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1 3. Propagazione dei RAGGI COSMICI nella Galassia Corso “Astrofisica delle particelleProf. Maurizio Spurio Università di Bologna. a.a. 2011/12

3. Propagazione dei R AGGI C OSMICI nella Galassia

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3. Propagazione dei R AGGI C OSMICI nella Galassia. Corso “ Astrofisica delle particelle ” Prof. Maurizio Spurio Università di Bologna. a.a . 2011/12. Outline. La Galassia, il gas intergalattico e il campo magnetico Galattico (§3.1, §3.2, §3.3) - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

1

3. Propagazione dei RAGGI COSMICI

nella Galassia

Corso “Astrofisica delle particelle”

Prof. Maurizio SpurioUniversità di Bologna. a.a.

2011/12

Page 2: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

2

La Galassia, il gas intergalattico e il campo magnetico Galattico (§3.1, §3.2, §3.3)

Origine degli elementi leggeri (Li, Be, B) nei RC per spallazione di C,N,O (§3.4)

Propagazione dei RC nella galassia: il leaky box (§3.5, §3.6)

Variazione della composizione dei RC con l’energia (§3.7, §3.8)

Spettro di energia alle sorgenti (§3.9) L’orologio dei RC e tempo di confinamento dei

RC nella Galassia (§3.10) Dark Matter searches (§3.11)

Outline

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3

Modulazione dei RC di bassa energia dovuta al

ciclo del Sole

Parte dello spettro esclusa

Dalle considerazioni

Le variazioni del ciclo solare hanno effetti per energie < 1 GeV

RC con E > 2 GeV non affetti dal ciclo solare

Flusso di RC di bassa energia (>1 GeV): ~ 1000 p/(m2s sr).

Pensateci prima di offrirvi volontari per una missione su Marte.

Page 4: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

4

3.1 La Galassia Il gas

interstellare o intragalattico (GI) è il mezzo in cui si formano le stelle.

Contribuisce per il 5% alla massa della Galassia

Page 5: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

5

Nubi Gassose Scoperte con astronomia radio Il gas viene riscaldato da vari

meccanismi:- Esplosioni di SN- Radiazione U.V. da stelle giganti- Eccitazione/ionizzazione da RC

Si raffredda con altri meccanismi:- Bremsstrhalung (gas caldi, K>107 K)- Diseccitazione 104 K<T<107 K- Emissione termica

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6

Distribuzione di idrogeno neutro nella Galassia

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7

Figura 17.2 libro

rIG = 1 p/cm3= =1.6x10-24 g/cm3

Densità media del

mezzo Interstellar

e

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8

3.2 Il campo magnetico galattico

Si misura tramite la polarizzazione della luce delle stelle

Intensità media: 3 mGauss

Coerenti su scale di 1-10 pc

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9

9000 stars have polarization measured

mostly nearby (1~2kpc) polarization percentage

increases with distance

Zweibel & Heiles 1997, Nature 385,131 Berdyugin & Teerikorpi 2001, A&A 368,635

Polarizzazione della luce delle stelle: local field // arm

Page 10: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

10

Richiamo: moto di un RC nel campo magnetico

Galattico

)()(

3001)(

////2

GZBeVEcmr

ZeBpcrcZevBrpvrmv

pccmeVpccmeVpccmeV

r30010)10(10310)10(10310)10(

2118

11815

41512

Page 11: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

11

3.3 Curve di rotazione delle Stelle nella Galassia: indizi

di dark matter 1970 – Misurando la velocità di rotazione delle

nuvole di gas nelle galassie si scopre che esse sono formate da una massa molto maggiore di quella che si stimava Se la massa totale della galassia fosse dovuta solamente alla materia visibile (stelle, ...), allora la velocità di rotazione fuori dal disco luminoso dovrebbe diminuire come 1/r.

