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Prezzo €2,00 magazine Coldiretti Alessandria - Anno 62° numero 4 - 24/04/2015 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

Agricoltura Alessandrina Coldiretti Alessandria

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Magazine n°4 - 24 APRILE 2015 In Copertina: "Mancano pochi giorni alla grande manifestazione"

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Prezzo €2,00

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n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

|IN COPERTINA

3simone moroni

Direttore

M A G A Z I N E

l primo campo da arare è la rivoluzionedello spreco. non si possono vederepersone piegate a raccogliere tra gliscarti dei mercati, tra gli avanzi di gior-nata lasciati a terra, rimasugli raccolticome fossero la prima scelta. Riflet-tiamo tutti assieme su cosa possiamofare, quale soluzione trovare a questodisagio che sta creando un spaccaturasempre più evidente tra la società del

benessere e del bisogno, tra chi butta il cibo e chi non riesce a mangiareogni giorno. Tra la società opulenta e troppo nutrita e quella che già allaseconda settimana del mese non riesce a fare una spesa “completa”. ilproblema dello spreco è una delle più evidenti contraddizioni dell’at-tuale sistema alimentare. Da una parte, nel nord del mondo, si sprecaperché c’è troppo cibo, si compra troppo e si butta via troppo. i super-mercati devono avere gli scaffali pieni a qualunque ora, e questo fa sìche non ci sia modo di smaltire il cibo senza buttarlo. D’altra parte sispreca anche nel sud del mondo, dove il cibo manca. Questo succedeperché non ci sono le infrastrutture per trasportare e gli strumenti perconservare i generi alimentari. È necessario impegnarsi senza quartiereper porre rimedio a questa vergogna. nel mondo si produce cibo per12 miliardi di viventi, noi siamo 7 miliardi. Tenendo conto che 1 miliardodi persone soffre la fame e la malnutrizione significa che quasi il 50%del cibo prodotto va sprecato. e proprio lo spreco alimentare sarà unodei temi centrali di expo, non una grande fiera, ma un grande momentodi dibattito internazionale sul tema del cibo e sul modello di produzionedi cibo sano e legato al territorio. Per questo come Coldiretti abbiamoinvestito in modo importante in expo dove saremo presenti con i volti,le storie, le imprese, il nostro modello. Un modello di sviluppo che pro-poniamo da tempo, legato alla produzione, ai territori, che nutra le co-munità locali e che esporta nel mondo le proprie eccellenze. Unmodello che vogliamo raccontare e mettere a disposizione dei Paesipiù poveri che oggi soffrono il dramma dell’accesso al cibo. Riflettiamosu alcuni dati: nel 2014 secondo una tendenza favorita dalla crisi sei ita-liani su dieci, ossia il 60%, hanno diminuito o annullato gli sprechi do-mestici ma molto resta da fare se consideriamo che ogni italiano hacomunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodottialimentari durante l’anno. Tra chi ha tagliato gli sprechi, il 75% fa la spesain modo più oculato, il 56% utilizza gli avanzi nel pasto successivo, il 37riduce le quantità acquistate, il 34% guarda con più attenzione la data discadenza e l’11% dona in beneficenza. a livello mondiale un terzo delcibo prodotto viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellateche sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che sof-fre di fame cronica. gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milionidi tonnellate nei paesi industrializzati e le  630 milioni di tonnellate inquelli in via di sviluppo. Ogni anno il cibo che viene prodotto, ma nonconsumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiumecome il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno, quasi il 30% dellasuperficie agricola mondiale, ed è responsabile della produzione di 3,3miliardi di tonnellate di gas serra.

agricoltural e s s a n d r i n a

periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria

PER I OD I CO ED I TO DA

Impresa Verde Alessandria

D I R E T TOR E AMM IN I S T R AT I V O

Simone Moroni

D I R E T TOR E RE S PON SAB I L EIlaria Lombardi

GRA F I C A , IMPAG I NA Z I ON E

Christian Boero

HANNO CO L L ABORATO A QU E S TO NUMERO

Alessandro Albertelli, Luisa Bo, Daniela Colombini, Alberto Pansecchi, Andrea Piccaluga, Don Ivo Piccinini, Domenico Pesce, Marino Ravera.

FOTOGRA F I EArchivio Coldiretti, Christian Boero

REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONECorso Crimea 69 - 15121 AlessandriaTel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144

REG I S T R A Z I ON E TR I BUNA L Edi Alessandria n.69 del 21.1.1953

AGEN Z I A PUBB L I C I TA R I AVia Pylos, 20 - 12038

Savigliano (Cn) Tel. 0172 711279Cell. 348 7616706 e-mail: [email protected]

S TAMPA

SERVIZI PER LA COMUNICAZIONEVia Michele Coppino, 154 - 10147 Torino Tel. 011-5537240 Fax 011-0867309 [email protected]

Confederazione Nazionale ColdirettiFederazione Provinciale Coldiretti Alessandria

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QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO AUNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Chiuso in redazioneil 24 Aprile 2015

n°4 - Aprile 2015

Coldiretti verso EXPO“Mancano pochi giorni

alla grande manifestazione”I

Sarà uno dei temi centrali diExpo, non una grande fiera,ma un grande momento didibattito internazionale sultema del cibo e sul modellodi produzione di cibo sano elegato ai territorio

IL CIBO SPRECATObasterebbe pereliminare lafame nel mondo

EDITORIALED I R E T T O R E P R O V I N C I A L E

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I PRIMATI

AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 20154

ATTUALITÀ|COnTO aLLa ROVeSCia PeR exPO

AGROALIMENTARE

I PRIMATIDEL MADE IN

ITALY

al maggior numero di certifica-zioni alimentari a livello comu-nitario alla leadership nelnumero di imprese che colti-vano biologico, ma anche il pri-mato nella creazione di valoreaggiunto per ettaro e quello

nella sicurezza alimentare mondiale con la minorincidenza di prodotti agroalimentari con residuichimici fuori norma, senza dimenticare il fattoche l’agricoltura italiana è tra le più sostenibilidal punto di vista ambientale per la ridotta emis-sione di gas ad effetto serra. “il modello produt-tivo dell’agricoltura italiana è campione nellaproduzione di valore aggiunto per ettaro che èpiù del doppio della media europea dei 27 Paesi,il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e

germania, e il 70% in più dei cugini francesi” haaffermato moncalvo ma “siamo i primi anche intermini di occupazione, con 7,3 addetti ognicento ettari a fronte di una media Ue di 6,6”.L’italia è - continua la moncalvo - al vertice dellasicurezza alimentare mondiale con il minor nu-mero di prodotti agroalimentari con residui chi-mici (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volterispetto alla media europea (1,9%) e non èquindi un caso il fatto che con 43.852 impresebiologiche (il 17% di quelle europee) siamo icampioni europei del settore. L’agricoltura ita-liana - sostiene il presidente della Coldiretti - èperaltro tra le più sostenibili con 814 tonnellateper ogni milione di euro prodotto dal settore,non solo l’agricoltura italiana emette il 35% digas serra in meno della media Ue, ma fa decisa-

mente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia(35%), germania (39%) e Regno Unito (il 58% digas serra in meno). L’italia è infine il Paese piùforte al mondo per prodotti ‘distintivi’, con 268prodotti Dop e igp e 4.813 specialità tradizionaliregionali, seguita a distanza da Francia, 207, eSpagna, 162. nel settore vino inoltre l’italia contasu ben 332 Doc, 73 Docg e 118 igt. “guardandoai bisogni dei consumatori abbiamo costruito inquesti anni un modello di sviluppo vincente re-plicabile in ogni parte del pianeta che l’italia devesapere offrire all’expo” ha concluso il presidentedella Coldiretti Roberto moncalvo nel sottoli-neare che “il successo dell'agricoltura italiana  èla straordinaria qualità, con caratteri distintiviunici,  una varietà e un’articolazione che nonhanno uguali al mondo”.

D

1) il modello produttivo dell’agricol-tura italiana è campione nella produ-zione di valore aggiuntoil valore aggiunto per ettaro realizzato dal set-tore è più del doppio della media Ue-27, il tri-plo del Regno Unito, il doppio di Spagna egermania, e il 70% in più dei cugini francesi.non solo: siamo i primi anche in termini di oc-cupazione, con 7,3 addetti per cento ettari afronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione sudati Commissione Europea);

2) l’agricoltura italianaè tra le più sostenibiliCon 814 tonnellate per ogni milione di europrodotto dal settore, non solo l’agricoltura ita-liana emette il 35% di gas serra in meno dellamedia Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna(il 12% in meno), Francia (35%), germania (39%)e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno);

3) l’italia è al vertice della sicurezzaalimentare mondialeSiamo il paese con il minor numero di prodottiagroalimentari con residui chimici (0,2%, unterzo in meno rispetto all’anno prima), quota in-feriore di quasi 10 volte rispetto alla media eu-ropea (1,9%, aumentati di circa un terzo rispettoall’anno prima) e di oltre 30 volte quella dei pro-dotti extracomunitari (6,3%);

4) l’italia è il primo paese europeo pernumero di agricoltori biologiciCon 43.852 imprese biologiche (il 17% di quellieuropei) siamo i campioni europei del settore,

seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% del-l’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quello europeo);

5) l’italia è il paese più forte al mondoper prodotti ‘distintivi’con 268 prodotti Dop e igp e 4813 specialitàtradizionali regionali. nel settore vino l’italiaconta su ben 332 Doc, 73 Docg e 118 igt.

nelle foto esempi virtuali di quello che saràil percorso sensoriale dedicato al Padiglionedel “Vino Italiano”, lungo 2000 metri quadri.

nella foto il Padiglione italia

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ll’interno dell’expo saranno distri-buiti 26 milioni di pasti per un girodi affari complessivo nei sei mesistimato in 320 milioni di euro pergustare (tra colazioni, pranzi, merende

e cene) un totale di circa 450mila tonnellate dicibo che per la stragrande maggioranza saràMade in Italy. e’ quanto emerge dal primo stu-dio della Coldiretti sull’expo nel piatto dalquale si evidenzia pero’ che la vera abbuffatasarà al fuori dall’area espositiva con gli 8 milionidi turisti stranieri che spenderanno durante ilsoggiorno in italia ben un miliardo di euro inristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie perun totale di oltre un miliardo di euro ai qualivanno aggiunti 750 milioni di euro per acquistidi prodotti agroalimentari. nell’area dell’exposi calcola che saranno servite 1,5 milioni di co-lazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di me-rende e 3,1 milioni di cene durante i sei mesicon una maggiore concentrazione durante iweekend e negli appuntamenti principali. Si

tratta - sottolinea la Coldiretti - di una mediadi oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ri-storanti bar-caffetterie, chioschi e postazioni distreet food, ma anche nei padiglioni stranieriche sono attrezzati con la propria ristorazionee nei padiglioni collettivi. Di cibo ce ne saràdunque di tutti i tipi, dalla cucina tradizionale aquella moderna, e per tutte le tasche, dai chio-schi di strada ai ristoranti di classe, ma la veranovità è il primo “Farmer’s inn di Campagnaamica” che sarà aperto nel roof garden del pa-diglione della Coldiretti dove saranno diretta-mente gli agricoltori delle diverse regioni aportare i piatti della tradizione contadina no-strana e non mancheranno giornate a tema.Una anticipazione di quello che i visitatori po-tranno trovare nelle campagne italiane fuoridall’area espositiva dove saranno guidati da unatecnologia esclusiva varata per l’occasione.“L’expo avrà veramente successo solo se sa-premo creare le condizioni per prolungare il

soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori dellaarea espositiva di milano con nuove attrazionilungo tutta la Penisola nelle città e nelle cam-pagne”, ha affermato il Presidente della Coldi-retti Roberto moncalvo nel sottolineare che“l’italia può contare su un sistema di quasi ven-tunmila agriturismi, quasi diecimila fattorie emercati degli agricoltori dove poter acquistareprodotti genuini direttamente dal produttore,ma anche su iniziative ad hoc per lasciare dellapermanenza in italia un ricordo indimentica-bile”. L’italia è l’unico paese al mondo che -conclude la Coldiretti - puó contare anchesulla leadership europea nella produzione bio-logica e nell’offerta di prodotti tipici con ben269 denominazioni di origine riconosciute a li-vello comunitario, 4813 specialità regionale e415 vini di alta qualità, ma anche una presenzadi residui chimici nei cibi di appena lo 0,6%,dieci volte inferiore alla media dei Paesi extra-comunitari e meno della metà della Ue.

n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

COnTO aLLa ROVeSCia PeR exPO|ATTUALITÀ

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a

Per mangiare all’interno

dell’area espositivaun giro di affari da 320 milioni di euro

26 mIlIonI

Per 50mIlaDI PastI

TONNELLATEDI CIBO

CONTROLLI PROmOSSO iL SiSTema iTaLianO

romosso il sistema italiano dei controlli ufficiali, e in vista di expo. Questo il bi-glietto da visita delle aziende agroalimentari italiane presentato dal ministerodella Salute che nel 2013 ha registrato più di 520mila controlli ufficiali da parte

di servizi veterinari e servizi ispettivi delle asl in aziende, punti vendita e ristorazione,più di 110mila analisi di laboratorio per aspetti chimici e batteriologici. i controlli allefrontiere da parte degli uffici periferici del ministero (fisici e documentali) hanno ri-guardato oltre 189mila partite di alimenti di origine vegetale o animale. i Carabinieridei nas nel 2014 hanno effettuato più di 38mila ispezioni. Dagli altri paesi Ue sono ar-rivate oltre 1 milione e 700mila partite, di cui circa 660mila prodotti della pesca,500mila prodotti carnei e 440mila lattiero-caseari, e ben il 50% dei controlli è stato dilaboratorio e non solo quindi documentale. Tuttavia i controlli sugli alimenti alle fron-tiere riguardano “solo” il 3% degli alimenti, con le misure della Commissione europeache per fortuna tengono in considerazione la probabilità dei rischi per aumentare odiminuire la frequenza, almeno per gli alimenti di origine non animale. ma ancora tantova migliorato, anche perché i flussi commerciali dovuti alla globalizzazione hanno de-terminato una perdita della food security e in parte anche della food safety, orademandata ad “altri attori economici fuori dalle frontiere Ue, con legislazioni sicura-mente più permissive e standard/controlli spesso inferiori.

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É MONITORAGGIO SUGLI ALIMENTITanto va ancora migliorato per via dei flussi commerciali in calo

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er la prima volta in italia potrà essereconsumato a tavola il pesce palla graziead una speciale deroga accordata al

giappone per l'esposizione o la degustazioneesclusivamente all’expo che sta per essere con-cessa anche al coccodrillo per il quale si èmosso lo zimbawe mentre sono già sbarcati amilano dalla Thailandia scorpioni ricoperti dicioccolato, larve giganti, termiti disidratate,vodka allo scorpione e cavallette mentre altriinsetti dovrebbero arrivare da Vietnam e Birma-nia, dove sono abitualmente consumati. e’quanto emerge dal primo studio sull’expo nelpiatto della Coldiretti che, a Cagliari, in occa-sione della spedizione dopo anni di divieto delprimo maialetto sardo, ha esposto alcune in-quietanti curiosità provenienti da diverse partidel mondo, dal vino di serpente che si beve inCina e in Vietnam, ottenuto mettendo in un in-fuso alcol e il corpo intero del rettile, che paresia un ottimo ricostituente, fino ai cioccolatini

di grilli e di larve presenti per la prima volta initalia grazie ad una deroga speciale per l’appun-tamento di milano. all’expo - sottolinea la Col-diretti - sarà sicuramente vietata la carne di canee non potranno essere serviti neanche i datteridi mare, iscritti tra le specie protette, ma i piu’coraggiosi potranno fare, solo all’interno del-l’area espositiva, esperienze uniche con cibi finoad ora vietati in italia. il trasporto è blindato conimballi piombati, aperti solo nei capannoni au-torizzati sotto l’occhio di tecnici ministeriali edelle asl mentre il cibo che avanza dovrà esseredistrutto e incenerito. il pesce palla, che è statoil primo cibo vietato ad essere autorizzato, è unpiatto molto costoso che in giapponese sichiama fugu e che necessita di un'accurata e de-licata preparazione per eliminare il pericolosoveleno. Del pesce palla si mangia il preziosissimofiletto crudo, preparato come sashimi mentre lealtre parti possono essere usate per la zuppa ela pinna si mangia abbrustolita sul carbone e poiimmersa nel sakè caldo. anche per il coccodrillola strada - secondo la Coldiretti - è spianata per-ché si tratta di un rettile comunemente consu-mato in molti continenti, dall’asia all’africa finoalle americhe. inoltre l’Unione europea nonproibisce l’importazione di carni di rettile e ilcoccodrillo si commercializzata già in alcuniPaesi europei, come il Belgio. gli insetti dovreb-bero trovare posto all’expo nel Future Food Di-strict: il Supermercato del Futuro di expo, maper il via libera al consumo c’è stato addirittura

un importante endorsement della Fao che in unrecente studio li classifica come il cibo del futuroperché stima che fanno parte delle diete tradi-zionali di almeno due miliardi di persone e chepotrebbero quindi essere essenziali per com-battere la fame. “Una corretta alimentazionenon puo’ prescindere dalla realtà produttiva eculturale locale nei paesi del terzo mondo comein quelli sviluppati”, ha affermato il presidentedella Coldiretti Roberto moncalvo nel sottoli-neare che “a questo principio non possono sfug-gire neanche bruchi, coleotteri, formiche ocavallette a scopo alimentare che anche se iper-proteici sono però molto lontani dalla realtà cu-linaria nazionale”.

