementare alle giurisdizioni penali nazionali».
• Crimine di genocidio
• Crimini contro l’umanità
• Crimini di guerra
• Crimine di aggressione
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L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE
Carta delle Nazioni Unite del 1945
Gli organi dell’ONU:
• Assemblea generale (tutti gli stati membri: 193)
• Consiglio di sicurezza (15 membri, di cui dieci eletti per due
anni e cinque permanenti, con potere di veto: Cina, Francia,
Russia, Regno Unito, Stati Uniti)
• Consiglio economico e sociale (54 membri)
• Corte internazionale di giustizia (15 giudici)
• Segretariato generale (il segretario generale è eletto per
cinque anni)
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GLI STATI MEMBRI DELL’ONU
• Membri originari (1945): 51
• Membri ammessi dal 1946 al 1950: 9 (tot. 60)
• Membri ammessi negli anni Cinquanta (fra cui l’Italia nel
1955): 23 (tot. 83)
• Membri ammessi negli anni Sessanta: 44 (tot. 126)*
• Membri ammessi negli anni Settanta: 26 (tot. 152)
• Membri ammessi negli anni Ottanta: 7 (tot. 159)
• Membri ammessi negli anni Novanta: 32 (tot. 188)**
• Membri ammessi negli anni Duemila: 6 (tot. 193)***
* Unione di Tankanika con Zanzibar (Tanzania).
** Annessione della Germania orientale alla Repubblica federale tedesca, riunificazione dello Yemen
del Nord e dello Yemen del Sud, secessione della Cecoslovacchia (Repubblica ceca e Slovacchia)
*** Istituzione della Repubblica federale jugoslava (poi Unione di Serbia e Montenegro, oggi Serbia)
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GLI STATI AMMESSI ALL’ONU DAL 1990 AD OGGI
• 1990: Liechtenstein, Namibia
• 1991: Corea del Nord, Corea del Sud, Estonia, Isole Marshall,
Lettonia, Lituania, Micronesia
• 1992: Armenia, Azerbaijan, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Georgia,
Kazakhstan, Kyrgyzstan, Moldavia, San Marino, Slovenia, Tajikistan,
Turkmenistan, Ubzekistan
• 1993: Andorra, Eritrea, Macedonia, Monaco, Repubblica ceca,
Slovacchia
• 1994: Palau
• 1999: Kiribati, Nauru, Tonga
• 2000: Repubblica federale di Yugoslavia (Serbia e Montenegro,
Serbia), Tuvalu
• 2002: Svizzera, Timor Est
• 2006: Montenegro
• 2011: Sud Sudan
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LE AGENZIE SPECIALIZZATE DELL’ONU
• AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica)
• Banca mondiale
• FAO (Organizzazione per l’alimentazione)
• FMI (Fondo monetario internazionale)
• OIL (Organizzazione internazionale del lavoro)
• OMS (Organizzazione mondiale della sanità)
• UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’educazione, la scienza e la cultura)
• UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia)
• WTO (Organizzazione mondiale per il commercio
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L’ONU E L’USO DELLA FORZA [1]
• Divieto dell’uso della forza: «i membri devono astenersi
nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso
della forza...» (art. 2.4 Carta Onu)
• Uso centralizzato della forza: il Consiglio di sicurezza «può
intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione
che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la
sicurezza internazionale»; «tutti i membri delle Nazioni Unite
si impegnano a mettere a disposizione del Consiglio di
sicurezza, a sua richiesta ed in conformità ad un accordo o
ad accordi speciali, le forze armate, l’assistenza e le
facilitazioni, compreso il diritto di passaggio, necessarie per il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale»
(artt. 42-43 Carta Onu)
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L’ONU E L’USO DELLA FORZA [2]
• Legittima difesa: «nessuna disposizione del presente
Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o
collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro
un membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di
sicurezza non abbia preso le misure necessarie per
mantenere la pace e la sicurezza internazionale» (art. 51
Carta Onu)
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IL RUOLO DELL’ONU NEI CONFLITTI DOPO LA FINE
DELLA GUERRA FREDDA [1]
• Iraq-Kuwait (1990-1991): intervento autorizzato
• Somalia (1992-1993): missione UNOSOM, intervento
autorizzato (Unified Task Force), missione UNOSOM II
• Ex Jugoslavia (1992-1995): missione UNPROFOR,
intervento della Nato (missione IFOR/SFOR), missione
UNMIBH
• Ruanda (1993-1996): missione UNAMIR
• Kosovo (1999): intervento della Nato (missione KFOR),
missione UNMIK
• Timor Est (1999): missione UNTAET
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IL RUOLO DELL’ONU NEI CONFLITTI DOPO LA FINE
DELLA GUERRA FREDDA [2]
• Afghanistan (2001): legittima difesa, forza internazionale su
mandato Onu (ISAF, dal 2003 a comando Nato), missione
UNAMA
• Iraq (2003): intervento non autorizzato, forza multinazionale
su mandato Onu, missione UNAMI
• Libano (2006): missione UNIFIL (già presente dal 1978)
• Darfur (2007): missione UNAMID (Onu/Unione africana)
• Libia (2011): intervento autorizzato (missione a comando
Nato)
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OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DELLE NAZIONI UNITE (2014)
• Africa: Repubblica centrafricana (MINUSCA, risoluzione n. 2149/2014);
Mali (MINUSMA, risoluzione n. 2100 del 2013); Repubblica del Sud
Sudan (UNMISS, risoluzione n. 1996 del 2011); Regione sudanese di
Abyei (UNISFA, risoluzione n. 1990 del 2011); Repubblica democratica
del Congo (MONUSCO, risoluzione n. 1925 del 2010); Darfur (UNAMID,
risoluzione n. 1769 del 2007); Costa d’Avorio (UNOCI, risoluzione n. 1528
del 2004); Liberia (UNMIL, risoluzione n. 1509 del 2003); Sahara
occidentale (MINURSO, risoluzione n. 690 del 2001)
• America: Haiti (MINUSTAH, risoluzione n. 1542 del 2004)
• Asia: India/Pakistan (UNMOGIP, risoluzione n. 47 del 1948)
• Europa: Kosovo (UNMIK, risoluzione n. 1244 del 1999); Cipro
(UNFICYP, risoluzione n. 186 del 1964)
• Medio Oriente: Libano (UNIFIL, risoluzioni nn. 425 e 426 del 1978, n.
