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MAROCCO SULLE ROTTE DEGLI UOMINI LIBERI LE PARTENZE 2016 DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO PAGINE D’ISLANDA LOMBARDIA - SVIZZERA SU E GIÙ PER CENTOVALLI VENETO NELLE TERRE DEL CUSTOZA A SCOPRIRE CHE TEMPO FARÀ SARDEGNA I TESORI DEL “LUOGO DELL’ORO” ITINERARI A 360° LAZIO - VALLE DELL’ANIENE NOVITÀ IN STRADA MOTOTURISTICHE IN CERCA DI ATTENZIONE PAGINE D’ISLANDA LOMBARDIA - SVIZZERA SU E GIÙ PER CENTOVALLI VENETO NELLE TERRE DEL CUSTOZA A SCOPRIRE CHE TEMPO FARÀ SARDEGNA I TESORI DEL “LUOGO DELL’ORO” ITINERARI A 360° LAZIO - VALLE DELL’ANIENE NOVITÀ IN STRADA MOTOTURISTICHE IN CERCA DI ATTENZIONE

1. mototurismo gennaio-febbraio 2016

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Page 1: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

MAROCCOSULLE ROTTE DEGLI UOMINI LIBERI

LE PARTENZE 2016 DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO

PAGINE D’ISLANDA

LOMBARDIA - SVIZZERASU E GIÙ PER CENTOVALLI

VENETONELLE TERRE DEL CUSTOZA

A SCOPRIRE CHE TEMPO FARÀ

SARDEGNAI TESORI DEL “LUOGO DELL’ORO”

ITINERARI A 360°LAZIO - VALLE DELL’ANIENE

NOVITÀ IN STRADA MOTOTURISTICHE

IN CERCA DI ATTENZIONE

PAGINE D’ISLANDA

LOMBARDIA - SVIZZERASU E GIÙ PER CENTOVALLI

VENETONELLE TERRE DEL CUSTOZA

A SCOPRIRE CHE TEMPO FARÀ

SARDEGNAI TESORI DEL “LUOGO DELL’ORO”

ITINERARI A 360°LAZIO - VALLE DELL’ANIENE

NOVITÀ IN STRADAMOTOTURISTICHE

IN CERCA DI ATTENZIONE

Page 2: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

ABBONATI A MOTOTURISMO

• 6 NUMERI (1 anno) a soli € 25inclusa la MEMBERSHIP MOTOTURISMO CLUB (validità 1 anno)

per accedere a tutte le nostre convenzioni.

• 12 NUMERI (2 anni) a soli € 45inclusa la MEMBERSHIP MOTOTURISMO CLUB (validità 2 anni)

per accedere a tutte le nostre convenzioni.

Le copie in abbonamento sono recapitate tramite il nuovo servizio di spedizione veloce PREMIUM PRESS

Acquista online su store.mototurismo.it o contatta il servizio abbonati al numero 031937736o via mail all’indirizzo [email protected]

Page 3: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

EDITORIALETIZIANO CANTATORE u [email protected]

Mai come in questo periodo ci siamo sentiti timorosi di affrontare un viaggio. I fatti tragici legati al terrorismo hanno generato paure e

insicurezze. Molte persone hanno così deciso di rimandare i loro progetti, le loro partenze. Ogni meta, a questo punto, si pensa possa nascondere insidie e tutto il mondo pare improvvisamente sotto scacco. Prigionieri dei propri confini. Derubati dei propri sogni, delle certezze, della libertà di movimento. Guai a cedere a questo ricatto. Guai a chiudersi in casa in attesa di tempi migliori. La libertà va difesa ad ogni costo. E muoversi e viaggiare è l’atto più libero e rivoluzionario possibile. Lo sanno bene i motociclisti. Nel viaggio c’è la conoscenza, il confronto, la tolleranza. Lo scrittore austriaco Joseph Roth diceva: “..Da quando sono stato in paesi nemici, non ce n’è più nessuno in cui io mi senta straniero. Non vado più “all’estero”. È un concetto vecchio e superato! Tutt’al più vado nel “nuovo”...”E il nostro “nuovo” ci aspetta nei prossimi viaggi che faremo, nei prossimi incontri, nelle nostre future esperienze. Non possiamo rinunciarvi. I propositi per questo 2016 che inizia devono per questo prevedere un viaggio. Non importa che sia breve o in luoghi lontani. Che viaggio sia! Un atto dovuto e di risposta a chi vorrebbe fermare il mondo. Ci aspettano strade, paesaggi e ancora gente meravigliosa pronta ad accoglierci. Non rinunciamo a questo abbraccio. Accendiamo le nostre moto, carichiamo i bagagli e liberiamo i nostri sogni!

Auguri a tutti per questo anno nuovo e guidate al solito con prudenza.

Liberi di viaggiare

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Page 4: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

SOMMARIOMOTOTURISMO | gennaio-febbraio 2016

28 50 68 88 96

06I viaggi di mototurismoscegli il tuo viaggio sulle tracce dei nostri itinerari più belli

12appuntamenti

22itinerari 360°lazioalla scoperta della valle dell’aniene

28MAROCCODAL RIF AL SAHARA SULLE ROTTE DEGLI UOMINI LIBERI

SEGUI MOTOTURISMO

www.mototurismo.it|4

50PAGINE D’islanda

68sardegnaI TESORI DEL “LUOGO DELL’ORO”

84venetoche tempo farà

88venetoterre del custoza

96lombardia - svizzeraSU E GIÙ PER CENTOVALLI

106NOVITÀ IN STRADAMOTOTURISTICHE IN CERCA DI ATTENZIONE

122accessori

126tecnologia

128un salto in libreria

129souvenir

BOOST. Ovunque ti serva una spinta.+ 400 Amp di spunto

+ Avvia batterie scariche fi no a 0 Volt

+ Più di 20 avvii prima della ricarica

+ Torcia LED da 180 lumen con 7 modalità di illuminazione

+ Ricarica smartphone, tablet e altro (può ricaricare uno smartphone fi no a 6 volte)

+ Zero scintille e protetto da inversione di polarità

+ Adatto per oltre 1.000 ricariche

+ Mantiene la carica per quasi 1 anno

+ Ricaricabile via USB

+ peso e dimensioni contenute < 500gr

apotem

a+

PER DETTAGLI E INFO TECNICHE:HTTP://GENIUS.BERGAMASCHINEWS.COM/

ORA PUOI SPINGERTI OVUNQUE.BOOSTGB20

PRESE USBINGRESSO/USCITA

PRESA USCITA PER PINZE BATTERIA

SPECIFICHE TECNICHEBatteria interna: Ioni di litio 29.5Wh | Corrente di spunto: 400A | Temperatura di operatività: da -30°C (-22°F) a +50°C (122°F) | Alimentazione unità centrale tramite Micro USB: 5V, 2.1A | Uscita USB: 5V, 2.1A | Protezione: IP65 (con le porte chiuse) | Dimensioni (L x W x H): 17 x 8.2 x 4.4 cm (6.7 x 3.2 x 1.7 Inches) | Peso: 450gr (1lb) | Certifi cazioni: CE - FCC - ROHS

Page 5: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

BOOST. Ovunque ti serva una spinta.+ 400 Amp di spunto

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Page 6: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

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Scegli il tuo viaggio di mototurismo

i v

iag

gi

itinerari più bellisulle tracce dei nostri

Dove trovare le proposte

Troverete le proposte regolarmente pubblicizzate sulle pagine di

Mototurismo, ma saranno consultabili anche attraverso una brochure (periodicamente

aggiornata) scaricabile tramite QR-Code o link diretto dal nostro sito www.mototurismo.it .

Gli aggiornamenti saranno visibili sempre sul nostro sito, sulla Pagina Facebook di

Mototurismo e su tutti gli altri mezzi di comunicazione legati al

nostro magazine.

Cosa sono I Viaggi di Mototurismo?Con I VIAGGI DI MOTOTURISMO è possibile ripercorrere le strade e le mete proposte dalla nostra rivista. I Paesi e gli itinerari illustrati sul nostro giornale sono oggi alla portata di tutti, sotto forma di proposte turistiche. I pacchetti di viaggio segnalati sono acquistabili tramite le Agenzie autorizzate e selezionate. La nostra rivista riunisce e seleziona sotto il marchio I VIAGGI DI MOTOTURISMO, quelle proposte che sono in grado di far rivivere in prima persona ai nostri lettori, le emozioni dei viaggi raccontati sulle pagine del nostro magazine.

Quando si parte?I viaggi sono effettuabili tutto l’anno, oppure in periodi con date stabilite.

Le formule vanno dal Fly & Ride (volo e moto sul posto), al Tour Assistiti (veri e propri viaggi organizzati con assistenza)

e Self Ride fai da te (in cui viene offerto il solo supporto logistico,

alberghi o B&B, ecc).

Page 7: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

Per scegliere bene vi diamo

una mano noiC’è anche la possibilità di avere

un contatto diretto con un nostro consulente turistico. Basterà scrivere

una mail a [email protected] per ricevere le informazioni specifiche sui

viaggi proposti. Il nostro consulente turistico, se richiesto, sarà in grado

di aiutarvi a personalizzare il viaggio che fa per voi, in base alle date di

partenza che indicherete e scegliendo la formula prescelta tra quelle possibili.

Il nostro ventaglio di proposte si sta espandendo, toccando tutte quelle

mete entusiasmanti che i nostri lettori, mese dopo mese, regolarmente

trovano sulle pagine di Mototurismo.

Molte proposte sono in cantiere per il 2016. Programmi già pronti e altri in fase di definizione. Le agenzie e i tour operator incaricati sono già al lavoro per offrire ai nostri lettori i pacchetti turistici adeguati alle aspettative dei motociclisti. I nostri consulenti a loro volta, forniscono ai tecnici organizzatori, quelle informazioni utili perché i viaggi siano in sintonia con i desideri dei nostri appassionati lettori. Tutto questo per offrire il meglio in un competente ventaglio di proposte, sempre più ampio di mete, tra tutte quelle trattate e affrontate da Mototurismo nei servizi giornalistici.

I programmi dettagliati verranno resi noti man mano sulla nostra brochure scaricabile dal sito, tramite il nostro stesso sito di Mototurismo. È anche possibile richiedere direttamente le informazioni compilando il form di ogni viaggio presentato. Per informazioni scrivere a [email protected] indicando il vostro nome e cognome e il viaggio d’interesse.

SCARICA LA BROCHURE TRAMITE IL QR-CODE

O SUL SITO: www.mototurismo.it

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Page 8: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

MAROCCO

24 marzo - 6 aprile

TOUR STRADALE

Strade spettacolari, paesaggi e città uniche, villaggi berberi e il fascino delle dune di sabbia del Sahara.

MAROCCO16 aprile - 6 maggio

TOUR STRADALE E OFF ROAD

Strade e piste sterrate tra profonde gole e canyon di rara bellezza. Villaggi e città con caratteristiche uniche. Possibilità di rientro anticipato (2 maggio).

scozia

8 - 17 agosto

Fly and Drive con trasporto della propria moto fino a Manchester.

stati uniti COAST TO COAST2 - 25 agosto

Il viaggio mito, collaudato e organizzato, in compagnia della propria moto.

CUBA27 dicembre - 13 gennaio 2017

Un viaggio esclusivo e straordinario con la propria moto.

VIAGGI DI GRUPPO CON PARTENZA PREDEFINITA E MOTO PROPRIA

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Page 9: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

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WEEK-END IN CROAZIA8 - 10 aprile

Week-end esclusivo con partenza da Ancona e arrivo a Spalato, tour guidati a Monstar o Dubrovnik e pernottamento in nave SNAV.

ALBANIA-MACEDONIA-KOSOVO25 giugno - 7 luglio

TOUR STRADALE E OFF ROAD

Un territorio tutto da scoprire in un contesto naturale unico e poco conosciuto.

ALBANIA-MONTENEGRO6 - 21 luglio

TOUR STRADALE

Panorami meravigliosi tra costa e montagna.

MONTENEGRO

14 - 21 luglio

TOUR STRADALE

Tutta la magia della perla dei Balcani in un tour motociclistico unico.

ALBANIA

7 - 16 luglio

TOUR STRADALE

Una vacanza motociclistica che dal mare cristallino porta sulle strade delle montagne. Un territorio e un’accoglienza sorprendente.

GRECIAAgosto (15 giorni)

TOUR STRADALE

Mare, storia, arte, in una vacanza motociclistica indimenticabile.

GRECIA, MACEDONIA, ALBANIASettembre (15 giorni)Un insolito mix per un tour motociclistico esclusivo e unico.

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IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (NORD-OVEST)CONTEA DI DONEGAL E SLIGO8 giorni

IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (CENTRO-OVEST)8 giorni

IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (sud-OVEST)8 giorni

Moto disponibili per i viaggi in Irlanda: BMW GS 800 e BMW GS 1200

sardegnaQuattro possibilità per scoprire tutti i lati della Sardegna. Moto a noleggio a scelta tra BMW, Ducati, MV e KTM.

COAST TO COAST8 giorni

Tour da 1.300 Km per scoprire tutta la Sardegna e le migliori località lungo la costa.

MARI & MONTI8 giorni

650 Km dalla costa ovest alla costa est, dal mare ai monti dell’interno per poi ritrovarsi di nuovo

sul mare.

NORTH SARDINIA DISCOVERY8 giorni e 450 Km per scoprire il nord dell’isola, con base a Castelsardo.

SARDEGNA GRAND TOUR6 giorni e 1.200 Km per percorrere il

periplo della Sardegna.

VIAGGI FLY & DRIVE E SELF RIDE CON PARTENZE

INDIVIDUALI TUTTO L’ANNO

E MOTO A NOLEGGIO

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STATI UNITISAPORE D’AMERICA 9 giorni

Da Los Angeles a Las Vegas attraverso California, Arizona, Nevada e Utah. Volo da Milano a Los Angeles e moto a noleggio.

STATI UNITIFLORIDA8 giorni

Alla scoperta della Florida con moto a noleggio a scelta tra Harley Davidson, BMW, Indian, Triumph e Honda.

STATI UNITICOWBOYS & INDIANS ADVENTURE14 giorni

Attraverso i territori teatro di alcune delle battaglie campali più famose del Wild West, da Little Big Horn alle Badlands, combinando la grande storia con la natura mozzafiato del Wyoming, del Montana, dello Utah fino al Colorado.

Alla scoperta del South Dakota e delle sue leggendarie Black Hills, tra immensi parchi nazionali, mitiche icone del West, siti di grande fascino come Mt. Rushmore e Crazy Horse Memorial, branchi di bisonti e il misticismo di luoghi sacri per i Nativi Americani.

STATI UNITIDESERTI E CANYON DEL WEST

14 giorni

Dalla scintillante Las Vegas ai meravigliosi parchi nazionali, dai deserti carichi di fascino e mistero, fino alle riserve e pueblos nativo-americane. Il meglio del sud-ovest nella sua ammagliante e selvaggia bellezza. Un itinerario completo e variegato per motociclisti indipendenti, amanti della natura e “attivi”, studiato per godere ed esplorare i parchi, con la possibilità di personalizzare l’itinerario.

STATI UNITILEWIS & CLARK ADVENTURE15 giorni

Tra mito e avventura alla ricerca del Passaggio a Nord Ovest. Seguendo le orme della leggendaria spedizione dei grandi esploratori del West Lewis & Clark, un viaggio indimenticabile nella natura mozzafiato del Wyoming e Montana, dai parchi nazionali di Yellowstone e Grand Teton, fino ai confini del Canada delimitati dai paesaggi fantastici del Glacier National Park. Alla ricerca di bisonti, alci, lupi e orsi Grizzly, esplorando le antiche e sacre terre dei Nativi.

STATI UNITINEW ENGLAND12 giorni

Un viaggio nei territori dei primi insediamenti europei sul territorio nord americano, nel new england si compirono i primi passi verso la creazione degli stati uniti d’america, la storia e le tradizioni il territorio, i villaggi e le città, fanno di questa terra un concentrato unico di bellezze e suggestioni.

PER INFO SCRIVERE A: [email protected] INDICANDO IL VIAGGIO D’INTERESSE. OPPURE COMPILARE IL FORM NELLA SEZIONE VIAGGI DEL SITO WWW.MOTOTURISMO.IT

Le proposte promosse da “I Viaggi di Mototurismo” sono sviluppate e organizzate tecnicamente da Tour Operator e Agenzie Viaggio autorizzate. La prenotazione, le quotazioni definitive, i termini e la vendita dei pacchetti di viaggio sono affidati direttamente alle Agenzie Viaggio Autorizzate.

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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EVENTIVALGARDENAFRIENDS9-23 gennaiowww.valgardena.it

FESTA DE BAGOIN15-17 gennaio, San Mauro Pascoli (FC)

SUA MAESTÀ IL MAIALE16-17 gennaio, Noventana (PD)

SAGRA DELLA POLENTA E BISO’16-17 gennaio, Solarolo (RA)

SAGRA DELLA FRITTELLA DI CAVOLFIORE A KM ZERO18 gennaio, Tuscania (VT)

SAGRA DELLA POLENTA 18 gennaio, Sermoneta (LT)

FESTA DI SAN SEBASTIANO24 gennaio, Celle Ligure (SV)

SAGRA DELLA FREGNACCIA1 febbraio, Acquapendente (VT)

CARNEVALE DI SAURIS6 febbraio, Sauris (UD)

FESTIVAL DEI SAPORI E DELLE TRADIZIONI13 febbraio, Coriano (RN)

FESTIVAL DEL FUMETTO6-7 febbraio, Novegro (MI)www.festivaldelfumetto.com

MOSTREMATISSE E IL SUO TEMPOFino al 15 maggio, TorinoCon 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger - tutte provenienti dal Centre Pompidou - la mostra si prefigge di mostrare le opere di Matisse attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. Presso Palazzo Chiablese.

Alfons Mucha e le atmosfere art nouveauFino al 20 marzo, MilanoCon oltre 220 opere la mostra propone al pubblico un percorso originale capace di ricostruire il gusto elegante, prezioso e sensuale dell’epoca attraverso le creazioni di Alfons Mucha, gli arredi e le opere d’arte decorativa di artisti e manifatture europei attivi nello stesso periodo storico. Presso Palazzo Reale.

IL CARNEVALE DI FANO24-31 gennaio, 7 febbraio, Fano (PU)www.carnevaledifano.eu

Si prepara l’edizione 2016 del Carnevale piu dolce e antico d’Italia. 200 quintali di dolciumi pronti a cadere sulla folla in maschera

durante il “getto”, l’imponenza dei carri allegorici di cartapesta alti fino a diciotto metri, la storia secolare di una manifestazione che la citta fa vivere da mattina a sera per un intero mese, sono pronti a tornare con decine di appuntamenti collaterali. Tra questi troviamo la MOTOMASCHERATA, evento in calendario il 24 gennaio e che si rivolge a tutti gli appassionati di moto o scooter, sia moderni che d’epoca. Gli appassionati delle due ruote si daranno appuntamento alle 8.30 nel centro storico di Fano e, sotto il coordinamento del MC Dragone, Vespa Club Fano, Biker’s For Life, La Fano Rombante e MC Lucio Ricci sara dato il via alle iscrizioni (la quale non prevede l’obbligo di iscrizione a club o associazioni). Seguira poi la partenza delle due ruote che percorreranno un itinerario in cui s’intrecceranno la storia del Carnevale e le bellezze e tipicita del territorio.

Page 13: 1. mototurismo   gennaio-febbraio 2016

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motovacanze.itby

Promozione e programmazione di viaggi in moto di gruppo riservati a motociclisti speciali. Itinerari “collaudati” ed “esplorativi” di breve, media e lunga durata, concepiti per i partecipanti come rilassanti percorsi o emozionanti avventure, vissuti come occasioni in cui mettere in pratica l’amicizia tra chi ha la stessa comune passione dei viaggi in moto.

Scopri alcune delle nostre proposte per il 2016!Oman 26/02- 06/03

Argentina, Paraguay, Bolivia e Uruguay 26/02-13/03

Marocco 16/04- 01/05

Italia-Dubai 16/04 - 09/05

Sardegna 17-24/04

Tunisia 20/04-02/05

Belgio e Olanda 20/04-01/05

Grecia 23/04 - 06/05

Andalusia 23/04- 08/05

Motovacanze.it è un marchio in uso al tour operator Top Travel Team di Pla Net Viaggi srlLungadige Porta Vittoria, 21 • 37129 VeronaTel. +39 045 8005167 • Fax +39 045 4743137www.motovacanze.it

METTITI

IN MOTO

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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LIBERAMENTE27-28 febbraio, Ferrarawww.liberamente.it

Torna la manifestazione di riferimento per il tempo libero, il plein-air, il giardinaggio e le vacanze per offrire agli appassionati il meglio

di questi settori.Appuntamento presso l’area fiera di Ferrara.

SEEYOUSOUND INTERNATIONAL MUSIC FILM FESTIVAL25-28 febbraio, Torinowww.seeyousound.org

Musica e immagini unite nel vincolo indissolubile del cinema e del video d’autore, si daranno appuntamento a

Torino, al Cinema Massimo, per la seconda edizione di SEEYOUSOUND INTERNATIONAL MUSIC FILM FESTIVAL.Il “festival che non c’era”, nato da una idea dell’associazione Choobamba nel 2015, è il primo in Italia dedicato interamente al cinema a tematica musicale. Il successo della prima edizione è stata la conferma dell’attenzione e dell’amore che esiste - in Italia e nel mondo - per il vastissimo universo di lungometraggi, corti, documentari, reportage e videoclip che hanno fatto della musica il medium linguistico e di pensiero.La seconda edizione del festival propone, accanto alle tre sezioni di concorso internazionale (lungometraggi, cortometraggi, videoclip), una rassegna internazionale di film, intitolata “Music Is The Weapon” e dedicata, in questi tempi difficili, alla forza della musica come arma di aggregazione di massa e al potere della macchina cinematografica contro l’indifferenza sociale. Quello che a volte non riesce al linguaggio parlato e scritto, riesce alla musica e al cinema.Tra questi segnaliamo il film del 2014 “Don’t Think I’ve Forgotten: Cambodia’s Lost Rock and Roll”, dedicato alla musica che ha saputo resistere e rinascere dopo la furia omicida dei Khmer Rossi, che proprio nell’arte vedevano una minaccia al loro potere. Ed è ancora dallo scenario di una guerra subdola e fratricida che arriva “They Will Have to Kill Us First”, film sulla resistenza dei musicisti del Mali che combattono contro il divieto di fare musica imposto dagli islamisti radicali nel loro paese. Attraverso la musica i popoli determinano la propria identita, con la musica si manifestano i propri diritti: “Sumé - The Sound of a Revolution” racconta la

storia della prima rock band che, nel 1973, decise di cantare nella lingua dei nativi di Groenlandia, dando voce alla frustrazione di un popolo e diventando il catalizzatore della protesta che voleva l’indipendenza dalla Danimarca. La musica, poi, è capace di cambiare la storia: “The Night James Brown Saved Boston” è la storia del concerto che doveva essere annullato a Boston il 5 aprile 1968, subito dopo l’assassinio di Martin Luther King, e che invece fu addirittura trasmesso dalla televisione americana sedando così la rivolta imminente. Infine è del documentarista Mika Kaurismaki - fratello del famoso Aki - l’omaggio disincantato e quasi feroce alla figura combattente di Miriam Makeba, la Mama Africa che ha saputo battersi come poche altre per i diritti civili, conciliando l’impegno con il suo status di diva.

