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DI MARCO PEDERZOLI evento inaugurale della 64° edizione del «Ferragosto a Villa Revedin» sarà un dibattito sulla figura di Aldo Moro, quarant’anni dopo la sua tragica morte. Insieme all’arcivescovo Matteo Zuppi, domani alle 18 in seminario, sarà presente anche il metropolita di Bari–Bitonto, Francesco Cacucci. «Sono legato ad Aldo Moro per vari motivi, innanzitutto geografici – dice monsignor Cacucci –. Prima di essere inviato a Bari e Bitonto – spiega – fui arcivescovo ad Otranto, chiesa locale di cui fa parte Maglie, dove nacque il futuro statista». Classe 1943, l’arcivescovo Cacucci ebbe modo in giovane età di incontrare Aldo Moro. «Spesso veniva a visitare la mia parrocchia natale, perché lì vi era un sacerdote cui era molto legato – ricorda l’arcivescovo –, un uomo dalla fine intelligenza e dalla grande fede». Si trattava degli anni in cui l’impegno del futuro presidente del Consiglio era largamente concentrato nella Fuci, organizzazione della quale fu assistente spirituale monsignor Giovanni Battista Montini. «Esattamente come il Papa bresciano e anche come Jacques Maritain – spiega monsignor Cacucci – Aldo Moro era legatissimo al principio della complementarietà della carità con la verità. A questo proposito non posso non citare l’intervento che egli fece il 13 marzo del ‘47, durante i lavori dell’assemblea Costituente: “Il compromesso è come cedere parte della propria verità. La carità è come realizzare in pieno la verità”». Avendo vissuto gli anni del Concilio Vaticano II, Aldo Moro aveva molto apprezzato e interiorizzato gli spunti nati da quell’assise internazionale. «Moro era un uomo che, proprio come L l’assemblea conciliare – dice l’arcivescovo di Bari–Bitonto – sapeva cogliere i segni dei tempi. Ad esempio nel trovare una nuova dimensione dell’uomo inquadrata in una prospettiva di fede, dopo la messa in crisi di capitalismo e marxismo». Da uomo di Stato quale fu per aver coperto per cinque volte la carica di Primo ministro «Moro desiderava che lo Stato corrispondesse alla società – spiega monsignor Cacucci –. Una società che arriva a beneficiare dello Stato attraverso le Istituzioni, ma che ad esse non viene assimilato». Uomo di profonda fede, pienamente vissuta e non solo esibita, Aldo Moro era al contempo ben consapevole di non incarnare il pensiero di tutti i cittadini benché tutti dovesse servire. «La formazione tomistica di Moro si rendeva presente particolarmente in questo aspetto – sottolinea l’arcivescovo –. Parlando di dialogo fra verità e giustizia, egli sosteneva che la fede deve sempre illuminare il politico cristiano. Ma – continua – egli deve pur tener conto che questa dimensione non è sempre presente in quanti da quella legge saranno interessati: ecco che tener presenti le reali condizioni di vita dei cittadini – conclude – diviene fondamentale». Un’eredità morale e di fede, quella di Moro, che si rende evidente anche oggi nel magistero dei Papi. «Tanto Francesco quanto Benedetto XVI – spiega monsignor Cacucci – hanno abbracciato alcuni pensieri cari allo statista. Il primo con “Amoris laetitia”, quando parla di saldezza dei principi seppur guidata da un confronto sempre amorevole; il secondo – fa notare – quando in “Caritas in veritate” sottolinea come la crisi che attanaglia la società non sia primariamente di natura economica, ma soprattutto culturale e morale». storie. Dalle elezioni del ’48 a Bartali DI ANDREA CANIATO are posto a cose grandi» è la frase rinvenu- ta in un articolo scritto da Aldo Moro poco tempo prima del suo rapimento ed è anche il filo conduttore della Festa di Ferragosto, organiz- zata dal Seminario arcivescovile nel parco di Villa Re- vedin. Al centro della riflessione la storia italiana con alcuni significativi anniversari. Il racconto va al 1948, anno della prima campagna elettorale post bellica, vissuta in un clima ideologico fortemente contrapposto: da una parte la Democrazia cristiana di De Gasperi che si affermò alle elezioni con oltre il 48% dei voti, dall’altra il Fronte democratico po- polare di Togliatti, che comprendeva i Partiti comu- nista e socialista. Una mostra raccoglie alcuni dei manifesti elettorali, dove si riconosce la mano di Giovanni Guareschi. Personaggio di quell’anno fu anche Gino Bartali, che riuscì a stemperare il clima di contrapposizione presente nel paese con la vitto- ria del Tour de France. Il campione sarà ricordato con due mostre: «Un diavolo di campione, un angelo di uomo» e «A colpi di pedale». Tra le mostre perma- nenti, anche quella dedicata a «Il cardinale Giaco- mo Lercaro. Un vescovo a Bologna per il nostro tem- po». Fu il senatore Bersani a suggerire al cardinal Lercaro, più di 60 anni fa, di organizzare qualcosa per i bolognesi che restano in città a Ferragosto. Al- lora, spiega il rettore del Seminario, monsignor Ro- berto Macciantelli, si cominciò con la Messa nel par- co e poco più. Oggi il parco di Villa Revedin offre non solo il verde delle sue zone d’ombra, ma anche mostre e dibattiti. Spega ancora monsignor Mac- ciantelli: «Il titolo della manifestazione ci ricorda che le cose grandi non avvengono spontaneamen- te. La pace, la giustizia, la convivenza pacifica, l’im- pegno nel portare avanti valori universali: tutto que- sto implica sempre la necessità di fare qualcosa. In- somma: “Fare posto a cose grandi” è un invito a non essere semplici spettatori –conclude – ma ad entra- re nel grande spettacolo della vita dando il proprio contributo, ognuno per quello che può». F « n’edizione 2018 ricca di anniversari porterà qualche migliaio di visitatori nel contesto della Festa di Ferragosto a Villa Revedin. Domani alle 18, incontro sul tema «Fede e profezia in Aldo Moro» cui prenderanno parte l’arcivescovo Matteo Zuppi, monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari–Bitonto e Agnese Moro, figlia dello statista. Alle 19.45, inaugurazione della festa alla presenza dell’arcivescovo; alle 21, «Non siamo fatti per la guerra», letture poetiche a cura di Davide Rondoni, a 100 anni dalla fine della Grande Guerra. Martedì 14 alle 16.30, spettacolo dei burattini di Riccardo con «Le avventure di Fagiolino e Sganapino», a seguire, animazione per bambini a cura di C&C Creations; alle 17, visita guidata a parco e rifugio antiaereo, a cura dell’associazione «Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna» (replica mercoledì alle 11, prenotazione obbligatoria, tel. 3475140369, e– mail, [email protected]); alle 17, «Recondite armonie», omaggio a Giacomo Puccini con Paola Del Verme, Mimma Briganti e Davide Paltretti; alle 18.30, presentazione del libro «A colpi di pedale. La straordinaria storia di Gino Bartali», di Paolo Reineri. Interviene con l’autore il giornalista Paolo Francia; alle 21, spettacolo musicale di Fausto Carpani col Gruppo emiliano e Sisén. Mercoledì 15, dalle 15.30, apertura Rifugio antiaereo (visita con accompagnatore, senza prenotazione); alle 21, spettacolo musicale di Antonella De Gasperi e Fabrizio Macciantelli: «Avventura sull’Orient Express». U La Messa di Zuppi nche quest’anno il focus del «Ferragosto a Villa Revedin» sarà puntato sulla celebrazione della Messa, in occasione della so- lennità dell’Assunzione della Bea- ta Vergine Maria. Alle ore 18 di mercoledì 15, nel parco del Semi- nario, sarà monsignor Matteo Zuppi a presiedere la celebrazio- ne. L’animazione della liturgia sarà affidata al coro, diretto dal maestro Giampaolo Luppi. In ca- so di brutto tempo la Messa, così come tutti gli altri eventi presen- ti nel ricco programma della festa, sarà celebrata all’interno della stuttura del Seminario arcivesco- vile. Al termine è previsto un con- certo di campane, a cura dell’As- sociazione culturale «Marlìn» di Monghidoro. A Assunta LA PROPOSTA GENERARE ALLA FEDE PIETRO GIUSEPPE SCOTTI * l prossimo anno pastorale 2018/2019 ha le sue radici nell’anno che, come Chiesa di Bologna, abbiamo dedicato alla Parola di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro con l’annuncio del Kerigma: «Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituto Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). Nella recente lettera pastorale «Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua» (Atti 2,6) l’Arcivescovo afferma: «Soltanto se ci lasciamo scaldare il cuore dalla fiamma dello Spirito troveremo la forza e la gioia della missione: è lui che ci rende capaci di parlare la lingua degli ascoltatori, ossia di metterci in sintonia con la cultura e i bisogni della gente di oggi a cui è offerta la salvezza in Gesù». In questo momento, nel quale sono state definite le zone pastorali e in vista delle assemblee zonali, occorre crescere nella comunione fra tutte le componenti ecclesiali in un unico progetto sostenuto e guidato dalla dimensione missionaria. Questo è l’orizzonte della proposta delle tre tappe del cammino di quest’anno, che proseguirà nei prossimi anni con la rivisitazione dei percorsi di catechesi per l’iniziazione cristiana e per gli adulti. Il primato della Parola e il dono dello Spirito generano il cammino della missione nel concreto della vita, delineando uno stile ecclesiale creativo e coraggioso per vivere la maternità della Chiesa verso tutti gli uomini. Vogliamo una Chiesa feconda, non sterile. Le tre tappe intendono cogliere un cammino proposto dagli Atti degli Apostoli. Prima tappa: la missione come frutto dell’azione dello Spirito; seconda tappa; seconda tappa: la missione è avvicinarsi a ciascuno, esprimendo la maternità della Chiesa; terza tappa: la missione ci costringe a cambiare il modo di comunicare/annunciare il vangelo. Il percorso, che si svilupperà lungo tutto l’anno pastorale 2018– 2019, mantiene lo schema delle tre tappe, già sperimentato nell’anno del Congresso eucaristico diocesano e nel successivo, e si rivolge ai preti, ai diaconi, ai ministri, ai catechisti, agli educatori, alle associazioni, ai movimenti e tutti a coloro che partecipano e collaborano alle molteplici iniziative e sono presenti in vari ambienti di vita (lavoro, carceri, scuola). Il metodo in cui svolgere gli incontri proposti, sia la lectio divina sia i successivi incontri, è quello già sperimentato, il cosiddetto «metodo di Firenze», che crea un clima di accoglienza e di arricchimento comune, con l’aiuto di una guida, il facilitatore. Le tappe possono essere pensate e vissute anche con l’incontro sinodale tra le parrocchie di una zona, e con sottolineature a livello liturgico, con suggerimenti nei cammini di catechesi, con le famiglie, con la lettura continuata e comunitaria del libro degli Atti degli Apostoli. È possibile sviluppare queste riflessioni anche nelle stazioni quaresimali e nei ritiri mensili dei preti. I facilitatori o le guide sono invitati a raccogliere gli elementi di convergenza del loro gruppo, contributi ed esperienze e consegnarli al Vicario Pastorale di riferimento o inviarli all’indirizzo: [email protected] t, in cui sarà raccolto tutto il materiale inviato. Un apposito sussidio è stato predisposto per accompagnare le comunità nell’anno pastorale 2018– 2019. In attesa che nelle prossime settimane venga spedito alle comunità della diocesi il volume sarà presto scaricabile dal sito www.chiesadibologna.it nella sezione «Vita diocesana». * vicario episcopale per l’evangelizzazione I A quarant’anni dalla scomparsa il ricordo alla festa di Villa Revedin Aldo Moro, la verità nella carità La grande eredità na mostra dedicata a tutti per riscoprire la grande eredità di Aldo Mo- ro: un uomo, un professo- re, un politico e un catto- lico che a cent’anni dalla nascita continua ad inse- gnare qualcosa ai giovani di ogni tempo. Sarà inau- gurata domani a Villa Re- vedin l’eposizione, curata dalla Biblioteca consor- ziale di Viterbo, che non desidera ridurre lo statista e la sua esistenza ai 55 giorni che tennero prigio- nieri lui, la sua famiglia e l’Italia intera. Foto, lettere e riflessioni che vanno al cuore delle sue convinzio- ni e della sua identità. U Musica, teatro, arte e giochi per i più piccoli Un ricco programma attende i bolognesi per momenti di svago in città nel cuore dell’estate Al via da domani la «Festa di Ferragosto» Il beato Paolo VI e Aldo Moro in mostra www.bo7.it Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 58 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) la traccia e il segno e letture di oggi offrono un percorso propedeutico che culmina nell’immagine evangelica del pane della vita ed è dal percorso nel suo insieme che vogliamo trarre alcune indicazioni pedagogiche. L’immagine del pane vivificante che dà forza è prefigurata nell’episodio narrato nel primo libro dei Re, in cui Elia, nutrito dagli angeli quando voleva abbandonarsi in attesa della morte, riprende vigore e si rimette in cammino. Si giunge al cibo robusto offerto dal Vangelo, che spiega come per comprendere il messaggio di Gesù che dice di sé stesso di essere il pane vivo, disceso dal cielo, è necessario essere istruiti da Dio stesso. Anche il percorso che rende gustoso il banchetto della cultura richiede da un lato una preparazione propedeutica di avvicinamento, attraverso immagini che prefigurano ciò che vogliamo insegnare, esortazioni ed esemplificazioni che accompagnano il percorso. Giunti alle soglie dell’incontro con i tesori più profondi della cultura, è necessario che ciascuno – per dirla con Agostino – si lasci istruire dal proprio maestro interiore che, in termini pedagogici contemporanei, rappresenta l’insieme delle disposizioni cognitive e metacognitive maturate nel corso degli anni: ogni nuovo atto di apprendimento, da un lato ha bisogno degli strumenti culturali e delle mappe mentali che lo rendono possibile e, dall’altro lato, chiede di innestarsi in tali mappe mentali in modo da diventare significativo. Andrea Porcarelli L Guidati dal «maestro interiore» Il pellegrinaggio dei giovani a Roma Al Meeting di Rimini si cerca la felicità Strage di Monte Sole La forza delle donne pagina 5 pagina 2 pagina 6 Domenica, 12 agosto 2018 Numero 31 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

