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La comunicazione verbale nell’autismo:
proposte operative
Elena Danna, Luciano Destefanis
Logopedisti, Amb. Autismo e Logopedia, C.A.S.A. Centro Autismo e Sindrome di Asperger, Mondovì
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- difficoltà a riconoscere le parole differenziandole da altri suoni;
- difficoltà ad identificare inizio e fine delle parole che compongono il segnale verbale;
- difficoltà a spostare l’attenzione da uno stimolo verbale all’altro;
- difficoltà ad isolare suoni importanti dal rumore di fondo.
- tempi lunghi di identificazione del segnale uditivo verbale rilevante (talvolta
quando lo focalizzano è già sfumato) e del messaggio verbale;
Compromissione di elaborazione di informazioni transitorie (parola,
segno,…)
Il disturbo linguistico nell’autismo non è necessariamente collegato allo sviluppo
cognitivo del bambino, ma è piuttosto in funzione dell’età.
Nel periodo pre scolare, il disturbo linguistico è piuttosto grave.
IL LINGUAGGIO VERBALE NELL’AUTISMO
- difficoltà a riconoscere la voce umana in quanto tale (agnosia verbale uditiva;
Un aspetto importante del linguaggio nel bambino autistico è rappresentato dalle
difficoltà di COMPRENSIONE, che è molto spesso è presente (a diversi livelli),
anche nella persona verbale:
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Ecolalia: ripetizione delle ultime parole/frasi udite o di frammenti di dialogo
memorizzati senza una vera analisi linguistica.. (Prizant e Duchan, 1981).
Spesso utilIizzata dal bambino per funzioni comunicative tra cui rispondere e
richiedere.
Linguaggio idiosincratico: termini peculiari dal significato prettamente personale
piuttosto che condiviso.
Es.: usano “Passa al livello successivo” per esprime il desiderio di cambiare gioco o attività
(espressione usata in un gioco interattivo)
Inversione pronominale: tendenza a riferirsi a se stessi come “lui”.
Influisce sulla capacità del bambino di comprendere ed utilizzare il ruolo tra chi
parla e chi ascolta. (Tager – Flusberg, 1994).
IL LINGUAGGIO VERBALE NELL’AUTISMO
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Difficoltà ad usare il linguaggio in modo efficace nei contesti sociali;
Difficoltà a mantenere l’attenzione sugli argomenti del discorso;
Difficoltà ad essere pertinenti / coerenza del discorso e dei comportamenti di
ascolto e di comunicazione
Difficoltà a tenere conto dell’opinione dell’altro e delle necessità per rendere
efficace la conversazione.
Difficoltà pragmatiche:
IL LINGUAGGIO VERBALE NELL’AUTISMO
Difficoltà a comprendere l’intenzione comunicativa dell’altro;
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Si rileva una minore rappresentazione lessicale di termini che si riferiscono a stati
mentali (conoscere, pensare, ricordare, fingere,…) o che si riferiscono a contesti
socio – emotivi (Tager – Flusberg e Sullivan 1994).
Presente uno sviluppo lessicale selettivo e difficilmente generalizzabile nei veri
contesti (Frith e Happé , 1994; 2006)
Difficoltà semantico lessicali:
IL LINGUAGGIO VERBALE NELL’AUTISMO
Difficoltà fonologiche (livello non sempre compromesso):
In epoche precoci, vengono prodotte meno vocalizzazioni rispetto allo sviluppo
tipico (Lord e Paul, 1997).
Spesso presenti atipie nei tratti soprasegmentali con marcata disprosodia (pattern
di intonazione, ritmo e volume alterati).
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DIFFICOLTA’ MORFOSINTATTICHE
Difficoltà morfosintattiche: La capacità di usare la grammatica e la sintassi a
scopo comunicativo resta in molti casi un problema, rilevabile anche nei bambini
con alto funzionamento cognitivo (Kjelgaard e Tager – Flusberg, 1999)
Sviluppo morfosintattico appropriato = maggiori limitazioni pragmatiche
(“più il bambino parla, più si nota il suo autismo”)
Difficoltà narrative: attribuire il nesso di causalità; narrazioni frammentarie, legate
alla tendenza ad elaborare gli stimoli e gli eventi in modo scollegato
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Definire un momento ed uno spazio di gioco organizzati, da dedicare al bambino
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
- Presentare le attività una alla volta, anticipandole sempre con le stesse
parole;
Favorire innanzitutto la COMPRENSIONE VERBALE
- Proporre parole semplici, in modo chiaro e se il bambino lo necessita,
supportarle con un segnale comunicativo visivo, come il gioco stesso,
parte di un gioco, gesti, fotografie, immagini varie,… (esempio un chiodino
per il gioco dei chiodini, una fotografia, un disegno, più segnali organizzati
insieme, …).