20.000 PIEGHE15-19 giugnowww.20000pieghe.it

La 20.000 PIEGHE è una gara di Gran Fondo che si svolge su normali percorsi stradali asfaltati aperti al traffico. Non e una gara di velocita e

per vincere non serve andare forte, ma si deve essere bravi nell’individuare e seguire il corretto percorso, nel saper stare in sella e guidare per molte ore su tratti di misto stretto, nel fare bene le eventuali prove speciali e rispettare i tempi di arrivo. Vincera chi alla fine avra fatto al meglio ognuna delle prove richieste. La partenza avverra da Pescasseroli e dopo circa mille chilometri si arrivera a Sansepolcro attraversando, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Toscana. Il percorso formato da tre tappe giornaliere è segreto e ciascuna di queste avra lunghezza variabile compresa tra i 330 e 430 chilometriPossono partecipare tutti i motociclisti che amano le curve e a cui piace guidare per ore. Si puo partecipare singolarmente e/o come squadra, le

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motodays.it

con il patrocinio di prevendita

3/6 MARZO 2016

I GIORNI DELLA MOTO A ROMA

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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squadre sono formate da un minimo di tre ad un massimo di cinque partecipanti. Si puo partecipare con qualsiasi tipo di moto; turistica, enduro, stradale, sportiva, naked, custom, moderne o vintage.Un’ occasione per vivere in compagnia di amici motociclisti una straordinaria “avventura” motociclistica.

MOTOR BIKE EXPO 22-24 gennaio, Veronawww.motorbikeexpo.it

A Verona un fine settimana dove le moto saranno protagoniste. Fiera di Verona ospita la nuova edizione di MOTOR BIKE EXPO, un

appuntamento ormai consueto di inizio anno con le moto di tutte le tipologie. Non mancheranno esposizioni di moto speciali custom e premi ai vari preparatori, ma non solo questo. Verona ormai offre un panorama completo su tutte le variegate passioni motociclistiche: sportive, turistiche, scrambler, enduro, cafè racer, ecc. Anche l’edizione 2016 si articolera in due grandi filoni tematici: la produzione di serie di moto e abbigliamento e accessori. Non mancheranno numerosi show nelle aree esterne e gli ospiti protagonisti del mondo sportivo.

L’orario di apertura al pubblico sara dalle 9 alle 19, il costo del biglietto è come sempre di € 16, acquistabile direttamente alle casse di Veronafiere o in prevendita sul circuito Ticketone; ridotto € 13 per i ragazzi da 6 a 10 anni ed ingresso gratuito per i bambini under 6.

Mototurismo sarà presente con uno stand al Padiglione 5 - Stand 17R. Vi aspettiamo numerosi per presentarvi il calendario completo dei Viaggi di Mototurismo 2016, i nuovi abbonamenti, gli eventi speciali e le novita legate al nostro universo.

MOTODAYS3-6 marzo, Roma www.motodays.it

Anche per il 2016 Fiera Roma apre le porte l’8ª edizione di MOTODAYS, il Salone Moto e Scooter del centro-sud Italia. L’anno scorso

sono stati oltre 145.000 i visitatori su 52.600 mq espositivi interni, 30.000 mq di aree prova veicoli e 25.000 di area show. Per il 2016 si confermano le aree tematiche come “Kromature”, destinata al mondo custom, “Days On The Road”, padiglione dedicato al turismo in moto, “Vintage”, dedicato ai veicoli d’epoca, “Bike & Fun” (Movemosebene) dove Motodays apre al mondo della bicicletta e delle nuove tecnologie per muoversi in citta. Spettacoli, prove moto e tutto l’universo moto possibile. Costo del biglietto intero € 16, ridotto € 13. Giovedì 3 marzo ingresso a prezzo speciale € 10 (ridotto € 7).

L’area “Days On The Road” vedra protagonista ancora una volta Mototurismo a rappresentare il meglio del turismo in moto. I viaggi possibili, i protagonisti, le esperienze, le proposte concrete dei tour operator, le mete, le avventure e i workshop dedicati al turismo responsabile.

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BRIANZA MOTOR SHOW 12-13 marzo, Erba (CO)www.brianzamotorshow.it

Segnate sulla vostra agenda le date di questa manifestazione che apre la stagione primaverile con una vera e propria festa dei motori. Tutte

le novita del mercato per auto, moto, camper ed accessori, sempre piu show e sempre piu moto all’interno ed all’esterno dei padiglioni.Area Racing, raduni, test drive e bike show, campioni delle due e delle quattro ruote, concorsi premiazioni e intrattenimento per tutti i generi.La fiera si terra presso LarioFiere e restera aperta sabato dalle 10 alle 24 e domenica dalle 10 alle 21.

RAIFFEISEN SKI KING 20165 febbraio, Alpe di Siusiwww.seiseralm.it

Sciatori volanti, acrobati della neve, intrepidi avventurieri invernali a caccia di peripezie. Si incontreranno tutti il 5 febbraio sullo scenario

delle Dolomiti, nell’area vacanze Alpe di Siusi (Seiser Alm/Südtirol) per dar vita ad un appuntamento fisso della storia del freeski altoatesino: il RAIFFEISEN SKI KING. Il freestyle ski contest si svolge per il quinto anno consecutivo all’insegna di un grande spettacolo acrobatico, che ad ogni edizione attira un numero sempre maggiore di spettatori. D’altronde, la competizione che vede protagonisti i migliori atleti del freestyle sulla neve, si tiene tra le moderne strutture dell’Alpe di Siusi Snowpark, uno dei piu grandi ed attrezzati di tutta la regione alpina, considerato dalla nazionale italiana di snowboard il migliore d’Europa. Per il pubblico è emozionante osservare salti e discese al limite del possibile messi in scena da questi professionisti del freeski, che si destreggeranno, sul sottofondo musicale, tra le 60 strutture dell’Alpe di Siusi Snowpark e fra i suoi 1.500 metri di lunghezza. Occasione poi, anche per provare nei giorni successivi, indossando sci e snowboard, esercizi e tecniche sui diversi ostacoli

dello snowpark, che ospita una particolare wood line con strutture in legno dalle forme di personaggi dolomitici intagliati.L’ingresso al Raiffeisen Ski King è gratuito. E dopo la gara non mancano concerti di musica live ed una gustosa grigliata a cura dello Snowboard Club Panettone Bros.

SEGUI LA TRACCIA 6 febbraio, San Rocco al Porto (LO)www.mototurismo.it

Workshop alla scoperta dei segreti sulla navigazione GPS, torna sabato 6 febbraio nella consueta sede di Corte Biffi (San

Rocco al Porto, provincia di Lodi).Durante la giornata vengono affrontate le nozioni di base della navigazione strumentale e naturale, oltre a sviluppare la capacita di georeferenziare mappe per poi poter inserire le tracce nel proprio strumento. Seguendo il corso si è in grado successivamente di “costruire” itinerari e tracce, su strada e in off-road, in qualsiasi parte del mondo.I partecipanti impareranno a gestire correttamente i propri navigatori e la tecnologia GPS, effettuare l’archiviazione dei percorsi e la trasmissione dei dati tra PC e dispositivo, convertire i dati cartografici da un sistema all’altro, preparare road-book cartacei di ausilio alla navigazione e molto altro ancora. Gia dal prossimo appuntamento verranno introdotte novita su nuovi sistemi di navigazione. Per informazioni, costi di partecipazione e prenotazioni scrivere a [email protected] o telefonare allo 031937736 (lun-ven, 9.30-17.30). Il numero di posti è limitato e vengono assegnati in ordine di conferma.

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Ovunque vai...mettici il CUORE!

I weekend di Motovacanze 2016:

Terra dei Forti • 14 -15 maggio

Strade di ferro • 28-29 maggio

Valsesia dreaming • 11-12 giugno

Cheese & Roads • 18 -19 giugno

Adrenaline weekend • 25-26 giugno

Dove osano le aquile • 9 -10 luglio

Montagne e relax • 10 -11 settembre

Photo & Roads • 24 -25 settembre

Per informazioni su associazione, iscrizioni, programmi, weekend e sconti ASDPS MOTOVACANZE • Affiliata ASI • Iscrizione registro ASD Coni n. 102178

Via Napoleone 59 • Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR) • [email protected]

Cina 2015 - Foto di LUCA PERUSI - Verona

Per i soci forti sconti presso i migliori tour operator e su alcuni viaggi di Mototurismo. In più, incontri formativi e i weekend di Motovacanze: amicizia, belle strade, buon cibo e tanti luoghi spettacolari. METTITI IN MOTO!

ALCUNI SOCI DI MOTOVACANZE ALL’EICMA 2015

WWW.MOTOVACANZE.ORGCampagna associativa 2016

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Ovunque vai...mettici il CUORE!

I weekend di Motovacanze 2016:

Terra dei Forti • 14 -15 maggio

Strade di ferro • 28-29 maggio

Valsesia dreaming • 11-12 giugno

Cheese & Roads • 18 -19 giugno

Adrenaline weekend • 25-26 giugno

Dove osano le aquile • 9 -10 luglio

Montagne e relax • 10 -11 settembre

Photo & Roads • 24 -25 settembre

Per informazioni su associazione, iscrizioni, programmi, weekend e sconti ASDPS MOTOVACANZE • Affiliata ASI • Iscrizione registro ASD Coni n. 102178

Via Napoleone 59 • Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR) • [email protected]

Cina 2015 - Foto di LUCA PERUSI - Verona

Per i soci forti sconti presso i migliori tour operator e su alcuni viaggi di Mototurismo. In più, incontri formativi e i weekend di Motovacanze: amicizia, belle strade, buon cibo e tanti luoghi spettacolari. METTITI IN MOTO!

ALCUNI SOCI DI MOTOVACANZE ALL’EICMA 2015

WWW.MOTOVACANZE.ORGCampagna associativa 2016

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A cura di CLAUDIO VISMARA

PROVATI PER VOIRISTORANTI E PUNTI DI RISTORO CONSIGLIATI

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Nella splendida cornice dell’Alto Garda trentino, in quella che diventa l’inebriante Valle dei Laghi, immersa nel profumo denso

proveniente dalle numerose distillerie di grappa qui presenti, segnaliamo un’eccellente struttura con ristorante e appartamenti annessi. L’osteria “Le Servite” sorge nel cuore della piana di Arco, sulla sponda trentina del Lago di Garda, avvolta da un bel vigneto che la isola dagli edifici circostanti, là dove un tempo sorgeva un convento risalente al XIX secolo. In un territorio ideale per la pratica del mototurismo, questa struttura si rivela un’ottima sistemazione, capace con la sua deliziosa cucina di rendere ancora più gradevoli i tour nei dintorni.

L’ambiente è rustico e accogliente, come si conviene a un edificio che inizialmente fungeva da convento, e d’estate si può disporre anche di un tranquillo giardino all’aperto, luogo ideale per una merenda o una cena, o anche semplicemente per bere in compagnia un buon bicchiere di vino. Lo chef Alessandro Manzana e i suoi collaboratori accolgono i loro ospiti con raffinati salumi e formaggi, provenienti principalmente da piccoli

produttori, uniti a specialità locali, pasta fresca fatta in casa con farina di grano duro selezionato, e ottimi dessert casalinghi. Il menù è di ispirazione tradizionale, ma dimostra una certa ricercatezza, variando quotidianamente gli ingredienti e privilegiando i prodotti locali e di stagione. Tra i piatti che abbiamo apprezzato maggiormente segnaliamo i bolliti misti, il baccalà servito in diverse versioni, il pesce di lago e le reinterpretazioni dei piatti della tradizione. In particolare, non ci si può perdere il lavarello marinato, i tortelli con asparagi, ricotta e tartufo bianchetto, il risotto alla composta di mirtilli selvatici, il cosciotto di agnello al limone, lo sformato d’orzo con trota affumicata, il tortino di porri, noci e crema gialla, i ravioli di stracchino biologico ed erbe fini, il baccalà con polenta e gli ossibuchi di vitello con dadolata di verdure.

Altro grande elemento di pregio dell’osteria è la cantina, fornita di oltre cinquecento etichette, che raccolgono principalmente cantine piccole e ricercate, con particolare riguardo ai produttori trentini, senza comunque tralasciare le più importanti realtà vitivinicole italiane e qualche denominazione straniera. Interessante è la proposta di abbinamento di un calice di vino al piatto scelto. Ogni bottiglia di vino disponibile nel ristorante è anche in vendita tramite il sito www.goodwineitaly.com. Al vino si aggiungono bottiglie di olio extravergine ottenuto con le olive del Garda, caffè, specialità gastronomiche e accessori vari. Per concludere in bellezza, all’osteria “Le Servite” non manca un vastissimo assortimento delle prelibate grappe, tra cui spicca la Grappa del Trentino, un prezioso distillato, unico nel suo genere, soprattutto in un territorio teatro di una grande tradizione distillatoria. Un valore aggiunto di questo eccellente ristorante è il residence “Le Servite”, composto da dodici appartamenti: si passa dai monolocali, che dispongono di soggiorno, sala da pranzo con angolo cottura completamente attrezzato e bagno, e si arriva agli appartamenti dotati di due camere da letto separate. Gli alloggi, tutti con connessione Wi-Fi gratuita, sono provvisti di TV a schermo piatto e godono di una splendida vista sulle montagne circostanti, sul giardino con vigneto o sulla bella panoramica del castello di Arco. Situati a San Giorgio di Arco, in provincia di Trento, il ristorante e il residence sono a pochi minuti dal Lago di Garda, tra Arco e Riva del Garda, in una posizione ideale per i mototuristi che cercano un posto tranquillo da cui accedere facilmente alle entusiasmanti strade della Valle dei Laghi, della Valle di Ledro, della Val di Gresta e delle mitiche curve del monte Bondone.

Osteria “le servite”SAN GIORGIO DI ARCO (TN)Via Passirone 6838062 S. Giorgio Arco (TN)Tel. 0464557411 - www.leservite.com

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Alla scoperta della

Valle dell’Aniene

ITINERARI A

In collaborazione con ITALIA VIRTUAL TOUR

Collegatevi al sito tramite il QR Code qui a lato o il link http://goo.gl/0ewUQR e guardate i meravigliosi virtual tour delle località e dei punti d’interesse.

360°

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In questo numero vi conduciamo in un territorio ricco di storia e cultura, con ambienti naturali di straordinaria bellezza. I Comuni della Valle stupiscono con i loro paesaggi incantevoli, i ruderi Romani, i palazzi nobiliari, i borghi immutati nel corso dei secoli e le innumerevoli attrazioni turistiche. L’itinerario parte dalla storica città di Tivoli, percorre la via Tiburtina fino a Vicovaro, per poi proseguire fino ad Arsoli, un’antica città costruita alle pendici dei monti Simbruini. Si continua verso Cervara di Roma, il paese scolpito nella roccia, per poi arrivare a Subiaco, Jenne e infine Vallepietra, nota per il Santuario della S.S. Trinità e meta turistica religiosa di grande fama.

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Scorcio di Cervara di Roma.

TIVOLIIl nostro itinerario parte da Tivoli, città di epoca pre-romana, vera e propria perla di arte e cultura. Una volta raggiunta la città, vale la pena parcheggiare la nostra moto e fare un giro per il centro storico, godendo delle bellezze degli edifici storici come la Rocca Pia, simbolo di Tivoli, situato a pochi passi da Piazza Garibaldi; Villa D’Este, gioiello dell’architettura rinascimentale italiana, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO; la Chiesa di Santa Maria Maggiore (o di San Francesco), che al suo interno conserva la Tomba di Ippolito II d’Este, governatore di Tivoli; la Chiesa di San Pietro alla Carità a Piazza Campitelli, caratterizzata da uno splendido campanile; la Cattedrale di San Lorenzo (o Duomo di Tivoli), situata nell’omonima piazza e luogo di culto più rappresentativo della città. Proseguendo a piedi, verso la parte più antica del paese, vale

la pena visitare i Templi di Vesta e Sibilla, situati sul punto più alto dell’antica acropoli di Tivoli, attraversando, infine, il Ponte Gregoriano, che collega il centro storico alla meravigliosa Villa Gregoriana. Riaccendiamo i motori per partire verso la rotta della nostra seconda tappa, Vicovaro.

Itinerari a Tivoli: www.visittivoli.eu

VICOVAROPercorrendo la Via Tiburtina, passiamo attraverso paesaggi naturalistici di suggestiva bellezza. Questa tappa ci permette di toccare con mano la storia, i culti e le tradizioni, conducendoci da un estremo all’altro del paese. Arrivati al centro storico, possiamo ammirare la maestosa Chiesa di San Pietro Apostolo, risalente al Settecento e situata nell’omonima piazza, dove troviamo anche il Tempietto di San Giacomo Maggiore, in stile

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Arsoli, Castello Massimo.Tivoli, Villa d’Este.

gotico-rinascimentale. Dirigendoci verso Arsoli, sempre all’interno del comune di Vicovaro, nella frazione di San Cosimato, potete fermarvi per una breve sosta agli Eremi di San Benedetto, appena restaurati. Itinerari a Vicovaro: www.vicovaroturismo.it

ARSOLIDa Vicovaro proseguiamo in direzione est, sulla SR5 Tiburtina, che percorriamo per circa una

decina di chilometri, fino a giungere ad Arsoli, paese eretto su un colle che domina tutta la zona circostante. La bellezza del suo paesaggio ed il suo consistente patrimonio storico artistico ne fanno un’apprezzata meta turistica: qui si può approfittare per fare visita al Castello Massimo, costruito nel IX secolo e successivamente ampliato, e che conserva, ancora oggi, pregevoli affreschi di noti artisti come Zuccari e Antonio Macci, eseguiti tra i secoli XVI e XVIII.

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Vallepietra, Santuario della Santissima Trinità.Vicovaro, Tempietto di San Giacomo.

Subiaco, piste sul Monte Livata.

CERVARA DI ROMAProseguiamo il nostro itinerario percorrendo ancora la SP39b che porta a Cervara e si snoda in un regolare pendio, attraverso la fitta vegetazione del Parco dei Monti Simbruini da una parte e l’incantevole scenario della valle dell’Aniene dall’altra. Arrivati a Cervara fermiamoci per una sosta e apprezziamo questo incantevole paese scolpito nella roccia: in questa tappa andiamo alla scoperta delle bellezze storico, artistiche e naturalistiche del paese, un viaggio all’insegna

della serenità e della suggestione popolare, che inizia dalla Scalinata degli artisti, uno dei simboli di Cervara di Roma, rosario di sculture, dipinti, murales e poesie scolpite nella roccia calcarea, dove troviamo anche l’omaggio del maestro Ennio Morricone al paese. Passando per Piazza Umberto I continuiamo con una visita al Museo della Montagna, per poi salire verso la Chiesa di Santa Maria della Visitazione, la Rocca Medievale. Scendiamo infine lungo la Scalinata della Pace. Uscendo dal paese, altre due tappe che meritano

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una breve sosta sono la Chiesa di Santa Maria della Portella e il Fonte Munistrigliu. Risaliamo in sella e prepariamoci a dirigerci verso Campaegli, frazione di Cervara: curve e tornanti certo non mancano in questo breve ma divertente percorso. Appena arrivati ci accoglie un’incantevole vallata, porta d’accesso al Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Questo periodo dell’anno è l’ideale per divertirsi con lo sci da fondo, lo skjoring e passeggiate a cavallo.

Itinerari a Cervara: www.cervaradiromaturismo.it

SUBIACOTorniamo indietro verso Cervara per proseguire in direzione Subiaco, in sella alla nostra moto sulla SP39b. Giunti nel centro storico di Subiaco, vale la pena fermarsi per ammirare opere architettoniche di grande valore, come la Basilica di Sant’Andrea Apostolo, notevole esempio di architettura neoclassica. Poco distante dalla Cattedrale, presso la Piazzetta Pietra Sprecata, incontriamo la Chiesa di San Pietro, ricostruita ex novo nel 1949/50; dalla piazzetta arriviamo a Piazza Santa Maria della Valle, considerata uno dei luoghi più belli e importanti di Subiaco, poiché conserva ancora oggi il suo aspetto tipicamente medievale. Un’altra tappa del nostro itinerario nel centro

storico di Subiaco è la Rocca dei Borgia, dove al suo interno possiamo visitare il MACS - Museo delle Attività Cartarie e della Stampa, che ci guiderà attraverso la storia della comunicazione scritta e dei suoi supporti. Usciti dal centro storico di Subiaco, proseguendo verso la SP44b, possiamo dirigerci verso Monte Livata, attrazione turistica sia d’estate che d’inverno. In questo periodo possiamo divertirci sulle piste di Monna dell’Osso, fornita di seggiovia quadriposto che permette di sciare sulle sei piste per lo sci alpino, nonché sugli altri percorsi adatti a qualsiasi tipo di sciatore. Monte Livata, come altri luoghi che si trovano poco distanti da Subiaco, permettono in ogni periodo dell’anno di fare attività sportive all’insegna del divertimento e della natura.Esplorando ancora la zona di Subiaco possiamo percorrere la via dei monasteri, fuori le mura del paese, dove si può visitare il Monastero di Santa Scolastica: qui troviamo l’omonima Biblioteca, dove, nel 2015, è ricorso il 550° anniversario del primo libro italiano stampato a Subiaco. Ancora sulla strada dei monasteri troviamo il Monastero di San Benedetto, luogo ricco di storia e testimone di lunghe vicende religiose legate al Santo Patrono d’Europa.