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Page 1: Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

DI MARCO PEDERZOLI

evento inaugurale della 64°edizione del «Ferragosto aVilla Revedin» sarà un

dibattito sulla figura di AldoMoro, quarant’anni dopo la suatragica morte. Insiemeall’arcivescovo Matteo Zuppi,domani alle 18 in seminario, saràpresente anche il metropolita diBari–Bitonto, Francesco Cacucci.«Sono legato ad Aldo Moro pervari motivi, innanzitutto geografici– dice monsignor Cacucci –.Prima di essere inviato a Bari eBitonto – spiega – fui arcivescovoad Otranto, chiesa locale di cui faparte Maglie, dove nacque ilfuturo statista». Classe 1943,l’arcivescovo Cacucci ebbe modoin giovane età di incontrare AldoMoro. «Spesso veniva a visitare lamia parrocchia natale, perché lì viera un sacerdote cui era moltolegato – ricorda l’arcivescovo –, unuomo dalla fine intelligenza edalla grande fede». Si trattava deglianni in cui l’impegno del futuropresidente del Consiglio eralargamente concentrato nella Fuci,organizzazione della quale fuassistente spirituale monsignorGiovanni Battista Montini.«Esattamente come il Papabresciano e anche come JacquesMaritain – spiega monsignorCacucci – Aldo Moro eralegatissimo al principio dellacomplementarietà della carità conla verità. A questo proposito nonposso non citare l’intervento cheegli fece il 13 marzo del ‘47,durante i lavori dell’assembleaCostituente: “Il compromesso ècome cedere parte della propriaverità. La carità è come realizzarein pieno la verità”». Avendovissuto gli anni del ConcilioVaticano II, Aldo Moro avevamolto apprezzato e interiorizzatogli spunti nati da quell’assiseinternazionale. «Moro era unuomo che, proprio come

’Ll’assemblea conciliare – dicel’arcivescovo di Bari–Bitonto –sapeva cogliere i segni dei tempi.Ad esempio nel trovare una nuovadimensione dell’uomo inquadratain una prospettiva di fede, dopo lamessa in crisi di capitalismo emarxismo». Da uomo di Statoquale fu per aver coperto percinque volte la carica di Primoministro «Moro desiderava che loStato corrispondesse alla società –spiega monsignor Cacucci –. Unasocietà che arriva a beneficiaredello Stato attraverso le Istituzioni,ma che ad esse non vieneassimilato». Uomo di profondafede, pienamente vissuta e nonsolo esibita, Aldo Moro era alcontempo ben consapevole di nonincarnare il pensiero di tutti icittadini benché tutti dovesseservire. «La formazione tomisticadi Moro si rendeva presenteparticolarmente in questo aspetto– sottolinea l’arcivescovo –.Parlando di dialogo fra verità egiustizia, egli sosteneva che la fededeve sempre illuminare il politicocristiano. Ma – continua – eglideve pur tener conto che questadimensione non è sempre presentein quanti da quella legge sarannointeressati: ecco che tener presentile reali condizioni di vita deicittadini – conclude – divienefondamentale». Un’eredità moralee di fede, quella di Moro, che sirende evidente anche oggi nelmagistero dei Papi. «TantoFrancesco quanto Benedetto XVI –spiega monsignor Cacucci –hanno abbracciato alcuni pensiericari allo statista. Il primo con“Amoris laetitia”, quando parla disaldezza dei principi seppurguidata da un confronto sempreamorevole; il secondo – fa notare– quando in “Caritas in veritate”sottolinea come la crisi cheattanaglia la società non siaprimariamente di naturaeconomica, ma soprattuttoculturale e morale».

storie. Dalle elezioni del ’48 a BartaliDI ANDREA CANIATO

are posto a cose grandi» è la frase rinvenu-ta in un articolo scritto da Aldo Moro pocotempo prima del suo rapimento ed è anche

il filo conduttore della Festa di Ferragosto, organiz-zata dal Seminario arcivescovile nel parco di Villa Re-vedin. Al centro della riflessione la storia italianacon alcuni significativi anniversari. Il racconto va al1948, anno della prima campagna elettorale postbellica, vissuta in un clima ideologico fortementecontrapposto: da una parte la Democrazia cristianadi De Gasperi che si affermò alle elezioni con oltreil 48% dei voti, dall’altra il Fronte democratico po-polare di Togliatti, che comprendeva i Partiti comu-nista e socialista. Una mostra raccoglie alcuni deimanifesti elettorali, dove si riconosce la mano diGiovanni Guareschi. Personaggio di quell’anno fuanche Gino Bartali, che riuscì a stemperare il climadi contrapposizione presente nel paese con la vitto-ria del Tour de France. Il campione sarà ricordato con

due mostre: «Un diavolo di campione, un angelo diuomo» e «A colpi di pedale». Tra le mostre perma-nenti, anche quella dedicata a «Il cardinale Giaco-mo Lercaro. Un vescovo a Bologna per il nostro tem-po». Fu il senatore Bersani a suggerire al cardinalLercaro, più di 60 anni fa, di organizzare qualcosaper i bolognesi che restano in città a Ferragosto. Al-lora, spiega il rettore del Seminario, monsignor Ro-berto Macciantelli, si cominciò con la Messa nel par-co e poco più. Oggi il parco di Villa Revedin offrenon solo il verde delle sue zone d’ombra, ma anchemostre e dibattiti. Spega ancora monsignor Mac-ciantelli: «Il titolo della manifestazione ci ricordache le cose grandi non avvengono spontaneamen-te. La pace, la giustizia, la convivenza pacifica, l’im-pegno nel portare avanti valori universali: tutto que-sto implica sempre la necessità di fare qualcosa. In-somma: “Fare posto a cose grandi” è un invito a nonessere semplici spettatori –conclude – ma ad entra-re nel grande spettacolo della vita dando il propriocontributo, ognuno per quello che può».

n’edizione 2018 ricca dianniversari porteràqualche migliaio di

visitatori nel contesto della Festadi Ferragosto a Villa Revedin.Domani alle 18, incontro sultema «Fede e profezia in AldoMoro» cui prenderanno partel’arcivescovo Matteo Zuppi,monsignor Francesco Cacucci,arcivescovo di Bari–Bitonto e

Agnese Moro, figlia dello statista.Alle 19.45, inaugurazione dellafesta alla presenzadell’arcivescovo; alle 21, «Nonsiamo fatti per la guerra», letturepoetiche a cura di DavideRondoni, a 100 anni dalla finedella Grande Guerra. Martedì 14alle 16.30, spettacolo deiburattini di Riccardo con «Leavventure di Fagiolino eSganapino», a seguire,animazione per bambini a curadi C&C Creations; alle 17, visitaguidata a parco e rifugioantiaereo, a cura dell’associazione«Amici delle vie d’acqua e deisotterranei di Bologna» (replicamercoledì alle 11, prenotazioneobbligatoria, tel. 3475140369, e–

mail,[email protected]);alle 17, «Recondite armonie»,omaggio a Giacomo Puccini conPaola Del Verme, MimmaBriganti e Davide Paltretti; alle18.30, presentazione del libro «Acolpi di pedale. La straordinariastoria di Gino Bartali», di PaoloReineri. Interviene con l’autore ilgiornalista Paolo Francia; alle 21,spettacolo musicale di FaustoCarpani col Gruppo emiliano eSisén. Mercoledì 15, dalle 15.30,apertura Rifugio antiaereo (visitacon accompagnatore, senzaprenotazione); alle 21, spettacolomusicale di Antonella De Gasperie Fabrizio Macciantelli:«Avventura sull’Orient Express».

