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11 racconto de1 N ovecento

da Pirandello a Tabucchi

A cura di Ilvano Caliaro

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Einaudi scuola

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rIntroduzione

I . Dalphmo Novecento J//a Grande v/ztpv/

Storia, politica , ideologie.Dopo le profonde tensioni m liti-che e g1i aspri conflitti sociali che travagliano l'ultimo scorciodell'ottocento, il nuovo secolo si apre in un clima di fiduciae di ottimismo, specie dopo la chiamata al governo di Giolit-ti, artefice di una coraggiosa svolta liberale e democratica, il

quale rimane presidente del consiglio quasi ininterrottamen-te da1 novembre J9o.

' al marzo 19 I 4.Per il suo progetto di rammodernamento delle strutture

economiche e sociali de1 giovane stato italiano, Giolitti cercail sostegno della borghesia imprenditoriale piti aperta e del-l'ala moderata de1 movimento operaio e sindacale, sempre pitiorganizzato ed agguerrito. Non puö tuttavia mai contare su

solide coalizioni di governo, bensf soltanto su maggioranzecostituite di volta in volta tramite il compromesso e il pat-teggiamento parlamentare: questo ne condiziona inevitabil-mente le scelte e g1i impedisce di realizzare il suo progetto po-litico, anche per il progressivo avvento di nuove forze quali ilsindacalismo rivoluzionario e il nazionalismo. Concessione a1-

le attese della destrati finanziari, L la ripresa della politica coloniale, interrottadopo il disastro di Adua nel f 896: nel 19 I I si procede infat-ti alla conquista della Libia.Sfruttando la favorevole congiuntura internazionale, Gio-

litti puè assicurare al paese una crescita senza precedenti, do-vuta soprattutto al decollo dell'industria: è questo uno svi-luppo peraltro squilibrato a favore dell'ltalia settentrionale,che, lasciando irrisolti i problemi del M ezzogiorno, ap-profondisce ulteriormente il divario tra Nord e Sud: le plebirurali si trovano allora sempre piti costrette all'emigrazione,che raggiunge il suo culmine proprio nell'età giolittiana. Alla

oltre che di alcuni ambien-azionalista,

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Introduzione

vigorosa crescita economica corrisponde, ne1 complesso, unmiglioramento de1 tenore di vita: l'aumento dei salari e degli

stipendi rende i beni di largo consumo e le prime forme di tu-rismo accessibili a piti vaste fasce di popolazione.L'estrema eterogeneità della coalizione di governo uscita

dalle elezioni de1 l9z 3 e la crescente insofferenza da parte divarie componenti della società italiana nei suoi confronti,non ultimo il mondo culturale, inducono Giolitti nel marzode1 1914 a passare le resm nsabilità di governo a Salandra,nelle previsioni sue e generali solo temm raneamente. Lo sta-tista piemontese tornerà a governare, per breve tempo, seianni piti tardi, dopo il conflitto che tra il I 9 I 4 e il I $? I 8 scon-volge l'Europa.Nella Grande guerra sfocia tragicamente l'affermazione

delle ideologie imm rialistiche e nazionalistiche. L'ltalia scen-de in camx , a fianco delle potenze dell'lntesa, il 24 maggioJ9I 5, quasi un anno dom l'inizio del conflitto. Nei mesi cheintercorrono tra l'attentato di Sarajevo e l'entrata in guerra ilcontrasto tra neutralisti e interventisti infiamma il paese, mal'Italia reale rimane intimamente contraria o indifferente allaguerra, che non è voluta dalle masse popolari. Per piegare lamassiccia maggioranza parlamentare neutralista il governo

utilizza la pressione della piazza, fragorosamente dominatadagli interventisti, e della grande stampa, cassa di risonanzadell'interventismo.La Grande guerra brucia nove milioni di vite umane, cui

vanno aggiunti molti milioni di reduci che nelle loro mutila-zioni e nelle carni martoriate recheranno per sempre le stim-mate di una tragedia sconvolgente. E con la Grande guerra,

che determina la fine di un mondo e segna una radicale rot-tura della continuità storica, si chiude un lungo periodo che,pur inquieto, parrà piti tardi un'età felice di pace, progressoe benessere, definita, con sottile vena nostalgica, Belle p'po-qucl tale infatti appare a quanti, in questo travagliato Nove-cento, gettano su di essa uno sguardo retrospettivo.Negli anni del nuovo secoio che precedono lo scoppio del-

la Grande guerra viene meno la fiducia nei valori fondantidel positivismo, anzitutto ne1 primato della scienza e quindidella ragione. In ambito filosofico già da tempo si assiste al ri-fiuto globale della razionalità scientifica in nome della sog-gettività e dell'intuizione, di cui sono interpreti largamente

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VI1

influenti Nietzsche e Bergson. Nel pensiero nichilista edeversivo di Nietzsche il primato viene attribuito alla volontà,

intesa come forza vitale e creatrice che deve liberarsi dallepastoie non solo della metafisica, ma anche della morale.In Italia la reazione antiscientistica riceve un'impronta

idealistica, non solo da Benedetto Crx e e da Giovanni Gen-tile, i pensatori che dominano il panorama culturale di queglianni (il primo eserciterà una pesante egemonia su mezzo se-colo di vita intellettuale italiana), ma anche dai giovani intel-lettuali raccolti, con Giovanni Papini e Giusepm Prezzolini,attorno alla rivista fiorentina << 11 Leonardo', (190

.3-1907), i

quali, mescolando confusamente attivismo e pragmatismo,intuizionismo e misticismo, vitalismo nietzscheano ed esteti-smo dannunziano, esprimono un ribellismo elitario e antide-mocratico, antigiolittiano e antisocialista.L'opposizione a Giolitti proviene, oltre che da << 11 Leonar-

dop, anche da 44 11 Regnop (r9o.3-I9o6), fondato e diretto da

Enrico Corradini: la rivista, anch'essa fiorentina, divienel'organo del nazionalismo, fautore di una politica estera im-perialista, con cui rinverdire i fasti de1 passato romano, e diuna ferrea disciplina sociale all'interno. Tra i collaboratoripiti in evidenza del :4 Regnop troviamo ancora Papini e Prez-zolini, disponibili ad ogni avventura intellettuale.Evoluzione ultima dell'irrazionalismo e dell'attivismo, con

la sua etica dell'aggressività, è il movimento futurista, miscu-glio incendiario di ribellismo, nazionalismo e bellicismo. Fau-tore di una radicale modernità e del progresso tecnologico eindustriale, il futurismo, l'unica avanguardia italiana organi-ca e di risonanza europea, elabora ed estende a tutte le arti

una poetica coerente, omologa alla sua ideologia sovversiva.All'eversione antiparlamentare un importante contributoviene anche dall'estrema sinistra, dal sindacalismo rivoluzio-nario d'ispirazione soreliana, il quale propugna la conquistadel potcre da parte del proletariato mediante lo sciopero ge-nerale e l'uso della violenza, e vede nella guerra il potenzialedetonatore di un processo in grado di scardinare la società ca-

pitalistica: di qui il suo acceso interventismo.11 primo quindicennio del Novecento è caratterizzato daun dibattito culturale acceso e vario, che ha luogo soprattut-to sulle numerose riviste che in quel periodo vedono la lucein particolare a Firenze, intrecciandosi e sovrapponendosi,

Intrv uzione

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V I I I

fondate e dirette dagli stessi uomini. 1,e riviste cominciano inquegli anni a sostituire nella guida dell'opinione pubblica le

tradizionali istituzioni culturali e al loro interno si forma lamoderna figura dell'intellettuale militante.La temperie irrazionalistica de1 primo Novecento è antici-

pata da riviste apparse nell'ultimo scorcio de1 vecchio secolo,come 4.11 Convitoh, (z895-z9o7) di Adolfo De Bosis, i cuiideali estetistici e antiborghesi implicano una sorta di aristo-crazia degli spiriti, di vaga suggestione nietzscheana. Antipo-

sitivista ed estetizzante, poi anche nazionalista, è 4411 M ar-zoccop, fondato a Firenze da Adolfo ed Angiolo Orvieto ne1I 896 e diretto fino al 19oo da Corradini. Uno dei principalicollaboratori de1 44 I-eonardop, Giusepm Antonio Borgese, dàvita a xxldermesp (z9o4-I9o6), anch'esso ne1 solco dell'esteti-smo dannunziano ma incline ad accentuare i miti nazionali-stici e imperialistici.La rivista di gran lunga piti importante di questo periodo

è tuttavia <<La Vocep, fondata ne1 z9o8 da Prezzolini e pub-blicata fino al I 9 I6. Negli anni della direzione prezzoliniana(fino al 1914, dopo di che Giuseppe De Robertis le dà un'im-pronta esclusivamente letteraria) essa esercita un'opposizionedemocratica alla m litica e alla cultura ufficiale, piti incisivade1 velleitarismo clamoroso e pseudorivoluzionario di nazio-nalisti e futuristi che di fatto fanno il gioco dei ceti economi-camente piti forti. La xdvoce>, dimostra infatti un'attenzioneseria e concreta nei confronti della realtà del paese ed eserci-ta un'importante azione di sprovincializzazione della culturaitaliana. Tra i suoi collaboratori annovera uomini come Cro-ce, Gentile, Amendola, G aetano Salvemini: Luigi Einaudi(che in seguito prenderanno strade anche radlcalmente diver-genti), e, su1 versante piti propriamente letterario, GiovanniBoine, Clemente Rebora, Renato Serra, Emilio Cecchi, Sci-pio Slata> r: quanto di meglio offre allora la cultura italiana.Lasciata la xyvocep, Salvemini fonda nel 19 I I 44 L'Unitàp,sulla quale egli continua il suo fervido imm gno democraticocon inchieste di vario respiro sulla realtà italiana.

La fragorosa avanguardia futurista trova invece espressioneufficiale sulla reazionaria ed eversiva xr Lacerbap, cui Papini eArdengo Soffici, stanchi dell'esperienza vociana, danno vitanel 19 I 3. ln prossimità dell'intervento la rivista si lancia inuna campagna di esasm rato bellicismo ed, emblematicamente,

lntroduzione

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Intrv uzione

cessa le sue pubblicazioni alla vigilia dell'entrata in guerra del-l'ltalia. xxLacerbap ha comunque un notevole > so culttlrale,

anche nell'ambito delle arti figurative, ne1 solco delle grandiavanguardie eurom e. xxpx siayy, fondata a M ilano nel z9o5 daFilipm Tommaso M arinetti, solo da1 x9o7 si caratterizza in

senso futurista, e su di essa appare ne1 1909 il Mantfesto delfu-turismo dopo la sua pubblicazione su1 parigino xrFigarop.

f-a navativa. Una prima incrinatura ne1 naturalismo appor-

tano, agli albori de1 nuovo secolo, i romanzi di Grazia De-ledda, con la loro progressiva trasfigurazione simbolica dellarealtà sarda e il tono lirico e favoloso del racconto. M a alladissoluzione del naturalismo provvedono i grandi narratoridel primo Novecento: Italo Svevo, Luigi Pirandello e Federi-go Tozzi. Pur muovendo da evidenti basi ottocentesche, essiclaborano costruzioni narrative de1 tutto diverse, fondate su

altri presupposti gnoseologici e su altri canoni estetici, corri-sm ndenti, piti consapevolmente nei primi due, ad una nuovaidea di letteratura come autoanalisi e lucida demistificazione.D'impianto ancora naturalistico, i primi due romanzi di

Svevo (%'na vita, I 892 , e Senilità, z 898) sono tuttavia già co-struiti non sui fatti, bensf sulle risonanze che essi hanno neiprotagonisti, sull'auscultazione della vita interiore. Punto

d'approdo de1 processo di dissoluzione de1 personaggio natu-ralistico, autonomo e tridimensionale, sarà 1.,/ coscienza di Ze-no ( I92J), il cui protagonista non è Zeno, bensf la sua co-scienza (emblematico è il titolo), e in cui risulta sovvertita latradizionale tecnica narrativa. 11 cam lavoro sveviano apreun'era radicalmente nuova della narrativa, nella quale l'indi-viduo non guarda piti intorno a sé ma in sé. Alla dissoluzione

de1 personaggio, reso coscienza e punto di vista dell'autore,giunge anche Pirandello, partito da posizioni narrative legateal verismo regionale (ineludibile per un siciliano): egli ne rom-

pe g1i schemi con Ilfu ivattia Pascal ( 1904), e li frantumeràpoi in Uno nenuno e centomila ( I 926), in cui viene meno lacertezza non solo dell'identità ma anche dell'unità dell'io.Ladimensione oscura dell'inconscio è centrale e scardina il tra-dizionale impianto narrativo anche in Con v/j occbi cbiusi diTozzi (scritto ne1 191 3), e se nella sua narrativa pare persi-stere il motivo naturalistico e verghiano della xxrobap, cioèdella proprietà da acquisire e difendere, essa assume ben a1-

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Introduzione

tra valenza, e la sua dissipazionecome ne J/poJere (scritto ne1 :9 I 8).

diviene simbolico parricidio,

L'ansia analitica de1 nuovo romanzo euroa o pervadequindi Svevo, Pirandello e Tozzi, e i protagonisti dei lororacconti appartengono alla folta schiera degli xrinettip nove-centeschi. 11 triestino Svevo si radica interamente nella cul-tura mitteleuroa a ed è il primo ad avvalersi di Freud perscandajliare le profondità dell'io. Anche Pirandello, la cuiconcezlone della vita psichica è ancora quella descritta dalla

psicologia assœ iativa, guarda oltrala , avvicinandosi, con lasua grottesca deformazione della realtà, al grande esgressio-nismo europeo. Tozzi, coi suoi tipici motivi de1 conflltto co1padre e dell'animalizzazione dei personaggi, richiama Kafkae quella cultura problematica che lo ha espresso.I confini letterari tra O ttocento e Novecento sono comun-

que tutt'altro che netti: nei primi anni de1 nuovo secolo con-tinuano ad operare narratori di valore e di successo come An-tonio Fogazzaro e Gabrieled'Annunzio.A segnare una rottura profonda con la tradizione provve-

dono anche i futuristi, l'avanguardia palazzeschiana e i vo-ciani. 11 futurismo fornisce varie elaborazioni teoriche coe-renti con la sua ideologia della modernità (M arinetti nei suoimanifesti propone l'abolizione delle forme x'passatistep e laloro sostituzione con lo stile analogico, il paroliberismo ecc.),ma non dà risultati letterari di rilievo. l risultati piti cospicuidi segno futurista sono ottenuti da autori che comunquemantengono una propria originalità rispetto alle soluzionimarinettiane, come Aldo Palazzeschi con 1/ codice di Ptarez

( I 9 1 I ) ,ico, di un uomo di fumo.orta di esile fiaba surreale,SOSPCSatra comico e tra-

l vociani, mossi da un'ansia di verità e dirigenerazionemorale, sN rimentano un linguaggio inquieto, comm sito,espressionistico, e nuove forme letterarie come il frammentoe la prosa lirica, di cui è emblematico 11 mio Cano ( 191 2) de1triestino Slataper, l'espressione piti alta, sul versante narrati-vo, del clima vociano. Diviso tra la predominante matrice

culturale mitteleuropea e il richiamo della tradizione culturale italiana (come Slataper e i numerosi giuliani a Firenze negli anni immediatamente precedenti la Grande guerra), èCarlo M ichelstaedter, la cui morte, cercata a soli ventitre anni, è perfettamente coerente con il suo disperato nichilismo.

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Intrv uzione

migliore generazione vx iana im-pronta anche l'opera di Renato Serra, critico finissimo, che

nell'f.s/-e di coscienza di Jz>; letterato testimonia il disorienta-mento e le contraddizioni degli intellettuali alla vigilia dellaguerra: in quelle pagine (pubblicate sulla xdvoce': do> la suamorte avvenuta ne1 191 5) la letteratura, di fronte all'immanee insensata tragedia che si sta consumando, appare inservibi-le anche come estremo schermo e privato conforto, qual erastato per Serra, contro il male di vivere.

