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G R E G O R E L L I I N G E G N E R I As t u d i o a s s o c i a t o
Istituto Zooprofilattico sperimentaledella Lombardia e dell'Emilia Romagna “Bruno Ubertini”
via Bianchi 7/9 Brescia
Pensilina in corrispondenza accessi magazzinoComune di Brescia (BS)
CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO
SPECIFICHE TECNICHEprogetto definitivo-esecutivo
il progettista il direttore lavori il committente il costruttore CA il costruttore CM
Emissione progetto definitivo-esecutivo 0.0 20 ottobre 2010
Revisione numero data
pratica 627 – 09
g r e g o r e l l i i n g . e t t o r e g r e g o r e l l i i n g . m a r c o m e n e g o n i n g . a l e s s a n d r o
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Indice
1 NORME DI RIFERIMENTO 4
2 ONERI COMPRESI NELL'OFFERTA 4
3 CALCESTRUZZO 4
3.1 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO 4
3.2 COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO 5
3.2.1 LEGANTI 5
3.2.2 ACQUA 5
3.2.3 AGGREGATI 5
3.2.4 ADDITIVI 6
3.3 SPECIFICA DEL CALCESTRUZZO 7
3.4 DOCUMENTO DI TRASPORTO 7
3.5 TRASPORTO DEL CALCESTRUZZO 7
3.6 POSA IN OPERA DEL CALCESTRUZZO 7
3.7 CONTROLLO DI ACCETTAZIONE 9
3.7.1 CONTROLLO TIPO A 9
3.7.2 CONTROLLO TIPO B 9
3.7.3 NUMERAZIONE DEI PROVINI 9
3.8 RIPRESE DI GETTO 10
3.9 POSA IN OPERA IN CLIMA FREDDO 10
3.10 POSA IN OPERA IN CLIMA CALDO 10
3.11 CASSEFORME – ARMATURE DI SOSTEGNO - CENTINATURE 11
3.12 PREVENZIONE DELLE FESSURE DA RITIRO PLASTICO 12
3.13 DISARMO 12
3.14 SCADENZE DI PROVA A ROTTURA 13
3.15 PREDISPOSIZIONE DI FORI, TRACCE, AMMORSATURE, ONERI VARI 13
4 ACCIAIO 13
4.1 PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO 13
4.1.1 CONTROLLI DI PRODUZIONE IN STABILIMENTO 13
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4.1.2 CONTROLLI NEI CENTRI DI TRASFORMAZIONE 14
4.1.3 DOCUMENTO DI TRASPORTO 14
4.2 ACCIAIO DA CEMENTO ARMATO 15
4.2.1 GENERALITA' 15
4.2.2 CONTROLLI DI ACCETTAZIONE IN CANTIERE 15
4.2.3 DIAMETRO DEI MANDRINI PER LA PIEGATURA DELLE BARRE 16
4.2.4 ANCORAGGI E SOVRAPPOSIZIONI 16
4.2.5 COPRIFERRO 16
4.2.6 INTERFERRO 17
4.3 ACCIAIO PER STRUTTURE METALLICHE e STRUTTURE COMPOSTE 17
4.3.1 GENERALITA' 17
4.3.2 ACCIAIO PER GETTI 17
4.3.3 ACCIAIO PER CONNETTORI A PIOLO 17
4.3.4 ACCIAIO PER STRUTTURE SALDATE 17
4.3.5 BULLONI 18
4.3.6 CONTROLLI DI ACCETTAZIONE 19
4.3.6.1 Controllo in officina prima dell'esecuzione della zincatura 19
4.3.7 CONTROLLO GEOMETRIE DI INTERFACCIA CON STRUTTURE IN CEMENTO
ARMATO 19
4.3.8 TRATTAMENTO SUPERFICIALE 19
4.3.8.1 Verniciatura 20
4.3.8.2 Zincatura a caldo 20
5 MATERIALI FERROSI VARI 20
6 OPERE di piccola CARPENTERIA METALLICA non strutturale 21
7 PANNELLI di COPERTURA e TAMPONAMENTO – SCOSSALINE – LAMIERE di compluvio e
displuvio ecc. 21
8 NOTA DI RESPONSABILITÀ 22
9 CONTROLLO DELLE LAVORAZIONI DI CANTIERE 22
10 QUANTITÀ NON PREVISTE A DISEGNO 22
11 LAVORAZIONI NON PREVISTE A CAPITOLATO – NUOVI PREZZI 23
12 LAVORI A MISURA O A CORPO 23
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1 NORME DI RIFERIMENTO
Riferimenti: Legge 1086/1971 e D.P.R. 380/2001
D.M. 14.02.1992 (D.M. 09.01.1996)
D.M. 14.01.2008 (di seguito definito DM)
Le presenti note sono vincolanti ove non in contrasto con quanto riportato sui disegni esecutivi e nella
vigente legislazione. Si deve fare riferimento all'ultima emissione delle norme citate e, se sostituite, alla
norma subentrante.
2 ONERI COMPRESI NELL'OFFERTA
Si intende che il prezzo di offerta è comprensivo :
✔ oneri per le prove previste in officina e per le prove di laboratorio richieste sia dalle presenti
specifiche che dalla normativa vigente e di eventuali prove di carico in opera, se richieste dal
collaudatore statico.
✔ deposito / ritiro denuncia CA - CM presso gli organi competenti .
✔ deposito relazione di fine lavori presso gli organi competenti.
✔ deposito / ritiro relazione di collaudo statico presso gli organi competenti.
3 CALCESTRUZZO
3.1 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato si intende quello prodotto mediante impianti,
strutture e tecniche organizzate sia in cantiere che in uno stabilimento esterno al cantiere stesso.
Gli impianti devono essere dotati di un sistema permanente di controllo interno, predisposto in coerenza con
la norma UNI EN ISO 9001:2000, che deve far riferimento alle specifiche indicazioni contenute nelle Linee
guida del calcestruzzo preconfezionato elaborato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei
LL.PP. . Detto sistema di controllo deve essere certificato da organismi terzi indipendenti che operano in
coerenza con la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006, autorizzati dal Servizio Tecnico Centrale del
Consiglio Superiore dei LL.PP. .
I documenti che accompagnano ogni fornitura di calcestruzzo confezionato con processo industrializzato
devono indicare gli estremi di tale certificazione.
Per produzioni di calcestruzzo inferiori a 1500m3 di miscela omogenea effettuate direttamente in cantiere ,
la stessa deve essere confezionata sotto la diretta responsabilità del costruttore e il Direttore dei Lavori deve
avere, prima dell'inizio delle forniture, evidenza documentata dei criteri e delle prove che hanno portato alla
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determinazione delle caratteristiche della miscela.
