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02 EFFETTO EXPO AL SALONE 11 IL LED ILLUMINA EUROLUCE 18 PADIGLIONI TRA VINCOLI E CREATIVITÀ Mr. Magoo by Linea Light Group, articolo vincitore del Red Dot Award 2015 desig NUMERI, FATTI E PROTAGONISTI DELLA CASA E DEL DESIGN n

02 11 18 padiglioni tra vincoli e creativitÀ...02 effetto expo al salone 11 il led illumina euroluce 18 padiglioni tra vincoli e creativitÀ Mr. Magoo by Linea Light Group, articolo

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designumeri, fatti e protagonisti della casa e del design

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Per il settore del mobile è l’Evento, quello con la E maiuscola, che non può e non deve deludere.Dal Salone del Mobile che si apre martedì 14 aprile a Milano gli espositori dell’arredo di de-sign (2010 quelli del Salone, 700 al SaloneSatel-lite) attendono finalmente il rilancio, confidando

in una serie di circostanze favorevoli. La prima è rappresen-tata dalla svalutazione dell’euro, che rende più conveniente l’acquisto di mobili made in Italy per i mercati trainanti, Stati Uniti in testa (+41,7% l’export a dicembre, gli Usa incidono per circa l’8% sul totale delle esportazioni italiane del mobile). La seconda è nella capacità di attrazione che Milano eserci-ta sui buyer mondiali, rafforzata quest’anno dalla prossimità con l’inaugurazione di Expo 2015. “Il Salone è sempre stato una fiera internazionale e probabilmente quest’anno lo sarà ancora di più proprio per la pubblicità fatta da Expo” affer-ma Carlo Giorgetti, presidente di Giorgetti spa, azienda di Meda (Mb) specializzata nell’imbottito di design.

vento di ripresaIl 2014 è stato un anno parzialmente deludente per il settore legno-arredo. Le indicazioni emerse dal Salone dello scorso anno furono confortanti, poi però le difficoltà dell’edilizia in Europa, alcune tensioni politico/economiche internazionali (Russia in primis) e le incertezze legate ai mercati asiatici han-no spinto i conti al ribasso, con una diminuzione del 2,7% in termini di fatturato e una perdita stimata di 1.600 aziende e 4.000 addetti. Da inizio anno invece l’andamento degli affari

di andrea Guolo

effettoexpo

al salone

La settimana del design anticipa il grande evento che inizierà dieci giorni dopo. Sono attesi più visitatori

extra Ue. L’euro debole aiuta l’export italiano in Asia e Nord America. Passato l’appuntamento, però, sono

pochi i progetti mirati per l’Esposizione.

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sembra essere tornato in positivo. “Il Salone comincia sotto buoni auspici, economicamente ci sono concreti segnali di ripresa e noi come azienda ci contiamo” affer-ma Claudio Feltrin, amministratore delegato di Arper, realtà veneta che ha chiuso il bilancio con un progresso del 3,5% a 55 milioni di euro, per il 95% raccolti grazie all’export. Il mercato su cui punta maggiormente l’a-zienda di Monastier (Treviso) è quello americano. “Ab-biamo avviato ormai da cinque anni una politica di svi-luppo attraverso l’apertura di uno showroom con uffici a Manhattan e l’acquisizione di uno stabilimento logistico/produttivo da 5.500 metri a High Point, la città del mobi-le Usa, che ci consente di offrire un servizio più efficace alla clientela americana. La scelta è stata premiante an-cor prima che iniziasse la svalutazione dell’euro” sotto-linea Feltrin. Le vendite Usa nel 2014 sono aumentate a due cifre, da 5,5 a 7,5 milioni di euro. Expo 2015 sarà inaugurato l’1 maggio, dieci giorni dopo la chiusura del Salone del Mobile, certamente troppi per immaginare che i buyer possano soffermarsi in Italia attendendone l’apertura. Si tratta di una “quasi sovrapposizione” sui cui benefici gli operatori si interrogano: “Non penso che ci troveremo di fronte a particolari cambiamenti – conti-nua Feltrin – ma posso ipotizzare che ne otterremo dei vantaggi in termini di fiducia”. In casa Dorelan, azienda forlivese leader nella produzione di letti e materassi, c’è molta fiducia verso il Salone pre-Expo, a cui si presente-rà con uno stand completamente rinnovato anche nella struttura e con molte novità di prodotto, tra cui spiccano il letto personalizzabile Buster e un altro progetto top secret con design di Enrico Cesana.“Quest’anno – sostiene Riccardo Tura, direttore mar-keting – ci aspettiamo un’affluenza maggiore rispetto al passato grazie alla vicinanza con Expo 2015, che so-sterrà soprattutto le presenze straniere”.

vetrina extra ueI benefici da Expo? “Sono difficilmente prevedibili, an-che perché si tratta di un pubblico diverso rispetto a quello del Salone” afferma Gianluca Armento, brand director di Cassina (Poltrona Frau Group). L’azienda di Meda celebrerà quest’anno il cinquantesimo anniversa-rio della Collezione LC di Le Corbusier proiettando in fiera, in un subpadiglione adiacente al proprio stand, un documentario realizzato in collaborazione con Sky Arte HD e realizzando un allestimento speciale nel proprio showroom di via Durini. “Sarà la vetrina più straordina-ria della nostra storia, una sorta di piccola esposizione universale del movimento dei mobili di Le Corbusier, e la manterremo per un paio di mesi coprendo la parte iniziale dell’Expo” evidenzia Armento. Le aspettative dal Salone sono elevate. “Quanto sta accadendo in am-bito macroeconomico, con il rafforzamento del dollaro sull’euro, offre l’occasione di accelerare l’export verso i Paesi extra Ue dopo un decennio di affanno nel merca-to intracomunitario” sottolinea il manager, che sta spin-gendo lo stile verso l’arricchimento partendo dalle forme e dalla scelta di materiali ancor più preziosi per eviden-ziare la capacità italiana del ‘saper fare’. “La crescita dell’export al di fuori dell’Europa deve essere impostata in maniera equilibrata, senza snaturare l’identità stilistica di un marchio ed evitando quelle caratterizzazioni quasi caricaturali che un’azienda rischia di imprimere se do-vesse assecondare le richieste di alcuni mercati”. Tra le novità Cassina esposte al Salone 2015 spiccano il diva-no Scighera (‘nebbia’ in dialetto milanese, nome scelto per la sua vaporosità di ispirazione nuvolare), disegnato da Piero Lissoni, e la nuova versione della seduta ico-na Maralunga (design Vico Magistretti) resa sfoderabile