La tensione morale della

2 . Tra /e due vlzt'?v

Storia, politica, ideologie. Le conseguenze de1 coinvolgi-mento nella Grande guerra sono particolarmente traumati-che per l'Italia, dove si rivela la fragilità degli equilibri poli-

tici e sociali sui quali si era retto sino ad allora lo Stato uni-tario. Le elezioni de1 novembre :9,9 sconvolgono il quadroN litico: premiano infatti i due grandi partiti di massa, i so-cialisti e i popolari. M a l'indisponibilità dei socialisti all'ac-cordo sia con i popolari sia con i liberaldemocratici determi-na una situazione di instabilità governativa e quindi un peri-coloso vuoto di potere di cui approfitterà il fascismo, fonda-

to da Benito M ussolini nel maggio precedente come movi-mento antiparlamentare e antisocialista. 11 1919 e il 1920 -il cosiddetto xdbiennio rossop sono anni caratterizzati dauna serie di agitazioni e di scioperi senza precedenti, checoinvolgono l'intero paese. Nell'x cupazione delle fabbrichee delle terre una borghesia sempre piti preoccupata intravedela xxminaccia bolscevicap, il preludio di una rivoluzione ever-siva dell'assetto sociale, e nell'incipiente fascismo la forza ca-pace di opporvisi.11 fascismos'impone rapidamente:

prattutto dai socialisti, e gode dellacivili e militari, le quali non si oppongonoristica delle wsquadre d'azionep fasciste contro le strutturesindacali. politiche e amministrative socialiste, che, iniziataalla fine de1 1920, dilaga nella prima metà de1 192 l . Giolitti,al governo tra il giugno 1920 e il maggio 192 I , non contrasta,come potrebbe, l'azione eversiva del fascismo, stimandolo unfenomeno transitorio. 11 suo tentativo di recuperarlo alla 1e-

viene sottovalutato, so-connivenza delle autorità

all'offensiva terro-

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XII

galità è proseguito da Bonomi, ma l'agonizzante Stato libera-le è ormai incapace di coagulare una salda maggioranza e

quindi di esprimere un governo che ristabilisca l'ordine econtrasti l'ascesa de1 fascismo, cui guardano con crescente fa-vore larghi settori del mondo imprenditoriale e de1 patronatoagricolo nonché i ceti della piccola e media borghesia. Laxrmarcia su Romap delle milizie fasciste il 28 ottobre I 92 2 ,un larvato colw di stato reso possibile da1 cedimento del re,m rta M ussolinl al governo.

L'illusione di poter rim rtare il fascismo nell'alveo della 1e-galità fino a restaurare, co1 suo stesso appogyio, lo Stato libe-rale dura poco. Sum rato il momento dlfficlle seguito all'as-sassinio di Giacomo M atteotti ne1 giugno del I 924, che parevanificare i consensi che il fascismo si è fino ad allora procu-rati, M ussolini puè procedere senza grandi resistenze alla 1i-quidazione dello Stato liberale e alla costruzione dello Stato

fascista. Alla fine de1 ,92.5 la rappresentanza dei lavoratoridiviene prerogativa dei sindacati fascisti e nell'aprile I 926viene proibito lo sciopero. Ne1 novembre dello stesso annosono sciolti tutti i partiti antifascisti: g1i esponenti piti attivie compromessi dell'opposizione prendono la via dell'esilioisolo i comunisti scelgono la lotta clandestina in Italia. 1 PattlLateranensi del febbraio 1929 rafforzano la posizione diM ussolini sia all'interno sia su1 piano internazionale, e le ele-zioni de1 marzo successivo, non piti libere, sono un plebiscitom r il fascismo.Durante il xdventennioy, si registra una crescita dell'indu-

stria, resa possibile soprattutto dalla flessione dei salari realie dalla liquidazione del potere contrattuale della classe ope-

raia. Questo aygrava il divario tra Nord e Sud, il quale, esclu-so dall'industrlalizzazione, resta un'area agricola e depressa.Alla crescita dell'industria si contrapm ne la stagnazione del-l'agricoltura, nonostante la politica de1 fascismo sia völta allaxtruralizzazione', de1 paese. Durante il regime non migliora ilbasso tenore di vita della maggioranza della m polazione, co-stretta a ridurre i consumi e spesso esposta alla mz'naccia del-

la disoccupazione.La vocazione imperialistica de1 fascismo, coerente con lasua concezione dello Stato forte, tocca il suo apice ne1 I 936con la conquista dell'Etiopia. L'isolamento internazionaleche ne segue provoca l'avvicinamento dell'ltalia alla Germa-

Introduzione

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Introduzione

nia nazista, culminato ne1 . Patto d'acciaiop de1 maggio 19.39.La subalternità all'alleato tedesco continua sempre piti mar-

cata nel corso della Seconda guerra mondiale, soprattuttoquando, dopo l'armistizio de11'8 settembre 1943, nei territo-ri occupati dalle truppe tedesche, M ussolini costituisce la Re-pubblica sociale italiana. 11 25 aprile I q45 segna la liberazio-ne dell'ltalia dall'invasore nazista e la fine. per il nostro pae-se, del secondo conflitto mondiale. Provocato da1 cieco impe-rialismo hitleriano, esso è stato una guerra totale, che ha pro-

vocato cinquanta milioni di vittime tra civili e militari non-ché immani distruzioni materiali, e durante la quale si sonoconsumati crimini inauditi contro l'umanità come i Lager na-zisti e l'xyolocaustop del popolo ebraico.Gran parte degli intellettuali italiani, tra cui Croce ed Ei-

naudi, sottovalutano in un primo tempo il fascismo, giudi-candolo un fenomeno controllabile e incanalabile nelle strut-

ttlre dello Stato liberale. A spingere Croce verso l'opposizio-ne sono le leggi liberticide de1 I 925: il Manifesto degli intel-Iettuali antifascisti, da lui redatto e sottoscritto nell'aprile diquell'anno insieme a una quarantina di intellettuali, vuole ri-spondere a quello di adesione al regime scritto da Gentile.Croce diventerà il punto di riferimento dell'opposizione mo-derata, essenzialmente etica e intellettuale, al regime.

Chi invece ha ben chiara da subito la natura intollerante eautoritaria del fascismo è Piero Gobetti, il quale denuncial'acquiescenza o il disimpegno degli intellettuali nei confron-ti del movimento mussoliniano: l'ennesimo xxtradimento deichierici p. Dalle pagine de 44 La Rivoluzione Liberalep ( 1922-1925), la rivista politica dichiaratamente antifascista da luifondata e diretta, Gobetti propone una nuova figura di intel-

lettuale, schierato dalla parte della classe operaia, in cui eglivede incarnati e difesi, nella crisi della società borghese, i va-lori di giustizia e di libertà propri della tradizione liberal-de-mocratica. L'attività politica di Gobetti, morto nel febbraiodel 1926 a Parigi, dove si era trasferito per sottrarsi alla per-secuzione fascista, sarà ripresa da1 movimento xxGiustizia eLibertàp di Carlo e Nello Rosselli, uccisi nel 19

.5: in Francia

da sicari fascisti' attraverso i Rosselli g1i ideali gobettiani ri-n'ivranno nelle istanze libertarie de1 Partito d'azione.In quegli anni anche Antonio Gramsci, tra i fondatori del

Partito comunista, teorizza una nuova figura di intellettuale:

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XIV

un rivoluzionario xxorganicop alla classe lavora-trice, capace di interpretarne le esigenze materiali e spiritua-

1i, e di condurla al potere. Durante la lunga e durissima de-tenzione nelle carceri fasciste (in conseguenza della quale mo-rirà ne1 I 937) egli scrive quei quaderni che, pubblicati ne1 do-m guerra, contribuiranno in modo decisivo allo sviluppo diun marxismo italiano.11 consenso al regime, che tocca il suo culmine nel I 9J6 in

concomitanza con la conquista dell'Etiopiar è dettato soprat-

tutto dall'opportunismo e dal timore. 11 reglme dispone di uncapillare apparato di polizia politica, di tribunali smciali, masoprattutto esercita un controllo efficacissimo sui principalimezzi di comunicazione, dalla stampa al cinema, alla nascen-te radiofonia, mentre la propaganda fascista costruisce il mi-to de1 x, Ducep, dell'xduomo della Provvidenzap. Diviene poisempre piti difficile sottrarre i giovani all'indottrinamentooperato dalle organizzazioni giovanili fasciste, come l'OperaNazionale Balilla tN i Gioventti ltaliana del Littorio), istitui-ta ne1 1926. Con la normalizzazione de1 fascismo, molti in-tellettuali vengono presi nell'ingranaggio delle istituzioni fa-sciste (come l'Accademia d'ltalia, inaugurata ne1 I 929, in cuientrano scienziati come Guglielmo M arconi ed Enrico Fermi,e letterati come Pirandello) o sono chiamati a partecipare a1-le iniziative culturali de1 regime (come 1'x4 Enciclopedia ltalia-nap, ideata e diretta da Gentile): è sintomatico che ne1 I 93 Isu z 2oo professori universitari solo undici rifiutino di presta-re giuramento di fedeltà al regime.All'anima movimentista de1 fascismo, delusa dalla sua nor-

malizzazione, danno voce riviste come . 11 Selvaggio', ( 1924-1943), legato al nome di M ino M accari, e << L'ltalianop ( I 926-1947), di Leo Longanesi. Sul . Selvaggiop M accari lancia nel1 926 il movimento <x Strapaeseyy, ispirato ai valori di un'ltaliatradizionalista e rurale: la sua violenta polemica è contro ilmovimento opposto, .< Stracittàp, e la rivista romana che ne èespressione, 4,900,, fondata da M assimo Bontempelli, che a1-la cultura fascista intende dare una vernice moderna, cittadi-

na ed europea (xxgoop è inizialmente redatta in francese, asottolinearne l'apertura internazionale). E di una prospettivaeuropea si fa m rtavoce anche un'altra rivista, di matrice go-bettiana, .11 Barettip ( 1924-1928), che in un ambito piti pro-priamente letterario trasferisce, nell'imm ssibilità ormai di un

intellettuale

Introduzione

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Introduzione

libero discorso politico, l'imm gno etico e civile de xxlaa Rivo-luzione Liberalep.

11 distacco degli intellettuali piti lucidi e consapevoli dalregime coincide con la Guerra di Spagna (x936-I939). Unestremo tentativo di recur rare g1i intellettuali italiani allam litica culturale fascista è compiuto da G iuseppe Bottai, ge-rarca e direttore di organi ufficiali, con la rivista . Primato',

f 1940- 194.5), nella quale ben presto si sviluppa una linea di

progressiva resistenza al regime.Con l'inizio della Seconda

guerra mondiale l'antifascismo italiano s'impegna nella co-struzione di un fronte nazionale che comprende il Partito co-munista, il Partito socialista, il Partito d'azione (fondato nel1942) e la Democrazia cristiana (in cui, sempre nel 1942, ri-nasce il Partito popolare). La Resistenza dà un contributo es-senziale alla maturazione civilc degli italiani e costituisce ilpunto di partenza della nuova Italia democratica.

I-a navativa.Anche in letteratura, il primo dom guerra siapre nel segno di un writorno all'ordinep (un fenomeno pe-raltro di dimensioni europee). Ne è esemplare la rivista ro-mana <# La Rondap ( 1919- 1922), diretta da Vincenzo Carda-relli e annoverante tra i suoi protagonisti Emilio Cecchi, Ric-cardo Bacchelli, Antonio Baldini e Bruno Barilli: scrittorieterogenei ma accomunati dal rifiuto delle avanguardie e del-l'impegno vociano, e da1 recupero della tradizione, intesa es-senzialmente come ripristino dell'ordine formale. <<La Ron-da,,, il cui spirito era già implicito nell'ultima xdvoceyy, quelladiretta da De Robertis, non cade mai ne1 nazionalismo lette-rario, anzi è sempre attenta alle letterature straniere, e la suaazione costittlisce un precedente per riviste come ,900,, e.<Solariap. 11 programma di restaurazione letteraria de <x LaRondap esprime una nuova poetica del frammento, quella delzkcapitolop, della xxprosa d'arteh: (esemplari quelle di Pesci ros-Jj. 1920, di Cecchi), ben lontana dall'intensità lirica e dallaviolenza espressiva del frammentismo vociano. L'unico veronarratore tra i rondisti è Bacchelli, che, seguendo il modellomanzoniano, approderà al romanzo storico (la sua opera pitinota è la trilogia de 11 mulino deI Po, 1938- 1940, che abbrac-cia t1n secolo di storia italiana).Nell'ambito de1 romanzo, ostacolato negli anni precedenti

da1 frammentismo vociano e dal futurismo, il xrritorno all'or-

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Intrv uzione

dinep si specifica nella formula xdtempo di edificarep con cuiBorgese (ma non è il solo) richiama g1i scrittori ad un impe-

gno costruttivo, di cui egli stesso offre un buon esempio conRubé ( I 92 I ), ritratto morale dell'intellettuale alla vigilia de1fascismo, deluso dall'esperienza della guerra e privo di ideali.1 modelli ch'egli indica sono Verga (la cui grandezza vieneconsacrata da una fondamentale monografia di Luigi Russonel I $? z9) e l'ultimo Tozzi, quello approdato nei suoi ultimiromanzi, anche su suggerimento dello stesso Borgese, a co-

struzioni narrative piti organiche e concluse (Tozzi, anche seletto in chiave verista, è un'autentica scom rta): ma la pro-spettiva indicata da Borgese non ha futuro. Ne1 rilancio del-la prosa, ma di una prosa ben diversa da quella xyd'artep chesi afferma in quegli anni, s'impegna anche 44 900,,: sulle suepagine Bontempelli teorizza, con la sua poetica de1 xdrealismomagico', (fusione di precisione realistica e di atmosfera magi-

ca), una letteratura m polare, fruibile da un pubblico di mas-sa, dandone anche esempi concreti con i suoi romanzi.lmpegnata in un ritorno al romanzo che superi il fram-

mentismo lirico e il calligrafismo rondesco è invece . Solariap(1 926-1936), rivista fiorentina fondata da Alberto Carocci.lntorno a 44 Solariayy, che si richiama al rigore formale della<4Ronday, congiunto perè all'esigenza di una vigile coscienza

morale (propria de1 gobettiano xrBarettip, alcuni collaborato-ri de1 quale approdano sulle sue pagine), si sviluppano alcunetra le piti significative esperienze letterarie italiane de1 tem-po, La rivista è aperta ai pili ampi orizzonti della letteraturaeuropea e mondiale: attraverso di essa entrano nella culturaitaliana Joyce, Eliot, Proust, Kafka, Rilke, Valéry, ma anchequella nuova letteratura americana che tanto influirà su ElioVittorini e Cesare Pavese nonché sugli scrittori neorealistidel secondo dopoguerra. Sulle sue pagine o nelle sue edizionitrovano spazio, accanto ad autori già affermati, vari esor-dienti, alcuni dei quali, come Carlo Emilio Gadda e AlbertoM oravia, oltre a Vittorini e Pavese, saranno protagonisti ne1secondo dom guerra. Autentiche operazioni di scoperta e dirilancio rappresentano i numeri unici dedicati a Saba, a Sve-vo e a Tozzi. Nell'ambito di xx Solariap convivono diverseistanze narrative. L'espressione piki caratteristica della rivistaè costituita dalla narrativa introspettivo-memoriale, di gustoproustiano, i cui testi piû tipici sono quelli di Gianna M anzi-

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Introduzione

ni (come Tempo innamorato, 1928) e Alessandro Bonsantitcome 1 capricci dell'Adriana, I 934, e Racconto militare,

1937). Ricco è il filone fantastico, magari venato di surreali-smo, ben rappresentato da Arturo Loria (con i racconti di 11cieco c /a Bellona, J 9 2 8 ; Fannias Ventosca, z 92 9 ; 1-a scuola diballo, 19J2), Tommaso Landolfi e Alberto Savinio (situazio-ni surreali e una dimensione allegorica de1 racconto si ritro-vano anche in uno scrittore non gravitante su xd Solariap, Di-no Buzzati). 11 realismo lirico-simbolico di Vittorini indica

un'altra tendenza, viva nella cultura fiorentina di quegli an-ni, specie in Romano Bilenchi, la cui opera è improntata adun realismo intimista che caratterizza anche g1i esordi di Va-sco Pratolini e di Carlo Cassola. Un caso a sé costituisce Gad-da con il suo vertiginoso plurilinguismo (radicale negazionedel classicismo rondesco), espressione di una dolorosa condi-zione esistenziale e di un rapporto traumatico con la realtà,

avvertita come caos.Nel 1936 << Solariap si spacca e muore: coloro che sosten-

gono la necessità di un suo piti pronunciato impegno ideolo-yico, come Carocci e Giacomo Noventa, fondano xrlaa Rifor-

ma Letteraria', ( I9J6-z9.59), Bonsanti e i letterati puri danno

vita a xxLetteraturap ( 1937- 1943 la prima serie), sulle cui pa-gine trovano ospitalità scrittori come Pratolini e Cassola,

Franco Fortini e M ario Tobino, oltre ai già xysolariani': (comey'ittorini, che tra il I 938 e il I 9J9 vi pubblica Conversazione:n Sicilia, e Gadda, de1 quale esce tra il x 938 e il I 94 I La co-

ènizione del dolore e nel I 946 Quer pasticciaccio brutto de via.lftprlz/tcrful. Su << Letteraturap, oltre che su T<campo di M artep1938- 1959), diretta da Alfonso Gatto e da Pratolini, e primaancora su <4 Frontespiziop ( z929-x94o), voce della cultura cat-

tolica fiorentina, s'incontrano i poeti ermetici.Estranea alle direzioni narrative solariane è una tendenza

al realismo che si afferma intorno al 1930. Un realismo pe-raltro variamente declinato (già si è accennato a quello lirico-simbolico di Vittorini e a quello intimista di Bilenchi): dalrealismo critico di Moravia, la cui opera d'esordio e suo ca-

mlavoro, Gli indiffercnti ( z929), è già centrata su1 tema es-senziale della sua narrativa, il x, male oscuroy, della borghesia;ai realismo aperto a suggestioni liriche e favolose di CorradoAivaro in Gentc in Aspromonte ( 1 930), dedicato a una Cala-bria d'antica miseria e allucinante immobilità; mentre per

X V 11

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Introduzione( 1/111

molti aspetti anticipatori de1 neorealismo sono Fontamara

(z9.3o) di Ignazio Silone, rappresentazione de1 mondo dei di-

sperati xrcafonip della M arsica nella loro secolare lotta controil m tere (detenuto ora dai fascisti), e Tre operai ( I 934) diCarlo Bernari, indagine narrativa sulla condizione sociale edesistenziale del proletariato napoletano.