6 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

ATTUALITÀ|COnTO aLLa ROVeSCia PeR exPO

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In anteprima grillie larve al cioccolatoe vino di serpente.

Vietata la carne di cane

Da PesCe

a CaImano,PallaLA PRIMA VOLTA

A TAVOLAIN ITALIA

nelle foto (sopra) grilli e larve al ciocco-lato thailandesi che saranno presenti all’expo2015. (sotto) vino al cobra del Vietnam con-siderato un ottimo ricostituente.

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ViTeLLOne Day|ATTUALITÀ

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appuntamento dell’expo deve es-sere l’occasione per concludereal più presto il percorso per ot-tenere il riconoscimento dell’ in-dicazione geografica Protettaper la carne di Vitellone Piemon-

tese della coscia che è partito già nel 2009quando, con il parere favorevole della RegionePiemonte, il Consorzio di Tutela e Valorizza-zione della razza Piemontese ha presentato alministero delle Politiche agricole la richiesta.e’ quanto afferma la Coldiretti che alla pre-senza del Presidente nazionale Roberto mon-calvo e dell’interna giunta Confederale haorganizzato a Torino il “Vitellone Day” per so-stenere la tutela comunitaria della più impor-tante razza bovina da carne italiana perconsistenza numerica. non è solo quindi unanecessità per difendere la vera “battuta al col-tello” ma anche per tutelare un patrimoniounico del Made in Italy dal punto di vista dellabiodiversità, dell’ambiente e dell’economiacon la razza bovina piemontese che - sottoli-nea la Coldiretti - conta oltre 350 mila capicon 6 mila aziende impegnate nell’alleva-mento, sia tradizionale sia legato al pascola-mento in alpeggio garantendo, così, il presidiodelle montagne e dei territori svantaggiati. annualmente - precisa la Coldiretti - sono im-piegati oltre 15 mila addetti per un fatturatoche, per il solo allevamento, vale oltre 500 mi-lioni di euro e per l’intera filiera, compren-

dente la logistica, il trasporto, la mangimistica,la macellazione ed il sezionamento, raggiungeil miliardo e 30 milioni di euro. “Occorre superare i cavilli burocratici perdare la possibilità agli allevatori di Piemontesedi beneficiare dell’effetto traino che l’expoavrà sul Made in Italy alimentare”, ha affermatoil Presidente della Coldiretti Roberto mon-calvo nel ricordare la storia centenaria dell’al-levamento della Piemontese “la cui presenzaè stata rilevata per la prima volta nel 1886 nelComune di guarene, in provincia di Cuneo”. “Si tratta di un comparto determina nteper la realtà regionale”, ha evidenziato DeliaRevelli presidente di Coldiretti Piemontenell’auspicare che “con il riconoscimento lacarne di Vitellone Piemontese della coscia, dalcui latte già si producono i formaggi D.O.P. Ra-schera e Castelmagno, possa diventare l’ospited’onore al salone espositivo internazionaleche sta per aprirsi a milano”. a sostegno del-l’iniziativa è stato realizzato un mercato spe-ciale di Campagna amica con formaggi, yogurt,salumi, miele, vino, olio, frutta, verdura, riso,piante ed anche agridetergenti: tanti i prodottiche hanno dato colore e profumo alla piazzadove la degustazione della Piemontese è stataallietata dalle note provenienti dal vicino con-servatorio. Un tripudio di profumi e colorigrazie all’esposizione di diversi prodotti cherappresentano le eccellenze del Piemonte,della Valle d’aosta e della Liguria.

Anche aziende della federa-zione alessandrina all’eventoorganizzato da Coldiretti Re-gionale a Torino con una de-gustazione di Piemontese eun’oasi con le produzioni dieccellenza di CampagnaAmica. “l’appuntamento dell’Expodeve essere l’occasione perconcludere al più presto ilpercorso per ottenere il rico-noscimento dell’IndicazioneGeografica Protetta avviatonel 2009”.

SPRINT PERVITELLONEPIEMONTESE IGPDOPO 6 ANNI

l’

nelle foto La giunta Coldiretti Piemontecon i vertici della Confederazione sono statii protagonisti della giornata dedicata al rico-noscimento dell’indicazione geografica pro-tetta, per il vitellone igP avviata nel 2009. Ladegustazione di “battuta al coltello” è statarappresentativa per sostenere l’iniziativa emolto apprezzata anche dai torinesi. il Presi-dente nazionale moncalvo con la PresidenteRegionale Revelli si sono intrattenuti con iproduttori del “mercato di Campagna amica”allestito per l’occasione in piazza Bodoni.

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8 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

ORGANIZZAZIONE|RinTRaCCiaBiLiTà in eTiCheTTa

inalmente non sarà più anonima la pro-venienza della carne fresca di maiale, diagnello e capretto grazie all’entrata invigore dal primo aprile anche in italiadel nuovo Regolamento che impone

l’indicazione del paese di origine o del luogo di pro-venienza delle carni fresche, refrigerate o congelatedi animali della specie suina, ovina, caprina e di vo-latili. e’ questo il risultato della lunga battaglia dellaColdiretti per la trasparenza. Per essere certi diportare a casa prodotto al 100 per 100 tricolore -spiega la Coldiretti -, occorrerà scegliere la carnecon la scritta “origine italia” poiché sta a significareche tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino allamacellazione si sono svolte sul territorio nazionale.Una storica novità che - sottolinea la Coldiretti -giunge dopo gli scandali della carne di maiale tede-sca alla diossina venduta in tutta europa e degliagnelli ungheresi spacciati per italiani. Si completaun percorso - precisa la Coldiretti - iniziato circa15 anni dall’obbligo di etichettatura di origine perla carne bovina fresca, introdotta sotto la spintadell’emergenza “mucca pazza” con il regolamentoCe 1760/2000 che impose l’obbligo di indicareanche il luogo di nascita, oltre a quello di alleva-mento e macellazione. Dalla nuova norma restanoingiustamente escluse la carne di consiglio, partico-larmente diffusa a livello nazionale, e quella di ca-vallo oggetto del recente scandalo, ma anche lecarni di maiale trasformate in salumi. Una carenzaparticolarmente grave che va colmata al più prestoin una situazione in cui in italia - denuncia la Coldi-retti - due prosciutti su tre sono fatti da maiali stra-nieri ma il consumatore non lo può sapere, e lasituazione non è certo migliore per salami, soppres-sate, coppe o pancette. Su questi prodotti come sualtri l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà daglistudi di impatto che la Commissione europea starealizzando, con un certo ritardo sui tempi previstidal Regolamento 1169/2011, nonché dalle succes-sive valutazioni politiche degli Stati membri. Braciolee arista di maiale come pure cosciotti e carrè diagnello avranno dunque d’ora in poi la carta di iden-tità e non potranno più circolare confezioni ano-nime. Con l’entrata in vigore del Regolamento Ue1337/2013 dal primo aprile 2015 sull’etichetta dellecarni di suino, ovino, caprino e volatili in vendita,dovrà comunque essere riportata - precisa la Col-diretti - una delle due seguenti indicazioni:

1. “allevato in...” seguito dal nome dellostato membro o del paese terzo e poi“macellato in...” (seguito dal nome dellostato membro o del paese terzo); 2. “origine...” seguito dal nome dellostato membro o del paese terzo ma solose l’animale è nato, allevato e macellatoin un unico stato membro o paese terzo.il regolamento - precisa la Coldiretti - prevede dellespecifiche casistiche sui tempi di permanenza in undeterminato Paese e di peso raggiunto dall’animale,per poter indicare in etichetta qual è il luogo di al-levamento e di macellazione. “Questa positiva no-vità introdotta dall’europa è una tappa di un lungopercorso per garantire scelte di acquisto consape-voli ai consumatori” ha affermato il presidente dellaColdiretti Roberto moncalvo nel sottolineare pero’che “la battaglia continua perché in una situazionedi difficoltà economica bisogna portare sul mercatoil valore della trasparenza a vantaggio dei consuma-tori e dei produttori agricoli”. L’italia che nell’ali-mentare ha conquistato primati qualitativi e sanitari- ha precisato moncalvo - deve essere capofilanell’Unione europea nel sostenere le politiche ditutela della sicurezza alimentare che sono al centrodei lavori dell’expo. L’obbligo per gli operatori diindicare in etichetta il luogo di allevamento e di ma-cellazione delle carni di maiale, capra e pecora rap-presenta un nuovo passo avanti del camminoiniziato a livello comunitario dalla carne bovinadopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentredal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e pro-venienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio

2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a

partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicarein etichetta il Paese di origine in cui il miele è statoraccolto. il 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di in-dicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio.ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta anonimaoltre che per i salumi, i succhi di frutta, la pasta edi formaggi. L’italia sotto il pressing della Coldirettiè all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mun-gitura o la stalla di provenienza per il latte fresco;dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per ilpollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria;a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichetta-tura di origine per la passata di pomodoro.

DoPo GlI sCanDalIDI Carne DI maIalealla DIossIna teDesCae aGnellI unGheresIsPaCCIatI Per ItalIanI

Sarà più facile riconoscere e acquistare

la vera qualità Made in Italy

F

a lato: “La nuova etichetta della carne di maialee di pollame nato, allevato e macellato in italia”.sotto: “La nuova etichetta della carne di maialese gli animali hanno svolto parte del ciclo al-l’estero”.

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La “FUSiOne” in TaVOLa|ATTUALITÀ

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ai biscotti Plasmon nati in italia nel1902 alle Sottilette sono alcuni deiprodotti “cult” coinvolti nella fusionecon i quali si sono nutrite genera-zioni di italiani. e’ quanto emerge da

una analisi della Coldiretti sull’impatto in italiadella storica fusione tra Kraft e Heinz chesegna la nascita del quinto maggiore gruppo ali-mentare al mondo. i due grandi marchi - sottoli-nea la Coldiretti - sono diffusi in italia con i loroprodotti globali dal ketchup alla maionese, maanche con specialità tipicamente nazionali imman-cabili sulle tavole delle famiglie. Se le sottilette -sottolinea la Coldiretti - sono forse i prodotti piu’conosciuti della Kraft in italia ci sono anche i bi-scotti Plasmon che fanno capo alla heinz che èpresente anche con importanti novità di mercato.Un esempio - precisa la Coldiretti - è dato dallalinea di alimenti rigorosamente senza glutine ven-duti con il marchio Biaglut che dal 1964 vendeprodotti senza glutine o quelli venduti con il mar-chio aproten per l’alimentazione ipoproteica chefanno capo al gruppo heinz. L’operazione di con-centrazione dei marchi dell’industria alimentarein atto a livello negli ultimi anni è stata accompa-gnata - sostiene la Coldiretti - dalla progressivacessioni di marchi storici del Made in italy al-l’estero. L’ultima è stata la vendita alla fine del2014 della maggioranza del gruppo oleario to-scano Salov, proprietario dei marchi Sagra e Fi-lippo Berio al gruppo cinese yimin, una sussidiariadel gruppo Bright Food ma nel 2014 l’antico Pa-stificio Lucio garofalo ha siglato un accordo pre-liminare per l’ingresso nella propria compagineazionaria, con il 52% del capitale sociale, di ebroFoods, gruppo multinazionale spagnolo che operanei settori del riso, della pasta e dei condimenti,quotato alla Borsa di madrid. nello stesso annoBertolli, Carapelli e Sasso sono entrate a far partedel fondo statunitense CVC Capital Partners, chelo ha “strappato” al gruppo spagnolo SOS. nel2013 c’è stata la cessione da parte della societàaverna dell’intero capitale dell’azienda piemon-tese Pernigotti al gruppo turco Toksoz, ma si èanche verificato il passaggio di mano del 25 per

cento della proprietà del riso Scotti ceduto dallafamiglia pavese al colosso industriale spagnoloebro Foods. nel 2012 la Princes Limited (Prin-ces), una controllata dalla giapponese mitsubishi,ha siglato un contratto con aR industrie alimen-tari Spa (aRia), leader italiana nella produzionedi pelati, per creare una nuova società denomi-nata “Princes industrie alimentari SrL” (Pia), con-trollata al 51% dalla Princes, mentre il marchioStar passa definitivamente in mano spagnola conil gruppo agrolimen che ha aumentato la propriapartecipazione in gallina Blanca Star al 75%. in-fine, è volata in inghilterra la eskigel che producegelati in vaschetta per la grande distribuzione (Pa-norama, Pam, Carrefour, auchan, Conad, Coop).nel 2011 la società gancia, casa storica per laproduzione di spumante, è divenuta di proprietàper il 70% dell’oligarca Rustam Tariko, proprieta-rio della banca e della vodka Russki Standard; lafrancese Lactalis è stata, invece protagonista - sot-tolinea la Coldiretti - dell’operazione che ha por-tato la Parmalat a finire sotto controllotransalpino; il 49% di eridania italia Spa operantenello zucchero è stato acquisito dalla franceseCristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata allaspagnola Campofrio Food group, la quale ha orain corso una ristrutturazione degli impianti di la-vorazione a Pomezia che sta mettendo a rischionumerosi posti di lavoro. nel 2010 il 27% delgruppo lattiero caseario Ferrari giovanni indu-stria Casearia S.p.a fondata nel 1823 che vendetra l’altro Parmigiano Reggiano e grana Padano èstato acquisito dalla francese Bongrain europe Sase la Boschetti alimentare Spa, che produce con-fetture dal 1981, è diventata di proprietà dellafrancese Financière Lubersac che ne detiene il95%. L’anno precedente, nel 2009 - prosegue laColdiretti - è iniziata la cessione di quote dellaDel Verde industrie alimentari spa che è divenutadi proprietà della spagnola molinos Delplata Sl, la

quale fa parte del gruppo argentino molinos Riode la Plata. nel 2008 è iniziata la cessione di Riga-monti salumificio spa, divenuta di proprietà deibrasiliani attraverso la società olandese hitaholbinternational, mentre la Orzo Bimbo è stata ac-quisita dalla francese nutrition&Santè S.a. delgruppo novartis.Con l’inizio della crisi - informala Coldiretti - si è dunque verificata una accelera-zione nel processo di cessione dei marchi storicidel Made in Italy che nell’agroalimentare era già infase avanzata. nel 2006 la galbani era entrata inorbita Lactalis, ma lo stesso anno gli spagnolihanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopoaver incamerato anche la Sasso appena dodicimesi prima. nel 2005 - continua la Coldiretti - lafrancese andros aveva acquisito le Fattorie Scal-dasole, che in realtà parlavano straniero già dal1985, con la vendita alla heinz. nel 2003 hannocambiato bandiera anche la birra Peroni, passataall'azienda sudafricana SaBmiller, e invernizzi, diproprietà dal 1985 della Kraft e ora finita alla Lac-talis. negli anni novanta erano state Locatelli eSan Pellegrino ad entrare nel gruppo nestlè,anche se poi la prima era stata “girata” alla solitaLactalis (1998). nel 1995 la Stock, venduta alla te-desca eckes a.g, è stata acquisita nel 2007 dagliamericani della Oaktree Capital management, chelo scorso anno hanno chiuso lo storico stabili-mento di Trieste per trasferire la produzione inRepubblica Ceca. La stessa nestlè - conclude laColdiretti - possedeva già dal 1993 il marchio an-tica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 laBuitoni e la Perugina. “i grandi gruppi multinazio-nali che fuggono dall’italia della chimica e dellameccanica investono invece nell’agroalimentarenazionale perché, nonostante il crollo storico deiconsumi interni, fa segnare il record nelle espor-tazioni grazie - conclude la Coldiretti - all’imma-gine conquistata con i primati nella sicurezza, nellatipicità e nella qualità.

DLa suddivisione dei due grandi marchi conosciuti in tutto il mondo con un’ampia gamma di prodotti: ora idue colossi si sono fusi dando vita al quinto maggiore gruppo alimentare al mondo. Ci chiediamo quali saranno le ripercussioni e l’impatto sull’economia nazionale italiana.