3.2 COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO
3.2.1 LEGANTI
Devono impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici previsti dalle disposizioni vigenti in materia, dotati di
certificato di conformità, rilasciato da un organismo europeo notificato, ad una norma armonizzata della
serie UNI EN 197 ovvero ad uno specifico ETA, purchè idonei all'impiego previsto nonché, per quanto non
in contrasto, conformi alle prescrizioni di cui alla legge 26/05/1965 n. 595. In particolare, ove non
diversamente specificato, si dovrà utilizzare cemento tipo CEM I 42,5 R (UNI EN 197-1).
3.2.2 ACQUA
L’acqua d'impasto deve essere limpida, priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali
dannose e conforme alla norma UNI EN 1008.2003.
L’acqua dovrà essere aggiunta nella quantità prescritta in relazione al tipo di conglomerato cementizio,
tenendo conto dell’acqua contenuta negli inerti (Norma UNI 8520 parte 5) in modo da rispettare il previsto
rapporto acqua/cemento.
Nessuna aggiunta d’acqua è prevista in cantiere. Su autorizzazione scritta della D.L. potrà essere aggiunto
in cantiere additivo fluidificante.
3.2.3 AGGREGATI
Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla lavorazioni di
materiali naturali, artificiali o provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea UNI EN
12620. Il sistema di attestazione della conformità di tali aggregati è 2+. E' consentito l'uso di aggregati
provenienti da riciclo secondo i limiti di cui alla tabella 11.2.III del DM a condizione che la miscela venga
preliminarmente qualificata e documentata.
Gli aggregati di cava o di frantumazione devono essere costituiti da elementi non gelivi, privi di parti
friabili, polverulente, terrose e di sostanze comunque nocive all’indurimento del calcestruzzo ed alla
conservazione delle armature e dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste per la Classe A
nella Norma UNI 8520 parte 2a. Gli aggregati non dovranno contenere i minerali dannosi: pirite, marcasite,
pirrotina, gesso,solfati solubili.
La dimensione massima degli inerti (Dmax) sarà di 30 mm per tutte le strutture, ad eccezione di quelle la cui
minor dimensione sia uguale o inferiore a 15 cm, per le quali saranno impiegati inerti con pezzatura
massima di 15 mm. Il fuso granulometrico, nel caso di calcestruzzo prescritto a composizione, rispetterà le
tabelle sotto riportate. La curva granulometrica dovrà essere tale da ottenere il massimo peso specifico del
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conglomerato cementizio a parità di dosaggio di cemento e di lavorabilità dell’impasto e dovrà consentire di
ottenere i requisiti voluti sia nell’impasto fresco (consistenza, omogeneità, lavorabilità, aria inglobata, etc.)
che nell’impasto indurito (resistenza, permeabilità, modulo elastico, ritiro, viscosità, durabilità, etc.).
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla granulometria della sabbia al fine di ridurre al minimo il
fenomeno dell’essudazione (bleeding) nel conglomerato cementizio.
Dmax = 15mm Dmax=20mm Dmax=30mm
% in peso kN/m3 % in peso kN/m3 % in peso kN/m3
0 - 1 25 4.75 21 4.00 18 3.40
1 - 3 20 3.80 19 3.60 14 2.70
3 - 7 25 4.75 20 3.80 16 3.00
7 - 15 30 5.70 25 4.75 22 4.20
15 - 20 15 2.85 10 1.90
20 -30 20 3.80Fuso granulometrico ottimale
3.2.4 ADDITIVI
E’ ammesso l’uso di additivi fluidificanti per consentire un basso rapporto acqua-cemento, una maggiore
lavorabilità, una diminuzione del calore di idratazione, un aumento della durabilità, delle resistenze finali e
della impermeabilità.
Gli additivi eventualmente impiegati, siano essi fluidificanti, ritardanti o acceleranti, per il confezionamento
del calcestruzzo, o di tipo particolare da usarsi nelle malte, dovranno corrispondere alla norme UNI EN
934-2; dovrà essere verificato che tali additivi non macchino o danneggino la superficie del conglomerato
cementizio indurito ed, in ogni caso, essere esenti da cloruro di calcio o altre sostanze tossiche; tale uso
dovrà essere subordinato all’accertamento dell’assenza di ogni pericolo di aggressività ed essere
preventivamente approvato dall’Appaltante. Le quantità saranno contenute al minimo indispensabile ad
ottenere lo scopo richiesto ed in ogni caso corrisponderanno ai dosaggi previsti o consigliati dal
Fabbricante.
Nessun onere sarà riconosciuto per l’aggiunta di additivi in quanto gli stessi saranno, in genere,
indispensabili per mantenere il rapporto acqua/cemento corrispondente alla classe di esposizione richiesta.
E’ vietato usare lubrificanti di varia natura e olii esausti come disarmanti.
In cantiere sarà conservata una opportuna quantità (almeno 100 l) di additivo fluidificante in contenitori
originali con l’indicazione del tipo, modalità d’uso e data di scadenza..
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3.3 SPECIFICA DEL CALCESTRUZZO
Si richiede un calcestruzzo a PRESTAZIONE GARANTITA; il progettista indica in ogni tavola esecutiva la
classe di resistenza a compressione minima del calcestruzzo (RCK), la classe di esposizione, la dimensione
massima dell’aggregato, la classe di consistenza.
3.4 DOCUMENTO DI TRASPORTO
I documenti che accompagnano ogni fornitura di calcestruzzo confezionato con processo industrializzato
devono essere presentati al Direttore Lavori prima della messa in opera e devono indicare gli estremi della
certificazione dell'impianto definiti al § 3.1. Dovranno inoltre essere riportate tutte le specifiche definite
sulle tavole di progetto. In particolare sarà evidenziata la resistenza RCK, la classe di esposizione, la
dimensione massima dell’aggregato, la classe di consistenza, il tipo, la classe ed dosaggio di cemento, i
metri cubi trasportati e l’ora di partenza dall’impianto di confezionamento.
E’ facoltà della Direzione Lavori di rifiutare carichi di conglomerato cementizio non rispondenti ai requisiti
prescritti.
3.5 TRASPORTO DEL CALCESTRUZZO
Il trasporto del calcestruzzo fresco dall’impianto di betonaggio alla zona di getto dovrà avvenire mediante
autobetoniere. L’intervallo di tempo tra l’esecuzione dell’impasto e la messa in opera del
conglomerato, a condizione che la miscela sia mantenuta in movimento per tutto il periodo, non dovrà
essere superiore ad un’ora quando la temperatura ambiente è superiore a 20 °C e ad un’ ora e mezza per
temperature inferiori.