Dalle osservazioni si ricava invece che la distribuzione di massa deve esserev(r) ~ cost

Page 12: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

12

Curve di rotazione

Page 13: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

13

La distribuzione di massa è:

M(r) ~ rNB: prova a

dimostrarlo! Se la Teoria di

Newton è corretta, le Galassie e gli ammassi debbono essere immersi in aloni di Materia Oscura. In questo caso la materia invisibile sarebbe di gran lunga più importante di quella visibile

Cap. 11

Page 14: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

14

3.4 Misure delle abbondanze degli elementi

nella Galassia Le abbondanze “primordiali” degli elementi

sono fissati dalla cosmologia: 24% (in massa) di 4He 76% (in massa) di H

La nucleosintesi nelle stelle provvede alla sintesi degli elementi più pesanti

Le esplosioni stellari (per M>> Ms) hanno una vita media << all’età dell’Universo e provvedono a rifornire il mezzo IG

Le percentuali dei vari elementi nella Galassia possono essere dedotte in varie maniere

Page 15: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

15

Elementi chimici: genesi

White - Big Bang Pink - Cosmic RaysYellow - Small Stars Green - Large Stars

Blue - Supernovae

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16

Abbondanze dei nuclei nel Sistema Solare

Sono rappresentative delle abbondanze degli elementi nel mezzo interstellare

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17

3.5 Confronto tra le abbondanze dei vari nuclidi

nei RC e nel mezzo IG I RC hanno una composizione chimica

analoga a quella del Sistema Solare (Solar System Abundance, SSA)?

Se sì, questo indica una origine simile a quella del SS.

Le abbondanze degli elementi nei RC si determinano tramite esperimenti di misura diretta dei RC (vedi.)

Si notano alcune discrepanze rispetto al SSA, in particolare in corrispondenza al gruppo Li,Be,B e del gruppo prima del Fe Vedi fig.

Si nota anche un effetto pari/dispari, noto dalla fisica dei nuclei

Page 18: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

18

Abbondanze relative dei RC e del sistema solare (SSA)

J.A. Simpson, Ann. Rev. Nucl. Part. Sci. 33 (1983) 323

H e He sono dominanti (98%), leggermente in difetto rispetto SSA

Buon accordo tra CR e SSA per molti elementi, in particolare C, O, Mg, Fe.

Elementi leggeri Li, Be, B e quelli prima del ferro Sc,V sono straordinariamente abbondanti nei RC rispetto SSA

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19

La composizione Chimica : confronto tra il elementi

prima e dopo il FeC,N,O

Li,Be,B

Fe79, Au

Elementi formati nella Nucleosintesi stellare

Elementi formati nella esplosione (supernova)

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20

La stessa figura…

Page 21: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

21

CHEMICAL COMPOSITION of CR at LOW ENERGIES Intensity (E > 2.5 GeV/particle(m-2 sr-1 sec-1)

Nuclear groupParticle charge,

Z

Integral Intensityin CR

(m-2 s-1 sr-1)

Number of particlesper 104 protonsCR Universe

Protons 1 1300 104 104

Helium 2 94 720 1.6×103

L (=Li,Be,B) 3-5 2 15 10-4

M(=C,N,O) 6-9 6.7 52 14Heavy 10-19 2 15 6

VeryHeavy 20-30 0.5 4 0.06SuperHeavy >30 10-4 10-3 7×10-5

Electrons -1 13 100 104

Antiprotons -1 >0.1 5 ?

Page 22: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

22

3.6 Produzione di Li, Be, B nei RC 6Li,Be,B sono catalizzatori delle reazioni di

nucleosintesi. Ciò significa che NON sono rilasciati al termine della vita stellare. Il solo 7Li ha una piccola percentuale di origine cosmologica, mentre 6Li,Be,B non sono stati prodotti dal big bang.

Li,Be,B sono prodotti temporaneamente durante la catena di fusione, ma vengono “consumati” durante le reazioni (vedere cap. 8): le stelle consumano questi elementi durante la loro vita.

Quale è l’origine di questi elementi rari? Reeves, Fowler & Hoyle (1970) ipotizzarono

la loro origine come dovuta all’interazione dei RC (spallazione e fusione di a + a) con il mezzo interstellare (ISM).