FUSIONEFUSIONEKRAFT-HEINZ:Dai Plasmon alleSottilette sonoalcuni dei prodotti“cult” coinvolti

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AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 201510

ATTUALITÀ|aCCeSSO aL CReDiTO

i dati riguardanti l’inizio del 2015 regi-strano, dopo due anni di incremento (an-damento in controtendenza rispetto aglialtri settori economici), una flessione, sep-

pur lieve, delle erogazioni del credito all’agri-coltura. Un segnale che è stato interpretatocome un possibile campanello d’allarme, anchese potrebbe trattarsi, più semplicemente, di uneffetto legato all’attesa connessa con l’attiva-zione delle misure di finanza agevolata ricon-ducibili al Piano di Sviluppo Rurale. in ogni casosi tratta di un importante indicatore che oc-correrà monitorare, in quanto termometrodello stato di salute del tessuto imprendito-riale agricolo. nel mentre, a livello nazionale,proprio con lo scopo di sostenere le impreseche si trovano in una temporanea condizionedi difficoltà finanziaria, ma che presentano pro-spettive di continuità e sviluppo aziendale, èstato sottoscritto il nuovo “accordo per il cre-dito 2015”. Un’iniziativa che segue quelle adot-tate nel corso degli ultimi anni, ovvero apartire dal 2009, che oltre all’aBi (associa-zione Bancaria italiana) vede coinvolte le or-ganizzazioni di categoria, tra cui anche laColdiretti. L’accordo sottoscritto lo scorso 31

marzo, valido fino al 31 dicembre 2017, pre-vede nuovamente la possibilità di ottenere, perun periodo massimo di 12 mesi, la sospensionedel pagamento della quota capitale delle ratein scadenza. Un intervento finalizzato a con-sentire di recuperare liquidità, dovendo effet-tuare esclusivamente, per l’intero periodo di“moratoria” il versamento della sola quota in-teressi una seppur (alle ordinarie scadenze pre-viste dal piano di ammortamento). medesimointervento è applicabile anche alle operazionidi leasing immobiliare, nonché ai contratti di

leasing mobiliare, ma in questo secondo casoper un periodo massimo di 6 mesi. L’accesso atali strumenti è riservato alle piccole e medi eimprese “in bonis” (indipendentemente dal set-tore economico in cui le stesse operano), ovveroche non presentino rate scadute e/o sconfina-menti da più di 90 giorni e non abbiano avan-zato una richiesta simile nei 24 mesiprecedenti. Per le aziende che rispetto i sud-detti requisiti è, altresì, concessa la possibilitàdi usufruire dell’allungamento della durata deifinanziamenti, per un periodo non superiore atre anni se trattasi di operazioni chirograficheo quattro anni per i mutui ipotecari. a diffe-renza di quanto verificatosi nel recente pas-sato, prima di richiedere l’applicazione di talimisure, risulterà necessario effettuare un’at-tenta valutazione in quanto, per effetto dellenuove regole europee (in termini di accantona-mento), qualora la banca ritenga vi siano fon-date possibilità che l’impresa beneficiaria possapresentare nell’effettuare il rimborso del pre-stito, potrà essere applicata una variazione, inaumento, del tasso di interesse. Per maggioriinformazioni è possibile contattare la sedeprovinciale di alessandria di Creditagri italiaal numero 0131-235891 (int.602). e-mail:[email protected]

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Varato Il nuoVoaCCorDo Per Il CreDIto 2015Riproposti gli interventi di so-spensione della quota capitaledelle rate in scadenza ed allunga-mento dei finanziamenti a favoredelle piccole e medie imprese chesi trovano in una temporanea si-tuazione di difficoltà finanziaria

BANDO 2015 PReSTiTi Di COnDUziOne PeR imPRenDiTORi agRiCOLi

a regione si appresta a riaprire i termini per la presentazione delle domandeper ottenere contributi sugli interessi per l’accensione di prestiti di conduzione.Per questa tipologia di contributi, la Regione ha stanziato 330.000 €, il contri-

buto negli interessi a carico della Regione Piemonte è fissato nell’1% per le impreseubicate in zona di pianura o di collina e nell’1,5% per quelle ubicate in zona di monta-gna; nel caso in cui almeno il 50% dell’importo del prestito sia assistito da garanziaprestata da Confidi, il contributo sarà aumentato di 0,30 punti percentuali. Si terràconto dell’ordine cronologico dell’inoltro telematico delle domande e, nel caso in cuile risorse non fossero sufficienti a finanziare tutte le richieste pervenute, saranno ap-plicate le seguenti priorità: finanziamento fino al 100% dell’importo del prestito di con-duzione agevolato relativo all’esercizio precedente che potrà essere ridotto fino a 50%in caso di carenza di risorse, finanziamento fino al 50% dell’importo del prestito ri-chiesto da nuovi beneficiari.

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STOP aLLe QUOTe LaTTe|ORGANIZZAZIONE

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uanto può essere “sporco” il latte?molto se analizziamo i dati relativiall’invasione di prodotto in arrivodall’estero. Con la fine del regimedelle quote latte è prevedibile un au-mento della produzione lattiera co-

munitaria che quest’anno è stimata pari al 6 percento, con il rischio di una vera invasione stra-niera in italia dove si importa già quasi il 40 percento dei prodotti lattiero caseari consumati. Oraa temere per la sopravvivenza sono soprattuttogli allevamenti da latte che risiedono nelle zonepiù fragili e sensibili del nostro Paese e del-l’Unione. Basti pensare che tre cartoni a lungaconservazione su quattro venduti in italia sonostranieri mentre la metà delle mozzarelle sonofatte con latte o addirittura cagliate provenientidall’estero. “La cosa grave è che nessuno lo sa -afferma il presidente provinciale Coldiretti ales-sandria Roberto Paravidino - perché non è obbli-gatorio riportarlo in etichetta. Dalle frontiereitaliane passano ogni giorno 24 milioni di litri dilatte equivalente tra cisterne, semilavorati, for-maggi, cagliate polveri di caseina per essere imbu-stati o trasformati industrialmente e diventaremagicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani,all’insaputa dei consumatori”. Complessivamentein italia, sono arrivati 8,6 miliardi di chili in equi-valente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, pol-veri, formaggi, yogurt e altro) che vengonoutilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei con-sumatori e a danno degli allevatori perché non èobbligatorio indicare la provenienza in etichetta.in particolare si assiste ad un sostanziale aumentodell’import dei Paesi dell’est (+18% Ungheria,+14% Slovacchia, +60% Polonia) e una diminu-zione di quello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dalla germania  e -13% dalla Francia). adessere spacciato come italiano è il latte prove-niente in cisterne soprattutto da germania, Fran-cia, austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia,Repubblica Ceca, Polonia e Olanda. in particolaresi assiste ad un sostanziale aumento dell’importdei Paesi dell’est (+18% Ungheria, +14% Slovac-chia, +60% Polonia) e una diminuzione diquello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dallagermania  e -13% dalla Francia). Ci sono peròanche le cagliate da impiegare nella produzione dimozzarelle che arrivano principalmente dai Paesidell’est per un quantitativo che ha raggiunto il mi-lione di quintale all’anno ed è diretto per un terzoin Campania. e tra i Paesi esportatori la Lituanianegli ultimi 3 anni ha triplicato le spedizioni in ita-lia. “in un momento difficile per l’economia dob-biamo portare sul mercato il valore aggiunto dellatrasparenza e lo stop al segreto sui flussi com-merciali con l’indicazione delle aziende che im-portano materie prime dall’estero è un primopasso che va completato con l’obbligo di indicarein etichetta l’origine degli alimenti”, ha affermatoil direttore della Coldiretti alessandrina Simone

moroni. ad oggi, in italia, è obbligatorio indicarela provenienza del latte fresco ma non per quellaa lunga conservazione, ma l’etichetta è anonimaanche per i formaggi non a denominazione di ori-gine, per le mozzarelle e gli yogurt. “nell’anno del-l’expo, la chiusura delle stalle - conclude ilpresidente Paravidino - rischia di far perdere al-l’italia il primato nella produzione di formaggi adenominazione di origine (Dop) che in quantità èaddirittura superiore quella francese e contribui-sce a forgiare l’identità nazionale in campo ali-mentare, con oltre 48 specialità riconosciute alivello comunitario sparse lungo tutto lo stivale”.

Il mercato è drogato da comportamentiscorretti, ora si teme invasione dall’estero

Dopo oltre 30 anni è terminato il regime delle quote latte

Viene sottopagato il prodotto vero Made in Italy e il lavoro degli allevatori

Q

nelle foto alcuni momenti della manifesta-zione che si è svolta nella capitale al termine delregime delle quote latte dopo oltre trent’annidalla loro entrata in vigore. il Presidente mon-calvo ha colto l’occasione per sottolineare al mi-nistro delle Politiche agricole maurizio martinal’importanza della qualità del latte italiano, sot-topagato come il lavoro degli allevatori.

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ORGANIZZAZIONE|Pizza PaTRimOniO DeLL’UneSCO

on il riconoscimento della pizzacome patrimonio dell’Unesco si tu-tela un business che solo in italia haraggiunto i 10 miliardi di euro, nellecirca 63mila pizzerie e locali perl’asporto, taglio e trasporto a domi-

cilio dove lavorano complessivamente oltre150mila persone. e’ quanto emerge da una ana-lisi della Coldiretti a commento del via liberadella Commissione italiana Unesco all'iscri-zione della pizza nella lista Unesco del patrimo-nio culturale immateriale dell’umanità, asostegno del quale sono state 300mila le firmeraccolte da parte della Coldiretti insieme all’as-sociazione Pizzaiuoli napoletani e alla fonda-zione UniVerde dell’ex ministro dell'agricolturaalfonso Pecoraro Scanio. Ogni giorno solo initalia si sfornano circa 5 milioni di pizze per untotale di un miliardo e mezzo all'anno anche se- sottolinea la Coldiretti - i maggiori “mangia-tori” sono diventati gli Stati Uniti che fanno re-gistrare il record mondiale dei consumi con unamedia di 13 chili per persona all’anno, quasi ildoppio di quella degli italiani che si collocano alsecondo posto con una media di 7,6 chili a testa.Con la decisione della Commissione italianaUnesco di candidare l’“arte dei Pizzaiuoli na-poletani” inizia un negoziato internazionale che- continua la Coldiretti - coinvolgera' 163 Staticon valutatori indipendenti che saranno chiamatiad esaminarla per decidere entro il 15 novem-bre 2016 se iscriverla nella lista Unesco del pa-trimonio culturale immateriale dell’umanità”.“Ora l’impegno si sposta a livello internazionale

per difendere e tutelare un prodotto simbolodell’identità nazionale conosciuto in tutto ilmondo”, ha affermato il presidente della Coldi-retti Roberto moncalvo nel sottolineareche”quando un prodotto diventa globalizzato ilrischio è che se ne perda l’origine ed è proprioil caso dell’arte della pizza”. L’arte della pizza -riferisce la Coldiretti - sarebbe il settimo “te-soro” italiano ad essere iscritto nella Lista rap-presentativa del patrimonio culturaleimmateriale dell’Unesco, che comprende a li-vello mondiale 348 elementi iscritti. L’elenco tri-colore comprende anche l’Opera dei pupi(iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), laDieta mediterranea (2010) l’arte del violino aCremona (2012), le macchine a spalla per la pro-cessione (2013) e la vite ad alberello di Pantel-leria (2014). accanto al patrimonio culturaleimmateriale, l’Unesco - continua la Coldiretti -ha riconosciuto nel corso degli anni anche unelenco di siti, e proprio l’italia è lo stato che nevanta il maggior numero a livello mondiale, ben50. Significativamente pero’ - evidenzia Coldi-retti -, gli ultimi elementi ad essere iscritti neglielenchi fanno riferimento al patrimonio agroali-mentare Made in Italy, a testimonianza della sem-pre maggiore importanza attribuita al cibo, nona caso scelto come tema simbolo dell’expo2015. il 26 novembre 2014 a Parigi l’Unesco - ri-corda la Coldiretti - ha dichiarato la pratica agri-cola della coltivazione della vite zibibbo adalberello, tipica di Pantelleria, patrimonio cultu-rale immateriale dell’umanità. e’ la prima praticaagricola al mondo a conseguire il prestigioso ri-

conoscimento. Dall’uva zibibbo si ricava nonsolo il vino zibibbo secco, ma anche il pregiatomoscato di Pantelleria. L’ultimo sito italiano adessere stato inserito (22 giugno del 2014, aDoha in Qatar) è - rileva Coldiretti -, il paesag-gio vitivinicolo del Piemonte. monferrato, Lan-ghe e Roero coprono il 90 per cento dellaproduzione vinicola del Piemonte, che è com-plessivamente pari a circa tre milioni di ettolitridi vino l’anno con un fatturato sui 335 milioni dieuro con il 60 per cento dell’intera produzioneche è esportato in germania, gran Bretagna,Francia, Svizzera e Stati Uniti. infine il 16 novem-bre 2010 a nairobi, in Kenya l'Unesco ha iscrittola Dieta mediterranea nella lista rappresentativadel patrimonio culturale immateriale dell'Uma-nità. Si tratta di “un insieme di competenze, co-noscenze, pratiche e tradizioni che vanno dalpaesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, laraccolta, la pesca, la conservazione, la trasforma-zione, la preparazione e, in particolare, il con-sumo di cibo”. La dieta mediterranea - sottolinea Coldiretti - ècaratterizzata da un modello nutrizionale che èrimasto costante nel tempo e nello spazio, i cuiingredienti principali sono olio di oliva, cereali,frutta e verdura, fresche o secche, una parte mo-derata di pesce, prodotti lattiero-caseari ecarne, numerosi condimenti e spezie, il tutto ac-compagnato da vino o infusioni, sempre nel ri-spetto delle convinzioni di ogni comunità. Lacandidatura dell’arte della pizza - conclude laColdiretti - è stata sostenuta dalle firme di espo-nenti politici tra i quali: maurizio martina, mini-

CBUSINESS DA 10 MIlIArDIUNESCO: riconoscimento

della pizza

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Pizza PaTRimOniO DeLL’UneSCO|ORGANIZZAZIONE

stro delle Politiche agricole, Stefania giannini,ministro dell'istruzione; gianluca galletti, mini-stro dell’ambiente e della tutela del territorioe del mare; giuseppe Castiglione, Sottosegreta-rio al ministero delle politiche agricole alimen-tari e forestali; nicola zingaretti, Presidentedella Regione Lazio; mario Oliviero, Presidentedella Regione Calabria; Sergio Chiamparino, Pre-sidente della Regione Piemonte e della confe-renza Stato-Regioni; Roberto maroni, Presidentedella Regione Lombardia; Rosario Crocetta, Pre-sidente della Regione Siciliana, Piero Fassino, sin-daco di Torino e Presidente anci; FedericoPizzarotti, Sindaco di Parma; enzo Bianco Sin-daco di Catania, nunzia De girolamo, capo-gruppo nCD alla Camera, Loredana De Petris,Presidente del gruppo misto - Sel al Senato; Vit-torio Sgarbi, assessore dei Verdi al comune diUrbino; massimo Bray, ex ministro dei Beni edelle attività culturali; michele Valensise, Segre-tario generale del ministero degli affari esteri eSebastiano Cardi, ambasciatore italiano pressole nazioni Unite. il Segretario generale della Ceinunzio galantino ed anche giornalisti come al-berto Bilà; alessandro Cecchi Paone; Daria Bi-

gnardi; emilio Casilini; Luciano Pignataro; LuigiVicinanza; Oliviero Beha e Roberto arditti.hanno sostenuto la petizione anche il registagabriele muccino; Oscar Farinetti, Fondatore dieataly; Carlo Petrini, Fondatore di Slow food,Rosario Trefiletti, Presidente FederconsumatoriFulco Pratesi, Fondatore e Presidente onorarioWWF italia, il cantautore Renzo arbore; l’attriceLuciana Littizzetto, gabriele muccino, Regista,ilary Blasy; Jimmy ghione; eugenio Bennato;Frank Carpentieri di made in Sud giorgio Pana-riello. Tra gli sportivi i calciatori Toto’ di natale,Fabio Quagliarella ma anche l’intera squadra delPisa . La petizione è stata lanciata anche a Lon-dra e a new york ottenendo la firma di Lidia eJoe Bastianich, Bud Spencer e natalia Quinta-valle, Console generale dell'italia a new york.

nella foto la pizza napoletana DOC sibolodell’exPO 2015 sfornata a napoli in occasionedell’iniziativa della Coldiretti per la pizza patri-monio dell’UneSCO.

La e’ stata sfornata lo scorso 26 marzo la primapizza napoletana Doc simbolo dell’expo 2015nella giornata di mobilitazione in occasione dellaconvocazione della Commissione italiana Une-sco a Roma per l’atteso via libera nazionale all’inserimento dell’arte dei Pizzaiuoli napoletaninella “Lista del patrimonio culturale immaterialedell'umanità”. Lo rende noto la Coldiretti nelsottolineare che la novità è arrivata dall’anticaPizzeria Brandi di napoli dove la leggenda vuoleche nel giugno 1889 il cuoco Raffaele espositofu convocato al Palazzo di Capodimonte, resi-denza estiva della famiglia reale, per preparare aSua maestà la Regina margherita di Savoia le suefamose pizze. Per onorare la sovrana, espositocreò così la pizza margherita, dove i condimenti,pomodoro, mozzarella e basilico, rappresenta-vano la bandiera italiana. Ora nel tempo dellaglobalizzazione diventa importante difendernel’identità e per questo - sottolinea la Coldiretti- la pizza simbolo dell’expo 2015 è stata realiz-zata con ingredienti napoletani “Doc” come la“mozzarella di Bufala Campana”, l’extravergine“Penisola Sorrentina”, il “Pomodoro San mar-zano dell’agro Sarnese - nocerino” e il “Pomo-dorino del piennolo del Vesuvio”, tuttirigorosamente a denominazione di origine pro-tetta riconosciuti dall’Unione europea. La pizzasimbolo dell’expo punta dunque alla valorizza-zione dell’identità nazionale in una situazione incui anche in italia - precisa la Coldiretti - quasidue pizze su tre (63 per cento) sono ottenuteda un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olioprovenienti da migliaia di chilometri di distanzasenza alcuna indicazione per i consumatori.Troppo spesso - spiega la Coldiretti - viene ser-vito un prodotto preparato con mozzarelle ot-tenute non dal latte, ma da semilavoratiindustriali, le cosiddette cagliate, provenientidall’est europa, pomodoro cinese o americanoinvece di quello nostrano, olio di oliva tunisinoe spagnolo o addirittura olio di semi al postodell’extravergine italiano e farina francese, tede-sca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dalgrano nazionale.