Dal secondo dopogueva a tlvï.

Alla fine della Seconda guerramondiale un'Europa devastata materialmente e spiritualmen-te si ritrova nelle mani delle due superpotenze uscite vitto-riose da1 conflitto: g1i Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Le ri-sm ttive zone d'influenza erano già state delineate nella con-ferenza di Yalta de1 febbraio 1945, che ai primi aveva asse-gnato l'Europa occidentale, alla seconda l'Europa orientale ebalcanica ad eccezione della Grecia. M entre l'Europa occi-dentale dà inizio, con l'aiuto americano, alla ricostruzione, inquella orientale i part-'ëi comunisti, giunti al potere grazie a1-l'Armata rossa, instaurano regimi sul modello di quello sovie-tico, limitando drasticamente le libertà. 1 due blocchi si con-trappongono anche nelle alleanze militari (gli Stati Uniti e ipaesi occidentali danno vita nel 1949 al Patto Atlantico' 1'U-nione Sovietica e i paesi satelliti dell'Europa orientale al Pat-

Storia, politica, ideologie

to di Varsavia ne1 1 953).In Italia il crollo de1 fascismo coinvolge la monarchia, a cui

gli italiani, nel referendum del 2 giugno 1 946, preferiscono larepubblica. 11 I o gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione

repubblicana, ispirata ai valori della Resistenza e frutto delcompromesso tra istanze liberali e istanze socialiste. Dal di-cembre de1 1945 il paese è guidato da governi di unità nazio-nale, formati da rappresentanti della Democrazia cristiana,de1 Partito sx ialista e del Partito comunista, e presieduti daDe G asperi, leader democristiano. 11 difficile equilibrio traforze moderate e progressiste si rompe ne1 maggio de1 I 947,

quando i partiti di sinistra sono allontanati dal governo. Alleelezioni dell'aprile 1948, che si svolgono in un clima tesissi-mo e sono presentate dalla parte moderata come una decisivascelta di camm e di civiltà tra Est e O vest, la Democrazia cri-stiana e i suoi alleati centristi fliberali, repubblicani e i so-

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Introduzione

cialdemocratici di Saragat, staccatisi nel :947 dai socialisti diPietro Nenni) ottengono una schiacciante vittoria su sx iali-

sti e comunisti, uniti ne1 Fronte popolare.Dal 1948 al r962 l'Italia è guidata da governi di centro.

Sono g1i anni della ricostruzione, durante i quali il paese,uscito dal conflitto in condizioni disastrose, si avvia al xdmi-racolo economicop degli anni Sessanta. Su1 piano internazio-nale si assiste alla destalinizzazione, avviata nel 1956 da Kru-scev. alla quale segue un relativo disgelo tra i due blocchi, che

non impedisce all'unione Sovietica di reprimere in quellostesso anno l'insurrezione ungherese e di soffocare un decen-nio piti tardi, nel 1968, la x'primavera di Pragay>, il tentativodi Dubéek di dare un xyvolto umanop al socialismo. Con ilConcilio Vaticano 11 ( :96

.3-:965), tenutosi durante i papati

di Giovanni XXIII e di Paolo VI, anche la Chiesa dà inizioad un processo di grande rinnovamento.

Gli anni Sessanta vedono una straordinaria crescita dell'e-conomia italiana. Le grandi città industriali de1 Nord richia-mano dalle aree depresse del Sud milioni di persone e N r laprima volta il numero dei lavoratori dell'industria superaquello degli addetti all'agricoltura. 11 benessere si diffonde instrati sempre piti ampi della pom lazione: ne sono sim% lil'automobile, g1i elettrodomestici e il turismo di massa. Ne1

1962, nonostante l'opposizione di una parte de1 mondo cat-tolico, la Democrazia cristiana dà vita, con Fanfani, al primogoverno di centro-sinistra con la partecipazione dei socialisti.La crescita economica, frutto dell'industrializzazione, ral-

lenta sul finire degli anni Sessanta. Contemporaneamentenuove inquietudini e istanze prendono ad agitare la societàitaliana, che in pochi anni ha conosciuto una grande trasfor-

mazione, da contadina, qual era soprattutto, a industriale etecnologica. Gli anni 1968-1969, in particolare, sono caratte-rizzati dalla contestazione studentesca e dalle rivendicazionioperaie. Con la strage di piazza Fontana a M ilano, nel di-cembre I 969, ha inizio il lungo doloroso periodo della x'stra-tegia della tensionep, che vede crescere contemm raneamen-te l'eversione di destra, resm nsabile di stragi e di attentati, eil terrorismo di marca marxista, culminato ne1 rapimento enell'assassinio del leader democristiano M oro da parte delleBrigate rosse (marzo-maggio 1978). ln questo momento diestrema tensione, alla guida del paese è un governo di solida-

XIX

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Introduzione

rietà nazionale, favorito dalla nettacomunista alle elezioni de1

affermazione de1 Partitogravissimi del-ella tensionep aprono gli anni O ttanta, duran-976. Altri episodi

la << strategiate i quali viene debellato, grazie ai xdpentitip, il terrorismodelle Brigate rosse. I governi, a guida socialista, laica e de-mocristiana che si succedono in questi anni si trovano ad af-frontare soprattutto la difficile situazione economica e il di-lagare della malavita organizzata. M a è lo stesso sistema poli-tico che comincia a mostrare vistosamente i segni del suo de-

grado, per l'ingerenza sempre piti arrogante del potere parti-tico nella società e per la sostanziale connivenza tra mondodella politica e mondo degli affari.L'impegno del letterato ha precedenti negli anni Trenta e

Quaranta, ma solo ne1 secondo dopoguerra si definisce in sen-so politico e sociale progressista. La Resistenza, che aveva ge-nerato l'aspettativa di una profonda rigenerazione civile e cul.

turale de1 paese, induce molti intellettuali a romperc il loroisolamento e ad aderire ai partiti di sinistra, in particolare alPartito comunista. M a il rapporto dell'intellettuale col Parti-to comunista è un rapm rto difficile: ne è esempio quello diVittorini, culminato nella celebre polemica che ne1 1:47 loopm ne a Togliatti. Al leader comunista che afferma il prima-to della politica sulla cultura e la subordinazione dell'intellet-

Jtuale alle direttive de1 partito (come teorizzato da Zdanov, ilresm nsabile della politica culturale staliniana), Vittorini ri-batte rivendicando 1 diritti della cultura e la sua piena auto-nomia nei confronti della politica, che persegue fini contin-genti e di parte, L'idea vittoriniana di cultura s'incarna nellarivista, da 1ui fondata e diretta, xx 11 Politecnicop ( I (4j-l 94-/):d'impronta illuministico-scientifica, essa è attenta ai problemim litico-sociali, ma anche a quelli dell'arte e della cultura.La progressiva conoscenza, intorno al 1q50, dei Quademi

& 1 carcere di Gramsci promuove all'interno de1 Partito comu-nista una piti matura riflessione sui problemi della cultura e del-la letteratura, alla ricerca di una linea nazional-m m lare capacedi colmare la secolare frattura tra gli scrittori e le classi subal-terne, che sia attenta alla realtà storico-sœ iale, e che guardi aimv elli de1 realismo ottx entesco, soprattutto a N'erga.Nel 1956, la denuncia dei crimini staliniani e la repressio-

ne sovietica in Ungheria, difesa da1 Partito comunista, porta-no alla diasm ra degli intellettuali da1 partito. Si afferma 1'i-

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Intrv uzione

dea (oltre che in Vittorini, in Italo Calvino e Franco Fortini,ad esempio) della piti completa autonomia dell'intellettuale

da qualsiasi politica di partito. Questo fatto, con l'imporsidella nuova realtà industriale, lo svilupm de1 neocapitalismo,la restaurazione culturale promossa dai governi centristi, lafine degli entusiasmi e delle speranze di rinnovamento civilepropri dell'immediato dopoguerra, impone la ricerca di unimpegno diverso, adeguato ai tempi. Se ne fanno promotricisoprattutto due riviste, xdofficinap e xx 11 M enabèp. xdoffici-

nap ( 1955-1959), fondata e redatta da Pier Paolo Pasolini,Francesco Leonetti, Roberto Roversi (cui s'aggiungono in unsecondo tempo Fortini, Gianni Scalia e Paolo Volponi), pun-ta soprattutto sulla sperimentazione di nuove forme espressi-ve. Registrata la fine del neorealismo, essa propone un nuovorapporto tra la realtà e la parola, prevalentemente ne1 registrodi un plurilinguismo dialettale di cui è preso a modello Gad-

da, soprattutto quello de1 Pasticciaccio. Tra i molti temi del-i'attualità sociale e culturale dibattuti da 44 11 M enaböy, ( 1959-I 967), fondato e diretto da Vittorini e Calvino, vi è quellodel rapm rto tra industria e letteratura. Vittorini invita a ri-pensare il ruolo dello scrittore nella nuova realtà industriale,della produzione e de1 consumo, al quale assegna il compitodi cogliere le profonde trasformazioni antrom logiche e socia-

li provocate dall'industrializzazione; e pone l'accento anchegulla necessità della ricerca formale. Con x'Officinap e 44 11Menabèp va ricordata un'altra rivista che riflette significati-vamente il mutato clima culturale, <k 11 Verrip, fondata da Lu-ciano Anceschi nel 1956, che si apre alle sollecitazioni dellecorrenti filosofiche piti attuali e delle scienze umane. Un rin-novamento della nozione di impegno come diretto coinvolgi-

mento degli intellettuali all'interno della fabbrica è promossodal movimento di x<comunitàp, fondato ne1 1948 da AdrianoOlivetti, un imprenditore illuminato.

alle strutture e alle tecniche della tra-n attacco eversivodizione letteraria (in quanto espressioni de1 potere borghese ein quanto incapaci di esprimere il caos e l'alienazione delmondo tecnologizzato) viene dalla neoavanguardia, che ha le

Fue radici nelle esperienze di xxofficinap e del x'M enabèp, masoprattutto del <4Verri,>. Dopo essersi proposta ne1 :961 co-re modello alternativo con l'antologia poetica I Novissimi,due anni dopo la neoavanguardia si organizza in vero e pro-

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Intrv uzioneXII

prio movimentote m liticizzazionede1 dibattito culturale e letterario avvenu-

ta negli anni :968- :969,stenitori dell'avanguardia letteraria come esperienza autono-ma e i fautori della necessità di un impegno anche politico.Dom il Sessantotto viene progressivamente meno l'idea

(ela% rata dalla sinistra) di intellettuale xkorganicop e di xrege-monia, culturale: vi concorrono la delusione seguita al '68, ledifficoltà e le contraddizioni degli xranni di piom% p, il crollo

dei miti (come quello maoista e quello del Vietnam, che mo-strano il loro volto atrx e), ma soprattutto la caduta, ne11989, del muro di Berlino, il disfacimento dell'unione Sovie-tica con il conseguente collasso ideologico-m litico. G1i anniO ttanta sono segnati dal crollo delle ideologie, e l'intellettua-le appare sempre piti esm sto alle lusinghe de1 mondo consu-mista imm sto dai mass media, preda de1 conformismo e del-

l'indifferenza etica, ed è indotto ad abdicare al suo ruolo dicoscienza critica della società. Quanto al consumismo, già ne-g1i anni Sessantapropriostrofica,

Pasolini, acuto e appassionatotemN , lo aveva denunciato come la causa della cata-irreversibile, mutazione antrom logica della sx ietà.

testimone de1

Dal canto SuO,l'industria editoriale è venutadecisamenteorientandosi verso una letteratura di consumo, N rcui il libro

il movimento si spaccherà tra i so-

tende a m rdere i connotati dimessaggio critico e autonomoN r assumere quelli di prv otto ideologicamente e stilistica-mente neutro: diviene infatti prioritaria la ricerca del successodimercato,su adeguate strategie aziendali e sulla complicità dei mass me-dia, livellatori dei contenuti, dell'immaginario e della lingua.

che non si fonda su1 valore intrinseco del libro, ma

co1 xrGrupN 63 ,>. lncoincidenza con la for-

f.-a navativa .G1i anni tra il 1945 e il 1955 sono quelli de1neorealismo: a spingere g1i scrittori in tale direzione, dopo laprosa d'arte e l'intimismo dei decenni precedenti, è un desi-derio di testimonianza, di verità, di conoscenza della realtàumana e sociale (sm cie quella N m lare, contadina e operaia,provinciale e regionale), suscitato e alimentato dall'ideologia

resistenziale.11 neorealismo non è undotato di una comune ema uno stato d'animorichiama alla lezione di

movimento letterario organizzato,definita Bletica: è piuttosto un cli-diffuso. Oltre a Verga e a Zola, ci siquegli scrittori che negli anni Trenta

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Intrv uzione 3( 1(111

avevano affrontato tematiche sociali: l'Alvaro di Gente in

Aspromonte, il Bernari di Tre operai, il Vittorini de 11 garofa-no rosso, opere che peraltro non esprimono alcuna denunciadiretta' solo Fonumara di Silone, anche per la sua strutturanarrativa corale, costituisce una vera anticipazione della nar-

rativa neorealista. Progrio in concomitanza co1 neorealismola narrativa meridionallsta conosce un rigoglioso svilupm : da

Cristo si tk femlato a Eboli (1 945) di Carlo Levi, un intellet-tuale gobettiano de1 nord che si fa testimone dell'arcaica cul-

tura campana, estranea alla storia in movimento' ai primi 1i-bri di Domenico Rea (come Spaccanapoli, 1947, e Gesù,fateIucel, z95o), che descrivono la degradata realtà dei vicoli na-m letani, quella stessa subumanità afflitta da una secolare eirredimibile miseria ritratta in Speranzelù ( 1949) di Bernari ein 11 mare non bagna Napoli ( 195

.3) di Anna M aria Ortese; a

Le Jeve #e/ Sacramento ( I 950) di Francesco Jovine, che rac-conta le lotte contadine de1 M olise: il romanzo forse piti si-gnificativo del neorealismo anche N r la coscienza ideologicae la volontà di riscatto che lo N rvade.L'etichetta di neorealismo è appropriata ad una ingente

produzione di memorie, diari, testimonianze, cronache o an-che racconti e romanzi legati all'esrrienza della guerra e del-la Resistenza. Tra queste orre, dl valore artistico diseguale,spiccano z8 ottobre zyg.i dl Giacomo Debenedetti, rievoca-zione, di eccezionale lntensità, de1 rastrellamento del ghettoebraico di Roma ad opera dei tedeschi' uîe questo e; un uomofI94y) di Primo Levi, la piti alta testimonianza umana uscitadall'lnferno de1 Lager nazista; 11 cielo t; rono ( 1944) di Giu-seppe Berto, ambientato in un Veneto devastato da1 bombar-

damenti verso la fine della ruerra; Ilsergente ae/z neve ( x95.)di M ario Rigoni Stern, testlmone delle epiche sofferenze de-g1i alpini durante la ritirata da1 fronte russo; L 'Agnese va aworjre ( 1949) di Renata Viganè, che narra l'eroismo di un'u-mile popolana entrata nella lotta partigiana. L'esaurirsi dell'i-deologia resistenziale si avverte nell'o> ra d'esordio di Calvi-no, 11 sentiero dei nidi di ragno ( I 947), che sfugge alle magliedel neorealismo con quell'apertura al fantastico che è vx a-zione dell'autore. E soprattutto ne I ventitre giomï delo cjzïdi Alba ( 1952) di Begpe Fenoglio, ove è già in atto la diseroi-cizzazione della Reslstenza, vista non ideologicamente, macome drammatica avventura esistenziale.