Itinerari a Subiaco: www.subiacoturismo.it

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ITALIAVIRTUALTOUR.IT è un portale che promuove e valorizza il patrimonio storico - artistico e le aziende del territorio italiano attraverso il virtual tour, un’esperienza visiva che rappresenta la realtà con fotografie interattive in High Definition a 360° che permettono di compiere una visita estremamente realistica dell’ambiente scelto.

Vista di Jenne.

JENNECi lasciamo alle spalle Subiaco e procediamo in direzione nord-ovest per Jenne, percorrendo la SP40a, dove la strada si fa più stretta e si superano una serie di tunnel scavati nella roccia. La carreggiata continua fino a Jenne con un percorso divertente, fatto di mezzi tornanti che si alternano a curve cieche che danno sulla vallata. Lo scenario offre anche incantevoli scenari naturalistici e vale la pena fare delle brevi soste per godersi il panorama. Una peculiarità naturalistica che un turista può apprezzare a Jenne è senz’altro la varietà di ambienti dell’Appennino centrale: qui si possono trovare specie arboree tipiche degli ambienti umidi e diverse specie di animali che popolano il territorio, come cervi, caprioli e volpi rosse. Una volta giunti al paese vale la pena visitare la cappella di Santa Maria in Arce, all’interno della quale sono contenuti affreschi del Duecento ed una terracotta della Madonna del Cinquecento, e la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, che si trova in pieno centro storico, edificata intorno alle prima metà dell’Ottocento. Un itinerario davvero vario quello Jenne, dove si fondono storia e natura in un unico paesaggio.

VALLEPIETRAIl nostro itinerario nella Valle dell’Aniene si conclude con l’ottava e ultima tappa, Vallepietra, un paese che sorge su uno sperone di roccia, arroccato per ragioni difensive intorno ad un castello dalla torre merlata. Il tragitto che ci porta a Vallepietra, percorrendo ancora la SP45a, è uno dei più spettacolari percorsi del Lazio: paesaggi incantati fra monti, riserve naturali e vallate. A pochi chilometri dal centro del paese possiamo percorrere la Strada dei Santuari, che ci conduce al Santuario della Santissima Trinità, meta di pellegrinaggi per tantissimi fedeli, scavato in parte nella roccia su un ripiano del Monte Autore. Il Santuario sorge in una posizione davvero spettacolare e affascinante, trovandosi su un ripiano sotto una parete di roccia, alta trecento metri, del Colle della Tagliata, nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

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Un viaggio tra storia e mito, percorrendo le rotte delle popolazioni nomadi che hanno colonizzato il Sahara. Un itinerario alla scoperta di antiche usanze e credenze velate di mistero, che affascinano e rapiscono il viaggiatore.

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Pista verso il Jbel Tazzeka.

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La parte vecchia con i suoi murales, le caratteristiche porte lavorate e le vie dove si respira una ineguagliabile atmosfera magica...

...Definita anche “città blu” Chefchaouen è un vero capolavoro.

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• A CURA DI PAOLO CIAPESSONI E VITO PIERRI

Nella mitologia greca la figura di Atlante era rappresentata da un titano condannato da Zeus a sorreggere per l’eternità la volta celeste, il mondo. E a sorreggere

il cielo sembra ci sia proprio la catena montuosa dell’Atlante, che comprende ben tre vette oltre i quattromila metri di altitudine. Con i suoi duemilacinquecento chilometri di estensione tra Tunisia, Algeria e Marocco, l’Atlante – definito dalle popolazioni che vi abitano Adrar n Dern, ovvero il “Monte dei Monti” – costituisce un’enorme barriera che separa questi Paesi dalle sabbie del Sahara. È tra queste montagne che le popolazioni nomadi trovarono una via per raggiungere il deserto, lasciando testimonianza del proprio passaggio.

Ripercorrere oggi il loro itinerario vuol dire farsi rapire dal fascino di antiche vestigia, entrare in contatto con popolazioni che tuttora vivono secondo regole millenarie e lasciarsi trasportare da affascinanti storie che ancora aleggiano in questi luoghi misteriosi e lontani da ogni logica sociale cui siamo abituati. Un vero e proprio mondo a sé stante, in netto contrasto con lo sfarzo delle vicine città imperiali, la cui infinita bellezza architettonica non potrà mai eguagliare l’imponente spettacolo naturale di queste montagne e del deserto.Siamo finalmente in sella dopo i capillari ed estenuanti controlli doganali in Marocco, dove nulla è lasciato al caso, e ci dirigiamo verso Chefchaouen percorrendo la strada litoranea, costellata di alberghi e locali turistici. Ci troviamo ai piedi del Rif, regione montuosa nel Nord del Paese famosa per le coltivazioni di kif, un derivato della Cannabis. Ciò che stupisce di Chefchaouen, definita anche “città blu”, è la sua architettura vistosamente colorata e inusuale per una città africana. Chefchaouen è un vero e proprio capolavoro e per questo è divenuta oggi meta del turismo di massa, al quale è sempre stato vietato l’accesso perché la città era considerata sacra. Molto singolare è la parte vecchia, dalla forte influenza andalusa, con i suoi murales, le caratteristiche porte lavorate e le vie dove si respira una ineguagliabile atmosfera magica. Un cuore che pulsa senza sosta giorno e notte, dove è possibile trovare ogni sorta di prodotto e souvenir di tutto il Paese e dove il ritmo caotico del suq

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avvolge e rapisce chiunque. Questo primo impatto con il Marocco spesso disorienta il viaggiatore, ma è solo una delle tante sfaccettature di questo Paese, capace di sorprendere continuamente. Carichi di energia e desiderosi di cavalcare le nostre moto, iniziamo la discesa verso sud, oltrepassando il Rif per entrare nel cuore dell’Atlante. In pochi chilometri ci lasciamo alle spalle l’atmosfera turistica per immergerci in una realtà totalmente diversa, dove la vita assume altri ritmi e sfumature completamente difformi. Siamo nella piana dei Berberi, appena oltrepassata la città di Ifrane. Da qui si intravede la grossa dorsale che, imponente, sembra toccare il cielo e sostenere il mondo. Intorno a noi si sviluppano spazi immensi difficili da immaginare, crudi ma essenziali, spezzati solo da grossi cedri secolari e dalla presenza di pastori con le greggi, in contrasto con i colori dominanti del paesaggio. Il tempo si trasforma, la sensazione di libertà diventa forte e dirompente, il sipario si apre: stiamo entrando nella terra degli Imazighen, gli Uomini liberi. Ne fanno parte molte etnie del Nordafrica, tutt’oggi presenti nei territori che, dalle montagne, arrivano fino all’ultimo granello di sabbia del Sahara, immensa distesa di ben nove milioni di chilometri quadrati, una cifra capace di destabilizzare anche il viaggiatore più incallito. La radice linguistica comune a queste popolazioni è il tamazight, completamente differente e incomprensibile a tutto il resto del mondo arabo. In questo viaggio vogliamo percorrere non solo le affascinanti strade e gli sterrati sulle rotte di questi popoli, ma entrare nella loro cultura e scoprirne i segreti, lasciandoci trasportare e stupire dalle loro credenze, dai riti e dalle abitudini di vita.

Il rombo dei motori interrompe il silenzio della piana mentre i nostri tasselli ancora immacolati iniziano ad assaporare il primo sterrato all’interno della foresta dei Cedri. Qui la vegetazione è molto diversa rispetto al resto dell’Atlante, le sagome di questi nerboruti alberi dalle forme stravaganti rompono il sinuoso andamento ondulatorio della verde piana. La traccia sterrata si insinua fra i boschi, dove di tanto in tanto appaiono piccoli insediamenti nomadi dediti alla pastorizia. Qualche bimbo timidamente saluta, con lo sguardo incantato, rapito dalle nostre moto. Riconquistato l’asfalto, ci dirigiamo verso il lago di Bin el Ouidane, dove ci attende un percorso spettacolare e fuori dalle rotte classiche, che ci condurrà in una zona impervia e poco visitata. La lunga striscia di

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Le montagne che costeggiano la strada che ci porta da Imilchil a Rich.

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asfalto in breve tempo diventa sterrata e attraversa villaggi e piccoli insediamenti fino ad arrivare alla Cattedrale, maestosa formazione rocciosa che ricorda la sagoma, appunto, di una cattedrale. Ciò che stupisce non è solo la bellezza di questa montagna, ma anche il contesto panoramico nella quale è inserita, che la valorizza e la rende ancora più imponente.

La nostra avventura continua. Ci spostiamo ora poco più a sud per entrare nel cuore dell’Alto Atlante, dove la natura è ancora più selvaggia e incontaminata, e la vita è soggetta a regole ben precise che non possono essere stravolte dall’uomo. Solo i Berberi sono stati in grado di adattarsi e rispettare le leggi della natura senza cercare di modificarle, perché hanno capito che ciò che li circonda è la stessa ricchezza che li rende liberi.

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Il lago Tislit.

Nel corso dei secoli tutte le etnie Imazighen sono state emarginate e definite barbar, che in arabo significa “colui che emette suoni inintelligibili”, ovvero che sfuggono alla comprensione perché superiori alle possibilità dell’intelletto. Questo le ha preservate e salvate dall’essere inglobate in una società consumistica e ha evitato che la popolazione fosse costretta a vivere secondo regole che non le appartengono, abbandonando rituali e

rinnegando la propria storia, fatta di simbologie che identificano l’aspetto tribale delle sue radici. Sotto un cielo privo di nuvole, percorrendo un facile sterrato, arriviamo nella piana dei laghi Islit e Tislit, una sorta di paradiso che ricorda le grandi distese della Mongolia e che rievoca antiche credenze. Siamo microscopiche entità che si spostano in uno spazio immenso, delimitato solo dalle grosse dorsali delle montagne che fanno

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Qualche bimbo timidamente saluta, con lo sguardo incantato, rapito dalle nostre moto.

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da contorno e che qui superano i tremila metri di quota. Il silenzio, espressione massima di una natura incontaminata, valorizza ulteriormente questo luogo, che ha il potere di rimanere indelebile nei ricordi di tutti coloro che lo visitano. Ci spostiamo ancora verso sud per raggiungere il paesino di Imilchil, importante crocevia di collegamento e punto di partenza per uno dei percorsi più affascinanti dell’Atlante: lo sterrato che collega le gole di Todra a quelle di Dades. Le frenetiche attività diurne del piccolo e trafficato centro vanno lentamente a esaurirsi nel pomeriggio, dove solo i bracieri per la cottura delle carni continuano a fumare fino a tarda sera, saturando l’aria dei profumi speziati che fuoriescono dai tajine. Poco più a sud, precisamente dal villaggio di Agoudal, ha inizio la pista che porta a Boumalne Dades e che indubbiamente può essere considerata una delle più belle di tutto il viaggio. È proprio fra queste gole che i nomadi trovarono la via per raggiungere il deserto e colonizzare tutto il Sahara. Ancora oggi sono gli unici a conoscere ogni anfratto e ogni pista che taglia fra le montagne e a sapere come trovare acqua, cibo e piante officinali utili per la sopravvivenza, perché questo è il loro ambiente, privo di segreti per loro.

Il percorso sterrato sale velocemente di quota senza mai deludere, nemmeno per un istante, e in breve tempo siamo al passo che sovrasta le gole, l’altimetro segna quota tremila metri. Come sempre accade in questi luoghi sperduti, mentre ammiriamo il panorama appare, come fosse uno spirito uscito dal nulla, un Amazigh (singolare di Imazighen) che tenta timidamente di parlare con noi. Il suo viso è sereno, la pelle bruciata dal sole contrasta con gli occhi non coperti dalla tagelmust, il tipico copricapo usato dai nomadi e soprattutto dai Tuaregh. A tracolla porta la sacca di pelle di pecora e in mano la micidiale fionda per radunare il gregge. Un’arma letale realizzata in cuoio che può “sparare”, come fosse un proiettile, una pietra fino a quattrocento metri di distanza, a una potenza in grado di uccidere. Dopo aver accettato delle pessime barrette in cambio delle ottime mele che porta con sé, è ben disposto a mostrarci la tecnica con la quale usa la fionda facendoci rimanere allibiti. Ruota i lunghi lembi sopra la testa per far prendere velocità alla pietra saldamente inglobata nella parte terminale della fionda, per poi lasciarne uno che libera il proiettile. Contento e soprattutto

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fiero del suo momento di gloria, allo stesso modo in cui è comparso svanisce nella piana, dopo averci ringraziati più volte, soddisfatto delle sue barrette dal sapore sintetico.

Scattiamo qualche fotografia e poi riprendiamo la marcia verso Boumalne seguendo la traccia che corre lungo il fianco della montagna, a strapiombo sulle gole che attirano lo sguardo come fossero calamite. Finito il tratto sterrato ci attendono molti chilometri di tortuose ed entusiasmanti curve, con il panorama che alterna scenari naturali ad antiche costruzioni, segni indelebili del passaggio dei nomadi verso il Sahara. Anche la presenza di qualche dromedario – tranne quello che ci ha superato comodamente sdraiato sul sedile posteriore di una Toyota – fa immaginare le lunghe carovane di popoli che attraversavano questi luoghi impervi. Considerato una vera e propria macchina da trasporto inarrestabile, i Tuaregh chiamano il dromedario “nave del deserto” per la sua capacità di orientamento e predisposizione a viaggiare in ambienti ostili e privi di acqua. Trasporta fino a duecento chili di peso percorrendo anche centocinquanta chilometri senza fermarsi e, come se fosse cosa da nulla, immagazzina liquidi sufficienti per oltre dieci giorni. Un animale perfetto per l’ambiente desertico e indispensabile per la sopravvivenza di questi popoli, che lo considerano parte integrante del proprio nucleo familiare.

Una volta a Boumalne ci attende un’ultima pista prima di arrivare al deserto, l’attraversamento del Jbel Saharo, definito dalla tribù locale degli Aït Atta “il deserto pietrificato”. Fa parte dell’Anti Atlante ed è la regione più orientale della catena montuosa prima delle grandi sabbie sahariane, un’area completamente priva di qualsiasi tipo di sussistenza e, di fatto, difficoltosa e poco accessibile. Le nostre moto si arrampicano agevolmente sul terreno sconnesso e roccioso fino ad arrivare al passo. Di fronte a noi si staglia una distesa di picchi pietrosi dalle forme lunari che lasciano a bocca aperta e nello stesso tempo, davanti a tale vastità e al pensiero di essere in balia della natura, incutono un leggero disagio misto alla curiosità della scoperta. Ancora stupiti dalla bellezza del percorso, arriviamo nel tardo pomeriggio nella splendida Ouarzazate, dove ci attende una cenetta nella kasba illuminata e l’incontro con Omar, amico di vecchia data ed esperto

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...Su queste rotte hanno preso forma tutti i più bei gioielli

in argento, pietre, vetro murrino

e corallo della cultura

nomade...

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...la natura è ancor più selvaggia e incontaminata, dove la vita è soggetta a regole ben precise che non possono essere stravolte dall’uomo. Per questo motivo solo i Berberi si sono adattati...

...la natura è ancor più selvaggia e incontaminata, dove la vita è soggetta a regole ben precise che non possono essere stravolte dall’uomo. Per questo motivo solo i Berberi si sono adattati...

Marocco

incontrastato di arte tribale. Le sue conoscenze spaziano dal Maghreb – che in lingua tamazight significa “luogo del tramonto” e che identifica il Marocco –, fino ai confini del Sahara includendo tutte le tribù appartenenti all’etnia degli Uomini liberi, quindi Berberi, Tuaregh e Maorisch (Mori). Ci spiega con dovizia di particolari le differenze culturali e artistiche dei gioielli e degli amuleti in uso tra queste popolazioni, le forme, i materiali e i significati che vengono attribuiti a ogni singolo monile tribale. Omar possiede una collezione di oggetti antichi tra le più rare, e di ciascun pezzo conosce provenienza e valore. Ci spiega che Ouarzazate nell’antichità era la città più importante di tutto il Nordafrica per gli scambi commerciali, perché posta nel punto di incontro di montagne e deserto, tra il Mediterraneo, da dove provenivano i mercanti d’Europa, e Timbuctù, importantissima città di scambio per tutto il mondo arabo. Su queste rotte hanno preso forma tutti i più bei gioielli in argento, pietre, vetro murrino e corallo della cultura nomade, favoriti dagli scambi commerciali tra le tribù e i commercianti di passaggio. La lunga chiacchierata con Omar ci prepara ad affrontare il deserto, a scoprire con occhi diversi quello che potrebbe sembrare solamente un’affascinante distesa di sabbia. Ci aiuta a comprendere il popolo Saharawi, gli abitanti del Sahara, e gli aspetti culturali che regolano la loro vita nel luogo più inospitale della Terra.

La strada che conduce a Merzouga attraversa la grande piana predesertica fino alle dune dell’Erg Chebbi, posto all’estremo Sud-Est del Paese, ai confini con l’Algeria. A pochissimi chilometri di distanza, la frontiera dell’Algeria, delimitata dal deserto di pietra dell’Hamada del Guir, ci separa dalla grande distesa di sabbia del Sahara. I Tuaregh lo definiscono “spirito in eterno movimento” perché la sua geografia cambia continuamente a seconda dei venti, nemici temuti e rispettati. È loro usanza coprire il viso con la tagelmust, il tipico copricapo che non tolgono nemmeno per bere e mangiare quando si trovano all’aperto. Credono, infatti, che gli spiriti possano entrare dalla bocca e avere il sopravvento, mentre le donne, come avviene in tutti i popoli Imazighen, non hanno l’obbligo di farlo e sono frequentemente scoperte per mostrare la loro bellezza. Gli amuleti che portano li proteggono dai “cavalieri fantasma”, ovvero i grandi venti sahariani, quegli stessi spiriti impossibili da combattere e unici veri nemici di

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...la natura è ancor più selvaggia e incontaminata, dove la vita è soggetta a regole ben precise che non possono essere stravolte dall’uomo. Per questo motivo solo i Berberi si sono adattati...

...la natura è ancor più selvaggia e incontaminata, dove la vita è soggetta a regole ben precise che non possono essere stravolte dall’uomo. Per questo motivo solo i Berberi si sono adattati...

Sulle piste delle Gorges incontriamo un Amazigh.

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Facciamo una breve sosta ad osservare le montagne che circondano il bacino idrico sulla strada verso il Jbel Tazzeka.

un popolo che vive in un’area del mondo sulla quale l’uomo non ha mai preso il sopravvento. Qui l’equilibrio tra la vita e la morte è legato al rispetto di queste entità, che i Tuaregh sanno bene di non dover mai sfidare.

Siamo finalmente davanti alla prima grande duna dopo aver percorso una pista caratterizzata dal toulé ondulé, una sorta di maledizione in grado, alla lunga, di fare a pezzi qualsiasi mezzo. L’immagine del deserto è sempre di forte impatto, anche per

chi non lo vede per la prima volta, si tratta di una meta che ogni viaggiatore sogna e che, prima o poi nella vita, deve raggiungere. Qui il mondo finisce e ne comincia un altro, fatto di tutto e di niente, di aspetti sottili che appartengono a una cultura ma che sono anche legati a qualcosa di più profondo e racchiuso in energie ancestrali, tramandate di generazione in generazione. Ogni granello ha un significato che sfugge alle nostre menti, legate a una logica materialistica che non ci consente di capire come questi popoli possano viverci e

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attraversarlo con tanta disinvoltura. Sull’onda di questo pensiero ci lasciamo trasportare dalla voglia di assaporare l’ebbrezza delle dune a cavallo delle nostre moto, dando sfogo alle emozioni che ci aiuteranno a stare meglio e che ricorderemo per molto tempo.

Dopo questa faticosa e appagante esperienza, è giunto il momento di cominciare la risalita verso nord, che ci porterà in un altro luogo dove la natura è altrettanto incontaminata e spettacolare, il Jbel

Tazzeka. Ai piedi di questa montagna, famosa per la presenza delle grotte Friouato, c’è un’area poco battuta che sembra sia stata concepita per essere percorsa da motociclisti. Si tratta di un tortuoso susseguirsi di curve, immerse in uno scenario spettacolare tra le montagne del Medio Atlante, che termina con la visita alle grotte che si estendono su un’area vastissima. Rientriamo nuovamente nella zona del Rif percorrendo la parte orientale, che porta fino alla città di Al-Hoseyma, ritenuta da molti la capitale storica dell’etnia berbera per

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...La grande distesa di sabbia del Sahara.

I Tuaregh lo definiscono “spirito in eterno movimento”

perché la sua geografia cambia continuamente a seconda

dei venti, nemici temuti e rispettati.

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la forte resistenza che il popolo nomade oppose ai vari tentativi di conquista da parte di eserciti stranieri. Lhusima, questo è il suo vero nome in lingua tamazirth, è una città modello del Nord del Marocco, porto strategico e centro di ricezione turistica dotato di ottime strutture e spiagge incantevoli. Siamo ormai giunti al termine del nostro viaggio e, come consolazione finale, ci lasciamo andare alla pura emozione del viaggio in moto, percorrendo in maniera piuttosto “allegra” la strada costiera che porta in prossimità del porto di Tangeri, dal quale faremo rientro in Italia. Non ci facciamo mancare la consueta grigliata sul lungomare di Martil, godendoci fino all’ultimo istante il nostro soggiorno in terra marocchina. Mentre la nave ci trasporta lentamente verso la nostra realtà, i ricordi del viaggio ritornano alla mente trasformandosi in una gara di racconti e sensazioni da parte di tutto il gruppo, a dimostrazione che questi luoghi e questi popoli hanno lasciato un segno indelebile e un insegnamento di vita. Abbiamo assaporato la vera essenza del viaggio in moto incontrando nuove culture, abbiamo viaggiato come uomini liberi imparando a percepire la presenza dei “cavalieri fantasma”, a sentire l’energia degli amuleti dei Tuaregh che, per breve tempo, ci hanno trasportati in una dimensione diversa e che alcuni di noi portano al collo come ricordo. Tutto questo oggi ci fa sentire cresciuti, più viaggiatori e, se vogliamo, anche un

po’ nomadi, perché questi popoli entrano nell’anima e lasciano il segno.