SFORNATA LA

PIZZA DOCSIMBOLO DELL’EXPO

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14 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

ATTUALITÀ|ViTiViniCOLTURa

CONVOCATI GLI STATIGENERALI DELLAVITIVINICOLTURAPIEMONTESE

lo sVIluPPo PassaattraVerso

la semPlIFICazIoneammInIstratIVa

imezzare il tempo perso dalle impresecon la burocrazia; semplificare ciò cheè utile in termini di miglioramento delprocesso produttivo e sotto il profilo

della qualità, sicurezza e riconoscibilità dei pro-dotti; eliminare ciò che non serve a nulla, è ri-petitivo ed, a volte, intollerabile. Questa èl’italia del vitivinicolo che si auspica ColdirettiPiemonte, come è emerso durante il convegno,dal titolo “Vitivinicoltura piemontese: una pro-spettiva di sviluppo attraverso la semplifica-zione amministrativa”, al quale ha preso parteanche una numerosa delegazione di Coldirettialessandria. “L’appuntamento dell’11 marzo èstato molto importante poiché già da tempoColdiretti Piemonte sta lavorando per l’abbat-timento e l’armonizzazione del numero diadempimenti nelle pratiche vitivinicole. e’,quindi, un tema che ci sta a cuore e ci fa piacereche sulle nostre esigenze di semplificazione bu-rocratica anche il Consiglio Regionale ha vo-luto fare un significativo passo avanti conl’approvazione del disegno di Legge n.77 - Di-sposizioni regionali in materia di semplifica-zione, all’interno del quale sono state recepitealcune delle richieste della nostra Organizza-zione”, ha così esordito Delia Revelli presi-dente di Coldiretti Piemonte nel suointervento di apertura dell’incontro. a dareun’idea di quella che è attualmente la burocra-zia nel settore vitivinicolo è stato Roberto Ca-biale presidente di Coldiretti asti e

coordinatore del gruppo di lavoro sul vino:“Dall’impianto del vigneto alla vendita dellabottiglia si contano oltre 70 attività burocrati-che nei confronti di ben 20 soggetti diversi che,molto spesso, non comunicano tra loro. Oltre1000 norme di settore per un totale di 4000pagine tra direttive, regolamenti, leggi, decreti,circolari, delibere nazionali e regionali. Tuttoquesto incide in media per 100 giornate al-l’anno pari ad oltre il 20% del tempo di lavorodell’impresa vitivinicola. Una situazione pesanteda sostenere per le aziende del nostro terri-torio piemontese che detiene una superficievitata di 43 mila ettari e, nel 2014, ha registratouna produzione di oltre 3,5 milioni di quintalidi uva da vino”. 49 milioni di ettolitri di vinoprodotti nel 2013 che fanno spiccare l’italia trai primi produttori al mondo, davanti a Spagnae Francia; 650 mila ettari di superfici vitate; 200mila aziende complessive ed 1,2 milioni di per-sone occupate in totale per un fatturato di 9miliardi. Questi i dati della vitivinicoltura ita-liana dai quali è voluto partire DomenicoBosco, responsabile dell’Ufficio vitivinicolodella Confederazione nazionale Coldiretti, perintrodurre il suo intervento mirato a dare unapanoramica di quanto è stato fatto e si sta fa-cendo per sostenere il settore strozzato dauna macchina burocratica insostenibile. “Col-diretti, fin dal 2010, anno di approvazione delDLgS 61/2010 sulla denominazione dei vini, haanalizzato in modo sistematico la questione: è

possibile eliminare almeno 40 tra adempimentie registri con una riduzione del 50% del tempo,oltre che un risparmio di costi attualmente acarico delle imprese e della pubblica ammini-strazione. Tutto questo senza comprometterel’efficacia delle attività di controllo che, anzi, inmolte situazioni possono aumentare. - ha af-fermato domenico Bosco - il nostro pres-sing ha determinato l’attivazione di unprocesso di semplificazione amministrativa, sulquale si sta ancora lavorando, al fine di far con-fluire nella normativa in via di approvazionemolti altri elementi tra cui: un sistema informa-tico unico, la revisione del modello di certifica-zione e controllo dei vini e del sistema divigilanza sul mercato, le semplificazioni doga-nali, oltre che la modifica del sistema sanziona-torio e le norme di tutela del Made in Italy”. altermine, il responsabile dell’Ufficio vitivinicolodella Confederazione nazionale Coldiretti si èsoffermato sul nuovo sistema delle autorizza-zioni degli impianti vitati che entrerà in vigoredal 1 gennaio 2016 determinando ufficialmentela fine dei diritti di reimpianto che attualmentevengono acquisiti direttamente dai produttorio attraverso la riserva regionale. “L’attuale sistema di gestione del potenzialeproduttivo viticolo sarà eliminato e non saràpiù possibile trasferire i diritti di reimpianto trai produttori in quanto le superfici vitate ver-ranno autorizzate gratuitamente dalla Re-gione”, ha concluso Bosco.

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SPeCiaLe 2015 |SCHEDA

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a contraffazione, la falsificazione el’imitazione dei prodotti alimen-tari Made in Italy nel mondo hasuperato il fatturato di 60 miliardi

di euro nel 2014 con l’arrivo di preoccu-panti novità come il Prosecco made in Cri-mea, anche sulla spinta delle tensionipolitiche e commerciali che sono culminatecon l’embargo da parte della Russia. ad essere colpiti sono i settori piu’ dinamicidell’agroalimentare Made in italy come glispumanti che con un balzo del 20 per centonelle bottiglie spedite all’estero sorpassanolo champagne e conquista le tavole nelmondo con un record storico, secondo unaanalisi Coldiretti sulla base dei dati istat re-lativi al 2014. all’estero - precisa la Coldi-retti - non sono mai state richieste cositante bollicine italiane e - sottolinea la Col-diretti - il 2014 si è chiuso con la spedizioneoltre frontiera di più di 320 milioni di bot-tiglie di spumante italiano, il record di sem-pre. “e’ un risultato estremamente positivodelle nostre battaglie il piano per l’exportdel governo che prevede per la prima voltaazioni di contrasto all’italian sounding nel-l’agroalimentare” ha affermato il presidentedella Coldiretti Roberto moncalvo nel sot-tolineare che “la contraffazione e la falsifi-cazione dei prodotti alimentari Italiansounding a livello internazionale costa all’ita-lia trecentomila posti di lavoro che si po-trebbero creare nel Paese con una azionedi contrasto a livello nazionale ed interna-zionale”. all’estero i falsi fatturano quasi ildoppio dei prodotti originali anche se leesportazioni agroalimentari italiane hannochiuso il 2014 facendo registrare il record

storico per un valore di 34,3 miliardi, conun aumento del 2,4% rispetto all’anno pre-cedente, secondo l’analisi Coldiretti su datiistat. Con questi risultati sul commercioestero l’agroalimentare si conferma unaleva competitiva determinante per faruscire l’italia dalla crisi” ha continuato Ro-berto moncalvo nel sottolineare che “al-l’estero il vero nemico sono le imitazionilow cost dei cibi nazionali che non hannoalcun legame con il sistema produttivo delPaese. Due prodotti alimentari di tipo ita-liano su tre in vendita sul mercato interna-zionale - spiega moncalvo - sono il risultatodell’agropirateria internazionale. in testa allaclassifica dei prodotti più taroccati secondola Coldiretti ci sono i formaggi partire dalParmigiano Reggiano e dal grana Padanoche ad esempio negli Stati Uniti in quasinove casi su dieci sono sostituiti dal Parme-san prodotto in Wisconsin o in California.ma anche il Provolone, il gorgonzola, il pe-corino Romano, l’asiago o la Fontina Poi cisono i nostri salumi piu’ prestigiosi dalParma al San Daniele che spesso “clonati”ma anche gli extravergine di oliva e le con-serve come il pomodoro san marzano cheviene prodotto in California e venduto intutti gli Stati Uniti. La trattativa sull’accordodi libero scambio tra Unione europea eStati Uniti, Tansatlantic Trade and inve-stment Partnership (Ttip) - ha sostenutomoncalvo - è un appuntamento determi-nante anche per tutelare le produzioniagro-alimentari italiane dalla contraffazionealimentare e del cosiddetto fenomeno del-l’Italian sounding molto diffuso sul mercatostatunitense. a questa realtà - ha concluso

moncalvo - se ne aggiunge una ancora piùinsidiosa: quale è quella dell’italian soundingdi matrice italiana, che importa materiaprima (latte, carni, olio) dai paesi più svariatila trasforma e ne ricava prodotti che suc-cessivamente vende come italiani senza la-sciare traccia attraverso un meccanismo didumping che danneggia e incrina il veroMade in Italy, perché non esiste ancora pertutti gli alimenti l’obbligo di indicare la pro-venienza in etichetta.

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CONTRAFFAZIONESupera i 60MlD, arriva prosecco made in Crimearoberto Moncalvo: bene l’azione di contrasto a Italian sounding in piano export

nella foto il presidente della ColdirettiRoberto moncalvo mostra il falso proseccomade in Crimea nello stand della Coldirettial Vinitaly.

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SCHEDA|SPECIaLE 2015

n controtendenza all’andamento delPil il fatturato del vino e degli spu-manti in Italia cresce ancora dell’unoper cento e raggiunge nel 2014 il va-

lore record di 9,4 miliardi per effetto soprat-tutto delle esportazioni che hannoraggiunto i 5,1 miliardi (+1,4%) mentre è ri-sultato praticamente stagnante il valoredelle vendite sul mercato nazionale chesono risultate attorno ai 4,3 miliardi.Vendite in aumento dagli Stati Uniti (+4,4%)che si consolidano come principale mer-cato di sbocco alla Gran Bretagna (+6,1%)che si classifica al terzo posto dietro allaGermania dove invece - sottolinea la Col-diretti - si registra una preoccupante fles-sione del 4,4%. Preoccupante il flopregistrato in Russia dove le esportazioni ca-lano del 10,4% anche per effetto delle ten-sioni politiche e commerciali nonostante ilvino non rientri tra i prodotti colpiti dal-l’embargo. Il buono stato di salute del vinoitaliano traina l’occupazione in agricolturache in controtendenza fa registrare un an-damento positivo nel 2014. Si stima che ilvino abbia offerto durante l’anno opportu-nità di lavoro ad un milione e duecentocin-quantamila italiani tra quanti sono impegnatidirettamente in vigne, cantine e nella distri-buzione commerciale, ma anche in attivitàconnesse, di servizio e nell’indotto che sisono estese negli ambiti piu’ diversi: dall’in-dustria vetraria a quella dei tappi, dai tra-sporti alle assicurazioni, da quella degliaccessori, come cavatappi e sciabole, daivivai agli imballaggi, dalla ricerca e forma-zione alla divulgazione, dall’enoturismo allacosmetica e al mercato del benessere, dal-

l’editoria alla pubblicità, dai programmi soft-ware fino alle bioenergie ottenute dai resi-dui di potatura e dai sottoprodotti dellavinificazione (vinacce e raspi). Secondo uno studio della Coldiretti la rac-colta di un grappolo alimenta opportunitàdi lavoro in ben 18 settori:

1) agricoltura;

2) industria trasformazione;

3) commercio/ristorazione;

4) vetro per bicchieri e bottiglie;

5) lavorazione del sughero per tappi;

6) trasporti;

7) assicurazioni/credito/finanza;

8) accessori:cavatappi, sciabole/etilometri;

9) vivaismo;

10) imballaggi come etichette e cartoni;

11) ricerca/formazione/divulgazione;

12) enoturismo;

13) cosmetica;

14) benessere/salute con l’enoterapia;

15) editoria;

16) pubblicità;

17) informatica;

18) bioenergie.

“La decisa svolta verso la qualità ha messoin moto nel vino un percorso virtuoso ingrado di conciliare ambiente e territoriocon crescita economica e occupazionale”ha affermato il presidente della Coldiretti

Roberto Moncalvo nel sottolineare che“nuove ed importanti opportunità siaprono nel 2015 con la ripresa economicain Italia tanto che nel primo bimestre c’èstato un aumento dell’1,9% in valore dellevendite nella grande distribuzione organiz-zata rispetto all'anno precedente”. E segnali positivi - conclude Moncalvo -vengono anche dall’esportazioni grazie al-l’effetto traino del tasso di cambio favore-vole con il dollaro.

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FATTURATO MADE IN ITALY

1,25 milioni posti di lavoro dalla vigna al ristorante nel 2014

DA RECORD A 9,4 MLD (+1%)

Nelle foto (in alto) l’ingresso del Vini-taly 2015 che registra ogni anno un numerosempre maggiore di visitatori, soprattuttostranieri. Segnali positivi arrivano anche dal-l’export grazie all’effetto traino di ambio fa-vorevole con il dollaro.

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SPeCiaLe 2015 |SCHEDA

al piu’ antico vino del mondo aquello dell’Odissea, dal vino deiCelti ai Borboni ma la “guest star”è il vino poliglotta in 42 lingue del

mondo: dallo swahili al persiano, dal tigrino alrusso, fino al giapponese e all'arabo sceltocome simbolo dell’expo per far conoscere datutti i visitatori i primati del patrimonio vitivi-nicolo Made in Italy. La riscoperta della storia- sottolinea la Coldiretti - è la principale levadi innovazione su cui puntano quest’anno iproduttori italiani per catturare i consumatoriitaliani e stranieri, ma non mancano esempicreativi che guardano al futuro come il vino“dietetico” o quello con etichetta in 42 linguededicato espressamente all’appuntamentodell’expo. in georgia 13 mila anni fa è soprav-vissuta la vitis vinifera la madre di tutti i vitignimoderni ed è qui che è nata migliaia di anni fal’arte di fare il vino conservato in grandi an-fore di terracotta messe sottoterra. Da que-sto presupposto - informa la Coldiretti -l’azienda Tremonti di imola ha preso le mosseper iniziare la prima produzione di vino in an-fore di terracotta. i titolari dell’azienda, Sergio,Vittorio e David navacchia, hanno chiamatogli esperti georgiani a far da maestri e utiliz-zando una delle loro grandi anfore da 400 litriper la vinificazione. Oggi raccolgono il fruttodel loro lavoro con le prime 600 bottiglie diun vino che hanno chiamato “Vitalba”. Si trattadi albana ottenuto con 120 giorni di macera-zione con le bucce in anfora, solo con lievitiindigeni dello stesso vino e senza solfiti. Dallapreistoria del vino alla leggenda. Viene diret-tamente dall’Odissea - segnala la Coldiretti -l’idea di martina Buccolini, giovane produttricedell’azienda agricola Sigi di macerata (mar-che), di produrre un vino di giuggiole, sullascorta di quello assaggiato da Ulisse nell’isoladei lotofagi. narra Omero che alcuni uominidell’equipaggio, una volta sbarcati si lasciaronotentare dal frutto del loto che fece loro di-menticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa.in realtà pare che il loto di cui parla Omerosia proprio lo zizyphus lotus, un giuggiolo sel-vatico, e che l’incantesimo dei Lotofagi nonfosse provocato da narcotici, ma soltanto dalla

bevanda alcolica che si può preparare coifrutti del giuggiolo. Viene invece prodotto inLomellina dall’azienda di Robbio (Pavia) mo-lino miradolo di Fulvio Pescarolo - continua laColdiretti - un vino realizzato con la tecnicadell’arbustum gallicum sviluppata dalle popo-lazioni celtiche più di 2.500 anni fa. L’uva è tor-chiata a legna e vinificato secondo ledescrizioni degli storici dell’epoca e successi-vamente viene travasata all’interno di specialivasi in ceramica, che vengono collocati all’in-terno di una scatola di legno d’olmo riempitadi paglia. Risale invece attorno all’anno mille opiù precisamente all’anno 1150 quando i ca-valieri Templari iniziarono a insediarsi in Sar-degna. il loro vino, storicamente riconosciutoe collegato con la presenza dell’Ordine in Pla-nargia - informa la Coldiretti - era il malvasiadi Bosa, spumante dolce che viene prodottooggi dall’azienda Silattari di Bosa (Oristano)di giovanni Porcu e nicola garippa. Sono ilvento, il mare, il sole e l’antico suolo calcareo,che combinando fra loro in vincoli irripetibiliconsentono a questo particolare vino di rag-giungere l’eccellenza. e infine, si torna a tempipiù recenti con il vino Vite maritata prodottodall’azienda agricola “i Borboni” nell’agroaversano e giuglianese (Caserta) che ha re-cuperato - fa sapere la Coldiretti - il vitignodell'asprinio altrimenti condannato all'estin-

zione giungendo all'approvazione della praticadi riconoscimento prima della igT e, nel 1993,della Doc asprinio. il vino dei Borboni maturain grotte scavate a 13 mt di profondità, unicheper i loro ambienti particolarmente adatti allaconservazione, in grado di assicurare fresco,giusta umidita, luce e temperatura costantenell’arco dell'anno. nello stand della Coldirettial Vinitaly sono esposti anche altri vini parti-colari e caratteristici. Dalla linea di spumantidenominati “essenza zero” (zero calorie), rea-lizzati dall’azienda agricola Ricchi di monzam-bano (mantova) nel totale rispetto delmetodo classico, senza zuccheri aggiunti, alvino Valtellina superiore dell’azienda agricolaalberto marsetti di Sondrio il cui affinamentodecennale si realizza ai 2700 metri sul livellodel mare dove la condizione climatica è otti-male per la pace e i silenzi dell’alta quota. Spe-cifico risalto all’etichetta, infine, viene dato datre vini in bella mostra: l’abruzzese Testarossadell’azienda Pasetti con l’etichetta in cuoiopregiato, il marchigiano Rosso Conero Docprodotto dall’azienda Podere giustini di an-cona che nelle etichette riproduce le centinaiadi lettere di una tragica storia di amore fami-liare nata durante la seconda guerra mondialee il lombardo nettare dei Santi igt Collina delmilanese dell’azienda agricola San Colom-bano al Lambro di gianenrico Riccardi chepresenta una "etichetta globale" per far cono-scere a tutto il mondo l'unico vino della cittàdell’expo. Una etichetta unica - conclude laColdiretti - con raffigurato il Duomo in bellavista e la descrizione del prodotto in 42 linguedel mondo: dallo swahili al persiano, dal tigrinoal russo, fino al giapponese e all'arabo.

