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Arbor&Ligna - Progettazione e allestimento di un container

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Il corso prevede come tema d’esame finale due distinte ma interconnesse esperienze progettuali. La prima fase del corso si concentra sul progetto di un allestimento mobile da realizzarsi all’interno di un container. Il container sarà finalizzato alla comunicazione museale e andrà immaginato itinerante tra i principali siti archeologici, romani e non. L’allestimento interno potrà essere destinato: alla vendita (gadget, libri, ecc.), all’informazione (virtuale e non), all’esposizione di preview (virtuali e non). La seconda fase del corso verrà sviluppato nell’ambito di un workshop internazionale con la partecipazione del prof. Raul Cunca della Faculdade de Belas Artes Universidade de Lisboa. Questa fase sarà dedicata al concept e allo studio di prodotti per l’outdoor coerenti con quanto sviluppato nella prima fase del progetto.

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Cdl in Disegno Industriale | Facoltà di ArchitetturaAtelier di design IVProf.ssa Sabrina LucibelloProf.ssa Federica Dal FalcoStudente: Matricola: ARBOR&LIGNA

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Cdl in Disegno Industriale | Facoltà di ArchitetturaAtelier di design IVProf.ssa Sabrina LucibelloProf.ssa Federica Dal FalcoStudente: Matricola:

Beatrice Castaldo - Carlo Settimio Battisti1559391 - 1529344

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Il container e le sedute oltre ad avere una conne-sione morfologica evidente sono anche seman-ticamente connessi. Le inferriate in corten, tex-turizzate geometricamente riprendendo i motivi creati dai rami della location, diventano spunto morfologico per le sedute da esterni. Individua-ti infatti due segmenti interessanti all’interno della texture, essi sono diventati spunto per la progettazione delle sedute, che sono quindi in-trinsecamente legate alla struttura formale del container. Nella progettazione della texture è stato privilegiato un ornamento di tipo naturalisti-co, e il richiamo allo stile Liberty e Déco è quindi evidente, soprattutto per la location che ospita il progetto. Riflessione interessante e determinan-te per la scelta dei colori è stata l’analisi delle vetrate di Paolo Antonio Paschetto, decoratore e designer che ha concentrato la sua arte tra il liberty e il déco. Fra le sue più celebri decora-zioni ricordiamo infatti le vetrate che non a caso caratterizzano la casina delle civette, in cui spic-cano rose sulle tonalità del rosso e vetri tendenti al grigio. Da questo la scelta di usare il corten, materiale leggero ma resistente e con un colore naturalmente rossiccio e dalla trama imperfetta, ma realizzabile anche in grigio, colori che poi sono stati semanticamente ripresi nelle sedute.

La relazione tra i due progetti

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1. Vetrata principale della Casina delle Civette;2, 3. Dettagli vetrate di Paolo Antonio Paschetto presenti nella Casina;4. Altra vetrata della Casina delle Civette;5, 6. Intrecci dati dai rami degli alberi, concept della texture;7. Esempio di oggetto di design per arredo;8. Intreccio di rami stilizzato;9. Mensola a forma di ramo;10. Seduta Chair One, Magis;11. Seduta Forest, Fast;12. Panca in corten.

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cinta, il Villino Rosso e trasformò radicalmente la Capanna Svizzera che prese l’attuale forma di Casina delle Civette. Successivamente, negli anni venti, Giovanni Torlonia concesse la resi-denza ufficiale a Benito Mussolini che pagava un affitto annuale simbolico di una lira. Nel periodo successivo alla guerra la villa fu abbandonata e visse un periodo di decadenza ma, nel 1978, venne acquistata dal Comune di Roma nel 1977 e trasformata in un parco pubblico. Dagli anni ’90 il Comune ha avviato una serie di consistenti in-terventi di restauro sia del parco che degli edifici: prima la Casina delle Civette, poi il Casino dei Principi fino al recente restauro della Limonaia e della parte settentrionale del parco. Con l’ormai prossimo restauro del Teatro e della Serra More-sca, Villa Torlonia tornerà ai suoi antichi splen-dori. I musei di Villa torlonia ad oggi fanno parte di un progetto che si chiama Roma AEXIBITH, la villa però è conosciuta principalmente come parco e pochi Romani o turisti conoscono o valu-tano con interesse la sua valenza artistica e mu-seale; questo ci ha spinti a sfruttare come punto di partenza forme naturali per richiamare chi si trova all’interno del parco ad avere informazioni sulle mostre e sugli eventi che la villa ma anche l’intera città di Roma offre.