3.6 POSA IN OPERA DEL CALCESTRUZZO
Prima del getto del calcestruzzo, ogni superficie di posa dovrà essere libera da acqua, fango, oli, sostanze
grasse, sostanze organiche o detriti di qualsiasi natura.
Le superfici contro getto in terreni sciolti dovranno essere opportunamente compattate, si deve controllare
che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di
collegamento, siano eseguiti in conformità alle disposizioni di progetto e delle presenti Norme.
L’esecuzione dei getti dovrà essere realizzata in modo da assicurare una posa continua. Il calcestruzzo potrà
essere posato mediante benna o pompa ma in ogni caso, nella fase di scarico, la massima altezza di caduta
libera ammessa per il getto non dovrà essere superiore a 0.50m.
Il calcestruzzo sarà gettato in strati di altezza non superiore a 0.50m, curando, in particolare nel getto di
strutture sottili, che ogni zona delle casseforme sia riempita dall’impasto.
Il calcestruzzo, una volta posto in opera, dovrà essere costipato alla massima densità possibile mediante
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vibratore ad immersione; questi dovranno essere posizionati verticalmente e penetrare per almeno 10 cm
nella parte superiore dello strato gettato precedentemente. In linea di massima, la durata della vibratura, per
metro cubo di calcestruzzo non sarà inferiore ai 3 minuti, quando eseguita con vibratore del diametro di 60-
70 mm e, in ogni caso, dovrà essere interrotta prima che alla superficie del volume vibrato appaia uno strato
di malta priva di inerti di grosso diametro.
I getti dovranno essere iniziati solo dopo la verifica degli scavi, delle casseforme e delle armature
metalliche da parte della Direzione Lavori.
Dovranno essere impiegati prodotti disarmanti aventi i requisiti di cui alle specifiche della Norma UNI
8866; le modalità di applicazione dovranno essere quelle indicate dal produttore evitando accuratamente
aggiunte eccessive e ristagni di prodotto sul fondo delle casseforme.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il getto
dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, 1’Impresa dovrà tenere registrati giornalmente i
minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro.
Il conglomerato cementizio sarà posto in opera e assestato con ogni cura in modo che le superfici esterne si
presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze.
Per la finitura superficiale delle solette è prescritto l’uso di piastre vibranti o attrezzature equivalenti; la
regolarità dei getti dovrà essere verificata con un’asta rettilinea della lunghezza di 2,00 m, che in ogni punto
dovrà aderirvi uniformemente nelle due direzioni longitudinale e trasversale, saranno tollerati soltanto
scostamenti inferiori a 10 mm.
Eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti
incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta fine di cemento, immediatamente
dopo il disarmo, ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti nei limiti che la Direzione Lavori, a suo
insindacabile giudizio, riterrà tollerabili fermo restando in ogni caso che le suddette operazioni ricadranno
esclusivamente e totalmente a carico dell’Impresa.
Eventuali ferri (filo, chiodi, reggette) che con funzione di legatura di collegamento casseri od altro,
dovessero sporgere da getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 0,5 cm sotto la superficie finita e gli
incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento.
L’Impresa dovrà porre particolare cura nella realizzazione dei giunti di dilatazione o contrazione di tipo
Impermeabile (waterstop) , o giunti speciali aperti, a cunei, secondo le indicazioni di progetto.
Quando il conglomerato cementizio deve essere gettato in presenza d’acqua, si dovranno adottare gli
accorgimenti approvati dalla Direzione Lavori, necessari per impedire che l’acqua lo dilavi e ne pregiudichi
la normale maturazione.
La massa volumica del conglomerato cementizio indurito, misurata secondo la Norma UNI 6394 su provini
prelevati dalla struttura, non dovrà risultare inferiore al 97% della massa volumica della miscela fresca
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misurata nelle prove di qualificazione e/o di quella dichiarata nel mix design.
3.7 CONTROLLO DI ACCETTAZIONE
Un prelievo consiste nel prelevare dagli impasti, al momento della posa ed alla presenza del Direttore
Lavori, il calcestruzzo necessario per la confezione di due provini (cubetti). Per la preparazione, la forma, le
dimensioni e la stagionatura dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-
1:2002 e UNI 12390-2:2002. In particolare i provini saranno conservati a 20°C in ambiente ad umidità
relativa maggiore del 90%.
Il controllo di accettazione va eseguito su miscele omogenee e si configura, in funzione del quantitativo di
calcestruzzo in accettazione, nel:
• controllo tipo A
• controllo tipo B
Nel presente lavoro sarà effettuato un controllo tipo A.
Il direttore lavori potrà predisporre controlli del rapporto acqua/cemento e del contenuto in cemento.
Per ogni betoniera in arrivo potrà essere eseguito, a discrezione D.L.:
• un prelievo all’atto della messa in opera
• la verifica della classe si consistenza. Qualora risultasse una classe di consistenza diversa da quella
riportata in bolla e prevista nel progetto, il calcestruzzo non sarà accettato.
3.7.1 CONTROLLO TIPO A
Prevede tre prelievi, ciascuno dei quali eseguito su un massimo di 100m3 di getto di miscela omogenea. Per
ogni giorno di getto va comunque eseguito almeno un prelievo (è consentito derogare da tale obbligo solo
per costruzioni con meno di 100m3 di getto)
3.7.2 CONTROLLO TIPO B
Prevede quindici prelievi su 1500m3 di getto di miscela omogenea. er ogni giorno di getto va comunque
eseguito almeno un prelievo.
3.7.3 NUMERAZIONE DEI PROVINI
I provini dovranno essere contraddistinti in modo indelebile, a cura dell’Impresa, secondo le modalità di
numerazione sotto indicate. I prelievi con la relativa numerazione e posizione dei getti saranno riportati sul
Giornale Lavori.
• NC numero di controllo progressivo
• NP numero prelievo (1/2/3)
• NPR nome provino (A/B)
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• DATA data ed ora del prelievo
• DPS denominazione e posizione dell’elemento strutturale
Esempio di numerazione provino : 1.1.A - 30.10.95 - 12h - Plinto 10
3.8 RIPRESE DI GETTO
La Direzione Lavori avrà la facoltà di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti vengano
eseguiti senza soluzione di continuità così da evitare ogni ripresa, anche se ciò comporta che il lavoro debba
essere condotto a turni ed anche in giornate festive, e senza che l‘Impresa potrà avanzare richiesta alcuna di
maggiore compensi.
Nel caso ciò non fosse possibile, prima di effettuare la ripresa, la superficie di conglomerato cementizio
indurito dovrà essere accuratamente pulita, lavata, spazzolata ed eventualmente scalfita fino a diventare
sufficientemente rugosa da garantire una perfetta aderenza tra i getti successivi.