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VINO POLIGLOTTA SIMBOLO EXPO

Dal vino piu’ anticodel mondo in avanti lastoria nel bicchiere

nelle foto il vino poliglotta simbolo dell’exPO 2015. (sopra) il Presidente moncalvo con alcuni esempi di vini rappresentativi del territorio che hanno fatto grande la storia e la tradizione italiana del “Bel Paese” nel bicchiere.

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SCHEDA|SPeCiaLe 2015

arrivo del testo unico sul vino ta-glia del 50% il tempo dedicato allaburocrazia che dal vigneto allabottiglia rende necessario adem-

piere a più di 70 pratiche che coinvolgono20 diversi soggetti che richiedono almeno100 giornate di lavoro per ogni impresa vi-tivinicola per soddisfare le 4000 pagine dinormativa che regolamentano il settore.“Un testo ampiamente condiviso che rac-coglie molte nostre proposte che consen-tono di ridurre gli oneri anche economici acarico delle imprese senza abbassare la so-glia di garanzia qualitativa attraverso i con-trolli” ha affermato il Presidente dellaColdiretti Roberto moncalvo. Si tratta -continua la Coldiretti - di un ulteriore passoin avanti dopo i primi cambiamenti positiviottenuti con il DL “Campolibero” conver-tito in legge nell’agosto scorso che ha giàportato delle importanti semplificazioni. in-fatti - precisa la Coldiretti - per evitare du-plicazioni è stato già istituito il Registrounico dei controlli con inserimento anchedelle attività svolte dagli organismi di certi-ficazione e controllo, viene rivisto l’istitutodella diffida con ampliamento dei casi di ap-plicazione, si passerà ad una completa de-materializzazione dei registri di cantinacome dal decreto appena firmato dal mini-stro delle Politiche agricole maurizio mar-tina con semplificazioni a favore deiproduttori fino a 1000 ettolitri e a chi tra-sforma esclusivamente le uve aziendali; èstato stabilito un esonero dalla tenuta deiregistri per produttori fino a 50 ettolitri conannessa attività di vendita diretta e sommi-nistrazione.

al Bordolino nella versionebianco e rosso con tanto di ban-diera tricolore al meer-secco, maci sono anche il Barbera bianco

prodotto in Romania e il Chianti fatto in Ca-lifornia, il marsala sudamericano e quellostatunitense e il Kressecco tedesco tra lecontraffazioni e imitazioni dei nostri vini eliquori più prestigiosi che complessivamenteprovocano perdite stimabili in oltre un mi-liardo di euro sui mercati mondiali alle pro-duzioni Made in Italy. Sulla spinta delletensioni politiche e commerciali che sonoculminate con l’embargo da parte della Rus-sia è anche arrivato il Prosecco made in Cri-mea perché ad essere colpiti - sottolinea laColdiretti - sono i settori piu’ dinamici del-l’agroalimentare Made in Italy come gli spu-manti che con un balzo del 20 per centonelle bottiglie spedite all’estero sorpassanolo champagne e conquista le tavole nelmondo con un record storico, secondo unaanalisi Coldiretti sulla base dei dati istat re-lativi al 2014. La stagnazione dei consumi in-terni, insieme alla crescita dei mercati esteri,rende piu’ urgente - precisa la Coldiretti -l’intervento delle istituzioni per tutelare leesportazioni di vino Made in Italy di fronteai numerosi tentativi di banalizzazione delleproduzioni nazionali. Oltre al danno econo-mico, a preoccupare è soprattutto il dannodi immagine che provocano tra i consuma-tori emergenti dove non si è ancora affer-mata la cultura del vino. La Coldiretti haesposto al Vinitaly alcuni esempi del vino “ta-rocco” che invade il mondo. Si va dal Chianticaliforniano al marsala wine prodotto negliUsa, ma ci sono anche il Barbera bianco

prodotto in Romania, il Kressecco e il meer-Secco realizzati in germania, sino ad arri-vare Bordolino bianco e tinto prodotti inargentina in confezioni con tanto di trico-lore. il fenomeno del falso vino “Made inItaly” - informa la Coldiretti - trova un forteimpulso anche dalle opportunità di venditaattraverso la rete dove è possibile acqui-stare pseudo vino ottenuto da polveri mi-racolose contenute in wine-kit - anch’essiesposti dalla Coldiretti - che promettono inpochi giorni di ottenere le etichette piu’prestigiose come Chianti, Valpolicella, Fra-scati, Primitivo, gewurztraminer, Barolo, Ver-dicchio, Lambrusco o montepulciano. il vinoin polvere puo’ essere facilmente acquistatoanche direttamente nei negozi di alcuniPaesi dell’Unione europea, dalla gran Bre-tagna alla Svezia dove è stato addirotturascoperto uno stabilimento di produzione.Fuori dall’Unione europea dove uno dei piùgrandi produttori di wine kit si trova in Ca-nada http://www.vinecowine.com/ e, con imarchi California Connoisseur, KenRidge,Cellar Craft, european Select, vende kit diVerdicchio, Chianti, Barolo, amarone, Valpo-licella ai quali - denuncia la Coldiretti - si èlimitato ad aggiungere semplicemente l’ag-gettivo “style”. La società che produce wine-kit fa capo al secondo produttore canadesedi vino andrew Peller Limitedhttp://www.andrewpeller.com che in pas-sato ha anche esposto i propri vini al Vinitaly.e preoccupante notare - continua la Coldi-retti - che la falsificazione continui a prospe-rare in un Paese come il Canada con cui laCommissione europea ha recentementeraggiunto un accordo politico sugli elementi

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A R R I V O

V I N OUNICOTESTO

TAGlIO DEl 50%SUllA BUrOCrAZIA

1 MLD DI FALSI

l’ultimo arrivato è il prosecco Made in Crimeaspinto da tensioni politiche e commerciali

DA BOrDOlINO ArGENTINOA CHIANTI USA

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nella foto il vino made in italy taroccato scovato dalla Coldiretti nei diversi continenti.

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SPECIALE 2015 |SCHEDA

mostrano un consolidamento del consumomondiale stimato nel 2014 attorno ai 243Milioni di ettolitri, l’andamento non è piùtrainato dai paesi tradizionalmente produt-tori e consumatori come Italia e Francia,bensì dalla nascita e dallo sviluppo di nuovipoli di consumo. La Cina in pochi anni è di-ventata il quinto Paese consumatore ed oggicirca il 39% del vino prodotto viene consu-mato in paesi non europei, rispetto al 31%del 2000. In Italia si beve meno, ma si bevemeglio con il formato più venduto che èstato quello delle bottiglie da 0,75 litri a de-nominazione d’origine che puo’ contare suuna offerta Made in Italy di 74 etichetteDocg, 341 Doc e 123 Igt. I vini più richiestisono Chianti, Lambrusco, Vermentino, Bar-bera, Bonarda, Montepulciano d’Abruzzo,Nero d’Avola, Morellino e Dolcetto, macrescono anche il Pecorino, l’Aglianico e ilPignoletto a conferma del successo dei viniautoctoni. Il risultato - sottolinea la Coldi-retti - è che la quantità di vino Made in Italyconsumato all’interno dei confini nazionaliè risultata addirittura inferiore di quellaconsumata nel mondo. Nonostante l’au-

mento dello 0,8% nelle bottiglie esportateper un quantitativo di 20,4 milioni di ettoli-tri, l’Italia nel 2014 è stata sorpassata dallaSpagna (22,6 milioni di ettolitri, il 22% in piùsul 2013), dopo essere stata infatti a lungoil primo fornitore mondiale. A trainare l’ex-port - precisa la Coldiretti - sono le bollicineche mettono a segno nel 2014 un aumentodel 18,2% nelle numero di bottiglie espor-tate. Ad apprezzare il vino italiano sono so-prattutto gli Stati Uniti che ne hannoimportato quasi 6 milioni di ettolitri e a se-guire la Germania e la Gran Bretagna en-trambi con quasi 3 milioni di ettolitri. Intermini di valore il vino - continua la Coldi-retti - resta la prima voce dell’export agroa-limentare italiano con un fatturato di 5,1miliardi nel 2014, in crescita dell’1,4% sul2013 ma dietro la Francia sempre prima intermini di fatturato legato all’export vinicolocon 7,7 miliardi di euro. Nel 2014 in Italia laproduzione di vino è stata a 41 milioni diettolitri con un calo del 12% rispetto al-l’anno precedente che ha provocato anchela perdita del primato mondiale nella pro-duzione di vino a vantaggio della Francia.

A L M I N I M O

A D D I O A 1B I C C H I E R E S U 5

STORICO

CONSUMI

chiave dell’Accordo economico commer-ciale globale (noto anche con l’acronimo in in-glese CETA) per dirimere le controversie incorso sulla tutela delle denominazioni, daisalumi ai formaggi. Il problema non è legatosolo all’utilizzo delle pregiate denominazionidel Belpaese poiché in base alla normativaeuropea del vino, non è possibile aggiungereacqua nel vino o nei mosti. La definizioneeuropea del vino non contempla l’aggiuntadi acqua e soprattutto per questo il com-mercio dei wine-kit su tutto il territorio eu-ropeo - continua la Coldiretti - andrebbevietato. Un problema altrettanto grave è laprogressiva diffusione di bottiglie cosiddette“Mafia sounding” che si fondano su scanda-lose operazioni di business che fanno levasugli episodi, i personaggi e le forme di cri-minalità organizzata piu’ dolorose ed odioseche danneggiano l’immagine dell’Italia nelmondo come il “Fernet Mafiosi”, con tantodi gangster e pistola disegnati, che vienevenduto in uno degli Stati europei dove -conclude la Coldiretti - la presenza degli ita-liani è maggiore, la Germania.

all’inizio della crisi è sparito dalletavole degli italiani un bicchiere divino su cinque ed i consumi divino sono scesi al minimo storico

dall’Unità d’Italia nel 1861. Se all’estero iproblemi vengono dalle imitazioni, in Italiasono crollati gli acquisti di vino delle fami-glie e i consumi nazionali - sottolinea la Col-diretti - sono scesi attorno ai 20 milioni diettolitri, dietro Stati Uniti e Francia, con untaglio del 19% dall’inizio della crisi nel 2008.Se la media di consumo è al di sotto dei 37litri a persona, solo il 21 per cento degli ita-liani beve vino tutti i giorni e addiritturaquasi la metà degli italiani (48,4%) non lobeve mai durante l’anno, secondo elabora-zioni Coldiretti su dati Istat. Sta cambiandola geografia del vino e se i dati disponibili

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on era mai arrivato così tantovino straniero in Italia come nel2014 che fa segnare il record sto-rico delle importazioni con 278

milioni di chili, in aumento del 46% dall’iniziodella crisi nel 2008. E’ quanto emerge da unaanalisi su dati Istat presentata al Vinitaly dallaColdiretti che esprime preoccupazione peril fatto che ben 228 milioni di chili (82%) ar-riva sfuso in cisterne delle quali non si co-nosce la reale destinazione. La provenienzainvece - sottolinea la Coldiretti - è soprat-tutto spagnola con l’arrivo di ben 154 milionidi chili di vino dalla penisola iberica e dagliUsa da dove sono sbarcati in Italia 47 milionidi chili di vino, la quasi totalità sfusi in reci-pienti superiori a 2 litri. Occorre fare chia-rezza sulle destinazioni finali di questeproduzioni a chilometro illimitato - sottoli-nea la Coldiretti - per evitare il rischio difrodi ed inganni a danno del Made in Italycome testimonia l’Osservatorio sulla crimi-nalità in agricoltura promosso dalla Coldi-retti con l’ex procuratore Giancarlo Casellialla guida del comitato scientifico che ha piu’volte puntato il dito sul pericolo di inganniche si nasconde dietro la mancanza di tra-sparenza nell’importazione massiccia di ma-terie prime agricole. Il timore è che unquantitativo elevato venga probabilmenteimbottigliato in Italia e senza una adeguatatracciabilità finisca - continua la Coldiretti -per fare concorrenza sleale ai produttori na-zionali e ingannare i consumatori. Per questo- sostiene la Coldiretti - occorre renderepubblici i nomi delle aziende che importanovino sfuso per consentire ai consumatori

piena libertà di scelta. Si tratta di togliere ilsegreto di Stato sui flussi commerciali dellematerie prime provenienti dall’estero al finedi contrastare le aggressioni e salvini il Madein Italy conseguenti alla lavorazione nel no-stro Paese di prodotti alimentari oggetto diimportazione o di scambio intracomunitarioe la successiva messa in commercio comeprodotti autenticamente italiani. Finora, in-fatti, una complessa normativa doganale haimpedito l’accessibilità dei dati senza signifi-cative ragioni legate alla tutela della riserva-tezza - come testimoniato dallo scandalodella carne di cavallo -  provocando graviturbative sul mercato ed ansia e preoccupa-zione dei consumatori, a fronte all’impossi-bilità di fare trasparenza sulla provenienzadegli alimenti. In un momento difficile perl’economia dobbiamo portare sul mercato -conclude il presidente della Coldiretti Ro-berto Moncalvo - il valore aggiunto della tra-sparenza e lo stop al segreto sui flussicommerciali.

N

MAI COSI TANTO IMPORT

Occorre fare chiarezza sulle destinazioni finalidi queste produzioni a chilometro illimitato

STRANIERO, É INVASIONE (+46%)

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20 AGRICOLTURA A.|n°4 • aprile 2015

SCHEDA|SPeCIALe 2015

n principio è stato il bagno nel vino adinaugurare le tecniche di wellness dallacampagna ma poi dal dopobarba al-l’amarone alla crema viso alla linfa di

vite, dallo scrub agli scarti di potatura al geldi uva rassodante, dalla crema antietà allospumante allo shampoo al vino rosato o allostick labbra agli estratti di foglie di vite si èverificato un vero boom per il business del“wine beauty” con il variegato e curioso dif-fondersi dl prodotti di bellezza derivati dallavigna. La linea di bellezza “dalla vigna al be-nessere” - afferma la Coldiretti - nasce dal-l’intuizione e dall’amore di chi da sempre è adiretto contatto con il mondo dell’enologiae ne conosce perfettamente, oltre alle qualitàe al gusto anche le proprietà cosmetiche de-rivanti dal principio base dell’uva: il polifenoloma anche dalla linfa della vite o dagli scartidella potatura in modo da deliziare non soloil palato ma prendersi cura anche del propriocorpo. Le novità a base di vino - afferma laColdiretti - sono tantissime, con molti agri-coltori che si rimboccati le maniche reinven-tandosi il lavoro dei campi dando vita ad unanuova professione, quella dell’“agristetista”.Questo nuovo lavoro - afferma la Coldiretti- infatti - non solo permette alle aziende didiversificare la propria attività, ma consenteanche al consumatore amante del benesseredi avere nuove opportunità tutte naturali. Siva dai cosmetici allo spumante come lacrema antietà e quella per il trattamento peril corpo che - informa la Coldiretti - sonodavvero unici perché in loro l’evanescenza el’effervescenza delle bollicine vengono tra-sferite sulla pelle ossigenandola a lungo. Que-sti prodotti sfruttano, infatti, le proprietà diun potente antiossidante contenuto nellospumante che contrasta invecchiamento cu-taneo e i processi infiammatori. Ma i preziosialleati dalla vigna alla bellezza naturale sonodiversi, come lo scrub al Verdicchio, partico-larmente adatto per le pelli sensibili, o quelloal vinacciolo che assicura un’efficace azionesebo-normalizzante, purificante, idratante eantibatterica. I granuli dei vinaccioli, macinatifinemente, permettono l’asportazione delleimpurità e del sebo svolgendo una puliziaprofonda e un’efficace azione levigante la-sciando la pelle pulita, liscia, idratata e lumi-nosa. Lo shampoo al vino rosato - continua laColdiretti - risulta particolarmente indicatocontro le doppie punte e capelli fragili perchésvolge un’azione detergente senza intaccarein profondità il capello, mentre il gel uva ras-sodante - continua la Coldiretti - combatteefficacemente la pelle a “a buccia d’arancia”soprattutto se applicata sui punti critici dopoun bel bagno caldo prima di coricarsi. Lacrema viso alla linfa di vite ha uno strepitosopotere energizzante ed è ricca di preziosi

principi attivi. Il tutto nasce in un particolareperiodo dell’anno in cui la vite inizia il suopianto. É un momento di meditazione e di to-tale immersione nell’alchimia della natura, lalinfa di vite viene su dalle radici il tronchettoviene inciso e così comincia il gocciolaredell’essenza che viene sapientemente mesco-lata ad altri preziosi ingredienti della vignaper trasformarsi in meravigliose creme. Nonmancano poi gli stick labbra all’olio di vinac-cioli che essendo ricchi in acido linoleico,acido grasso essenziale contribuiscono amantenere la corretta idratazione delle lab-bra evitando screpolature e il gel per legambe che grazie agli estratti di foglie rossedi vite e le bucce d’uva rossa contenute inesso contrastano in modo naturale la fragilitàcapillare e ne migliorano il microcircolo do-nando immediato sollievo ed energia allegambe stanche. Una opportunità anche pergli uomini con il dopobarba all’amarone che- continua la Coldiretti - garantisce, una pro-

tezione della pelle dagli agenti atmosferici egrazie ai suoi principi attivi è in grado di neu-tralizzare l’azione ossidante dei radicali liberilasciando peraltro un gradevole e caratteri-stico profumo. Il detergente all’uva è ottimoper struccare, pulire e preparare la pelle al-l’applicazione della crema come per esempioquella concentrata al mosto d’uva estrema-mente bilanciata che grazie alle sue proprietàagisce in modo rapido ed intenso riducendoin modo efficace e visibile le rughe di troppoe per finire ma c’è anche un ottimo olio damassaggio al vino bianco che miscelando sa-pientemente olio e vino permette di avereuna pelle morbida, idratata e profumata.Questi sono tutti prodotti cosmetici al natu-rale che provengono direttamente dallaaziende agricole e che - conclude la Coldi-retti - possono essere facilmente reperibilinella rete dei mercati e delle fattorie di cam-pagna Amica che ha elaborato una guida albenessere naturale.

