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Corso di Formazione La Comunicazione con il Cliente e la Gestione del Conflitto elatore: Dr. Giuseppe Antonino Prof. Romeo - Finance & Legal Srl- Padova, 16-17 Giugno 2015 Padova, 16-17 Giugno 2015

La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

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Corso di Formazione La Comunicazione con

il Cliente e la Gestione del Conflitto

Relatore: Dr. Giuseppe Antonino Prof. Romeo - Finance & Legal Srl-

Padova, 16-17 Giugno 2015Padova, 16-17 Giugno 2015

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BENVENUTI IN AULA!

Dr. Giuseppe Antonino Prof. ROMEO

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Programma dell’ intervento

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Programma dell’ intervento

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Programma dell’ intervento

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Introduzione alla

Negoziazione

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Cos’è la negoziazione?

Il processo con cui almeno due parti, integrando percezioni, bisogni e motivazioni diverse, cercano di raggiungere un

accordo su un punto di interesse reciproco, tale da consentire a

ciascuno il massimo vantaggio.

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Negoziarevuol dire gestire diversità di…

OpinioniInteressiObiettiviBisogni

Informazioni

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Negoziarevuol dire integrarsi – non

“diventare uguali!”Integrarsi significa:

Usare ognuno le opportunità che l’altro fornisce senza, per questo, dover essere, fare, pensare come

l’altro.

Negoziazione NON è sinonimo di collaborazione.Negoziazione NON è sinonimo di collaborazione.NON è scopo della negoziazione creare identitàNON è scopo della negoziazione creare identità

NON è scopo della negoziazione eliminare la NON è scopo della negoziazione eliminare la conflittualitàconflittualità

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Condizioni essenziali della negoziazione

Nessuna delle parti è in grado di imporre una soluzione alle altre

La mancanza di un accordo porta a prevedere situazioni meno vantaggiose per tutte le parti

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I confini della negoziazione

Area dellaNegoziazione:

Entrambe le partiEntrambe le partihanno necessitàhanno necessità

o intenzioneo intenzionedi scambio di scambio negozialenegoziale

Area della Area della indifferenza:indifferenza:

Una parte non Una parte non ha interesse o ha interesse o intenzione di intenzione di impegnarsi impegnarsi nello scambionello scambio

Area del rapporto di

forza:Una parte è in Una parte è in

grado di imporre grado di imporre unilateralmente unilateralmente una soluzioneuna soluzione

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La negoziazione è un’arte che si può

imparare

Qualcuno è più bravo degli altri nel gioco negoziale, ma tutti possono migliorarsi in

esso attraverso l’acquisizione di conoscenza, tecnica ed esperienza.

Questo non Questo non vuol dire vuol dire

che che si “vinca” si “vinca” sempre!!!sempre!!!

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Nella negoziazione esiste sempre un rapporto di

forza

Non tutte le situazioni sono necessariamente

negoziali.

Spesso solo una delle parti ha intenzione Spesso solo una delle parti ha intenzione di negoziare:di negoziare:

In questo caso occorrerà portare le altre In questo caso occorrerà portare le altre parti nell’area negoziale.parti nell’area negoziale.

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Un buon negoziatore:Possiede ottime capacità di comunicazione e di ascolto;Sa gestire bene il tempo;Ha sensibilità, intuito e un forte spirito di osservazione. Ciò gli permette di comprendere la controparte e di anticiparne bisogni ed esigenze, reagendo in modo adeguatoHa stabilità emotiva, sicurezza e capacità di gestire lo stress;Si informa sulla cultura, i valori e i processi decisionali delle persone con cui tratta;Sa utilizzare senso dell’umorismo, educazione e capacità di rapporti interpersonali.

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E’ paziente, sa tollerare le ambiguità della controparte e sa gestire la tensione;

Conosce molto profondamente il tema della discussione e si prepara di volta in volta;

Ha chiara la linea di demarcazione oltre cui il risultato della negoziazione è inaccettabile.

Sa immedesimarsi nella controparte, cui consente sempre di salvare la faccia;

Non risponde subito ad una proposta con una controproposta, poiché sa che la controparte in questo

momento non è ricettiva e la percepisce come un blocco alla sua;

Evita di riferirsi a se stesso in termini troppo positivi;Evita di utilizzare parole comuni con scarso valore persuasivo (es.: “non c’è motivo di preoccuparsi);

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Un buon negoziatore:Identifica i reali interessi ed affronta i problemi, non le persone: dietro posizioni diverse possono

esserci interessi comuni;Converte ogni attacco alle persone in attacco al

problema: la miglior posizione negoziale è risoluta sul problema ed amichevole con le persone.

Il conflitto è un momento naturale della condizione umana, ma se lo si gestisce come un problema da

risolvere può condurre a soluzioni creative tali da garantire un guadagno a tutte le parti

Page 18: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Alcuni frequenti errori nella negoziazione

Ritenere che negoziare significhi ottenere solo punti a proprio vantaggio;

Trascurare il clima della comunicazione;

Non considerare che il rapporto con il gruppo dal quale si dipende è un rapporto di negoziazione;Pensare che la negoziazione non sia riuscita

quando ci si trova in un vicolo cieco.

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Suggerimenti utili per una efficace

NEGOZIAZIONE1. Tracciate il profilo della controparte, nel modo più

realistico possibile;2. Definite la sua posizione negoziale, ragionando

attentamente;3. Stabilite accuratamente i vostri obiettivi, individuando quello ideale e quello minimale;

4. Stabilite quali concessioni fare e a che punto della negoziazione farle;

5. Predisponete tutti gli elementi che contribuiranno a creare un clima negoziale adeguato.

Prima:

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1. Rendetevi conto di ciò che state facendo;2. Rendetevi conto dell’effetto che le vostre

parole e le vostre azioni hanno sugli altri;3. Se non riuscite ad ottenere ciò che volete

con le vostre parole e con le vostre azioni, provate con parole ed azioni diverse;

4. Non prendete decisioni affrettate;

Suggerimenti utili per una efficace

NEGOZIAZIONEDurante:

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Il Credito Cooperativo: la Il Credito Cooperativo: la nostra Storia, i nostri Valorinostra Storia, i nostri Valori

Cominciare dai VALORI, quelli VERI!

Relatore: Giuseppe Antonino Romeo - Finance & Legal Srl-

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Le Casse Rurali: i fondamenti etici e gli obiettivi primari

“La struttura stessa delle Banche di Credito Cooperativo, che si fonda su società di persone e non di capitali, lascia intendere che obiettivo primario non è il lucro, ma il soddisfacimento di esigenze di utilità sociale”

Giovanni Paolo II

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Le “Casse Rurali” e la Rerum NovarumLe Casse Rurali si sviluppano in Italia 120 anni fa, banche

mutualistiche delle comunità locali, grazie alle sollecitazioni della Enciclica“Rerum Novarum” con l’obiettivo di:

Fare microfinanza Unire piccoli risparmi e piccoli crediti “Bancare” gli “imbancabili” Combattere l’usura valorizzando:

a) L’appartenenza alla Comunitàb) La dimensione Fiduciariac) La conoscenza Personale

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Il 15 MAGGIO 1891 PAPA LEONE XIII EMANA L’ENCICLICA RERUM NOVARUM

Con essa nasce la dottrina sociale della Chiesa, cioè l’enunciazione di principi e le indicazioni del magistero cattolico in materia sociale ed economica.

L’enciclica viene alla luce nel periodo in cui si è diffusa l’industrializzazione e si è sviluppata la borghesia capitalista cui si contrappone con sempre maggiore veemenza la nuova classe sociale degli operai salariati.

E’ sbocciato il socialismo e nasce la lotta di classe.

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RERUM NOVARUM Per sintetizzare le indicazioni dell’Enciclica è sufficiente rifarsi ai

titoli di capitoli e paragrafi che ne esplicitano il senso:

Il socialismo falso rimedio Il vero rimedio: l’unione delle associazioni La proprietà privata è di diritto naturale  Difesa della proprietà privata La libertà dell'uomo Difesa del lavoro Condizioni di lavoro La questione del salario Educazione al risparmio

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LA SCELTA DELLA CHIESA ( dalla “Rerum Novarum”- Introduzione:… E’ chiaro (…) come sia di estrema necessità venir in aiuto senza

indugio e con opportuni provvedimenti ai proletari, che per la maggior parte si trovano in assai misere condizioni, indegne dell'uomo.

Poiché, soppresse nel secolo passato le corporazioni di arti e mestieri, senza nulla sostituire in loro vece (…) avvenne che poco a poco gli operai rimanessero soli e indifesi in balia della cupidigia dei padroni e di una sfrenata concorrenza.

Accrebbe il male un'usura divoratrice che (…) continua lo stesso, sotto altro colore, a causa di ingordi speculatori.

Si aggiunga il monopolio della produzione e del commercio, tanto che un piccolissimo numero di straricchi hanno imposto all'infinita moltitudine dei proletari un giogo poco meno che servile.

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Page 27: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA RAPIDA DIFFUSIONE delle Casse Rurali ed

Artigiane

Anno 1897: 904 Anno 1905: 1.386Anno 1922: 3.540Anno 1947 : 804

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IL PERIODO FASCISTA1926 Il regime fascista crea l'Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. La legge

sulla disciplina giuridica del rapporto di lavoro impone la costituzione dell'Associazione Nazionale tra le Casse Rurali ed Enti Assimilati con un presidente per legge di nomina governativa.

1936 Nasce l'Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari (Encra). Viene varata la Legge Bancaria. 

1937 Entra in vigore il Testo Unico delle casse Rurali e Artigiane (Tucra) che ne disciplina l'attività: vengono definite come società cooperative aventi per oggetto principale "l'esercizio del credito a favore di agricoltori e del credito a favore di artigiani, congiuntamente e disgiuntamente". Non favorisce l'espansione numerica delle Rurali che, dopo la caduta del regime fascista, risultano notevolmente diminuite passando da 3.540 nel 1922 a 804 nel 1947.