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XXIV

Un'adesione provvisoria rism ndentead intime ragioni narrative e m vera di risultati artistici, è in

Uomini e no ( 1945) di Vittorini e ne Ilcompagno (z947) di Pa-vese, proprio g1i autori di Convenazione in s'jci/ïa ( z959) e Pae-.çi tuoi ( x94z), libri che ne1 dom guerra vengono considerati imv elli della letteratura impegnata e neorealista. M a il reali-smo di Vittorini è, come si è detto, lirico-sim% lico: in Con-venazione in Sicilia manca ogni connotazione naturalistica edx umentaria e il suo messaggio è assoluto e universale (anche

in Uomini e no Vittorini tende a trasfigurare la contingenzastorica in simbolo). 11 realismo di Pavese è mitico-simbolico:già in Paesi tuoi, dietro l'apparenza naturalistica, affiora quelterreno dell'irrazionale ove scava l'autore, le cui reali collinedelle Langhe divengono un luogo mitico e le vicende che vi si

al neorealismo, non

svolgono vakono anche come strumento d'interpretazionedella realtà (e in questo senso vanno lette le opere della matu-

rità, da 1.. casa in collina a f-a luna e ifalô). Neorealistica nonpuè dirsi neppure la narrativa di Fenoglio ispirata al mondocontadino delle Langhe, m iché le sue vicende assurgono a ma-nifestazioni esemplari di una condizione assoluta.La stagione neorealistica di M oravia coincide con i roman-

zi 1.w romana ( I 947) e f..-4 ciociara ( I 957) e i Racconti romani( 1954 e I 959), dove egli scopre il proletariato come alternati-

va positiva al mondo borghese, da 1ui indagato sin dalla suaoperarativa. Anche

sem preper Cassola il neorealismo costituisce una pa-

rentesi: egli assume la tematica storico-politica e resistenzialein Fausto ed Anna ( I 952 ) e ne 1.,a ragazza di Bube ( I 959), mail suo libro migliore è 1/ taglio deI bosco ( 1954), ricco di ten-sione esistenziale e metafisica. Pratolini si accosta al neorea-lismo con la prospettiva corale e il colorito politico di Crona-cbe di poperj amanti ( I 947), e vi si collega in chiave ideologi-ca con M etello ( 1 955), imperniato sulla presa di coscienza del-la classe operaia: la sua pubblicazione provoca un acceso di-battito su1 tasso e la qualità de1 realismo presente in esso, se-gnale di come la stagione neorealistica sia ormai esaurita.ln pieno clima neorealistico, nel 1948, la M orante pubbli-

ca forse il suo libro piti bello, Menzogna e sortilegio, tessuto dtrame fantastiche. sempre indipendente dalle voghe lettera-rie, ella approderà a soluzioni di tipo neorealistico, ormai de1tutto fuori tempo, nel J974 con 1-a storia. Ne1 1951 Goffre

d'esordio e che resterà al centro della sua nar-

lntrv uzione

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I-:rv uzione

do Parise esordisce, con 11 ragazzo morto e Ie comete, all'inse-gna de1 favoloso e del surreale' Lalla Romano, ne1 195J, pub-

blica uno splendido racconto, Maria, improntato ad un reali-5mo lirico di stampo flaubertiano, dopodiché seguirà l'attitu-dine sua propria, lo scavo della coscienza e il recux ro me-moriale (culminante in Una giovinezza inventata, I 979). Ne 11mare non bagna Napoli, per certi aspetti legato al neorealismo,già si rivela la forza immaginativa della Ortese, che affron-terà direttamente il racconto fiabesco con L 'iguana (1965).

Nel 1 956 Leonardo Sciascia inizia con Le pavoccbie di Regal-petra la sua indagine sulla realtà sociale, culturale e storicadella Sicilia, una Sicilia ben lontana da quella mitica di Vit-torini, intesa anche come metafora delle contraddizioni e deimali nazionali: ma il suo impegno non è politico-ideologico,bensf etico. Un posto a sé occupa Vitaliano Brancati, il qualetdal Don Giovanni in Sicilia, I 94 I ) colpisce, con la sua satira

amara, gli aspetti piti tipici e deteriori della <, sicilianitàp co-me il'gallismo e il culto della virilità.La crisi del neorealismo è annunciata anche dall'opera di

Giorgio Bassani (le Cinquc l/orjtp feryaresi sono del J 956), de1tutto estraneo all'ottimismo progressivo dell'ideologia del-l'impegno e vèlto ad una narrativa della memoria, tra giudi-zio morale e ripiegamento intimistico (esemplare 11 giardinodei Finzi-contini, 1962). A1 momento acuto della crisi giunge,nel I 958, 11 Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa,con la sua concezione negativa della storia e il suo simbolismodel disfacimento: un libro che al suo apparire desta non po-che polemiche.Al rinnovamento dei contenuti e delle forme della lettera-

tura provvede, in quegli anni, il cosiddetto neosperimentali-smo, radicato nelle esperienze di xrofficinap e de x, 11 M e-nabèp. Dalla riflessione sui rapporti tra letteratura e indu-stria (maturata entro l'esperienza di wcomunitàp) nasconoopere come Donnarumma all'assalto ( 19,9) di Ottiero Ottie-ri, racconto-saggio sulla caotica industrlalizzazione de1 Sud,

Mcmorialc ( Iy62) di Volponi, sull'alienante realtà della fab-

brica e una trllogia f 1965- 1969) di Goffredo Parise, sulla ri-duzione dell'uomo ad oggetto nella civiltà industriale.ln ambito neosperimentalistico rientrano Ragazzi di vita

( I 955) e ïlna vita violcnta ( I 959) di Pasolini, sul mondo dise-redato e irredimibile delle borgate romane con la sua carica di

XXV

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lntroduzioneXVI

vitalità estrema, a suo modo innocente, in uno stile composi-to (di lingua, dialetto e gergo). Come pure 11 calzolaio di W -

gcano (z959) di Lucio M astronardi, ove sono descritti i ri-flessi psicologici e sociali de1 processo di industrializzazionenella provincia lombarda, anche qui con un accentuatoespressionismo linguistico. Su questo agisce la lezione diGadda, rimasto sconosciuto al grande pubblico fino al I 957,anno della pubblicazione in volume del suo libro piti noto,Quer pasticciaccio im//o de via Xem/aru. A Gadda si rifà perla sua ricerca espressiva anche la neoavanguardia, che conte.sta i codici narrativi tradizionali: ne è esempio l'xf antiroman-zoh, di Giorgio Manganelli (Hilarotragoedia, 1964), il cui lin-guaggio è sicuramente il piti ardito e innovativo do> quellogaddiano, e di Alberto Arbasino (Hatelli d'Italia, prima edi-zione 1963), due scrittori che, pur mantenendo una propriaoriginalità, si sono accostati al xxGruppo 63 ,,.G1i anni Settanta vedono il ritorno della letterarietà, la

riaffermazione delle sue possibilità conoscitive e anche della

dimensione estetica. Calvino propone una nuova prospettlvadel racconto, come operazione combinatoria, mai perö fine ase stessa, sottendendovi sempre un tentativo di conoscenzadella realtà: il suo risultato piti alto in questo senso è il meta-romanzo s'ta una notte d'invemo un viaviatore ( I (9-F9). Prodot-to d'alta ingegneria letteraria sull'esempio di Calvino, è Ilno-me #e/2 yosa (1 980) di Umberto Eco, che rappresenta, con ilsuo straordinario successo, una svolta emblematica della nar-rativa, anche per il recupero di quell'affabulazione tradizio-nale già negata dalla neoavanguardia (di cui lo stesso Eco ave-

va fatto parte).

11 panorama della narrativa degli anni Settantaaffollato e vivace, ma anche intricato: èdifficile in-pparefatti individuarvi indirizzi ben definiti.blicare g1i scrittori pitiSciascia, M orante, Parise, accanto ai quali si possono ricor-

dare, in ordine sparso, Primo Levi (che s'impone non piû so-lo nelle vesti di testimone dell'olocausto ebraico, ma come

narratore autentico), M ario Pomilio, Gesualdo Btlfalino,Giorgio Saviane, Carlo Sgorlon, Fulvio Tomizza, FerdinandoCamon, Giuseppe Pontiggia, Salvatore Satta, Stefano D'Ar-rigo e, tra i piti giovani, Sebastiano Vassalli, Gianni Celati,Nico O rengo e Antonio Tabucchi.

Continuano a pub-affermati, come M oravia, Calvino,

e Ottanta

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ANTONIO TABUCCHI

Piccoli equivoci senza importanza

I-a vita t; govecatasione, dai zzpïcco/ï equivoci senzadio.. Lo mostra questo racconto,

importanza. o ext'rlz/ rime-rjepoc/zioac delle vicende di

un gruppo di amici degli anni univenitari (Tonino , Fe#crïco ,Leo , M emo, âf/zlzw/eaa? attraveno i peryïerj e i sentimenti diTonino, I'io navante, cbe assiste come cronista ad un processo in

cui Fe#erïco è il giudice e Leo I'imputato . f.u vita gli appare, pi-randellianamente, come una recita in cui ciascuno Jol/jeae /aparte assegnatagli & 1 destino , gran burattinaio del teatro del

1 / caso, 1 / malinteso,dall'incompren-

mondo.J'.,a foona espreniva deI racconto é quella di un flusso navati-

vo in cui ricordi e sensazioni, p/ro/e e immagini, : 'accavallano in

una continua inteferenza tra ilpresente e diveni piani delpassa-

to , o fon'c, piti profondamcnte, tra cïf.s che é avvenuto e cjé cbenon p avvenuto.

Quando l'usciere ha detto: in piedi, entra la corte,l'aula per un attimo si è fatto silenzio, proprio in quel mo-mento, quando Federico è sbucato dalla m rticina guidando ilpiccolo corteo, con la toga e i capelli già quasi bianchi, mi è

venuta in mente Strada anfosat. Li ho guardati sedersi, comeassistendo a un rituale incomprensibile e lontano ma proiet-tato nel futuro, e l'immagine di quegli uomini graviz sedutidietro al bancone sovrastato da un crocifisso si è dissolta sot-to l'immagine di un passatoche r me era il presentes. pro-

e nel-

l.

àtrada tzrt/osu.una celebre canzont dcgli anni Sessanta, cantata da llomenict)51(<L1gn(>.<< Anfosa ?, significa fradicia.

2 Rraz': scri. calati ne1 loro ruolo di gitldici.' un pailazo .prebcnte:Tonino, colui che sta ruccontando, non riesce a dislin.

gtltrre il presente dal passato. donde quella malinconia (il xx mal del tempaz>, come iedcfinisce l'autore stesso in Plazza J 'ltalta), clne affliggc molti io narranti t' arsonag.gi dt'i ract'onti di Tabucchi.

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11 racconto de1 Novecento

prio come in un vecchio film, e sul blocco per g1i appunti che

mi ero portato la mia mano ha scritto, quasi per proprio con-to, Strada anfosa, mentre io ero ormai altrove, abbandonato alritroso dell'evocazione4. E anche il Leo, seduto dentro quel-la gabbia come un animale pericoloso, anche 1ui ha perdutoquell'aria malata che hanno le persone profondamente infeli-ci, l'ho vistos appoggiarsi alla console stile impero6 di suanonna, con quella sua vecchia aria annoiata e furba che ave-

va solo il Leo e che era il suo fascino, e ha detto: Tonino, ri-metti Strada anfosa. E cosf io g1i ho rimesso il disco, se lo me-ritava il Leo di ballare con M addalena altrimenti detta laGrande Tragica perché alla recita scolastica di fine anno in-terpretando Antigone? si era messa a singhiozzare su1 serio enon si fermava piti; e quello era proprio il disco fatto appostaper loro, da ballarsi appassionatamente ne1 salotto stile impe-

ro della nonna del Leo. E cosf è cominciato il processo, con ilLeo e Federico che ballavano a turno con la Grande Tragicaguardandola perdutamente negli occhi, entrambi facendo fin-ta che non erano affatto rivali, che di quella ragazza dai ca-pelli rossi non gliene importava molto, lo facevano cosf perballare, e invece spasimavano per lei, io compreso, natural-mente, che mettevo il disco come se niente fosse'.

Fra un ballo e l'altro è arrivato l'anno seguente, che ful'anno di una frase che diventè un emblema, la usavamo finoall'abuso perché andava bene per le pili svariate circostanze:non trovarsi a un appuntamento, spendere piti di quanto ave-vamo, dimenticare un impegno solenne, leggere un libro rite-nuto eccellente e che invece era una noia mortale: tutti g1i er-rori, i malintesi, le sviste che ci capitavano erano xrun picco-

lo equivoco senza importanzazy. 11 fatto iniziale successe a fe-derico, fu un'occasione di risate memorabili perché Federicoaveva programmato la sua vita, come tutti noi, del resto, 1uisi era iscritto a lettere classiche, in greco era sempre stato un

4 ai' ri/roso #za/, t-z ocaztoneLai ri cordi

5 I éo r';5/o:nel ricordo* console :mpero tavolo da parete di gusto netxlassico tchiamato <z im>ro ,,

Ixrché coincise con l'ilnm rt) napoleonico).7 /! nttyone.f gli a di Edirxl e di (-iocasta Nell 'omonima tragedia di Stlfocle dàaltura al fratello Polinice sfidando il divieto di Creonte,tiranno di Telx

/ fojjc.ecco il passato sovraprxlrsi prepatentemente al presente e interfe-.uamente (2()n ts%()

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Piccoli equivoci senza imm rtanza

genio e nell'zalkore faceva Creonte; noi ci iscrivemmo a let-

tere moderne, era pili attuale, diceva il Leo, vuoi mettere Joy-ce9 con quegli autori barbosi 7 Eravamo al Caffè Goliardico,ognuno co1 suo libretto, scrutavamo i piani di studio con iprogrammi stesi su1 biliardo, al gruppetto si era unito il M e-mo, veniva da Lecce e aveva impegni politici, era moltoreoccupato che si facesse m litica covettamente, per questosi prese il soprannome di Deputatino, e tutto il corso poi lo

chiamè sempre cosf. A un certo punto arrivè Federico conun'aria stravolta sventolando il suo libretto di matricola, eratrafelato e quasi non riusciva a spiegarsi, era fuori di sé, pererrore g1i avevano dato un libretto di Giurisprudenza, nonsapeva capacitarsene. Per confortarlo lo accompagnammo a1-le segreterie, ci attese un impiegato gentile e noncurante, eraun vecchietto che aveva visto sfilare davanti a sé migliaia di

studenti, esaminö il libretto di Federico e la sua aria preoc-cupata: è un piccolo equivoco senza rimedio, disse, è inutilepreoccuparsi tanto. Federico lo guardè allibito, con la facciacongestionata, e balbettè: un piccolo equivoco senza rime-dio 7 ! 11 vecchetto non si scompose, mi scusi, disse, è stato unlapsus, volevo dire un piccolo equivoco senza importanza,prima di Natale le faccio avere l'iscrizione giusta, intanto se

lo desidera puö seguire le lezioni di Giurisprudenza, almenonon perde le sue giornate. Uscimmo reggendoci la pancia: unpiccolo equivoco senza importanza! E giti, tutti a ridere del-l'aria furibonda di Federico.Come sono curiose le cose. Un mattino, qualche settimana

dopo, Federico arrivö al Goliardico con un'aria di sufficien-za. Usciva da una lezione di filosofia del diritto, c'era andato

tanto per andarci, proprio per fare qualcosa: ebbene, ragazzi,tevamo non credergli ma in un'ora aveva capito certi pro-

blemi che non aveva mai capito in vita sua, in confronto i tra-gici greci non spiegavano nulla de1 mondo, aveva preso la de-cisione di restare a Giurisprudenza, tanto i classici li cono-sceva già.Federico ha detto qualcosa in tono interrogativo, mi è par-

sa una voce lontana e metallica come se la ascoltassi in un te-

9 Joyceï lo scrittore irlandese f I 882- I k?4 I ) autore dei Dubllncn i I t) I 4 ) e dc:.1* ( '/).;;c5 t 1 k)2 2 ;. uno dei maestri della letteratura novecentesca.