Ove richiesto, le superfici dei giunti dovranno essere pulite a mezzo di getto di acqua ed aria in pressione
prima che il calcestruzzo abbia iniziato la presa, fino alla rimozione di tutte le particelle di cemento e sabbia
in modo da esporre l’ aggregato grosso pulito.
Tra le diverse riprese di getto non si dovranno avere distacchi, discontinuità o differenze di aspetto e colore.
3.9 POSA IN OPERA IN CLIMA FREDDO
Non si devono effettuare getti di conglomerato a temperature minori di +2° C, salvo il ricorso ad
opportune cautele concordate e approvate dalla D.L.
In casi particolari, e solamente a seguito della approvazione della D.L., l’Appaltatore potrà eseguire getti
con temperature inferiori, mai comunque minori di - 5°C, mediante l’aggiunta al conglomerato di opportuni
additivi antigelo e mediante l’utilizzo di adeguate protezioni da attuarsi nelle zone di getto per tutta la
durata della presa e stagionatura del calcestruzzo (coperture con teloni, stufe a raggi infrarossi, ecc.).
La temperatura del calcestruzzo alla posa dovrà essere sempre superiore a
+ 5°C per temperatura dell’aria superiore a 0°
+10°C per temperatura dell’aria compresa fra -5° C e 0°C.
Prima del getto ci si dovrà assicurare che tutte le superfici a contatto del calcestruzzo siano a temperatura di
alcuni gradi sopra lo zero.
I getti saranno sospesi per temperatura dell’aria minore di –5°C.
3.10 POSA IN OPERA IN CLIMA CALDO
Se durante le operazioni di getto la temperatura dell’aria supera i 33 °C, la temperatura dell’impasto non
dovrà superare i 25 °C, per getti massivi tale limite dovrà essere convenientemente abbassato.
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Al fine di abbassare la temperatura del conglomerato cementizio potrà essere usato ghiaccio in sostituzione
di parte dell’acqua di impasto.
Per ritardare la presa e per facilitare la posa e la finitura del conglomerato cementizio potranno essere
eventualmente impiegati additivi ritardanti di presa preventivamente autorizzati dalla DL.
E’ tassativo l’obbligo di adottare adeguati sistemi di protezione delle superfici esposte.
3.11 CASSEFORME – ARMATURE DI SOSTEGNO - CENTINATURE
Le casseforme per i getti potranno essere in legname, di compensato, di materiale fibrocompresso o
metalliche. Tutte le casseforme dovranno essere solide, indeformabili ed atte a sopportare ogni
sollecitazione sia durante che dopo il getto; prima dell’impiego, dovranno essere accuratamente pulite e
trattate con opportuni oli che né facilitino il disarmo.
Salvo autorizzazione scritta della D.L. i casseri saranno rivestiti da pannelli fenolici ed i relativi giunti
saranno regolari e continui così da ottenere una superficie ‘faccia a vista’ del tutto omogenea.
Il legname delle casseforme in legno dovrà essere sufficientemente stagionato e le giunture dovranno essere
eseguite in modo da evitare perdite di malta sia per ritiro del legname stesso che per la vibratura del getto.
Le casseforme devono essere realizzate in modo da permettere un rapido smontaggio evitando danni al
calcestruzzo indurito.
Nella progettazione e nella esecuzione delle armature di sostegno, delle centinature e delle attrezzature di
costruzione, l’impresa è tenuta a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente
venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata ed in parte isolare:
- per l’ingombro degli alvei dei corsi d’acqua;
- per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.;
Tutte le attrezzature dovranno essere dotate degli opportuni accorgimenti affinché in ogni punto della
struttura la rimozione dei sostegni sia regolare ed uniforme.
Per i getti di superficie in vista dovranno essere impiegate casseforme speciali atte a garantire rifiniture
perfettamente piane, lisce e prive di Qualsiasi irregolarità.
La Direzione Lavori si riserva, a suo insindacabile giudizio, di autorizzare l’uso di casseforme in legno; esse
dovranno però essere eseguite con tavole a bordi paralleli e ben accostate in modo che non abbiano a
presentarsi, dopo il disarmo, sbavature o disuguaglianza sulle facce in vista del getto.
La superficie esterna dei getti in conglomerato cementizio dovrà essere esente da nidi di ghiaia, bolle d’aria,
concentrazione di malta fine, macchie od altro che ne pregiudichi l’uniformità e la compattezza e ciò sia ai
fini della durabilità dell’opera che dell’aspetto estetico.
Nel caso di casseratura a perdere, inglobata nell’opera, si dovrà verificare la sua funzionalità se è elemento
portante e che non sia dannosa se è elemento accessorio.
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Su tutte le casseforme di una stessa opera dovrà essere usato lo stesso prodotto. Se verranno impiegate
casseforme impermeabili, per ridurre il numero delle bolle d’aria sulla superficie del getto e, qualora
espressamente previsto nel progetto, si dovrà fare uso di disarmante con agente tensioattivo in quantità
controllata nel qual caso la vibrazione dovrà essere contemporanea al getto.
3.12 PREVENZIONE DELLE FESSURE DA RITIRO PLASTICO
A getto ultimato dovrà essere curata la stagionatura dei conglomerati cementizi in modo da evitare un
rapido prosciugamento delle superfici esposte all’aria dei medesimi e la conseguente formazione di fessure
da ritiro plastico, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo, fermo restando che il
sistema proposto dall’Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
A questo fine le superfici del conglomerato cementizio non protette dalle casseforme dovranno essere
mantenute umide il più a lungo possibile e comunque per almeno tre giorni, sia per mezzo di prodotti
antievaporanti (curing), da applicare a spruzzo subito dopo il getto, sia mediante continua bagnatura, sia con
altri sistemi idonei.
I prodotti antievaporanti (curing) ed il loro dosaggio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.
Le loro caratteristiche dovranno essere conformi a quanto indicato nella Norma UNI 8656 tipi 1 e 2.
In particolare per le solette, che sono soggette all’essiccamento prematuro ed alla fessurazione da ritiro
plastico che ne deriva, è fatto obbligo di applicare sistematicamente i prodotti antievaporanti di cui sopra.
Nel caso che sulle solette si rilevino manifestazioni di ritiro plastico con formazione di fessure di apertura
superiore a 0,3 mm, l’impresa dovrà provvedere a sua cura e spese alla demolizione ed al rifacimento delle
strutture danneggiate.
Di norma viene esclusa la accelerazione dei tempi di maturazione con trattamenti termici per i conglomerati
gettati in opera.
3.13 DISARMO
Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche sulle strutture.