I

DA AMARONEDOPOBARBA

A SCRUB VITE,È WINE BEAUTY

CONTADINO

Nelle foto “Dal dopobarbaall'amarone allo scrub di vitefino al gel di uva rassodante, ilboom del wine beauty mo-strato dalla Coldiretti al Vini-taly". Il detergente all’uva èottimo per struccare, pulire epreparare la pelle all’applica-zione della crema.Proprio la crema d’uva adesempio è indicata per com-battere in modo efficace lerughe. L’olio da massaggio alvino bianco permette di avereinvece una pelle morbida,idratata e profumata.

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SPeCiaLe 2015 |SCHEDA

a nuova programmazione dell’OcmUnica prevede lo smantellamentodel sistema delle quote che coinvol-gerà anche il sistema dei diritti di

impianto dei vigneti. L’abolizione del vecchioordinamento è prevista dal 31 dicembre2015. Dal 1° gennaio 2016, i diritti di im-pianto saranno sostituiti da un regime di au-torizzazioni che rimarrà in vigore fino al 31dicembre 2030. al fine di valutare gli effettidell’applicazione del nuovo regime e preve-dere eventuali correttivi è stato anche giàprevisto un riesame intermedio dopo il 2020.il nuovo sistema si caratterizza per la possi-bilità di crescita delle superfici vitate aziendalisenza dover investire denaro nell’acquisto deidiritti, seppur all’interno di un quadro di re-gole per buona parte già definite nel regola-mento di base. al tempo stesso sono statirecepiti alcuni strumenti per tutelare in par-ticolare le aree a denominazione e indica-zione geografica. Vediamo nel dettaglio cosaprevede il nuovo sistema. Con il nuovo si-stema gli impianti e i reimpianti saranno con-sentiti solo previa autorizzazione, concessasu richiesta dei produttori, espressa in ettarie legata ad una specifica superficie. Le autorizzazioni hanno una durata massimadi tre anni ed è prevista una sanzione in casodi non utilizzo da parte dell’agricoltore suc-cessivamente al rilascio. Primo importanteelemento di distinzione tra i diritti (attualesistema) e le autorizzazioni (dal 2016) è pro-prio il vincolo alla superficie di destinazioneche porta con se la non trasferibilità delle au-torizzazioni, né a titolo oneroso né a titologratuito. Sono in fase di definizione le condi-zioni e le modalità per consentire i trasferi-menti in situazioni eccezionali. La possibilitàdi incrementare le superfici non è però illi-mitata. infatti, per evitare aumenti eccessividelle produzioni, lo Stato membro può con-cedere autorizzazioni fino ad un massimodell’1 per cento annuo della superficie vitatanazionale secondo la cosiddetta clausola disalvaguardia; considerando che la superficievitata nazionale è pari a circa 650.000 ettari,potranno essere assegnate ogni anno auto-rizzazioni per nuovi impianti per circa 6.500ettari al massimo. inoltre, questa percentualepotrà anche essere ridotta nelle aree a De-nominazione di Origine (Do) e indicazionegeografica (ig) se i Consorzi di tutela dimo-streranno che vi è una situazione di difficoltà(rischio di offerta eccedentaria o svalutazionedella denominazione). Per il rilascio delle autorizzazioni lo Statomembro può fissare criteri di ammissibilitàgià definiti nelle norme Ue e non modificabili,basati sulla disponibilità di superficie, sulle co-noscenze e competenze professionali e sulrischio di una significativa svalutazione di una

denominazione, oppure utilizzare uno o piùdei criteri di priorità come criteri di ammis-sibilità. Se le richieste di autorizzazione am-missibili risultano inferiori alla percentualefissata dallo Stato membro nell’ambito dellaclausola di salvaguardia (1% annuo della super-ficie vitata nazionale), queste sono tutte accet-tate, altrimenti sono concesse in proporzione(criterio del pro-rata) e/o in base a criteri dipriorità, anche questi già fissati a Bruxelles enon modificabili dagli Stati membri, (giovaniproduttori, requisiti ambientali, ricomposi-zione fondiaria, sostenibilità economica, in-cremento della competitività aziendale eterritoriale, incremento della qualità dei pro-

dotti a denominazione di origine e indica-zione geografica e aumento della dimensionedei piccoli vigneti, comportamento prece-dente, organizzazioni senza scopo di lucro afinalità sociale). Qualora la superficie asse-gnata risulti inferiore al 50% della superficierichiesta, il produttore potrà rinunciare all’as-segnazione entro tempi limitati. La Commis-sione sta inoltre valutando le modalità perdestinare alle annualità successive eventualisuperfici non assegnate a causa di rinunce. Ri-cevuta l’autorizzazione per nuovo impianto ilproduttore avrà tre anni di tempo per effet-tuare l’impianto e potrà essere sanzionato senon lo realizza.

l

Il NUOVO SISTEMADI AUTOrIZZAZIONI

LA PAC 2014-2020Speciale settorevitivinicolo

l reimpianto nella stessa azienda rap-presenta un altro aspetto importantenel nuovo sistema di gestione. ai pro-

duttori che estirpano un vigneto dopo il 1°gennaio 2016 lo Stato membro garantisceautomaticamente l’autorizzazione ad effet-tuare il reimpianto. Tali autorizzazioni nonsono conteggiate ai fini della clausola di sal-vaguardia. L’autorizzazione al reimpiantopuò, inoltre, essere concessa prima del-l’estirpazione, purché questa avvenga entroquattro anni dalla data del nuovo impianto.e’ bene ribadire che, contrariamente aquanto avveniva in precedenza, le autorizza-zioni al reimpianto non potranno esseretrasferite. nelle aree a Do e ig inoltre, sudecisione motivata da parte del Consorziodi tutela, l’autorizzazione può essere vinco-lata al reimpianto della stessa Do/ig. anchele autorizzazioni al reimpianto avranno unadurata di tre anni dal rilascio, ma la richiestapotrà essere effettuata entro 2 anni dallaestirpazione del vigneto preesistenti, per-tanto si potrà contare su una durata di 5anni (2+3). Così come accade oggi con i di-ritti di reimpianto, se il vigneto estirpato nonera regolare, l’autorizzazione al reimpiantonon sarà concessa.

I

IL REIMPIANTONELLA STESSAAZIENDA i viticoltori che detengono al 31 di-

cembre 2015 diritti di impianto ancoravalidi è data la possibilità, fino al 2020,

di convertire tali diritti in autorizzazioni. Leautorizzazioni così ottenute scadono al piùtardi il 31 dicembre 2023 e le superfici con-cesse a partire da diritti in portafoglio nonconcorrono al raggiungimento della clausoladi salvaguardia. Con il termine del sistema deidiritti cesseranno anche le riserve regionali.Le Regioni stanno attivando bandi per asse-gnare i diritti di reimpianto esistenti la cuirealizzazione dovrà avvenire entro il 31 di-cembre del 2015. Questi diritti, al pari diquelli detenuti da produttori, se non utilizzatientro il 31 dicembre dovranno essere con-vertiti in autorizzazioni e avranno validità parialla durata stabilita dalla Regione. Un decretodel ministro ha inoltre cancellato il divieto ditrasferimento dei diritti di reimpianto al difuori delle regioni favorendo così la circola-zione dei diritti su tutto il territorio nazio-nale, con l’obbiettivo di limitare la possibileperdita di potenziale produttivo. Ricordiamoche in italia ci sono circa 40.000 ha di dirittidi reimpianto detenuti dai produttori daoltre 4 anni e per i quali dal 1° gennaio 2016sarà possibile solo convertirli in autorizza-zioni al reimpianto da parte dei detentori, manon sarà più possibile cederli.

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I DIRITTI INPORTAFOGLIO

n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A. 21

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22 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

SCHEDA|SPeCiaLe 2015

econdo quanto previsto nel nuovo re-gime dei pagamenti diretti, potrannopresentare domanda anche i viticol-

tori, ai quali verranno riconosciuti diritti al-l’aiuto. Un importante vantaggio, derivantedall’attività di negoziazione e fortemente so-stenuto da Coldiretti, consiste nell’esclu-sione delle superfici vitate dall’applicazionedelle pratiche benefiche per il clima e l’am-biente (greening). Con questa esclusione e’stato di fatto riconosciuto il ruolo ambien-tale delle coltivazioni viticole, non solo dalpunto di vista della biodiversità e della tuteladei paesaggi, ma anche e soprattutto l’im-portante ruolo sulla prevenzione del rischioidrogeologico che oggi preoccupa la mag-gior parte del territorio nazionale. secondole scelte effettuate dall’italia, il pagamentonon sarà uguale durante l’intero periodo diprogrammazione, ma l’importo dei titoli va-rierà di anno in anno a seconda del valoreiniziale da cui partirà ogni singolo agricol-tore. in particolare, l’importo dei titoli delleaziende, che entrano per la prima volta nelsistema, partirà dallo step più basso per poiaumentare progressivamente. Presumibil-mente tra queste aziende rientreranno lamaggior parte delle aziende viticole. il re-gime prevede anche l’applicazione di una so-glia minima di pagamenti diretti, al di sottodella quale il pagamento non è erogato. Peril 2015 e 2016 la soglia minima sarà pari a250 euro, mentre dal 2017 questa sarà paria 300euro. Le nuove aziende che entranonel sistema potrebbero rientrare nelle sud-dette soglie minime e non ricevere il paga-mento. Si consiglia comunque di presentarela domanda in quanto, per il meccanismo diconvergenza, tali aziende, nel secondo annodi applicazione, potrebbero avere un au-mento del valore dei titoli tale da consen-tirgli il superamento della soglia minima e diricevere il pagamento.

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IL NUOVO REGIME DEIPAGAMENTI DIRETTI:TITOLI ANCHE AI VITI-COLTORI, MA SENZAGREENING

a Commissione europea ha proposto il19 marzo 2015 la proroga del termine ul-timo per la presentazione delle domande

di aiuto per i pagamenti diretti al 15 giugno, unmese in più rispetto all’attuale scadenza previ-sta per il 15 maggio. L’estensione del terminesi dovrebbe applicare anche ai pagamenti persuperficie nel secondo pilastro della Politicaagricola comune. La proroga si applicherà soloper il 2015 e sarà volontaria. Pertanto gli Statimembri potranno avvalersi di questa possibi-lità. il testo della proposta dovrebbe consisterenella modifica del regolamento 809/2014 manon sarà disponibile prima del 15 aprile, per essere poi discusso ed approvato alComitato Pagamenti Diretti del 20 aprile a Bruxelles. e’ da verificare se la modificadell’articolo 13 del regolamento di esecuzione 809/2014 relativo al termine ultimoper la presentazione delle domanda consenta anche la possibilità di presentare do-manda tardiva come previsto dal reg. delegato 640/2014 art. 13 con le relative san-zioni (presentazione tardiva di 25 giorni con sanzione 1 per cento al giorno) e lapossibilità di modifica della domanda dopo il termine ultimo di presentazione delladomanda unica prevista dal reg. esecuzione 809/2014 art. 15. La proposta di prorogadovrà comunque essere approvata dalla Commissione europea, ed a regolamenta-zione vigente, allo stato attuale, il termine ultimo per la presentazione della do-manda resta il 15 maggio 2015.

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PAC: PROPOSTA LA PROROGA AL 15 GIUGNO PERLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA 2015

nelle tabelle a lato: simulazione diun’azienda con 10 ettari di vigneto, chenon ha mai presentato domanda e chequindi accede per la prima volta al Re-gime dei Pagamenti diretti.nel 2015 percepirà un pagamento to-tale pari a circa 327 euro che negli annisuccessivi, per effetto della convergenza,tenderà ad aumentare.

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n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

nOCCiOLO n.37 |SCHEDA

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Le cimici sono insetti temibili per la coltivazione del nocciolo.

alcune regioni italiane, Piemonte in testa, riservano particolare attenzione a questa avversità,sia per il grande pregio della varietà locale, la Tonda gentile Trilobata, sia per il deperimentoqualitativo cui la nocciola va incontra a causa dell’azione della cimice.

La presenza di nocciole attaccate delle cimici, causa un forte deprezzamento del prodotto eaddentare una fetta di torta o una barretta di cioccolato contenenti anche una sola nocciolaavariata non fa certamente piacere!

La cimice del nocciolo in realtà sono tante cimici. Una pluralità di specie appartenenti a diversefamiglie di pentatomidi e coreidi che sono individuate quali la causa del cosiddetto “cimiciato”.

il cimiciatoil danno che la cimice provoca sul nocciolo è di tipo qualitativo.L’insetto ha un apparato boccale pungente-succhiatore e, nutren-dosi, punge i frutti del nocciolo con gli stiletti boccali che inseriscenel seme attraverso il guscio. Con la puntura di suzione, l’insettoinietta della saliva nel seme causando due tipi di reazione:• in caso di attacchi precoci, il seme subisce un aborto traumatico ealla raccolta si avranno nocciole con il guscio normalmente formatoma con il contenuto totalmente atrofizzato;

• in caso di punture più tardive il seme completa il suo sviluppo ma presenterà alterazioni delcolore e soprattutto del sapore.

nel caso delle punture tardive è importante aggiungere che le alterazioni del gusto sarannopiù evidenti nel momento in cui la nocciola subirà il trattamento di tostatura per liberarla delpericarpo (la pellicina marrone che circonda la mandorla). all’assaggio della nocciola fresca,non tutti i degustatori avvertono infatti questo difetto. Rimane comunque invariato l’inquina-mento batterico e fungino che la nocciola subisce e la conseguente possibilità di accumulo diaflatossine.

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• Presenza ubiquitaria• Deprezzamento nocciola• Cimici polifaghe•attenti monitoraggi

[a cura di alberto Pansecchi]

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24 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

SCHEDA|nOCCiOLO n.37 [a cura di alberto Pansecchi]

il gonoceroil gonocerus acuteangulatus sverna comeadulto alla base dei cespugli, in screpola-ture della corteccia o in altri rifugi. in mag-gio gli adulti abbandonano i rifugi invernalie raggiungono le piante, dove iniziano anutrirsi dei frutticini. Le femmine, dopol’accoppiamento, depongono le uova sullebrattee che proteggono i frutti e sulle fo-glie del nocciolo. Dopo circa un paio di settimane fuoriescono i giovani che subito attaccano ger-mogli e brattee e successivamente le nocciole; i nuovi adulti si hanno nel mese di giugno. ilgonocerus acuteangulatus compie una generazione all’anno.

la palomenaLa Palomena prasina vive su nocciolo, castagno e su diverse piantearboree e arbustive. essa sverna come adulto, isolata, alla base dellepiante arboree. in primavera si accoppia, depone le uova a gruppisulla pagina inferiore delle foglie. i giovani, dopo alcuni giorni, si di-

sperdono su diverse piante, tra cui ilnocciolo, e iniziano a pungere i frutti.La palomena compie generalmentedue generazioni all’anno.

Con le sue punture può trasmetterela Stigmatomicosi delle nocciole.

la difesaLa difesa dalle cimici si basa innanzitutto su attenti monitoraggi che ne evidenzino la presenza.Vi sono poi strategie, in corso di approfondimento, che prevedono di attrarle su piante esca edi ucciderle prima che raggiungano i noccioleti riducendo nel contempo la distribuzione di in-setticidi nell’ambiente.La lotta si basa tuttavia ancora sull’utilizzo prioritario di insetticidi piretroidi mentre non esistono,per ora, armi efficaci a disposizione di coloro che operano con strategie di lotta biologica.