Page 23: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

23

Meccanismo di propagazione

Gli elementi del gruppo M(=C,N,O) sono gli elementi candidati a produrre L(=Li,Be,B) durante la propagazione.

Il processo fisico con cui gli M producono gli L è la spallazione, urto con i protoni del GI. Quale quantità di materiale:

x=rL (gcm-2) i nuclei M devono attraversare per produrre, nel rapporto osservato, gli elementi L.

Il problema può essere impostato con un sistema di equazioni differenziali.

Page 24: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

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• Costruiamo un “modellino giocattolo” di propagazione dei RC, in cui le ipotesi di partenza sono:• Nessuna presenza di nuclei Leggeri (NL) alle

sorgenti dei RC• Una certa quantità di nuclei Medi (NM), che durante la pro-pagazione diminuisce a causa della spallazione

00

00

MM

L

NN

N

• Il processo di spallazione PML :

avviene con una probabilità 0 PML 1. • Sperimentalmente, PML=28%.

.

.

tot

spallMLP

XNpN LM

Page 25: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

25

La tabella con le sezioni d’urto di produzione di frammenti da spallazione di p con Nuclei (cap. 2)

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Partial Cross-Sections for Inelastic Collisions of Protons with CNO { E = 2.3 GeV/N }

Secondary Nuclei Primary NucleiZ A C N O

Li 3 6 12.6 12.6 12.6

7 11.4 11.4 11.4

Be 4 7 9.7 9.7 9.7

9 4.3 4.3 4.3

10 2.9 1.9 1.9

B 5 10 17.3 16.0 8.3

11 31.5 15.0 13.9

Inelastic cross-section (mb) 252.4 280.9 308.8

Data of R. Siberberg & C.H. Tsao

Valori delle sezioni d’urto per il calcolo di PML

Page 27: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

27

)2( )()(

(1) )(

x

xxx

xx

x

MM

ML

L

LL

M

MM

NPNNdd

NNdd

XNpN LM

2g.cm 4.8

2g.cm 0.6

2001061

2801061

mb 20045

mb 28045

1

23

23

32

32

320

0

mb

mb

Amb

Amb

A

N

L

M

LL

M

i

ii

M

media

Valori dei parametri in (1) e (2)

• lunghezza di interazione nucleare

Page 28: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

28

(3) 0 MeNN MMxx

LLL eNPeNeNdd

MM

ML

L

LL

xxx x

xxx

)()(

0 dove

(4) )(

MM

ML

xxx

NPB

eBexydxd

MLL

La soluzione dell’eq. 1 è:

Moltiplicando ambo i membri della (2) per ex/

L

)(0)( MLL eNPeNdd

MM

MLL

xxx

x

x

Questa, è una equazione del tipo:

Page 29: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

29

(5) )()( ML xxL eecNxy x

ML

LM

LM

xxxx

xxxxx

Bc

Bc

eBecdxd

eBeeecdxd

MLLM

MLLML

11

1

0)0(0)( LNxy

Proviamo con una soluzione del tipo:

Con le condizioni al contorno:

(4) )( MLL xxx eBexydxd

Page 30: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

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(6) )( 0 ML eeNPNML

LMM

M

MLL

xx

x

Inserendo il valore di “c” nella (5) otteniamo finalmente:

(3) 0 MeNN MMxx

PML = 0.28 M = 6.0 g cm-2

N = 8.4 g cm-2

R = NL/NM = 0.25

Quindi: i RC, perché presentino il rapporto R osservato sulla Terra, devono avere attra-versato nella Galassia uno spessore di “materiale equivalente” pari a xT=4.8 g cm-2 .

Poiché la Terra non ha una posizione privilegiata nella Galassia, un qualsiasi altro osservatore misurerebbe lo stesso numero.

Page 31: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

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Element PML (CNO)

Abbondanze relative Si=100

(misure)

Li 24 % 136

Be 16.4 % 67

B 35 % 233

Abbondanze relative di Li,Be,B in rapporto alla loro probabilità di produzione da

parte di C,N,O

Questa misura conferma il modello di propagazione, che assegna una abbondanza maggiore all’elemento con la maggiore PML

Page 32: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

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Il modello semplificato conferma la produzione di Li, Be, B da parte degli elementi del gruppo C,N,O con le abbondanze relative come sperimentalmente misurate;

Il modello, senza ulteriori correzioni, non funziona altrettanto bene per riprodurre le abbondanze di Mn, Cr, V da parte del Ferro (potete immaginare perché ?)