1944 Viene sciolta la Federazione Nazionale delle Casse Rurali ed Enti Ausiliari, mentre continua ad operare l'Ente Nazionale delle Casse Rurali.

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LA COSTITUZIONE DELLA

REPUBBLICA ITALIANAArt. 45

La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.

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LO SVILUPPO: dal ‘50 alla fine degli anni ‘60

19501950 Viene costituita la Federazione Italiana delle Casse Rurali ed Artigiane (Federcasse) che, dopo la liquidazione dell'Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari avvenuta nel 1979, è oggi l'unico organismo di rappresentanza del Credito Cooperativo.

19611961 Prende avvio un periodo di intenso sviluppo del movimento. Si ricostituiscono le Federazioni locali e si ristrutturano quelle esistenti, conferendo loro funzioni di rappresentanza, tutela ed assistenza tecnica a livello regionale ed interregionale delle Casse associate.

19631963 Viene fondato l'Iccrea, Istituto centrale delle CRA, con l'obiettivo di "rendere più efficace e intensa l'opera delle Casse Rurali ed Artigiane, agevolando, coordinando e incrementandone l'azione, mediante lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione tecnica ed assistenza finanziaria" (art. 2 Statuto Iccrea).

19671967 Nasce la FederLUS

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LA RIVOLUZIONE DEL T.U.B.D.Lgs.n.385 del 1° D.Lgs.n.385 del 1°

Settembre1993Settembre1993Nel 1993 con il Testo Unico delle

leggi in materia bancaria e creditizia vengono cancellati i limiti di operatività fino ad allora in vigore, consentendo alle BBanche di anche di CCredito redito CCooperativo ooperativo (questa la nuova denominazione) non solo di offrire tutti i servizi e i prodotti delle altre banche, ma anche la possibilità di diventarne socio per chiunque operi nel territorio di competenza. 31

Page 32: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL RECENTE PASSATO E L’ATTUALITÀ1997 Nasce il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo

(Fgd), nuovo strumento obbligatorio di tutela in linea con la direttiva dell'Unione europea, che svolge anche funzioni di prevenzione delle crisi, a differenza dell'analogo strumento operativo per il resto dell'industria bancaria.

1999 Nell'ambito del XII Convegno Nazionale di Riva del Garda viene pubblicata la Carta dei valori del Credito Cooperativo.

2003 La riforma del diritto societario riconosce e conferma alle BCC-CR la loro natura di Società Cooperative  a mutualità prevalente.

2004 Nasce il Fondo Garanzia degli Obbligazionisti (Fgo), strumento volontario ed esclusivo delle BCC, che tutela i portatori di obbligazioni clienti delle BCC.

2005 Nell'ambito del XIII Convegno Nazionale tenutosi a Parma viene pubblicata la Carta della Coesione del Credito Cooperativo.

2008 Viene costituito il Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo (FGI), con l'obiettivo di tutelare la clientela delle Banche di Credito Cooperativo salvaguardando la "liquidità e la solvibilità" delle Banche aderenti.

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Page 33: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE SOCIETA’ COOPERATIVELe società cooperative in Italia hanno un capitale sociale

costituito dalle azioni dei soci. Non hanno però come obiettivo quello di distribuire un

guadagno sotto forma di dividendo, ma piuttosto quello di offrire ai soci il proprio prodotto o il proprio servizio a condizioni 'vantaggiose'.

La cooperativa è quindi una società che persegue ovviamente obiettivi di natura economica, dal momento che è sul mercato. E nel mercato potrà rimanere solo se sarà in grado di competere.

Mira a raggiungere il massimo livello di produttività e redditività per assicurare, come obiettivo a lungo termine, la continuità della cooperativa.

La differenza rispetto alle altre forme societarie sta nella centralità della persona, nella motivazione sociale del profitto e nel legame con valori di solidarietà, partecipazione, associazionismo.

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Page 34: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE BCC SECONDO IL CODICE CIVILE

Art. 2512 Società Cooperativa a mutualità prevalente

Sono società cooperative a mutualità prevalente, in ragione del tipo di scambio mutualistico, quelle che: svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi;…

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Page 35: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Il Concetto di “MUTUALITÀ PREVALENTE

Il principio della prevalenza  viene rispettato

quando più del 50% delle attività di rischio (i prestiti) è

destinato ai soci e/o ad attività prive di rischio.

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Page 36: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La BCC oggi è … BANCA COOPERATIVA

Le Banche di Credito Cooperativo devono costituirsi sotto forma di società cooperative per azioni.

La denominazione deve contenere l'espressione 'Credito Cooperativo'.

I soci devono essere almeno 200.

Ciascun socio ha diritto ad un solo voto, a prescindere dall'entità della partecipazione posseduta, che non può essere superiore, per valore nominale, a 50 mila euro (ndr, si vuole così impedire che una disparità tra soci possa essere di ostacolo al raggiungimento degli scopi mutualistici).

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Page 37: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La BCC è … BANCA LOCALE

Le BCC-CR sono banche locali, ovvero banche del territorio (ndr, i soci sono espressione del contesto in cui l'azienda opera); banche per il territorio (ndr, il risparmio raccolto sostiene e finanzia lo sviluppo dell'economia reale); banche nel territorio (ndr, appartengono al contesto locale al quale sono legate da un rapporto di reciprocità).

Zona di competenza territoriale.  Comprende i comuni nei quali la banca ha la sede legale, le succursali e i comuni limitrofi, in modo che ci sia tra questi contiguità territoriale. Per i comuni non contigui possono essere istituite sedi distaccate.

Attività di rischio. La maggior parte (cioè non meno del 95%) delle attività di rischio (prestiti) delle Banche di Credito Cooperativo deve essere effettuata nella zona di competenza territoriale.

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Page 38: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA BCC è … BANCA MUTUALISTICA

Le Banche di Credito Cooperativo sono banche mutualistiche, in quanto società cooperative che erogano il credito principalmente ai soci.

Non perseguono scopi di profitto/lucro, bensì obiettivi di utilità sociale.

Le Banche di Credito Cooperativo devono destinare almeno il 70% degli utili netti annuali a riserva legale; una quota pari al 3% degli utili netti annuali deve essere corrisposta ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione.

La quota di utili rimanenti deve essere destinata a fini di beneficenza o mutualità.

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Page 39: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL SISTEMA DELLE RELAZIONI

Per una banca cooperativa, mutualistica e locale è vitale il sistema delle relazioni.

Gli interlocutori principali di ogni BCC sono:Gli interlocutori principali di ogni BCC sono:

I SOCII COLLABORATORII CLIENTILA COMUNITA’ LOCALEIL SISTEMA DEL CREDITO COOPERATIVO

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Page 40: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Il credito cambia l’orizzonte delle persone

Ottenere credito significa:i. Ottenere “fiducia”ii. Conquistare cittadinanza economica e socialeiii. Contribuire al proprio auto-sviluppo

Dare credito significa:I. Includere le personeII. Valorizzare le persone e le loro potenzialitàIII.Decentrare le opportunità

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Page 41: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

I numeri delle Banche di Credito Cooperativo (Casse Raiffeisen in Alto Adige)

LE BCC COSTITUISCONO:1. il primo gruppo bancario italiano per ritmi di crescita e per capillarità della rete in

Italia;2. il quarto per raccolta da clientela;3. il sesto gruppo bancario per importo dei crediti erogati.

In particolare, secondo gli ultimi dati Federcasse di Dicembre 2014 :

Quota di mercato: 7,8% 376 BCC Oltre 4.000 sportelli sul territorio(ndr, 13,5% degli sportelli bancari italiani) Diffuse in 101 Province e 2.703 Comuni 1, 2 Milioni di Soci 6 milioni di clienti Oltre 37 mila dipendenti 131 anni di vita: inizia nel 1883 a Loreggia la Storia delle BCC-CR Raccolta diretta complessiva: 194,5 miliardi di € Impieghi economici: 136,2 miliardi di € (+ 14,1%) Patrimonio: 20,1 miliardi di € (aggregato Capitale + Riserve)

Le BCC Italiane hanno finanziato le Imprese per ben 87 Miliardi di Euro (dati al Dicembre 2014) 41

Page 42: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La microfinanza funzionaGrazie a piccole attività di risparmio e

credito le esigenze finanziarie di milioni di famiglie e di centinaia di migliaia di micro-piccoli imprenditori sono state soddisfatte.

Le imprese, i territori, le comunità locali e le piccole banche sono cresciute.

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Page 43: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA SOLIDARIETA’ LA SOLIDARIETA’ EFFICIENTEEFFICIENTE

Valori, Coesione, TerritorioValori, Coesione, Territorio

Relatore: Giuseppe Antonino Romeo - Finance & Legal Srl-

Page 44: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

1) Bancare gli “imbancabili” e favorire l’inclusione

2) Dare credito ovvero fiducia; 3) Dare credito ovvero cittadinanza sociale;4) Rafforzare la cultura del risparmio e

dell’auto-aiuto;5) Sviluppare lo spirito di responsabilità.

La finanza per lo sviluppo La finanza per lo sviluppo e per l’inclusione e per l’inclusione

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Page 45: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Una Banca di Credito Cooperativo

E’ UNA BANCA CHE UNISCE INSIEME I TRE CARATTERI DISTINTIVI DI:

Cooperazione Localismo Mutualità

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Page 46: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Cooperazione

Una B.C.CB.C.C. è: La Banca delle persone qualità della relazione

In una BCC si esercita:

La “democrazia economica” Voto capitario La “partecipazione/inclusione finanziaria” Porta aperta L’ educazione all’auto-imprenditorialità ed alla

assunzione di responsabilità.