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lefono, il temm ha barcollato ed è precipitato verticalmentelo

e attorniato da O llicine, galleggiando in una pozza di anni, èaffiorato il viso di M addalena. Forse non si dovrebbe andarea trovare una ragazza della quale si è stati innamorati, il gior-no in cui stanno N r tagliarle i seni. Se non altro N r propriadifesa. M a io non avevo nessuna voglia di difendermi, mi erogià arreso. E cosf ci andai. L'asm ttai ne1 corridoio prima del-le sale om ratorie, dove li fanno sostare m r qualche minuto in

attesa de1 loro turno. Arrivè su1 lettino con le ruote, su1 visoaveva l'allegria innx ente della pre-anestesia, che credo diauna commozione senza consam volezza. Aveva g1i occhi lustrie io le strinsi la mano. Le restava la paura, ma ottusa dallachimicall, lo capii. Dovevo dirle qualcosa ? Avrei voluto dir-le: M addalena, sono sempre stato innamorato di te, chissàm rché non sono mai riuscito a dirtelo prima. M a non si puè

dire una cosa de1 genere a una ragazza che sta entrando inuna sala om ratoria per un'operazione come quella. E allora ledissi a tutta velocità: molte sono /e malvagio del mondo mal'uomo tutte /e supera ancbe oltre il mare di spuma sotto I'impe-tuoso vento del sud egli avanza ed attravena /e perigliose ondecbe gIi mcj<coao intoco, che era una battuta dell'da/koaeche le dicevo alla recita tanti anni prima, chissà come mi ven-

ne in mente cosf % ne e non so se 1ei se la ricordava, se era ingrado di capire, mi strinse la mano e la portarono via. lo sce-si giti allo spaccio dell'os- dale, l'unico alcoolico dism nibileera l'amaro Ramazzotti, ce ne vollero una decina per riuscirea ubriacarmi, quando cominciai a sentire una certa nausea an-dai a sedermi su una panchina davanti alla clinica e dovetticercare di convincermi che presentarmi da1 chirurgo era una

pazzia, era un desiderio dato dalla sbornia, perché volevoproprio andare dal chirurgo e dirgli di non buttarli nell'ince-neritore, quei seni, di darli a me N rché li volevo conservare,e anche se dentro erano malati non me ne imm rtava niente,perché tanto c'è sempre una malattia dentro tutti noi, e io aquei seni g1i volevo bene, insomma, come dire ?, avevano unsignificato, sa ravo capisse. M a quel barlume di raziocinio

che mi restava me lo imm di e riuscii a raggiungere un taxi, acasa dormii tutto il m meriggio, mi svegliö il telefono che era

11 racconto de1 Novecento

1: il Je-po.. . verttcalmentrL il passato è ritornato prem tentemente.11 ottusa 1/2 c&-2a:attenuata dai farmaci.

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Piccoli equivxi senza imm rtanza

già buio, non feci

rico che mi diceva:

nemmeno caso all'ora, era la vx e di Fede-Tonino, sono io, mi sentiTonino 7 , sono

io. M a dove sei ?, g1i rism si con la voce impastatalz. Sono aCatanzaro, fa lui. A Catanzaro ?, dico io, e cosa ci fai a Ca-tanzaro 7  Sto facendo g1i esami di prx uratore, dice, ho senti-to che M addalena sta male, che è in osm dale. Proprio cosf,g1i dissi, te lo ricordi che seni aveva ?, non ci sono piti: zac.Lui mi disse: ma cosa dici, Tonino, sei ubriaco 7 Certo che so-no ubriaco, dissi io, sono ubriaco come un ubriaco e la vita mi

fazaro, m rchénon de1 Leo, e tu l'hai sempre saputo e non l'hai mai sm sataN r paura, perché hai sm sato quella saputona di tua moglie,me lo spieghi ?: sei un fetente, Federicuccio. Sentii fare clicm rché aveva rlagganciato, io dissi qualche altra sconcezza avuoto e N i ritornai a letto e sognai un camx di papaveri.E cosf g1i anni hanno continuato a svolazzare avanti e in-

dietro, come venivano, mentre il l-eo e Federico continuava-no a ballare con M addalena ne1 salotto stile impero. ln un at-timo, sempre come in un vecchio film, mentre stavano sedu-ti 1à in fondo, uno con la toga e l'altro dentro la gabbia, iltemm ha cominciato a fare la giostral: senza ordine, tiN fo-

glietti de1 calendario che volano via e si riappiccicano l'unosull'altro, e intanto loro ballavano con M addalena guardan-dola intensamente negli occhi mentre io mettevo il disco. Viacosf, un'estate tutti insieme alla colonia montana de1 Comi-

tato Olimpico Nazionale, le gasseggiate nei Mschi, la maniadel tennis che ci aveva contaglato tutti, ma chi gix ava su1 se-rio era il leo, con quel rovescio imprendibile e insieme quel-

l'eleganza, le magliette attillate, i capelli lustri, l'asciujamanointorno al collo dom la partita. La sera, su1 prato, dlstesi, aparlare del mondo: su1 m tto di chi avrebbe apm ggiato la te-sta M addalena ? E poi quell'inverno che ci sorprese tutti. Pri-ma di tutto per il Leo, chi l'avrebbe detto, lui cosf elegante ecosf ostentatamente futile, abbracciato alla statua nell'atrio

e anche tu mi fai orrore che fairrore,

g1i esami a Catan-l'hai sBlsata 7 15, 1ei era innamorata di te,on

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12 con Ja voce lwpuxfala: faticando a trovare le parole.1 $ percbé. .sposauL nei racconti di Piccolt equtvocl xeszu tmporunza si esprime

una visione della vita non solo come casuaiità e ineluttabiliti ma anche come in-compiutezza.

14 a fare /a gtoftra.ad andare avanti e indietro vertiginosamente.

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de1 rettorato, che arringava con trasporto la folla di studenti.

Aveva un eschimols verdolino di tipo militare che g1i sta-va d'incanto, io me lo presi b1u m nsando che andava megliocon i miei occhi chiari, ma poi M addalena non se ne accor-se neppure, o almeno non mi disse niente, invece guarda-va l'eschimo di Federico che gli stava ampio e lo infagottavaun po', a me pareva ridicolo quel ragazzone legnoso con lemaniche tropm lunghe, ma evidentemente alle donne faceva

11 racconto del Novecento

tenerezza.Poi il Leo ha cominciato a parlare con la voce bassa e mo-

notona come se raccontasse una favola, e questa è l'ironia de1Ixo io lo sapevo, nell'aula non si sentiva volare una mosca,tuttl i giornalisti concentratissimi a prendere appunti come selui raccontasse il Gran Segreto, e anche Federico lo seguivacon estrema attenzione; dio santo, ho pensato, ma a rché de-

vi fingere di stare cosf attento, non ti racconta niente di stra-no, quell'inverno c'eri anche tu. E quasi mi sono immaginatoche Federico a un certo punto si alzasse in mezzo alla corte edicesse: signori giurati, co1 vostro permesso questo N zzo vor-rei raccontarlo io, conoscendolo benissimo per averlo vissuto:la libreria si chiamava xxM ondo Nuovop, era ubicata in piaz-za Dante, ora al suo posto c'è una profumeria elegante, se

non erro, che vende anche le borse di Gucci. Era una stanzalarga con uno sgabuzzino sulla destra dove c'era uno stanzinoe N i il cesso. Nello stanzino non abbiamo mai tenuto bombené altri tipi di esplosivil6, ci tenevamo le fresel; pugliesi cheportava il M emo quando andava a passare le vacanze al suopaese, e tutte le sere ci trovavamo lf e mangiavamo frese conolive. L'argomento della conversazione era quasi sempre la ri-

voluzione ctlbana, infatti c'era anche un poster di Che Gue-varal' sopra il banco della cassa; ma si esaminavano anche lealtre rivoluzioni della storia e ne parlavo io perché i miei ami-

11 cîcbimo.ampio giaccone con cappuccio,di tela ima rmeabile generalmente fo-derata di lana,che Nr g1i studenti de1 Sessantotto costituf una s> cie di divisa

1* bombe . esplostvtk Ixo è imputato di atti di terrorismo.

17 Jrere, un pane smciale, duro, a forma di ciamixlla, che prima di essere ctlnsu.mato viene ammorbidito con acqua e condito con sale. olio e origano.

'' Cbe G'Jzeparu:il guerrigliero argentino Ernesto Guevara ( , 92 8- I k)6-; )<.(-he ,,(pronunciato .cè ,>, interiezione tipicamente argentina) Ixr la storia.Protagonlstacon Fidel Castro della rivoluzione cubana, si dedicù poi completamenle aila lotta dili/razione dei rxàrxàli latino-americani Fu uno dei . miti ,, de1 Sessantotto

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Piccoli equivoci senza imm rtanza

ci da un Punto

ignoranti, io invece la storia de1 r nsiero politico la studiavoper un esame al quale presi trenta e lode, e cosf tenni alcunelezioni, che noi chiamavamo seminari, su Babeuf, Bakunin eCarlo Cattaneolg; comunque in verità delle rivoluzioni nonme ne importava molto, lo facevo perché c'era una ragazzadai capelli rossi che si chiamava M addalena della quale ero in-namorato, perè ero convinto che fosse innamorata de1 Leo, o

meglio, lo sapevo che era innamorata di me, perè avevo pau-ra che fosse innamorata del Leo, insomma, è stato un piccoloequivoco senza importanza, che era una frase che dicevamotra noi a quell'em ca, e poi c'era il Leo che mi prendeva in gi-ro, ha sempre avuto una grande capacità di prendere in girola gente, lui, ha la battuta facile e il dono dell'ironia, cosf mifaceva delle domande trabocchetto, un po' perfide, per far

capire a tutti che io ero un riformistazo e lui un vero rivolu-zionario, molto radicale: ma non è mai stato cosf radicale, ilLeo, lo faceva per farmi fare brutta figura con M addalena, adogni modo un po' per convinzione o un m ' per caso si trovèa ricoprire un ruolo di primo piano, diventè il piti importan-te del gruppo, ma anche per lui fu un piccolo equivoco che luicredeva senza importanza. E poi sapete com'è, succede che la

parte che uno si assume diventa vera davvero, la vita è cosfbrava a sclerotizzare le cose, e g1i atteggiamenti diventano le

di vista storico-filosofico erano abbastanza

1te2lce .M a Federico non ha detto niente di tutto questo, stava at-

tentissimo a seguire le domande de1 Pubblico M inistero e lerisposte de1 Leo, e io ho pensato: non è possibile, è tutta unarecitazione. M a non era una recitazione, no, era una cosa ve-

ra, stavano davvero processando il Leo, e anche le cose che ilLeo aveva fatto erano vere, e 1ui le stava confessando candi-damente, impassibile, e Federico lo ascoltava impassibile, eallora ho pensato che anche lui non poteva fare altrimenti,perché quella era la sua parte nella commedia che ci stavano

267

19 Babeuj. .Cattaneo Balxuf ( I ;r60- I 7(.)-)- ) f u un rivoluzionario francese' Baku-ni n kI 8 I 4. I 8- 6) un anarchlco rusv) protagonista di molte insurrezioni avvenute inf'tlrtypa.(-arlo (-attaneo f I 8( .I . I 8txk), uno storict) e politico milanese di ispirazionelllot-ribla e federalista. fllndarore della rivista .4 11 Politecnico ,, I 8 5t?- I 84g ..

20 nformlsta'qui in senso Jx/emico-spregiativo. a>er indicare il mtxlerato in con-trapposizione al fatltore della rivoluzione.

:1 scfkpropzzarc Lcelte.rendere privo di sviluppi un atteggiamento

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giocando. E a quel punto mi è venuto un impulso di ribellio-

ne, come una volontà di oppormi a quella vicenda che parevagià scritta, di intervenire, di modificarla. Cosa potevo fare ?,ho pensato, e l'unica soluzione mi è parsa il M emo, era l'uni-ca cosa da farsi, sono uscito dall'aula e sono andato nell'atriomostrando ai carabinieri il mio tesserinozz; mentre compone-vo il numero ho N nsato in tutta fretta a cosa potevo dire:stanno condannando il Leo, g1i avrei detto, vieni qui, devi fa-

re qualcosa, si sta seppellendo con le sue stesse mani, è assur-do, sf lo so che è colpevole, ma non fino a questo punto, è so-lo la rotella di un ingranaggio che lo ha stritolato, e ora lui starecitando la parte di chi manovrava le leve di quell'ingranag-gio, ma lo fa per tenere fede alla sua figura, 1ui non ha maimanovfato IVSSLInR macchina e forse nOn ha neppure nessunaspia da fare, è soltanto il Ieo, un leo esattamente uguale a

' 11o solo cheuando giocava a tennis con l asciugamano al co ,è anche 'ntelligente, è uno stupido 'ntelligente, e tutto que-sto è assurdo.11 telefono ha squillato a lungo e poi ha risposto una voce

femminile educata e fredda con un marcato accento romane-sco: no, l'onorevole non c'è, è a Strasburgozs, che cosa desi-dera ? Sono un amico, ho detto, un vecchio amico, vorrei che

lo rintracciasse, è una questione molto imm rtante. M i di-spiace, ha detto la voce educata e fredda, ma non credo chesia m ssibile, l'onorevole in questo momento è in riunione, selo desidera puö lasciare un messaggio, glielo trasmetterè ap-> na m ssibile. Ho riagganciato e sono entrato in aula ma nonho raggiunto il mio posto, sono rimasto in cima all'emicicloz4,dietro la fila dei carabinieri' nell'aula in quel momento c'era

un parlottio diffuso, credo che il l-eo avesse detto una battu-ta delle sue, su1 viso aveva ancora l'espressione maliziosa dichi ha detto una frase perfida, e in quell'espressione io ho let-to una grande tristezza. E anche Federico, che stava siste-mando le sue carte davanti a sé, mi è parso oppresso da unagrande tristezza, come un peso che sentisse sulle spalle, e al-lora mi è venuta voglia di attraversare l'aula e di arrivare fi-

no al bancone fra i flash dei fotografi e di parlargli, di strin-

11 racconto de1 Novecento

22 trfsertno.di jiornalista2$ jtrasbuqo.clttà francese, sede de1 Parlamento euroa o24 emlctclojl'aula de1 tribunale ha forma di semicerchio.

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Piccoli equivoci senza imm rtanza

gergli la mano a tutti e due, insomma, qualcosa del genere.M a cosa potevo dirgli, che si trattava di un piccolo equivoco

senza rimedio ? Perché mentre pensavo questo ho propriopensato che tutto era davvero un enorme piccolo equivocosenza rimedio che la vita si stava portando via, ormai le par-ti erano assegnate e era imm ssibile non recitarlezs, e anch'io,che ero venuto col mio blocchetto per g1i appunti, anche ilmio semplice guardare loro che recitavano la loro parte, an-che questa era una parte, e in questo consisteva la mia colpa,

nello stare al gioco, perché non ci si sottrae a niente e si hacolpa di tutto, ognuno a suo modo. E allora mi è venuta unagrande stanchezza e una specie di vergogna, e insieme è arri-vata un'idea che mi ha assalito e che non ho saputo decifra-re, qualcosa che m trei chiamare il desiderio della Semplifica-zione, In un attimo, seguendo un gomitolo che si stava sroto-lando con la velocità di una vertigine, ho capito che noi era-vamo lf a causa di una cosa che si chiama Complicazione, eche per secoli, per millenni, per milioni di anni essa ha con-densato, strato su strato, circuiti sempre piti complessi, siste-mi sempre piti complessi, fino a formare ciè che ora noi sia-mo e ciè che stiamo vivendo. E mi è venuta la nostalgia del-la Semplificazione, come se i milioni di anni che avevano pro-dotto gli esseri che si chiamavano Federico, il Leo, M addale-na, il Deputatino e io stesso - questi milioni di anni per sor-tilegio si dissolvessero in un bruscoloz: di tempo fatto diniente: e ci ho immaginati tutti quanti seduti su una foglia.Voglio dire, seduti propriamente no, perché i nostri organi-smi erano diventati microscopici e mononuclearir, senza ses-so, senza storia e senza ragione: ma pur tuttavia ancora conun barlume di coscienza che ci permetteva di riconoscerci, disapere che eravamo noi cinque, lf su una foglia, a sorbire goc-ce di rugiada come se fossimo a prendere una bibita davantia un tavolino del Caffè Goliardico, e avevamo solo la funzio-ne di stare lf, mentre un'altra sw cie di grammofono suonavaper noi un'altra smcie di Strada anfosa, in una forma che daessa differiva, ma che era uguale nella sostanza.