Carlo Giorgetti, Giorgio Gobbi e Claudio Feltrin

Poltrona Elisa di Driade

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Salone Internazionaledel MobileMilano, Italy14th-19th April 2015

Pavilion 16 Stand C29 D30

Workplace 3.0Pavilion 22Stand D20 D22

Arper ShowroomVia Pantano 30Milano, ItalyT +39 02 89093865

Kinesit CollectionDesign byLievore Altherr Molina

www.arper.com

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attraverso un intervento tecnico di alta sartoria. Analiz-zando i mercati, le possibili sorprese potrebbero arrivare dall’Asia. Ne è convinto Giorgio Gobbi, amministratore delegato di Calligaris, azienda di Manzano (Udine) che dallo scorso anno è tornata interamente sotto il control-lo della holding familiare con il riacquisto del 40% delle quote dal fondo L Capital. “I primi segnali ci annunciano l’arrivo di più buyer dal Far East, area in cui siamo com-mercialmente presenti in Cina, Giappone, Vietnam e Fi-lippine, dove a marzo abbiamo inaugurato un nuovo ne-gozio a Manila. Gli investimenti internazionali 2015 sono stati però concentrati su alcuni Paesi chiave individuati in Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania e Italia, dove andremo a completarela rete di negozi monobrand e shop in shop. I migliori risultati li stiamo attualmente rac-cogliendo tra Gran Bretagna, Usa e Francia”. La Russia, che garantiva tra il 6 e 7% del fatturato complessivo di Calligaris (il giro d’affari 2014 è stato di 115 milioni di euro, 600 i dipendenti complessivi tra gli stabilimenti in Italia e Croazia), si è bloccata a causa della svalutazione del rublo e del calo dei consumi interni, mentre in Ucrai-na, dove l’azienda è presente nella parte più occiden-tale, non si registrano flessioni di pari entità. Il Salone del Mobile sarà l’occasione per comunicare una svolta interna nell’offerta della società, con la separazione del-

Urban, prodotto da Giorgetti e disegnato da Carlo Colombo. In alto, sedia Jam per Calligaris e a destra Réaction Poétique Collection per Cassina.

le due collezioni Home Collection e Dining Solutions: la prima comprenderà tutte le famiglie di prodotto e sarà rivolta ai rivenditori partner mondiali, 70 monomarca in franchising e 470 shop in shop, mentre la seconda sarà dedicata esclusivamente alle soluzioni per la tavola, si rivolgerà al mercato aperto e ai multibrand di cucina per integrare l’offerta dei produttori specializzati nell’ambito kitchen.

uffici smartL’edizione 2015 del Salone comprende, oltre a Euro-luce, l’appuntamento biennale con Workplace3.0/Sa-loneUfficio, spazio dedicato all’ambiente di lavoro che sarà ospitato nei padiglioni 22 e 24. C’è frenesia tra i produttori di mobili per ufficio, impegnati in un profondo rinnovamento dell’offerta per andare incontro alle nuo-ve esigenze di ottimizzazione da parte di una clientela composta da imprese sempre più smart e connesse h24 con elevate necessità tecnologiche multimediali. Il futuro è di chi innova. “Gli oggetti devono incorpo-rare un’intelligenza che oggi è necessaria per lavorare, l’abbiamo definita ‘internet delle cose’ e costituirà uno scenario rivoluzionario, superiore in termini dimensionali a smartphone e tablet messi assieme” afferma Giulia-no Mosconi, presidente e CEO di Tecno Spa, azienda milanese che l’ex AD di Poltrona Frau ha rilevato cin-que anni fa per rilanciarla attraverso un’innovazione i cui primi risultati sono visibili in prodotti come la se-duta Vela con meccanismo ‘responsive’ nel corpo e il pannello Multy pensato per l’isolamento acustico delle postazioni di co-working. Mosconi archivia un 2014 in forte crescita (+20% il giro d’affari, che supera i 20 mi-lioni di euro) e pone come obiettivo 2015 un ulteriore progresso del 30%. grazie al dinamismo del mercato statunitense e alle prospettive legate al Middle East e allo sviluppo del contract. “Il lavoro più importante che stiamo seguendo è la costruzione del nuovo aeroporto di Doha, in Qatar, un hotel di lusso in Camerun e tanti altri in fase di apertura che comunicheremo nei prossimi mesi” conclude Mosconi, che si appresta a lanciare un progetto in sintonia con il food nel proprio showroom pensato per i mesi di Expo.