Valori

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Page 47: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Localismo

Una BCC:

E’ Banca del territorio e Banca della comunità l’unica banca locale dalla testa ai piedi

Dà credito (e fiducia) all’economia reale spazio ai piccoli operatori

Valorizza la conoscenza personale; fa “Finanza per lo sviluppo”, non finanza per la finanza

Coinvolge i propri interlocutori empatia, parlare”lo stesso dialetto”!

Valori

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Page 48: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Mutualità Una BCC:

Mette i soci al centro;

E’ senza scopo di lucro. Orientata allo sviluppo sostenibile e ad assicurare

utilità e vantaggi ai soci e alla comunità locale;

Distributrice di un “dividendo sociale”, di un vantaggio economico e meta-economico.

Valori

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Page 49: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Due sfide sempre presenti: unire “competitività” con “identità”

COMPETITIVITÀ IDENTITA’

intrecciate e interdipendentiLa chiave della

COMPETITIVITA’

delle BCC

Modello

IMPRENDITORIALECultura

D’IMPRESA

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Page 50: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

I capitali per lo sviluppo

CAPITALE FINANZIARIOCAPITALE UMANO

competenza e qualità

CAPITALE DI RELAZIONE

Capacità di costruire reti operative, commerciali

CAPITALEINFRASTRUTTURA

LE

CAPITALE “SOCIALE”

Fiducia, coesione, sussidiarietà, reputazione

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Page 51: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Per chi vuol leggere…. Le Casse Rurali Italiane. Note storico/statistiche Giuseppe Micheli, 1898

Manuale pratico per le Casse Rurali di prestiti Don Luigi Cerutti

Le Casse Rurali ed Artigiane nel sistema bancario Mario Zane, 1988

La solidarietà efficiente Pietro Cafaro, 2001

www.creditocooperativo.it51

Page 52: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Introduzione alla VENDITA Introduzione alla VENDITA in Bancain Banca 52

Page 53: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Vendita eseguita dalle Banche con metodi push

OggiOggi

il mercatoil mercato

ricercaricerca

Garanzia e sicurezza del Garanzia e sicurezza del raggiungimento di risultati raggiungimento di risultati

positivipositivi

Professionalità a cui Professionalità a cui conferire la fiduciaconferire la fiducia

Cosa ricercano i CLIENTI?Cosa ricercano i CLIENTI?

Page 54: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Solo uno slogan … o realtà?

Page 55: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

“Lo scopo del venditore non è ottenere l’ordine, ma costruire un rapporto con

il cliente” (Pasquini)

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Page 56: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ORIENTAMENTO AL MERCATO

DELLE BANCHE

Banca come Impresa

Conoscere i clienti/esigenz

e

Offrire prodotti/servizi in

continua evoluzione

Orientarsi alla vendita,

attraverso più canali e strumenti

Valutare i cambiamenti nel

mercato di riferimento (es.

tassi di interesse, concorrenza)

Velocità di risposta/esecuzion

e, operatività a distanza,

assistenza e personalizzazione56

Page 57: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL RAPPORTO CLIENTE/OPERATORE

COMMERCIALE

SODDISFAZIONE del cliente(ottenimento di ciò che desidera, risoluzione

problemi, risposte in tempi brevi)

Crescita e consolidamento della relazione (FIDUCIA)

Esplorazione di nuovi BISOGNI

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Page 58: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

MASSIMIZZARE LA “SODDISFAZIONE DEL

CLIENTE”

Customer satisfaction

Distribuzione e supporto

post-vendita

Valori e cultura aziendale

Promozione ecomunicaz.pre-vendita

Gestione feed-back cliente

Servizio (progettazione e

qualità)

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Page 59: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE…finalizzata alla vendita

Page 60: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ASPETTI EMOTIVI E RAZIONALIASPETTI EMOTIVI E RAZIONALIDELLA COMUNICAZIONEDELLA COMUNICAZIONE

Le relazioni tra gli individui Le relazioni tra gli individui sono contraddistinte da una sono contraddistinte da una

serie di comportamenti serie di comportamenti generati da valutazioni sia generati da valutazioni sia

razionali razionali che che emotiveemotive (Percezione subliminale)

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Page 61: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA PRIMA IMPRESSIONE E’ stato osservato, quindi, che al Cliente

bastano “pochi secondi” per decidere se la persona che gli sta di fronte (prima ancora che venga considerato un venditore) meriti un si o un no.

Il nostro stile personale “parlerà” per noi prima ancora di presentarci.

Siamo scettici? Pensiamo che un opinione su di noi il Cliente possa formarsela solo dopo averci “conosciuto”?....vediamo una REGOLA D’ORO…. 61

Page 62: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La regola del “4 x 20”

Nell’approccio con il cliente stai attento alla regola del “4 x 20

”…Penso che Tu non la conosca.Per cui … stai bene attento!

E fanne TES … ORO!!!

Page 63: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

1) I primi venti passi.

Muoviti con sicurezza ed affabilità.

Page 64: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

2) I primi venti centimetri del viso.

Comunica con la tua faccia cordialità e “ospitalità”.

Page 65: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

3) Le prime venti parole.

Suscita interesse sin dalle prime parole.

Page 66: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

4) Tutto questo dura venti secondi!!!

Page 67: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

SCHEMA DELLA COMUNICAZIONE (SHANNON)

Comunicazione come passaggio di informazioni

Sorgente Codifica Canale Decodifica Destinat.

Emittente RiceventeAttività prodotta dalla sorgente per comunicare

Mezzo con cui si

comunica

Attività prodotta dal destin. per

capire la comunicaz. 67

Page 68: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

(P.WATZLAWICK)

1. Non si può non comunicare

2. La Comunicazione è contenuto e relazione

3. La Comunicazione è un processo circolare (feedback = retroazione)

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Page 69: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

NON SI PUÒ NON COMUNICARE (P.WATZLAWICK)

CVCPVCNV

La comunicazione verbale non può esistere senza

comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale può esistere

senza la comunicazione verbale

69

55%

7%

38%

Page 70: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE

Comunicazione verbale (parola scritta/orale, da “modulare” a seconda dell’interlocutore)

Comunicazione paraverbale (qualità della voce, volume, colpi di tosse, sorrisi di imbarazzo etc.)

Comunicazione non verbale (abbigliamento, postura, mimica facciale, prossemica, respirazione, movimenti, colorito della pelle)

NB: Saper cogliere i segnali del cliente in una

trattativa di vendita

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Page 71: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COMUNICAZIONE VERBALE

Esistono argomenti, espressioni e parole di tipo negativo, che provocano una

sensazione inconscia di disagio (anti-vendita)

Altre parole/frasi svolgono una funzione neutra o positiva, nel senso di una comunicazione razionale e senza tensioni

(clean)

Occorre cercare di trasmettere messaggi POSITIVI

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Page 72: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RICORDARSI CHE…

Il comportamento agito attraverso il corpo (CNV) deve mantenere un rapporto di CONGRUENZA rispetto a quanto dichiarato (CV) → spesso non ci fidiamo di

qualcuno senza sapere perchè

CONGRUENZA = CREDIBILITA’

“(…) non vuol dire che ogni parte di noi suona la medesima nota, bensì che segue un unico spartito”

(O’Connor e McDermott, 1996) 72

Page 73: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

STILE STILE AGGRESSIVOAGGRESSIVO, , ASSERTIVOASSERTIVO E E PASSIVOPASSIVO

Assertivo AggressivoPassivo

I tre stili possono essere disposti lungo un continuum

73

Page 74: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ESPRIMERE IN POSITIVOLA PROPRIA IMPOSSIBILITÀ

ESEMPI:

“Non posso registrare la pratica

prima di domani”

Trasformazioni in POSITIVO

“Non riesco a leggere la firma di questa commissione”

“La firma la vedo, ma si legge con

difficoltà”

“Posso registrare la pratica domani

stesso”

74

Page 75: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ALLA BASE DELLA VENDITA……il Bisogno

Page 76: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COS’È IL BISOGNO?

Il disagio originato dalla mancanza di risorse e mezzi materiali e/o immateriali che vanno ad incrementare il benessere oppure a diminuire il malessere di una

persona o di un gruppo di persone

76

Page 77: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA MOTIVAZIONE DI UN COMPORTAMENTO

(MASLOW)

Nasce dalla tendenza a soddisfare determinati ordini di bisogni

Alcuni bisogni sono di tipo biologico, altri sono determinati dal contesto sociale e culturale in

cui vive un individuo

I bisogni vengono soddisfatti in ordine gerarchico

77

Page 78: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA SCALA DEI BISOGNI(MASLOW)

1. Bisogni fisiologici (sopravvivenza immediata)2. Bisogni di sicurezza (sopravvivenza lungo

termine)3. Bisogni sociali (ambiente sociale gradevole)4. Bisogni dell’ego (riconoscimento sociale)5. Bisogni di autorealizzazione (lavoro

gratificante)

78

Page 79: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

79

Page 80: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Bisogni Superiori(Latenti)

Bisogni Primari(Palesi)

80

Page 81: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

BISOGNI E COMPORTAMENTO D’ACQUISTO

1. Bisogni fisiologici (prodotti economici)2. Bisogni di sicurezza (prodotti affidabili e sicuri)3. Bisogni sociali (beni/servizi relativi all’

appartenenza ad un gruppo)4. Bisogni dell’ego (beni/servizi “status symbol”)5. Bisogni di autorealizzazione (beni/servizi

gratificanti sul piano interiore)

81

Page 82: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

DAL BISOGNO ALL’ACQUISTO

Influenzare il cliente fino ad INDURLO ad acquistare un prodotto/servizio significa averlo convinto dei VANTAGGI/BENEFICI

che saranno procurati dall’acquisto

Occorre comprendere le ESIGENZE (= bisogni) da soddisfare nel cliente e la sua

REALE motivazione d’acquisto82

Page 83: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL PROCESSO DI ACQUISTO

1. Esistenza oggettiva di un bisogno2. Presa di coscienza da parte del soggetto3. Volontà di soddisfare quel bisogno4. Decisione della migliore soluzione possibile quanto a

costi/benefici (= valutazione di acquisto)5. Avvio di azione coerente (= comportamento di

acquisto)6. Decisione di acquisto7. Esito (soddisfazione totale/parziale/nulla)

83

Page 84: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La relazione commerciale con il Cliente in Banca

Page 85: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL PERCORSO DELLA VENDITA&

GIUSEPPE VERDI ….

