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ALI DI FARFALLA Alexandr Balagura è un regista russo. Vive a Genova con la famiglia, è arrivato in Italia da Kiev.  Ali di farfalla  è un film che racconta il viaggio, fuori e dentro i ricordi. Come un archeologo dell’immagine, Balagura cerca il tempo e non è un caso che l’immagine madre sia quella di Muybridge e che soprattutto memoria e ricordi personali restano insieme come dentro uno specchio. Questo film è pieno di tracce straordinarie, c’è il senso della paura e dell’attesa, di quello che può comportare un volo, ma c’è anche il senso di una grande liberazione andando alla ricerca dei luoghi, delle sequenze che il  passato ci ha lasciato. Il percorso di Balagura non è documentaristico ma si pone tra Godard e Tarkovskij, e lo fa con estrema naturalezza, nonostante le incredibili insidie che nascono dall’avvicinare due registi tanto diversi. Quanto Godard è linguaggio e filosofia, tanto Tarkovskij è l’estremo indice di un io che costruisce e potenzia le evoluzioni della poesia dentro gli specchi della realtà. Ma l’uso che Balagura fa della sua cinepresa e il corpo filmico che egli sviluppa, ci  portano dritti dentro il cinema scientifico, ma anche dentro quelle visioni intime che invece di rimanere ancorate nel superfluo filmino amatoriale, esplodono quel senso della memoria che Balagura cerca nel suo viaggio. Appunti scritti con la videocamera, la madre gli amici gli studi l’arrivo in Toscana, l’acqua, la voce, e l’immagine diventa qualcosa che giunge da lontano, Ali di farfalla è un sogno che appartiene a tanti, è un film sull’avventura di un’idea e racconta non solo la sua storia ma anche il percorso che ha portato la storia ad essere vissuta, è un film che prova a rifare i passi già fatti, che prova a rifare le immagini già filmate, è un film su una memoria che filma quel volo, tornare a filmare quel volo, e sappiamo che due ali grandi per quanto bianche e pure non bastano né a far volare né a ritrovare le cose. Le ali o sono naturali e intrinseche al racconto e ci portano a scoprire le cose (Muybridge) o restano a fare struttura che serve a poco se non a giustificare un volo che non esiste (Wenders e i suoi trucchi). Balagura è nel volo della memoria, non ha bisogno di mettere ali truccate al suo racconto e ci avvolge con i frammenti veri della sua storia. La voce di Jean-Marie Straub a un tratto da uno di questi frammenti ci sottolinea questo. Forse la parte più debole è quando il film entra nel gioco della ricerca di senso attraverso la terapia di gruppo, ma forse anche queste sequenze sono la traccia di una scoperta e del tentativo di trovare quello che si dice, quello che serve a far battere le ali. E Balagura è un regista che si muove in silenzio, ai margini.  Ali di farfalla  è un film da seguire, da tenere, una traccia importante di cinema indipendente, che con forza percorre il proprio sogno. “Si voleva venire qui.” Il film torna a Bagni Vignone, dove Tarkovskij affonda le sue visioni più difficili, e Balagura semplicemente trova altre tracce, scopre altri angoli, riguarda, e rifilma e ripensa a Nostalghia, per poi riprendere il suo viaggio. Tra memorie e appunti, frammenti e altre sorprese, perché quando si trovano le cose, anche Muybridge diventa qualcosa di molto ma molto vicino a noi. E Balagura trova il corpo che mette insieme più immagini, trova il film-non-film che pareva essere perduto, trova i riflessi di Bagni Vignone, senza avere il  bisogno di cedere al trucco del miracolo della candela. Fa sequenze semplici, trova le ombre, e i quadri, costruisce il  proprio intrec cio di pensie ri e osse rvazioni, passo dopo passo, e la me moria viene fotografata c ome un doc umento, come una scoperta, come un reperto, come Muybridge fece quando scoprì il movimento cinematografico attraverso il movimento del volo. E Balagura ci mette il tempo, e prova a farci vedere che si può anche tornare in quella fontana senza la necessità di alcun miracolo, che il vero miracolo sono le cose che restano, e restano ovunque, basta trovarle.  Ali di  farfalla è in questo un piccolo capolavoro dove tutte le cose si trovano e parlano tra di esse e si raccontano e restano insieme.  