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idee per expoChi si attendeva grandi investimenti dalle aziende di arredamento per il post Salone, da esporre durante i 180 giorni di Expo, rischia di rimaner deluso. Il legame dell’esposizione con la tematica “nutrire il mondo” ne fa un’occasione avvertita particolarmente dai produt-tori di cucine, che peraltro quest’anno non espongono in fiera (Eurocucina è un evento biennale e la prossi-ma edizione si terrà nel 2016). La holding ItalianCre-ationGroup ha quindi focalizzato gli investimenti sul proprio brand Valcucine, che creerà per Expo l’instal-lazione Tempting Art (curata da Maurizio Galante & Tal Lancman) coinvolgendo 22 professionisti tra architetti, designer e creativi per interpretare il tema delle emo-zioni legate al cibo creando degli oggetti, mentre la controllata Driade punta sul Salone del Mobile dove presenterà nuovi elementi d’arredo con design di Enzo Mari, Fredrikson&Stallard, Konstantin Grcic e Christo-phe Pillet. Arper ha collaborato con lo studio De Luc-chi, che ha anche progettato il Padiglione Zero di Expo, per realizzare La Passeggiata a Workplace3.0, ovvero l’installazione ideata dall’architetto Michele De Lucchi sul tema degli ambienti di lavoro. Una volta archiviato il Salone, è al vaglio l’ipotesi di spostare a Expo l’in-stallazione, che sarebbe uno spreco utilizzare per soli cinque giorni.Giorgetti sta programmando alcuni eventi nell’atelier di via Serbelloni 14: “Racconteremo storie di eccellen-za di design grazie a un percorso tematico esclusivo, da abbinare sicuramente alla cultura del cibo” rivela Carlo Giorgetti. Dorelan preferisce focalizzare le atten-zioni sul Salone (“Per noi è la vetrina più importante a livello mondiale” sostiene Tura), Calligaris, dopo aver valutato per mesi iniziative specifiche per il periodo maggio/ottobre, ha preferito soprassedere: “Il ritorno non sarebbe stato misurabile, abbiamo un flagship in pieno centro e lo utilizzeremo come vetrina per Expo” conclude Gobbi.

Novità che saranno presentate al Salone. Dall’alto: la seduta Kinesit e il pannello Parentesit by Arper, Buster (letto su misura) di Dorelan, le sedute Vela di Tecno.

Giuliano Mosconi e Gianluca Armento

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fari puntati sull’innovazione. La 28.ma edizione di Euroluce, evento biennale che si tiene a Mi-lano in contemporanea con il Salone del Mobi-le, vedrà gli espositori impegnati in uno sforzo creativo ed economico senza precedenti nel rinnovamento dell’offerta. Il trionfo della tec-

nologia led, consacrato dall’attribuzione del premio Nobel 2014 per la fisica ai ricercatori giapponesi ‘per l’invenzio-ne di diodi ad emissioni di luce blu efficienti’, impone alle aziende del comparto una nuova sfida dettata dal risparmio energetico e dall’adattamento del led alle necessità este-tico/funzionali. “Dobbiamo governare delle complessità maggiori, perché l’illuminazione a led tende a non generare profondità, appiattendo l’impatto della luce negli spazi. Ciò impone alle aziende specializzate una maggiore expertise per gestire le complessità legate a questo rinnovamento radicale, formando e inserendo figure qualificate per il con-trollo della qualità dell’illuminazione” afferma Roberto Zi-liani, amministratore delegato di Slamp e vice presidente nazionale di Assoluce, l’associazione che rappresenta in Federlegno/Confindustria le aziende italiane di illuminazio-ne decorativa. Allo stesso modo la pensa Luciano Iannuz-zi, amministratore delegato di Fontana Arte: “I led hanno alleggerito e reso più funzionali le forme degli oggetti lumi-nosi. Il loro impatto non è limitato alla forma e al design delle lampade: la tecnologia corre veloce e impone alle aziende un aggiornamento costante e continuo”.

di andrea Guolo

il ledaccende

euroluce

Focus su tecnologia e design all’evento biennale dell’illuminazione. È in atto un rinnovamento

radicale per adattare il risparmio energetico alle necessità estetico-funzionali. Obiettivi commerciali:

consolidare l’Europa e crescere extra Ue.

Lampada Dynamic di Linea Light Group

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luce sostenibileIl 2015 è stato proclamato dall’Unesco ‘Anno interna-zionale della luce’: un’occasione in più per trasformare la fiera milanese nell’evento di riferimento mondiale non solo per la presentazione delle novità di prodotto, ma anche per la discussione sulle prospettive della com-binazione tra design, sostenibilità e progresso. I 450 espositori che occupano i quattro padiglioni di Rho-Pero (37.500 metri quadrati di superficie occupata) sono consapevoli dell’importanza assunta in tal senso da Euroluce. “Le tematiche del risparmio energetico che hanno reso il consumatore più sensibile e più consape-vole. Avere un’offerta di prodotti a led è una condizione imprescindibile per operare su questo mercato” rimarca Iannuzzi, che presenterà una collezione molto più ampia e prestigiosa, frutto della collaborazione con designer emergenti (l’azienda milanese ha una vocazione per il ruolo di talent scouting) e da quest’anno con nomi af-fermati quali Karim Rashid, Carlo Colombo, Claesson Koivisto Rune. Una seconda novità è rappresentata dall’utilizzo del vetro, che sancisce un ritorno alle origini per Fontana Arte, nata nel 1932 come divisione artistica di un’azienda vetraria. “Presenteremo infine alcuni no-stri prodotti a catalogo convertiti nella versione a led e in nuove finiture, ampliando così i confini di famiglie già consolidate sul mercato” sottolinea l’a.d.Linea Light Group, tra i pionieri del settore per la tec-nologia led, arriva pronta all’appuntamento. “L’azienda – dichiara il CEO Nicola Vendrame – non ha subìto rivoluzioni ma anzi, ha ricevuto i benefici di questo cambiamento. L’avanzamento tecnologico, la continua ricerca di nuove soluzioni vanno di pari passo con le sempre più esigenti richieste del mercato, che si rende conto che la luce è un elemento essenziale per il benes-sere quotidiano. Il mondo dell’illuminazione pertanto è

alla ricerca non solo di design in termini di forma e stile ma anche di qualità e resa luminosa”. Forte di un fat-turato 2014 cresciuto dell’8% a circa 70 milioni di euro e con previsioni del +5% per l’anno in corso, l’azienda di Castelminio di Resana (Treviso) esporrà tra gli altri il prodotto-icona Moonflower del brand Ma[&]De, siste-ma componibile in materiale termoplastico che richia-ma il fascino delle antiche vetrate gotiche. “Vogliamo proporci come un’azienda in grado di soddisfare le esi-genze del progettista. Creare una sinergia con architetti, interior e lighting designer sarà quindi l’aspettativa mag-giore di questo evento” sottolinea Vendrame, eviden-ziando che i cambiamenti tecnologici in atto nel settore illuminotecnico impongono la necessità di figure che facciano da intermediari tra l’azienda e il cliente finale. “L’analisi dei costi/benefici, una maggiore attenzione ai dettagli e la ricerca di un’illuminazione di qualità stanno velocizzando questo cambiamento culturale”. Luceplan presenta una nuova collezione basata su tec-nologia led di apparecchi di illuminazione pensati princi-palmente per il segmento hospitality, office e home: un cuore hi-tech con la definizione della luce al centro del progetto. “Il design – spiega l’AD Patrizia Vicenzi – è perno di quell’innovazione che le imprese devono per-seguire per dare nuovo slancio alla competitività. È in-grediente fondamentale del made in Italy ma non serve solo a rendere le cose più belle e più piacevoli da usare, devono essere più funzionali e soprattutto devono aiu-tare le persone a rispondere ai cambiamenti”.