U

La Messa di Zuppinche quest’anno il focus del«Ferragosto a Villa Revedin»

sarà puntato sulla celebrazionedella Messa, in occasione della so-lennità dell’Assunzione della Bea-ta Vergine Maria. Alle ore 18 dimercoledì 15, nel parco del Semi-nario, sarà monsignor MatteoZuppi a presiedere la celebrazio-ne. L’animazione della liturgiasarà affidata al coro, diretto dalmaestro Giampaolo Luppi. In ca-so di brutto tempo la Messa, cosìcome tutti gli altri eventi presen-ti nel ricco programma della festa,sarà celebrata all’interno dellastuttura del Seminario arcivesco-vile. Al termine è previsto un con-certo di campane, a cura dell’As-sociazione culturale «Marlìn» diMonghidoro.

A

Assunta

L A P R O P O S T A

GENERAREALLA FEDE

PIETRO GIUSEPPE SCOTTI *

l prossimo anno pastorale2018/2019 ha le sue radicinell’anno che, come Chiesa di

Bologna, abbiamo dedicato alla Paroladi Dio. Avremo come icona biblica diriferimento la Pentecoste, il dono delloSpirito Santo sulla prima comunità eil primo discorso di Pietro conl’annuncio del Kerigma: «Sappiadunque con certezza tutta la casad’Israele che Dio ha costituto Signoree Cristo quel Gesù che voi avetecrocifisso» (At 2,36). Nella recentelettera pastorale «Ciascuno li udivaparlare nella propria lingua» (Atti2,6) l’Arcivescovo afferma: «Soltantose ci lasciamo scaldare il cuore dallafiamma dello Spirito troveremo laforza e la gioia della missione: è luiche ci rende capaci di parlare lalingua degli ascoltatori, ossia dimetterci in sintonia con la cultura e ibisogni della gente di oggi a cui èofferta la salvezza in Gesù». In questomomento, nel quale sono state definitele zone pastorali e in vista delleassemblee zonali, occorre crescerenella comunione fra tutte lecomponenti ecclesiali in un unicoprogetto sostenuto e guidato dalladimensione missionaria. Questo èl’orizzonte della proposta delle tretappe del cammino di quest’anno, cheproseguirà nei prossimi anni con larivisitazione dei percorsi di catechesiper l’iniziazione cristiana e per gliadulti. Il primato della Parola e ildono dello Spirito generano ilcammino della missione nel concretodella vita, delineando uno stileecclesiale creativo e coraggioso pervivere la maternità della Chiesa versotutti gli uomini. Vogliamo una Chiesafeconda, non sterile. Le tre tappeintendono cogliere un camminoproposto dagli Atti degli Apostoli.Prima tappa: la missione come fruttodell’azione dello Spirito; secondatappa; seconda tappa: la missione èavvicinarsi a ciascuno, esprimendo lamaternità della Chiesa; terza tappa: lamissione ci costringe a cambiare ilmodo di comunicare/annunciare ilvangelo. Il percorso, che si svilupperàlungo tutto l’anno pastorale 2018–2019, mantiene lo schema delle tretappe, già sperimentato nell’anno delCongresso eucaristico diocesano e nelsuccessivo, e si rivolge ai preti, aidiaconi, ai ministri, ai catechisti, aglieducatori, alle associazioni, aimovimenti e tutti a coloro chepartecipano e collaborano allemolteplici iniziative e sono presenti invari ambienti di vita (lavoro, carceri,scuola). Il metodo in cui svolgere gliincontri proposti, sia la lectio divinasia i successivi incontri, è quello giàsperimentato, il cosiddetto «metodo diFirenze», che crea un clima diaccoglienza e di arricchimentocomune, con l’aiuto di una guida, ilfacilitatore. Le tappe possono esserepensate e vissute anche con l’incontrosinodale tra le parrocchie di una zona,e con sottolineature a livello liturgico,con suggerimenti nei cammini dicatechesi, con le famiglie, con lalettura continuata e comunitaria dellibro degli Atti degli Apostoli. Èpossibile sviluppare queste riflessionianche nelle stazioni quaresimali e neiritiri mensili dei preti. I facilitatori ole guide sono invitati a raccogliere glielementi di convergenza del lorogruppo, contributi ed esperienze econsegnarli al Vicario Pastorale diriferimento o inviarli all’indirizzo:[email protected], in cui sarà raccolto tutto il materialeinviato. Un apposito sussidio è statopredisposto per accompagnare lecomunità nell’anno pastorale 2018–2019. In attesa che nelle prossimesettimane venga spedito alle comunitàdella diocesi il volume sarà prestoscaricabile dal sitowww.chiesadibologna.it nella sezione«Vita diocesana».

* vicario episcopale per l’evangelizzazione

I

A quarant’anni dalla scomparsail ricordo alla festa di Villa Revedin

Aldo Moro,la veritànella carità

La grande ereditàna mostra dedicata atutti per riscoprire la

grande eredità di Aldo Mo-ro: un uomo, un professo-re, un politico e un catto-lico che a cent’anni dallanascita continua ad inse-gnare qualcosa ai giovanidi ogni tempo. Sarà inau-gurata domani a Villa Re-vedin l’eposizione, curatadalla Biblioteca consor-ziale di Viterbo, che nondesidera ridurre lo statistae la sua esistenza ai 55giorni che tennero prigio-nieri lui, la sua famiglia el’Italia intera. Foto, letteree riflessioni che vanno alcuore delle sue convinzio-ni e della sua identità.

U

Musica, teatro, arte e giochi per i più piccoliUn ricco programmaattende i bolognesi per momenti di svago incittà nel cuore dell’estate

Al via da domani la «Festa di Ferragosto»

Il beato Paolo VI e Aldo Moro

in mostra

www.bo7.it

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected]

Abbonamento annuale: euro 58 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestatoad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni:051. 6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-17.30)

la traccia e il segno

e letture di oggi offrono un percorso propedeutico che culminanell’immagine evangelica del pane della vita ed è dal percorso nel

suo insieme che vogliamo trarre alcune indicazioni pedagogiche.L’immagine del pane vivificante che dà forza è prefigurata nell’episodionarrato nel primo libro dei Re, in cui Elia, nutrito dagli angeli quando

voleva abbandonarsi in attesa della morte, riprende vigore e sirimette in cammino. Si giunge al cibo robusto offerto dal Vangelo,

che spiega come per comprendere il messaggio di Gesù che dicedi sé stesso di essere il pane vivo, disceso dal cielo, è necessarioessere istruiti da Dio stesso. Anche il percorso che rendegustoso il banchetto della cultura richiede da un lato unapreparazione propedeutica di avvicinamento, attraverso

immagini che prefigurano ciò che vogliamo insegnare,esortazioni ed esemplificazioni che accompagnano il percorso.Giunti alle soglie dell’incontro con i tesori più profondi della

cultura, è necessario che ciascuno – per dirla con Agostino – silasci istruire dal proprio maestro interiore che, in terminipedagogici contemporanei, rappresenta l’insieme delle disposizionicognitive e metacognitive maturate nel corso degli anni: ogni nuovoatto di apprendimento, da un lato ha bisogno degli strumenticulturali e delle mappe mentali che lo rendono possibile e, dall’altrolato, chiede di innestarsi in tali mappe mentali in modo da diventare

significativo. Andrea Porcarelli

LGuidati dal «maestro interiore»

Il pellegrinaggio dei giovani a Roma

Al Meeting di Riminisi cerca la felicità

Strage di Monte SoleLa forza delle donne

pagina 5

pagina 2

pagina 6Domenica, 12 agosto 2018 Numero 31 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

Page 2: Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

Il logo «X millestrade»che raccoglie i camminidelle diocesiitaliane verso Roma

L’ultima tappa di venerdì serasull’Appenninolungo la strada che porta a FirenzeAl Santuario di Boccadirio la Messa con Zuppi

Ecco la suggestiva e partecipatacelebrazione eucaristica tra lemacerie della chiesa di Casaglia, uno dei luoghi simbolo della strage nazista di Monte Sole

Una sosta particolare nell’area di servizio «Cantagallo» lungol’Autostrada del Sole dove la piccolachiesa di Sant’Angelo è stata inaugurata nel 1966

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La consegna del crocifisso ai giovani da partedell’arcivescovo Zuppi,domenica sera nella criptadella cattedrale di San Pietro

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speciale2 BOLOGNASETTE

Domenica12 agosto 2018

Una coppia di giovani mentre è in preghiera nel cimitero di Casagliadove morirononell’autunno 1944decine di civili

Alcuni giovani della diocesi che sono arrivati ieri nel pomeriggio a Roma, al CircoMassimo, per l’incontro con papa Francesco «Vado al Massimo»

a preso il via domenica scorsa ilpellegrinaggio dei giovani bolognesiche li ha portati all’incontro di ieri con

il Papa al Circo Massimo, in preparazione alSinodo dei vescovi. Organizzato dal Serviziodiocesano per la pastorale giovanile, ilpellegrinaggio ha previsto sei tappe a piedilungo la diocesi. La cripta della cattedrale haospitato la partenza e il saluto di Zuppi.L’indomani la salita la Santuario di San Luca.

Martedì un itinerario di 19 chilometri, fraPontecchio Marconi e Monte Sole, ha portatoi giovani sui luoghi delle stragi naziste. Tuttodedicato al discernimento il quarto giornomentre si marciava in direzione Montovolo.Castiglione dei Pepoli ha rappresentato ilpenultimo avamposto, prima dell’arrivo aBoccadirio. Venerdì sera la Messa con Zuppi eil Rosario nel chiostro del Santuario. In questapagina trovano posto le immagini più belle.