Villa TorloniaVilla Torlonia, la più recente delle ville nobiliari romane, conserva ancora un particolare fascino dovuto all’originalità del giardino pasaggistico all’inglese, uno dei pochi esempi a Roma, e alla ricca, e inaspettata quantità di edifici ed arredi artistici disseminati nel parco. La villa, dal XVII secolo fino a metà del XVIII, era di proprietà del-la famiglia Pamphilj che la utilizzava come tenuta agricola. Venne poi venduta allla famiglia Colon-na, ma la costruzione della villa fu incominciata solo nel 1806 dall’architetto neoclassico Giusep-pe Valadier per il banchiere Giovanni Raimondo Torlonia che aveva comperato la tenuta dai Co-lonna nel 1797. Quest’area fu quindi completa-mente trasformata con viali serpentinati, laghetti e piante esotiche e disseminata di edifici ed arre-di di gusto fantastico: la Capanna Svizzera (poi trasformata in Casina delle Civette), la Serra, la Torre e la Grotta Moresca, il Campo da Tornei, il Teatro, il Casino dei Principi e tanti altri. Nonostante le premesse, Villa Torlonia non fu che in pochissimi casi quel ritrovo mondano e fastoso per l’alta nobiltà romana e straniera che Alessandro, il figlio di Giovanni Torlonia, avrebbe voluto. Il nuovo erede Torlonia, Giovanni, interes-sato quindi al rilancio del nome di famiglia, fece realizzare il Villino Medievale, un nuovo muro di

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1. Entrata posteriore del Casino Nobile;2. Uno dei viali della villa;3. Entrata principale del Casino Nobile;4. Altra vista del Casino Nobile;5. Monumento a Giovanni Torlonia, edificato dal figlio Giovanni Torlonia Jr;6. Statua raffigurante “Il bacio”, famosa fotografia scattata nel 1950 da Robert Doisneau, posiziona-ta nel viale laterale del Casino Nobile;7. La Limonaia;8. Lago del Fucino, situato tra la Casina delle Civette e il Teatro;9. Piazzale principale della villa;10. Viale alberato;11. ALtro riferimento al lago del Fucino;12. Altro piazzale della villa;13. Il Teatro di villa Torlonia, 14. Casina delle Civette;15. ALtro riferimento al lago del Fucino;16. Altro riferimento al Teatro della villa;17. Viale situato sul fianco nord-ovest del Casino Nobile, location del container;18. Vista laterale del Casino Nobile.

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La totale immersione nel verde della villa è da sempre stato sinonimo di eleganza e bellez-za, questo però nel territorio Romano ha poco enfatizzato la sua valenza socio-culturale.Riflettendo quindi sull’idea che la funzione di par-co sia in effetti semanticamente connessa alla natura abbiamo deciso di lasciarci liberamente ispirare da questa. Osservando dal basso verso l’altro ci si accorge di interessanti intrecci forma-ti dagli alberi di pioppo romano di cui la villa è tempestata, e lo spunto è stato subito colto per poter porre di fronte ad un eventuale fruitore una sorta di layer dal quale poter osservare, più che il parco, le ville museali. Così i rami di pioppo diventano fonte ispiratrice per una texture ge-ometrica che andrà a sostituire le lamiere sui lati lunghi del container. Il design si è da sempre lasciato ispirare dalla natura; fra gli esempi più recenti ricordiamo Vitra con Vegetable o con un richiamo più evidente e sentito ci riferiamo allo stile liberty e déco, non lontani dalle svariate de-corazioni presenti in particolar modo all’interno della casina delle Civette. Le vetrate di Paolo Antonio Paschetto, protagonista di una mostra temporanea al Casino Nobile curata dalla pro-fessoressa Daniela Fonti, sono state spunto morfologico e cromatico per la progettazione.

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1. Esempio di vetrata in stile Art Déco della Casina delle Civette, con riferimenti agli alberi di pioppi presenti nella villa;2. Gioco di intrecci dei rami di pioppo;3. Viale alberato di pioppi;4. Esempio texture di rami stilizzati;5. Esempio di vetrata stile Liberty presente nella Casina delle Civette, con riferimenti agli alberi di pioppi della villa;6. Altra vetrata liberty della Casina;7. Vegetable Chair, Vitra;8. Seduta Forest, Fast.

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Calendario multimediale

Mappa interattiva

Paolo AntonioPaschetto

26 Febraio - 28 Settembre

Infografica

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1. Il modellino base visto dall’alto anteriormente;2. Lato posteriore del container; 3. Vista laterale del container;4. Dettaglio della texture e del gioco di ombre che crea all’interno;5. Lato anteriore del container;6. Altra vista frontale anteriore del container.