Bibliografia: materiale da web: www.tecnichefitoiatriche.it - Cristina marello - 2007 • materiale da web: www.stopbmsb.org/stink-bug-basics

le altre cimiciDiverse sono le cimici che si possono rinvenire sul nocciolo e tutte po-tenzialmente pericolose.

Oltre alle due principali cimici già descrritte e alle altre specie tradi-zionalmente pre-senti quali Coreus marginatus, nezara viridula, Raphi-gaster nebulosa, Pentatoma rufipes, etc. si è aggiunta ultimamente unanuova cimice di origine asiatica, che desta molte preoccupazioni: la ha-lyomorpha halys.

È assolutamente polifaga con una predilezione per piante arboree e ar-bustive. Le colture più a rischio sono tutti i frutteti e i vigneti ma anchepiante ornamentali e alcune ortive e colture in pieno campo. Può arre-care gravi danni.

a cura del servizio di consulenza tecnico-agronomica - coldiretti alessandria

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n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

FRUTTiCOLTURa n.45 |SCHEDA

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[a cura di alessandro albertelli]

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La ruggine delle drupacee è una malattia che colpisce svariate piante appartenenti al genereprunus, fra cui susino, albicocco, mandorlo e pesco. Questo fungo, diffuso in tutto il territorionazionale è un agente di ruggine fogliare. La sua importanza è piuttosto ridotta in quanto com-pare sporadicamente, di solito a fine estate, ed i danni sono limitati solo alle foglie.

in alcune zone particolarmente umide ed in annate caratterizzate da prolungate piogge prima-verili, si possono verificare infezioni precoci con danni di una certa gravità soprattutto sul su-sino, che interessano, oltre alle foglie, anche sia pur raramente, i frutti ed i giovani germogliche non lignificano regolarmente.

nel caso di attacchi gravi e precoci il danno alla produzione si può ripercuotere anche nell’an-nata successiva.

• L’agente causale della ruggine delle drupacee è Tranzcheliapruni-spinosae ed è un patogeno eteroico, cioè completa ilsuo ciclo biologico su ospiti diversi, durante l’arco dell’anno.• Le Drupacee rappresentano l’ospite primario con infezioni estivee su di esso si formano le teleutospore che sono le forme svernanti.• Piante erbacee spontanee (Ranuncoli, Anemoni ecc.) rappresentanol’ospite secondario su cui il fungo realizza le infezioni primaverili.• il patogeno si conserva soprattutto come teleutospora che siè formata nelle pustole fogliari; la conservazione avviene sullefoglie che rimangono nel terreno.• in primavera le teleutospore con condizioni climatiche favo-revoli germinano originando un basidio che produrrà basidio-spore.• Le basidiospore infettano le piante erbacee (ospiti secondari)su cui danno origine a corpi fruttiferi i picnidi con all’interno lepicnidiospore.• Le picnidiospore originano pustole gialle, gli ecidi le quali pro-ducono le ecidiospore che infetteranno in estate le Drupacee.• Sulle Drupacce si differenzieranno altre strutture sporigene,gli uredosori con le uredospore che formano le reinfezioni estivenelle drupacee; successivamente si originano i teleutosori cheformeranno le teleutospore svernanti.

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26 AGRICOLTURA A.|n°4 • aprile 2015

SCHEDA|FRUTTICOLTURA n.45 [a cura di Alessandro Albertelli]

Sintomatologia

• I sintomi della ruggine si manifestano ge-neralmente sulle foglie inserite sui rami piùbassi ed appaiono all’inizio come piccolemacchie clorotiche.

• A questa prima manifestazione, nonsempre perfettamente rilevabile, fa seguitola formazione di piccole pustole localiz-zate preferibilmente nella pagina inferioredella foglia.

• Queste escrescenze denominate uredosori, sparse o ravvicinate, si presentano all’inizio punti-formi e di colore giallastro ed in seguito assumono un aspetto crateriforme e, un colore ocraceoe tendono a confluire e ad allargarsi fino a raggiungere una dimensione superiore al millimetro.

• Col procedere della stagione e dello stadio di sviluppo diventano di color bruno-nerastro e diaspetto polveroso; in questo ultimo stadio assumono il nome di teleutosori in quanto contengono leteleutospore.

• La presenza in forma massiccia delle pustole rugginose può provocare una intensa e diffusa de-fogliazione della pianta, che diventa di conseguenza più sensibile all’azione di altre avversità. Inoltre,le piante colpite in forma grave tendono ad emettere abbondanti flussi gommosi anche nella sta-gione successiva.

• I frutti vengono colpiti raramente, anche se vi sono segnalazioni inerenti alla comparsa dei sin-tomi della ruggine sia sui frutti che sui rametti limitatamente alle zone meridionali d’Italia.

LottaUna lotta specifica contro questa malattia nonsempre si rende necessaria; su pesco e albi-cocco, ove l’infezione compare di norma tardi-vamente e procura scarsi danni diretti, iltrattamento risulta spesso superfluo, mentresul susino, in particolare per le cultivar euro-pee, la lotta diventa a volte indispensabile inquanto i danni possono risultare sensibilmentepiù gravi soprattutto a causa dei forti indeboli-menti dei rami defogliati precocemente. Gli in-terventi chimici ammessi facendo riferimentoalle Norme del Disciplinare di Produzione In-tegrata 2015 comprendono solo il susino evengono eseguiti su varietà recettive e allacomparsa delle prime pustole. Successivamentese permangono condizioni climatiche che man-tengono la vegetazione bagnata si consiglia diripetere il trattamento 1-2 volte a distanza di8-12 giorni.I principi attivi utilizzabili sono: - ZOLFO- PRODOTTI RAMEICI (1)- TEBUCONAZOLO (2) (3)(1) In vegetazione al massimo 4 interventi al-l’anno indipendentemente dall’avversità.(2) I fungicidi I.B.E. non possono essere utiliz-zati più di 4 volte all’anno, indipendentementedall’avversità.(3)Al massimo 2 trattamenti all’anno indipen-dentemente dall’avversità.

Bibliografia: FERRARI M.; MARCON E., MENTA A. (1992) - Fitopatologia ed Entomologia Agraria, 484.

PONTI IVAN;LAFFI F. (1988) - Malattie crittogamiche delle piante da frutto,32-34.

REGIONE PIEMONTE (2015) - Norme tecniche di Produzione integrata, 62.

20 Aprile 2015_Agricoltura Alessandrina 27/04/15 15:23 Pagina 26

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n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

COSman - SiSTRi |ATTUALITÀ

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CO.SM.AN.nOViTà COPeRTURe aSSiCURaTiVe SISTRI SiSTema inFORmaTiCO RiFiUTi

LE NOVITA’ SULLE COPERTURE ASSICURATIVE AGEVOLATE ZOOTECNICHEE PER I VEGETALI

l Co.Sm.an ha una veste nuova. La differenza rispetto alpassato, riguarda il riconoscimento a partire dal 2015 diCo.Sm.an. ad operare in Piemonte in qualità di Consorzio

di Difesa, confermandone altresì la piena operatività in continuitàdi servizio con il passato. Le coperture assicurative benefice-ranno di contribuzione pubblica nazionale e regionale, in misuraanaloga a quella degli scorsi anni. Le modifiche intervenute noncomporteranno per gli allevatori aderenti al Co.Sm.an. e al re-lativo programma assicurativo, cambiamenti sostanziali. Le con-dizioni di polizza rimangono invariate per tutti gli ambiti dipolizza, compresi i recuperi in alpeggio con mezzi aerei e il rim-borso dei danni da predazione; Rimane fondamentale il serviziofornito da COSman, resosi in questi anni indispensabile per leaziende zootecniche, relativo alle richieste di intervento dellosmaltitore di effettuare la segnalazione sempre, tramite il CallCenter Smaltimenti (al n.199 151-128) oltre alla procedura sem-plificata che non necessita del preventivo rilascio del certificatoveterinario. Per poter accedere ai contributi nazionali e regionaliè indispensabile che la documentazione inviata a mezzo PeC alleaziende aderenti, sia restituita - debitamente sottoscritta - al piùpresto al Co.Sm.an. e comunque entro e non oltre il 20 maggiop.v.. Le aziende aderenti al Co.Sm.an. potranno altresì metteresotto copertura agevolata da subito anche le colture vegetali, inquanto non si potrà essere aderenti secondo la normativa vi-gente a più organismi di difesa.

Per maggiori informazioni contattare gli uffici del Consorzio re-peribili ai seguenti recapiti: Tel.011-4326084 - fax 011-4326085 -e-mail [email protected] - PeC [email protected]

I

iscrizione al sistema in-formatico di tracciabilitàdei rifiuti (Sistri) ed il pa-

gamento del contributo diventanoobbligatori. L’articolo 9 del de-creto legge 31 dicembre 2014,n.192, come modificato in sede diconversione in legge, prevede l’ap-plicazione delle sanzioni per ilmancato rispetto degli oneri diadesione al sistema a decorrere dal 1° aprile 2015. L’obbligo di iscrizioneal Sistri ha come presupposto la produzione e/o la gestione di rifiuti pe-ricolosi e, per quanto concerne i produttori, è posto a carico di impreseo enti che abbiano più di dieci dipendenti. Con specifico riferimento alsettore agricolo, si ricorda che il Decreto del ministro dell’ambienten.126, del 24 aprile 2014 esonera completamente dall’obbligo di adesione,a prescindere dal numero dei dipendenti dell'impresa, le imprese agricolee le imprese della pesca e dell'acquacoltura iscritte nell'albo speciale delleimprese agricole che conferiscano i propri rifiuti nell'ambito di un circuitoorganizzato di raccolta che è un sistema di raccolta organizzato sulla basedi un accordo di programma stipulato tra la pubblica amministrazione edassociazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazionale, o loro ar-ticolazioni territoriali, oppure sulla base di una convenzione - quadro sti-pulata tra le medesime associazioni ed i responsabili della piattaforma diconferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti. all’accordo di pro-gramma o alla convenzione-quadro deve seguire la stipula di un contrattodi servizio tra il singolo produttore ed il gestore della piattaforma di con-ferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti, in attuazione del predettoaccordo o della predetta convenzione. Pertanto, gli imprenditori agricolinon sono obbligati all’iscrizione al Sistri a condizione che dimostrino diaver stipulato un contratto di servizio con il gestore di una piattaforma diconferimento, sulla base di una convenzione quadro stipulata da Coldiretticon il gestore medesimo, o di un accordo di programma definito con glienti locali. La decorrenza delle sanzioni rende, quindi, opportuna una ve-rifica della sussistenza delle condizioni che giustificano l’esonero.

Ricordiamo che la Coldiretti di Alessandria è convenzionata conla ditta Mondoservizi per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti agri-coli e le relative procedure per l’esenzione all’iscrizione al Sistri.Le imprese che non avessero ancora aderito al sistema di raccoltadevono farlo con la massima urgenza al fine di non incorrere nellesanzioni previste dalla legge. Info negli uffici Coldiretti.

l’

Al via le sanzioni Sistri maimprese agricole esonerate

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28 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

ATTUALITÀ|TeRRanOSTRa/CamPagna amiCa

azienda di campagna amica rosso roBerto

emo Rosso, lo si trova tutti i lunedimattina a murisengo, al mercato deiproduttori agricoli di Campagna

amica, e lo si riconosce facilmente perché èl’unico che ha la fila di casalinghe affezionateche, solo da lui, sanno di trovare, quanto lastagione agricola offre. Sono affezionate, si-curamente perché gli ortaggi freschissimi checolorano la vendita sono l’elemento più im-portante che caratterizza l’azienda agricolaRosso Roberto di murisengo ma, sono affe-zionate anche perché Remo, il papà del gio-

vane titolare, è proprio il contadino che satrasmettere, con la sua affabilità esperienza epazienza, la fatica di questo bellissimo e durolavoro che ripaga chi lavora seriamente comela famiglia Rosso. Con la commozione negliocchi, Remo parla sempre del giovane figlioRoberto che, con serietà e grinta ha rimessoin piedi questa piccola azienda, qualche annofa senza abbandonare lo spirito innovativo ti-pico della gioventù di oggi. non basta una pa-gina facebook, per aumentare le vendite, maè certo lo strumento che Roberto utilizza, in

maniera semplice, per comunicare con iclienti l’evolvere della stagione, le pratichecolturali, i tempi che la natura si prende dallasemina al raccolto per “correre” a comprare,in tempo reale, le primizie anche diretta-mente in azienda. Oggi poi, per riuscire ad as-sicurare la freschezza e l’igiene sul mercato, i“Rosso” si sono attrezzati con un piccolofurgone refrigerato e, visto che il lavoro au-menta, Roberto sta coinvolgendo anche lagiovane sorella che saprà con entusiasmodare un nuovo sprint!

LA FRESCHEZZADEL PRODOTTOÈ IL BIGLIETTODA VISITADELL’AZIENDA

r

rosso roBerto Via Toeri,9 Fr. San Candido murisengo tel.0142-993168 o [email protected] Segui su facebook la pagina “Azienda Agricola Rosso Roberto”

a mURiSengO

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[pagine a cura di Luisa Bo]

n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

TeRRanOSTRa/CamPagna amiCa|ATTUALITÀ

29

Secondo

ortosano Antonio Canepa Str. Cappellette 17, 15076 Ovada (AL) Tel.0143-822464 o 0143-822464 www.ortosano.com - [email protected]

polpette di ortica

ingredienti:

• 400gr di patate;

• 300gr di ortica;

• 3 uova;

• 100gr di farina;

• 60gr di parmigiano grattugiato;

• Noce moscata;

• Sale e pepe;

• Olio extravergine di oliva

La RiCeTTa DeL meSe

agriturismo

preparazione:Lavate bene le ortiche e lessatele in acqua ab-bondante salata per circa 10 minuti. Scolatele,strizzatele e tritatele finemente. Lessate a partele patate e, una volta cotte, schiacciatele e unitelealle ortiche.aggiungete due uova intere e un tuorlo, mesco-late e amalgamate bene. aggiungete parmigiano,sale, pepe e noce moscata. Formate delle polpet-tine, passatele nella farina e friggetele nell’olio.man mano che saranno pronte mettetele sucarta assorbente per eliminare l’unto in eccesso.

i sarebbero mille ragioni per an-dare a Capanne di Carrega e, inquesta stagione, una più di tutte: la

fioritura delle orchidee selvatiche. Le mon-tagne tutto intorno all’agriturismo Capannedi Carrega, un casale di pietra del 1600, sonouna enorme tavolozza di narcisi, maggio-ciondolo, botton d’oro, orchidee selvatichee altri fiori di montagna oltre erbe edulispontanee, gioia e palato dei cuochi gourmet

di oggi. giovanna e Stefano hanno sceltoquesto posto meraviglioso, una decina dianni fa, scappando dal traffico di genova, perdare un futuro immerso nella natura ai trepiccoli Boriello. ma certo la montagna nonè facile, l’inverno mette a dura prova e, forseper questo, l’arrivo della primavera è così ri-goglioso, che ti prende dentro e riempied’ottimismo questa importante scelta di

vita. L’allevamento, il pascolo e la selvicolturasono le attività agricole principali di Stefanoma, il piccolo ristoro agrituristico, con l’ar-rivo della bella stagione, impegna tutta la fa-miglia. Una cucina tipica, a metà tra Liguriae Piemonte, semplice nei sapori, gli stessidelle profumate erbette che si ritrovano nelformaggio, nella frittata di “sgrisin”, nellatorta di borragine nelle carni, nei pansottiche prepara giovanna a chi, dopo una lungacamminata fa tappa alle Capanne. non èpossibile andare fin lassù, e tornare a casasenza niente, anche perché confetture di ca-stagne, lamponi, mirtilli, liquori di lampion-cino, pruspino, perseghino e genzianella nonsi trovano veramente da nessuna parte, mapeccato mortale sarebbe certamente quellodi dimenticarsi a casa la macchina fotogra-fica... confidiamo nel telefonino!

capanne di carrega di Stefano Borriello Loc. Capanne di Carrega15060 Carrega Ligure (aL) cell.347-9790789

Bottega italiana

“Bottega Monferrina”aprirà a Fubine

a Bottega monferrina di eugenio Fer-raris aderisce al circuito delle Bottegaitaliana di Campagna amica. Qui si

potrà acquistare prevalentemente i prodottidegli agricoltori italiani di Campagna amica e iprodotti a marchio Fai - Firmato agricoltoriitaliani, fatti solo con materie prime agricole,controllate e garantite da un ente Terzo diCertificazione. La Bottega italiana è il luogo nelquale, comprando i prodotti della Filiera agri-cola italiana, ritroverai i nostri valori.

l

maniFestazione a tortona

Fiori e Fruttie sBarazzo

abato 11 aprile per le vie del centrostorico di Tortona, si è svolta la manife-stazione “Fiori frutta e fuori

tutto”. L’iniziativa organizzata dal Comune diTortona, dall’assessore al Commercio marcellagraziano e dal Dr. Bagnera ha visto anche la par-tecipazione delle aziende di Campagna amica,che tutti i martedi mattina sono presenti inpiazza gavino Lugano al mercato Contadino.

l

C

alle capanne di carrega una tavolozzadi narcisi e orchidee selvatiche

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30 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