A Lid i Farfalla

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  • ALI DI FARFALLA Alexandr Balagura un regista russo. Vive a Genova con la famiglia, arrivato in Italia da Kiev. Ali di farfalla un film che racconta il viaggio, fuori e dentro i ricordi. Come un archeologo dellimmagine, Balagura cerca il tempo e non un caso che limmagine madre sia quella di Muybridge e che soprattutto memoria e ricordi personali restano insieme come dentro uno specchio. Questo film pieno di tracce straordinarie, c il senso della paura e dellattesa, di quello che pu comportare un volo, ma c anche il senso di una grande liberazione andando alla ricerca dei luoghi, delle sequenze che il passato ci ha lasciato. Il percorso di Balagura non documentaristico ma si pone tra Godard e Tarkovskij, e lo fa con estrema naturalezza, nonostante le incredibili insidie che nascono dallavvicinare due registi tanto diversi. Quanto Godard linguaggio e filosofia, tanto Tarkovskij lestremo indice di un io che costruisce e potenzia le evoluzioni della poesia dentro gli specchi della realt. Ma luso che Balagura fa della sua cinepresa e il corpo filmico che egli sviluppa, ci portano dritti dentro il cinema scientifico, ma anche dentro quelle visioni intime che invece di rimanere ancorate nel superfluo filmino amatoriale, esplodono quel senso della memoria che Balagura cerca nel suo viaggio. Appunti scritti con la videocamera, la madre gli amici gli studi larrivo in Toscana, lacqua, la voce, e limmagine diventa qualcosa che giunge da lontano, Ali di farfalla un sogno che appartiene a tanti, un film sullavventura di unidea e racconta non solo la sua storia ma anche il percorso che ha portato la storia ad essere vissuta, un film che prova a rifare i passi gi fatti, che prova a rifare le immagini gi filmate, un film su una memoria che filma quel volo, tornare a filmare quel volo, e sappiamo che due ali grandi per quanto bianche e pure non bastano n a far volare n a ritrovare le cose. Le ali o sono naturali e intrinseche al racconto e ci portano a scoprire le cose (Muybridge) o restano a fare struttura che serve a poco se non a giustificare un volo che non esiste (Wenders e i suoi trucchi). Balagura nel volo della memoria, non ha bisogno di mettere ali truccate al suo racconto e ci avvolge con i frammenti veri della sua storia. La voce di Jean-Marie Straub a un tratto da uno di questi frammenti ci sottolinea questo. Forse la parte pi debole quando il film entra nel gioco della ricerca di senso attraverso la terapia di gruppo, ma forse anche queste sequenze sono la traccia di una scoperta e del tentativo di trovare quello che si dice, quello che serve a far battere le ali. E Balagura un regista che si muove in silenzio, ai margini. Ali di farfalla un film da seguire, da tenere, una traccia importante di cinema indipendente, che con forza percorre il proprio sogno. Si voleva venire qui. Il film torna a Bagni Vignone, dove Tarkovskij affonda le sue visioni pi difficili, e Balagura semplicemente trova altre tracce, scopre altri angoli, riguarda, e rifilma e ripensa a Nostalghia, per poi riprendere il suo viaggio. Tra memorie e appunti, frammenti e altre sorprese, perch quando si trovano le cose, anche Muybridge diventa qualcosa di molto ma molto vicino a noi. E Balagura trova il corpo che mette insieme pi immagini, trova il film-non-film che pareva essere perduto, trova i riflessi di Bagni Vignone, senza avere il bisogno di cedere al trucco del miracolo della candela. Fa sequenze semplici, trova le ombre, e i quadri, costruisce il proprio intreccio di pensieri e osservazioni, passo dopo passo, e la memoria viene fotografata come un documento, come una scoperta, come un reperto, come Muybridge fece quando scopr il movimento cinematografico attraverso il movimento del volo. E Balagura ci mette il tempo, e prova a farci vedere che si pu anche tornare in quella fontana senza la necessit di alcun miracolo, che il vero miracolo sono le cose che restano, e restano ovunque, basta trovarle. Ali di farfalla in questo un piccolo capolavoro dove tutte le cose si trovano e parlano tra di esse e si raccontano e restano insieme.