Luciano Iannuzzi, Patrizia Vicenzi e Roberto Ziliani

Novità per Euroluce 2015: Chantal di Slamp (design di Dori-ana e Massimiliano Fuksas).

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vendere in dollariConsolidare le posizioni in Europa e approfittare dell’eu-ro debole per spingere in area extra Ue. Sono questi gli obiettivi commerciali di Slamp. “Si tratta di una strategia imposta dalle attuali condizioni economiche e geopolitiche – evidenzia Roberto Ziliani – perché il dollaro forte permet-te a tutti gli operatori di ottenere più spazio negli Usa e in America Latina. La Russia purtroppo, tra svalutazione del rublo e tensioni politiche, ha generato danni piuttosto grossi e non prevediamo miglioramenti. L’Europa, Grecia esclusa, potrebbe finalmente vivere un anno migliore sotto il profilo

Dall’alto, Soleil Noir di Luceplan (design Odile Decq) e Volée di Fontana Arte (design Odo Fioravanti).

economico o almeno umorale”. Slamp è organizzata per coprire tutti i principali mercati mondiali attraverso una rete di retailer competenti e sofisticati. “Abbiamo preferito puntare su di loro perché in alcune zone, è il caso del Far East, ne abbiamo colto la capacità di ra-gionare in maniera strategica. La figura dell’importatore invece, salvo rare eccezioni, è condizionata da difficoltà e limiti di visione”.Linea Light Group ha una presenza sempre più incisiva in Asia, Africa e ha recentemente acquisito la quota di una società americana con sede a Baltimora. “La scelta dell’operazione – spiega Vendrame – è motivata dall’o-biettivo di essere sempre più presenti a livello mondiale sui mercati legati alla progettazione, oltre che per bene-ficiare delle dimensioni e della dinamicità del mercato nordamericano”.Luceplan, consolidato il mercato europeo, cresce a due cifre negli Usa dove ha rinnovato lo showroom di New York e guarda con più attenzione alla generazione giova-ne, raffinata e cosmopolita del mondo asiatico. L’export genera l’80% del fatturato aziendale. “L’ampliamento della distribuzione nel mondo è uno degli obiettivi prin-cipali dell’azienda. Oltre ai nostri store e showroom nel-le principali capitali del design, siamo presenti in circa 1800 negozi multimarca. La selezione dei nostri dealers è sempre più forte e indirizzata a chi davvero dimostra di aver compreso il dna dell’azienda condividendo con noi i valori per poi trasferirli ai propri clienti” precisa Patri-zia Vicenzi, che ha avviato un programma di formazione specifico per i partner.Le aree in ascesa per Fontana Arte sono Stati Uniti, Ger-mania, Gran Bretagna, Benelux, Asia e Dubai; a rischio il mercato italiano, l’Europa orientale (in particolare Russia e Ucraina) e l’Africa del Nord per effetto dell’instabilità politica. “Vogliamo consolidare e rafforzare la nostra presenza e visibilità attraverso l’apertura di nuovi show-room e shop-in-shop, ma anche aumentando la comu-nicazione nei confronti degli architetti e dei prescrittori” afferma l’a.d. Iannuzzi, che non trascura l’e-commerce e soprattutto il contract, considerato obiettivo strate-gico per lo sviluppo aziendale con investimenti in atto nell’inserimento di persone specializzate nei mercati di maggior peso.

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M² – Italian Design Furniture è un in-novativo progetto retail che mira a rinnovare il sistema distributivo

dell’home design made in Italy, in collabo-razione con i soci Innovatec del Gruppo Kinexia e Studio Associato Preger. “Sarà all’insegna del made in Italy – spiega Anto-nio Marmolaro, direttore commerciale di M² – e destinato a un consumatore moderno più evoluto, consapevole dei propri mezzi e delle nuove tendenze di design e di moda, al quale ci approcciamo con un servizio di consulenza altamente professionale”.“Le piccole e medie imprese di fascia medio-alta, cui ci rivolgiamo, – prosegue l’imprenditore – non hanno la forza di sos-tenere investimenti in retail per avere uno sbocco qualitativamente adeguato sul mercato. Entrando a far parte del nostro network di centri di grandi dimensioni (circa

M², nuovo concept retail per il design italiano

Mdf Italia brinda ai 10 anni di Random. La libreria dell’azienda di design dal dna 100% made in Italy, in occasione del decimo anniversario, cambia pelle e si assottiglia dando vita a Random_10th, una limited edition di 100 pezzi firmata dai designer Eva Paster e Michael Geldmacher.Realizzata e assemblata totalmente in Italia, la neonata di casa Mdf Italia è una rivisitazione della Random del passato, ma se ne distacca per composizione e processo di produzione. “Il nostro brand è molto forte in Europa e in Medio Oriente”, afferma Umberto Cassina, presidente di Mdf Italia. “Sotto i nostri riflettori in particolare c’è Dubai, che da quando è diventata un faro mondiale in campo architettonico, risponde molto bene all’offerta dei nostri prodotti”.

Mdf ItalIa, 10 annI dI ‘RandoM’

Chiude con oltre 208mila visitatori e 1.450 aziende (279 straniere) espositrici nei 65mila metri quadrati di superficie della fiera l’edizione 2015 di Made expo. In crescita i visitatori stranieri con 36.103 operatori da tutto il mondo.