Dal valore ottenuto di xT=4.8 g cm-2 è possibile ottenere una stima del tempo di confinamento dei RC nella galassia. Infatti:

ysscm

cmg

cmgcmp

c

CR

CRT

6143-2410

2

3243

10310)(g.cm 106.1)( 103

).( 8.4

. 106.11

r

rx

3.7 Stima del tempo di confinamento da xT : Galassia senza alone.

Page 33: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

33

Stima del tempo di confinamento nella Galassia

con alone

yscmcmg

cmp

Alone

CR

73-2410

2

3

10)(g.cm 106.1)( 1033.0

).( 8.4

3.0

r

Nel caso si consideri la densità della Galassia con alone di DM:

Si noti che in ogni caso, se i RC si movessero di moto rettilineo, la distanza percorsa nel tempo sarebbe:

valore molto maggiore delle dimensioni della Galassia.

rappresenta dunque il tempo di diffusione dei RC dalla Galassia. In modelli più raffinati, E

pccmcL 6241410 1010310103

Page 34: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

34

Se il moto dei RC fosse rettilineo:

Lmin = D c = 3 1010 1014 cm/s s = 106 pc » 15 kpc = rgalax

Ciò conferma che i RC hanno una direzione continuamente modificata durante ( dal Campo Magnetico Galattico)

B 300 pc

Page 35: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

35

3.8 Variazione del tempo di confinamento con

l’energia Il modello illustrato (confinamento dei RC nella

Galassia come scatola parzialmente trasparente) è chiamato “leaky box”;

Il rapporto r=(#L/#M) dipende dal tempo di confinamento dei RC nella Galassia; all’aumentare di , cresce r.

Se il confinamento è dovuto al campo B Galattico, ci si aspetta che i RC più energetici abbiano un tempo di confinamento inferiore (ossia, aumenta la probabilità di fuggire dal piano Gal);

In tal caso, all’aumentare dell’energia ci si aspetta un valore di r che decresce con l’energia;

L’equazione differenziale deve essere modificata per tener conto di E.

Page 36: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

36

I dati sperimentali confermano questa ipotesi.

In particolare, si ottiene che la probabilità di fuga dalla Galassia dipende dall’energia come:

Dipendenza del rapporto r vs. E

6.0/ Eo Ossia, poiché

~ x 6.0 Eoxx Nota: non è possibile ricavare

questo per via analitica. E’ possibile solo tramite metodi numerici

Page 37: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

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3.9 Spettro dei RC alle sorgenti

Il risultato appena ottenuto è estremamente importante, perché permette di avere informazioni sullo spettro energetico dei RC alle sorgenti.

Poiché il flusso dei RC sulla Terra è stazionario, vi deve essere equilibrio tra: Spettro energetico misurato: Spettro energetico alle Sorgenti: Probabilità di diffusione:

)/()( 37.2 GeVcmergEE

)/()( ? GeVsergEEQ

)()( 6.0 sEE

dEVolume

EEQdEEc

)()()(4

3cmerg

3cm

sGeVserg

Page 38: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

38

Spettro dei RC alle sorgenti (2)

dEVolume

EEQdEEc

)()()(4

Quindi, inserendo le dipendenze funzionali:

1.26.0

7.2

)()()(

EEE

EEEQ

Il modello che descrive le sorgenti di RC nella

Galassia, dovrà prevedere una dipendenza con l’energia del tipo ~E-2.

Il modello di Fermi (cap. successivo) prevede proprio un andamento funzionale di questo tipo!