Una cosa ricordo con particolare affetto nella mia “carriera”….

Un acronimo che CI CONDUCE alla VENDITA PERFETTA!

POSSIBILE?

SE VI DICO AIDA, a cosa pensate?85

Page 86: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL PERCORSO DELLA VENDITA:UN CRESCENDO ROSSINIANO

Qualcuno avrà indovinato?NON LO SO …

Ma AIDA significa nella e per la VENDITA una cosa sola:

Saper suscitare nel nostro interlocutore: A ttenzione I nteresse D esiderio … e …. A CQUISTO 86

Page 87: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA VENDITA RICHIEDE:

Alternanza tra momenti di contenuto razionale e momenti di contenuto

emotivo Utilizzare solo contenuti razionali (es.

erogazione, costi) è INSUFFICIENTE per creare la motivazione

Necessità di sollecitare ANCHE l’aspetto emotivo (es. interessi personali, affetti) nel proprio interlocutore (con commenti ad alta voce, inviti a ricordare/immaginare,

etc.) 87

Page 88: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE 5 FASI DELLA VENDITA Approccio (creare un clima favorevole = consigliabile la

“rottura del ghiaccio”, es. cenni sulla cronaca sportiva e cordialità)

Presentazione (occorre saper presentare sé stessi e i prodotti/servizi, trasmettendo fiducia al cliente)

Ascolto (lasciare spazio alle domande/obiezioni del cliente senza interrompere e dando conferme)

Proposta (fornire “soluzioni”, in base ai bisogni emersi) Conclusione (in autonomia, o inviando dal

collega/commerciale, a seconda del prodotto/servizio, sempre con atteggiamento “sdrammatizzante”)

88

Page 89: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ESAME PREVENTIVO DEL PROFILO DEL CLIENTE

Profilo professionale → anni e natura attività, caratteristiche tecniche

Profilo personale/familiare → età, preferenze, inclinazioni, stato civile, figli, parenti, affini

Profilo patrimoniale → immobili per abitazione, per studio/ufficio

Profilo finanziario → investimenti in valori mobiliari, stato di liquidità

89

Page 90: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

L’ASCOLTO NELLA VENDITA DI PRODOTTI FINANZIARI

Nella vendita dei prodotti/servizi finanziari è FONDAMENTALE verificare più volte l’opinione del

cliente nel corso del contatto

Il prodotto/servizio (es. prestito) deve servire alle sue REALI necessità presenti o future

Un intervento non calibrato può generare il rischio di potenziale “infedeltà’’ 90

Page 91: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ASCOLTO “ATTIVO”SAPER DISTINGUERE

Se non si presta ascolto al cliente, può accadere che:

Si tende a sentire ciò che si desidera (quasi proiezione)

Si sente ciò che ci si aspetta già di sentire

Non si coglie la differenza tra i contenuti possibili (es. commento, domanda, obiezione etc.)

NON SAPER ASCOLTARE può portare a reazioni difensive controproducenti!!! 91

Page 92: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

SFRUTTARE I BISOGNI ATTUALI E LE ASPETTATIVE NON IMMEDIATE DEL

CLIENTE Bisogni che scaturiscono dall’attuale “tenore di vita”

quale indicatore di esigenze espresse (vedi

es.)

Il cliente è “spinto” da bisogni IMMEDIATI di

capitale (esternati perché sentiti)

Bisogni che scaturiscono dall’attuale “tenore di vita” quale indicatore di esigenze

inespresse (vedi es.)

Bisogni NON immediati, spesso relativi al FUTURO

(non esternati perché meno sentiti)

Non meno importanti 92

Page 93: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE DOMANDE AL CLIENTE

Servono a controllare l’esattezza delle info già

disponibili, acquisirne altre e chiarire bisogni/esigenze del

cliente

93

Page 94: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

FORME DI DOMANDA

Domande APERTE

Quando volete che il cliente dia un’opinione (es. “Posso chiederle

come mai?”) o chiarisca alcuni aspetti

Quando volete che il cliente dica “si” o “no” (es.

“E’ soddisfatto della sua banca abituale?”) o per

ottenere un assenso/numeri/dati

…Perché, che cosa, mi spieghi, come…Uso:

Uso:

Domande CHIUSE

…Dove,quando, quanto

o verbi…

94

Page 95: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

TIPOLOGIA DELLE DOMANDE

Informative (raccolta info/base, es. “Ha gia’ sperimentato altri tipi di pagamento?”)

Selettive (individuare i criteri di giudizio del cliente, es. “Tra i prodotti esaminati, quali preferisce?”)

Di verifica (ricapitolare quanto detto, es. “I punti essenziali sono questi…ho capito bene?”)

Interpretative (interpretare il pensiero del cliente, es. “Se ho capito bene, lei mi sta dicendo…”)

Motivazionali (info sulla “molla” del cliente ad agire, es. “Quanto è importante per lei…”)

Con appendice giustificativa (appendice che spiega il motivo della domanda per tranquillizzarlo se in ansia/imbarazzo, es. “Posso sapere…? Glielo chiedo perché…”, es. richiesta documenti)

95

Page 96: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL RUOLO DELLE OBIEZIONI

L’obiezione è una manifestazione verbale attraverso la quale il potenziale cliente

esprime uno stato TEMPORANEO di perplessità, resistenza, dissenso e

opposizione

Indicatore di INTERESSE e

ATTENZIONE nei confronti dei messaggi

ricevuti

INEVITABILE in una trattativa di vendita (fa parte del “confronto”) 96

Page 97: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ANALISI DELLE OBIEZIONI

ORIGINE Perplessità del cliente

Quando il cliente è

“chiuso” nei confronti

dell'operatore

(Es. info scarse)

OBIEZIONE = resistenza al

cambiamento, esperienze

passate negative97

Page 98: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

SUPERARE L’OBIEZIONE

Il SUPERAMENTO dell’obiezione da parte dell'operatore costituisce un passo

avanti nel processo di comunicazione

Il NON SUPERAMENTO crea una situazione di stallo o di rifiuto

Molti operatori “temono” l’obiezione 98

Page 99: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COME GESTIRELE OBIEZIONI

1. Non urtare il cliente, contestando l’obiezione (= pensiero del cliente)

2. Ascoltare senza interrompere, cercando di individuare il tipo di obiezione (razionale o emotiva)

3. Accettare l’obiezione del cliente per “conquistarne” la complicità

4. Dare SUBITO una risposta, espressa con parole chiare e positive

5. Evitare info non richieste, parlando oltre il dovuto

MAI ignorare l’obiezione

99

Page 100: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA TECNICA DEI 3 TEMPI

Si basa sull’utilizzazione di:

Presente Imperfetto Passato prossimo

1. “Capisco perché la pensa (= presente) così” → tampone

2. “All’inizio anch’io lo credevo (= imperfetto) → empatia3. “Allora ho cercato di capire ed ho scoperto (= passato

prossimo) che rispetto alla concorrenza è molto più bassa e non ci sono ulteriori spese

Es. Obiezione cliente: “La vs. rata è alta”Operator

e:

100

Page 101: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA VENDITA in Banca: non solo Prezzo, Tasso & Condizioni!! 101

Page 102: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA TRATTATIVA

Nel corso della trattativa, il cliente potrebbe cercare di dubitare del servizio offerto in cambio del prezzo richiesto e

chiedere una riduzione dello stesso

Compito dell'operatore è:

• Valorizzare i VANTAGGI/BENEFICI del servizio, forse non ancora chiari al cliente

• Proporre soluzioni ALTERNATIVE (es. altri servizi)

102

Page 103: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL PREZZO: IL PREZZO: FATTORE OSTATIVO O SEMPLICE FATTORE “OGGETTIVO”?