Dal 12 al 16 febbraio Francoforte alzerà il sipario sull’edizione 2016 di Ambiente, la fiera internazionale dei beni di consumo organizzata da Messe Frankfurt, il global player fieristico da 550 milioni di fatturato. La cinque giorni di kermesse – che porta in scena una gamma di beni che spazia dai prodotti per la cucina agli articoli casalinghi, dall’oggettistica all’interior design – accoglierà sia key player del settore sia piccole aziende di nicchia e ospiterà tre sezioni tematiche: Dining, Living e Giving. Sotto i riflettori, per la prossima edizione, ci sarà l’Italia che, al fianco di Danimarca, Francia, Giappone e Stati Uniti, sarà Paese partner della kermesse.

aMbIente toRna In SCena a febbRaIo

Il marchio di tessile di alta gamma per la casa Frette, a partire da questo mese di marzo ha un nuovo membro nel team di Andrea Warden. Si tratta di Patrizia Beltrami che assume il ruolo di brand director, in qualità di global marketing e communication director.

FerreroLegno compie 65 anni e archivia il 2014 con un fatturato superiore a 20 milioni di euro e con un ebitda del 15 per cento. “La strategia aziendale - spiega il DG Ilaria Ferrero - è focalizzata sulla crescita di marca e sul retail, soprattutto nei Paesi esteri, che rappresentano oggi il 15% del mercato”.

Beltrami al marketing di frette

Made expo, cresce l’estero ma cala l’italia

Ilaria Ferrero

ferrerolegno festeggia 65 anni

13mila metri quadri), posizionati in location strate-giche e pensati per avvicinare il grande pubblico al design, possono ‘fare sistema’ nel promuoversi in Italia e all’estero”. Ogni location avrà un investitore diverso, si parte con il centro di Roma Castel Ro-mano nel primo semestre 2016 con Ecofim.

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Il mercato globale dell’arte sorpassa i valori ante crisi e raggiunge i 51 miliardi di euro nel 2014 grazie soprattutto ai privati con elevata disponi-bilità. Lo riporta Reuters, che cita un report di European Fine Art Foundation, la fondazione con sede a Maastricht che monitora l’andamento del settore. I dati emersi riportano una crescita del 7% anno su anno, ben oltre i dati del 2007, che si attestavano a 48 miliardi di euro di giro d’affari complessivo. Il record è stato registrato grazie a un’impennata delle transazioni di alto valore (il volume, invece, è sceso): lo scorso anno, infatti, sono state chiuse circa 1.530 operazioni dal valore di oltre 1 milione di euro e 96 hanno superato la cifra di 10 milioni. Gli USA hanno rap-presentato il 39% delle vendite, seguiti da Cina e Gran Bretagna (22% ciascuno).

Bis di nuove aperture nel primi mesi dell’anno per Turri, entrambe all’estero. Lo showroom di Shanghai si sviluppa su un unico livello di 400 metri quadrati al 5F jishengweibang N.75 loushanguan Road, changning district.Il secondo showroom, situato in Cecenia, è di 350 metri quadrati e si colloca nel quartiere più esclusivo e modaiolo della capitale Groznyj. Il negozio monobrand si affaccia su strada con quattro vetrine. Il concept è comune in entrambi gli spazi e rispecchia l’idea di ‘art of living‘ della azienda: colori tenui, laccature con decorazioni manuali, legni preziosi. Tutto impreziosito da boiseire laccate, porte e carte da parati speciali.

La piemontese Bertolotto Porte, specializzata in produzione e commercializzazione di porte da interni e blindate, chiude il 2014 con il segno più e apre un nuovo showroom a Milano. L’azienda, infatti, ha archiviato l’anno con un fatturato di oltre 19 milioni, in crescita di circa il 7% rispetto ai 18 milioni del 2013. Un risultato che, commenta il gruppo, è frutto “dell’ottica di miglioramento e sviluppo”. A celebrazione del traguardo, Bertolotto Porte ha inaugurato, in occasione della fiera Made Expo, uno showroom monomarca in Via Santa Sofia 21. Lo spazio, di oltre 300 metri quadrati, posto su due livelli e con cinque vetrine su strada, ospita una zona all’interno destinata agli architetti, una sorta di laboratorio, da cui il nome Bertolotto Lab, dove i professionisti possono sviluppare i propri progetti con un consulente esperto dell’azienda a loro completa disposizione. Andrea Turri

Luceplan e Mli insieme a New York L’azienda milanese di illumina-

zione Luceplan e la società belga

Modular Lighting Instruments

produttrice di sistemi per l’illumi-

nazione architettonica e tecnica

hanno inaugurato uno showroom

condiviso a New York. L’indirizzo è

14 Wooster Street, a Soho.

Rossana apre a San Marino Il brand di cucine Rossana ha

inaugurato un nuovo showroom

a San Marino, sede storica del

Gruppo Colombini di cui è parte.

Lo spazio progettato dallo Studio

di architettura Venturi, di 400 metri

quadrati, si trova nel Centro Atlan-

te in via Tre Settembre 17.

Per Fiam un outlet del vetro curvato Nuovo design outlet del vetro

curvato per Fiam: un’area di oltre

2mila metri quadrati a Montelab-

bate, in provincia di Pesaro-Urbi-

no, dove sarà possibile acquistare

con sconti significativi gli elementi

d’arredo dei marchi Fiam e Liv’it

by Fiam.