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Il progetto Ligna è nato grazie alla texture geo-metrica di rami che riveste i lati del container, la quale è diventata ispirazione morfologica per le sedute. Osservato ed analizzato il disegno della texture sono stati selezionati due particolari trat-ti, evidenziati nell’immagine accanto, che sono quindi diventati la base per la progettazione del-le sedute. Orientati quindi verso una seduta non convenzionale di funzione ludica abbiamo pro-gettatto un sistema modulare di panchine, carat-terizzate da quattro sedute ciascuna, che com-poste in maniera corretta designano due rami fratturati. Questo darà l’idea del ramo caduto dall’albero, concept che si rifà al concetto base di natura per cui tutto è nato.Ligna fornisce diversi modi per sedersi, come ad esempio a terra poggiandovi le spalle; inoltre è una delle poche sedute da esterni che permette ai fruitori di posizionarsi frontalmente uno rispet-to all’altro, in modo da agevolare la socializza-zione.Ligna verrà posizionata nelle aree verdi del par-co, dove ricorderà degli enormi rami caduti e frammentati. La sua funzione oltre che quella di seduta anticonvenzionale e di installazione de-corativa servirà come richiamo morfologico ri-spetto al punto informazioni Arbor.

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1. Modulo della texture in cui sono stati eviden-ziati i due segmenti, da cui le sedute; 2. Schizzi iniziali, prima idea; 3. Prima bozza dell’idea finale;4. Schizzi sul progetto finale;5. Sedute singole viste dall’alto, possibili posizio-ni;5. Sedute intere viste dall’alto.

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Planimetria delle sedute unite

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Planimetria delle sedute singole

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Per un rapporto più stretto con l’ambiente e con la morfologia dell’oggetto è stata presa in consi-derazione anche un eventuale produzione in le-gno di quercia, duro e resistente all’intaccatura, usato principalmente nella lavorazione dei mobili da arredo anche per esterni. Per quanto riguarda invece la lavorazione del-le resine termoindurenti, in essa le reazioni di polimerizzazione vengono interrotte a uno sta-dio incompleto, in modo che il materiale possa ancora essere plasmato nella fase di formatura. Queste reazioni vengono poi completate con un successivo riscaldamento, fino all’indurimento ir-reversibile. Il processo di formatura può avvenire attraverso due diverse tecniche di stampaggio: • stampaggio per compressione diretta: si ar-ticola nelle fasi di caricamento della polvere da stampaggio, di riscaldamento, di compressione, di degasaggio e, infine, di formatura; • stampaggio per trasferimento: è un sistema di formatura misto tra lo stampaggio per compres-sione e la formatura per iniezione utilizzata per le resine termoplastiche. Richiede uno stampo con la matrice divisa in due parti: una inferiore nella quale è ricavata l’impronta dell’oggetto da formare, e una superiore contenente la camera di caricamento della polvere da stampaggio.

Il primo materiale preso in considerazione du-rante la progettazione di Ligna è stata la resina fenolica (resina di fenolformaldeide) [PF]. Essa appartiene alla famiglia dei polimeri, in partico-lar modo alle resine amminoplasti ed è ottenuta dalla reazione di fenolo e formaldeide. Fra le re-sine fenoliche ricordiamo la bachelite, materiale che ha rivoluzionato le industrie del design della plastica. Inventata agli inizi del ‘900, negli anni ‘20 fu il primo polimero sintetico a conoscere una produzione industriale di massa. Allo stato naturale la PF è marrone scuro o nero, ma tramite l’aggiunta di additivi si colora facil-mente. Inoltre le resine fenolo-formaldeide, se supportate da un altro materiale solido, possono essere granulate e modellate per stampaggio. I materiali di supporto (detti riempitivi) sono vari; tra essi si annoverano cellulose naturale, fibre sintetiche e grafite; generalmente parliamo di materiali termoindurenti.I vantaggi offerti dalla resina fenolica sia in ter-mini di isolamento che in termini di lavorazione consistono nella bassissima conducibilità termi-ca, nella resistenza al fuoco e nella qualità eco-logica del materiale. Questo la rende ottima per gli esterni, in quanto difficilmente accusano l’in-vecchiamento e l’erosione da agenti atmosferici.

Materiali e tecnologie

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1. Uno dei primi esemplari di telefoni in bachelite;2. Corten colore naturale;3. Corten grigio4. Resina fenolica allo stato puro;5. Lastra di legno di quercia6. Esempio di seduta da esterni in legno di quercia7. Tecnologia dello stampaggio a compressione diretto;8. Tecnologia dello stampaggio per trasferimento di resina.

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