E mentre sostavo assorto su quella foglia, la Corte si è al-

25 ormat . recttarle.è l-ineltlttabilità de1 destino,26 hruîcolo. particella .27 mononuclean kqellulc con un solo nucieo.

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11 racconto de1 Novecento

zata in piedi, e anche il pubblico; il Leo è rimasto seduto nel-la gabbia e ha acceso una sigaretta, forse era un intervallo del-la seduta, non so, ma io sono uscito in punta di piedi, fuoril'aria era limpida e il cielo turchino, di fronte al palazzo digiustizia il carrettino di un gelataio sembrava abbandonato epassavano rare macchine; mi sono messo a camminare versola darsena', su1 canale c'era una chiatta rugginosa che scivola-va in silenzio come se non avesse il motore, le sono passato

accanto e sopra c'erano il Leo e Federico, uno con la sua ariastrafottente e l'altro con la sua aria grave e pensosa, che miguardavano con espressione interrogativa, aspettavano unafrase da me, era evidente' e in fondo alla chiatta, come se gui-dasse il timone, c'era M addalena splendente di giovinezzache sorrideva come puè sorridere una ragazza che sa di esse-re splendente di giovinezza. Ragazzi, ho pensato di dirgli, vi

ricordate la Strada anfosa ? Ma tutti e tre avevano una fissitàimmobile, e ho capito che erano immagini di gesso eseguite inmaniera realistica e troppo colorata, con quelle pose strava-ganti e caricaturali che hanno a volte i manichini delle vetri-ne. E non ho detto niente, naturalmente, gli ho solo fatto uncenno di saluto mentre la chiatta se li portava via e ho prose-guito su1 molo con passi pausatiz: e lenti, cercando di non cal-

N stare gli interstizi de1 lastricato, come quando ero bambinoe con un ingenuo rituale provavo a regolare sulla simmetriadelle pietre la mia infantile decifrazione de1 mondo29 ancoraStnza Scansiont t Senza mistlra.

z: j .ausat: nterrllttl29 lnjanttle PZOaJO soveente nei racconti di Ihccol: t-#J4i! oc: Jz-rzza lmportunza

l'io narrantt o il m rsonaggio si Ixnne insistentemente dtlmandr su1 sellso delle ctlsel a v 1 t as u

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G1i autori e leOPCrC

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CORRAX

(San Luca z8p.y - Romanatale, il legamez y.,8?

lndissolubile, nostal-gico, con il mondo delle origini, coesiste in Alvaro con un'a-Pertura europea, sog-

giorni all'estero come inviato speciale e attraverso la sua ope-ra di redattore della rivista bontemm lliana xy9oohy  Questeue componenti si riflettono nella sua produzione narrativa

,

costituita da opere molto diverse, come i racconti de L 'ama-la alla finestra ( :929) e di Gente in Aspromonte ( J 930), ispira-ti alla terra d'origine, e i romanzi L'uomo nel z:irja/o (1926)

e L 'uomo èforte ( l9J8), di respiro euromo nella problemati-ca e nella struttura saggistica.L'ambiente natfo, dominato da una miseria secolare e da

forti contrasti sociali, chiuso nelle sue ferree e pur suggesti-ve tradizioni arcaiche, è al centro di Gente in Aspromonte

,

clli soprattutto è legata la fama dello scrittore calabrese: vis'intrecciano la narrazione corale, di ascendenza verghiana

,

e sottili analisi psicologiche, la rappresentazione realistica,i forte carica polemica,e la rievocazione mitico-lirica, co-

sicché il tema sociale non si cristallizza nella dimensione ve-

intellettuale maturata attraverso i suoi

rista de1 documento ma si trasfigura in una vicenda esisten-ziale simbolica. Co1 ritorno al paese natale si conclude an-che 1- 'uomo nel Iabirinto, in cui si denuncia l'inautenticitàdell'uomo moderno smarrito nella babele della vita cittadi-na, che genera solitudine e indifferenza

. Ispirato da unviaggio compiuto qualche anno prima nella Russia stalinia-

na, L 'uomo èforte descrive invece, con tinte kafkiane, 1'al-lucinante atmosfera di terrore che grava su uno stato totali-tario, e nella quale è leggibile anche la realtà italiana delxxventennioyy.

ALVARO

di CJ/a>HJLa fedeltà alla terra

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Gli autori e le opere

GloRclo BAssAxl

(Fevaya z j) z8?A Ferrara è ambientata l'intera narrativa di Bassani, e noncasualmente l'edizione definitiva e complessiva che riuniscetutti i suoi libri s'intitola 11 romanzo di Fev/rl (1980): un'o-pera cresciuta, per lenta accumulazione e attraverso una con-tinua riscrittura, nell'arco di un trentennio.Al suo centro, ri-visitate da una memoria-giudice, sono le vicende della comu-

nità ebraica ferrarese, soprattutto quelle degli anni piti buidel fascismo, dopo la promulgazione delle famigerate leggiantisemite del 1938, con la discriminazione e la persecuzioneche seguirono.La tematica ebraica s'intreccia quasi sempre con quella ci-

vile. Nel romanzo breve Gli occbiali d'oro ( 1958), il libromaggiore di Bassani, il giovane che narra prende lacerante

coscienza della propria ebraicità in seguito alle leggi razziali evede rispecchiata la sua emarginazione in quella dell'omoses-suale dottor Fadigati. Un altro giovane ebreo discriminato,che cerca solidarietà negli antifascisti ferraresi, è il protago-nista de GIi ultimi anni di C/e/j/ Trotti; e la tragedia storicadelle dem rtazioni e dello sterminio, accennata ne 1..4 paneg-#4/a prima di cena, irroma in un altro racconto, Una zpjlein via Mazzini.Compendio de1 mondo poetico bassaniano, anche per il

fitto intreccio di rimandi e corrispondenze con personaggi,motivi e momenti delle altre storie ferraresi, è 1/ giaydino deiFinzi-contini ( I 962). L'autobiografico io narrante si smarri-sce, affascinato, ne1 mondo degli aristocratici e impenetrabi-li Finzi-contini, isolati anche fisicamente nell'edenico giardi-

no della loro villa, dove, presaghi della catastrofe incomben-te, attendono con consax vole abbandono la morte. E il ri-chiamo della morte, percepita come liberazione da1 male divivere e come appagamento dell'ansia d'assoluto, segna an-che l'ultima, desolata, storia ferrarese, L 'airone ( 1968).

Rox:ANo BlLExcldl

(CoIle Val d 'Elsa, Siena z pojl - Firenze z p8))11 mondo narrativo di Bilenchi ruota intorno alla memoria

dell'infanzia - sentita quale radice dell'uomo adulto - e del-l'adolescenza: un tema, questo, dominante nella letteraturadegli anni Venti e Trenta, specie negli scrittori legati a x4 So-

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G1i autori e le opere

lariap. Narratore tutto di risonanze interiori, Bilenchi ha tut-

tavia uno stile asciutto ed essenziale, frutto di un mirabileequilibrio tra l'impulso a scrivere come forma di autocono-gcenza e le esigenze di una resa oggettiva.Suggestive rappresentazioni dell'infanzia e dell'adolescen-

za, sullo gfondo della piccola e media borghesia della provin-cia toscana, si trovano in diversi racconti della fitta produ-zione pubblicata tra il 1935 e il 1943, e in un romanzo, Con-

sewatorio di .Qr/u Teresa ( 1940). Anna e Bmro, che dà il tito-lo ali'omonimo volume di racconti (1938), narra l'idillio trauna madre e un figlio stretti da un rapporto esclusivo, riparoper il bimbo dalle durezze de1 mondo. A1 centro di Consewa-/oHo di .Qz;/J Teresa è invece il passaggio dall'infanzia a11'a-dolescenza: uscito da1 protettivo mondo materno, il figlio en-tra in contatto con una realtà che svela la sua fragilità psico-

logica e gli fa provare un acuto senso di esclusione. L'adole-scente autobiografico di Bilenchi è una persona sola, che di-nanzi ad un mondo esterno chiuso e arido reagisce ripiegan-dosi su se stessa e abbandonandosi alla nostalgia dell'infan-zia, immagine mitica della sua vita.Nei racconti Im siccità e J-a miseria, pubblicati ne1 I 94 I , e

ne1 molto piti tardo 11 gelo, del 1982 (riuniti nel 1984 in Gli

anni impossibili), è la realtà nel suo complesso, naturale e sto-rica, ad essere percepita come una minaccia distruttiva, an-che al di 1à dell'adolescenza.Dopo un silenzio di molti anni, Bilenchi ha pubblicato ne1

I ç)';1 un romanzo d'ispirazione storica e politica, Ilbottone diStalingyado, in cui rim rcorre fasi cruciali della storia italiana:l'avvento del fascismo, la Resistenza, le lotte operaie de1 do-

poguerra.

N:ASSIM O BONTEM PEI-LI

(Como zyz: - Roma z #q0)11 nome di Bontempelli è legato soprattutto alla poetica del

xdrealismo magicop, una nuova prospettiva letteraria che ha lesue radici nella fase avanguardistica dello scrittore. Se nei

racconti de I-a vita intensa ( I 920), di sapore futurista ma in-sieme ironicamente critici verso il futurismo, prevale il purodivertimento, nel romanzo Lu vita operosa (192 I ) si mostrauna coscienza critica piti matura: in esso (uno dei testi di pun-ta dell'avanguardia italiana) l'autore evoca la M ilano del pri-

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276

mo dom guerra in preda a vorticose trasformazioni e denun-

cia la crisi delle ideologie e il condizionamento dell'individuonella società industriale. Nei successivi romanzi - La scac-cbiera davanti allo speccbio ( x922), viaggio attraverso le im-magini di uno specchio, ed Eva ultima ( z92J), incentrato suuna marionetta che si rivela piti autentica di tanti personaggireali - circola un relativismo di stampo pirandelliano e agiscela suggestione della contemporanea pittura metafisica.

Intonati alla poetica de1 xdrealismo magico', sono Ilfiglio didue &zu#H (z929), storia di un ragazzo morto che torna a ri-vivere in un coetaneo; Vita e morte di /1#Hu e dei suoi figli(z93o), la cui protagonista vuole nascondere il declino dellasua favolosa bellezza' Gente neltempo ( z9J7), un'intricata vi-cenda di morti a scadenza fissa all'interno di una famiglia.M a in questi romanzi l'intreccio si fa sempre piti esasperato

e l'immaginazione soverchiante. I racconti de1 Giro del sole(z94z), improntati a una libertà fantastica di tipo ariostesco,sono invece prosa d'arte, vicini al classicismo dei rondisti.Del Bontempelli poeta si ricorda la raccolta Ilpurosangue -

L 'ubriaco (191 9), esperimento giocoso di poesia futurista.

Entro la sua prv uzione teatrale spiccano Nostra Dca t z92j),che pros> tta un pirandelliano trasmutarsi della personalltà

secondo l'abito indossato, e M innie /a candida (1926), che de-nuncia l'alienazione sofferta dall'uomo in una società gover-nata solo dalle leggi della produzione e de1 consumo.

G1i autori e le oN re

DINO BuzzArf

(Belluno zpo8 - Miono zpzz?L'incom/ re della morte e

nata da1 capriccio de1 destinomotivi centrali della narrativacompie molteplici variazioni.borghese, anche il destino assume un carattere borghese, poi-ché viene percepito non come antagonista cui ribellarsi, ben-sf come dolorosa abitudine e come norma di un piti ampio or-dine psicologico e sociale interamente comporrel'allegoria di questa frustrazione perpetua partecipano mira-bilmente - da Bàmabo #e//e montagne ( l 93 J) a 11 segreto deI

Bosco Veccbio ( I 9.55) a 1/ deserto dei I'artah ( I 940) - le mon-

tagne, che si configurano come uno spazio metafisico, comemisterioso paesaggio de1 surreale.

accettato. A

una vita percepita come gover-

e destinata allo scacco sono idi Buzzati, sui quali l'autoreln lui, raffinato intellettuale

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Gli autori e le opere

11 deserto dei Tartari, il libro maggiore di Buzzati, e Un

amore (1965) narrano entrambi, attraverso formule narrativediverse, il tempo e l'amore-passione un'attesa-ricerca nonsoddisfatta: Drogo e Dorigo, i rispettlvi protagonisti, aspira-no entrambi ad una vita che trovi un proprio significato: ilprimo attende che all'orizzonte del deserto si mostri il nemi-co, il secondo che la ragazza squillo di cui è innamorato mutinatura. Nel Deserto, un testo intensamente esistenziale, la

morte è l'effettivo oggetto dell'attesa, mentre in Un amore lasua presenza mai cancellata torna a farsi incombentequando la passione, forzata distrazione, si attenua.Buzzati ha scritto anche numerosi racconti, dalla raccolta

de I Sette V/TM.JNT,H ( I 94 I ) a quella de Le notti difficili ( I 97 z ).Essi ci rivelano uno scrittore attento al mistero che si annidanella realtà quotidiana, e un uomo insidiato da simboli ango-

sciosi, manovrato da quel burattinaio del teatro de1 mondoche è la morte.

ITA 1-() C AI-V1N()

(Santiago dc f-u: k'ev/: , Cuba z q)a5 - Siena z 985)11 lungo cammino letterario di Calvino, da1 neorealismo a1-

la piti sofisticata sperimentazione, mostra come lo scrittore

abbia cercato forme di conoscenza e di rappresentazione sem-pre piti rispondenti ad una realtà in rapida e radicale trasfor-mazione. A ta1 fine egli si è accostato ad alcune esm rienzecentrali della cultura italiana ed europea del dom guerra, e lasua narrativa ne reca vistose tracce.Calvino esordisce con 1/ sentiero dei nidi di ragno ( 1947),

un libro d'impianto neorealistico, ma già incrinato da quel-

l'apertura al fiabesco che g1i è congeniale. Alcuni racconti de-gli anni Cinquanta (raccolti in volume nel 1958) lo mostranoanche attento indagatore della nuova realtà industriale. Lasua formazione illuministica, la tensione critica e la vocazio-ne fantastica si fondono nella trilogia I ao5'/H antenati (com-prendente 11 visconte dimezzato, I 952 ; 11 barone rampante,I 95:, 11 cavalicre inesistente, I 959), dove si prospetta una

realtà labirintica in cui la ragione fatica a ritrovarsi.Su1 finire degli anni Sessanta Calvino s'impegna in una

nuova ricerca narrativa, alimentata dall'attenzione alle nuoveteorie letterarie e alle scienze naturali. Ne nascono Le cosmi-comiche ( I 965) e Ti con zero ( I 967), fantascienza a ritroso, e

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G1i autori e ie opere

racconti, si ricorda ancora L 'Adalgisa (1944), affresco satiri-

co della borghesia milanese degli inizi de1 secolo.

TOM M ASO LANDOLFI

Landolfi, narratore raffinatissimo, presup-pone una tormentata problematica esistenziale, un xrmale diviverep che lo ha condotto alle soglie de1 piu amaro nichili-

smo. Egli ha ostentato una sorta di dandysmo di stampo dan-nunziano, ma nello stesso temm ha vissuto un'inquieta ri-cerca metafisica. Questo si riflette nella sua opera, continuogioco di specchi chesincerità, irrisione e

contrappone e sovrapponedisperazione.