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Giovani,pellegrininelle strade e nel cuore

Si conclude oggi a Roma in piazza San Pietrol’itinerario dei ragazzi bolognesi partitidomenica sera dalla cattedrale

Il logo del Sinodo

La grande sfida è quella di valorizzare le esperienze già in atto per dare parola alle nuovegenerazioni e condividereprogetti

Verso il Sinodo: la ricchezza dei campi estiviDI DAVIDE BARALDI *

n questi giorni i giovani dellanostra diocesi sono stati inpellegrinaggio verso Roma e

l’incontro finale con Papa Francesco. Èquesta una delle iniziative della nostradiocesi in preparazione al Sinodo deigiovani, che si celebrerà in ottobre.Purtroppo bisogna registrare una certafatica a vivere questo appuntamentocome un momento decisivo nella vitadelle diocesi, tuttavia alcune iniziativesono state messe in campo. Neregistriamo soprattutto tre.La prima è una interessante mostra daltitolo «CamminaMente» sul camminoe le tipologie di camminatori,soprattutto i giovani esploratori dellafede. Una mostra che incrocial’esperienza e la spiritualità, visitabilefino a ottobre presso la Chiesa diSanta Maria della Vita. L’AzioneCattolica diocesana, dal canto suo, ha

Iimbastito uno strumento di verificadella ricchissima esperienza dei campiestivi, per raccogliere riflessioni esuggerimenti da condividere con laPastorale Giovanile diocesana. Infine,il Congresso dei Catechisti e Educatori,che si terrà il 23 settembre, avràun’attenzione particolare alcoinvolgimento dei giovani. Proprioquest’ultimo, forse, potrebbe esserel’auspicio per una preparazione degnaal Sinodo. Tra i giovani e la Chiesa c’èinfatti un enorme problema dilinguaggio e di comprensione. Non sitratta solo del linguaggio verbale, madell’espressione culturale.Quell’insieme di tradizioni, simboli,esperienze che generano una linguadiversa dalle altre e che definisconouna cultura. È questo tipo dilinguaggio che si parla diversamente. Igiovani sembrano, complessivamentee salvo le pochissime eccezioni, su unaltro pianeta, per riferimenti simbolici,

valoriali e culturali. Ci si augurerebbe,come è stata auspicata più volte inquesti ultimi decenni di vita dellaChiesa, una nuova Pentecoste, in cuiaccada il miracolo di un’ispirazionecapace di fare parlare alla Chiesa lalingua dei giovani (non una lingua«giovanilistica») e il coraggio diparlarla, come furono coraggiosi gliapostoli dopo gli eventi di Pentecoste,e infine la gioia di scoprire che igiovani effettivamente odono unalingua non più sconosciuta o estranea.A onor del vero, in mezzo ai trattipreoccupanti delle nostre assembleeliturgiche disattese dai giovani e dellenostre attività che poco o nulla licoinvolgono, le parrocchie così comele associazioni hanno il merito diprepararsi sempre, in manieraordinaria e discreta, senza riflettori, alSinodo di quest’anno, tutte le volteche si organizzano campi edesperienze estive, percorsi di vita di

fede, feste e incontri per imparare aleggere la realtà. Bisognerebbe avereanche più consapevolezza di questopatrimonio enorme, che meriterebbela gratitudine per chi lo porta avanti epotrebbe essere la rampa di lancio pernuovi e più ambiziosi traguardi. Inconclusione, noto due sfide, chepotrebbero richiedere una maggioreattenzione da parte nostra inpreparazione al Sinodo. La prima èquella di puntare con più decisionesulla grande occasione di ripensareglobalmente e radicalmente lapastorale ecclesiale coi giovani. Laseconda quella di sapere riconoscere evalorizzare di più alcuni enormirisultati prodotti (penso ai campiestivi), sfruttandoli come un tesoro sucui investire con più decisione, con piùprogrammazione e con più risorse, perdare parola ai giovani e condividere iloro progetti di vita.

* parroco a Santa Maria della Carità

DI MARCO PEDERZOLI

a preso il via domenica scorsa, nellacripta della cattedralemetropolitana di San Pietro,

l’itinerario a piedi di preghiera e riflessioneche ha accompagnato un centinaio digiovani bolognesi alla volta di Roma.L’occasione è l’incontro col Pontefice, inpreparazione al Sinodo dei vescovidedicato alle giovani generazioni eprevisto per il prossimo ottobre. Incattedrale è stato l’arcivescovo, MatteoZuppi, a presiedere il momento dipreghiera e ad impartire la benedizione airagazzi che si apprestavano a iniziare illoro pellegrinaggio. «Io credo che ilcammino che tra poco compirete – hadetto monsignor Zuppi – rappresentiun’esperienza di unità, perché tutti i

Hpresenti sono animati da questa luced’amore che sentiamo dentro di noi». Unitinerario intenso, fisicamente einteriormente, che aiuterà i giovanipartecipanti a comprendere meglio lachiamata che ognuno di loro ha ricevuto ead utilizzarla nella vita di ogni giorno.«Non sentitevi mai soli – ha proseguitol’arcivescovo – fate parte di una schiera diuomini e donne che non si rassegnano».Un’invito, poi, ad utilizzare in manieracosciente i mezzi di comunicazione. «Ilprimo collegamento che vi chiedo dieffettuare durante questi giorni, è prima ditutto con voi stessi – ha sottolineato Zuppi–. In secondo luogo con quanti vi stannoaccanto. Scoprirete così che questopellegrinaggio altro non rappresenta che laschematizzazione della vita di ognigiorno». Una vita che è necessario

spendere bene, anche dando l’esempio aquanti queste nuove generazioniincontreranno, alla luce del dono chehanno ricevuto. «Impariamo a fare ciò cheandrebbe fatto tutti i giorni – ha conclusol’arcivescovo Zuppi – ovvero guardare conempatia e simpatia chi ci circonda, senzabarriere o pregiudizi». Dopo averconsegnato a ciascuno dei giovanipellegrini un crocifisso, monsignor Zuppiha dato loro appuntamento al santuariodella Beata Vergine delle Grazie aBoccadirio. Qui venerdì pomeriggio hacelebrato la Messa prima della partenzadei pellegrini alla volta di Roma. Il viaggiodi sabato mattina, questa volta inpullman, è duranto all’incirca sei ore e haportato i ragazzi e le ragazze al CircoMassimo dove è avvenuto l’incontro colSanto Padre.

Sopra, i giovani in partenza dalla Curia;sotto, monsignor Zuppi coi giovani; asinistra un’immagine del cammino

Gmg di Panama, la scelta di non partirearissimi giovani,a fronte di alcune richieste sul tema del-

la Gmg di Panama, condividiamo con voi ilsenso di una scelta: non organizzare un pac-chetto diocesano per parteciparvi. La Gmgdi Panama è nata e si sta sviluppando co-me una Gmg delle Americhe; proprio perquesto la Chiesa italiana ha voluto dare piùrisalto all’appuntamento di Roma con il Pa-pa di questi giorni, una sorta di Gmg degliitaliani. A questo si aggiungono alcune no-stre riflessioni. La prima è l’alto costo del pac-chetto: si parla di oltre 2.000 euro, prezzoinarrivabile per la maggioranza dei giova-ni; è segno anche di sobrietà saper rinun-

C ciare per non renderlo evento solo per chipuò permetterselo. La seconda motivazio-ne è che il tempo della Gmg sarà gennaio,tempo per chi studia di preparazioni di e-sami, di scuola, e per chi lavora non un tem-po semplice per ottenere ferie: mi pare al-lora un periodo non troppo adatto per far-si una vacanza, e poco educativo da partenostra sottrarvi al giusto e responsabile im-pegno.Sono motivazioni forse opinabili, ma unascelta andava fatta. Sappiate che è condivi-sa da tante diocesi in Italia. Lo stesso Uffi-cio nazionale proponeva di mettere insie-me solo una rappresentanza nazionale co-

me segno di comunione. Posso dire poi chel’idea è comunque di non perdere il sabatoe la domenica conclusiva delle celebrazio-ni di Panama e di organizzare un ritrovo pergodere a distanza dell’evento, in un conte-sto fruibile per tutti. Questo non vieta cer-to di partecipare per chi proprio ne è con-vinto. Chi fosse interessato può scrivere [email protected] e verrà messo incontatto con una persona che sta predispo-nendo un pacchetto per la Lombardia. A li-vello regione Emilia-Romagna al momentoi posti sembrano esauriti.

don Giovanni Mazzanti,direttore Ufficio pastorale giovanile

Dalla pianura al valico dell’Appenninon programma intenso ha scandito i sei giorni dipellegrinaggio a piedi per le strade della diocesi.

I giovani, alloggiati in tende o oratori durante lanotte, hanno percorso quasi 75 chilometri passandodalla pianura bolognese alle montagnedell’Appennino. La sceglia al mattino alle 6 perpregare prima di ogni partenza. Ogni giornata untema specifico su cui meditare durante il cammino insilenzio: dall’ascolto alla scelta, dall’interpretazionealla lotta. Tante le suggestioni rimaste ma spesso iricordi nei racconti si focalizzano su quanto visto evissuto a Monte Sole, sui luoghi delle stragi naziste.La devozione alla Madonna li ha portati per ben tresantuari: San Luca, Montovolo e Boccadirio.