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- Enfatizzare la prosodia del proprio linguaggio verbale;
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
- Proporre canzoncine mimate che inizialmente il bambino possa seguire anche solo
per la melodia e in cui possa migliorare la capacità di mantenere più a lungo il
contatto visivo con l’adulto, di ascoltare l’altro, di porsi in una situazione di interazione
verbale piacevole;
- Comunicare la fine di un gioco inserendo una parte di esso all’interno di un
contenitore (sempre lo stesso) dicendo “basta” o richiedendo direttamente a lui di
inserirlo nella scatola.
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- Proporre attività in cui il bambino non possa raggiungere autonomamente il gioco,
ma sia “costretto” a richiederlo.
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
- Quando il bambino mostra una maggiore padronanza in comprensione delle parole
utilizzate nelle proposte di gioco, dare tempo al bambino per eventualmente
organizzare il proprio linguaggio verbale ed esprimersi anche solo con un suono o
una parola, anche se pronunciata in modo parziale o con errori (non correggere con
“Dillo bene”, ma dare un feedback dando l’oggetto richiesto e ripetendo la parola
enfatizzandola con l’intonazione);
- In situazione di scelta fra due giochi, supportare sempre la scelta del bambino con
il linguaggio verbale (“Bolle!” oppure “Hai scelto le bolle!”; utilizzare sempre poche
parole);
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- Proporre il “quaderno dei resti”, costituito da immagini, oggetti e parole (finalizzate
anche a rendere più chiaro ad un altro interlocutore cosa sia successo), relativi ad
esperienze vissute direttamente dal bambino, in modo da poterle condividere con
più persone;
- Proporre giochi costituiti da immagini relative ad oggetti di uso famigliare, animali,
persone, luoghi,… da guardare insieme, manipolare, eventualmente accoppiare,…
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
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- Proporre storie costituite da non più di 4-5 sequenze di immagini, da raccontare al
bambino attraverso un linguaggio semplice, ridondante, costituito anche da suoni
onomatopeici; proporre la stessa storia per più giorni e lasciare il libro a disposizione
del bambino, in modo che possa sfogliarlo quando ne sente la necessità.
Tratto da “Giulio Coniglio e il sole” – Nicoletta Costa – Ed. Franco Cosimo Panini
1. “IL SOOOLE, GIULIO
CONIGLIO RIDE – IH IH IH”
2. G.C. GIOCA A
PALLA…OOOOPPLA!”
3. “G.C. FA IL BAGNO…
SPLASH… I PESCI (verso dei
pesci)”
4. “G.C.
DORME…RONF…BUONANOTTE!”
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Utile inserirle in doppia copia e poterle togliere a piacere dal quaderno (es., attaccarle con il
velcro), per poterle proporre sottoforma di gioco (es., memory, tombola,…);
AGGIORNARLO COSTANTEMENTE!
Le immagini possono essere rappresentate anche da foto che vengono scattate direttamente
da chi interagisce con il bambino;
Deve includere significati che al bambino serve capire e che gli interessa usare (compresi
verbi ed emozioni, che spesso vengono dimenticati);
Una modalità di costruzione può essere rappresentata dal quaderno cartaceo, in cui vengono
inserite immagini suddivise per categorie (animali, cibi, vestiti, luoghi,…);
Un’altra modalità di proposta è l’impiego del computer: si possono costruire tabella in Power
Point, in cui inserire varie immagini suddivise per categorie semantiche, con uscita in voce, in
modo tale che il bambino cliccando sull’immagine possa ascoltare il nome dell’oggetto in
questione.
Patrimonio semantico - lessicale
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Patrimonio semantico - lessicale
“UVA!”
FIGURE
STACCABILI
IL
QUADERNO
LE
CATEGORIE
AL COMPUTER
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Morfosintassi
Inizialmente si consiglia di considerare frasi minime (da soggetto ed azione), in cui il
bambino è il soggetto che compie l’azione;
E’ utile impiegare le foto scattate a casa o, quando possibile, a scuola, nei luoghi preferiti
del bambino o mentre sta compiendo un’azione legata a situazioni significative per lui
(giocare, andare sullo scivolo, correre, piangere, …).
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Morfosintassi
Successivamente si può fare riferimento ad altre persone, sia della famiglia che esterne al
nucleo famigliare, mentre compiono un’azione (mamma, papà, i nonni, gli amici,…): esse
possono compiere sia le azioni già viste compiere dal bambino stesso, sia nuove azioni.