Page 39: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

39

• Nel 1958, Hayakawa et al., stabilirono che

le abbondanze dei secondari radioattivi potevano essere impiegati come “orologi” dei RC misurando il flusso (relativo) degli isotopi radioattivi e confrontandolo con quello aspettato se nessun decadimento fosse avvenuto.• Per poter misurare il tempo di

permanenza dei RC, un isotopo deve avere i seguenti requisiti:

1. La vita media dell’isotopo radioattivo deve essere paragonabile all’età stimata dei RC.

2. L’isotopo deve essere un “puro secondario”, cioè non deve essere presente alle sorgenti.

3. Deve essere possibile calcolarne il “rate” di produzione durante la propagazione nel mezzo intergalattico.

3.10 L’orologio dei Raggi Cosmici

Page 40: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

40

Nuclide t1/2

Tipo di Decadimento

7Be* --------- Stabile.

9Be _________ Stabile

10Be 1.6 106 y b

* Il 7Be viene considerato stabile. In effetti può catturare elettroni, ma perché il libero cammino medio per il pick-up di elettroni e’ molto più grande dello spessore attraversato, questa trasmutazione è trascurata

Il Be è stato il primo elemento ad essere usato per calcolare l’età dei RC.Risulta quindi il più studiato. Ma anche altri isotopi possono essere usati :

26Al 7.1 105 yb

36Cl 3.0 105 yb

54Mn ~6.3 105 y

b, b

Quali isotopi si usano: il Berillio

Page 41: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

41

Figura 20.10

Page 42: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

42

APPARATO SPERIMENTALE Interplanetary Monitoring Platform-7/8:

Lithium DriftSilicium Detector

Scintillatore (CsI)

Zaffiro scintillatore

Scintillatore Plastico

• Si usa la tecnica del dE/dx in funzione dell’ Energia Residua per separare i vari elementi chimici.

• Vengono considerati solo eventi che passano in D1, D2, D3 e si fermano in D4

• Il segnale D1+D2 = dE/dx, ed D4 = Energia Residua.• per ogni evento otteniamo un punto (dE/dx, E) cioè (z,E)

Page 43: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

43

10Be

7Be

Calibrazione!

Page 44: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

44

o In questo caso, due processi sono in competizione: la fuga dei nuclidi di Be dalla Galassia, con un tempo f; la produzione di Be da parte della spallazione di nuclidi C,N,O con un tempo caratteristico spall

o Supponendo (in prima approssimazione) che spall > f, e che Spall sia lo stesso per i due Be ( ciò e’ lecito perché Spall è debolmente dipendente dal numero atomico) e considerando che:

Derivazione numerica di F

mbP jJ

j 7.97

77

mbP jJ

j 3.27

1010

10 e 7 (=probabilità di produzione di Be10 e Be7 rispettivamente) si ricavano dalle tabelle

di frammentazione

Page 45: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

45

028.0*)(7

10 NNtR

Il numero di Be 10 in funzione di t : con

Il berillio 7 è invece stabile:

Sperimentalmente, il valore misurato del rapporto tra i due isotopi (al tempo t=t*) ha il valore

da cui possiamo ottenere:

10/1010 )( to eNtN

oNtN 77 )(

2.2)118.0ln(*)(ln**)( 010

07

10

/07

010 10

*

tR

NNte

NNtR t

y610 109.3

ytF6

10 1082.2*

Page 46: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

46

Anni Esperimento

RangeEnergetic

o(MeV/ nucl.)

IsotopicRatio

10Be / Be

Età(years) Referenze

1977-1981 IMP7-IMP8 31-151 0.028 ± 0.014 [1]

1980 ISEE-3 60-185 0.064±0.015 [2]

1977-1991 Voyager I e II 35-92 0.043±0.015 [3]

1990-1996Ulysses/HET

Shuttle Discovery

68-135 0.046±0.006 [4]

1997 CRIS/ACE 70-145 … [5]

6248 1017

60.44.2 104.8

6199 1027

645 1026

63.13.1 105.14

[1]Garcia-Munoz, & SimpsonApJ 217: 859-877, 1977 [2] Wiedenbeck & Greiner

ApJ 239: L139-L142, 1980 [3] Lukasiak et all.ApJ 423: 426-431,1994

[4] J.J. ConnellApJ, 501: L59-L62,1998 [5]Wiedenbeck, Binns, Mewaldt et all.