Tutte le informazioni riportare in questo articolo sono frut-to di una lunga f r e q u e n t a z i o n e del Paese, a stretto contatto con le popolazioni nomadi e, non ultimo, di una forte passione nei confronti di questa cultura.

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Il Marocco è un Paese affascinante sotto ogni aspetto, che in questi ultimi anni ha attuato una forte politica a favore del turismo. Le strutture

recettive si sono notevolmente evolute e sono in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, soprattutto nelle città più frequentate. Le sue bellezze spaziano dal mare alle montagne, fino ad arrivare al deserto e alle città imperiali, dove è possibile assaporare storia, cultura e soprattutto godere di paesaggi unici e incontaminati. Il Marocco è un Paese del quale ci si innamora facilmente e che convince spesso a essere visitato più di una volta, grazie alla sua infinita varietà di ambienti e culture, legate alle grosse differenze del territorio. Numerose sono le esperienze che possono essere vissute con qualsiasi tipologia di moto, fino a quelle più specialistiche legate al fuoristrada e, ovviamente, a mezzi adatti a questi percorsi. Occorre una buona conoscenza del territorio per poter apprezzare e ottimizzare

il proprio viaggio. Un affascinante aspetto del Marocco, che ci sentiamo vivamente di consigliare e di proporre come finalità di viaggio, è quello legato alla scoperta delle antiche culture per entrare in una realtà diversa rispetto a quella del tour classico, comunque pur sempre appagante. In questo modo si possono affrontare percorsi meno battuti ma più veri e rustici, dove si entra in contatto con la vera essenza del Paese e le mille sfumature socio-culturali che è in grado di offrire. Il clima, prevalentemente mite, solo in alcuni periodi dell’anno fa registrare temperature estreme sulle montagne e nella zona desertica. Durante i mesi invernali l’Atlante si copre di neve e il clima si fa secco e freddo, mentre nei mesi caldi come luglio e agosto la temperatura nel deserto è quasi insopportabile, con picchi che

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possono superare i quarantacinque gradi. Per le sue caratteristiche climatiche e per le differenze territoriali e sociali, il Marocco è considerato un Paese molto singolare rispetto a tutti gli appartenenti alla fascia del Nordafrica. Le situazioni ambientali e i panorami cambiano più volte anche nello stesso giorno, regalando un vero e proprio turbinio di sensazioni che hanno il loro culmine una volta raggiunte le dune del deserto. Per tutti coloro che sono alle prime esperienze africane, consigliamo prudenza sulle piste, da non sottovalutare senza la dovuta preparazione e da non affrontare da soli. In questi casi, il viaggio organizzato con guide esperte rende il tour molto più piacevole e sicuro, ottimizzando tempi e percorrenze, e fa scoprire aspetti che, diversamente, sarebbe difficile cogliere.

NOTIZIE UTILI

Marocco

Mercato berbero all’aperto sulla strada di Imilchil.Pozzi berberi.

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Un grazie particolare a: Paolo Zappella - Liliana Azzolari Fabio Lerede - Elvio Veronese - Roberto Belvedere Mario Davì - Massimo Davì

Sul passo di connessione tra le Gorges del Todra a quelle del Dades.

Sullo sfondo l’antica Kasbah lungo la strada del vecchio passo di Tichka.

I TOUR IN MAROCCO SONO PREVISTI NELLE PROPOSTE

I VIAGGI DI MOTOTURISMO. PARTENZE IN MARZO

E APRILE 2016. PER INFORMAZIONI SCRIVERE A

[email protected]

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TITOLO

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• A CURA DI LUCA PIZZINI

pagine d’islanda

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• A CURA DI L CON LA COLLABORAZIONE DI L

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Islanda Islanda. È questa la destinazione che abbiamo scelto. Un luogo pieno di misteri e contraddizioni, dove il ghiaccio incontra il fuoco, dove l’estate dura poche settimane e il sole bacia l’orizzonte solamente per poco tempo. La strada per raggiungerla è di per sé un viaggio, che attraversa tutta l’Europa fino al nord della Danimarca, in attesa delle quarantacinque ore di navigazione che ci separano da quest’isola sperduta nelle gelide acque del Mare del Nord.

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Ad accompagnarci in questa avventura non sarà una moto appena ritirata dal concessionario, ma una veterana con venticinque anni sulle spalle. Le strade dell’isola, però, non fanno distinzioni, e per noi saranno ancora più impegnative. Ci ritroviamo così a dover attrezzare la nostra compagna di strada di tutti i giorni, avendo cura di prepararla in ogni suo dettaglio, portando tutto il necessario per essere autonomi. Ci saranno giorni in cui incroceremo non più di una

decina di auto lungo il nostro cammino. Asfalto ne incontreremo ben poco: una sola strada, la 1, compie un anello asfaltato lungo l’isola. Quelle che per noi sarebbero statali là sono strade sterrate, mentre tutto il resto consiste in una vera e propria pista, con un paletto ogni cento metri a segnalare la direzione da tenere.E così partiamo, legando con le cinghie tenda e sacco a pelo, ciò che fa la differenza tra un motociclista e un motoviaggiatore.

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...La strada diventa sempre più sporca,

fino a diventare solo una traccia sulla neve.

Quando pensiamo di aver visto tutto,

arriviamo a un muro di neve invalicabile...

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Percorreremo piste di ogni genere, guidando su diversi tipi di terreno: dalla neve alla lava, dalla sabbia alla cenere, dal fango al ghiaccio. Ma i panorami mozzafiato ci ripagheranno ampiamente delle fatiche. Non c’è pioggia, grandine o tempesta di sabbia in grado di fermarci, andremo avanti nella nostra impresa.

Tutte le strade che sulla cartina sono indicate con una “F” prima del numero sono strade di montagna o piste (montagna, in islandese, si dice fjall) ed è qui che ci aspettiamo di trovare

il meglio. È infatti seguendo una di queste piste che saliamo fino alle pendici del vulcano Snæfellsjökull, quello dove Jules Verne ambientò il romanzo Viaggio al centro della Terra. Partiamo da una piccola pista a bordo mare che ci porta sempre più in alto. Il livello delle nuvole è basso e presto ci ritroviamo immersi, ma dopo poco, come se stessimo salendo sul monte Olimpo, lo strato di nuvole si dirada fino a terminare. Nel giro di pochi chilometri siamo passati dal rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli al silenzio della montagna, rotto solo della

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pisteneve che si scioglie al sole. Saliamo ancora, e poi ancora. La strada si inerpica fino alla base dei nevai, per poi attraversarli. Muri di neve si innalzano al nostro fianco e noi procediamo là in mezzo, con la nostra moto. La strada diventa sempre più sporca, fino a diventare solo una traccia sulla neve. Quando pensiamo di aver visto tutto, arriviamo a un muro di neve invalicabile. Là, nel nulla più assoluto, troviamo un anziano signore che maneggia la draga con esperienza. Non riusciamo a intenderci bene perché lui non conosce

l’inglese, ma tra un misto di gesti e islandese ci fa capire in qualche modo che da lì in poi la strada è bloccata da tre metri di neve e che dovremo tornare fra tre-quattro settimane, cioè quando lui avrà finito. Non è raro che in Islanda alcune strade restino aperte solamente per dieci giorni l’anno o che in inverno non aprano neanche, e non stupisce che gli abitanti più isolati di queste terre nei mesi più freddi si spostino via mare con piccole imbarcazioni o, i più fortunati, usino un aereo. Tuttavia, restiamo perplessi perché non siamo in pieno inverno, ma in estate.

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I guadi sono una vera e propria sfida. Nei esistono di bassi, alti, lunghi o corti. Ma tutti vanno affrontati con prudenza. Occorre attraversarli tenendo sempre a mente che, se si dovesse cadere, nella migliore delle ipotesi serviranno un paio d’ore per asciugare tutto e drenare l’acqua da filtro, cilindro e scarico, mentre nella peggiore delle ipotesi bisognerà prepararsi a una lunga camminata. I primi guadi che incontriamo ci sembrano oceani, e inizialmente ci sentiamo degli esploratori ad attraversare quelli che in realtà sono solo dei rigagnoli, profondi non più di una spanna. Poi, però, arriva un guado vero. Siamo su una pista nel cuore del deserto islandese, sulla strada per il vulcano Askja, lungo la F88. In questo scenario, strano e fantastico

allo stesso tempo, la strada si snoda tra campi di lava, cenere vulcanica e crateri grossi come campi da rugby. Solo un piccolo cartello giallo ci segnala che non siamo sulla luna. Il cartello indica che la pista è sbarrata da un guado. Il fiume non sembra affatto un rigagnolo come quelli trovati finora. In questo caso, l’altra sponda si trova a circa quaranta metri di distanza e la corrente è impetuosa. Scendiamo a controllare il fondale, che per chi viaggia su due ruote è quasi un obbligo. Il fondo è ciottoloso e ci sono massi grandi come palle da bowling. Avanziamo senza moto. L’acqua è fredda, ma continuiamo a camminare verso l’altra sponda. Arrivati quasi a metà, l’acqua è già al ginocchio, ma non siamo ancora nel punto più profondo. Dovremo

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guadicertamente affrontare il guado con attenzione. Poiché arriviamo da chilometri di fuori strada, il motore è rovente. Aspettiamo qualche minuto per far abbassare la temperatura ed evitare alla moto uno shock termico nel torrente gelato. Presa una decisione su che linea tenere, infiliamo il casco, mettiamo la prima e ci avviamo. La ruota anteriore presto scompare e, quando l’acqua arriva al paramotore, una nuvola bianca di fumo ci ricorda che siamo in un torrente glaciale. La corrente è forte e nel punto più basso l’acqua tocca il serbatoio. Qui si entra nella vera lotta contro la natura. Questo è il limite della moto, oltre il quale aspirerebbe acqua al posto di aria. La corrente prova con tutta la sua forza a trascinarci con sé e la ruota posteriore slitta a ogni viscido

masso. Ora non possiamo fare altro che stringere i denti e rimanere concentrati. Ormai ci siamo dentro, non possiamo tornare indietro, e cadere significherebbe non ripartire più. Dobbiamo solo sgomberare la mente, e non ripensare ai racconti dei due motociclisti norvegesi, incontrati lungo la strada nei giorni precedenti, che non ce l’hanno fatta. Raccogliamo le forze e andiamo, diamo gas e in un baleno arriviamo all’altra sponda, dove ci sentiamo degli eroi.

Ci aspettano altri centoventi chilometri di pista infernale, dove troveremo sassi taglienti come lame di rasoio che metteranno a dura prova i nostri pneumatici. Ma non ci stupiamo, d’altronde siamo nel cuore dell’Islanda in moto.

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Piove, fa freddo e tira vento, è inutile negarlo. Senza contare che la moto è il mezzo peggiore per affrontare questo pazzo clima. In un solo giorno, per più volte al giorno, la pioggia battente si alterna al sole. Quando siamo fortunati troviamo la temperatura sui quattordici gradi, altrimenti si aggira intorno ai sette-otto gradi, a volte anche meno. Il buio vero non arriva mai, perché anche in piena notte la luce macchia il cielo di continuo. Ma, nonostante il clima ci spinga spesso a sognare il mare, il caldo e un viaggio confortevole, il desiderio di avventura è maggiore, e ciò che viviamo ci ripaga di ogni duro chilometro percorso.

meteo

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Guidiamo ormai da ore, siamo stanchi, infreddoliti e sporchi. Dietro di noi c’è solamente una nuvola di polvere, che continua fedelmente a seguirci da chilometri. A completare il quadro, l’immancabile pioggia islandese anche oggi vuole darci il benvenuto, ma noi ricambiamo con poco affetto. È un amore non corrisposto, il nostro.

Ma qualcosa attira la nostra attenzione, sul pendio opposto della montagna vediamo un leggero fumo uscire dalla terra. Ci fermiamo per capire se a vederlo sono i nostri occhi o la stanchezza. Su questa fredda isola è possibile trovare delle sorgenti d’acqua bollente, così ci avviciniamo. Tocchiamo l’acqua del torrente, ma la sua temperatura non supera i due gradi.

Eppure, là infondo la terra fuma più di un due tempi con miscela al cinque percento. Risaliamo piano e quella che era nata come una speranza diventa realtà. Si tratta proprio di una pozza geotermale di acqua bollente che, mischiandosi al torrente gelato, crea qua e là alcune pozze dalla temperatura ideale. Non ci pensiamo due volte e afferriamo tutte le pietre che vediamo intorno a noi per creare un’ansa. Ci togliamo subito stivali e vestiti e ci immergiamo. Fuori ci sono cinque gradi e pioviggina. Siamo immersi fino al collo nell’acqua a trentotto-quaranta gradi e non ci sembra vero! Quando decidiamo di fermarci qui per la notte un raggio di sole esce dalle nuvole, come in un film, illuminandoci. Questa Islanda comincia a piacerci sul serio.

sorgenti calde

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...Dietro di noi c’è solamente

una nuvola di polvere,

che continua fedelmente

a seguirci da chilometri...

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natura

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natura

Qui la natura, quella vera, esplode in ogni sua forza. Rappresenta la vera essenza di quest’isola dispersa nel Mare del Nord. L’Islanda è un Paese di contrasti sinceri, dove vulcani ribollenti ospitano lungo i propri pendii nevai sconfinati. È dove gli astronauti si allenano per i loro viaggi sulla luna. Ed è dove i panorami tolgono il fiato, chilometro dopo chilometro. Qui ogni strada vale la pena di essere percorsa.Questi paesaggi mozzafiato riescono a stupirci, nonostante abbiamo passato ore e ore davanti al PC cercando di raccogliere quante più informazioni possibili da chi, in questi posti, c’era stato prima di noi. Non riusciamo a farci l’abitudine, anche dopo l’ennesima volta che passiamo vicino a cascate impetuose o scogliere a picco. Quando piantiamo la tenda ai piedi di un faro su una di queste scogliere imponenti, ci sembra di alloggiare meglio che in un hotel cinque stelle extra lusso. Non c’è camera vista mare che tenga il confronto, e durante la notte riposiamo come bimbi.In questa strana, pazza isola i campi di lava delle zone interne sono pieni di mistero e le imponenti e maestose scogliere del Nord accolgono una miriade di specie diverse di uccelli. In quest’isola si possono vedere le foche nuotare in mezzo agli iceberg, la terra ribollire sotto i piedi e geyser sputare fuori acqua con violenza. Quest’isola strega e ubriaca come il drink di troppo, bevuto dopo una serata di bagordi.

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fatiche e soddisfazioni

Affrontare l’Islanda in moto è difficile, ma ci consente di assaporare ogni centimetro della strada percorsa, facendoci sentire veramente parte di ciò che ci sta intorno. Siamo come in una teca di cristallo, nella quale il silenzio viene interrotto solo dal rombo degli scarichi della nostra moto per poi tornare a tacere nuovamente. Il motociclista è pazzo per natura, e la nostra è una tribù che non ha confini o nazioni. La sera prima della partenza dal porto di Seyðisfjörður beviamo una birra con alcuni bikers incontrati lungo la strada, ed è fantastico scambiarsi racconti sulle emozioni provate, le avventure affrontate e le strade percorse perché anche questo fa parte del viaggio. Questo è uno di quei viaggi che mettono alla prova, dove il novanta percento è fatica, impegno, sudore e tanta strada. Poi, però, arriva quel dieci percento a farti sentire vivo.

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I tesori

Sulle splendide strade del Logudoro, andiamo a incontrare la devozione, la storia e la tradizione Della Sardegnanord-occidentale.

del “luogo dell’oro”

SARDEGNA

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DEU M’HA DADU SA MANU PRO TE AMABILE TESORO, CANDO MI HA DADU SA MANU T’HAPPO INTREGADU SU CORO

Cantu in re – canto tradizionale logudorese, adattamento di Maria Carta

DIO MI HA DATO LA MANOPER AMARTI, TESORO,

LUI M’HA DATO LA MANO, E IO TI HO CONSEGNATO IL MIO CUORE

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• A CURA DI ROBERTO POLLERI CON LA COLLABORAZIONE DI MARCO PATRONE

La basilica di Sant’Antioco di Bisarcio a Ozieri.

Il percorso disegnato dalla Moto Guzzi Stelvio ci accompagna nel cuore della Sardegna, nella regione del Logudoro. Se vogliamo credere all’antica locuzione latina nomen omen, secondo cui ogni nome porta

in sé il proprio destino, allora in questo posto, il cui nome contiene i termini “luogo” e “oro”, troveremo certamente qualcosa di prezioso. Qui, infatti, rimarremo stupefatti dalla bellezza e dalla storia che scorrono davanti al parabrezza mentre percorriamo le sue strade affascinanti e tortuose. Siamo nel Logudoro, regione nord-occidentale dell’isola, che corrisponde alla ex provincia di Sassari. Sbarcati dalla nave a Olbia, ci dirigiamo verso il centro della regione lungo la strada E840 (strada statale 597) in direzione sud. Nonostante il nastro d’asfalto scorra rapido sotto gli pneumatici, i profumi e il panorama sono davvero coinvolgenti: per chiunque si trovi tra le mani un manubrio e davanti agli occhi un contagiri, perfino il trasferimento è piacevole. Dopo pochi chilometri arriviamo al primo dei luoghi che visiteremo in questo itinerario: la basilica di sant’Antioco di Bisarcio, a Ozieri. La chiesa sorge sopra una collinetta e il colore rosso della trachite, la pietra con cui è costruita, si staglia nell’azzurro del cielo: dal basso appare un’immagine incantevole. La basilica, ex cattedrale, è la più grande delle chiese romaniche della Sardegna. Costruita nell’XI secolo, viene citata in vari documenti dell’epoca, datati 1174. Della struttura oggi resta la chiesa, con il singolare portico addossato alla facciata, i resti della torre campanaria e delle mura di cinta del complesso monastico che, isolato in mezzo alla campagna, presenta un fascino realmente particolare. Basta passeggiare tra le pietre di questo luogo, dove il contrasto tra il loro colore rosso bruno e un panorama fatto di verde che finisce nell’azzurro carico del cielo, per percepire il respiro della storia che ha transitato in questi luoghi lasciando tracce indelebili. Ieri pellegrini a piedi e a cavallo, alla ricerca di spiritualità, oggi noi, in sella a una moto, a cercare la bellezza del passato che, grazie a due ruote e un motore, appare ancora più amplificata.

Al termine della visita risaliamo in sella e procediamo in direzione ovest, verso la prossima meta: la chiesa di santa Maria del Regno, in

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sardegna

Andara, l’interno della chiesa di Santa Maria del Regno.

località Ardara. Fermiamo la Stelvio davanti all’imponenza di questa chiesa romanica del XII secolo, la cui pietra bruna dona alla facciata un aspetto severo e maestoso. L’edificio religioso rivestiva grande importanza all’epoca della consacrazione, in quanto cappella palatina del giudicato di Torres: la città di Ardara era infatti la capitale del regno. Di sicuro interesse sono sia l’esterno perfettamente conservato sia l’interno, che reca sulle colonne una serie di affreschi recuperati durante i lavori di restauro. Il capolavoro che lascia sbalorditi è tuttavia il retablo del Cinquecento sulla parete dell’abside. Il retablo,

termine spagnolo con radici latine che significa letteralmente re(tro) tabulum altaris, ovvero tavola dorsale dell’altare, è un’opera monumentale che misura circa dieci metri per sei. Datato 1515 e realizzato dallo scultore Giovanni Muru, rappresenta immagini della vita di santi e della Madonna, e custodisce al centro la statua di santa Maria del Regno che tiene in braccio il bambino Gesù, così chiamata in quanto appare rivestita delle insegne regali: corona e scettro. Il legno e l’oro sembrano risplendere nella penombra della pietra scura che li circonda: i secoli di storia e di devozione che si sono avvicendati davanti a questa icona di sacralità, ancora oggi lasciano senza fiato l’osservatore.

Silenzio e contemplazione cedono lo spazio alla passione: siamo di nuovo in sella e il suono del motore ci accompagna lungo la strada. Siamo diretti verso la chiesa di san Michele di Salvenero, in località Ploaghe, a pochi chilometri di distanza. Purtroppo la chiesa è chiusa e non visitabile all’interno, ma il colpo d’occhio sull’edificio è notevole; la pianta a croce commissa, ovvero a forma di “T” in quanto priva del braccio superiore, evidenzia le differenti epoche che hanno portato a continui rimaneggiamenti dell’edificio, risalente all’anno Mille e fatto edificare da Mariano I, capo del giudicato di Torres. Aspetto significativo dell’opera

è la zona posteriore, che presenta un’originale forma con ben tre absidi, particolare che apparirà altre volte nel corso di questo viaggio. Lasciamo la strada sterrata per avviarci verso la successiva chiesa, sant’Antonio di Salvenero, meritevole di una visita. Anche questa costruzione faceva parte, come la precedente, del villaggio omonimo, abbandonato nel Settecento. La chiesa si trova in un’area campestre e risale al XIII secolo, anche se non esiste una vera e propria documentazione in merito. Ha il corpo centrale in pietra bicroma, calcarea e vulcanica, al quale sono state aggiunte due costruzioni laterali in epoca settecentesca, variando così la destinazione d’uso dell’edificio. Purtroppo neanche questa chiesa è visitabile, ma

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Borutta, il chiostro della cattedrale di San Pietro di Sorres e il suo interno. Interno della basilica della SS. Trinità di Saccargia a Codrongianos.

sostare un attimo davanti al cancello e passeggiare nei dintorni, nel silenzio assoluto della campagna sarda, ha senz’altro un fascino particolare.

Rimettiamo i caschi e siamo di nuovo in sella alla moto. Le spie si riaccendono e l’ago del contagiri risale: il motore a quattro valvole canta allegro lungo la statale 597 del Logudoro, tra il bruno e il verde dei monti, sovrastati da un cielo azzurro che sembra non avere fine. Dopo qualche chilometro di asfalto, ecco in lontananza apparire il prossimo gioiello che questa terra saprà offrirci.