EPACA|nOViTà PReViDenziaLi [pagina a cura di marino Ravera]

hi ha avuto il riconoscimento didanno biologico (a partire dall’1%), acausa di infortunio sul lavoro o di ma-lattia professionale, ne può richiedereall’inail la revisione. Se in sede di visita

medica viene aumentata la % del danno rispettoal precedente riconoscimento con un minimodel 6% e fino al 15%, l’accoglimento della do-manda comporta l’adeguamento del capitale inprecedenza corrisposto, nonché l’impossibilitàdi accogliere nuove richieste di adeguamentodell’indennizzo in capitale, in quanto la normastabilisce che “la revisione dell’indennizzo in ca-pitale, per aggravamento della menomazionepuò avvenire una sola volta”. in merito tuttaviaoccorre precisare che è possibile anche richie-dere nuove revisioni oltre la prima, se le condi-zioni dell’infortunato si siano aggravate al puntoda ritenere che la % del danno possa essere au-mentata in misura pari o superiore al 16%, nelqual caso spetta all’infortunato una rendita men-sile. a seguito di accoglimento della richiesta dicostituzione della rendita, si costituisce la renditail cui importo è decurtato di quello dell’even-tuale indennizzo in capitale già corrisposto.

le condizioni per fare domandadi revisione per aggravamentoLa domanda di aggravamento può essere fatta:1) Per un danno non indennizzato (cioè con dannoriconosciuto fino al 5%); 2) Per un danno indenniz-zato in capitale (dal 6 al 15%); 3) Per un dannosuperiore al 15% che ha dato origine ad una ren-dita mensile.

nel caso 1É possibile inoltrare domanda di revisione per ag-gravamento, normalmente finalizzata ad un inden-nizzo in capitale, una sola volta, purchè sia trascorsoalmeno un anno dalla data dell’infortunio.

nel caso 2É possibile inoltrare domanda di revisione peraggravamento, che se è finalizzata ad ottenereun adeguamento dell’indennizzo in capitale (cioècon riconoscimento di danno inferiore al 16%),si può fare una sola volta, purchè sia trascorsoalmeno un anno dalla data dell’infortunio, se in-vece è finalizzata alla costituzione di una renditamensile (danno superiore al 15%) si può inol-trare anche con ulteriore istanza di revisione,successiva alla prima.

nel caso 3L’istanza di revisione finalizzata ad un aumentodella rendita si può inoltrare se è trascorso unanno dalla data dell’infortunio e almeno sei mesidalla data di costituzione della rendita, in questacasistica possono essere richieste più revisioni,alla scadenza del 2° 3° 4° 7° e 10° anno dalladata di costituzione della rendita.

come fare domanda di revisioneper aggravamentoOccorre una certificazione medica con indica-zione della nuova percentuale di danno attual-mente valutato dal medico. La certificazione vienerilasciata gratuitamente dal consulente medicodel Patronato epaca Coldiretti previa visita me-

dica. istanza di revisione per aggravamento e cer-tificazione medica vengono poi trasmesse telema-ticamente dal Patronato epaca alla competentesede inail, che convocherà l’interessato per la vi-sita. Per maggiori informazioni gli interessati pos-sono rivolgersi al personale del Patronato epaca,presso tutti gli uffici della Coldiretti.

MALATTIE PROFESSIONALI

INDENNITÀ ECONOMICHE

Tutela delle malattieprofessionali in agricoltura

InFortunI e

C

coltivatori diretti sono assicurati al-l’inaiL per la tutela non solo in casodi infortunio, ma anche per le malattie

professionali. Le malattie professionali pos-sono essere riconosciuta se causate dal la-voro abitualmente svolto e sono originate dauna causa lenta, a differenza dell’infortunio,che deve essere sempre provocato da unacausa violenta. in caso di riconoscimento dimalattia professionale spettano, a seconda deicasi, indennità economiche che vengono pa-gate dall’inaiL, quali indennizzo per dannobiologico, rendita mensile o indennità per ina-bilità temporanea al lavoro e assistenza sani-taria, quali cure, e terapie riabilitative. a titoloesemplificativo possono essere riconosciuteper i coltivatori diretti, le patologie del ginoc-chio, causate da attività prolungate in ginoc-chio, o da continui passaggi da posizioneeretta a quella accovacciata, le patologie dellespalle e la sindrome del tunnel carpale perattività ripetitive e con impegno funzionale dispalle, braccia, mani e polsi. i viticoltori, gli or-ticoltori, gli allevatori, (ma non solo), possonoessere tra i soggetti che più facilmente pre-sentano patologie causate dalle specifiche at-

tività lavorative connesse. al fine di fornireassistenza e tutela in tale specifico settore ilPatronato epaca informa tutti gli interessatiche è possibile sottoporsi a visita medica gra-tuita presso i propri uffici per una valutazionedelle patologie riconducibili ad una causa la-vorativa e conseguentemente atte ad inol-trare istanza di riconoscimento di malattiaprofessionale all’inaiL.

I

C O m E R I C h I E D E R E L ' A g g R A V A m E N T O

D E L D A N N O O L A R E V I s I O N E D E L L A R E N D I T A

Richiesta a seguito di aggravamentodi indennizzo in capitale o di adegua-mento dell’indennizzo già erogato

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n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

SCaDenze e BanDi |ATTUALITÀ

31

scadenza imposta adempimenti soggetti oBBligati

18 Maggio

2015 ivaLiquidazione e versamento dell’IVA a debitodel mese di aprile 2015. Contribuenti IVA mensili

18 Maggio

2015iva Liquidazione e versamento dell’IVA a debito

del primo trimestre 2015. Contribuenti IVA trimestrali

15 Maggio

2015 iva

emissione fattura differita per la cessione di beni spediti oconsegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da unDDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra iquali è effettuata l’operazione.

Soggetti passivi IVA

25 Maggio

2015iva

spesometroInvio telematico elenchi INTRASTAT riepiloga-tivi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di serviziintracomunitari relativi al mese di APRILE

Operatori intracomunitaricon obbligo mensile

18 Maggio

2015 ritenute

Versamento delle ritenute alla fonte sui redditi dilavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo eprovvigioni corrisposti nel mese precedente.

Contribuenti che corrispondonoredditi soggetti a ritenute

[Scadenze a cura di Daniela Colombini]

CAMERA DI COMMERCIO DI ALESSANDRIA - Un BanDO PeR iL PeRCORSO in DigiTaLe

MADE IN ITALY - ECCELLENZE IN DIGITALE EDIZIONE 2015rosegue l’impegno del Sistema Camerale ita-liano e google nella digitalizzazione delle

aziende italiane con l’assegnazione di 128 borse distudio a giovani che per 11 mesi opereranno al-l’interno di 64 camere di commercio con ilcompito di affiancare le piccole e medie impresenel percorso verso la digitalizzazione. L’iniziativaprocede nel solco segnato dal progetto delloscorso anno realizzato in collaborazione con goo-gle e Unioncamere “Made in Italy: eccel-lenze in digitale”. il progetto prevede laformazione di laureati o neolaureati che dovrannopoi essere in grado di favorire la digitalizzazionedelle Pmi appartenenti ad alcune aree di eccellenzadel Made in Italy. i giovani selezionati riceverannouna borsa di studio di 9.000 euro e, dopo un per-corso formativo realizzato da google e Unionca-mere, aiuteranno le imprese dei territori a

sfruttare le opportunità offerte dal web per farsiconoscere, sia sul mercato interno, sia a livello in-ternazionale. Anche la Camera di Commer-cio di Alessandria partecipa al progettopuntando su due aree di eccellenza:- strutture ricettive;- strutture ristorative.oBiettivi

“Made in Italy - Eccellenze in digitale2015” intende: � favorire la digitalizzazione deiterritori a più elevata capacità di offerta di beni eservizi direttamente collegati alla tipicità dei terri-tori, con particolare riferimento ai settori di puntadel Made in Italy e alle filiere caratterizzanti l’im-magine dell’italia nel mondo; � contribuire all’av-vicinamento di giovani talenti altamente qualificatinel campo dell’iCT ai contesti aziendali; � incre-mentare la consapevolezza del ruolo che può svol-

gere la digitalizzazione per la competitività del tes-suto produttivo italiano.

articolazione attivitàin ciascuna provincia interessata due giovani - ap-

positamente individuati con il seguente avviso pub-blico - in base alle loro conoscenze del contestolocale e alle competenze nei settori del marketing,con esperienza nell’uso del web e dei social media,da giugno 2015 ad aprile 2016 supporteranno unnumero selezionato di aziende locali in attività dipromozione online, attivazione di forme di e-com-merce e nella definizione di una campagna di on-line marketing, favorendo, attraverso ladigitalizzazione, un migliore accesso delle Pmi aimercati internazionali.per info: http://www.unioncamere.gov.it/ www.tagliacarne.it/eccellenzeindigitale

P

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32 AGRICOLTURA A.|n°4 • APRIlE 2015

ATTUALITÀ|inSeRziOni meRCaTinO

inserzioni Vendo•seminatrice pneumatica 4 file mais girasolimarca PigOLi, n°2 seminatrici combinate per frumentomarca O.m.B. larghezza lavoro 2.50mt e 2.75mt. Roto-pressa a catene WolWo legatura a spago e/o rete. info 333-2330000

•erpice rotante 2,50 Vibron (molle corte 2,50)un aratro voltino bivomero 80/90cv. Tel.334-7257834

•compressore litri 300, marca Fini. Tel.338-4929637

•trattore Fiat 190 4rm (cabinato ore 2000 ori-ginali). Richiesta euro 15.000. apripista per trattori cingolati(larghezza 1,35-1,50) con Tilt/Doozer. Richiesta 2.300€.Cell.349-8072850

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•aratro Borgati bivomere per vigna e monovo-mere per campi con punta a scalpello. Cell.333-5884219

•terreno agricolo di 4.200m2 in Oviglio (aL)vicino al centro abitato. Fornito di acqua, alberi da fruttoe circa 20 alberi di noci. ingresso da strada comunale. Perinfo: 338-1661790

•Fiat55-66 cabinato (con 1400 ore di lavoro comenuovo) con fresa maritano di 2mt. aratro voltaorecchiopiù un solco. Fresa maletti di 2,30mt. con rullo posteriore.Tel.0142-945437 (ore pasti)

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inserzioni Regalo•damigiane di diverse capacità. Cell.333-6045376

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•persona per lavoro di gestione vigneto in comodatod’uso 3500 viti recintate (1/2 ettaro circa). Dolcetto e Bar-bera, ottima esposizione Regione Cavalleri - CremolinoCasa Fabbrica. Tel.010-871064 o Cell.347-8524081

•lavoro come ripristino pulizia, consolidamento canalie fossi di scolo acque, con escavatore. Sopraluogo e pre-ventivo senza impegni. Per info telefonare al 339-8244630o 338-1661790 e-mail: [email protected]

•lavoro in agricoltura oppure badantebaby sitter, colf. Disponibile a spostarsi. Cell.327-9139061

inserzioni Cerco

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Page 33: Agricoltura Alessandrina Coldiretti Alessandria

n°4 • APRIlE 2015|AGRICOLTURA A.

COnSigLieRe eCCLeSiaSTiCO|ATTUALITÀ

33

A CoLLoquIo Con IL ConSIgLIere eCCLeSIAStICo

pilotaautomatico

e celebrazioni pasquali, favorite dal beltempo, sono state particolarmente fre-quentate, forse più che in passato. Siamo

soliti dire che Dio abita la casa degli uomini.Oggi forse possiamo dire che gli uomini comin-ciano a frequentare un pò di più del recente passato la casa di Dio. É vero,oggi, all’appello manca la prima generazione incredula (di giovani) comesostiene il teologo don armando matteo, o addirittura, come sostienel’arcivescovo di Torino, Cesare nosiglia, nel conto dobbiamo mettereanche la fuga delle quarantenni e il loro difficile rapporto con la chiesa.esse, però, hanno l’attenuante di essere caricate della fatica di dover ba-dare ai bambini e agli anziani, e di non essere tenute minimamente in con-siderazione nella programmazione delle celebrazioni liturgiche.Partendo dalla considerazione che il senso religioso è tutt’altro che so-pito e che le grandi celebrazioni pasquali risvegliano questa fede, per noipastori l’assillo (assillo che aveva anche San Paolo, se si lamenta perchè alcunicristiani avevano l’abitudine di disertare le assemblee eucaristiche) è quellodella perseveranza nella pratica religiosa, una perseveranza che va oltrela pratica di natale o di Pasqua. La perseveranza degli adulti, dei giovani edei ragazzi della prima comunione e della cresima. Ricordiamo che sesiamo in tanti in chiesa nel giorno di Pasqua, altrettanti dobbiamo esserepresenti ogni domenica. Perchè ogni domenica è festa come il giorno diPasqua. i figli di Dio, piccoli e grandi, fanno festa perchè Dio, Padre nostro,ha creato tutte le cose e ha mandato a noi il Figlio suo gesù. Se rispet-tiamo il Creato, perchè non rispettiamo il Creatore? Ogni settimana co-mincia con la Domenica, che è festa come il giorno di Pasqua. a noi uncompito immane: dalla dispersione alla missione, per dire al mondo chetroppo spesso preferisce attivare il “pilota automatico”, che Cristo nonè e non deve essere solo un “rumore di fondo”. don ivo

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Approfitta della convenzione Coldiretti-Peugeot!

Continua anche per tutto il 2015la convenzione tra Coldiretti e laconcessionaria Grandiauto srl diAlessandria

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Lutti Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti,che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.

La Dirigenza e la Struttura della Coldiretti

alessandrina, prendono parte al dolore

di Graziella Boveri,

responsabile regionale e provinciale

Donne Impresa, per la scomparsa della cara

SUOCERACondoglianze al figlio Carlo Soffiantini e al nipote Marian

Sentite condoglianze

da parte della Dirigenza e della Struttura

di Coldiretti Alessandria, a Valerio Scarrone,

responsabile vitivinicolo provinciale,

per la scomparsa della cara

MAMMA

La Dirigenza e la Struttura della Coldiretti

alessandrina, prendono parte al dolore

della famiglia Duglio,

per la scomparsa del caro

AMbROgIOSocio di Solero. Condoglianze alla moglie

Caterina e alla figlia Adele Rita

Coldiretti Alessandria prende parte

al dolore della famiglia Gavazza,

per la perdita della cara

fRANCASocia di Bosco Marengo

✟ 1929 - 2015 ✟

✟30/04/1942 - 19/04/2015✟

La Coldiretti di Alessandria si unisceal dolore di Christian Boero,

grafico dell’Ufficio Stampa, e dei suoi familiariper la scomparsa del caro zio

RAffAELE CALLIPO

Sentite condoglianze in particolarealla moglie Paola e al figlio Pino

ATTUALITÀ|nOViTà-LUTTi

SOLLECITATO DA COLDIRETTI - maggiOR ChiaRezza aL QUaDRO nORmaTiVO Di RiFeRimenTO

SOTTOPRODOTTI: PRESENTATO IL NUOVO SCHEMA DI DECRETOresentato al ministero dell’ambiente loschema di regolamento, già sollecitato da

Coldiretti in diverse occasioni, finalizzato ad as-sicurare maggiore chiarezza al quadro normativodi riferimento in materia di gestione dei residuiproduttivi che - soprattutto con riferimento altema delle biomasse ed all’applicazione della nor-mativa rifiuti - è spesso soggetto ad interpreta-zioni altalenanti e discrezionali da parte degliorgani di controllo e delle amministrazioni pub-bliche. alle organizzazioni è stato concesso untermine di venti giorni per formulare osserva-zioni di modifica o integrazione al decreto.L’incontro è stato organizzato dal sottosegreta-rio on. Silvia Velo. e’ assicurata la possibilità, inogni caso, di dimostrare la sussistenza dei requi-siti richiesti anche con riferimento a materiali di-versi o utilizzando strumenti e modalità differentirispetto a quanto indicato dal decreto, fermo re-

stando la necessità di rispettare la normativaeventualmente vigente per lo specifico settore diriferimento. nel testo e nei primi allegati di rife-rimento viene assicurata la differenziazione tra imateriali disciplinati dall’articolo 185 del decretolegislativo 3 aprile 2006, n.152, che sono esclusidal campo di applicazione dei rifiuti (paglia, sfalcie potature, nonché altro materiale agricolo o fore-stale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura,nella selvicoltura o per la produzione di energia datale biomassa mediante processi o metodi che nondanneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la sa-lute umana) - per i quali devono sussistere i re-quisiti previsti dal citato articolo 185 e dalleeventuali normative del settore di riferimento -dai residui produttivi per i quali l’articolo 184 bisrichiede la dimostrazione della sussistenza dei re-quisiti per la qualifica come sottoprodotti. i ma-teriali indicati restano esclusi, quindi, dal campo

di applicazione del decreto, in quanto a questi,alle condizioni indicate dalla norma, non si applicala normativa in materia di rifiuti. Con specifico riferimento, invece, alle problema-tiche interpretative relative a sfalci di potatura eresidui derivanti dalla manutenzione del verde -più volte rappresentate da Coldiretti ai compe-tenti Uffici - il ministero si è impegnato a predi-sporre, quanto prima, una specifica circolare dichiarimento. in via di prima applicazione, l’allegato“1” del decreto contiene i criteri di riferimentotecnici e normativi e l’indicazione di alcuni trat-tamenti che possono essere considerati comerientranti nella normale pratica industriale, conriferimento al settore delle biomasse residualidestinate all’impiego per la produzione di energiaelettrica. È previsto che possano essere adottatisuccessivi allegati anche con riferimento a diffe-renti settori.

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