1701 del 2006); Israele/Siria (UNDOF, risoluzione n. 350 del 1974);
Palestina (UNTSO, risoluzioni nn. 50 del 1948 e 73 del 1949)
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LA GUERRA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA [1]
Art. 11 Cost.
«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
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LA GUERRA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA [2]
Art. 78 Cost.
«Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al
governo i poteri necessari».
Art. 87 Cost.
«Il presidente della Repubblica ... ha il comando delle Forze
armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito
secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle
Camere».
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LE MISSIONI MILITARI ITALIANE ALL’ESTERO (2014)
• Missioni Nato / Ue nei Balcani (570)
• Missioni Nato / Ue in Afghanistan (2.995)
• Missioni Nato / Ue contro la pirateria (247)
• Attività aeronavali Nato nel Mar Mediterraneo (347)
• Missioni Ue in Somalia (155); Libia (100); Mali (27); Georgia (4);
Rafah (1)
• Missioni Onu in Libano (1.100); Libano/Israele (7); Marocco (5);
Cipro (4); India/Pakistan (4); Darfur (3); Sud Sudan (2)
• Altre missioni internazionali: Egitto (79); Hebron (13)
• Missioni in base ad accordi bilaterali: Malta (25)
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L’ORGANIZZAZIONE DEL TRATTATO DEL NORD ATLANTICO
Trattato del Nord Atlantico del 1949
Gli stati membri della NATO:
• dal 1949: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito,
Stati Uniti
• dal 1952: Grecia, Turchia
• dal 1955: Germania
• dal 1982: Spagna
• dal 1999: Repubblica ceca, Polonia, Ungheria
• dal 2004: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania,
Slovacchia, Slovenia
• dal 2009: Albania, Croazia
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L’ART. 5 DEL TRATTATO NATO
«Le Parti convengono che un attacco armato contro una o più
di esse, in Europa o nell’America settentrionale, costituirà un
attacco verso tutte, e di conseguenza convengono che se tale
attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell’esercizio del
diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto
dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte
o le parti così attaccate, intraprendendo immediatamente,
individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che
giudicherà necessaria, ivi compreso l’impiego della forza
armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione
dell’Atlantico settentrionale».
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LE MISSIONI INTERNAZIONALI DELLA NATO
• Bosnia-Erzegovina: “Implementation Force/Stabilisation Force”
(IFOR/SFOR, 1995-2004)
➞ Consiglio di sicurezza Onu: risoluzioni nn. 1031/1995, 1088/1996, 1575/2004
• Kosovo: “Kosovo Force” (KFOR, in corso dal 1999)
➞ Consiglio di sicurezza Onu: risoluzione n. 1244/1999
• Afghanistan: “International Security Assistance Force” (ISAF, in
corso dal 2003)
➞ Consiglio di sicurezza Onu: risoluzione n. 1510/2003
• Corno d’Africa: “Operation Ocean Shield” (in corso dal 2009)
➞ Consiglio di sicurezza Onu: risoluzioni nn. 1846/2008 e 1851/2008
• Libia: “Operation Unified Protector” (marzo-ottobre 2011)
➞ Consiglio di sicurezza Onu: risoluzione n. 1973/2011
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ALTRE ORGANIZZAZIONI REGIONALI
• Consiglio d’Europa (COE): 47 stati membri – lo Statuto del Consiglio d’Europa del 1949 e la Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
(CEDU, firmata nel 1950)
• Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa (OSCE): 57 stati membri – l’Atto finale della Conferenza di Helsinki del 1975 (CSCE) e la Carta di
Parigi del 1990 (dalla Conferenza all’Organizzazione)
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IL GRUPPO DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI
• Gruppo dei sette (G7): Stati Uniti, Giappone, Germania,
Regno Unito, Francia, Italia, Canada
• Gruppo degli otto (G8): i paesi del G7 più la Russia
• Gruppo dei venti (G20): i paesi del G8 più Arabia
Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud,
India, Indonesia, Messico, Sud Africa, Turchia, Unione
europea
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