Alias ha concluso l’acquisizione, avviata nel 2010, del pacchetto di minoranza che rimaneva ancora in capo aCassina. Alias e Haworth (che possiede Poltrona Frau Group) manterranno comunque rapporti strategici a livello distributivo e commerciale.In concomitanza con questa oper-azione entra un nuovo socio svizzero che, assieme ai due soci operativi, l’architettoRenato Stauffacher, am-ministratore delegato di Alias dal 1993, e l’architettoAndrea Sanguineti, brand manager dell’azienda, seguirà in conti-nuità lo sviluppo dello storico marchio di design made in Italy nei prossimi anni.Riconquistare l’autonomia societaria ha significato per l’azienda anche preservare i legami con il territorio e con la propria identità, mantenendo le

MeRCato dell’aRte, 51 Mld nel 2014

autonoMIa peR alIaS

tuRRI, doppIa apeRtuRa InteRnazIonale

beRtolotto ChIude a +7%

risorse umane e produttive nella storica sede di Grumello del Monte.Alias ha chiuso il 2014 in crescita rispetto al 2013 e questo nuovo assetto societario garantirà un piano di espansione nei mer-cati oggi in crescita (USA, Middle East, Asia). “L’aver trovato in Beat Zaugg il partner strategico ci permetterà di sup-portare l’espansione internazionale e di ampliare l’offerta di prodotti sia per il mercato domestico che per il contract (uffici, ristoranti, alberghi)”, afferma l’AD Renato Stauffacher.

Renato Stauffacher

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testiMonianze

di Paola cassola

padiglionitra vincoli e creatività

è un’area ‘blindata’ cui si può accedere solo dopo numerosi controlli e con mezzi di tra-sporto dedicati. Ma una volta dentro si viene investiti da un’emozione: una sensazione di grandiosità. Nello specifico, ci siamo ad-dentrati nel Padiglione del Messico guidati

dall’architetto che l’ha progettato: Francisco López Guerra Almada.La struttura si ispira alla forma della pannocchia (il mais è un alimento fondamentale in Messico, alla base di mol-te ricette gastronomiche). Ma il tema portante dell’intero concept è il flusso. “Abbiamo pensato – afferma l’archi-tetto – a rampe, diverse per salire e per scendere, per l’intera percorrenza del padiglione, che si sviluppa per 17 metri in altezza e un totale di quasi 2mila metri quadrati di superficie. L’idea è che le persone non sostino all’inter-no ma si lascino ‘fluire’ dall’ingresso fino all’ultimo livello (l’11°) dove assaporare, presso il ristorante da 70 coper-ti allestito sulla terrazza, le prelibatezze messicane”. Le rampe avranno una pendenza del 6-7%, per agevolare l’accesso ai disabili.

In questa pagina, immagini del padiglione Messico nel sito di Expo 2015 in corso d’opera.

Viaggio all’interno del sito di Expo 2015, con tappa al padiglione Messico che, a forma di ‘pannocchia’, non poteva allinearsi meglio

al tema ‘Feed the planet’.

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Non ci sarà da annoiarsi lungo il percorso che si sno-derà sui diversi livelli: oltre al bar al piano terra dove farà bella mostra di sé una magnolia (albero americano poi esportato in Europa che fungerà da trait-d’union sim-bolico tra i due continenti), lungo i parapetti dei corri-mano e in diversi punti del padiglione saranno collocati monitor e proiettati video e immagini che descriveran-no la cultura messicana e consiglieranno anche come preparare le ricette tipiche del Paese. Nel 2010 la cuci-na messicana è stata dichiarata dall’Unesco Patrimo-nio culturale immateriale dell’umanità. Dal terzo livello scenderà fino all’ingresso una cascata d’acqua a sua volta riflettente immagini.Guerra Almada parla del ‘suo’ padiglione come di “un’architettura effimera, pensata per essere montata e smontata velocemente e per essere poi riutilizzata in altre costruzioni”. Protagonista è una membrana in ETFE, un mix di fibra naturale e fibra plastica fornita dall’azienda italo-francese Serge Ferrari. Fungerà da parete isolante per termoregolare l’interno del padiglio-ne creando un microclima ideale. “La semplicità è la sofisticazione suprema”, commenta l’architetto ripren-dendo le parole di Leonardo Da Vinci, del quale è gran-de ammiratore.Dall’esterno, il padiglione risplenderà di luci e colori, tra i due strati di membrane rivestenti, infatti, saranno inseriti faretti con lo scopo di proiettare luci colorate dif-fondendole tutte intorno alla ‘pannocchia’.Le macro-direttive segnalate dalla società Expo a tut-te le nazioni partecipanti hanno definito il limite degli spazi per ogni padiglione e la presenza di aree verdi obbligatorie. Oltre al cibo, infatti, l’altro tema portante dell’esposizione universale sarà l’eco-sostenibilità.Nessun vincolo in merito alle aziende fornitrici di mate-

riali e arredi: è stata però una scelta comune quella di prediligere le aziende italiane per la fornitura dei mate-riali delle strutture architettoniche, anche per questioni logistiche, mentre gli elementi interni per lo più proven-gono dai Paesi d’origine.Altro vincolo comune è l’altezza massima dei padiglioni che potrà raggiungere i 15 metri con i volumi, per spin-gersi fino ai 17 metri con la copertura.In attesa di conoscere i dati di affluenza dell’esposizio-ne universale, un record nazionale il sito di Rho l’ha già conquistato: il decumano, lungo 1,3 chilometri, vedrà ogni notte nei giorni dell’esposizione entrare mille mezzi pesanti per rifornire i padiglioni e smaltire i rifiuti tenden-do così il sito il maggiore hub italiano di logistica per accesso di veicoli per metro quadro.Un’informazione utile su quando organizzare la propria visita nell’area: in aprile entreranno i contenuti dei pa-diglioni mentre il sito Expo, pur aprendo il 1° maggio, sarà davvero a regime da giugno. Il mese di maggior affluenza previsto sarà l’ultimo, ossia ottobre.

A sinistra, rendering del padiglione Messico a lavori finiti.

Architetto Francisco López Guerra Almada

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intervista

A lato, Sofà by Donghia. Sopra, poltrone Barbacan e Columbia by Rubelli Casa.

di vera Grassia

ruBelli dai tessuti alla casa

Rubelli lancia la linea Rubelli Casa. E taglia il nastro del secondo showroom a Milano. Nicolò Favaretto Rubelli

Dai tessuti alla home. Perché Rubelli Casa?In realtà non siamo nuovi al prodotto finito, cui ci siamo aperti nel 2005 con l’acquisizione del brand americano Donghia. Ma con Rubelli Casa portiamo sul mercato una collezione di mobili più europea, concepita in linea con il gusto del cliente e con la filo-sofia dell’azienda. Composta da 50 pezzi, la collezione home di casa Rubelli spazia tra divani, poltrone, sedie, consolle e tavolini d’appoggio. Completano la collezione tre tavoli da pranzo e una libreria. Nella fase di creazione ci siamo ispirati al design del ‘900, creando prodotti con linee sinuose e raffinate, pensate per essere impreziosite dai nostri tessuti.