U

Quella fatica che fa capire la via dei martiri e i dei profughi

Pubblichiamo stralci dell’omelia tenutadall’arcivescovo a Boccadirio nella Messa per igiovani pellegrini venerdì pomeriggio. Il testocompleto è sul sito della diocesi

DI MATTEO ZUPPI

olo camminando scopriamo chisiamo. A piedi, perché così siincrociano gli occhi delle persone. A

piedi c’è tempo per il silenzio e per laS

parola. In realtà tutta la nostra vita è uncammino e scopriamo e scopriremosempre la dolce presenza di quel pellegrinoche non si stancherà mai di spezzare, seinvitato, il pane per noi. E’ stato faticoso?Dobbiamo dire di sì. La vita vera è nonarrendersi alle prime difficoltà o credereche tutto debba andare sempre bene! Ilcammino ci fa crescere nell’artedell’incontro, per conoscere e costruirerelazioni. Camminare per alcuni èfaticosissimo. Capiamo meglio chi deveattraversare le enormi distanze di undeserto, senza punti di riferimento, senzasicurezze, senza stelle in cielo e spesso conun mondo ostile, terribile, disumano, dacui difendersi. Gesù stesso si è messo incammino, per certi versi nasce per strada,diventa emigrante e profugo, percorre lestrade andando per ogni città e villaggi,muore per strada, all’aperto. Sotto gli occhidi tutti, riprende la sera di quello stesso

giorno a camminare con i due di Emmaus.«Dove abiti?», gli chiediamo anche noi edobbiamo andare e vedere. Abbiamo ancherivissuto il ricordo di persone – che eranoconcrete anche loro come sempre i morti –che ci hanno aiutato a conoscere le nostreradici ed a scegliere il futuro. A Monte Sole,santuario del dolore e della pace, dellasofferenza e della riconciliazione, ci siamofermati a onorare centinaia di personeuccise dall’odio, dal razzismo cheapparivano impossibili eppure che hannoreso la vita di un italiano insignificante ehanno rivelato come l’uomo è lupo deglialtri uomini ed anche di se stesso. E’ unasofferenza che dura fino ad oggi, perché laguerra non finisce il giorno della pace, matutta la vita. Incontrare la memoria dialcuni testimoni del Vangelo, come donGiovanni Fornasini, ci ha aiutato a capire lascelta del cristiano: restare, amare sino allafine, non piegarsi alla persuasiva logica del«salva te stesso», cioè del «pensa per te».«Debbo andare», rispose don Giovanni aisuoi familiari, preoccupati per quello chegli sarebbe potuto accadere.

Oggi l’Angelus col Papa

Il viaggio degli oltre30mila giovani pellegriniitaliani verso Roma, fraloro anche un centinaiodi bolognesi, trova oggila sua conclusione. Alle12 papa Francescosaluterà i giovani e, allaloro presenza, reciterà lapreghiera dell’Angelus.L’incontro è precedutodalla celebrazione dellaMessa in piazza SanPietro, presiedutadall’arcivescovo diPerugia–Città della Pievee presidente della CeiGualtiero Bassetti. Giàieri sera i giovaniavevano incontrato ilSanto Padre, inoccasione della veglia alCirco Massimo.

Zuppi: «A Monte Sole,santuario del dolore e della pace, ci siamo fermatia onorare centinaia di persone uccise dall’odio»

Catechisti a congressol prossimo 23 settembre siterrà il Congresso diocesano

per i catechisti e gli educatori.Dalle ore 14.45, tutti icatechisti saranno invitati alSeminario arcivescovile. Saràl’arcivescovo ad introdurre ilavori, oltre che a conferire ilMandato di evangelizzazione.Seguiranno alcuni laboratoriformativi e una riflessione sullaricezione dell’annuncio allaluce dell’«Evangelii gaudium»di papa Francesco. Il congressosarà coordinato dall’Ufficiocatechistico diocesano, insiemeall’Ufficio per la pastoralegiovanile e a quello diPastorale vocazionale.L’appuntamento si pone incontinuità con quello delloscorso anno, che poneva lariflessione sulla centralità delkerygma.

I

a settembre

da sapere la lettera

Il cimitero di Casaglia, uno dei luoghi delle stragi di Monte Sole

speciale BOLOGNA 3SETTE

Domenica12 agosto 2018

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Solidarietàe cultura,la Chiesaè in campo

A San Domenico Savio gli «Amicidei libri»: abbattere le barriereattraverso le letture dei piccoli

DI PAOLA VITIELLO *

na festa fine maggio ha concluso inmaniera gioiosa un altro annodell’esperienza degli «Amici dei

libri», della parrocchia San DomenicoSavio di Bologna. Dopo aver letto insiemetante storie, poesie e racconti i bambini, igenitori e i volontarie hanno ascoltato –durante la festa – due storie raccontatedalle animatrici della biblioteca perbambini «C’era una volta», che sono statecapaci di divertirci e coinvolgerci tutti.Alla fine un libro in regalo ad ognibambino che è stato anche chiamato aprendersi un meritato applauso!Nell’anno 2017–2018 abbiamo avutoventinove bambini iscritti, di nazionalitàdiverse: Marocco, Cina, Bangladesh, SriLanka, Pakistan, Filippine e Perù. Alcuni

Uhanno avuto una presenza poco costante,tre si sono trasferiti in Inghilterra, ma ilgruppo nel suo insieme ha macinato librisu libri!I bambini di origine straniera a casa nonpossono essere aiutati, anche perchénormalmente lì si parla solo la linguad’origine. Il nostro lavoro diaccompagnamento ad una lettura corretta(e, di conseguenza, anche alla scrittura) siintreccia con l’obiettivo di dar loro ilgusto e il piacere della scoperta delmondo dei libri, con i loro racconti, leparole misteriose, le avventure. Unmetodo che rappresenta anche lapossibilità di esplorare mondi diversi,inimmaginati fino a quel momento. Lalettura, insomma, come conoscenzadell’«altro» per non averne timore.Ogni bambino è seguito da una

volontaria, ma il fatto che siaun’esperienza che si vivecontemporaneamente ad altri bambininelle aule parrocchiali aiuta a creare unclima allegro e positivo. Abbiamo adisposizione i libri che ci hanno regalato ibambini della parrocchia ma anche quellinuovi che abbiamo potuto scegliere eacquistare con un fondo che ci ha messoa disposizione l’arcidiocesi. Grazie a tutti!Guardando le schede di iscrizione deibambini emerge che ventitré su ventinovesono nati in Italia. Ci siamo chiesti comemai i loro genitori, dopo tanti anni,fanno ancora così fatica ad esprimersi initaliano. Emerge il tema dell’isolamentodelle madri che, in genere, non lavoranofuori casa e hanno poche occasioni peresercitarsi a parlare. Ecco che un’esperienza come la nostra

può essere di aiuto a costruire legami escambi positivi per chi fa ancora fatica arapportarsi con la scuola dei propri figli ein genere col contesto sociale.La nostra è un’esperienza dove circolasimpatia e desiderio di incontri veri, siacon i bambini che con i loro genitori, inun contesto sociale dove purtroppo stacrescendo l’ostilità, il pregiudizio, ladiffidenza. Ma noi in tre anni abbiamoincontrato quarantaquattro bambini e leloro famiglie e, quando loro ora passanodavanti alla parrocchia di San DomenicoSavio (dove magari non sarebbero maientrati), riconoscono questo luogo comeuno spazio dove hanno degli amicigrandi e dove sono stati accolti conaffetto.

* volontaria alla parrocchia di San Domenico Savio

Don Francesco Ondedei, suggestioni brasilianeDI GIULIA CELLA

a un blog davvero originale, doveracconta i suoi viaggi missionarie molto altro. Si firma «d onde»

don Francesco Ondedei, rettore dellaChiesa universitaria di San Sigismondo,direttore dell’Ufficio per la pastoraleuniversitaria e di quello per lacooperazione missionaria tra le Chiese.A fine luglio «d onde» ha visitato ilBrasile, prima di rientrare in Italia epartire nuovamente alla volta dellaTanzania. Il tono con cui racconta la suaavventura carioca è scanzonato,appassionato, riflessivo. Quindici

Hinterventi in cui si ripercorrono pranzi abase di acarajé («gamberetti rossipreparati con una pastella fritta che quisi chiama “dende”»), abbracci («ilBrasile sembra essere il paese dellacultura degli abbracci»), canti («densi,mai esagerati ma coinvolgenti»). E poil’incontro con suore, sacerdoti, personecomuni, poveri: i poveri «veri», perchè«mi chiedo se il nostro non sia sempre esoltanto il desiderio di poveri“pettinati”, come dice papa Francesco.Poveri che ricevano eventualmente inostri aiuti ma senza disturbare». Un«piacevole bagno di umanità che cirende più decenti», come lui stesso lo

definisce. Tanti i problemi toccati conmano: la chiusura degli asili, la visita alcarcere, le realtà che sostengono lepersone ad uscire dalle dipendenze.«Questo Brasile – si legge – èrappresentativo di tante contraddizionidella nostra storia presente, un’onda diluce e di tenebre, dove la ricchezza cercadi colpevolizzare la povertà, ed i povericercano il riscatto perché gli si riconoscail diritto ad una vita possibilmentefelice. Mentre i ricchi cercano dimantenere i propri privilegi». Il blog didon Ondedei, «Università e missione»,si può seguire all’indirizzo http://don–onde.blogspot.com

Gioco d’azzardo, arrivano i nuovi divietiuro colpo del sindaco Virginio Merola alladipendenza da gioco d’azzardo. Alla luce dei dati che

hanno certificato la crescita esponenziale dei ludopatici incittà, il primo cittadino ha firmato un’ordinanza cheprevede la riduzione degli orari nei quali sarannofunzionanti gli apparecchi da gioco. Per i trasgressori sonostate disposte multe salate, che possono raggiungereanche i 500 euro per quanti non dovessero rispettare gliorari stabiliti. In particolare le macchine da giocopotranno restare attive nelle fasce orarie comprese fra le10–13 e 17–22. Sono escluse dall’ordinanza le lotterie, ilgioco del bingo e le sale scommesse. Il provvedimentointende far fronte anche all’aumento di giovani egiovanissimi che fanno uso abituale di tali apparecchi,come evidenziato dall’apposito Osservatorio dell’Ausl.

D

parrocchia di Santa Maria Assuntadi Borgo Panigale, poco distantedal luogo dell’incidente. «Si ètrattato di un momento dipreghiera molto semplice e allostesso tempo molto forte – spiegail cappellano, don FilippoMaestrello –. Abbiamo recitato ilRosario e meditato sul misterodella Trasfigurazione. Le personeerano fortemente preoccupate eimpaurite, in tutti c’era il desideriodi essere presenti e di rendersiutili». Alcuni parrocchiani cheabitano nei pressi dell’incidentesono stati medicati, mafortunatamente nessuno è statocoinvolto in modo grave. «Almomento dell’esplosione ero inchiesa – continua don Maestrello –e ho sentito il terribile boato. Sonouscito immediatamente,spaventatissimo. Come me, in tanti

DI GIULIA CELLA

n morto, 145 feriti, unponte crollato e danni allecase. È questo il bilancio

conclusivo dello spaventosoincidente che lunedì scorso hainteressato la nostra città,all’altezza del raccordoautostradale che lambisce BorgoPanigale. Due le famiglie che sonostate accolte dal Comune per farfronte temporaneamenteall’inagibilità delle proprieabitazioni. Le strade attigue sonostate riaperte in tempi brevissimima per il ripristino del tratto ditangenziale direttamente coinvoltoal momento si stimano lavori dicinque mesi. Nella stessa serata dilunedì, su sollecitazionedell’Arcivescovo, è stataorganizzata una veglia presso la

Uci siamo riversati in strada percapire cosa fosse successo: sivedeva solo molto fumo. Siamoancora scossi per l’accaduto». Lazona di Borgo Panigale èinteressata da svariate vie dicomunicazione: la via Emilia, lavia Persicetana, l’asse attrezzatosud–ovest, l’autostrada passante,tre immissioni alla tangenziale,l’aeroporto Marconi, per citarnesolo alcune. Una ricchezza perBologna, ma anche un’area cherichiede particolare attenzione emanutenzione per l’imponenteflusso di traffico. «Tutta la viabilitàordinaria del quartiere è stataripristinata in tempi brevi –conclude don Maestrello –. Nonabbiamo avuto particolariproblemi. Da questo punto divista, siamo stati fortunati vista ladinamica dell’incidente».