Il prezzo di un determinato prodotto/servizio sarà accettato dal cliente se si sarà convinto- o

l’avremo convinto- dell’esistenza di una contropartita ADEGUATA

Compito dell'operatore è VALORIZZARE la contropartita, esplicitandola sotto forma di

REALI BENEFICI (es. denaro guadagnato/risparmiato, tempo, piacere)

103

Page 104: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COME “VENDERE” IL PREZZO

NON soffermarsi sull’aspetto economico, ma sulle SOLUZIONI proposte (enfatizzando

i benefici)

NON PRESENTARE esplicitamente il prezzo fino a quando non saranno esposti TUTTI i benefici e il cliente non si sarà convinto

della possibilità di ricevere PIU’ di quanto non spenda

104

Page 105: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

NON SOLO PREZZO:FATTORI CHE QUALIFICANO IL SERVIZIO

BANCARIO

Affidabilità → corrispondenza tra prestazione/aspettative

Competenza → capacità di realizzare il servizio Credibilità → corrispondenza tra

affermazione/esecuzione Tecnologia → strumenti e tecniche per realizzare il

servizio Capacità di risposta → rapidità di erogazione del

servizio Comunicazione → modalità relazionali con il cliente

105

Page 106: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

“VENDERE” IL PREZZO A SECONDA DELLA PROPRIA

“POSIZIONE” DI MERCATO

Prezzi ALLINEATI

al mercato

Prezzi PEGGIORI

del mercato

Prezzi MIGLIORI

del mercato

La trattativa si sposta AUTOMATICAMENTE

su fattori diversi dal “prezzo”

(VALORI)

La trattativa si sposta DELIBERATAMENTE su fattori diversi dal

“prezzo”

(VALORI)

La trattativa si basa AUTOMATICAMENTE

sul fattore “prezzo”

(e sui VALORI)

La Trattativa si basa SEMPRE sui VALORI, a volte ANCHE sul “prezzo”

106

Page 107: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL PRIMO PASSO: LA TECNICA DEL “FRAZIONAMENTO

FIGURATO”

Consiste nel RIPARTIRE il prezzo in frazioni

temporali (es. 12 mesi o 365 giorni) e nel compararlo con un PARAMETRO AD EFFETTO con commento

a voce alta

Spese periodicamente affrontate per una

tazzina di caffè, una birra, un panino

Evidente effetto “sdrammatizzante”Evidente effetto “sdrammatizzante” 107

Page 108: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL SECONDO PASSO: LA TECNICA DEL PANINO

PREMESSA

APPENDICE PREZZO PREZZO

(preceduto dallaparola “solo”) Commento

“sdrammatizzante”

Riepilogo benefici

+ +

Riduce stress da onere monetario e porta il cliente a NON concentrarsi sull’aspetto economico

MAI terminare un messaggio, nel corso di un colloquio di vendita, con l’esplicitazione del prezzo 108

Page 109: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

L’attività commerciale e la relazione con il Cliente in FILIALE

Page 110: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA GESTIONE OPERATIVA DELL’ LA GESTIONE OPERATIVA DELL’ ATTIVITÀ DI VENDITAATTIVITÀ DI VENDITA

Pianificare i tempi a disposizione (seguire i “tempi” interni)

Focalizzarsi sui nominativi dei clienti Individuare spazi di tempo da dedicare

all’analisi/apprendimento dei nuovi prodotti/servizi Procurarsi la documentazione a supporto di

prodotti/servizi (brochure sempre indispensabile?) Saper “cogliere” le occasioni di Sviluppo (telefonate) e

di vendita Evitare tempi “morti”, dando supporto al titolare

110

Page 111: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IN SITUAZIONI FAVOREVOLI (POCHI CLIENTI IN FILA E/O IN FILIALE)

L’Operatore può prendere un’iniziativa promozionale quando si trova a contatto anche con

un Cliente occasionale per:

-Incasso di un assegno (compatibilmente con le procedure interne)

-Pagamento allo Sportello di una utenza o simili

-Altri momenti di incontro con clienti occasionali111

Page 112: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IN SITUAZIONI FAVOREVOLI (POCHI CLIENTI IN FILA E/O IN FILIALE)

L’Operatore può parlare direttamente della promozione, se la trattativa non pone particolari difficoltà/rischi

(ad es. se il cliente è disponibile a parlarne in quel momento)

L’Operatore può indirizzare il cliente al collega del commerciale, in caso di trattativa complessa

(ad es. se il cliente è disponibile a parlarne in quel momento)

112

Page 113: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IN SITUAZIONI SFAVOREVOLI (AD ES. PRESENZA DI FILA/CLIENTE CHE NON

HA TEMPO)

L’Operatore può prendere nota dell’incontro e segnalare il nominativo

al collega del commerciale e richiamarlo/farlo richiamare

successivamente (cd.tto “telecross”)

113

Page 114: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Conclusione della trattativa e la prospettiva “Win-Win”

Page 115: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

NOTE SULLA CONCLUSIONE

Molti operatori/consulenti tendono a viverla con “ansia”, tanto da rimandarla

Agire con DECISIONE e TEMPESTIVITA’

Chiusura PREMATURA = cliente ancora

“acerbo” e impreparato

Chiusura TARDIVA =

cliente valuta la concorrenza

Es. “Perché non ci pensa e mi chiama quando decide?”

115

Page 116: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

GRAFICO DELLA CHIUSURA

TEMPO

→ → → → → → → → → → → → → → → → → → → → → → → → → →

Fase precedente

Area di chiusura Fase successiva

Probabilità di chiusura MINIME

Probabilità di chiusura

MASSIME

Probabilità di chiusura MINIME 116

Page 117: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

PAROLE/FRASI DA EVITAREALCUNI ESEMPI

Di solito il cliente non ricorda quello che si dice prima del “ma…”, ma solo la frase successiva. Meglio evitare, per essere ascoltati fino alla fine

Implica aggravi di tempo, noie. Meglio dire “Il prezzo è…”

La gente non ama i problemi. Meglio dire “Mi dica cosa è successo”

Non posso, deve,no, mai

Irritano il cliente

Problema

Ma…

Costare

117

Page 118: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

L’ALTERNATIVA POSITIVA

In fase di conclusione (proporre servizio/prodotto, etc.), occorre evitare di dare

al cliente la possibilità di rispondere “no”ESEMPI:

“Allora, preferisce questa tipologia di servizio o

quest’altra?”

“Allora, vuole questo servizio?”

“Le va bene domani alle 15 o dopodomani alle

17?”

“Possiamo prendere un appuntamento

telefonico?”

SBAGLIATO GIUSTO

118

Page 119: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COME INDIVIDUARE IL MOMENTO GIUSTO?

I SEGNALI D’ACQUISTO

Costituiscono una sintomatologia che, sotto forma di domande, affermazioni o altre reazioni del cliente, contiene e indica un

interesse diretto

Per un particolare effetto paradosso (causato da emotività), molti operatori mostrano un calo di tensione proprio quando il

cliente manifesta chiari segnali d’acquisto

119

Page 120: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

TIPI DI SEGNALI D’ACQUISTO

VISIVI EVIDENTI: annuizioni, assensiINTUITIVI: sorriso, postura rilassata, gestualità

VERBALI

ESPLICITI: “mi piace”, “mi ha convinto”, “va bene”, “ok”, “d’accordo” IMPLICITI:

DOMANDE: “… e quanto mi verrebbe a costare?”, “… quali condizioni mi pratichereste?”, “… in quanti giorni il servizio è disponibile?”RICHIESTE: “… ha un depliant su questo prodotto?”, “… mi mostri l’articolo che ne parla …”OBIEZIONI: “… mi spiace, ma ancora non ci siamo”, “le condizioni non sono davvero il massimo”, “il prezzo mi pare un po’ alto …”

120

Page 121: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LA CONCLUSIONE DEL COLLOQUIO DI VENDITA

Attraverso i segnali d’acquisto, il cliente ci informa che esistono le condizioni oggettive per

una conclusione favorevole della trattativa

COME procedere?1. Cogliere i segnali d’acquisto

2. Formulare un invito esplicito all’acquisto (tutti gli argomenti sono stati già adoperati), attendendo la risposta senza “mettere fretta”

121

Page 122: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

NELLA CONCLUSIONE SI RIEPILOGA:

Cosa sarà consegnato (prodotto) o erogato (servizio)

Dove, come, quando Prezzo e condizioni Operazioni da effettuarsi Info che riceverà il cliente e periodicità Tipo di assistenza e modalità

122

Page 123: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Gestione del CONFLITTO

L’importanza del POST- VENDITAL’importanza del POST- VENDITA

123

Page 124: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

“Lo scopo del venditore non è ottenere l’ordine, ma costruire un SOLIDO RAPPORTO CON IL CLIENTE”: ……

inclusa la GESTIONE del POST VENDITA e DEI CONFLITTI, eventuali,

INSORGENTI con la CLIENTELA124

Page 125: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Cosa significa, per Voi, procurare la soddisfazione

del Cliente?

Quanto, da 1 a 100, è decisivo il vostro ruoloil vostro ruolo nel procurare la soddisfazione del Cliente?

Page 126: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

METTIAMOCI ALLA PROVA!!!ESERCITAZIONE INDIVIDUALE

Page 127: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

DEBRIEFING (PLENARIA) ESPERIENZA

CATTIVAQUALITÀ

______________________________________________________________

______________________

ESPERIENZA BUONAQUALITÀ

______________________________________________________________

______________________

RISULTATI

_____________________________________________________________________________________________

___

EVIDENZE

_____________________________________________________________________________________________

___

Page 128: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

“Le conseguenze della non qualità” Lavoro attivo in plenaria : prendete l’esercitazione

precedenteESERCITAZIONE 1- ODS - Qualita'.doc

Ricordate la situazione negativa dell’esercizio precedente?In quell’occasione l’amaro ricordo di un’esperienza negativa

ha prodotto in noi determinate conseguenze e con gli effetti che Voi stessi avete descritto.

E’ sufficiente questa vostra esperienza personale affinchè possiamo riflettere in maniera seria e

definitiva sulle conseguenze della non qualità?Le avevamo, forse, sottovalutate prima Le avevamo, forse, sottovalutate prima

d’ora?d’ora?

Cosa determino?

Page 129: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La strategia: La Qualità ed La Qualità ed il Valoreil Valore

Il valore è generato dalla contemporanea presenzacontemporanea presenza di

QUALITA’ OPERATIVAQUALITA’ OPERATIVA(ad es., nello svolgimento svolgimento

delle delle VARIE ATTIVITA’ di pertinenza )VARIE ATTIVITA’ di pertinenza )

QUALITA’ DI SERVIZIOQUALITA’ DI SERVIZIO(nella soddisfazione dei bisogni soddisfazione dei bisogni

del Clientedel Clienteattraverso la Gestione efficaceGestione efficace

della RELAZIONEdella RELAZIONE)

&

Va da sé che il valore è distruttovalore è distrutto quando manca anche solo una delle due qualità!