1 tre racconti de1 Dialogo dei zzg/ojzzzj sistemi ( z 93 7), operad'esordio e forse vetta della narrativa di Landolfi, imitano il

linguaggio della logica per screditare ogni possibilità di com-prensione razionale' la mimesi linguistica riflette una ango-scia che non puö avere riscatto anche perché razionalmentenon definibile. 11 mar Je//e blatte e altre J/orje ( I 939) spaziane1 surreale, materializzando le angosce e le ossessioni del-l'uomo in fantasie oniriche, cosf come La pietra lunarc ( I 93t)/e Le due zittelle ( 1946), in cui si accentuano i toni dell'ironla

dissacratoria. Ne1 romanzo Cancroregina ( 1950) il raccontofantascientifico si risolve nella parodia del genere.Nella seconda fase della produzione di Landolfi domina

una vena diaristica, che fa riferimento al gioco, vizio dichia-rato dello scrittore, ma insieme simbolo esistenziale, anchede1 bisogno di perdere continuamente per ricominciare sem-pre daccapo: si collocano in quest'ottica Im bière du pe'cheur

(1953. un titolo ambiguo poiché, pronunciandolo, puö essereinteso sia come ''La birra del pescatore'' sia come ''La bara

snobismo e

de1 peccatore''), Rien va ( I 963), Des mois ( I 967).

(Pico, Frosinonea scrittura di :po8 - M iono zpzz?

pRlM o t-svl

(lhrino z g?z j) - z 987)11 nome di Levi è legato soprattutto alla sua opera di

testimone della a rsecuzione e dell'annientamento degli ebrei,vissuta in prima Ixrrna durante il suo internamento ad Ausch-witz. La necessità di conservare la memoria dell'olocausto èall'origine di ie questo é un uomo ( 1947), racconto-diario,preciso ed essenziale, dell'universo di abiezione e di sopraf-

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G1i autori e le opere

fazione instaurato ne1 Lager nazista: un autentico reportage

dalla morte, eppur ben diverso dalla memorialistica del neo-realismo in quanto animato soprattutto dalla volontà di capi-re, di definire una realtà incomprensibile dalla ragione. L'o-dissea de1 ritorno a casa dopo la liberazione ne1 gennaio del1945, attraverso un'Europa sconvolta dalla guerra e alla ri-cerca di una nuova vita, è raccontata con toni quasi picare-schi ne I..a tregua ( I 96

.3). 11 calvario ebraico negli anni del1'O -

locausto ritorna in .îe non ora quando? ( 1982), racconto delleepiche vicende di un gruppo di partigiani ebrei operanti nel-la Russia occidentale. Un inquieto ritorno all'esperienza de1Lager è nelle pagine saggistiche de J sommeni e i salvati( 1986), ove, di fronte all'affacciarsi di N ricolose dimentican-ze, addirittura di negazioni o giustificazioni dello sterminionazista degli ebrei, vacilla la fiducia dell'autore nella raziona-

lità dell'uomo, donde quel profondo pessimismo che non fuestraneo alle ragioni del suo suicidio.M a Levi non è stato solo il Testimone, avendo al proprio

attivo un'importante produzione legata tematicamente allasua professione di chimico e alla civiltà industriale e tecnolo-gica. Un'originale forma di letteratura scientifica e civile so-no le pagine autobiografiche de 11 sistema pehodico ( J 975),

mentre romanzo d'ambiente operaio è Im cbiave a 5'/t'/2( I 978), specchio della fiducia di Levi ne1 valore del lavoro enella possibilità di un rapporto concreto e costruttivo con lecose. La sua ricca produzione di racconti comprende testi digenere sia realistico (legati ai temi delle opere maggiori) siafantastico, spesso molto vicini alla fantascienza come, peresempio, Storie naturali ( z 966).

28I

I''I-SA Nl()RA NTE

(Roma z 91.8 - z 985)La M orante è stata una scrittrice anticonformista, estra-

nea alle mode letterarie. In pieno clima neorealistico si è ri-velata in modo sorprendente con Menzogna e Jor/j/txjo( z948), un romanzo intonato su un registro favoloso e magi-

co, mentre quando la stagione del neorealismo si era da tem-po conclusa ne ha richiamato i moduli con f,a Storia (1974).L'intera sua opera, pervasa di elementi autobiografici, è

segnata dalla ricerca della verità, che si traduce in una scrit-tura tessuta di realismo e di fantasticheria, di N netrante ana-

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Gli autori e le opere

lisi psicologica e di trasfigurazione mitica di cose e persone.

11 passato ripercorso a ritroso dalla protagonista di iblenzognae Sortilegio, un congegno narrativo fitto di eventi, vicende,caratteri, non è affatto consolatorio.Ne 1- 'ïlo/u di Arturo( 19j7), racconto di una difficile iniziazione alla vita, la dolo-rosa scoperta della verità coincide con la maturazione del ra-gazzo protagonista, che scopre come l'unica felicità possibileresti quella perduta dell'infanzia.

Ne J.-a Storia, la ricerca morantiana porta ad individuare ivalori autentici negli umili, negli esclusi, negli sconfitti, nel-le xxvittimep innocenti e inermi della xdgrande storiap, semi-natrice di crimini efferati, esplicito bersaglio dell'autrice. Sequesto è l'orizzonte ideologico (che semplifica alquanto laprospettiva storica), la narrazione richiama i moduli del ro-manzo popolare ottocentesco, delineando un vasto affresco

di Roma nell'arco di sette anni, da1 tempo di guerra all'im-mediato dopoguerra, tra i periodi piti bui della sua storia.La verità di Aracoeli f , 982), ultima opera della M orante,

è la morte, e in questo terribile confronto sfociano l'amaradisillusione della scrittrice nei confronti della realtà e dellavita, e la sua angoscia davanti alla vecchiaia e alla malattia.

AI-BI-:R'rO M ORAVIA(pseudonimo di z'l/ier/o Pincherle, Rozaa z oo7 - z spqo?Attraverso una fittissima, ininterrotta, produzione lette-

raria e giornalistica, M oravia ha esercitato un ruolo di pri-missimo piano nella vita culturale italiana dagli anni Cin-quanta alla sua morte. M a egli è stato soprattutto un narra-tore, nel quale l'innato impulso a raccontare ha preceduto la

stessa coscienza di intellettuale, curioso dei piti svariatiaspetti dell'attualità.11 romanzo d'esordio, Gli indifferenti ( I 929), il suo camla-

voro, individua e rappresenta una categoria esistenziale che ri-mane il tema piti autentico della sua narrativa: l'xxindifferen-za,,, ossia l'accettazione di una realtà negativa e l'incapacità didecidere, avvertita come carattere de1 ceto M rghese. A questoambiente appartengono g1i adolescenti che nei romanzi Agosti-no ( I 943), altro libro notevole, e Im disubbidienza ( I 948), co-noscono l'asm tto sordido, violento e crudele della realtà, o l'i-pxrisia e l'inganno degli adulti. La sco> rta de1 N m lo comeN ssibile alternativa esistenziale alla V rghesia coincide con il

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G1i autori e le opere

momento del parziale avvicinamento

smo; ne sono frutto i romanzi 1w romana (

dello scrittore al neoreali-

1y47) e J..a cioctàranegll anni Cinquanta).1957),nonché i Racconti romani (scritti

M oravia ritorna all'esplorazione del mondoIm noia ( I 960), dove il sesso entra come criteriozione dell'intera realtà e come rism sta, vana,l'alienazione. Con questo libro lo scrittore passasaggio, in cui prevalgono g1i elementi intellettualistici, alimen-

tati da un costante interesse per le nuove tendenze culturalivia via emergenti. La fitta serie dei romanzi e dei racconti suc-cessivi mostra un M oravia sempre piti impegnato a individua-re nel nostro mobile presente l'ispirazione rr nuove forme incui calare la sua caratteristica tematica esistenziale.

borghese cond'interpreta-all'apatia e a1-al romanzo-

283

ANNA M ARIA ORTESE

(Roma zpz4?La sostanza della narrativadella Ortese è costituita da una

sofferta percezionetra il realismo e il

del vivere, calata in forme che oscillanosurrealismo.

L'esordio della scrittrice, con i racconti di Angelici f?zroH( J 935), è all'insegna di un'analisi psicologico-esistenziale neitoni de1 fiabesco' e questa inflessione è confermata dai rac-

conti de J- 'infanta sepolta ( I 950). Una virata in direzione neo-realista sembrano costituire i racconti de 11 mare non bagnaNapoli t 1953) e di Silenzio a Afj/aro ( r958), che con un'ana-loga operazione demistificatoria cam volgono le immaginiconvenzionali delle due città. I primi denunciano la desolatacondizione di irredimibile miseria economica e morale delmondo popolare nam letano; i secondi portano alla luce sac-

che di emarginazione e di solitudine esistenti in quel simbolodel benessere e della vitalità che è la metropoli lombarda: mala dimensione del lucido documento sociale è continuamentesuperata da una trepida attenzione al destino degli uomini edelle cose che approda spesso a esiti lirici.Polemica morale e una fantasia sempre piti trasfiguratrice

s'intrecciano ne 1- 'iguana ( I 965), col suo meraviglioso allego-

rico, e ne Ilporto di To/e#o ( 1975). In questo opera uno stra-volgimento fantastico dei dati offerti dalla memoria, per cuiogni cosa si colloca in una dimensione assai vicina a quellaonirica: la vecchia Napoli dell'infanzia e dell'adolescenza, ilmondo di ieri, si trasforma nella strana e vivacissima Toledo.

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G1i autori e le oN re

Con 11 cardillo addolorato ( I99J) la Ortese si pone decisa-

mente dentro la favola, che perè ci trasmette tutta la con-traddittorietà de1 reale, il groviglio della vita.

GOFFREDO PARISE

(Vicenza z 92 9) - Treviso z # 7)Parise ci racconta il tempo delle macerie materiali e spiri-

tuali lasciate dalla Seconda guerra mondiale in modo molto

diverso dai neorealisti: ne 11 ragazzo morto e k comete ( 195 I )la morte insidia l'uomo oltre i limiti della guerra, lo compe-netra; e l'unica alternativa ad una condizione dolorosa consi-ste nell'evasione fantastica.1.x7 scrittore ha m i descritto certi asm tti bizzarri o corrotti

della sua città, nei mV i frizzanti della commedia di costume,come ne Ilprete bello (1 954), dove lo scandalo ecclesiastico-m -

litico svela i vizi e le debolezze delle strutture sœ iali e religiœse de1 secondo anteguerra' o nei toni smnti de Ilfi&nzamento(1956) e di Amore efewore ( 1959), smcchi di una sxietà pic-colo-M rghese arvasa di pregiudizi, di meschinità morale, ditorbidi complessi, di una religiosità che sfuma nell'ipxrisia:un mondo, questo, N rcepito come incapace di rinnovarsi.M utando N i radicalmente tematica e registro, nella trilo-

gia del servo-padrone (Il padrone, I 965; L 'assoluto natuyale,1967, 11 crematorio di Vienna, I 969) Parise denuncia la ridu-zione dell'uomo a cosa operata dalla civiltà tecnologica e inuovi protagonisti della violenza, le macchine e g1i strumen-ti: il marchio doloroso di quest'uomo - privato dei suoi trat-ti xxumanip e oppresso da1 senso della propria inautenticità -è la nevrosi.

La freddezza quasi illuministica di queste narrazioni tragi-co-grottesche si scioglie poi inaspettatamente nella vena fer-vida e malinconica di Sillabario n . z ( I 972) e Sillabario n. 2( I 982): i racconti che formano questi volumi ci mostrano co-me ad ogni promessa della vita segua inevitabilmente una de-lusione, e la felicità sia solo un attimo di estraneità rispettoal << normalep disordine de1 mondo.

CESARE pAvEsit

(Santo Stefano Belbo, Cuneo z q)08 - Torino z 950)Narratore e poeta (con Imvorare stanca, z956), Pavese ha

trasposto nei suoi personaggi la propria inadeguatezza al rea-

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Gli autori e le or re

1e, l'incapacità di comunicare con g1i altri, la vocazione allasolitudine: una solitudine tragica, ritrovata ogni volta inquella campagna (la terra e le colline di Santo Stefano Belbo,nelle Langhe) cui lo scrittore ritorna per recuperare il sensovero dell'esistenza. Un mondo contadlno di passioni violentee primordiali è rappresentato nel romanzo breve Paesi tuoi(194 I ), l'espressione piti intensa del naturalismo pavesiano.Dalla vasta e approfondita riflessione su1 mito condotta neglianni della guerra (e mai interrotta) nasce Feria d'agosto(1945), raccolta comN sita di testi narrativi e descrittivi e dipagine saggistiche (importanti quelle intitolate Del mito, delsimbolo e d'altroj. Nutriti di fonti classiche sono i Dialogbicon Leucô ( r947), dove il mito agisce come forma trasfigura-ta di conoscenza e di autoconoscenza.Una lucida analisi di sé troviamo in Im casa in collina (pub-

blicato nel 1948 nel volume Prima cbe il gallo canti), forse illibro maggiore di Pavese, che nell'intellettuale protagonistaproietta la personale estraneità alla storia, la sua incapacità di

attribuirle un senso e un valore. La consa/volezza della pro-pria solitudine e impotenza è trasm sta inflne nel protagoni-

sta de I-a Iuna e i falô ( I 950), l'ultimo libro dello scrittore,narrazione fortemente simbolica di un ritorno alle orijini. 11

tema dell'adolescenza (centrale, con quello dell'infanzla, nel-l'opera pavesiana) ritorna in altri due romanzi, 11 diavolo sul-/ta colline e Tra donne sole (pubblicati ne1 1949 nel volume I-a>e//a estate) .Pavese ha lasciato anche un diario, 11 mestiere di vivere fdal-

l'ottobre 195) a pochi qiorni prima de1 suicidio), eccezionaledocumento dl un ossesslvo e continuo scavo interiore e insie-

me della lucidità critica che ha accompagnato il suo lavorocreativo.

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I.tv'IG1 PIRANDEI-LO

produzione, narrativa edrammaturgica, Pirandello è stato uno dei maggiori interpre-

ti europei della crisi esistenziale e culturale de1 primo Nove-cento. I temi che, variamente elaborati, N rcorrono l'interasua opera sono la solitudine dell'uomo, l'ipocrisia e la violen-za dei rapporti sociali, l'instabilità e l'inautenticità dei rap-

mrti umani (approfondita ne1 romanzo Quademi di Serafino

(z4#Hvt>r/o 1867 - Roma zpld?Con la sua imponente e variegata

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Gubbio operatore, inizialmente intitolato Si gira, I 91 5), l'ine-

luttabilità del destino di ciascuno (incarnata ne llfu MattiaPascal, 1904), l'imponderabilità de1 caso, g1i inganni della co-scienza, la N rdita dell'identità e dell'unicità dell'io (soffertain Uno nessuno e cea/orzzjz, I 926), l'impossibilità di spiegarerazionalmente il mondo (da cui la follia, come nel drammaEnrico IV, 1929). Altre m culiarità pirandelliane sono il ca-rattere raziocinante dei personaggi, la paradossalità dei loro

dialoghi, spesso null'altro che monologhi incrociati, il ruolodell'ironia come strumento di conoscenza (approfondito ne1saggio L 'umorismo, 1908).11 teatro di Pirandello nasce dalla sua narrativa e ne divul-

ga i temi, con straordinario successo grazie anche alle inno-vazioni strutturali apm rtate al teatro tradizionale, che siconnettono alla riduzione, operata già dal narratore, del

mondo a palcoscenico e dell'uomo a personaggio:se la vita èun'enorme x<pupazzatazy, fare teatro diventa un'operazionedi xdteatro ne1 teatrop (1e cui possibilità sono esplorate nella

trilogia Sei penonani in cerca d'autore, z 92 I , Questa Jera si re-cita a sonetto, 1 930, e Ciascuno a Jvo modo, x/3o).Dopo tanta desolata demistificazione, l'ultlmo Pirandello

tenta, attraverso il xr teatro de1 mitop, un recua ro di valori,

come la solidarietà umana (La nuova colonia, x928), l'istanzareligiosa (Lazzaro, z929), la perennità della poesia (1 giganti#e/2 montaqna, incompiuto). De1 Pirandello narratore, oltreai numerosl racconti (raccolti in Novelle per un anno), va ri-cordato anche un altro romanzo, 1 veccbi e i giovani ( 1909), ilcui pessimismo storico è ancora espressione di un disperatonichilismo esistenziale.

G1i autori e le oN re

xlARIO Rlcoxl STERN

(Asiago , Vicenza z 92 z?L'intera opera di Rigoni Stern si configura sostanzialmen-

te come un unico romanzo scritto in tempi diversi: il roman-zo dell'Altipiano di Asiago, un lembo delle Prealpi venete, lasua x<nazionep.