Il cordoglio e la vicinanza della diocesiPubblichiamo il testo del comunicato stampadell’Arcidiocesi di Bologna inviato a tutti gli organi distampa nel pomeriggio di lunedì, a seguito del gravee tragico incidente che ha coinvolto la tangenziale el’autostrada nei pressi del quartiere di BorgoPanigale.

arcivescovo monsignor Matteo Zuppi e laChiesa di Bologna hanno appreso con dolore

la notizia del tragico e grave incidente avvenuto nelprimo pomeriggio pomeriggio sull’autostrada e intangenziale nei pressi di Borgo Panigale.Nell’esprimere il cordoglio alle famiglie dellevittime e dei feriti la Chiesa petroniana e il suopastore si stringono intorno a quanti sono staticoinvolti con lutti e sofferenze pensando inparticolar modo ai gravi feriti ancora in cura negliospedali cittadini. Come in altri eventi drammatici Bologna sapràreagire con una forte solidarietà e partecipazione,con quell’umanità e quella professionalità chel’hanno sempre contraddistinta. Le preghiere diquesti giorni chiederanno al Signore pace perquanti hanno perso la vita e la forza e laconsolazione per i superstiti e le loro famiglie.

’L

DI ANDREA PORCARELLI

n Europa si parla di «Alternanza scuola–lavoro» (Asl) fin dagli anni ’70, ma la«via italiana» all’Asl è più recente e

tortuosa. Il provvedimento più significativoè stato un decreto del 2005, che si collocavatra i decreti attuativi della «RiformaMoratti» e che prevedeva che gli studentiche avessero compiuto il quindicesimoanno di età potessero svolgere l’interaformazione tra i 15 e 18 anni, o parte diessa, attraverso l’alternanza di periodi distudio e di lavoro, sotto la responsabilitàdell’istituzione scolastica o formativa. Sitrattava di un’alternanza «a richiesta» deglistudenti, che prevedeva una fortissimamotivazione da parte del richiedente e lanecessità – da parte della scuola – dimettere in atto strumenti organizzativi epedagogico–didattici molto flessibili. Con

Ila cosiddetta «Buona scuola» l’Asl viene resaobbligatoria per tutti gli studenti deltriennio degli Istituti superiori, ponendoanche dei vincoli di orario, ma aprendo aduna molteplicità di modalità con cui l’Aslpuò essere realizzata. Il valore principale diquesto tipo di Asl, infatti, non è quello difar sì che gli studenti apprendano unmestiere, ma che vadano a «sporcarsi lemani» nella realtà, mettendo alla le propriecompetenze personali e le propriemotivazioni. Esplorare per qualche decinadi ore un contesto lavorativo, può aiutare iragazzi a capire se è quello il contesto versocui orientare i propri investimenti culturalie motivazionali. Ma è possibile ancheimmaginare una «alternanza della gratuità»,facendo esperienza di contesti ad alto tassodi professionalità, ma non strettamentelavorativi, come possono essere leorganizzazioni di volontariato o i contesti

ecclesiali. Qualsiasi contesto operativo realecostringe i ragazzi a misurarsi con la realtà ea mettere alla prova se stessi in quello chediviene un compito di realtà, per eccellenza.Il fatto poi di confrontarsi anche coninterlocutori esterni alla scuola (tutoraziendali) aiuta a superare il senso diautoreferenzialità che talvolta sperimentanoi ragazzi all’interno dei contesti scolastici.La sfida, però, non riguarda solo glistudenti, ma anche gli educatori cheoperano negli ambienti ecclesiali e che sirendono disponibili ad accogliere glistudenti per l’Asl. Il loro ruolo di «tutoraziendali» non è meramente burocratico,ma ha una valenza profondamenteformativa, che richiede certamente tantobuon cuore e tanta buona volontà, maanche competenze pedagogiche specificheche andrebbero a loro volta coltivate eformate come tali.

Alternanza scuola-lavoro: un’occasione per orientarsi

È possibile anche pensare aduna «alternanza della gra-tuità», facendo esperienza dicontesti ad alto tasso di profes-sionalità, ma non strettamentelavorativi, come possono esserele organizzazioni di volonta-riato o i contesti ecclesiali

Un viaggio nel mondo delle esperienze formative e professionali degli studentialla luce delle recenti normative

La festa di fine anno degli «Amici dei libri»

Incidente a Borgo Panigale, parrocchia in preghiera

Comune missioni

società4 BOLOGNASETTE

Domenica12 agosto 2018

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Zikkaron, libri per ricordareDI GIOVANNI LENZI *

noto come negli Stati Uniti lo scorso annola vendita di libri sia aumentata del 3,5%. Illettore moderno quindi non disdegna la car-

ta, anzi sembra preferirla – secondo alcuni anali-sti – al libro digitale quando dopo ore di lavoroal computer si ferma finalmente a leggere quelloche vuole. Il libro resta un oggetto toccabile, do-nabile a un amico o amica, collocabile nella pro-pria libreria. Queste e altre considerazioni hannospinto due anni or sono alcuni membri della Pic-cola Famiglia dell’Annunziata, la Comunità fon-data da Dossetti, a fondare una nuova casa editri-ce, sfidando le tendenze del mercato italiano. Il no-me è già il programma: Zikkaron, che in ebraicosignifica «memoria». L’intenzione è quella di con-servare la memoria della storia e della Chiesa. Lecollane rispecchiano questo desiderio: il Crinale,in collaborazione con la Scuola di Pace di MonteSole, dove sono stati pubblicati due volumi suicrimini italiani all’estero; Altrimondi che ha vistouscire: «Leila della tempesta» di Ignazio De Fran-

Ècesco e «Vie islamiche alla nonviolenza» di un si-riano esule in Turchia: Jawdat Said; Perle con vo-lumi di Giacomo Lercaro, «Non la neutralità mala profezia»; Giuseppe Dossetti: «Per la vita dellacittà e democrazia sostanziale»; non manca unacollana per specialisti: Semitica dove è apparso «Ilsistema verbale ebraico; Documenti e Storia» contesti curati da Roberto Villa e da Luigi Giorgi; Teo-logia e Storia che propone uno studio di don E-manuele Nadalini sulla riforma della Chiesa e u-no di Pier Paolo Bastia sul rapporto tra Chiesa edEbrei. L’impresa certamente più coraggiosa però èin corso di preparazione: a fine ottobre sarannopubblicati due volumi sul conflitto israelo–pale-stinese: «Studi sul pensiero politico israeliano»,che raccoglie riflessioni di 15 prestigiosi accade-mici israeliani e il volume di Maher Charif, «Sto-ria del pensiero politico palestinese», tradotta perla prima volta dall’arabo in una lingua occiden-tale. Ma non solo carta: diversi volumi sono statipubblicati anche in formato epub. Questi e mol-to altro si possono trovare sul sito zikkaron.com

* direttore Zikkaron

Meeting, alla ricerca della felicità

La Scuola «Cova» di Milano si ispira al massimo tempiocittadino per le esercitazioni dei suoi allievi. Le centinaiadi piastrelle della cappellaVaselli della grande basilicacome aula didatticanon convenzionale per i giovani studentimeneghini, fra storia e grande bellezza

a Scuola Cova di Milano studia la cappellaVaselli. Gli studenti del corso d’arte della

Cova, centro di formazione professionaledella Regione Lombardia, hanno riprodotto leceramiche del pavimento della cappellaVaselli della Basilica di San Petronio, per unaserie di composizioni artistiche, oggi inesposizione presso l’istituto scolastico.«Abbiamo avuto l’idea di progettare deglielementi decorativi e funzionali all’arredodella scuola – riferisce la professoressaDonatella Muffato, ideatrice del progetto –analizzando il pavimento del Vaselli, che,nella storia della ceramica italiana, è unaperla del Rinascimento. La scelta di questomeraviglioso capolavoro è fortementeinfluenzata dalla particolarità del suoprogetto. L’autore ha realizzato le 1.059piastrelle una diversa dall’altra». L’alloracommittente della cappella, il canonicoVaselli, aveva dato l’ordine non solo di

L montare un pavimento bello e funzionale, masoprattutto che lo stesso diventasse motivo diriflessione sugli aspetti della vita. «Ogni mioallievo del terzo anno – continua laprofessoressa Muffato – ha selezionato lepiastrelle che preferiva e, matita alla mano,con l’acquarello, l’ha riprodotta su carta. Eranecessario utilizzare la serigrafia perché oltrea velocizzare il processo, rendeva una graficauniforme». Il passo successivo è stato quellodi coinvolgere gli allievi del quarto anno dellascuola che, con più esperienza pittorica,hanno realizzato su pannelli di cartongessouna coreografia adeguata. «Siamo veramenteorgogliosi di aver collaborato a questoprogetto – riferisce Lisa Marzari, degli Amicidi San Petronio – spesso scolaresche,insegnanti ed allievi vengono in San Petronioper ammirare o riprodurre opere d’arte e benvolentieri sosteniamo queste iniziative afavore dei nostri ragazzi». (G.P.)