Rubelli, già presente a Milano, prende una seconda casa in città. Ma con affaccio su strada. Perché questa scelta? L’attuale showroom in via San Maurilio sorge in un angolo riserva-to, nel cortile di uno storico palazzo del ‘500. Per il nuovo spazio

r ubelli, in occasione della Milano Design Week, apre in zona Brera un nuovo showroom dove, oltre a dare visibilità ai marchi del gruppo, esporrà la linea Rubelli Casa. A parlarne è Nicolò Favaretto Rubelli, AD della storica azienda veneziana di tessuti per arredamento haut de gamme.

abbiamo invertito rotta e optato per una soluzione che garantisse una visibilità immediata alla neonata Rubelli Casa e agli altri brand del gruppo: Rubelli Venezia, Dominique Kieffer by Rubelli e Don-ghia. Con una superficie di 450 metri quadrati su tre livelli, la loca-tion sorge con sei vetrine al civico 9 di via Fatebenefratelli.

In showroom, durante il Salone, ospiterete una mostra di Luca Scacchetti, designer della collezione Rubelli Casa. Quale il lei-tmotiv dell’esposizione? In occasione della prima presentazione mondiale di Rubelli Casa, inaugureremo Furniture Portraits, una mostra con cui l’architetto Scacchetti presenta 45 disegni acquerellati di pezzi poi divenuti prodotti della linea neonata. Realizzati con matite acquerellabili, gli schizzi sono opere d’arte originali, proprio come i nostri prodotti.

Sotto i riflettori, anche Donghia 2015. Quali le caratteristiche?Donghia 2015, coerentemente con la natura del marchio, vanta dettagli particolari che li rendono pezzi di scultura unica. I mobili, puliti e confortevoli, sono realizzati con maestria artigianale e linee sofisticate. Il design è moderno e si arricchisce di elementi come il bronzo o il vetro utilizzati sia nei divani che nei tavolini. Le lampade, molto contemporanee, nascono dall’incontro del vetro soffiato con fogli di metallo.

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intervista

Monumento al rossetto, un progetto architettonico pop che sarà collocato alla Statale di Milano dal 13 aprile al 24 maggio.

di chiara dainese

l’arte del rossetto Per

deBorah Milano

A 15 anni dal suo esordio, il design di Deborah Milano sigilla una collaborazione d’eccellenza con

Alessando Mendini. a partire dal 2008 Deborah Milano ha iniziato a rac-contare all’esterno la sua storia: una ricerca con-tinua di un’estetica accessibile e democratica, ma non per questo meno curata e attenta.Durante la Design Week, il brand sceglie ogni anno di raccontare il proprio impegno nell’ambi-

to del design con progetti entusiasmanti e partnership eccellenti: Frida Doveil e Mario Trimarchi, Gwaenel Nicholas, The Fake Fac-tory, Autoban, Paola Navone hanno studiato per Deborah Milano installazioni diversissime tra loro, tutte accomunate da una stra-ordinaria attenzione per la forma e il colore, interpretati in chiave molto personale. A 15 anni dal suo esordio, nel 2015 il design per Deborah Milano sigilla una collaborazione d’eccellenza con Ales-sando Mendini, che insieme a Sofia Bonetti, direttore artistico di Deborah Group ci raccontano il progetto nei dettagli.

Beauty e design… Cosa presentate per il Fuorisalone 2015?SB: Per noi la Design Week è da anni un momento importante per valorizzare il nostro impegno in questo settore. Ogni anno scegliamo con cura le collaborazioni con architetti di fama inter-nazionale, chiamati a interpretare i valori di Deborah Milano in chiave assolutamente personale e originale.

Quest’anno è stato scelto Alessandro Mendini?SB: Per noi è stata una grande opportunità quella di lavorare con un nome illustre come quello di Alessandro Mendini. Ci accomu-na la passione per il colore (vibranti, vitali, solari) accostati sempre in maniera fantasiosa e originale, per le forme iconiche, e un gu-sto pop, forse anche un po’ ironico.

Come è nata l’idea di scegliere il rossetto?AM: Un enorme rossetto per esprimere l’utopia della bellezza, del destino artistico della cosmesi. Il principio che ha generato il progetto è stata la forma cilindrica dello storico rossetto di De-borah Milano, best seller da tanti anni. La scultura ha la forma di un rossetto per labbra aperto, dove la parte del coperchio fa da appoggio e da base alla parte propriamente del rossetto. La scultura è formata da cilindri di acciaio del diametro di 1,2 metri. Una pellicola a stampa digitale aderente all’acciaio presenta la decorazione ispirata alle ninfee. La scultura si presenta in movi-mento, secondo due assi, che generano diverse visioni e l’uscita del rossetto dal suo contenitore.

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Alessandro MendiniSofia Bonetti

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Due prodotti della nuova Water Effect Collection di Deborah Milano disegnata da Alessandro Mendini.

Da dove ha preso ispirazione per questa scultura?AM: Ci sono infiniti modi per esprimere le energie destinate a una vita positiva e creativa. Fra tutti, ne abbiamo scelto uno, magari inaspettato. È un modo meraviglioso, gioioso e gentile, un picco-lo oggetto. Le parole che bene lo esprimono sono labbra-bellez-za-rosso-energia-arte. È immensa l’energia pittorica e seduttiva esercitata dall’uso di questo piccolo cilindro, una specie di larga e pastosa matita rotazionale con la quale ogni donna, pittrice di se stessa, ridipinge ogni giorno il proprio autoritratto.