Page 130: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

4 passi nella QualitàQualità tecnica (del prodotto): definire, ad es., che un

bonifico bancario deve essere eseguito nel tempo definito;Qualità erogata: l’attività e la relazione del personale con

il Cliente. In Filiale questo tipo di qualità è determinante.Qualità percepita: presuppone le precedenti e consiste

nella valutazione operata dal Cliente;Valore globale della qualità: quanto volentieri il Cliente

continuerà a servirsi da noi , quanto parlerà bene del nostro servizio/prodotto, quante persone ci presenterà, etc …

Come è visibile, l’ultimo elemento determina gli effetti sul mercato che la nostra

qualità(o meno)produce!

Page 131: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Qualità nei serviziE’ il grado di soddisfazione che un prodotto/servizio può dare

ai bisogni, alle aspettative ed ai desideri dei CLIENTI cui è destinato.

Si parla di QUALITA’ ATTESAQUALITA’ ATTESA per significare quella che il Cliente si aspetta di ricevere.

Si parla di QUALITA’ PERCEPITAQUALITA’ PERCEPITA per significare quella che il cliente ha effettivamente ricevuto.

Come sarà il nostro cliente, a seconda che si verifichi che la QUALITA’ ATTESA > QUALITA’ PERCEPITAQUALITA’ ATTESA > QUALITA’ PERCEPITA QUALITA’ ATTESA < QUALITA’ PERCEPITAQUALITA’ ATTESA < QUALITA’ PERCEPITA QUALITA’ ATTESA = QUALITA’ PERCEPITA

…. ??? ….

Page 132: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Colui che utilizza un prodotto/servizio, cioè il CLIENTE, valuta la qualità in maniera

Soggettiva – Comparativa - Selettivascegliendo tra i suoi vari elementi ed operando la

sua valutazione.

Essa riguarderà la qualità tecnica, la qualità erogata, la qualità percepita, che insieme

conducono al VALORE GLOBALE DELLA QUALITÀ.

Il Cliente e la Qualità

Page 133: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Qualità e l’Immagine La Qualità e l’Immagine AziendaleAziendale

I I COMPORTAMENTICOMPORTAMENTI incidono su … incidono su …

… e determinano l’immagine e determinano l’immagine aziendale!!aziendale!!

QUALITÀ EROGATAQUALITÀ EROGATAIl rispetto dello standardIl rispetto dello standardche l’Azienda ha promessoche l’Azienda ha promesso

QUALITÀ PERCEPITAQUALITÀ PERCEPITAIl livello di soddisfazioneIl livello di soddisfazione

valutato dal Clientevalutato dal Cliente

Page 134: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

134

La Gestione del CONFLITTO,una La Gestione del CONFLITTO,una questione di QUALITÀ!!!questione di QUALITÀ!!!

Page 135: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Comportamento conflittuale

azionescatenanteaggress io n es tru m en tale

opposizionereazio n e

o s tileall 'aggress io n e

resistenzap erseveran za e

in ten s ificazio n ed ell 'az io n e

in terazion eca ra tterizza tad a d isa cco rd oo o p p o sizio n e

Page 136: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Ostacoli alla gestione costruttivaOstacoli alla gestione costruttiva dei conflitti dei conflitti

Credenze Processi

Stileattributivo

Abilitàdisabilità

Il quadrantedella mente

Page 137: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

credenzecredenze

Page 138: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

I processiI processi

Le credenze costituiscono delle “batterie” che caricano alcuni fondamentali

processi cognitivi

Selezione arbitraria delle informazioni:

considero validi solo quegli aspettiche sono coerenti con le mie credenze

Estendere, in modo arbitrario,le caratteristiche di una

persona o di una situazione, a una moltitudine

di persone o di eventi

Page 139: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

processiprocessi

Insistenza su sceltedicotomiche

una delle quali escludel’altra.

conseguenza:accettazione o rifiuto

acritici

Molte nostre azioni vengono guidate dallaconvinzione di avere

intuito e decifratoi pensieri dell’altro

conseguenze:la profezia si autoavvera

Page 140: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Attribuzioni esterne Attribuzioni esterne

Risultato positivo o negativo

Quando si consegueun successo o un fallimento

viene attribuitoal caso,

alla fortunao a caratteristiche

legate alla situazione

Page 141: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 142: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La fallacia del controlloLa fallacia del controllo

Ipocontrollo:ci si sente impotenti

ad alterare il corso degli eventi(non siamo mai responsabili) Ipercontrollo:

convincimento esageratodella propria capacità di

modificare gli eventi(se tutto dipende da noi

siamo sempre responsabili)

Modo erroneo di valutare il gradocon cui riusciamo ad influenzare e

controllare gli eventi

Page 143: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Convinzioni

Attribuzioni

Processi mentali

Page 144: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 145: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Il ProblemIl Problem SolvingSolving

Page 146: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Capacità dell’individuo di Capacità dell’individuo di saper affrontaresaper affrontare una situazioneuna situazione

problematica nella giusta problematica nella giusta prospettivaprospettiva

Page 147: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La presenza di una richiesta o di una sfida che generatensione o squilibrio

La risposta alla richiesta

Le alterazioni dello stato emozionale

Page 148: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

1° domanda: COS’È UN PROBLEMA?

Abbiamo un problema quando un ostacolo si sovrappone al raggiungimento di un obiettivo.

2° domanda: COME PUÓ AIUTARCI IL PROBLEM SOLVING?

Perché sposta l’attenzione al processo stesso di soluzione dei Perché sposta l’attenzione al processo stesso di soluzione dei problemi invece di soffermarci al solo problema specifico.problemi invece di soffermarci al solo problema specifico.

Page 149: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

In presenza di un problema,In presenza di un problema,

una delle priorità,una delle priorità,

è definire, con cura,è definire, con cura,

quelli che sono i nostri quelli che sono i nostri

OBIETTIVIOBIETTIVI

Page 150: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

DEFINIZIONI FONDAMENTALIDEFINIZIONI FONDAMENTALI

Ostacolo

È uno stato al quale aspiriamo

Problema

È una condizione in cui ciò che stiamo facendo, le azioni abituali, le nostre conoscenze non sono sufficienti per raggiungere i nostri obiettivi.

Obiettivo

È l’insieme degli impedimenti in direzione di un obiettivo.

Soluzione

È l’insieme dei cambiamenti nello stato mentale e nei comportamenti che ci consentono di raggiungere il nostro obiettivo.

Page 151: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE QUATTRO FASI DEL PROBLEM SOLVINGLE QUATTRO FASI DEL PROBLEM SOLVING

1° FASE : IDENTIFICHIAMO IL PROBLEMA/OBIETTIVO

Presuppone un atteggiamento osservativo o conoscitivo

Si tratta di riconoscere ed accettare Si tratta di riconoscere ed accettare i nostri autentici bisogni, i nostri autentici bisogni,

i nostri desideri, le nostre esigenzei nostri desideri, le nostre esigenzee anche le nostre pauree anche le nostre paure

Page 152: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

2° Fase: GENERIAMO DELLE POSSIBILI SOLUZIONIGENERIAMO DELLE POSSIBILI SOLUZIONI

Ha come caratteristica la creatività

Si ha lo scopo di generare soluzioni possibili,

quando un atteggiamento èaperto ad ogni prospettiva

Page 153: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

3° Fase : SCEGLIAMO, VALUTIAMO E PIANIFICHIAMO LA SOLUZIONE

Un atteggiamento realistico

Fase di produzioneFase di produzione

Page 154: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

4° FASE: ESEGUIAMO IL PIANO E VALUTIAMO I RISULTATI

Un atteggiamento mentale

OPERATIVO, PRATICO,

ESECUTIVO

Page 155: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

… con la chiarezza delle idee

… con lacreatività

… conla

critica

… con il realismo

NESSUN PROBLEMAPUO’ ESSERE AFFRONTATO

E SUPERATO SOLO…

Page 156: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Il problem solving può essere considerato,Il problem solving può essere considerato,a ragione, l’arte di armonizzare i nostria ragione, l’arte di armonizzare i nostri

aspetti creativi con quelli aspetti creativi con quelli realistici, pratici, valutativi, realistici, pratici, valutativi,

e di orientarlie di orientarliverso gli obiettivi che verso gli obiettivi che

vogliamo raggiungere ….vogliamo raggiungere ….

Page 157: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Percepire il problema

Accettare il problema eprepararsi al fronteggiamento

Definire il problema

Ipotizzare e adottarestrategie

Fastidio otensione

•Se produce + costi che vantaggi•immodificabilità•attribuito ad altri

•Descrivere•individuare

ambiti e cause

Pensiero•divergente

•conseguenziale

Page 158: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 159: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 160: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Manifestazione di debolezza Mancanza di rispetto

Prova di resistenza Tentativo di stancare l’altro

Page 161: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Comportamenti da evitare Comportamenti da favorire

Interrompere Attaccare Colpevolizzare Parlare troppo Ironizzare Esercitare pressione Minacciare

Ascoltare attivamentePorre domandeEffettuare brevi sintesiFornire informazioni Rispondere senza aggressività

Page 162: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 163: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 164: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Stile aggressivo

Si esprime

Non tiene conto dei bisogni dell’altro

Non intervenire porterebbe vantaggi ad altri È necessario prendere decisioni impopolari

E’ vitale decidere rapidamente

Page 165: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

predispone all’ascolto delle richieste spinge gli altri a richiedere sempre di più

Page 166: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti
Page 167: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IMPORRE

ACCETTARE COMPROMESSI

EVITARE

CEDERE

Trarre vantaggio dalla debolezza e dalla perdita di autorità della persona acquiescente

Sentirsi umiliati e manipolatinutrire rancore

Provare frustrazione espressa in molti modi negativi

Gli altri possono:

Abituarsi a richiedere sempre di più, consapevoli di ottenere

CONSEGUENZE SOCIALI DELLE STRATEGIE SCELTE

Page 168: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

POTENZIARE LA NEGOZIAZIONE CON le Tecniche di Comunicazione Persuasiva

Page 169: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

UN DATO ACQUISITO DI PARTENZA

Siamo TUTTI consapevoli che non è importante solo quello che si dice,

ma COME SI DICE (QUELLO CHE SI DICE!)