DI ALESSANDRO MORISI

hi è l’uomo che vuole la vita edesidera vedere giorni felici?»,questa la domanda che troviamo

nel prologo della Regola di San Benedetto eche fa da sfondo al Meeting di Riminiedizione 2018, che come sempre si svolgenei padiglioni della fiera di Rimini dadomenica 19 agosto a sabato 25. Il titolo –come sempre complesso – «Le forze chemuovono la storia sono le stesse cherendono l’uomo felice» – è una

provocazione davanti ad una situazioneinternazionale ricca di incertezza e diviolenza, così come per San Benedetto èstato possibile costruire una nuova civiltàdavanti alla decadenza del mondo classicoe alla violenza delle orde barbariche, comeci ha ricordato in ottobre dello scorso annopapa Francesco nel suo «Discorsosull’Europa». Per capire quanto sianocollegati i due discorsi è stato invitato aparlare del tema il Nunzio apostolico negliStati Uniti nel pomeriggio del 19 agostoalle 15, monsignor Christophe Pierre; lamattinata della giornata inaugurale invecevedrà la Messa celebrata dal vescovo diRimini, monsignor Francesco Lambiasi. Ilpanorama ecclesiale al Meeting vede anchela partecipazione delcardinale Luis Antonio Tagle,arcivescovo di Manila, allaconferenza «La Chiesa in uncambiamento d’epoca», delcardinale Angelo Scola,emerito di Milano alle ore 19del 22 agosto su «Libertà esperanza», del cardinaleAnders Arborelius diStoccolma, che parlerà sultema «Una speranza dallaSvezia. Lavorare, vivere ecredere insieme», il 22 agostonel primo pomeriggio. Poiinterverrà anche l’arcivescovodi Taranto, MonsignoreFilippo Santoro, all’incontro«Sud, giovani e lavoro» cuiparteciperanno anche ilpresidente della RegioneSicilia Nello Musumeci ePaolo Maninchedda, già

C«assessore e membro del Consiglio regionaledella Sardegna, moderati da unimprenditore del mezzogiorno, AntonioSaladino. Il Meeting, come tutti gli anni,vede all’interno dei padiglioni anche lemostre. Quest’anno si segnalano «C’èqualcuno che ascolta il mio grido? Giobbee l’enigma della sofferenza» – che verràpresentata lunedì 20 alle ore 17 in unincontro intitolato «Giobbe». InterverrannoMario Melazzini, direttore Aifa, il filosofoSalvatore Natali e monsignor Julian Carron,presidente di Comunione e Liberazione,modera Monica Maggioni, ex presidenteRai – «Romano Guardini 1885–1968.Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhinuovi», una mostra su Giovanni Guareschie il suo Giro d’Italia 77 anni dopo, perspiegare la nostra terra l’Emilia Romagna ela sua particolarità, una particolarità doveGuareschi decise di ambientare ilceleberrimo «Mondo piccolo» e una suiprimi cinque anni del pontificato di papaFrancesco. Non vogliamo trascurare glispettacoli che saranno tutte le sere i veriprotagonisti del Meeting, a cominciare da«La Bibbia di e con Paolo Cevoli», giovedì23 agosto alle 21.45 presso i padiglionidella Fiera, l’inaugurale «Attraverso il maredel desiderio» domenica 19 agosto alle21.45 presso il nuovo spazio della Piazzettasull’acqua, adiacente al Ponte di Tiberio, unadattamento della monumentale piece diPaul Claudel – di cui ricorrono quest’anno i150 anni dalla nascita – La Scarpina diRaso, per finire con la segnalazione delbolognese SchuberTrio, che venerdì 24 alle21 presso la Fiera eseguirà il Trio op. 100 diFranz Schubert introdotto da Pier PaoloBellini, docente presso l’Ateneo diCampobasso. Programma completo suwww.meetingrimini.org

«Le forze che muovono la storiasono le stesse che rendono l’uomofelice» è il tema di quest’anno: unaprovocazione nei confronti di unasituazione internazionale riccadi incertezza e di violenza

Si apre domenica prossima a Rimini la kermesse estiva che da qualchedecennio propone incontri, mostre eriflessioni ecclesiali, culturali e artistiche

A sinistra lachiesa di Alvar

Aalto a Rioladi Vergato

A Riola un film per i 40 anni della chiesa di Aaltoquarant’anni dalla sua inaugurazione, Riola celebra la chiesa diSanta Maria Assunta progettata da Alvar Aalto. Vari gli eventi

previsti per celebrare la ricorrenza: giovedì prossimo è prevista laproiezione in anteprima del film sulla chiesa di Riola «Non abbiamosete di scenografie», che sarà presentato dai registi Roberto Ronchi eMara Corradi. Si tratta di un documentario che ripercorre lacostruzione dell’edificio di culto, storia iniziata nel ‘65 con l’incontro

fra il cardinaleLercaro el’architettofinlandese. Ildocufilm si avvaleinoltre delletestimonianze didiverse personedirettamentecoinvolte, all’epocadei fatti, nellaprogettazione ededificazione dellachiesa. Fra essiGiuliano Gresleri,all’epoca dei fattimembro dell’Ufficio«Nuove chiese»istituito da Lercaro.Le iniziative percommemorarel’evento erano giàiniziate lo scorso 16giugno, colconvegno «Aalto eLercaro: un dialogoche continua».

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In San Petronio un’inedita palestra per gli artisti di domani

Gli incontri «bolognesi» in FieraIl mondo bologneseanche quest’anno sarà presenteal Meeting. Oltre ad alcuni spettacoli serali saràinteressante l’incontro di lunedì 21 agosto alle 15 daltitolo «Il desiderio, la felicità, le forze della storia», unconcorso di livello nazionale di filosofia che ha vistol’origine al liceo «Malpighi» curato da Marco Ferrari,docente di filosofia presso il liceo bolognese, insiemea Costantino Esposito, cattedra di storia della filosofiaa Bari e a Elio Franzini, rettore dell’Università diMilano e ordinario di Estetica presso questa ateneo.Da ricordare anche la presenza di Raffaella Pannuti,Presidente di Ant, all’incontro del 19 agosto ore 19sulle cure palliative e di Romano Prodi, all’incontro«Quel che muove il mondo», che si svolgerà venerdì24 agosto alle 15.

Un momento del Meeting dello scorso anno

Quella bambina sotto il pianoforteotrebbe sembrare una favola d’altri tempi,se non fosse tutto vero. Sabato prossimo, a

San Benedetto Val di Sambro, Michela Magierapresenta il suo libro «La bambina sotto il pia-noforte», edito da Artestampa. L’autrice, figliadella soprano Mirella Freni e del maestro di mu-sica di Luciano Pavarotti, Leone Magiera, rac-conta una storia realmente accaduta: quella disua madre, ragazzina di umili origini che, gra-zie alla sua splendida voce, riuscirà a conqui-stare un giovane di buona famiglia che la con-durrà nei palcoscenici più prestigiosi di mezzomondo e che diventerà suo marito. Protagoni-sta di primo piano del racconto è Luciano Pava-rotti: talentuoso figlio di un fornaio, uno dei piùgrandi tenori di tutti i tempi. I ritratti dei tre per-sonaggi vengono presentati in tutta la loro u-manità attraverso gli occhi disincantati e pulitidella bambina di allora, in un testo che fa so-gnare le persone di qualunque età. Per tutti gliinteressati, l’appuntamento è per le 18.30 pres-so il bar Sport – caffè della Fontana, in via Ro-ma 3/5. L’autrice sarà introdotta dall’editore,Carlo Bonacini.

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DI GIULIA CELLA

fresco di stampa il volume di FabioFranci dal titolo «L’angelo in bicicletta:don Giovanni Fornasini», dedicato alla

memoria di un giovane parroco tristementenoto per i fatti di Marzabotto. Il libro saràpresentato oggi, al «Centro documentaleEnzo Biagi», alle ore 18. Nato nel 1915 aPianaccio di Lizzano inBelvedere, nel 1942 donFornasini prende possessodella parrocchia diSperticano, che in brevediventa punto di raccoltaper qualunque necessità.Due anni più tardi, versola fine di maggio, arrivanogli sfollati da Bologna,iniziano le rappresaglie daparte tedesca e i

Èbombardamenti. Don Giovanni è sempreaccanto a chi ha bisogno, in sellaall’affezionata bicicletta. «Il libro nascequasi per caso – spiega l’autore –. Lo scorsoanno un turista mi ha chiesto cosa c’era davedere in paese e io gli ho fatto l’elencodelle poche cose che abbiamo. Ho indicatoanche la casa natale di don Fornasini e, difronte alla richiesta di raccontarne la storia,

mi sono reso conto diconoscerla poco. Anche ilpaese offriva poco pertenerne alta la memoria.Così, insieme allafamiglia, abbiamo decisodi mettere in piedi unamostra fotografica a luidedicata e io mi sonoimpegnato a scriverne unabiografia completa». Il 13ottobre 1944, dietro al

cimitero di San Martino di Caprara, donFornasini viene ucciso in circostanze chenon sono mai state chiarite. «Di questosacerdote – prosegue Franci – mi ha colpitoin particolar modo la straordinaria forzafisica, nonostante la corporaturaestremamente gracile. Ho avuto la fortunadi poter toccare con mano la sua bicicletta –una bicicletta di 70 anni fa pesantissima –e immaginare un parroco così magro che lausa tutti i giorni per andare a portare aiuto econforto su strade sterrate di montagna miha veramente impressionato». Uomo digrande fede e coerenza sacerdotale, donFornasini non ha mai abbandonato lepersone che gli erano state affidate,pagando il suo coraggio con una morteprematura. Il volume che lo ricorda non èdisponibile in libreria, ma può essereagilmente acquistato su www.amazon.it osu www.lulu.com.

Un libro racconta don Fornasini, l’«angelo in bicicletta»

Uomo di grande fede e coe-renza, il giovane Servo diDio non ha mai abbando-nato le persone che eranostate affidate alla sua curapastorale, pagando il suo co-raggio con una morte vio-lenta e prematura

don Giovanni Fornasini

Appuntamenti culturalincora alcuni appuntamenticulturali in Appennino primadella conclusione del

calendario messo a punto dal Centrostudi Capotauro per questa estate2018. Nei prossimi giorni, due gli«Incontri con l’autore»: giovedì 16alle 16.30, nel «delùbro» della Pievedi Lizzano, «Il battistero alto–medievale della pieve di SanMamante di Lizzano», presentazionedello studio di Renzo Zagnoni;domenica 19 alle 21, nella piazzettadella Còrniola a Lizzano,«Bibliomania», presentazione delnuovo romanzo di GiacomoMarcacci. Si ricorda inoltre cheresterà aperta fino a domenica 19agosto, nell’oratorio di San Rocco aVidiciatico, la mostra «La Grandeguerra dei Belvederiani».