Potranno essere considerati i seguenti intervalli, previa autorizzazione scritta su Libro Giornale da parte
della D.L.:
getti eseguiti con cemento ad alta resistenza - CEM I 42,5R
sponde dei casseri di travi e pilastri : 2 giorni
armature di solette di luce modesta : 4 giorni
puntelli e centine di travi : 12 giorni
strutture a sbalzo : 14 giorni
getti eseguiti con cemento normale - CEM I 32,5R
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sponde dei casseri di travi e pilastri : 3 giorni
armature di solette di luce modesta : 10 giorni
puntelli e centine di travi : 24 giorni
strutture a sbalzo : 28 giorni
3.14 SCADENZE DI PROVA A ROTTURA
Salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori la scadenza di prova a rottura si intende a 28 gg. dalla
confezione del getto.
Potranno essere richieste anche scadenze di prova a 24h - 72h - 14 gg - 90 gg - 180 gg - 365 gg dalla
confezione del getto.
3.15 PREDISPOSIZIONE DI FORI, TRACCE, AMMORSATURE, ONERI VARI
L’Impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è previsto nei
disegni costruttivi o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori,
circa fori, tracce, cavità, incassature ecc. nelle solette, nervature, pilastri, murature, ecc., per la posa in opera
di apparecchi accessori quali giunti, appoggi, smorzatori sismici, pluviali, passi d’uomo, passerelle di
ispezione, sedi di tubi e di cavi, opere di interdizione, sicurvia, parapetti, mensole, segnalazioni, parti di
impianti.
L’onere relativo è compreso e compensato nei prezzi unitari e pertanto è ad esclusivo carico dell’Impresa.
Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni cosi prescritte dalla Direzione Lavori,
saranno a totale carico dell’Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le demolizioni di opere
di spettanza dell’impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di adattamento di infissi o
impianti, i ritardi, le forniture aggiuntive di materiali e la maggiore mano d’opera occorrente da parte dei
fornitori.
4 ACCIAIO
4.1 PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO
Si prevedono tre forme di controllo obbligatorie:
• in stabilimento di produzione.
• nei centri di trasformazione.
• di accettazione in cantiere.
4.1.1 CONTROLLI DI PRODUZIONE IN STABILIMENTO
Tutti gli acciai devono essere prodotti con un sistema permanente di controllo interno della produzione in
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stabilimento. Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con la norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da parte di un
organismo terzo indipendente. Qualora non sia applicabile la marcatura CE la valutazione della conformità
del controllo di produzione in stabilimento e del prodotto finito è effettuata attraverso la procedura di
qualificazione atta ad ottenere l'attestato di qualificazione al produttore rilasciato dal Servizio Tecnico
Centrale e ad ottenere l'iscrizione del Produttore nel Catalogo Ufficiale dei Produttori Qualificati. I prodotti
possono essere emessi sul mercato solo dopo il rilascio dell'attestato di qualificazione di validità pari a 5
anni.
Ciascun prodotto qualificato deve essere costantemente riconoscibile per quanto concerne le caratteristiche
qualitative e riconducibile allo stabilimento di produzione tramite marchiatura indelebile depositata presso il
Servizio Tecnico Centrale.
4.1.2 CONTROLLI NEI CENTRI DI TRASFORMAZIONE
Si definisce centro di trasformazione un impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che
riceve dal produttore di acciaio elementi base e confeziona elementi strutturali direttamtne imiegabili in
cantiere, pronti per la messa in opera.
Il centro di trasformazione può ricevere solo prodotti qualificati all'origine accompagnati dalla
documentazione prescritta al paragrafo 4.1.1 .
Il trasformatore deve dotarsi di un sistema di controllo della lavorazione predisposto in coerenza con la
norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da parte di un organismo terzo indipendente. Nel processo
produttivo deve essere posta particolare attenzione ai processi di piegatura e di saldatura; è fatto obbligo ai
centri di trasformazione nominare un Direttore Tecnico dello stabilimento iscritto al rispettivo albo. I centri
di trasformazione sono tenuti a dichiarare al servizio Tecnico Centrale la loro attività specificando la nota di
incarico al Direttore Tecnico. La dichiarazione sopra citata deve essere confermata annualmente al Servizio
Tecnico Centrale.
Al termine delle lavorazioni eseguite in officina il direttore tecnico d'officina responsabile della
fabbricazione in officina dovrà rilasciare dichiarazione che il lavoro è stato eseguito in conformità ai disegni
esecutivi e che sono state eseguite le prove sui materiali come più sotto richiesto; a tale riguardo il direttore
tecnico dell'officena assume la responsabilità del Direttore dei Lavori ai sensi del Allegato 8 punto 3 del
DM 09.01.1996. La dichiarazione di cui sopra sarà allegata alla Relazione di Fine Lavori per l’ufficio
C.A./C.M. ai sensi della legge 1086/71 e successivi aggiornamenti.
4.1.3 DOCUMENTO DI TRASPORTO
Tutte le forniture di acciaio per le quali non sussista l'obbligo della marcatura CE devono essere
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accompagnate dalla copia dell'attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale. Il riferimento a tale
attestato deve essere riportato sul documento di trasporto. Le forniture effettuate da un commerciante
intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal produttore e compeltati con il
riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
Ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomanti, preassemblati deve essere accompagnata da:
• dichiarazione sul documento di trasporto degli estremi dell'attestato di avvenuta dichiarazione di
attività, rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale, recante il logo o il marchio del centro di
trasformazione;
• l'attestazione inerente l'esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal direttore
tecnico del centro di trasformazione richieste dal § 11.3.1.6 del DM.
4.2 ACCIAIO DA CEMENTO ARMATO
4.2.1 GENERALITA'
E' ammesso esclusivamente l'impiego di acciai saldabili ad aderenza migliorata tipo B450C e B450A.
Devono eseguirsi controlli sistematici in stabilimento e nei centri di trasformazione come previsto al §
11.3.2.10.1 e 11.3.2.10.3 del DM.
L’acciaio verrà posto in opera in base ai disegni di dettaglio ed alle distinte dei ferri di progetto; in caso di
discordanza fra il disegno e la distinta dovrà essere interpellata la D.L. e il Progettista. Saranno predisposte
legature sufficientemente rigide
La distanza fissata fra casseforme e ferro di rinforzo (copriferro) dovrà essere ottenuta a mezzo di appositi
distanziatori di cemento, materiale plastico o dispositivi analoghi.
Non si devono porre in opera armature eccessivamente ossidate, corrose, recanti difetti superficiali che ne
menomino la resistenza; le barre dovranno essere pulite, prive di ruggine e esenti da sostanze, quali residui
di tinta, di olio, che ne possano ridurre l’aderenza al conglomerato.
Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in
corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di
diametro non inferiore a 0,6 mm, in modo da garantire la invariabilità della geometria della gabbia durante
il getto. L’Impresa dovrà adottare inoltre tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la
posizione di progetto all’interno delle casseforme durante le operazioni di getto.