(ad es., con sicurezza ... usando un tono di voce fermo, scandendo le parole, facendo

delle pause, con estrema tranquillità) 169

Page 170: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

L’ATTEGGIAMENTO POSITIVO

FONDAMENTALE mantenere SEMPRE un atteggiamento positivo e aperto verso il cliente, nonostante i problemi (inevitabili) che nascono

durante la giornata

Avere il controllo della situazione ANCHE nelle giornate “nere” (= dominare le proprie emozioni)

Se manca l’atteggiamento positivo, anche i migliori skill (capacità, abilità, competenze) diventano inutili 170

Page 171: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ALTRI VANTAGGI DELL’ATTEGGIAMENTO POSITIVO

Ridurre le possibilità di irritare il cliente

Ridurre il proprio stressAumentare il gusto/soddisfazione di

lavorare → lavorare meglioMigliorare l’ambiente di lavoroLa positività è CONTAGIOSA!

171

Page 172: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

I SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI

Possibili frasi di un cliente: Vediamo un po’, mi illustri il suo prodotto (Visivo)

Allora mi dica, mi racconti com’è questo prodotto (Auditivo)

Bene, mi faccia toccare con mano i vantaggi di questo servizio (Cinestesico)

L’operatore dovrà capire a quale cliente dovrà sottoporre una brochure da vedere, quale cliente avrà bisogno di molte

risposte e quale vorrà “toccare con mano” il servizio 172

Page 173: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

LE BASI DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE (PNL)

Riconoscere lo stile di comunicazione del cliente

Adeguarsi al suo stile per soddisfarne i bisogni Immedesimarsi nel cliente (empatia) Rispecchiare il tono, le parole e il ritmo del

discorso del cliente

E’ necessario sviluppare la CAPACITA’ di:

173

Page 174: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

STILI DI COMUNICAZIONE

Orientato all’espressione (espansivo, amante della conversazione)

Orientato al rapporto (apprezza collaborazione e cooperazione)

Orientato al dettaglio (preferisce fatti e dati; vuole conoscere i particolari)

Orientato al risultato (si concentra sui risultati e guarda alle conclusioni senza “chiacchiere”)

Lo stile del cliente nel colloquio di Vendita può essere:

174

Page 175: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

CONOSCERE GLI STILI DI COMUNICAZIONE…

Più il cliente si sente in SINTONIA con voi, MAGGIORI sono le probabilità di

guadagnarne la FIDUCIA

E’ INDISPENSABILE per trattare in maniera efficace con i clienti

175

Page 176: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ADEGUARSI ALLO STILE DEL CLIENTE

Una volta compreso lo stile del cliente, sta a voi ADATTARVI e IDENTIFICARVI con il suo

linguaggio

E’ necessario usare lo STESSO stile del cliente

176

Page 177: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

COME ADEGUARSI (ESEMPI)

Frase usata dal cliente Stile di comunicazione Reazione consigliata

1. “Nel nostro ufficio siamo entusiasti…”

Orientato all’espressione: loquace

Dimostrarsi altrettanto entusiasta e loquace

2. “Ci troviamo veramente bene con voi…”

Orientato al rapporto: parla di cooperazione

Esprimere l’interesse ad instaurare un rapporto duraturo col cliente

3. “Vorrei sapere esattamente quanto tempo ci vorrà…”

Orientato al dettaglio: preciso, chiede come e perché

Indicare con esattezza tempi e particolari

4. “Mi serve un libretto degli assegni…”

Orientato al risultato: concreto e determinato

Dare risposte concrete, senza parole inutili

177

Page 178: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IMMEDESIMARSI (EMPATIA)

E’ molto gratificante, in un momento di preoccupazione o disagio, sentirsi COMPRESI da una persona che si è

immedesimata in noi

L’empatia è uno strumento utile per dimostrare al cliente che comprendete

i SUOI PROBLEMI (= fiducia del cliente) 178

Page 179: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

EMPATIA ED EMOZIONI CHIAVE

Per esprimere empatia in maniera EFFICACE occorre usare parole che indichino le

4 emozioni chiave:

1. ENTUSIASMO

2. TRISTEZZA

3. GIOIA

4. TIMORE

ESEMPI:

“So che cosa prova” → NON E’ sufficiente (bisogna riferirsi alle reali emozioni del cliente)

• “Capisco perfettamente il suo senso d’impotenza”

• “Quello che le sta capitando è gravissimo. Capisco il suo sgomento”179

Page 180: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ENTRARE IN EMPATIA CON IL CLIENTE SIGNIFICA…

GIUSTO: Ascoltare “attivamente” i suoi

bisogni e OSCILLARE tra il suo punto di vista

ed il nostro

SBAGLIATO: Identificarsi

completamente con il Cliente. Rischio: unico

punto di vista (non produttivo per il proprio

ruolo).

L’OSCILLAZIONE è la chiave180

Page 181: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RISPECCHIAMENTO (MIRRORING)

Altra modalità per entrare in

SINTONIA con il cliente e costruire

un rapporto DURATURO

1. Il tono di voce

2. Il ritmo del discorso

3.Parole e frasi

4.Postura

E’ possibile RISPECCHIARE:

181

Page 182: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RISPECCHIARE IL TONO DI VOCE

Il tono di voce varia a seconda dello STATO

D’ANIMO

E’ importante rispecchiare i

SENTIMENTI del cliente

1. Persona anziana che chiede spiegazioni su investimenti (=

apprensione)

Mostrarsi interessati ai suoi problemi

2. Studente che ha appena superato un esame (= eccitazione)

Congratularsi e mostrarsi altrettanto eccitati

Esempi:

Eccezione: clienti “ARRABBIATI” → non imitare, usare un tono fermo ma pacato (rischio “escalation simmetrica”) 182

Page 183: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RISPECCHIAREIL RITMO DEL DISCORSO

E’ importante “seguire” il ritmo del cliente, ma SENZA ESAGERARE (possibile irritazione =

compromissione sintonia)

Chi parla in maniera RAPIDA preferisce che

gli si parli con ritmo similare

Chi parla in maniera LENTA potrebbe

indispettirsi di fronte ad una eccessiva velocità

183

Page 184: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RISPECCHIARE PAROLE E FRASI

Nel ripetere parole e frasi, occorre ricordare di NON RIPETERE A

PAPPAGALLO

Il cliente capisce che non siete sinceri = il rapporto si incrina

Cliente: “Questi continui ritardi mi hanno veramente stancato. Perché debbo perdere altro tempo e insistere perché la

rata risulti regolare?”

Esempio:

Operatore: “Mi creda, sono sinceramente dispiaciuto. Ma lei

non ha alcun bisogno di insistere, perché provvederemo subito al

che la rata risulti regolare, così non perde un minuto di più” 184

Page 185: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

RISPECCHIARE LA POSTURA

Nell’osservare il Cliente e la sua

postura, assumerne una molto simile può

essere di grande aiuto

Percezione di similitudine da parte

del Cliente = riduzione delle

“distanze”

Da evitare quando il Cliente

assume posture di “chiusura”

Attenzione:

Assumere posture di

“apertura”

185

Page 186: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La Gestione del POST La Gestione del POST VENDITA,una questione di VENDITA,una questione di

QUALITÀ!!!QUALITÀ!!!

Page 187: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La gestione del Cliente nel Post-Vendita

“L’Operatore di Sportello gestisce il Cliente rispondendo ai suoi bisogni, dal momento della

Promozione al momento del Post- Vendita”.Ciascuno di Voi sa che questo è un principio questo è un principio

sacrosantosacrosanto nelle organizzazioni/imprese/aziende che si servono del cosiddetto “personale di front line”.“personale di front line”.

Tuttavia è importante capire PERCHE’è importante capire PERCHE’ questo appena citato sia un principio sacrosanto.

Perché lo è, intendiamoci … anche quando “chi ha venduto è un altro e non sono stato io” ed,

addirittura, anche nel caso in cui “neanche conosco colui/colei che si è appena lamentato con me” !!! …

possibile? … … … parliamone insieme …parliamone insieme …

Page 188: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Cos’è il Post – Vendita?

L’Operatore di Sportello - gestore del Cliente ha il compito importantissimo di farsi carico della risoluzione dei farsi carico della risoluzione dei problemiproblemi del cliente successivi all’acquisto di prodotti e del cliente successivi all’acquisto di prodotti e servizi.servizi.

E’ richiesto al personale del front – line di saper accogliere un disagio, un reclamo e – comunque – di saper risolvere una criticità.

Dobbiamo solamente stabilire cosa fare e come farestabilire cosa fare e come fare, avendo come unico scopo quello da cui siamo partiti e cioè:

OTTENERE e PROCURARE sempre e comunque la MASSIMA SODDISFAZIONE

del Cliente anche in quest’occasione!

Page 189: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La corretta gestione del Post – Vendita, infatti, fa crescere fa crescere il patrimonio aziendale.il patrimonio aziendale.

Se il Post-Vendita funziona (tra le altre cose), l’azienda l’azienda acquistaacquista nel tempo nel tempo la fiducia dei clienti.la fiducia dei clienti.

Anche questo consente la buona spendita del nome, la buona spendita del nome, l’autoreferenzialità, il successo sulla piazza.l’autoreferenzialità, il successo sulla piazza.