Adv. Space Res Vol. 27, No 4, pp 727-736,2001

Risultati sperimentali dal Be

Page 47: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

47

IMP-7/8

ISEE-3

ULYSSESVOYAGER

CRIS

Anno

Grafico riepilogativo per le misure di tempi di fuga con il

Be

Page 48: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

48

“OROLOGIO” RANGE (MeV/Nuc) ESPERIMENTO ETA’ (in Myr)

26Al125-30068-20035-9260-185

ACE/CRISULYSSESVOYAGERISEE-3

21.0 (+2.4 ,-1.9)26.0 (+4.0 , -5.0)13.5 (+8.5, -4.5)9.0 (+20.0, -6.5)

36Cl 150-35068-238

ACE/CRISULYSSES

25.0 (+4.2, -3.4)18.0 (+10.0, -6.0)

54Mn 178-40068-320

ACE/CRISULYSSES

29.6 (+2.2, -3.4)14.0 (+6.0, -4.0)

Misure con altri isotopi

Page 49: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

49

Il Leaky Box Model (LBM) è un modello di propagazione dei RC all’interno di un volume finito (box) dove le sorgenti sono distribuite uniformemente ed emettono particelle in modo costante. Le particelle si propagano dentro questo volume ma possono “scappare” (to leak) dalla scatola con una certa probabilità. Il rate di produzione e di fuga delle particelle sono tali da garantire un flusso stazionario.Il Diffusive Halo Model (DHM) è un modello più vicino alla realtà nel quale si assume che i RC vengano prodotti nella regione del Disco Galattico ed il loro meccanismo di propagazione è la diffusione in una regione estesa intorno al piano del Disco Galattico (Halo).

Page 50: 3. Propagazione dei R AGGI  C OSMICI nella Galassia

50

Esperimento f frISM

(p/cm-3)

IMP7-IMP8 6 gcm-2

ISEE-3 5.5 gcm-2

Voyager I e II 10 gcm-2

Ulysses/HETShuttle Discovery 6.85 gcm-2

CRIS/ACE 6.7 gcm-2

6248 1017

60.44.2 104.8

6199 1027

645 1026

63.13.1 105.14

18.011.018.0

13.011.033.0

14.011.028.0

03.003.019.0

032.0032.0358.0

fISMFf c r /1f

fISM c

r

Le misure dei tempi di permenenza dei RC favoriscono scenari di propagazione nel volume con densità tipiche minori della densità media del disco galattico (1p/cm3): altra evidenza dell’alone galattico

Interpretazione delle misure del tempo di fuga in termini di

modello

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Gli isotopi radioattivi si sono rivelati ottimi strumenti per conoscere i tempi medi di permanenza dei RC nella Galassia e quindi utili anche per testare la densità media del ISM e i modelli di propagazione attraverso di esso.

La possibilità di sfruttare diversi isotopi con differenti tempi di decadimento, ci permette di testare la densità del ISM intorno al sistema solare entro volumi di raggio variabile. Non sono state trovate differenze consistenti tra i tempi misurati con il Be ed i tempi misurati con isotopi diversi.

Le ultime misure eseguite stimano una permanenza di 15 Myr e confermano modelli diffusivi attraverso un ISM di densità < 1p/cm3 (ossia, Galassia Disco+Alone)

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Argomenti proposti di approfondimento

1. Misure dell’abbondanza di idrogeno nella Galassia: tecniche sperimentali e risultati

2. Meccanismi di emissione/raffreddamento nubi di gas

3. Misure del campo magnetico Galattico4. Stato sperimentale delle curve di

rotazione delle stelle nelle galassie (dark Matter)

5. Altri indizi gravitazionali per la Dark Matter

6. Misure sperimentali delle abbondanze degli elementi nel Sistema Solare (meteoriti, materiale lunare,….)

7. Misure dirette della composizione chimica dei RC. Esperimenti e risultati

8. Il Diffusive Halo Model9. ….