E’ a carico dell’Impresa l’onere della posa in opera delle armature metalliche, anche in presenza di acqua o
fanghi bentonitici, nonché i collegamenti equipotenziali.
4.2.2 CONTROLLI DI ACCETTAZIONE IN CANTIERE
I controlli di accettazione in cantiere sono obbligatori e devono essere effettuati entro 30 giorni dalla data
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di consegna del materiale in cantiere e devono essere campionati nell'ambito di ciascun lotto di spedizione
(lotto formato da massimo 30t, spedito in una sola volta, costituito da prodotti aventi valori delle grandezze
nominali omogenee) in ragione di tre spezzoni marchiati di uno stesso diametro, sempre che il marchio e la
documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza da uno stesso stabilimento. I valori di
resistenza e allungamento di ciascun campione, da eseguirsi prima della messa in opera del prodotto, riferiti
ad uno stesso diametro, devono essere compresi tra i valori definiti dalla tabella 11.3.VI del DM.
In caso di risultati sfavorevoli di dette prove, il complesso di barre, al quale si riferisce il campione sarà
rifiutato e dovrà essere allontanato dal cantiere.
Il prelievo dei campioni è effettuato a cura del Direttore dei Lavori.
Rimane comunque salva la facoltà del DL di disporre eventuali ulteriori controlli per giustificati motivi a
carico dell’Impresa.
Qualora la fornitura di elementi sagomati o preassemblati provenga da un centro di trasformazione il
Direttore dei lavori può recarsi presso il centro di trasformazione ed effettuare in stabilimento tutti i
controlli di cui sopra.
Ai fini della qualificazione le barre devono superare prove di aderenza come previsto al § 11.3.2.10.5 del
DM.
4.2.3 DIAMETRO DEI MANDRINI PER LA PIEGATURA DELLE BARRE
Essendo Øm il diametro mandrino e Øb il diametro barra;
• per ancoraggi Øm >= 6 Øb
• staffe Øm >= 4 Øb
• barre rialzate Øm >= 20 Øb
4.2.4 ANCORAGGI E SOVRAPPOSIZIONI
Le giunzioni e le sovrapposizioni delle barre devono essere eseguite esclusivamente come indicato sulle
tavole di progetto. Ove non specificato, verrà interpellato il Direttore dei Lavori che rilascerà nota scritta di
completamento.
4.2.5 COPRIFERRO
La superficie delle armature, ove non diversamente specificato nei disegni esecutivi, deve distare dalle facce
esterne del conglomerato minimo:
• 2.0 cm per solette, setti e pareti
• 2.5 cm per travi e pilastri
• 3.0 cm per fondazioni
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4.2.6 INTERFERRO
L’interferro tra due barre adiacenti deve soddisfare entrambe le seguenti condizioni, minimo :
• 2.0 cm
• una volta il diametro della barra di maggior diametro
Nel caso di più strati di armature, oltre al rispetto dell’interferro, le barre di ogni singolo strato devono
essere poste verticalmente una sopra l’altra e lo spazio tra almeno due allineamenti verticali deve essere
tale da permettere il passaggio di un vibratore.
4.3 ACCIAIO PER STRUTTURE METALLICHE E STRUTTURE COMPOSTE
4.3.1 GENERALITA'
Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte si dovranno utilizzare acciai conformi alle
norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza saldatura) e
UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati) recanti la marcatura CE, cui si applica il sistema di attestazione della
conformità 2+.
Per i prodotti per cui non sia applicabile la marcatura CE vale quanto riportato al § 4.1 e si applica la
procedura relativa ai controlli di accettazione in cantiere definita al §4.3.6.
La qualità di ogni elemento strutturale è riportata sulle tavole di progetto, si utilizzano:
• S235JR – J0 (Fe 360 B , C, D)
• S275JR – J0 (Fe 430 B, C, D)
• S355JR – J0 (Fe 510 B, C, D)
4.3.2 ACCIAIO PER GETTI
Per l'esecuzione di parti in getti si devono impiegare acciai conformi alla norma UNI EN 10293:2006.
Quando tali acciai debbano essere saldati valgono le stesse limitazioni di composizione chimica previste per
gli acciai laminati di resistenza similare.
4.3.3 ACCIAIO PER CONNETTORI A PIOLO
L'acciaio deve essere idoneo al processo di formazione dello stesso e compatibile per saldatura con il
materiale costituente l'elemento strutturale interessato dai pioli stessi. L'acciaio deve avere allungamento
percentuale a rottura ≥ 12 e rapporto ft/fy≥1.2 e rispettare quanto previsto al § 11.3.4.7 del DM.
4.3.4 ACCIAIO PER STRUTTURE SALDATE
La saldatura dell'acciaio dovrà avvenire con uno dei procedimenti all'arco elettrico codificati secondo la
norma UNI EN ISO 4063:2001.
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I saldatori nei procedimenti semiautomatici e manuali dovranno essere qualificati secondo la norma UNI
EN 287-1:2004 da parte di un ente terzo. A deroga di quanto richiesto da tale norma, i saldatori che
eseguono giunti a T con cordoni d'angolo dovranno essere specificatamente qualificati e non potranno
essere qualificati soltanto mediante l'esecuzione di giunti testa-testa. Ove non diversamente specificato, per
tutti gli elementi a contatto, lo spessore delle saldature d’angolo è pari al minor spessore degli elementi da
collegare. Di norma NON sono ammessi giunti di testa di elementi tesi se non espressamente previsti dal
progetto.
Gli operatori dei procedimenti automatici o robotizzati dovranno essere certificati secondo la norma UNI
EN 1418:1999.
Tutti i procedimenti di saldatura dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN ISO 15614-1:2005.
Nell'esecuzione delle saldature dovranno inoltre essere rispettate le norme UNI EN 1011:2005 parti 1 e 2
per gli acciai ferritici e della parte 3 per gli acciai inossidabili.
Per la preparazione dei lembi, salvo casi particolari, si applicherà la norma UNI EN ISO 9692-1:2005; in
presenza di zincatura a caldo, la stessa dovrà essere accuratamente asportata a mezzo molatura, per tutta la
superficie interessata dalla saldatura. Le saldature saranno sottoposte a controlli non distruttivi finali per
accertare la corrispondenza ai livelli di qualità stabiliti dal progettista.
L'entità ed il tipo di tali controlli sono definiti dal Collaudatore e dal Direttore Lavori. Se non diversamente
specificato il controllo, eseguito da operatori qualificati secondo la norma UNI EN 473:2001 di gradimento
della D.L., sarà effettuato mediante sistemi magnetici sul 20% delle saldature delle capriate e sul 100%
delle saldature delle piastre di base dei pilastri.