Tra l’altro, solo poco fa’ abbiamo affermato che “la soddisfazione del Cliente continua e produce la Sua Fidelizzazione”. ..

ricordate?Con altre parole , una corretta gestione del Post-Vendita fa dire

agli altri che “NOI Siamo bravi!!!”… il che è cosa molto differente dal “dirselo da soli”, vi pare? …

L’Effetto della corretta gestione del Post – Vendita

189

Page 190: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Si attua una corretta gestione del Post-Vendita se l’operatore sa comunque offrire al Cliente dell’Azienda:

1.1. Consulenza & AssistenzaConsulenza & Assistenza2.2. Soluzione di CriticitàSoluzione di CriticitàIl Post-Vendita, infatti, è anche e soprattutto:• Dare risposte professionaliDare risposte professionali• Anticipare domandeAnticipare domandeE questo perché nel Post – Vendita :• È sempre compresa la gestione delle la gestione delle

(eventuali) inefficienze aziendali (proprie ed (eventuali) inefficienze aziendali (proprie ed altrui)altrui)

Anche perché …. Il post-Vendita c’è sempreIl post-Vendita c’è sempre e comunque!

190

Page 191: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

L’EFFETTO DEL L’EFFETTO DEL RECLAMORECLAMO

Cosa ci succede Cosa ci succede quando un Cliente quando un Cliente

reclama ?reclama ?

191

Page 192: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

PERDITA DI TEMPOPERDITA DI TEMPO

IL SOLITO R…B…IL SOLITO R…B…

CHI È QUEL…?CHI È QUEL…?

ANCORA UNO…!ANCORA UNO…!

CHI È STATO ?CHI È STATO ?

OGGI OGGI CAPITANO CAPITANO TUTTI A ME!TUTTI A ME!

IO COSA C’ENTRO ?IO COSA C’ENTRO ?

NON SONO IO ILNON SONO IO ILRESPONSABILE!RESPONSABILE!

ACCIDENTI A LUI !ACCIDENTI A LUI !

IRRITAZIONEIRRITAZIONENOIANOIA SECCATURASECCATURASTRESSSTRESS

SINTOMI E COMMENTI “INTERNI”SINTOMI E COMMENTI “INTERNI”

192

Page 193: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Prontuario di… primo soccorso!

ISTRUZIONI PER L’USOISTRUZIONI PER L’USO1. Mai sminuire il problema del Cliente:

mettiamoci nei suoi panni! … Il cliente nervoso o arrabbiato…. ha ha un problema da risolvere!un problema da risolvere!

2. Ascoltare, fare domande: dobbiamo cercare di dobbiamo cercare di capire benecapire bene quello che il Cliente vuole comunicarci, ciò che gli serve!

3. Cercare di agire in prima agire in prima persona e dare comunque persona e dare comunque possibili soluzionipossibili soluzioni che possano contribuire alla corretta soluzione del problema ( ad es. : “le telefono più tardi con delle risposte certe, Sig. Borzumati)

193

Page 194: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

NATURALMENTE NON SEMPRE È POSSIBILE...NATURALMENTE NON SEMPRE È POSSIBILE...

Essere ascoltato, capito, preso sul serioEssere ascoltato, capito, preso sul serio Essere compensato per la perdita di tempo, stress, Essere compensato per la perdita di tempo, stress, ecc…ecc… Essere rassicurato sulle soluzioniEssere rassicurato sulle soluzioni Essere trattato con rispettoEssere trattato con rispetto Essere sicuro che il problema non si ripeteràEssere sicuro che il problema non si ripeterà Essere certo che il suo interlocutore ha le Essere certo che il suo interlocutore ha le competenze…competenze… Essere certo che il suo interlocutore ha le abilità …Essere certo che il suo interlocutore ha le abilità …

COSA VUOLE IL CLIENTECOSA VUOLE IL CLIENTE CHE RECLAMA ?CHE RECLAMA ?

194

Page 195: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

ASCOLTA…E ATTIVATI!ASCOLTA…E ATTIVATI!

ATTENZIONE:ATTENZIONE:Per riuscire comunque nel contatto con il Cliente e per per

continuare a stabilire/mantenere un continuare a stabilire/mantenere un clima clima di fiduciadi fiducia tra il Cliente e l’Azienda nostro tramite, anche e soprattutto nella fase del Post-Vendita è è importanteimportante significare con il nostro comportamento e la nostra capacità comunicativa verbale, non verbale e paraverbale che il Cliente si senta che il Cliente si senta riconosciuto e apprezzato in quanto riconosciuto e apprezzato in quanto persona.persona.

Questo si ottiene con l’Ascolto attivo del Questo si ottiene con l’Ascolto attivo del Cliente -Persona … ma ne abbiamo parlato Cliente -Persona … ma ne abbiamo parlato abbondantemente!abbondantemente!

195

Page 196: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

La gestione del ReclamoLa gestione del ReclamoOccorre sfatare, anzitutto, un mito ed un abitudine “culturale”

molto profonda in noi ….• LA CORTESIA … LA CORTESIA … NON E’ SUFFICIENTE !!!NON E’ SUFFICIENTE !!!Occorre inoltre sapere che non dobbiamo mai …non dobbiamo mai …• SCARICARE LE COLPE SU ALTRI SCARICARE LE COLPE SU ALTRI

SOGGETTI AZIENDALISOGGETTI AZIENDALIOccorre anche ricordare che un “animale ferito” è sempre più

pericoloso di un “animale morto”…• NON PROMETTERE COSE CHE NON SI NON PROMETTERE COSE CHE NON SI

POSSONO MANTENEREPOSSONO MANTENEREE’ bene, al fine, convincersi che…• SPIEGARE NON BASTA … OCCORRESPIEGARE NON BASTA … OCCORRE

IMPEGNARSI A RISOLVERERISOLVERE196

Page 197: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Il Cliente che reclama ci offre un’opportunità: quello di produrre la

Sua soddisfazione. Avere clienti soddisfatti consente di diffondere sempre un’immagine aziendale

positiva. La mina vagante è il cliente che non reclama.

E’ stato calcolato che ogni 100 E’ stato calcolato che ogni 100 clienti insoddisfatti si generano clienti insoddisfatti si generano

1050 contatti negativi!!!.1050 contatti negativi!!!.100 clienti insoddisfatti

4 reclamano

96 non reclamano

91 Perduti

87 divulgano a 10 persone

9 divulgano a 20 persone

Circa 1050 Circa 1050 contatti contatti negativinegativi

Sportello dedicato …

Il Cliente Insoddisfatto, Il Cliente Insoddisfatto, innesco di una dinamica innesco di una dinamica

distruttivadistruttiva

Page 198: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Le TECNICHE di SOPRAVVIVENZA con i CLIENTI

DIFFICILI

!..

*?

*§*

Relatore: Giuseppe Antonino Romeo - Finance & Legal Srl-

Page 199: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Una galleria di tanti Tipi Strani, Una galleria di tanti Tipi Strani, ma reali!ma reali!

Il distrattoIl distratto L’ostinatoL’ostinato

Il collericoIl collerico Il permalosoIl permaloso

L’indaffaratoL’indaffarato L’abitudinarioL’abitudinario

Il maleducatoIl maleducato L’arroganteL’arrogante

Il farfalloneIl farfallone Il sarcasticoIl sarcastico

Il timidoIl timido Il pignoloIl pignolo

… … sono frutto d’immaginazione o esistono davvero?sono frutto d’immaginazione o esistono davvero?

Page 200: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL CLIENTEIL CLIENTE IRASCIBILEIRASCIBILE

Chiave di letturaChiave di lettura Ha bisogno di accettazione, disponibilità e di

sentirsi “padrone della situazione” Si aspetta che Voi siate pronto ad ascoltarlo e ad

assecondare i suoi capricci e/o le sue scenateComportamenti suggeritiComportamenti suggeriti Lasciarlo parlare, mantenendo la calma Cercare di essere rapidi nel rispondere alle sue

richieste Assumere un “atteggiamento aperto” e di “decisa

fermezza

Page 201: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL CLIENTEIL CLIENTE ANSIOSOANSIOSO

Chiave di letturaChiave di lettura Necessita di essere accolto, ascoltato e

rassicurato in un “clima di fiducia e familiarità” Si aspetta che Voi siate pronti a guidarlo e

prendiate le decisioni al suo postoComportamenti suggeritiComportamenti suggeriti Rassicurarlo, con un atteggiamento affabile Identificatevi nel suo problema, cercando

davvero di mettervi nei “suoi panni” e guidatelo verso la soluzione che attende che Voi prendiate per Lui

Page 202: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL CLIENTEIL CLIENTE Super Super EsigenteEsigente

Chiave di letturaChiave di lettura Necessita di attenzione, precisione, disponibilità

e flessibilità alle sue richieste Si aspetta ascolto, collaborazione, esattezza,

affidabilitàComportamenti suggeritiComportamenti suggeriti Prendete nota delle Sue richieste e verificate di

aver ben compreso ciò che davvero gli serve! Mentre prendete nota, è molto utile fare

domande e/o riformulare ciò che vi ha detto (ndr, per essere sicuri di aver capito bene

Page 203: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

IL CLIENTEIL CLIENTE PERDITEMPOPERDITEMPO

Chiave di letturaChiave di lettura Necessita di essere al centro della relazione, di

parlare, di essere ascoltato e di avere tutta l’attenzione per sè

Più incontra gentilezza più la sua “ricerca” aumentaComportamenti suggeritiComportamenti suggeriti E’ meglio “tagliar corto”, con cortesia e risolutezza e

fargli capire che “Oggi non è proprio giornata!”…

Assumere un atteggiamento improntato alla massima efficienza, anche a costo di apparire “un po’ freddi”

Page 204: La comunicazione con il cliente e la gestione dei conflitti

Docente/Relatore:Giuseppe Antonino Prof. ROMEO

Relatore: Dr. Giuseppe Antonino Prof. Romeo - Finance & Legal Srl-

GRAZIE per la GRAZIE per la Vostra Vostra

ATTENZIONE!!!ATTENZIONE!!!