Da 11 bosco degli urogalli ( I 962 ) alla j'toria di Tôa/e ( I 978) ,a Uomini, boscbi e api ( I 980), a Le stagioni di Giacomo(1996), Rigoni Stern si fa descrittore e testimone, a futuramemoria, di una civiltà scomparsa, quella che si identificacon i boschi, le nevi, i casolari alpini; una civiltà marginale e

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Gli autori e le opere

r secoli appartata, un antico mondo, visceralmente sentito,di valori e tradizioni, che aveva saputo mantenere una sua ar-monia sia attraverso le durezze del tempo di pace, sia attra-verso le rovine della guerra. Tönle, il protagonista de1 suo 1i-bro maggiore, è espressione di una cultura <# sommersazy, lacultura - segnata dalla povertà e dal bisogno - di generazionidi boscaioli e contadini, pastori e malghesi' e la sua storia ri-flette il periodo cruciale della vita dell'Altipiano, quello com-preso tra l'annessione all'ltalia e il primo conflitto mondiale,quando il suo volto lentamente ma irrimediabilmente muta.La guerra, anche se ha segnato profondamente Rigoni

Stern, costituisce un'esperienza a lui estranea. Ilsergentc nel-/a neve ( 1953), epica narrazione delle sofferenze patite daisoldati italiani durante la campagna di Russia, ci mostra laguerra come orrore e massacro, ma insieme racconta di alpiniche sono legati da un profondo vincolo culturale e che so-prattutto sognano di wtornare a baitayy.

ALBF.RTO sAvlxlo

(pseudonimo di Andrea De Cijrïco ,Atene zys?z - Roma z p 5a)Per Savinio, non solo narratore, autore di teatro e saggi-

sta, ma anche musicista, pittore (fratello minore di GiorgioDe Chirico, il maestro della pittura metafisica), scenografo eregista, la letteratura è inconcepibile senza lo scambio con lealtre arti. Dai suoi libri traspare una ricca e variegata cultura

di ampiezza europea, formata soprattutto a Parigi, dapprima,negli anni immediatamente precedenti la Grande guerra, par-tecipando all'avanguardia artistica e letteraria (l'amicizia con

Apollinaire si rivela nelle prose dejk'blermapbyodito, I 9 I 8).poi, tra le due guerre, frequentando in particolare Bréton e isurrealisti (la cui suggestione è soprattutto nei racconti del-

L'Acbille innamorato, I 9J8).Se fino ai primi anni Trenta appare piti esplicito in Savi-

nio l'intento disgregativo dell'avanguardia. negli anni succes-sivi prevale in lui il proposito di x'dare forma all'informep, di

definire una nuova civiltà attraverso una critica radicale, sepur leggera nei toni, dei valori assoluti e definitivi, ch'egliconsidera ostacoli alla libertà dell'uomo. Viene intanto ad im-porsi al centro della sua opera il tema della morte (particolar-mente nei racconti della Casa zr/a Vitapn, I 94 5), con cui s'in-

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treccia una concezione,

come eterno ritorno.Centrale in Savinio è anchefanzia, da1 romanzo Tragediapressione degli adulti impediscebambino, aLj'lnfanzia di Nïtalïo Dokemare ( I 94 I ), piti espli-citamente autobiografico, in cui l'infanzia non rappresentaun paradiso perduto bensf una condizione di disagio nella

quale è radicata quella presente del narratore, e ancora neiracconti de1 Signor Dido ( 1978), dove il richiamo dell'infan-zia si identifica con quello della morte.

dell'infanziala libertà

( 1937), Ove l'op-e la felicità de1

l'attenzione al mondo dell'in-

d'impronta nietzscheana, de1 tempo

G1i autori e le opere

I-soxaRoo sclasclA

(Racalmuto, Agrigento z pa z - Palermo z )8$))Sciascia ha concepito la letteratura come strumento essen-

ziale di conoscenza e di libertà: con grande lucidità e rigoreintellettuale e morale, ha indagato i mali della sua terra, laSicilia. M a la Sicilia, soffocata dalla mafia, diventa nelle suepagine un'immagine esemplare di tanta vita italiana; di piti,una metafora de1 mondo, insidiato dalla menzogna, dall'in-giustizia, dal sopruso.La sua vasta produzione, costituita da libri che si situano

tra narrativa e saggistica, è una lunga e ininterrotta indaginesulla storia passata e presente della Sicilia. Storia di una con-tinua sconfitta della ragione, essa ha il suo punto di gartenzane Le pavoccbie di Regalpetya ( 1956), un'inchiesta g1à impo-stata come un romanzo, misto di realtà storica e d'invenzio-ne. Con Ilgiomo Jt'//a civetu ( I s)6x ) e /1 ciascuno ilsuo ( I 966)l'autore impone il fenomeno mafioso all'attenzione dell'opi-

nione pubblica nazionale. l7er capire il presente, Sciascia nericerca le lontane radici: libri come Ilconsiglio d 'Egitto ( I 963)e M orte dell'inquisitore ( 1967) sono ambientati nella Sicilia ri-spettivamene de1 Settecento e de1 Seicento.11 suo a ssimismo circa la possibilità di rigenerazione del-

la Sicilia, e della realtà di cui essa è metafora, s'accentua ne1/ contesto ( 197 I ), una denuncia della complicità tra poteri

statali, interessi privati, forze d'opposizione; e diviene deso-lata visione de1 presente in Ihdo modo ( I 974), indagine sul-le oscure trame che trovano connivenze ne1 governo. La va-nità di ogni tentativo di correzione razionale di questo mon-do traspare da quella sorta di autobiografia intellettuale ap-

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G1i autori e le opere

passionata e ironica che è Candido ovvero Un sognofatto in .îj-cilia ( J977). Alla ricostruzione dei piti eterogenei fatti di cro-naca o di vicende lontane Sciascia ha dedicato la sua ultima,fitta, produzione (all'interno della quale ricordiamo almeno

L 'affaire Moro, l 978).

ITALO svEvo

(pseudonimo di Ettore Scbmitz.Thtu/e I86 z - Motta di Livenza , Trepïlo z 9a8)La narrativa maggiore di Svevo (alla quale si saldano, in

una sostanziale unità di fini e di temi, i racconti e il teatro) siconfigura come una sempre pili profonda e organica esplora-zione della coscienza. Vi è svolto di fatto un solo tema, quel-lo dell'winettitudinep, che costituisce l'epicentro della grandenarrativa mitteleuropea.11 rapporto dei protagonisti sveviani con la vita è sempre

sotto il segno della xxmalattiap, in quanto essi risultano inca-paci di inserirsi ne1 ritmo normale dell'esistenza, e sono quin-di vittime di abulia, alienazione, nevrosi, complessi di infe-riorità.Alfonso Nitti (in Una vita, 1892) rifiuta la xrnorma-litàp ma insieme la vita. Emilio Brentani (in Senilità, 1898) sisente attratto dalla xxnormalitàp ed aspira, invano, ad entrar-vi. Zeno Cosini (in Im coscienza di Zeno, 192 3) non è miglio-re di Alfonso e di Emilio, è l'inetto di sempre; ma, con l'aiu-to della psicoanalisi freudiana, egli conosce e accetta la pro-pria xxmalattiap, non vuole uscirne, m iché ha scoperto che laxxsalute, è perfettamente funzionale al sistema borghese e alsuo ordine repressivo e alienante, di cui egli è comunque par-tecipe.

La coscienza di Zeno costituisce l'approdo non solo psico-logico c ideologico, ma anche letterario di Svevo. 11 libro sipresenta infatti come un'autobiografia, condotta sulla based'una distaccata qregistrazione di eventip e di un rigorosoprocedimento analitico: si ha cosf un completo ribaltamen-to delle strutture narrative naturalistiche entro le quali, neiprimi due romanzi, operava l'autoindagine dello scrittore

triestino.Svevo fu il primo scrittore italiano a servirsi di Freud perscandagliare le profondità dell'io, anche se non credeva al-l'efficacia tera> utica della psicoanalisi (Zeno, poi, non vuolxdguarirep). A questa apertura concorse la specifica fisionomia

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Gli autori e le opere

culturale di Trieste, città appartata ma per molti versi avan-

zata, in virtti de1 suo carattere cosmopolita e dello stretto le-ame con la coeva cultura mitteleuropea, cui Svevo appartie-ne interamente.

Ax-roxlo TABurcclll

(Pisa z 943)Tabucchi è uno degli scrittori piti interessanti di questi u1-

timi anni anche per la consapevolezza critica con cui accom-pagna il suo lavoro creativo. Egli si pone sul versante meta-letterario, tipico della cultura postmoderna, aperto magistral-mente da Calvino. M a Tabucchi non fa della scrittura sullascrittura un gioco lucido e freddo dell'intelligenza: attraver-so la sapiente sperimentazione strutturale e formale egli ten-ta di decifrare la realtà, una realtà (anche quella umana) che

gli appare confusa, oscura, mutevole, e indagabile solo se la siguarda da molteplici punti di vista. Una tale realtà, quindi,non è descrivibile, non è raccontabile senza dubbi e incertez-ze. Spesso, soprattutto nei racconti, l'io narrante o il perso-naggio, si pongono continue domande su1 senso delle cose edella vita, la cui ambiguità si rispecchia significativamentenel fatto che ogni storia resta aa rta (l'ambiguità - tra l'altro- è la tematica prediletta di Fernando Pessoa, lo scrittorem rtoghese di cui Tabucchi è studioso e divulgatore dell'ope-ra in ltalia).Tabucchi predilige la forma breve de1 racconto: si ricorda-

no soprattutto le raccolte 1/ gioco del rovescio ( I 98 I ), Donnadi Porto Pim e altre x/orje ( I 985) e Piccoli equivoci senza im-portanza ( I98j). M a si è cimentato anche ne1 romanzo, da1 li-

bro d'esordio, Piazza d'Italia ( I 975): un quadro di cent'annidi storia italiana ricco di passione clvile; a Nottumo indiano( 1984), suggestivo viaggio attraverso un'lndia notturna, sul-le tracce di un amico scomparso' al recentissimo Sostiene Pe-reira ( 5994), storia del risveglio di una coscienza umana e po-litica nel Portogallo durante la dittatura di Salazar.

FEI3I.RIGO Tozzl

(Siena zd#.3 - Roma z 920)L'opera di Tozzi nasce come oggettivazione di una tor-

mentata vita interiore, ma si pone anche come lacerante me-tafora della condizione umana.

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G1i autori e le opere

Le nevrosi dell'autore, alla cui origine è il traumatico rap-m rto col padre, si proiettano nei protagonisti dei suoi rac-conti, appartenenti al folto gruppo degli x'inettiy: novecente-schi. Nei Ricordi di un impiegato (scritto nel 19 Io, pubblica-to postumo nel 1920) Leopoldo è imprigionato entro un mon-do privo di senso e frantumato come il suo io. In Con gli oc-cbi cbiusi, il capolavoro di Tozzi (composto ne1 z9 z 5, pubbli-cato nel 19 19), Pietro si rifiuta di x'vederep, difendendosi co-sf da una realtà esterna violenta, gretta, incapace d'amore,inesplicabile (qui incarnata in certa provincia senese agricolae piccolo-borghese), che pare avere i connotati paterni. Ne f/podere (scritto nel 1918, pubblicato postumo nel 192 1) Re-migio, con la sua inettidudine attua una sorta di resistenzapassiva nei confronti della realtà sociale ma anche di quellanaturale, entrambe avvertite come radicale negatività. Ed èl'inettitudine a condurre alla rovina e alla morte i tre fratelliGambi in Tre croci (composto anch'esso nel 1918, pubblicatopostumo ne1 1920), un romanzo che appare sospeso, come ilprecedente, tra naturalismo e simbolismo, e i cui protagonistisono vittime inconsar voli de1 male di vivere. Rispetto alleframmentarie opere precedenti (della quale è esempio ecce-zionale Bestie, scritto tra il J9 I 5 e il 19 I 7, anno della suapubblicazione), Ilpodere e Tre croci sono costruzioni narrati-ve piti organiche e coerenti. M otivi, situazioni e problemati-che dei romanzi sono ripresi nelle Novelle (scritte tra il 1908e la morte), tra cui spiccano quelle legate alla sofferta vicen-da autobiografica dell'autore.

IqLl() vlrroRlxl

(Siracusa z po8 - Milano zy t;?Vittorini intellettuale e operatore culturale ha lasciato unsegno profondo nella cultura italiana tra g1i anni Trenta eSessanta. Egli ha creduto fermamente nella funzione pro-gressiva della cultura, concepita come ricerca libera (lo testi-moniano le riviste da lui fondate, x, 11 Politecnicoyy, nel 1945,e <, 11 M enabèp, con Calvino, ne1 1959) e autonoma rispetto

alle esigenze della politica (celebre, a questo proposito, la suapolemica con Togliatti ne1 1947).Vittorini scrittore ha dato il meglio di sé in Conversazione

in Sicilia (apparso dapprima su xxl-etteraturap tra il :958 e ilI 939), una storia che combina, in perfetto equilibrio, realtà e

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G1i autori e le oNre

trasfigurazione simbolica: l'umanità offesa incontrata dal

rotagonista ne1 ritorno alla proprie radici, in una Sicilia mi-tlca, diviene emblematica di una condizione universale e me-tastorica dell'uomo. Convenazione in Sicilia era stato prece-duto da un altro romanzo atipico (Vittorini fu uno sa rimen-

tatore incessante di nuove forme narrative), 1/ garofano rosso(pubblicato dapprima su xr Solariay, tra il 193

.5 e il I 934), nel

quale s'intrecciano la maturazione sentimentale e quella poli-

tica di un adolescente negli anni dell'ascesa de1 fascismo.1,e opere narrative successive al suo libro maggiore risulta-no troppo esplicitamente connesse al suo impegno di intellet-tuale militante, sensibilissimo alle sollecitazioni della realtàpolitica e sociale. Un realismo programmatico caratterizzaUomini e no ( I 945), di materia resistenziale; Ilsempione J/rjz-za I'occbio al Frejus ( I 947) esalta invece, attraverso figure

esemplari, la vita pom lare; mentre Le città deI mondo (postu-mo, nel 1969) è un viaggio alla ricerca di un'utopica cittàideale in cui l'uomo possa vivere in piena libertà e dignità.Negli ultimi anni della sua vita Vittorini è giunto a negare

la validità della letteratura come mezzo di conoscenza dellanuova realtà industriale e tecnologica: abbandonando ogninostalgia dei valori originari de1 mondo popolare (mitizzati in

Convenazione in Sicilia), egli ha additato nella cultura scien-tifica e tecnica lo strumento primario per liberare concreta-mente l'uomo.

Y-Y lkb

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Indice

Introduzione

11 racconto de1 Novecento

Da1 primo Novecento alla Grande guerra

I.t:IGI PIRANDEI-I.I) Ciàula scopre la luna

I 4 ITAI.O SVEVO Vino generoso

I FEDERIGO TOZZI La capanna

Tra le due guerre

I XIASSINIO BONTEMPELLI Quasi d'amore8 AI.BERTO SAVINIO %Feccl1io Pianoforte

53 AI.BERTO NIORAVIA Delitto al circolo di tennis

67 CORRADO ALVARO Ritratto di M elusina

74 R()N1AN() BILENCIII Un errore geografico

84 DINO BL'ZZAD 1 sette messaggeri

89 TON:NIASO I.ANDOI-FI 11 racconto del lupo mannaro

9 J f(1.14) VITTORINI Xome e lagrime

97 (:ARI-O EN1II-IO GADDA La domenica

Da1 secondo dopoguerra a oggi

(- ES A R F. PA V F, S i'' S t Ori a Scgrc t a

I.'I-sA x:()RAx-rIk 11 soldato siciliano

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y 34 GloRGlo BASSANI La passeggiata prima di cena

I 59 ANNA MARIA ORTESE Un paio di occhialiI78 ITALO cAl-vfxo L'avventura di due sposi

185 MARIO mGoxl STERN Alba e Franco

2oo BEPPE FENX LIO Golia

227 GOFFREX PARISE Crematorio di Vienna (2)

252 LEONARX sclAsclA Gioco di società

244 PRIMO LEvl Cerio

253 ITALO cAl-vlxo Fino a che dura il Sole

26I Ax-roxlo TAsuccHl Piccoli equivoci senza imN rtanza

27 x Gli JV/OH e fe opere