La basilica della Santissima Trinità di Saccargia, a Codrongianos, si staglia in bianco e nero tra il verde circostante. Sembra una visione. La strada scollina appena e la chiesa, meravigliosa, ci attende nel pianoro. Impossibile non fermarsi. Lasciamo la Stelvio poco distante: la brezza che soffia tra le alette dei cilindri produce il classico ticchettio metallico mentre noi ci dedichiamo alla visita. Siamo di fronte a un edificio risalente al XII secolo, donato ai monaci camaldolesi dal giudice Costantino I di Torres, che aveva fatto voto di donare la chiesa in caso di arrivo di un erede: la chiesa fu terminata nel 1116 e consacrata il 5 ottobre dello stesso anno, quando al giudice e alla moglie Marcusa nacque il figlio Gonario II,

così i due poterono finalmente sciogliere il voto fatto anni prima. Anche qui ritroviamo il triplo abside che, all’interno, mostra splendidi affreschi, così come torna la pietra bicroma che si inserisce meravigliosamente nel panorama circostante: calcare bianco e basalto nero, lo stile tipico utilizzato dalle maestranze pisane attive all’epoca nel giudicato. È bello aggirarsi intorno all’edificio e immaginare il soffio del tempo che è passato tra queste mura.

Qualche passo ancora tra il vento che spazza la pianura ed ecco che il suono del motore riempie di

nuovo la quiete del luogo: si spegne la spia verde e il motore risale di giri in direzione sud. Imbocchiamo la statale 131, la nota “Carlo Felice” che collega il settentrione e il meridione della Sardegna da Olbia a Cagliari, e viaggiamo in direzione del capoluogo regionale. Ci godiamo il panorama fatto di campi biondi di stoppie e, poco distante, di monti coperti di verde a fare da cornice. Lo sguardo corre libero come la moto, occorrono chilometri per trovare il prossimo paese: quella sarà la nostra meta, Siligo. Il piccolo borgo, con meno di mille abitanti, ci riserva due piacevoli sorprese: appena fuori l’abitato, in direzione Ardara, lungo la strada provinciale 80, la silhouette unica della chiesa di Nostra Signora di Mesumundu, anche nota con il

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sardegna

nome di santa Maria di Bubalis, ci obbliga a una sosta. Il motore si ammutolisce davanti a una costruzione di mattoni rossi e neri, che danno vita a una struttura a cupola fatta di differenti corpi addossati, alleggeriti da finestre, in un colpo d’occhio sorprendente. La chiesa, oggi chiusa, risale addirittura al VI secolo, ovvero all’epoca bizantina. Su un preesistente insediamento romano, i monaci benedettini edificarono la basilica, riadattando un tempio pagano e realizzando attorno le strutture del monastero. Nell’area attorno alla basilica si trovano i resti di una necropoli e di un acquedotto di epoca imperiale. È un peccato non potere entrare e annusare il sapore dei secoli che sono passati tra queste pietre millenarie, eppure sfiorare i mattoni per poi risalire in sella e partire verso la meta successiva suscita sempre una certa emozione.

Ingraniamo la prima e ci dirigiamo verso il paese. Poco prima del centro, salendo, deviamo verso destra seguendo le indicazioni “Fondazione Maria Carta”. Una palazzina bianca a due piani ci accoglie per presentarci la vita della più famosa cantante della Sardegna. Visitiamo il museo tra video, costumi di scena, dischi e immagini, che ci fanno ripercorrere la poliedrica carriera di questa donna che ha esportato la cultura e il canto sardo ben oltre i confini nazionali. Musica, cinema ma anche impegno civile hanno caratterizzato la storia di Maria Carta, che oggi viene ricordata tramite la fondazione a lei intitolata.

Salutiamo il nipote della cantante di Siligo che ci ha fatto da guida e il motore gira di nuovo tranquillo lungo l’asfalto isolano. Il fascio dei proiettori del doppio faro della Moto Guzzi è diretto ancora

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Un gregge torna all’ovile lungo la strada provinciale 47.

verso sud, e punta verso Borutta, piccolo centro che ci svelerà la bellezza della chiesa di san Pietro di Sorres. Saliamo con le marce basse la collinetta sulla quale sorge il monastero, completamente circondato dalla natura: la tranquillità è appena turbata dalla tonalità bassa dello scarico della Moto Guzzi, che lasciamo nel posteggio antistante per iniziare la visita guidata alla struttura. Si comincia dalla chiesa, vero gioiello di arte romanica risalente al XII secolo; faceva parte dell’abitato di Sorres, importante villaggio e anche sede vescovile che vide il declino sotto il dominio aragonese, fino alla scomparsa degli insediamenti abitativi: ad oggi resta solo la struttura religiosa. La chiesa, in pietra bicroma, ha pianta a corpo unico e l’interno diviso in tre navate. La parte più significativa è la facciata, riccamente elaborata e dotata di un ampio simbolismo religioso: numeri e segni riportano

ai concetti base della fede, ma nella pietra sono incisi anche altri simboli, il codice segreto dei Cavalieri Templari, antico ordine cavalleresco da sempre circondato dal mistero. È davvero affascinante seguire le parole della guida, che ci svelano segreti inaspettati. Fuori dalla chiesa possiamo visitare i resti di un nuraghe che affiora appena dalla terra; qui la storia più antica si lega alla più recente in un susseguirsi di emozioni. E queste continuano quando la visita prosegue nel bel chiostro del monastero, dove vediamo le piante officinali ancora oggi utilizzate dai monaci per la creazione di prodotti naturali. Il nostro percorso a san Pietro di Sorres termina con la visita al museo archeologico della basilica.

Risaliamo in sella e il bicilindrico è pronto a ripartire per fare un salto nel passato: il dolmen

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di Sa Coveccada ci attende. Percorriamo la statale 128 bis oltre l’abitato di Mores, seguendo le indicazioni per il dolmen, che sorge in aperta campagna: dopo circa sei chilometri inizia una strada sterrata in mezzo ai pascoli. Il tratto è molto suggestivo, incontriamo solo greggi di pecore che si spostano dai prati agli ovili e, con loro, le rare auto dei pastori. Per arrivare superiamo un cancello e poi un altro. Spegniamo la moto e il silenzio cala attorno a noi. Il vento spazza il verde intenso delle colline e il biondo dei campi, che iniziano a chiedere acqua al cielo azzurro appena striato da nubi bianche. Non c’è nessuno attorno, solo un cane passa a salutarci mentre osserviamo questa incredibile costruzione. La struttura risale all’epoca neolitica, attorno al Tremila a.C.: con strumenti e mezzi limitati, gli uomini di allora hanno realizzato un monumento imponente con blocchi di trachite rosa pesanti oltre dieci tonnellate. Lungo circa cinque metri, largo due e alto altrettanto, ha un accesso molto piccolo, di appena cinquanta centimetri. Sa Coveccada, che in sardo significa

“ciò che è coperto”, era un monumento funebre: la maestosità della costruzione rende bene l’idea di quanto fosse importante il culto dei morti già nella preistoria. Ci siamo solo noi, la moto e il silenzio che ci avvolge al cospetto dei millenni passati sotto questo cielo. Le candele scintillano ancora, la benzina torna a bruciare nelle camere di scoppio del motore a V e la polvere della strada è ancora nei retrovisori: dopo uno sguardo all’altipiano e un pensiero ai millenni che si sono susseguiti qui attorno, lasciando il panorama del tutto immutato, l’asfalto della strada statale 128 ci porta alla nostra prossima meta: Ozieri, nota anche per i suoi dolci tipici denominati “sospiri”. Centro di origine antica, popolato già in epoca neolitica, e crocevia delle principali direttrici nord-sud ma anche oriente-occidente, divenne punto nevralgico dei collegamenti isolani in epoca medievale sotto il potere del giudicato di Torres. Sistemata la moto, ci dedichiamo alla visita della cittadina sarda, partendo dalla cattedrale dell’Immacolata. La chiesa, citata in numerosi documenti del XV

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Basilica della SS. Trinità di Scaccargia a Codrongianos.

secolo, sorge al culmine di una ripida scalinata. Presenta una facciata lineare, mentre l’interno mostra una vasta ricchezza di decori di epoca barocca. Poco distante dalla cattedrale sorge la fontana Grixoni, fatta costruire da un nobile del luogo nel 1881 e perfettamente conservata. Anche questo pezzo è un segno tangibile dell’importanza del paese di Ozieri in un passato più recente, quando sotto il dominio albertino fu nominata capitale della subregione del Montacuto. In tale periodo Ozieri era il maggiore centro dell’intero Logudoro. Sempre di questo periodo è la chiesa di santa Lucia, opera neoclassica creata su schemi architettonici del Palladio, che mostra un interno lineare secondo i canoni stilistici dell’epoca. Ancora qualche passo e siamo pronti a scoprire un’altra perla di Ozieri, vero e proprio viaggio nella storia e nella cultura locale, accompagnati dalla passione di una persona che, grazie alla sua curiosità e alla voglia di scoprire e condividere, ha raccolto nel tempo oggetti che hanno segnato lo scorrere del tempo. Siamo al museo privato “La taverna dell’aquila”. Il nome non può che attrarre

gli appassionati delle moto di Mandello del Lario, ma questa volta la Moto Guzzi non c’entra. Il titolare, il signor Giuseppe Saba, ha raccolto pezzi dalla Preistoria alla vita recente del circondario, dai fossili agli attrezzi contadini e artigianali, ma anche una ricca collezione di bibite che venivano prodotte proprio a Ozieri. Poi vini e liquori, ma anche la ricostruzione della vecchia scuola elementare. Dopo un saluto caloroso e autentico e una firma al registro dei visitatori, siamo pronti per terminare il nostro percorso.

Grazie alla moto abbiamo spaziato tra le epoche storiche più antiche e quelle più recenti e il paesaggio ci ha deliziato la vista. Le mille curve del Logudoro ci hanno affascinato e stupito a ogni singolo chilometro, facendoci scoprire particolarità uniche di un territorio arcaico e misterioso. Luoghi che invogliano a tornare per cercare ancora qualcosa di nuovo, certi di non restarne delusi. E anche la Moto Guzzi, ferma sul cavalletto laterale in attesa del traghetto, sembra già pronta per ripartire.

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SARDEGNA

Maria Carta

Nacque a Siligo nel 1934 ed è stata artista poliedrica nel panorama italiano, cantautrice, attrice, poetessa e personaggio politico. Vinse il concorso Miss Sardegna e si trasferì a Roma, dove iniziò a studiare musica. Il suo percorso di formazione la portò a ricercare il canto tradizionale sardo in tutte le sue forme, che reinterpretò con stile personale e originale, riuscendo a far varcare a questa forma d’arte i confini dell’Isola e anche i confini nazionali. Maria Carta si esibì infatti in contesti unici, come il Bol’šoj di Mosca e la Saint Mary’s Cathedral a San Francisco, riscuotendo enorme successo. La sua carriera la portò a recitare in vari film, tra cui occorre menzionare Il Padrino parte II di Francis Ford Coppola e Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Ha pubblicato anche alcune raccolte di poesie. Dopo una lunga malattia, morì a Roma nel 1994.

FONDAZIONE MARIA CARTAVia Aldo Moro 107040 Siligo (SS)Tel. 079837009www.fondazionemariacarta.it

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MUSEO PRIVATO “LA TAVERNA DELL’AQUILA”Via Tempio 607014 Ozieri (SS)Tel. 079786249Cell. 3407176230

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Siligo, piazza e murales dedicati a Maria Carta.

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BASILICA DELLA SANTA TRINITÀ DI SACCARGIA SS 59707040 Codrongianos (SS) Cell. [email protected]

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I LUOGHI DI VISITA

BASILICA DI SANT’ANTIOCO DI BISARCIOSS 597 - Km 20Ozieri (SS)Tel. 079781236 - 079787638 www.bisarcio.comune.ozieri.ss.it

CHIESA DI SANTA MARIA DEL REGNOViale Nostra Signora del Regno 1 07010 Ardara (SS) Tel. 079400193

CHIESE DI SAN MICHELE E DI SANT’ANTONIO DI SALVENEROSS 59707017 Ploaghe (SS)Le chiese sono chiuse ma raggiungibili dalla strada principale: oltre l’abitato di Ploaghe si prosegue in direzione basilica di Saccargia, lungo la strada statale 597 del Logudoro; a sinistra si trova la chiesa di san Michele. Sempre in direzione ovest, verso Florinas, dopo qualche chilometro, si trova la chiesa di sant’Antonio. Entrambe sono visitabili solo esternamente.

La chiesa di Nostra Signora di Mesumundu a Siligo.

La chiesa di Santa Lucia a Ozieri.

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La chiesa di San Michele di Salvenero a Ploaghe.

CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DI MESUMUNDU O SANTA MARIA DI BUBALISSP 80 07040 Siligo (SS)Lungo la SS 131 in direzione sud, prima dell’abitato di Siligo, in direzione della località S’Aspru, seguire la SP 80. La chiesa sorge alla confluenza delle due strade.

MONASTERO BENEDETTINO DI SAN PIETRO DI SORRESVia San Pietro di Sorres07040 Borutta (SS)Tel. 079824001Cell. 3348537751 – 3393312355www.sanpietrodisorres.netwww.sardegna2000.it

DOLMEN DI SA COVECCADA07013 Mores (SS)www.ilportalesardo.it/archeo/ssmores.htmDa Mores in direzione Ittireddu, lungo la SP 47, superato il ponte sul Rio Mannu, svoltare a destra seguendo la freccia “Dolmen”, qui la strada diventa sterrata ma tranquillamente percorribile con qualunque tipo di moto con le necessarie cautele. Dopo circa quattro chilometri, si superano due cancelli (che al ritorno vanno richiusi) e

il dolmen appare coperto da una struttura in metallo a protezione, al centro della piana.

PRODOTTO TIPICO: I “SOSPIRI” DI OZIERISono biscotti a base di mandorle, miele e zucchero, con un lieve profumo di limone, ricoperti di glassa bianca. Questo particolare dolce veniva preparato in casa in occasioni di ricorrenze importanti, come la nascita di un bambino, l’annuncio di un fidanzamento o un matrimonio. La ricetta risale a fine Ottocento e, a Ozieri, si dice che il “sospiro” sia il dolce degli innamorati perché l’amore, si sa, fa sospirare.

RINGRAZIAMENTIUn grande ringraziamento ad Antonia Lobina e Antonio Cau, per noi vero punto di riferimento sull’isola.

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• A CURA DI MARCO GHEZZI E CLAUDIO VISMARA

uante volte, prima di partire per un viaggio o una gita, ci siamo posti la fatidica domanda: ma come sarà il tempo? Così, speranzosi, ma anche con un filo di scetticismo, guardiamo le previsioni del tempo per capire se potremo goderci

una bella giornata di sole o magari dovremo viaggiare infagottati nella tuta impermeabile o addirittura rinunciare alla nostra gita a causa della pioggia. Per questo le previsioni meteo sono molto importanti anche per noi mototuristi; fortunatamente la meteorologia è in continua evoluzione e negli ultimi decenni sono stati compiuti importanti progressi, grazie anche alla disponibilità di strumenti sofisticati che aiutano a essere sempre più precisi. Ormai siamo lontani dalle “semplici” previsioni e dalle mappe disegnate

Qdall’indimenticabile colonnello Bernacca, che tanto hanno contribuito a far comprendere la meteorologia al grande pubblico. Oggi fra sonde che viaggiano nell’atmosfera, radar meteorologici, immagini satellitari e modelli matematici altamente sofisticati, la meteorologia è diventata una scienza “quasi esatta”, anche se l’esperienza di chi si occupa delle previsioni rimane fondamentale per un buon risultato. Per comprendere meglio com’è realizzata, e la mole di lavoro che sta alla base di ogni previsione del tempo, siamo andati in un luogo particolare, l’Ufficio meteorologico del 3° Stormo dell’Aeronautica Militare di Villafranca di Verona. Proprio qui, infatti, “nascono” le previsioni meteo utilizzate a livello locale, principalmente per l’assistenza alla navigazione aerea militare, e pertanto è necessario che siano particolarmente accurate. L’Aeronautica mette poi a disposizione la sua esperienza per realizzare le previsioni meteorologiche che vediamo in televisione e sul portale dedicato.

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Che tempo faràÈ l’eterno dubbio di ogni motociclista ma oggi le previsioni meteorologiche,

ormai molto evolute e piuttosto affidabili,

possono darci una risposta.

Per scoprire come sono realizzate siamo andati

in un luogo molto particolare.

Il Maresciallo Magistri ci illustra le immagini Meteosat.

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veneto

Base del 3° Stormo.

Così, mentre la nostra moto attende in compagnia di aerei da caccia e altri mezzi militari, realizziamo la nostra intervista e, accompagnati dal primo maresciallo Giuseppe Magistri, responsabile dell’Ufficio meteorologico (nonché appassionato mototurista e nostro affezionato lettore), partiamo per un viaggio virtuale nel mondo della meteorologia.

La previsione meteo a volte è ritenuta un qualcosa di un po’ aleatorio e poco affidabile ma in realtà dovete sapere che dietro quei semplici simboli che ci raccontano se ci sarà il sole, le nuvole o la pioggia c’è un lavoro molto approfondito e capillare. Per fare una previsione, infatti, partiamo ogni giorno dall’osservazione di numerosi dati meteorologici, come ad esempio la forza e la direzione del vento, la temperatura dell’aria, le variazioni della pressione atmosferica, il tipo di nubi, raccolti da una vasta rete di stazioni meteo, sia presidiate che automatiche, distribuite su tutto il territorio nazionale. Questi dati sono inviati al Centro Nazionale di Meteorologia dell’Aeronautica di Pratica di Mare, che riunisce tutti i rilevamenti nazionali. L’Aeronautica li comunica poi al Centro europeo di elaborazione, in Inghilterra, che sulla base di tali informazioni elabora dei modelli matematici. Questi, insieme all’esperienza e alle conoscenze del “previsore”, porteranno infine a realizzare le previsioni, così come le vediamo, a livello nazionale e locale.

I modelli matematici, costituiti da un sistema di equazioni complicatissime che simulano le dinamiche dell’atmosfera, hanno dato una vera e propria svolta alla meteorologia. I centri di previsione, come il Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia dell’Aeronautica, per fornire informazioni con dettaglio dell’ordine di pochi chilometri utilizzano modelli così complessi da richiedere l’uso di super-calcolatori, con prestazioni dell’ordine di decine di miliardi di operazioni al secondo. Ma ci sono altri elementi che sono considerati?

Oltre ai modelli matematici ci si avvale poi delle immagini satellitari fornite dal Meteosat, il satellite geostazionario che orbita intorno alla Terra a trentaseimila chilometri di distanza, inviando l’immagine del cielo e della nuvolosità ogni quindici minuti. L’osservazione delle nubi è fondamentale e, a un occhio esperto, fornisce informazioni importanti. Ad esempio le nubi più bianche, quasi perlacee, e di forma lineare, che possono sembrare “gonfie di

pioggia” in realtà non producono precipitazioni, ma tendono solo a velare il cielo, al contrario di quelle dalla forma quasi circolare, o di tonalità più grigia, che sono invece temporalesche. Ovviamente l’analisi non è così semplice e l’osservazione deve essere sempre comparata con le osservazioni al suolo. Del resto l’affidabilità di una previsione è strettamente dipendente proprio dalla qualità e dalla quantità dei dati raccolti a terra che rappresentano le condizioni iniziali di un modello matematico. In Italia poi è particolarmente difficile realizzare delle previsioni precise, a causa soprattutto dell’orografia complessa del territorio. L’arco alpino e la dorsale appenninica, per esempio, influiscono in modo importante sullo spostamento delle masse d’aria e spesso mettono a dura prova le capacità del meteorologo e degli stessi modelli matematici.

A questo punto arriviamo però alla domanda che tutti si fanno: quanto una previsione può essere attendibile? Quanti giorni prima conviene

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Un saluto con il Comandante Massimo Cicerone

della Base del 3° Stormo.

consultare le previsioni per essere certi che quanto previsto sarà poi la situazione reale?

Per la previsione di pioggia, una delle più complesse da realizzare, l’attendibilità fino a tre giorni si aggira intorno al novanta-novantacinque percento, dai tre a cinque giorni si parla già di tendenza (sessanta-settanta percento) e oltre i cinque si entra nel campo dell’elevata incertezza, tanto che tutto potrebbe cambiare.

In sostanza come abbiamo visto, osservazioni dettagliate, calcoli complessi, analisi ed esperienza sono alla base di ogni previsione meteo e se quelle perfette forse non esisteranno mai, abituiamoci però a utilizzare maggiormente ciò che ci offre la moderna meteorologia, e soprattutto a fidarci dell’esperienza e del lavoro di chi ogni giorno scruta il cielo per noi.

Si ringrazia l’Aeronautica Militare e, in particolare, il comandante del 3° Stormo colonnello Massimo Cicerone e il tenente colonnello Fulvio Franzinelli del Gruppo Servizi Generali.

SITO METEOROLOGICO AERONAUTICA MILITARE www.meteoam.it

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Uno scorcio romantico e rilassante sul fiume Mincio, presso Borghetto sul Mincio.

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Terre del CustozaVENETO

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La bella cinta muraria di Castellaro Lagusello.

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Vista di Borghetto sul MIncio dal Ponte Visconteo.