In relazione alla tipologia dei manufatti mediante giunzioni saldate, il costruttore deve essere certificato
secondo la norma UNI EN ISO 3834:2006 parti 2 e 4; il livello di conoscenza tecnica professionale del
personale deve corrispondere ai requisiti definiti dalla tabella 11.3.IX del DM.
Dovrà essere verificata la resistenza al distacco offerta dalla saldatura del nodo, come indicato nel DM
14/2/92 e successivi aggiornamenti.
4.3.5 BULLONI
I bulloni, conformi per caratteristiche dimensionali alle norme UNI EN ISO 4016:2002 e UNI 5592:1968,
devono appartenere alle classi indicate dalla norma UNI EN ISO 898-1:2001. I bulloni delle classi 8.8 e
10.9 devono essere conformi alle UNI EN 13499-1 e recare la marchiatura CE. I bulloni saranno serrati con
momento di serraggio in accordo a quanto riportato sulle tavole e sulle targhette delle confezioni; in caso di
discordanza sentire il progettista. In corso d’opera ed in fase di collaudo la DL potrà richiedere il controllo
del momento di serraggio che dovrà rispettare una tolleranza di +/- 5%.
Particolare attenzione dovrà essere posta all’uso di chiavi a percussione (punto 9.9.2.2) così che il momento
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di serraggio sia conforme al progetto e non sia superiore allo stesso in modo da evitare assolutamente di
snervare i bulloni e renderli così inutilizzabili; in quest’ultimo caso tutti i bulloni dovranno essere sostituiti.
4.3.6 CONTROLLI DI ACCETTAZIONE
Devono eseguirsi controlli sistematici in stabilimento e nei centri di trasformazione come previsto al §
11.3.4.11.1 e 11.3.4.11.2 del DM (vedi §4.1.1 e §4.1.2 sopra definiti).
I controlli in cantiere, demandati al Direttore dei Lavori, sono obbligatori e devono stabilire la tensione di
snervamento, la tensione di rottura, l'allungamento, la resilienza e le caratteristiche chimiche. Deve essere
effettuato un prelievo di almeno tre saggi per ogni lotto di spedizione (lotto formato da massimo 30t,
spedito in una sola volta, costituito da prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee) di cui
almeno uno sullo spessore massimo ed uno sullo spessore minimo.
Qualora la fornitura di elementi lavorati provenga da un centro di trasformazione il direttore dei Lavori può
recarsi presso il centro di trasformazione ed effettuare in stabilimento tutti i controlli di cui sopra.
4.3.6.1 Controllo in officina prima dell'esecuzione della zincatura
Prima della eventuale zincatura a caldo, quando tutte le operazioni di officina saranno ultimate, il Direttore
dei Lavori effettuerà, presso l’officina di costruzione, un controllo visivo - dimensionale delle saldature e
solo in seguito saranno eseguite le prove richieste magnetiche, radiografiche od agli ultrasuoni previste.
4.3.7 CONTROLLO GEOMETRIE DI INTERFACCIA CON STRUTTURE IN CEMENTO
ARMATO
Il Costruttore verificherà con rilievi in loco che le dimensioni e le posizioni delle strutture in cemento
armato e dei tirafondi siano congruenti con i disegni di progetto. In caso di difformità dovrà avvisare
immediatamente il Progettista e la Direzione dei Lavori e ne dovrà tener conto nella realizzazione dei
disegni di officina o nella fase di costruzione, previa autorizzazione scritta delle modifiche da parte del
Progettista. In particolare resta di completa responsabilità del costruttore della C.M. il corretto
posizionamento di tutti i tirafondi eseguito anche con l’ausilio di dime rigidamente fissate ai casseri e da
asportare dopo il getto; dopo il posizionamento dei tirafondi il costruttore delle C.M . rilascerà
comunicazione nella quale si dichiara la corrispondenza del loro posizionamento alle tolleranze di
progetto ovvero alle tolleranze foro-bullone delle piastre di base dei pilastri.
4.3.8 TRATTAMENTO SUPERFICIALE
L’Appaltatore dovrà fornire, al termine dei lavori, una garanzia scritta di 10 anni secondo il livello Re 2 del
grado di arrugginimento indipendentemente dal trattamento proposto dal progetto; infatti, se lo riterrà
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opportuno, potrà aumentare gli spessori di ricoprimento di progetto al fine fornire della garanzia
sopraccitata, senza per questo, richiedere sovrapprezzi all’offerta presentata.
4.3.8.1 Verniciatura
Il trattamento di verniciatura sarà eseguito rispettando le seguenti fasi:
• pulizia meccanica delle superfici : sabbiatura Sa2 (SSA)
• pitturazione :
• fondo con resine alchidiche, in officina (50 micron)
• copertura con resine alchidiche, in officina (40 micron)
• finitura con resine alchidiche, in opera (50 micron)
Gli elementi o le superfici che debbono essere conglobati nei getti di calcestruzzo subiranno solo il
trattamento di sabbiatura e, se richiesto, di zincatura a caldo.
Le linee di discontinuità piastre-struttura e le teste dei bulloni dovranno essere sempre accuratamente
pitturate e sigillate, così da impedire le infiltrazioni di acqua ed umidità nelle zone non ispezionabili.
4.3.8.2 Zincatura a caldo
Il trattamento di verniciatura sarà eseguito rispettando le seguenti fasi (norme CEI 7-6 – UNI EN ISO 1461
09-1999) :
• pulizia meccanica delle superfici: sabbiatura Sa2 (SSA)
• pitturazione mediante zincatura a caldo (Zn 99.99% - UNI 2013-7)
• rivestimento medio (minimo) 610 g/m2 (= 85μm)
• rivestimento locale (minimo) 505 g/m2 (=70μm)
5 MATERIALI FERROSI VARI
I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature brecciature e da
qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura o simili.
I materiali dovranno corrispondere alle caratteristiche di qualità e lavorazione precisate in progetto, indicate
qui di seguito o stabilite di volta in volta dall’Appaltante.
Ove non diversamente specificato in progetto le barre ed i profilati normali, le lamiere, sia piane che striate,
di qualsiasi forma, dimensione e spessore, dovranno essere di qualità Fe 360B e conformi alle norme UNI
7070.
Il filo di ferro ricotto nero, di vari diametri, da impiegarsi per usi generici e/o per la legatura delle barre di
rinforzo dei conglomerati cementizi armati, dovrà essere conforme alle Norme UNI 3598.
Il filo di ferro zincato di diametro 2-3 mm dovrà essere zincato a caldo in accordo alle Norme UNI 7245.