Da questa installazione è nata anche una collezione di make up?AM: Ho studiato il pattern che è stato inserito in una collezione ad hoc. La collezione interpreta il tema di Expo ‘Feeding the planet. Energy for life’ in chiave cosmetica: prodotti che trattano la fonte primaria di energia, l’acqua, sotto diverse forme: finish, ingredien-ti e texture.

Come avete fatto a reinterpretare il tema di Expo ‘Feeding the planet. Energy for life’ in chiave cosmetica?SB: È stata una sfida che abbiamo colto con entusiasmo, coin-volgendo non solo il team marketing, ma anche l’R&D e il Trend & Concept departement: il risultato è stato Water Effect Collection, una collezione in edizione limitata che declina il tema dell’acqua (fonte di vita, base primaria di nutrimento, e fonte di energia per definizione) in diverse sfumature cosmetiche. Ecco quindi gli om-bretti Watery Mousse, dalla particolare sensorialità e che garanti-scono un finish make up vibrante, i Liquid Gel Eyeliner, in versio-ne water proof, il Glossy eyeshadow (una chicca per le beauty addict, che potranno ricreare facilmente i wet look visti di recente durante le sfilate) ed infine la rivisitazione della nostra icona, il ros-setto, in chiave super hydrating, con un prezioso pattern firmato da Alessandro Mendini. Parafrasando il tema di Expo.. possiamo dire che con la Water Effect Collection, Deborah Milano si è posta come obiettivo “Feeding Beauty. Energy For Make up”.

Deborah festeggia 15 anni di design nel make up… Ce ne parla?SB: Abbiamo iniziato nel 2000… quando il design era per molti ancora una nicchia culturale, riservata a pochi intellettuali. Noi invece, con l’aiuto di sociologi che ci hanno affiancato in quegli anni (su tutti, Francesco Morace e il suo FCL) abbiamo visto la possibilità di esprimere con maggior compiutezza la nostra mis-sion, quella di democratizzare l’estetica. Con il design, abbiamo dato un ulteriore valore aggiunto ai nostri prodotti. Oltre alla qua-lità e alla ricchezza della gamma cromatica, che da anni le nostre consumatrici ci riconoscono, abbiamo aggiunto la piacevolezza delle confezioni, curate nei dettagli, studiate da architetti di fama internazionale che hanno realizzato per Deborah Milano forme originali. Dal 2008 il nostro impegno si è fatto ancora più evi-dente, grazie alla collaborazione con Interni, con cui realizziamo progetti architettonici esposti durante la design week.

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intervista

di rossana CuoCCio

visionnaire la Passione del

Particolare

Suggestioni teatrali e atmosfere déco. E la natura, che va scoperta come bambini.

Come definisce la realtà di Visionnaire oggi?Nel 2005 abbiamo cambiato l’idea del design made in Italy am-pliandone i processi produttivi e gli orizzonti stilistici. L’azienda che questo mese festeggia i 56 anni della casa madre Ipe e i 10 di Vi-sionnaire, è un modello per il suo mercato di riferimento sotto tanti punti di vista, dall’organizzazione industriale, con le sue sessanta piattaforme produttive artigiane, fino al team e allo stile.

Cosa proponete per il Salone del Mobile?Visionnaire celebra il decennale con due nuove collezioni e allesti-menti. Il primo in fiera denominato “Coup de Théâtre” s’ispira alla nascita della rappresentazione scenografica degli arredi d’interni nei primi anni venti del ‘900. In showroom avremo, invece, un pro-getto firmato a 4 mani da Visionnaire Brand, leader nel mercato cinese, e dall’architetto numero uno in Asia, Steve Leung, un gran-

Leopold Cavalli

Viisionnaire festeggia 10 anni all’insegna del design di lusso. Il Ceo Leopold Cavalli racconta come l’azien-da punti ai 50 milioni di ricavi grazie all’internaziona-lizzazione, alla sinergia con importanti archistar, ma soprattutto alla forza del team e alla produzione arti-gianale rigorosamente made in Italy.

de visionario, coraggioso avanguardista. Siamo partiti da un con-cept che da sempre ci ispira: la natura e il suo duplice aspetto di forza protettiva, ma anche di delicata fragilità. Una limited edition denominata Nature’s Jewel Box da scoprire come si osserva la natura, con gli occhi di bambino. Durante il Salone inauguriamo uno nuovo spazio, Visionnaire Home Philosophy in via Turati 2 che affiancherà Visionnaire Design Gallery di Piazza Cavour. Avete aperto showroom a Shanghai, Pechino e Baku e pros-simamente a Dubai, quali sono i mercati su cui puntate?Visionnaire opera oggi in più di 50 Paesi con una rete di 18 negozi monomarca e attraverso un selezionato network di negozi mul-timarca e department store di lusso. L’obiettivo per il prossimo biennio è di ampliarci in Europa (Parigi, Londra), in Africa, negli Stati Uniti e in America Latina.

Che anno è stato il 2014? Nel 2014 Visionnaire ha superato i 40 milioni di euro di ricavi (+20%) e si propone di raggiungere i 50 milioni per il 2015. L’Ebit-da del 2014 si è attestato al 23% con un’abbondante generazio-ne di cassa. L’export rappresenta oggi l’85% del mercato: la zona Russa e Paesi russofoni rappresentano circa il 25%, un 20% va in esportazione nel Far East (in particolare Cina, Malesia e Indo-nesia) e un 15% va al mondo arabo e saudita. L’Italia rappresenta circa il 15% mentre il restante 20% è generato in Europa (Polonia e Uk in testa) e il 5% negli USA.

Quali saranno i progetti futuri?Quando penso a Visionnaire mi viene in mente un gruppo di per-

sone che non si fermano mai, in corsa per traguardi ambiziosi e per molti impensabili. Siamo solo all’inizio, dobbiamo

portare il marchio a diventare il brand del lusso tra i più desiderati al mondo. Solo attraverso grandi

ambizioni si realizzano grandi progetti.

Sopra un’immagine dell’allestimento ‘Coup de théâtre’ in fiera e a destra Tiway Chaise Longue, design Steve Leung.

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