La visita alla base dell’Aeronautica Militare di Villafranca di Verona è stata anche l’occasione per seguire un breve ma piacevole itinerario attraverso le vicine Terre del Custoza, un’area che si

estende a sud-est del Lago di Garda, caratterizzata da un paesaggio rilassante, fatto di dolci colline moreniche ammantate da rigogliosi vigneti, e zona di produzione del vino Custoza. Qui si snodano alcune belle stradine, quelle da percorrere con un filo di gas, senza fretta, godendosi la tranquillità di questi ambienti rurali per poi raggiungere alcuni suggestivi borghi, piccoli gioielli di epoca medievale rimasti praticamente intatti nel tempo. Il nostro percorso parte proprio da Villafranca di Verona, dove lo scenografico castello scaligero spicca nel centro storico, con le sue alte torri merlate e il possente mastio, facendo da sfondo al lungo corso Vittorio Emanuele II, su cui si allineano abitazioni d’epoca. Questo castello era il caposaldo del sistema difensivo creato dagli Scaligeri, che collegava tra loro altri castelli e rocche dei dintorni, formando il Serraglio, un complesso fortificato molto esteso. Prima di lasciare Villafranca ci godiamo un’altra attrazione speciale di questa cittadina, il museo “Nicolis”, un vero tempio per gli appassionati di motori. In una modernissima struttura, infatti, fa bella mostra di sé una favolosa collezione di automobili, motociclette e biciclette, perfettamente restaurate, che raccontano la storia dei mezzi di trasporto degli ultimi due secoli. Luciano Nicolis, il fondatore, vi ha dedicato un’intera vita e oggi questo museo

è senza dubbio uno dei più interessanti nel suo genere. Uscendo da Villafranca seguiamo la Via dei Colli, una stradina a misura di moto che si srotola fra campi coltivati e filari d’uva accompagnandoci fino alla Cantina di Custoza, a Sommacampagna, dove una sosta è d’obbligo per gustare i “nettari” prodotti da questi vigneti.Ancora una manciata di chilometri ed eccoci in vista delle alte torri merlate del castello di Valeggio sul Mincio, che spuntano dalla sommità della collina come gigantesche sentinelle. Il castello non è accessibile, ma in compenso una bella passeggiata nel centro storico di Valeggio è quanto di meglio si possa fare per ritrovare i famosi tortellini di Valeggio, piccole opere d’arte di pasta e vera specialità del posto. I “nodi d’amore” – che la leggenda vuole raffigurino un nodo di seta fatto da due amanti prima di gettarsi nel Mincio – ancora oggi sono rigorosamente fatti a mano in alcuni pastifici del paese. A Valeggio, inoltre, è possibile visitare il bellissimo parco giardino “Sigurtà”, per ammirare le splendide fioriture primaverili e i giardini acquatici, rilassarsi sui grandi tappeti erbosi, o perdersi nel grande labirinto di siepi di tasso. Appena oltre Valeggio attraversiamo il Mincio percorrendo l’antico ponte fortificato visconteo, che insieme al castello faceva parte del Serraglio. Dall’alto del ponte lo sguardo si posa sull’abitato di Borghetto, un pugno di case adagiate sul fiume, un tempo strategico punto di guado e oggi un borgo da cartolina, anche se fin troppo frequentato nei fine settimana. Da Borghetto, infine, decidiamo di “sconfinare”

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L’imponente mastio del castello di Villafranca di Verona.

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INDIRIZZI UTILI

CASTELLO SCALIGERO37069 Villafranca di Verona (VR)Cell. 3779695034Aperto domenica dalle 15 alle 17.

MUSEO “NICOLIS”Viale Postumia37069 Villafranca di Verona (VR)www.museonicolis.com

PARCO GIARDINO SIGURTÀVia Camillo Benso Conte di Cavour 137067 Valeggio Sul Mincio (VR)www.sigurta.it

appena oltre le Terre di Custoza per raggiungere Castellaro Lagusello. Inserito, come anche Borghetto, nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”, Castellaro è un gioiello medievale. Le sue mura, le torri e le case hanno sfidato i secoli e oggi sono ancora lì, pronte a stuzzicare la nostra fantasia, a trasportarci in una dimensione lontana e a farci sentire un po’ come viaggiatori nel tempo.

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Il noto vino bianco Custoza vede la sua zona di produzione nei comuni di Sommacampagna, Vil-lafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera

del Garda, Lazise, Castelnuovo del Garda, Pastren-go, Bussolengo e Sona. I primi riscontri sulla colti-vazione della vite nell’attuale zona di produzione risalgono addirittura all’epoca romana, risulta inoltre una nutrita documentazione per quanto riguarda tale coltivazione dal IX secolo fino all’epoca medie-vale, ma è nel XIX secolo che la produzione vinico-la del territorio comincia a essere identificata con il nome di Custoza, in riferimento a una frazione del comune di Sommacampagna celebre per due bat-taglie che vi si combatterono durante le guerre del Risorgimento italiano. Nel 1971 nacque la dicitura “Bianco di Custoza DOC”, fra le prime denomina-zioni di origine controllata per vini bianchi in Italia; nel 2005 venne approvata la nuova menzione ridot-ta a “Custoza”. La freschezza è una delle sue caratteristiche prin-cipali, associata alla leggera aromaticità, che ren-de questo vino bianco facilmente abbinabile. Tra i bianchi italiani DOC, il Custoza ha la caratteristica di non fare riferimento a un vitigno prevalente, bensì a un uvaggio di varietà autoctone, la Garganega, il Trebbianello, la Bianca Fernanda e altre uve colti-vate nella zona, creando la sua tipica complessità aromatica. Dalla Garganega il Custoza ricava il pro-

fumo delicato, floreale e fruttato; il Trebbianello, un biotipo locale del Tocai friulano, dona al vino il suo colore caratteristico; mentre la Bianca Fernanda, un clone locale del Cortese, trasmette sentori leg-germente aromatici. Nascono così particolari note fruttate e floreali, accompagnate spesso da sentori di erbe aromatiche e di spezie, donate dalle varietà complementari che permettono il suo arricchimento con tipici bouquet.Le varietà complementari consentite dal disciplina-re di produzione sono Trebbiano, Malvasia, Riesling italico, Pinot bianco, Chardonnay e Manzoni. Oltre al Custoza tradizionale, si realizzano il Custoza Superiore, proveniente da uve di alcuni cru locali, il Custoza Spumante e il Custoza Passito.

Il Custoza si presenta con un colore giallo paglieri-no, a volte con riflessi verdi o dorati; i profumi sono delicati, fruttati e floreali, con note leggermente aro-matiche, accenni di erbe di prato e, talvolta, un sen-tore speziato che ricorda lo zafferano; con l’invec-chiamento si incrementano le note speziate e quelle fruttate mature. Il gusto è sapido, delicatamente

VINO CUSTOZA DOCDI CLAUDIO VISMARA

Fiancheggiando i vigneti delle Terre di Custoza.

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morbido, talvolta con sentori di mandorla nel finale. Per le sue caratteristiche si può considerare un ec-cellente vino bianco da aperitivo ma anche ottimo compagno della tavola. Si abbina con il pesce, sia d’acqua dolce che di mare, in questo caso utilizzan-do le versioni più strutturate. Si accosta ai fritti, sia di pesce che di verdure. Inoltre, per la sua freschezza risulta eccellente in abbinamento ai salumi, in primis soppressa veneta. Degno di nota è anche l’affiancamento agli antipasti di verdure, alle uova con gli asparagi, a prosciutto e melone o prosciutto e fichi. Tra i primi piatti, si accosta alle paste al pomodoro o ai risotti, come i classici “risi e bisi” della tradizione veneta e i risotti di pe-sce, come il risotto con la tinca cucinato sul Lago di Garda. Nella zona di produ-zione, un classico è l’abbinamento con i tradizionali tortellini di Valeggio sul Mincio, dalla sfoglia sottilissima, o con i tortelli di zucca tipici della provincia di Mantova. Regge bene anche con carni bianche, come il galletto alla griglia, la

faraona al forno oppure con l’anatra “col pién”, cioè con una farcitura di pane ed erbe aromatiche tipica della tradizione veneta.

CANTINA DI CUSTOZA Via Staffalo 1 37066 Sommacampagna (VR)www.cantinadicustoza.it

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CentovalliSu e giù per

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UN ITINERARIO SUGGESTIVO TRA ALTO VARESOTTO, CANTON TICINO E OSSOLANO, TRA BELLEZZE NATURALISTICHE E ARTISTICHE.

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SVIZZERA

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• A CURA DI MAURO LUONI

Al centro di questo percorso c’è la parte più settentrionale del Lago Maggiore. Si comincia infatti da Varese per raggiungere Luino e poi Maccagno, uno degli ultimi centri abitati sulla

sponda varesina prima del confine elvetico, e si giunge a Cannobio, nuovamente in territorio italiano ma sulla sponda piemontese, dopo aver attraversato un tratto del Cantone Ticino, che fa da corona alla punta più alta del lago. Ci accompagna una motocicletta ancora poco diffusa in Italia, la Mash Five Hundred, una monocilindrica quattro valvole che emula nel design le moto inglesi degli anni Settanta ma fabbricata con tecnologie attuali, con quattrocento centimetri cubici di cilindrata a dispetto del nome, prodotta da una Casa francese e distribuita da Fantic Motor per un prezzo franco concessionario di quattromilasettecentonovanta euro. Un mezzo tranquillo, adatto per la nostra gita fuori porta, all’insegna della guida rilassata, che parte da Varese.Da qui si inforca la Valganna, non prima di aver ammirato dalla strada, in località Induno Olona, prima della galleria che immette nella valle, lo stabilimento del Birrificio Angelo Poretti, un pregevole esempio di stile Liberty applicato a un fabbricato industriale di inizio Novecento. Oggi il birrificio è di proprietà danese e produce birre con i marchi Carlsberg, Tuborg, Kronenbourg 1664 e altri ancora. Ma il management, italiano, ha deciso di tornare a produrre anche birre utilizzando le ricette originali del fondatore Angelo Poretti. Ne è derivata una linea di bevande ricercate, di nicchia e da meditazione, dalla composizione che va da

tre fino a dieci luppoli, odierno fiore all’occhiello del Birrificio Poretti. Un valido esempio di cosa significhi fare impresa in maniera glocal, cioè con lo sguardo sul mondo ma rimanendo ben ancorati alle proprie radici.Giunti a Ganna ci concediamo una sosta per visitare la vecchia badia benedettina, aggregata alla congregazione fruttuariense, che origina dall’abbazia di Fruttuaria, fondata nel Canavese da san Guglielmo da Volpiano. La chiesa, dall’insolito chiostro pentagonale, presenta in controfacciata un bell’affresco della Madonna della Misericordia, attribuito a un non meglio precisato Maestro di Ganna, che si ritiene aver fatto parte della scuola di Antonio da Tradate, pittore che tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento operò copiosamente tra il Cantone Ticino, i Grigioni e la sponda lombarda del Lago Maggiore. Un artista rappresentativo di quella stagione di mezzo tra la raffigurazione ieratica tardo-gotica, che affonda le radici nell’arte bizantina e medievale, e quella più plastica impostasi a partire dal Rinascimento italiano. Lo stile dell’artista si caratterizza, infatti, per dettagli d’oro e preziosi panneggi dei personaggi, arricchiti da broccati con motivi a fiore di cardo e melograno.Ritroviamo Antonio da Tradate in altre chiese lungo il nostro itinerario, a partire da Maccagno dove, nella piccola chiesa di sant’Antonio, possiamo ammirare suoi affreschi tra cui, in particolare, una ben conservata Ultima Cena. Per la visita occorre farsi aprire la chiesa, rivolgendosi all’edicola posta al civico 6 di via Mazzini, telefonando al numero 0332560041, con un preavviso di ventiquattr’ore.

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Affresco dell’Ultima Cena all’interno della chiesa Sant’Antonio a Maccagno. A sinistra: affresco di

Antonio da Tradate nella chiesa di Palagnedra.

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Dopo Maccagno, varcato il confine con la Svizzera e giunti là dove il Ticino diventa immissario del Verbano, ci fermiamo per visitare le Bolle di Magadino, un’importante area naturale protetta dove molte specie di uccelli nidificano o sostano durante le migrazioni, e dove si riproducono molte varietà di pesci. Nel 1979, tramite un’ordinanza di protezione a tutela del territorio, la zona è stata denominata “riserva cantonale”. L’area delle Bolle inoltre aderisce, dal 1982, alla Convenzione

di Ramsar per la tutela delle aree umide e degli habitat di uccelli acquatici. Nel 1994 qui fu aperto un centro per l’inanellamento dei volatili migratori che fa parte di una più vasta rete di osservatori legati a un progetto di ricerca europeo (European-African Songbird Migration Network), coordinato dall’Università di Oldenburg, ateneo pubblico della Bassa Sassonia, che studia i moti migratori dei passeriformi tra Europa e Africa. Dallo studio è emerso che, nonostante le piccole dimensioni,

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l’area delle Bolle di Magadino è tra le zone di transito e sosta dei volatili più frequentate durante i passaggi migratori. L’area umida è attraversabile mediante passerelle in legno, a pelo d’acqua, il cui livello è bene rimanga costante: un minimo aumento del livello d’acqua creerebbe infatti dei problemi al biotopo lacustre lungo le rive, dove nidificano tante specie d’uccelli che rischierebbero di sparire per sempre.Proseguiamo il nostro viaggio in direzione

Locarno, che raggiungiamo e oltrepassiamo percorrendo il tunnel autostradale, per il quale non occorre essere muniti della “vignetta” a pagamento prevista per la rete autostradale svizzera. All’uscita prendiamo per Centovalli il cui centro abitato ospita, non lontano dal castello visconteo, la cappella cimiteriale di santa Maria in Selva, dove troviamo un grande ciclo di affreschi di Antonio da Tradate.Imboccata la strada per salire in Centovalli si ha

L’area naturale e protetta Bolle di Magadino.

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Esterno della chiesa di Palagnedra.

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l’opportunità di ammirare, con un po’ di fortuna, l’omonimo trenino transfrontaliero a scartamento ridotto che congiunge Locarno con Domodossola e che si fa strada tra fitte pinete, paurosi dirupi e arditi ponti sospesi nel vuoto. Prima del confine con l’Italia teniamo d’occhio la segnaletica stradale per affrontare una breve deviazione verso l’abitato di Palagnedra. Qui, nella chiesa parrocchiale, possiamo ammirare altri affreschi di Antonio da Tradate, realizzati si direbbe con la psicosi dell’horror vacui. Non esiste infatti un centimetro quadrato che non sia stato coperto da pennellate, ma ciò che stupisce ancor di più è come una tale dovizia pittorica, con i relativi costi, abbia potuto essere commissionata da una comunità così piccola come quella che, ancora oggi, popola questo piccolo e ameno borgo di montagna.Fatto ritorno sulla strada maestra di Centovalli, guadagniamo il confine e giungiamo all’abitato di Re, celebre per il sontuoso santuario mariano edificato sul luogo dove un’effige della Madonna, colpita al volto da un sasso scagliato da un giovane adirato, avrebbe preso a sanguinare. Raggiungiamo poi Santa Maria Maggiore, centro principale della bella Valle Vigezzo, chiamata anche “valle dei pittori” per i suoi impagabili scorci paesaggistici. A questo punto si aprono due opzioni: si può percorrere la valle e scendere in Valle Ossola per poi, tramite la superstrada, guadagnare velocemente il Lago Maggiore nei pressi di Feriolo, sulla sponda piemontese. Oppure, ed è ciò che suggeriamo, si può prendere per Malesco e scendere, sempre sulla sponda piemontese, a Cannobio percorrendo la Valle Cannobina, attraversata da una stretta strada tutta curve. Questa valle selvaggia, con pochi e sparuti centri abitati che la rendono ricca di grande fascino, è una valle alpina lontana dal turismo di massa, scelta non a caso da un montanaro DOC come Bepi De Marzi, il noto cantautore originario dell’altopiano di Asiago, celebre per aver composto il famoso canto Signore delle cime, divenuto in breve tempo uno dei brani più amati e praticati dai cori alpini.Qui, nel profondo silenzio di questi luoghi che sembra richiamare autorevolmente la possente presenza di alte vette, dobbiamo accontentarci, e siamo lieti che sia così, del leggero scoppiettare del monocilindrico e del luccichio delle cromature della nostra Mash, che sembra proprio una moto d’altri tempi in un ambiente naturale rimasto incontaminato.

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Santuario di Re.

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dove mangiarePIZZERIA-RISTORANTE “LE GROTTE DI VALGANNA”SS23321056 Induno Olona (VA)Tel. 0332200193www.grottevalganna.it

All’imbocco della Valganna, nella frescura promanata dalle vicine grotte naturali, dalle quali fuoriesce una piccola cascata, troviamo questo locale storico, meta abituale di tanti ciclisti e motociclisti di passaggio, che è in grado di soddisfare qualunque esigenza di palato e di portafoglio. Qui si possono, tra l’altro, degustare le celebri birre del vicino Birrificio Angelo Poretti.

Ristorante “Le Grotte di Valganna”.

Rifugio “La Vasca”.

RIFUGIO “LA VASCA”Via Colonnello Garbagni28852 Craveggia (VB)Tel. 032498074www.rifugiolavasca.it

Aperto tutti i giorni da giugno a novembre, propone piatti della cucina tipica locale: dalle tagliatelle con i funghi porcini alle lumache in umido, dai porcini trifolati alla fonduta di formaggio. Senza dimenticare il trionfo di polenta, con formaggi al forno, con latte, con uova al tegamino.

TRATTORIA “DA ORNELLA E VINICIO”Via Provinciale in Ponte Spoccia 528825 Cavaglio-Spoccia (VB)Cell. 3491607515facebook.com/trattoriaornella

Chiuso il martedì. Propone ogni giorno piatti diversi con ampio assortimento di vini. Il menu del motociclista comprende un primo a scelta tra ravioli, pappardelle, lasagne di pasta fatta in casa; un secondo a scelta tra roast-beef, carpaccio di scottona piemontese, salame mantovano con salsa di porcini, carne di manzo e vitello battuta al coltello su letto di purea di patate; dessert, acqua, bibita e caffè. Il tutto per diciotto euro, vino escluso.

Ristorante “Da Ornella e Vinicio”.

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TITOLO

• A CURA DI L CON LA COLLABORAZIONE DI L

È ormai un fatto assodato che in questi ultimi anni l’attenzione della maggior parte del pubblico motociclistico si stia rivolgendo sempre più verso le moto “turistiche”, intese nel senso più ampio

del termine. Certo, la supersportiva tutta muscoli e cavalli, la custom dalle mille cromature e la nave da autostrada iperaccessoriata fanno sempre scena ma poi – e finalmente, ci viene da dire – prevale la voglia di semplicità, di moto più accessibili, anche quando c’è da aprire il portafogli, poco impegnative da utilizzare, che non richiedano un pilota di GP per potersi divertire o un culturista per poterle spostare ma, pur rimanendo performanti, si lascino condurre in modo istintivo e naturale. Moto da usare tutti i giorni, per andare al lavoro,

• A CURA DI MARCO GHEZZI E CLAUDIO VISMARA in grado di sgusciare nel traffico cittadino sempre più caotico ma, una volta montate due borse, capaci anche di accompagnare nel giro del week-end, nei lunghi viaggi e, magari, di fare sognare e vivere le avventure più lontane. Moto confortevoli anche in coppia e, all’occorrenza, “spaziose” senza però assomigliare a dei TIR, perché alla fine non serve portarsi dietro l’intera casa. Moto dove alla cavalleria scatenata si preferisca un motore dal funzionamento dolce, rotondo, con una coppia da trattore e consumi, a volte, quasi da cinquantino.In una parola sono le moto più fruibili, quelle che ogni Casa inizia ad avere nei propri listini, soprattutto nella fascia delle medie cilindrate, spesso con più di un modello. E anche l’edizione appena conclusa di EICMA ha confermato questa tendenza, con numerose proposte volte al turismo e alla versatilità. Vediamone alcune.

MOTOIN CERCA DI ATTENZIONE

TURISTICHE

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CAPONORD 1200 RALLYLa nuova enduro di Casa Aprilia è già stata protagonista di un nostro viaggio in Sudafrica, in cui abbiamo avuto modo di testarla a fondo e dove ha sfoderato le sue doti di grande viaggiatrice, oltre a un buon comportamento in off-road su vari tipi di terreno (trovate la prova completa sul numero 234 Novembre-Dicembre 2015). Fra le caratteristiche salienti c’è il comfort generale, derivante soprattutto dall’ottima protezione aerodinamica e da una posizione in sella eretta e decontratta che non affatica, anche dopo parecchi chilometri. A questo si aggiungono il comportamento del motore, sempre pronto e ricco di coppia, e un ottimo reparto sospensioni, che si regolano in modo completamente automatico in base al carico, filtrando egregiamente ogni asperità. Per quanto riguarda gli accessori da viaggio, ci sono di serie il parabrezza regolabile, i paramani, un robusto paracolpi per la carenatura, i faretti supplementari e due borse rigide, della capienza di 33 litri ciascuna, che hanno un ingombro laterale molto contenuto, grazie anche all’adozione dell’impianto di scarico con silenziatore basso. Nonostante il peso sfiori i 240 chilogrammi, la Caponord si è dimostrata sorprendentemente maneggevole e facile da condurre; è la tipica moto che fa gustare ogni chilometro, sia su asfalto che fuori.

APRI

LIA

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LEONCINOÈ il modello che, insieme alla TRK 502, potrebbe rilanciare concretamente questo storico marchio italiano, oggi di proprietà cinese ma che ha mantenuto l’attività produttiva e ingegneristica a Pesaro. In parte scrambler e in parte enduro, il Leoncino si rifà alle glorie della sua progenitrice degli anni Sessanta, ma si presenta come un mezzo decisamente moderno e dalle linee accattivanti. Semplice, snello e leggero, il Leoncino sprizza energia già da fermo e vuole proporsi come mezzo facile e divertente. Cuore pulsante di questa moto è un nuovissimo bicilindrico a quattro tempi, raffreddato a liquido, da 500 cc firmato Benelli, con quattro valvole per cilindro e cambio a sei velocità. Il motore ha una potenza di 48 CV (35 kW) a 8500 giri/min. e coppia di 45 Nm (4,6 kgm) a 4500 giri/min., valori che dovrebbero assicurare una buona fluidità e reattività. Le sospensioni, regolabili e con ampia escursione, sono costituite da una robusta forcella upside-down con steli del diametro di ben 50 mm, mentre al posteriore si trova un forcellone con monoammortizzatore laterale. L’impianto frenante è di alta qualità, con all’avantreno un doppio disco di 320 mm di diametro, con pinze radiali a quattro pistoncini e al retrotreno un disco di 260 mm di diametro, il tutto assistito dall’ABS. Le ruote tassellate, con cerchi a raggi in lega di alluminio, sono da 19” all’anteriore e 17” al posteriore e ospitano rispettivamente pneumatici da 110/80-R19 e 150/70-R17, a garanzia di stabilità in ogni condizione e terreno.