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6 OPERE DI PICCOLA CARPENTERIA METALLICA NON STRUTTURALE
Le opere in ferro riguardano la realizzazione, in generale, di manufatti quali: griglie, ringhiere, inferiate,
cancelli, chiusini, parapetti, ecc.
Nei lavori in ferro od in metallo, il materiale deve essere lavorato diligentemente, con maestria, regolarità di
forme e precisione di dimensioni, curando in particolare le saldature e le bullonature.
I fori saranno eseguiti col trapano, le chiodature, ribattiture, ecc. dovranno essere perfette, senza sbavature, i
tagli essere rifiniti a lima.
Saranno rifiutati tutti quei pezzi che presentino imperfezioni.
L’Appaltatore dovrà controllare sul posto, a sua cura e spese, le misure esatte per le opere in ferro o in
metallo da realizzare, essendo responsabile di tutti gli inconvenienti che potrebbero verificarsi per
l’omissione di tali controlli.
Le opere in ferro saranno sabbiate con grado Sa 2 e dovranno essere fornite in cantiere per il montaggio,
ove non diversamente predisposto dal progetto, zincate a caldo come da specifiche più oltre riportate.
7 PANNELLI DI COPERTURA E TAMPONAMENTO – SCOSSALINE –
LAMIERE DI COMPLUVIO E DISPLUVIO ECC.
I pannelli sandwich di copertura e tamponamento o in lamiera grecata semplice saranno fissati su tutte le
greche in corrispondenza alle linee di colmo, linee di gronda, compluvi e sormonti; saranno fissati a greche
alterne nelle zone intermedie. Le modalità di fissaggio dovrà corrispondere alle schede tecniche del
fornitore e garantire la spinta massima prevista per il vento in pressione (min. 90 kg/m2) e in depressione
(min 45 kg/m2). Le operazioni di imballaggio, confezionamento, trasporto, sollevamento e montaggio
devono essere eseguite in conformità a quanto prescritto dalle raccomandazioni AIPEG; resta inteso che
pannelli che presentano deformazioni sui giunti, ammaccature, rigature od altro che ne compromettano lo
stato estetico-funzionale dovranno essere sostituiti entro i tempi di consegna di contratto.
Le zone di testa pannello sandwich esposte alle intemperie od alla vista saranno protette da scossaline
opportunamente fissate alle greche e di estensione pari almeno all’altezza globale del pannello e tali da
permettere il regolare deflusso delle acque meteoriche.
Le scossaline e le lamiere di compluvio e displuvio dovranno essere fissate alla sottostante struttura
portante con un numero di ancoraggi idonei a sopportare la spinta del vento di cui sopra.
Il trattamento superficiale di verniciatura dovrà essere garantito, ove non diversamente specificato, per 10
anni.
L’arrivo dei pannelli in cantiere sarà accompagnato dalle relative schede tecniche riportanti gli estremi del
cantiere e la dichiarazione dell’Impresa circa la corrispondenza dei pannelli al progetto. Non saranno
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accettati pannelli segnati dalle operazioni di trasporto e di stoccaggio.
Si intende parte integrante della fornitura le scossaline di coprifilo delle giunzioni pannello-pannello e di
copertura delle testate dei pannelli qualora a vista anche se non espressamente previsti dalle tavole di
progetto.
8 NOTA DI RESPONSABILITÀ
Le tavole di progetto riportano, oltre le misure di assieme e le dimensioni dei profili, lo sviluppo dei
particolari di officina. Il Costruttore, prima di procedere nella costruzione farà propri tali disegni
controllandone la coerenza e la congruità con lo stato di fatto del cantiere. Pur essendo i disegni sviluppati
con massima diligenza, si presuppone che il Costruttore, prima di iniziare la produzione, controlli tutte le
quote e la loro congruenza fra le varie interfacce. In caso di quote errate o non congruenti dovrà esserne
informato tempestivamente il Progettista, che provvederà alla revisione del disegno; comunque nessun altro
onere potrà essere addebitato al Progettista e/o al Committente.
Il Costruttore dovrà effettuare in officina il premontaggio delle strutture al fine di individuare errori di
disegno o di esecuzione.
Eventuali ritardi od oneri dovuti ad errori riscontrati in cantiere (compresi anche gli errori di disegno) a
seguito del mancato premontaggio in officina o ad esecuzione incompleta, saranno addebitati al Costruttore.
L’inizio della fabbricazione presuppone la tacita approvazione, da parte del Costruttore, della presente nota.
9 CONTROLLO DELLE LAVORAZIONI DI CANTIERE
L’Impresa, a mezzo suo rappresentante di fiducia incaricato con nota scritta all’inizio cantiere, è tenuta a
controllare accuratamente tutte le lavorazioni di cantiere e la loro corrispondenza con le misure di progetto;
in caso di discordanza con il progetto avviserà immediatamente la D.L. prima di proseguire con i lavori.
Prima di qualsiasi getto l’Impresa controllerà tutte le armature emettendo rapportino scritto di tale controllo
debitamente firmato; dopo il controllo, e sempre prima di ogni getto, l’Impresa avviserà la D.L. per la
supervisione ed attenderà il benestare della stessa per iniziare le operazioni di getto.
10 QUANTITÀ NON PREVISTE A DISEGNO
Nella valutazione dei prezzi unitari di offerta si intende compreso l’onere per nuove quantità di lavori, nella
misura massima del 20% dell’importo totale, che potranno essere definiti nel corso della costruzione su
indicazione del Progettista e della D.L. a mezzo integrazione dei disegni di progetto o con note sul libro
giornale.
Il Costruttore sarà tenuto ad eseguire le integrazioni di cui sopra applicando i prezzi di contratto a misura,
senza nessun onere aggiuntivo in economia.
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11 LAVORAZIONI NON PREVISTE A CAPITOLATO – NUOVI PREZZI
Per lavorazioni non previste a capitolato e nell’elenco prezzi unitari, qualora richieste dalla D.L. e dal
Progettista, per quantità di lavori, nella misura massima del 20% dell’importo totale, si applicheranno i
prezzi unitari previsti in primis dal “Prezziario opere edili della Provincia di Brescia” ed in seconda battuta
da “Prezzi informativi delle opere edili in Milano” edito dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e
Agricoltura di Milano in vigore alla data della stipula del Contratto di Appalto applicando, sui “Prezzi” di
cui sopra, lo sconto definito in fase di contratto.
12 LAVORI A MISURA O A CORPO
Nei prezzi relativi ai lavori da compensarsi a misura od a corpo sono sempre comprese tutte le spese per la
fornitura, carico, trasporto, scarico manipolazione e posa in opera, comprese le opere provvisionali di ogni
genere ed entità , le spese generali ed ogni altro onere che possa servire a dare le opere compiute a regola
d’arte.
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