E’ possibile rendere sempre più complessa la frase, a seconda delle capacità del bambino,
proponendo strutture sempre più ampie e facendo riferimento a soggetti non
necessariamente legati alle persone appartenenti alla cerchia dei conoscenti del bambino
(es., si possono proporre i personaggi dei cartoni animati,…)
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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TOMBOLA
Morfosintassi
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Morfosintassi
DOV’E’
“GEORGE
MANGIA”?
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Morfosintassi
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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MARCO MANGIA
MARCO MANGIA
Morfosintassi
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PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Gioco simbolico
Proposte del bambino (personaggio del cartone animato preferito,
soggetti di forte interesse per lui) ed impiego di strumenti cartacei
personalizzati
Uso del computer
Quaderno dei resti
Brevi racconti figurati (2-3 sequenze), con immagini chiare e semplici
Raccontare
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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La storia di Tarzan in piscina
Raccontare: esempio di proposta del bambino
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Raccontare: esempi al computer
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
Tratto da “Ciao, io sono Peppa!” –Ed. Giunti
Per animare la scena,
cliccare sull’icona del
megafono, sulla faccia
di Peppa, sull’orologio,
sull’elefante e sulle
immagini che appaiono
dopo
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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WINNIE
VA
IN BARCA
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Raccontare: esempi al computer
Per animare la scena,
cliccare sul muso di
Winnie, sul pesce e sui
pittogrammi .
Per passare alla scena
successiva, cliccare
sulla freccia in basso a
destra.
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I SASSI
CHE
PAURA!
ARRIVA IL
TEMPORALE
LANCIA
WINNIE
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A livello fonetico – fonologico (articolazione di suoni verbali, discriminazione ed
identificazioni dei suoni verbali, in base alle loro differenti caratteristiche,…) è utile seguire le
indicazioni tecniche che il logopedista, che definirà il momento utile per lavorare su tale
aspetto, darà alla famiglia ed agli insegnanti.
Aspetto fonetico – fonologico
A riguardo, è importante verificare e lavorare, sempre con l’aiuto e le indicazioni specifiche
del logopedista, su eventuali difficoltà di alimentazione, quali la selettività rispetto ai cibi,
(per colore, consistenza, gusti, temperatura), spesso legata ad ipersensibilità sensoriale
intrabuccale, sulla presenza del movimento masticatorio e sulla capacità di eseguire
movimenti fini con labbra, guance, lingua, su imitazione e spontaneamente (prassie), poiché
questi aspetti concorrono in modo attivo allo sviluppo linguistico fonetico.
PROPOSTE PER STIMOLARE IL
LINGUAGGIO VERBALE
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Arduino, G., Danna, E., Destefanis, L. & Terzuolo, C. (2000). Interventi con il
bambino che non parla. In M. Zappella & G. De Luca (a cura di). Dossier
L’autismo oggi, Percorsi di Integrazione, n. 3, pp. 38-43, Como.
Arduino, G., Danna, E., Destefanis, L. & Terzuolo, C. (2001). Interventi con il
bambino che parla. In M. Zappella & G. De Luca (a cura di). Dossier: L’autismo
oggi, Percorsi di integrazione, n. 1, pp. 44-48, Como.
Barthélémy, C., Hameury, L. & Lelord, G. (1997). L’Autismo nel Bambino. Terapia di
Scambio e di Sviluppo. Paris: Expansion Scientifique Française.
Camaioni, L. (a cura di) (1978). Sviluppo del linguaggio e interazione sociale. Bologna:
Il Mulino
Camaioni, L., Volterra, V. & Bates E. (1986). La comunicazione nel primo anno di vita.
Torino: Boringhieri
Danna, E., Destefanis, L. (2004) Una esperienza di logopedia con bambini autistici. In
Autismo e disturbi dello sviluppo, Vol. 2, n. 1, pp. 99-115. Trento: Erickson
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
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Watson, L. R., Lord, C., Schaffer, B. & Schopler, E. (2000). La comunicazione
spontanea nell’autismo. Trento: Erickson.
Hodgdon L.A., Strategie visive per la comunicazione. Vannini Editrice Gussago (BS)
Xaiz C, Micheli E., Gioco ed interazione sociale nell’autismo.Trento, Erickson
Camaioni L. - Aspetti normativi e patologici dello sviluppo comunicativo, con
particolare riferimento all’autismo
Danna, E. (2009) La comunicazione visiva ed il bambino con Disturbo Pervasivo dello
Sviluppo: una proposta di intervento
in "Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo
Disturbi specifici del linguaggio, e dell´apprendimento, disturbi generalizzati dello
sviluppo, disturbo di attenzione e iperattività, disabilità intellettive, disprassia e sordità".
Enrica Mariani, Luigi Marotta, Manuela Pieretti (a cura di) –
Ed. Erickson – Trento, 2009
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
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