TRK 502Le abbondanti sovrastrutture la fanno sembrare una maxi enduro, in realtà è una media cilindrata “tutto terreno” molto ben attrezzata, al momento anche l’unica nella sua fascia che si proponga come una vera avventuriera. È ben accessoriata, con capienti borse laterali, paracolpi, paramani, un ampio parabrezza e un serbatoio imponente, che offre una capacità di ben venti litri. Il motore da 500 cc è lo stesso già visto per il Leoncino. Le sospensioni regolabili a lunga escursione e la ruota anteriore da 19” sottolineano la propensione ad affrontare anche percorsi off-road.

BENELLI

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BM

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stilistiche e cromatiche, oltre a un importante intervento a livello ergonomico che riguarda la possibilità di scegliere fra cinque altezze di seduta. Questo grazie a quattro selle differenti e all’optional dell’abbassamento della ciclistica. Il risultato è un ampio campo di variazione dell’altezza sella, da 765 mm a 860 mm (F 700 GS) e da 820 mm a 920 mm (F 800 GS). Entrambi i modelli sono equipaggiati con l’affidabile bicilindrico a quattro valvole per cilindro, raffreddato a liquido da 798 cm³ con iniezione di carburante e cambio a sei rapporti.

F 700 GS E F 800 GSEclettiche, facili, divertenti ma anche robuste viaggiatrici, le bicilindriche frontemarcia della serie GS hanno sempre coniugato un buon comportamento stradale, doti turistiche e ottime caratteristiche anche per l’utilizzo off-road. In sostanza, sono delle ideali “tutto terreno” che possono passare con disinvoltura dalle strade cittadine alle piste più avventurose. Le nuove versioni per il 2016 presentano soprattutto varianti

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SCRAMBLER 400Il marchio francese Mash, distribuito in Italia da Fantic Motor, si arricchisce di un nuovo interessante modello che va ad affiancare la cugina Five Hundred da cui deriva: la Mash Scrambler 400. Una moto facile di media cilindrata, ideale per passeggiate su strade extraurbane, che non rinnega qualche bella deviazione su strade bianche da percorrere in scioltezza, grazie alle specifiche sospensioni e pneumatici dedicati. Il piacere di guida è la sua arma vincente, unito al look vintage: agile, leggera, divertente e con un buon prezzo di acquisto inferiore ai € 5.000. Gradevole la veste cromatica – l’adozione dello scarico basso 2 in 1 faciliterà il montaggio di borse laterali –, non mancano griglia protettiva sul faro e porta numero. Il motore è il collaudato monocilindrico di 400 cc, dotato di nuovo sistema di iniezione Siemens 2.0 con bypass, e sviluppa 27,6 CV con 3,06 kgm di coppia a 5.500 giri/m. Cerchi neri, manopole vintage e manubrio tipo scrambler cromato sono elementi che rendono affascinante questa “tutto terreno”.

MASH

Il propulsore entusiasma per la sua rapidità di risposta e l’elasticità, senza contare che ha consumi particolarmente bassi. Nella F 700 GS eroga una potenza di 75 CV a 7300 giri/min. e sviluppa una coppia massima di 77 Nm a 5300 giri/min. Nella F 800 GS sono a disposizione 85 CV a 7500 giri/min. e 83 Nm a 5750 giri/min. Le nuove F 700 GS e F 800 GS sono equipaggiate di serie con ABS (disinseribile nella guida off-road), mentre in optional ci sono il controllo di stabilità ASC e le apprezzabilissime sospensioni a regolazione elettrica ESA.

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La novità più attesa del 2016, dopo averla sospirata per oltre un anno, è finalmente realtà. L’Africa Twin torna alla ribalta con un compito non semplice: riproporre in chiave più moderna quella che è stata la moto “totale” per eccellenza. La “vecchia” Africa Twin poteva essere guidata con le scarpe lucide durante la settimana, essere infangata su qualche sterrato nostrano nel week-end, e alla fine caricata come un mulo per le vacanze estive o qualche avventura africana. La nuova Africa Twin raccoglie l’eredità e cerca di migliorare ancora, con un motore all’avanguardia, decisamente più performante e anche parco nei consumi (95 CV a 7500 giri/min., una coppia massima di 98 Nm a 6000 giri/min., 22 km/l e

400 km di autonomia), con una ciclistica robusta e sospensioni adatte anche all’off-road impegnativo (230 mm di escursione all’anteriore, 220 mm al posteriore, 250 mm di luce libera a terra) e con una linea snella e un peso contenuto (230 kg in ordine di marcia). Le ruote da 21” anteriore e 18” posteriore confermano, infine, la vocazione da enduro specialistica. Sulla carta promette molto, anche se qualche neo l’abbiamo scorto, come il paramotore un po’ striminzinto (quello precedente era una vera scultura d’alluminio) e alcuni componenti (cavalletto laterale e supporto pedane passeggero) in lega pressofusa anziché in più robusto e rassicurante tondino d’acciaio. Vedremo come si comporterà, magari in qualche avventura africana.

CRF 1000L AFRICA TWIN

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honda

INTEGRAPer chi non vuole rinunciare alla moto pur sedendo su uno scooter, l’Integra rappresenta il miglior connubio fra queste due tipologie di mezzi. Offre la stabilità e la guida di una vera moto con la praticità, la comodità e la protezione di un maxi scooter. L’ampio vano sottosella è già sufficiente a contenere il necessario per una gita o un week-end, mentre per viaggi più lunghi si può equipaggiare con borse e bauletto dedicati. L’Integra diventa così adatta al turismo ad ampio raggio, anche in coppia. Tra le novità introdotte c’è il cambio DCT dotato dell’Adaptive Clutch Capability Control, un sofisticato sistema di gestione delle due frizioni che, negli apri-chiudi dell’acceleratore, riduce la quantità di coppia trasmessa alla ruota per rendere più fluida la guida. Inoltre, la presenza di un sensore di pendenza permette al motore di sfruttare al meglio ogni singola marcia, scegliendo il rapporto più adeguato alla salita o alla discesa che si sta percorrendo.

NC 750 XÈ una delle crossover più piacevoli con cui ci sia capitato di viaggiare. Facile da guidare, ha dei consumi di carburante molto ridotti e una buona capacità di carico, grazie anche a un insolito e capiente vano portacasco, in questa versione 2016 ulteriormente ampliato. La capacità del vano infatti, passa da 21 a 22 litri. Inoltre, lo sportello è ora dotato di pratiche guide per fissare un bagaglio aggiuntivo o per montare una borsa da serbatoio. Per offrire un maggiore comfort alle andature più veloci, adesso il parabrezza è più alto e protettivo. Anche per la NC 750 X il cambio a doppia frizione DCT, molto richiesto su questo modello, è stato ulteriormente perfezionato per avere una risposta più dolce delle frizioni, soprattutto alle basse velocità, in modo da rendere la guida ancora più fluida.

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HONDA CROSSTOURERÈ la moto dei grandi viaggi, una vera macinatrice di chilometri, che ha potenza da vendere ma che si può anche guidare in “punta di guanti” grazie alla grande elasticità e alla corposa coppia del V4 da 1200 cc. Il comfort è elevato anche in coppia, la protezione dall’aria molto valida, e le borse ben conformate contengono parecchio senza però ingombrare in modo esagerato. Costruite in resistente policarbonato, hanno una capienza di 35 e 39 litri e sono entrambe in grado di contenere un casco integrale. Non richiedono l’installazione di alcun sistema di fissaggio, in quanto il codone è predisposto per l’aggancio e sgancio rapido. Il parabrezza è stato migliorato inserendo un pratico sistema di regolazione che permette di spostare il plexiglas con un sola mano, anche indossando pesanti guanti invernali. La Crosstourer prevede poi tutta una serie di accessori per lo specifico utilizzo turistico.

ho

nda MULTISTRADA 1200

ENDUROIl fatto che Ducati, marchio sinonimo di moto supersportive e di stradali dalle elevate prestazioni e dall’indole corsaiola, scenda nel campo delle maxi enduro, peraltro già piuttosto affollato, è un’ulteriore conferma che questo tipo di moto “totali” è più che mai sulla cresta dell’onda. La Multistrada 1200 Enduro si presenta come una “tutto terreno” pronta a sfidare qualsiasi percorso e avventura. Imponente e muscolosa, sfodera grandi numeri: 160 cavalli di potenza, 136 Nm di coppia massima a 7500 giri, di cui ben 100 Nm disponibili già a 3500 giri, serbatoio da trenta litri, intervalli di manutenzione ogni 15.000 km. Valori davvero importanti, ma che in parte ci lasciano anche un po’ perplessi: gestire 160 cv, magari su uno sterrato, non è uno scherzo, anche per l’utente smaliziato. A venire in aiuto ci sono però quattro Riding Mode (Enduro, Touring, Sport e Urban), i controlli di trazione, le sospensioni semiattive che permettono di mantenere un assetto costante indipendentemente dal fondo stradale, e l’acceleratore Ride by Wire, che consente di utilizzare tre diverse mappature per regolare l’erogazione della potenza. Il grande volume del serbatoio permette un’autonomia di ben 450 km, ma una volta pieno alza il baricentro in modo considerevole. Salendo sulla Multistrada 1200 Enduro percepiamo come sia stata studiata per garantire anche un buon controllo nella guida in fuoristrada. Il manubrio è posizionato in alto e la sella è stretta nella zona del cavallo in corrispondenza delle pedane, per agevolare la guida in piedi. Le pedane del pilota sono realizzate in acciaio con gommini removibili, mentre le leve hanno un design ispirato al mondo del fuoristrada: quella del freno posteriore è facilmente regolabile in altezza, e quella del cambio è snodata per prevenire rotture in caso di caduta. Per proteggere il motore, è montato di serie un paracoppa in alluminio con robusti supporti collegati direttamente al telaio. Infine, per offrire a tutti la possibilità di appoggiare agevolmente i piedi a terra, la Multistrada 1200 Enduro è equipaggiata di serie con una sella di 870 mm di altezza, ma mette a disposizione come optional una sella più alta da 890 mm, più adatta anche nella guida off-road, e una più bassa da 850 mm.

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MULTISTRADA 1200Questo modello riprende la maggior parte

delle soluzioni tecniche e stilistiche già viste sulla enduro, ma è decisamente più votata all’utilizzo stradale, per la presenza della ruota anteriore da

17”, che garantisce maggiore agilità sui percorsi tortuosi e in città. La sella, inoltre, è più bassa e regolabile su due altezze, 825 e 845 mm.

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V9Rivisitazione in chiave moderna della mitica Nevada, la V9 Roamer e la V9 Bobber raccolgono il testimone del modello che ha rappresentato un pezzo di storia delle moto mandelliane. Il bicilindrico si evolve nella cilindrata di 850 cc, rispetta la normativa Euro4 e si presenta con un valore di coppia molto interessante, sicuro indice di una buona fluidità di erogazione e prontezza di risposta. La V9 Roamer strizza l’occhio alla voglia di mototurismo: è una cruiser facile, intuitiva, dall’ottima ergonomia, e allestita con i giusti accessori può diventare una amichevole compagna di viaggio. Le finiture sono eccellenti e l’uso di acciaio e alluminio dà il senso della buona qualità: serbatoio a goccia e parafanghi sono in metallo, mentre gli splendidi blocchetti elettrici in alluminio. Questo modello ha un peso contenuto in 200 kg circa, 62 Nm di coppia a soli 3000 giri/min., cambio a sei marce, una nuova trasmissione finale ad albero cardanico a doppio giunto disassato con dimensioni maggiorate, e un nuovo forcellone in alluminio che consente di ospitare lo pneumatico

Motoguzzi

da 150 mm. Ottimo l’impianto frenante, con nuova pompa e pinza Brembo a quattro pistoncini contrapposti, che lavora su un disco in acciaio da 320 mm; al retrotreno sono presenti un disco da 260 mm e una pinza flottante a due pistoncini. Non mancano nell’equipaggiamento un evoluto ABS a due canali e il MGCT, Moto Guzzi Controllo di Trazione. Di serie sono anche l’antifurto immobilizer e la presa USB. Per V9 Roamer e V9 Bobber è disponibile come optional la piattaforma multimediale MG-MP, sistema capace di connettere la moto allo smartphone: fra le numerose funzioni, “l’Eco Ride” aiuta a limitare i consumi e a mantenere una condotta di guida eco-compatibile. Inoltre, il sistema permette di ritrovare il veicolo quando viene parcheggiato, salvando automaticamente la posizione in cui è stato spento. V9 Roamer è personalizzabile con una serie di accessori dedicati al turismo, come il set di borse laterali in pelle e la borsa singola, cupolino protettivo, una sella sdoppiata con inserti in gel e un kit di fari supplementari.

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V7 STORNELLOEra nell’aria, vuoi per l’attenzione del periodo verso le scrambler, vuoi per i kit già disponibili per trasformare il V7II. Moto Guzzi ha presentato un nuovo modello utilizzando un glorioso nome: lo Stornello. Dopo cinquant’anni torna uno dei più prestigiosi mezzi prodotti dalla Casa dell’Aquila, una moto dallo stile inimitabile e poliedrico. L’attenzione nella cura costruttiva è sorprendente, si può considerare a tutti gli effetti una special di serie con finiture e cura dei dettagli veramente notevoli. Purtroppo, non molti potranno godere delle eccellenti qualità di questo nuovo V7II: lo Stornello avrà l’esclusività di essere disponibile in tiratura limitata e numerata di mille esemplari. Presenta un allestimento di serie, di pregio, tutto made in Italy, caratterizzato da finiture e colorazioni dedicate. Stornello è una special di serie di Moto Guzzi, con esemplari da collezione completamente realizzati a mano nello stabilimento di Mandello del Lario. Oggi come allora, il contrasto tra il bianco pastello del serbatoio e il rosso corsa del telaio caratterizza fortemente il design. Moto Guzzi V7 II Stornello si presenta con scarico completo due-in-uno, con protezioni contro il calore Arrow omologato, sella lunga con speciale schiumato e altezza da terra contenuta, cerchi a raggi, pneumatici tassellati. In pregiato e leggero alluminio sono realizzati i copri iniettori e i fianchetti laterali, entrambi anodizzati in nero. Il look fuoristradistico è completato dai soffietti della forcella, dal kit di pedane off-road, dalle tabelle portanumero e dalla coppia di parafanghi in alluminio spazzolato a mano. Ricca la gamma di accessori originali per renderla unica: specchietti neri gambo corto, ammortizzatori Performance Bitubo con serbatoio del gas separato, borsa laterale in pelle nera, fascia copriserbatoio in vera pelle dotata di pratica tasca portaoggetti, portapacchi nero, borsa porta attrezzi.

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TRIUMPH

STREET TWINTutta sostanza e niente fronzoli, la Street è una moto dalle linee classiche. Il massiccio bicilindrico, che domina l’estetica, è un “high-torque” a otto valvole da 90 cc in grado di sprigionare una coppia massima di ben 80 Nm ad appena 3200 giri/min. Sebbene si presenti con una pronunciata alettatura, in realtà è raffreddato con sistema a liquido, attentamente integrato per ridurre al minimo l’impatto visivo. Con una posizione di guida molto naturale, un bel manubrio ampio, una sella confortevole e

sospensioni di nuova concezione, la Street Twin promette una guida intuitiva, facile e appagante. Inoltre, è stata progettata per consentire di dare libero sfogo alla fantasia, grazie a una vasta gamma di accessori che prevede oltre centocinquanta componenti per una totale personalizzazione. Sono disponibili poi tre kit per trasformare la Street Twin in una Scrambler dall’indole fuoristradistica, in un’aggressiva Brat Tracker o in una Urban dallo stile più casual.

T120 BONNEVILLESorella maggiore della Street Twin, monta infatti un bicilindrico da 1200 cc con una coppia ancora più portentosa di 105 Nm a soli 3100 giri/min. La sua vocazione per un maggiore utilizzo turistico è sottolineata da una ciclistica tarata per un migliore comfort, dalle due modalità di guida selezionabili, Road e Rain, e dal doppio disco anteriore che assicura una frenata più energica e modulabile. La presenza del cavalletto centrale, del maniglione per il passeggero e delle manopole riscaldabili completano la dotazione turistica di serie.

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scoppi irregolari con tecnologia dual spark, doppio albero a camme in testa, il sistema di iniezione SDTV, ovvero due valvole a farfalla per ogni cilindro, per ottimizzare potenza e consumi: la Casa parla di 26 km/litro, verificheremo sul campo! Numerose le migliorie anche nel sistema di raffreddamento, ora più efficiente, nel rivestimento resinato della camicia del pistone – un’anteprima mondiale – e nei cilindri in alluminio pressofuso con rivestimento brevettato SCEM. Il comfort di pilota e passeggero sono tenuti in grande considerazione, grazie alla sella ad altezza di 785 mm, appiattita per offrire una buona aderenza in posizione eretta; inoltre, sono presenti comodi anelli per fissare bagagli o casco, le sospensioni prevedono una forcella con steli da 41 mm con regolazione del precarico e, al posteriore, una sospensione link con ammortizzatore regolabile nel precarico su 7 livelli. Altra innovazione presente

è il sistema Suzuki LRA, un meccanismo ISC per aumentare i giri del motore nella

messa in movimento e negli spostamenti a bassa velocità, che aiuta a prevenire spegnimenti improvvisi quando si procede lentamente o a motore freddo.

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VANVAN 200Dall’aspetto sbarazzino, fa venire voglia di saltarci sopra solo a guardarla. Con un’altezza sella di soli 770 mm e il peso contenuto in 130 kg, è adatta a chi è alle prime armi o a chi vuole un mezzo davvero molto semplice da condurre. I suoi “gommoni” assicurano una buona tenuta anche sullo sconnesso e la sella è ospitale anche in coppia. Il motore, una piccola unità da 200 cc, ha alcune soluzioni di pregio, come l’iniezione elettronica e il raffreddamento ad aria dell’olio.

SUZUKISV 650

Torna, dopo una lunga e onorata carriera nata nel 1999, la SV 650 con il suo V-twin, unamoto ideale per la città e per il viaggio, che trova nelle strade con tante curve il suo terrenopreferito e che sa regalare profonde emozioni. Moto perfetta sia per i neopatentati sia per i piloti esperti: entrambi apprezzeranno il suo peso ridotto inferiore ai 200 kg, il generoso motore capace di 75 CV e 64 Nm di coppia, l’ABS di serie. Le novità riguardano il nuovo faro tondo, le luci posteriori a LED e il design dalle forme pulite, che enfatizzano una linea snella. Il motore è dotato di accensione a

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Rivedere lo stand SWM a EICMA 2015, ampio, organizzato e con novità, può solo renderci felici! Lo storico marchio italiano sta ripartendo, e la strada intrapresa sembra quella giusta: le proposte aumentano e si estendono a settori meno tecnici, come nel caso della nuova nata, la Superdual Adventure. La base di partenza è la conosciuta RS 650, il modello progettato dai tecnici SWM quando erano in forza all’Husqvarna prima che KTM, proprietaria del marchio, abbandonasse il sito produttivo sul lago di Varese: monocilindrico di 600 cc con raffreddamento a liquido, iniezione elettronica, distribuzione quattro valvole con doppio albero a camme in testa e cambio a sei marce. La Superdual si presenta in una veste adatta all’avventura, senza dimenticare l’uso quotidiano e in coppia con il passeggero. Propone sospensioni ribassate, per un baricentro più favorevole all’utilizzo

stradale e per consentire anche alle persone di media statura di toccare terra agevolmente, serbatoio maggiorato a 19 litri per una autonomia più ampia, sella sagomata su due livelli per ospitare meglio il passeggero, e barre di protezioni, sempre utili in caso di caduta a salvaguardare equipaggio e moto. Infine, la dotazione di accessori è la carta vincente di questo interessante mezzo di produzione italiana (ricordiamo che solo i capitali finanziari sono cinesi): cupolino, borse laterali rigide in alluminio GiVi, optional, faretti di profondità, possibilità di montare borsa da serbatoio e bauletto posteriore sul portapacchi posteriore, cavalletto centrale, paramotore. Il peso inferiore ai 160 kg è utile per affrontare percorsi in fuoristrada, la forcella Marzocchi da 45 mm e il mono posteriore Sachs completano il lavoro, senza dimenticale la ruota anteriore da 19” e quella posteriore da 17”.

SWM

SUPERDUAL ADVENTURE

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ZERO MOTORCYCLES

ZERO DsRCon la gamma delle motociclette Zero il futuro “elettrico” è già oggi realtà. La Zero, infatti, combinando le caratteristiche delle moto tradizionali con la tecnologia più sofisticata e all’avanguardia, propone delle motociclette completamente elettriche ad alte prestazioni, leggere, efficienti e divertenti da guidare. Ogni modello monta il propulsore elettrico Z-Force - un’unità molto efficiente raffreddata ad aria che, fra l’altro, elimina la necessità di effettuare interventi di manutenzione ordinaria – e adotta un telaio in alluminio rigido, normalmente utilizzato nell’industria aeronautica, specificamente progettato per contenere il peso. L’accoppiamento diretto fra il motore e il gruppo di trasmissione posteriore a cinghia dentata consente di sfruttare pienamente la robusta coppia motrice (144 Nm per il modello DsR) fornita in modo istantaneo (il cento percento della coppia è disponibile alla partenza da fermo), tanto che le Zero sfoderano delle accelerazioni brucianti (da zero a 100 km/h in circa 3,3 secondi!). Ma la caratteristica più interessante per questi mezzi elettrici riguarda l’autonomia, che inizia a essere finalmente a misura di viaggio. In base ai modelli, si va da una percorrenza di 130 km fino a 211 km nel ciclo misto e da 195 km a 317 km in quello urbano, con una singola carica. Da notare, inoltre, che il pacco batterie al litio si ricarica al novantacinque percento in circa tre ore (utilizzando lo speciale accessorio Charge Tank), mentre dopo un’ora di carica si possono percorrere almeno 70 km. Le batterie, punto critico nella manutenzione dei veicoli elettrici, hanno una vita stimata corrispondente a una percorrenza che, sempre a seconda dei modelli, varia da 400.000 km a 649.000 km! Inoltre, sono velocemente intercambiabili e ogni modulo può essere aggiunto o rimosso dal telaio in meno di un minuto, mentre la ricarica avviene tramite il caricatore integrato nella moto oppure usando gli accessori di ricarica indipendenti. Sbalorditivo è poi il consumo equivalente di carburante di questi motori: un litro ogni cento chilometri nel ciclo misto e mezzo litro in quello urbano. Fra i vari modelli disponibili ci è piaciuta in particolare la “tutto terreno” DsR, con il suo aspetto da avventuriera, pronta per qualsiasi percorso. Chissà che sensazione affrontare una strada di montagna o uno sterrato fra i boschi con solo un sibilo nelle orecchie e giocando esclusivamente di acceleratore per dosare il suo tiro da trattore!

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ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

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GIACCA IN PELLE CURTIS IXS

Una giacca con uno stile sobrio eppure di grande impatto. Il logo stampato, i patch e le strisce di grande stile sulle maniche, una

tinta classica e soprattutto le impunture sulle spalle e sui gomiti conferiscono a questa giacca un fascino tutto speciale. Un piccolo colletto alto con file di automatici e la cerniera lampo frontale a scomparsa accentuano l’estetica “cool” di questo capo. Il taglio risulta privo di fronzoli e le maniche sagomate sono l’ideale per un assetto di guida dinamico su una Cafe Racer, anche se la CURTIS è perfetta pure per le naked e le cruiser. Realizzata in nappa bovina che, da una parte, sembra fatta apposta per fare tendenza e dall’altra è garanzia di sicurezza grazie alle più avanzate protezioni applicate sulle spalle, i gomiti e il dorso. La fodera è 80% poliestere e 20% cotone. Grazie al taglio perfetto, la giacca CURTIS sembrerà cucita addosso. La giacca fa parte della SPIRIT OF ´79 Collection iXS, un omaggio ai 36 anni di successi del marchio, capace di esprimere al meglio il fascino dello stile classico.

TAGLIE 48-60 COLORI Nero-rosso-sabbia Marrone scuro-Marrone chiaro- sabbia

www.ixs.com

BC DUETTO CARICABATTERIE UNIVERSALE

BC DUETTO è un caricatore per tutte le batterie da 12V al piombo-acido e al litio. Il caricabatteria ha due differenti programmi

di carica e il suo amperaggio (max. 1,5 Amp) lo rende ideale non solo per il recupero, la ricarica e il mantenimento di tutte le batterie di moto, scooter e quad, ma anche per la manutenzione delle batterie auto.Progettato per rimanere sempre connesso alla batteria, senza alcun rischio e senza bisogno di scollegarla dal veicolo, garantisce una ricarica completa ed un mantenimento di lungo periodo nei mesi in cui la moto o l’auto rimangono inutilizzate. La sicurezza è garantita in ogni fase: in caso di basse temperature, rilevate dal sensore integrato, si attiva la modalità Polar, per carica sicura a basse temperature. Due LED comunicano costantemente all’utente

il ciclo di carica e le eventuali anomalie di funzionamento. BC DUETTO non produce scintille

ed è protetto da corto circuito, inversione di polarità, sovraccarica e surriscaldamento. La

confezione include un cavo a tenuta stagna da lasciare sempre installato a bordo del

veicolo ed un cavo con morsetti isolati È disponibile come optional anche un adattatore universale 12/18 mm (cod. ACC612V) per ricaricare la batteria dalla presa accendisigari. La garanzia è estesa a 3 anni.

www.batterycontroller.it

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DA SPIDI NUOVA GIACCA MASTER COMBAT

MASTER COMBAT è una variante dinamica e sportiva della famosa serie Combat di SPIDI, studiata per gli spostamenti urbani

ed il turismo a medio raggio. Combina lo stile della classica Field Jacket all’efficienza di una giacca tecnica ed impermeabile da moto. Il tessuto esterno è realizzato in Cordura (60%) e cotone (40%) di alta grammatura (280 gr/mq) con membrana impermeabile e traspirante H2Out fissa. La fodera termica da 150 gr. è invece removibile. La giacca ha le protezioni Multitech certificate sulle spalle e protezioni Forcetech certificate sui gomiti. È predisposta per il paraschiena Warrior ed è provvista di cappuccio removibile. Sono presenti due tasche impermeabili inferiori e due tasche superiori. A queste si aggiungono un’altra tasca sulla manica sinistra e una tasca impermeabile interna di sicurezza.

TAGLIE M-4XLCOLORI Blu, SalviaPREZZO AL PUBBLICO € 449,90

www.spidi.com

FRONTBAG AMPHIBIOUS

Sempre attenti alle esigenze pratiche dei motociclisti, AMPHIBIOUS presenta un nuovo prodotto nel suo ampio catalogo. Si tratta

della nuova borsa porta accessori universale. Pratica e leggera può contenere guanti, telefono o altri oggetti più piccoli utili in occasione di un viaggio in moto. FRONTBAG è realizzata in leggero ma robusto materiale TPU ed è 100% waterproof, per proteggere gli oggetti in presenza di intemperie che potrebbero comprometterne l’incolumità. Frontbag si fissa facilmente a manubrio, telaio, portapacchi e paramotore e si adatta a tutti i modelli di motocicletta grazie alle tre cinghie regolabili e rotanti. Le due bande rifrangenti garantiscono la massima visibilità anche in situazioni di scarsa illuminazione, pioggia o neve. Disponibile nella colorazione nero, è dotata del sistema di chiusura modulare Quick Proof (alta o laterale) per garantire la massima tenuta all’acqua e agli altri agenti atmosferici più aggressivi, oltreché una volumetria variabile in funzione delle esigenze. I prodotti AMPHIBIOUS sono acquistabili presso la rete vendita autorizzata e tramite la sezione e-commerce del sito www.amphibious.it

MISURE 12x25x6 cm (HxLxP)PESO 140 gr.PREZZO € 39

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ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

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PNEUMATICO DUNLOP SPORT TOURING ROADSMART III

Il principale obiettivo nella progettazione del RoadSmart III è rispondere alle esigenze dei motociclisti europei. Progettato, sviluppato

e prodotto nel Centro di Innovazione Europeo di Dunlop - lo stesso centro che ha concepito i pneumatici che hanno vinto al Tourist Trophy 2015 - ROADSMART III ha ottenuto l’autorizzazione alla produzione dopo aver superato il programma di test più intenso e rigoroso della storia di Dunlop Europa.Per assicurare le più alte prestazioni, gli ingegneri di Dunlop hanno completato un programma di sviluppo di 31 mesi, che ha previsto oltre 1,2 milioni di chilometri di test. Il battistrada di RoadSmart III si contraddistingue per una mescola resistente all’usura e per la presenza della tecnologia iGT (Interconnecting Groove Tread – battistrada con scanalature interconnesse), novità

Nuovi modelli in catalogo BELL HELMETS, ora distribuito da Bergamaschi. La serie BULLITT è composta da un modello

base in fibra composita e interno antibatterico in vera pelle; la Special Edition aggiunge la visiera a bolla e quella standard chiara e il modello Carbon completa la gamma con la calotta realizzata in fibra di carbonio.Nel catalogo non mancano i modelli per off-road amatoriale/turistico denominati MX-9, ideali per l’utente delle maxi enduro e per chi ama praticare il fuoristrada “non competitivo”.L’MX9 è dotato di frontino Visor (regolabile e con prese d’aria) e visiera integrata removibile e nella classica versione aperta. Il casco viene prodotto con calotta in policarbonato/ABS disponibile in tre misure (tre anche gli EPS) per una calzata personalizzata. I modelli da strada sono rappresentati dalla serie

STAR, composta a sua volta dalle linee PRO STAR (due colorazioni, calotta in Carbonio, visiera Transitions, interni Flex e imbottitura Virus), RACE STAR (4 colorazioni, calotta in Carbonio, interni Flex e imbottitura Virus) e STAR (5 colorazioni, calotta in Tri Matrix).Da segnalare anche la serie QUALIFIER DLX, un casco innovativo, declinato in una gamma colori azzeccata. La calotta ha struttura in policarbonato/ABS e viene proposta in 3 misure (con altrettanti EPS), la visiera è fotocromatica ovvero si adatta tempestivamente alle condizione di luce esterna. E ancora interni antibatterici completamente removibili e lavabili (con guanciali ergonomici), un sofisticato sistema di aerazione, la predisposizione per interfoni Sena e Cardo Bluetooth e molto altro.

www.bergamaschi.com

CASCHI BELL HELMETSBULLIT CARBON - QUALIFIER DLX RALLY - MX9 ADVENTURE

assoluta per Dunlop. Inoltre rappresenta il primo battistrada moto progettato dall’Advanced Design Studio di Dunlop Europa. La tecnologia iGT è studiata per fornire prestazioni migliorate sul bagnato, inoltre l’innovativo disegno del battistrada garantisce maggiore durata e usura uniforme in tutto l’arco di vita del pneumatico. RoadSmart III sarà in vendita in Europa a partire da gennaio 2016 e la gamma c o m p r e n d e r à 18 misure e s p e c i f i c h e , in grado di equipaggiare dalle moto GT di grossa cilindrata fino alle bicilindriche medie di ultima generazione.

www.dunlop.it

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PANNELLI RIFLETTENTI PER VALIGIA TOURING

MOTO BMW

Questo set di pannelli riflettenti (quattro pezzi) è stato pensato per aumentare notevolmente la visibilità della moto nel

traffico. Un aumento importante della sicurezza passiva. I pannelli riflettenti sono acquistabili nel vasto catalogo HORNIG e sono applicabili sulle borse per BMW R1200R LC (2015-), R1200RS, S1000XR & F800GT, al prezzo di € 18,60.

www.hornig.it

ADVENTURE IIGIACCA MTECH PER TURISMO

La giacca da moto MTECH ADVENTURE II è un capo da turismo a tre strati. Ideale ed affidabile per

i viaggi e utilizzabile in ogni condizione climatica grazie proprio alla sua costruzione a tre strati. Equipaggiata con la membrana 100% impermeabile e traspirante M-RAIN e con una robusta fodera termica, entrambe removibili e intercambiabili. Le protezioni SAFE TECH interne su spalle e gomiti sono di livello 2 per dare al motociclista il massimo grado di protezione, così come il tessuto di rinforzo1680D anti abrasione sulle maniche. La ventilazione è garantita da 6 prese d’aria e 6 sono anche le tasche impermeabili. La vestibilità è eccezionale grazie alla possibilità di regolare la larghezza delle maniche, della vita e del girocollo.

TAGLIE 46-60COLORI Nero-Ice PREZZO € 379

www.mtech-racing.com

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A cura di MATTEO CANTATORE

TECNOLOGIAHI-TECH PER MOTOVIAGGIATORI

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OPTRIX DA BODY GLOVE

Due kit contenenti cover e diversi obiettivi per iPhone, progettati per ampliare le possibilità di utilizzo dello smartphone della

Casa di Cupertino o trasformarlo in una vera action camera. Entrambi i kit contengono una custodia impermeabile e ultra robusta a doppio strato compatibile con il touch screen, lente 0° basso profilo, lente grandangolo 165°, panno pulizia lenti in microfibra e laccetto da polso di sicurezza. Il kit Pro contiene inoltre una lente teleobiettivo 2x e una lente Macro oltre all’astuccio protettivo per lenti. Non mancano i supporti accessori, per poter utilizzare il kit durante sport e attività estreme. Disponibile anche un App di OPTRIX che aggiunge utili funzionalità per ottenere il massimo dalle proprie foto. I kit sono già in vendita rispettivamente a € 99,99 per il kit Base, e € 139,99 per il kit Pro.

www.bodygloveoptrix.com

ROLLEI PRO DISPLAY PROTECTION

Da ROLLEI una soluzione per salvaguardare gli schermi delle fotocamere di tutte le marche. Spesso soltanto 0,3 millimetri, in

vetro ottico con trasparenza maggiore del 95%, di facile installazione, è resistente ai graffi e agli urti, ed è infrangibile. Il montaggio è semplicissimo: è sufficiente appoggiare la protezione sul display e premere leggermente con un dito per ottenere una forza adesiva di 130 g / mq sullo schermo. Il rivestimento protettivo è anti-polvere, resiste al sudore ed è antiriflesso. Rollei PRO DISPLAY PROTECTION è disponibile per di più di cinquanta modelli di fotocamere Canon, Fuji, Leica, Nikon, Olympus, Panasonic e Sony. La confezione comprende, oltre allo schermo protettivo, una salvietta umidificata per la pulizia, una card per rimuovere la protezione dal display e le istruzioni di installazione. Prezzo a partire da € 19,99.

www.rollei.com

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ACTIVEON CX GOLD

Design accattivante e un’avanzata tecnologia per il nuovo gioiellino firmato ACTIVEON. La CX GOLD dispone di obiettivo con

apertura F/2.4 e un sensore CMOS capace di scattare fotografie a 16 MP e registrare video 1080 a 60fps. Interessanti sono la possibilità di modificare l’angolo di ripresa con quattro opzioni differenti e i preset differenti a seconda dell’ambito di utilizzo. Utili anche i controlli manuali su sensibilità ISO ed esposizione, oltre ad una buona dotazione di filtri ed effetti. La modalità Quick REC permette di iniziare immediatamente a registrare nel momento in cui viene accesa la fotocamera o eventualmente di programmare il momento esatto di registrazione, in modo da sincronizzarlo con una particolare situazione. L’action camera supporta le funzioni time-lapse e lo slow-motion.Lo schermo LCD da 2’’ funge da visore e permette numerose impostazioni direttamente dalla fotocamera. Inoltre la CX Gold si connette perfettamente a tablet e smartphone mediante un’applicazione gratuita (iOS e Android) e alla funzione WiFi integrata che ne permettono l’utilizzo direttamente dal dispositivo mobile. Activeon CX Gold pesa solamente 70 grammi inclusa la batteria, che garantisce un’autonomia di circa 120 minuti. La custodia impermeabile in vetro di serie permette immersioni sino a 60 metri e protegge la camera da polvere, pioggia e cadute. Prezzo pubblico € 269.99.

www.activeon.com/it

SCHEDE MICROSD DA KINGSTON

KINGSTON propone una nuova gamma di schede di memoria completamento ideale per dispositivi ultra compatti a elevate

prestazioni, come smartphone e telecamere portatili. Caratteristica chiave, oltre alla velocità di lettura/scrittura (certificato dallo standard UHS-I U3), è la particolare resistenza agli agenti atmosferici, alle temperature e agli urti, rendendola ideale per utilizzi più estremi. La versione da 32GB è disponibile al prezzo di € 29, mentre la versione da 64GB è disponibile a € 55.

www.kingston.com

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LIBRIUN SALTO IN LIBRERIA

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LA FRECCIA ROSSAUn’impresa scout attraverso l’Europa in sella a venticinqueMoto Guzzi

A cura di Roberto Polleri

È il 1949. Un prete lombardo immagina un viaggio attraverso l’Europa per ricucire gli strappi che la guerra

mondiale ha aperto tra i popoli. Questo sacerdote si chiama Don Carlo Gnocchi, da sempre si occupa di giovani, soprattutto i più sfortunati. L’impresa prenderà il nome di “Freccia Rossa della bontà”. Il viaggio vede venticinque scout e rover a bordo di altrettanti “Guzzini”, il cui vero nome è Motoleggera 65 che, seguiti da due meccanici di Mandello del Lario in sella ad un Airone e alla guida di un motocarro Ercole quale magazzino ricambi, partono da Milano per raggiungere Oslo e tornare nel capoluogo lombardo dopo un tragitto di 8600 km. Un viaggio per lanciare un segnale di speranza dopo l’odio, la sofferenza e la morte lasciati sul campo dal conflitto. Un viaggio per incontrare i giovani, ieri separati da una barricata ed oggi riuniti nella speranza di ricominciare una vita nuova. Un segnale davvero forte. Un segnale arrivato in sella ad una moto… A distanza di anni, i ragazzi del Clan “Zenit” di Busto Arsizio 3 Agesci, coadiuvati da Federica Frattini, hanno voluto raccogliere tutte le notizie possibili su questa impresa per realizzare un libro, pubblicato da Tipi Edizioni, che potesse celebrare l’evento e lasciarne una traccia tangibile. Un lavoro di ricerca su carte dell’epoca e fotografie ma anche interviste ai protagonisti che, malgrado il molto tempo passato, ricordano perfettamente il lungo e significativo viaggio. Un libro che parla di moto, di pace e di umanità e racconta un pezzo di storia italiana ed europea da un punto di vista davvero particolare. Un testo per appassionati di moto, per chi abbia avuto militanza scoutistica ma per chiunque voglia scoprire la realtà del dopoguerra vista con gli occhi dei giovani di allora.

Il clan Zenit e alcuni dei protagonisti del viaggio, a destra Federica Frattini.

GUARDIA COSTIERA 25 ANNI DI SERVIZIO AEREO

A cura di Marco Ghezzi

Il libro tratta in modo ampio e dettagliato il Servizio Aereo della

nostra Guardia Costiera, nella sua più che venticinquennale storia, ripercorrendo la storia degli uomini e dei mezzi aerei, partendo dalla cerimonia di consegna dei primi P-166 DL3-SEM sino ad arrivare all’ultimo aereo entrato nella linea di volo, il P-180 GC, e ponendo anche uno sguardo alle prospettive future. Ad ogni Base e ad ogni Reparto è dedicato un capitolo di approfondimento, arricchito da specifiche fotografie dei mezzi, molte delle quali fatte in teatri operativi. L’autore ha avuto infatti la possibilità di vivere ed immortalare in diretta i momenti più salienti delle varie attività giornaliere, realizzando scatti fotografici inediti e particolari. Concludono il libro un paio di racconti di “uomini del volo” che descrivono due particolari esperienze di vita vissuta e che aiutano a comprendere meglio quanto sacrificio queste persone devono dedicare al proprio lavoro. Un’utile appendice finale illustra le caratteristiche tecniche degli aeromobili in dotazione e di quelle delle due nuove navi dotate di ponte di volo, mentre il capitolo dedicato alla cronologia delle più importanti operazioni ci fa capire l’importanza e la perseveranza del lavoro svolto dal Servizio Aereo verso la salvaguardia delle vite umane. L’opera è in formato A4 con rilegatura in brossura e nelle 96 pagine di carta patinata lucida sono contenute 121 fotografie a colori, 63 distintivi, 5 profili, con un testo bilingue italiano/ inglese. Il volume è il quarto in ordine di tempo del medesimo autore, dopo quello “Aviazione dell’Esercito-Araldica e Storia” pubblicato in occasione del 50° anniversario della Specialità del nostro Esercito, il successivo “Storia e Araldica del Comando Squadra Aerea” edito in occasione del 85° anniversario dell’Aeronautica Militare ed ancora quello “Cent’anni di Aviazione Navale” scritto per il centenario dell’Aviazione della Marina Militare.

Il libro può essere ordinato direttamente all’editore dal sito www.aviastore.it o tramite e-mail: [email protected] ed è anche acquistabile presso le migliori e specializzate librerie italiane.

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SOUVENIRRICORDI DI VIAGGIO DAI NOSTRI LETTORI

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Un saluto dai “fratelli tremendi” da Cabo de Roca.

ANDREA

Un saluto a tutti i lettori di MOTOTURISMO dagli Sbirotati.

FRATE MACSE e JOHN DONOVAN

Questa foto mi fa sognare ad occhi aperti, tra qualche anno spero di far sognare anche voi Gabriele ed Agnese nel fare qualche giretto insieme.

EMANUELE

Amici di Mototurismo non temete gli sterrati, se noi abbiamo attraversato i Monti Sibillini, anche voi potete farlo.

GIANCARLO, MACSE, MAURI, ETTORE, SANDRO, LUCA e DONOVAN.

Un saluto dal gruppo Curve & Ristoranti.

LUCA, MARCO, DANIELE e DARIO

Un grande omaggio alla mia signora Stefania che si è fatta Lugo - Highlands - Lugo (5.930 Km) da passeggero e alla Guzzi Stelvio che non ha battuto ciglio.

DANILO

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Mototurismo è una pubblicazione edita da L’ISOLAReg. Tribunale di Como N°28/86 del 20.11.1986ISSN 1128-3947

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONEMOTOTURISMOPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Tel. 031.93.77.36 | [email protected]ÀL’ISOLAPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Tel. 031.93.77.36 | [email protected] STAMPAVelaweb, Binasco (MI)FOTOLITORed Apple SRL, Fenegrò (CO)DISTRIBUZIONE PER L’ITALIAPieroni Distribuzione S.r.l.Via C. Cazzaniga, 1920132 MilanoTel. 02.25.82.31.76 | Fax 02.25.82.33.24

RESPONSABILE EDITORIALEMaria Carmen Fornaroli • [email protected] RESPONSABILETiziano Cantatore • [email protected] | Matteo Cantatore • [email protected] | Valentina Uboldi • [email protected] | Vanessa PujiaCOLLABORATORIDavide Cantatore • Paolo Ciapessoni • Paola Colombi • Massimo Davì • Emanuele Fabiano Lorenzo Franchini • Giulio Fanton • Marco Ghezzi • Andrea Leggieri • Luciano Milanese • Marco NavaMiriam Orlandi • Laura Pagani • Cristina Palchetti • Roberto Polleri • Walter Ramperti • Claudio VismaraHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROPaolo Ciapessoni • Marco Ghezzi • Mauro Luoni • Marco Patronei Vito Pierri • Luca Pizzini • Roberto Polleri • Claudio Vismara ABBONAMENTIEDIZIONE CARTACEAAcquistabile con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico utilizzando il modulo presente in questa pagina.• 6 numeri (1 anno) € 25 | 12 numeri (2 anni) € 45Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabile esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scaricabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.• 6 numeri (1 anno) € 13,99Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

ARRETRATIEDIZIONE CARTACEAAcquistabili con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico.• € 2,60 (cad.) + spese postali (a seconda del numero di copie)Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabili esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scari-cabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

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Il piacere di andare in moto

PUBBLICARE UN RACCONTO DI VIAGGIO SU MOTOTURISMOPer proporre un racconto di viaggio da pubblicare su Mototurismo è possibile inviare testo e foto tramite www.wetransfer.com a [email protected] o inviare un CD/DVD all’indirizzo postale della redazione. Testo massimo 20.000 battute e foto digitali ad alta risoluzione. Il materiale deve obbligatoriamente essere inedito (sia su internet sia su altri mezzi stampa). Il materiale verrà visionato e valutato; se d’interesse l’autore verrà avvisato di una possibile pubblicazione e delle condizioni. Il materiale inviato non verrà restituito.

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