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Capotauro

in calendario

cultura BOLOGNA 5SETTE

Domenica12 agosto 2018

Page 6: Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

n’erano fino ai giorni dell’eccidio nelpopoloso habitat della nostra mediamontagna, mi piace vederle, citando NutoRevelli, come «l’anello forte» delle famiglie e,indirettamente, delle stesse comunità. Al di làdi specificazioni ulteriori o di ruoli educativiprecisi incarnati dalle numerose «maestre»della zona, i cui nomi e storie meglioconosciamo(dall’orsolina Antonietta Benniall’ancella del sacro Cuore suor AlbertaTaccini dell’asilo di Pioppe di Salvaro,cronista degli eventi svoltisi alla Botte; equelle uccise nei giorni della strage: TeresinaBortolucci, Anita Serra, Giulia Casagrande,sorella di don Ferdinando, la Maestra Pia

Maria Fiori, soprannominata suor Ciclamino,senza dimenticare la bidella di Cerpiano,Amelia Tossani), donne come Malvina cirappresentano il grado zero, elementare mafondamentale, della cura, che è la maternitàdilatata, la fedeltà alla fatica quotidiana.Nella sua vicenda, quella fedeltà non arresa,quella «cura» della terra ferita e desertificata,hanno fatto rifiorire il deserto. Torniamo allamattina del rastrellamento, sull’aia. I tedeschistanno arrivando, ma lei resta immobile,forse inchiodata dalla paura. Così racconteràalcuni anni dopo quella scena: «Quando essifurono vicini a me, io mi accorsi che uno diloro mi faceva il segno di andar via. Io andai

via e andai nei boschi vicini». Tutte lepersone scese nel rifugio lì presso, 49, fra cui18 bambini, vennero uccise. Un soldatotedesco senza nome fa cenno a questa donnaanziana e senza nome di scappare. Nonsapremo mai il perché, ma questicomportamenti inattesi, anche nel corso diazioni di sterminio, sono documentati in variracconti del tempo di guerra, perfino nelcontesto della Shoah. Risponde invece inpieno ai comportamenti attesi, anzi li eccede,l’automatismo omicida del gesto di un altrotedesco del plotone mitraglieri, il mattino del30 settembre a san Martino. Lo ricostruiamodalla testimonianza di Julen Legoll, un

Il perdono di Antonietta Benni,una voce dall’inferno di Cerpiano

DI SANDRA DEORITI *

ue immagini opposte mi sovvengonocercando un bandolo per raccontarele donne di Monte Sole, due

istantanee che, nella dinamica della strage,coprono una manciata di secondi. La prima:dall’aia della sua casa a san Giovanni diSotto, la mattina del 29 settembre, MalvinaStefanelli vede i tedeschi salire alla spicciolatadal fondovalle, muovendo dalla Quercia. Glialtri sono già scappati, chi nel bosco, chi inun vicino rifugio. Malvina, moglie di PietroPaselli, proprietario del podere, è una donnamatura, e sarà una delle testimoni piùlongeve del massacro, morendo nel 1986:una bella foto di lei vecchia si trovanell’inserto iconografico de «Le querce diMonte Sole», e suggerisce visivamente laforza del legame antico con quella terra, dovela famiglia Paselli viveva da generazioni edove i suoi pochi superstiti vorranno tornare,con tenacia contadina, dopo la fine dellaguerra, malgrado le ostiche condizioniambientali. In questo ritorno che sfida,almeno all’inizio, più ragionevoli scelte, sipuò forse leggere non solo la soggettivaimpossibilità di trovare altrove un «ubiconsistam», ma la forte smentita di unpiccolo Davide al disegno del tedesco Golia.Donne dello stampo di Malvina, e tante ce

Dventenne alsaziano che di lì a pochi giornidiserterà: «Il plotone si avvicinò al villaggio anormale passo di marcia allo scoperto, datoche non vi era stata risposta al nostro fuoco.Come ci avvicinammo a una delle case,udimmo le grida di una donna spaventata. Ilcomandante Knappe s’avvicinò a una finestradi quella casa e senza guardare dentro vigettò una granata a mano. Quattro di noiindi entrarono nell’edificio e vi trovaronouna vecchia». Un’altra donna del tuttoanonima, una «vecchia», un disturbo, unintralcio senza importanza. A differenza dallaprima scena, dove compare un sussulto dicoscienza, un istinto momentaneo diprotezione chissà da cosa attivato, la secondascena rivela la totale mancanza di empatiache contraddistingue gli omicidi di massa. Laspersonalizzazione delle vittime e la lorodegradazione sono premessa necessaria adazioni come questa, che rompe ogni vincolodi identificazione con l’altro, non più ilnostro «simile», ma il dissimile, il nemicode–umanizzato. Sono processi molto studiatie purtroppo non confinabili ai drammi delXX secolo: rivisitare gli eventi di Monte Solein compagnia di queste donne potrebbeaiutarci a scorgere l’argine potente che esseseppero costruire alla disumanizzazioneindotta dalla guerra.

* storica

n molte occasioni hoparlato o scritto diAntonietta Benni (1899–

1974) educatrice, Orsolina,vittima e testimone fra lepiù importanti dellavicenda di Monte Sole, enon della strage soltanto.La memoria da leiindirizzata al cardinalNasalli Rocca nell’autunno1945 su sua esplicitarichiesta si compone di 15pagine dattiloscritte,materialmente redatte conl’aiuto di Mary RomagnoliToffoletto: per la prossimitàcronologica ai fatti, laprerogativa di essere unafonte primaria, la scritturacircostanziata esorvegliatissima, senzasbavature, tale scritto èstato considerato uno deidocumenti principali cui haattinto la ricostruzionestoriografica. La direttalettura è insostituibile:nella sua interezza, il testodella Benni è riprodottonella ristampa del volumedi Luciano Gherardi, «Lequerce di Monte Sole. Vitae morte delle comunitàmartiri fra Setta e Reno.1898–1944», Edb Bologna2014, pp. 463–481.Sarebbe però riduttivocomprimere la sua figuranella griglia delle «fonti»relative al massacro diMonte Sole. Certo, questo èil dato oggettivo che l’hasottratta all’anonimato el’ha resa suo malgrado,negli anni del dopoguerra,

un personaggio «pubblico»coinvolto negli strascichiprocessuali di Walter Redere nella travagliatarielaborazione del luttonelle comunità colpite daquella tragedia. Cito alcunerighe di una lettera scrittada Antonietta ad unaconsorella il 4 luglio 1967:«Proprio in questi giornisono stata turbata eassediata dai giornalisti inseguito alla supplica inviataal sindaco di Marzabottodal maggiore Reder, unodei responsabilidell’eccidio e condannatoall’ergastolo dal TribunaleMilitare di Bologna.Implora dai superstiti o daiparenti delle vittime ilperdono. La rievocazionedi questi fatti tantodolorosi mi hanno turbatoassai. Tuttavia comecristiana e comeappartenente a un ordinereligioso ho detto che ioperdono. Ho fatto bene?Non lo so. Il mio parrocoha detto che ho fatto benema certo che ho provocatonei parenti delle vittimeche non si sentono diperdonare al massacratoreun po’ di scalpore. Peròquelli di Gardelletta a mepersonalmente non hannodetto niente. Si sonomeravigliati che dopo tuttoquello che ho soffertoabbia avuto il coraggio diperdonare».Nel referendum indetto perl’occasione, è noto che

quasi all’unanimità gliinterpellati respinsero larichiesta di perdono: soloquattro persone loconcessero. Oltre allaBenni, fra questi ci fu ancheAugusto Marchioni, ilbabbo di don Ubaldo,trucidato a Casaglia.Nel breve spazio di unarticolo, mi pare che questerighe aiutino a coglierequalcosa della personaAntonietta Benni, nelsingolare incrocio fra ilpiano della semplicequotidianità di una maestradi paese, una religiosadedita al servizio educativoin un modesto asilo rurale,e il piano della piùdrammatica eccezionalità:non soltanto la guerra conle sue devastazioni, maquell’apice disumano edestremo della guerra che èla strage dei civili, e di tantitanti bambini.Stipati dai tedeschi nelpiccolo oratorio dell’Angelocustode a Cerpiano, dueanziani quasi invalidi, 27donne e 20 bambini fra idodici mesi e i 13 anni.Dopo 33 ore di agonia cheil memoriale fissa inimmagini indimenticabili,ne uscirono vivi in tre:Antonietta, creduta mortadai carnefici che netoccarono il braccio gelidomentre le sfilavano laborsetta, e due bambini dalei nascosti sotto unacoperta, intimando loro ilsilenzio. (S.D.)

I

A sinistra l’oratorio diCerpiano. SopraAntonietta Benni

il punto

Massacro in Appenninoa memoria della strage diMonte Sole, tra fine

settembre e inizi ottobre 1944, èdepositata ormai nella coscienzacivile ed ecclesiale della nostraterra: eredità da custodirepremurosamente, storia difamiglia da rivisitare sempre dinuovo e da trasmettere ai nuovifigli e nipoti perché la distanzaanagrafica non li sottragga a unaconsapevolezza importante perle scelte di cui sarannoprotagonisti nella costruzionedella comunità. Sempre in lottacon l’amnesia, la coltivazionedella memoria non è un esercizionostalgico né asetticamenteconoscitivo, anche se laconoscenza corretta dei fatti ne èil presupposto imprescindibile.Quella strage – numericamente,la maggiore compiuta dai nazistisul territorio della penisolaitaliana – pianificata dall’alto etesa alla distruzione dell’habitatche oggettivamente faceva dasupporto alla presenza dellabrigata «Stella Rossa», neibollettini tedeschi è registratacome una azione antipartigianadi vasta portata, analoga ad altremesse in atto via via che gliAlleati risalivano la penisola e sifaceva vitale, per i tedeschi, nontrovarsi alle spalle, nellaprevisione realistica della lororitirata, zone «infestate» daipartigiani. Ma i «morti nemici»che gli stessi bollettinidefiniscono «banditi» e«fiancheggiatori» (oltre 700 neidue soli giorni del 29 settembre e1 ottobre, cui vanno aggiunticirca altri 60 fino al 5 ottobre),erano, come sappiamo, nellagrande maggioranza vecchi (142),donne (316), bambini (216): civiliinermi. Con quale voce ciparlano ancora?

Sandra Deoriti

LUna riletturadell’eccidioa partire dal ricordodi mamme,religiose e maestre

Memorie di donne L’altra Monte Sole

Un cippo a Monte Sole ricorda alcune vittime

ella sequenza omicida che ibollettini tedeschi definirono«operazione di annientamento»

risalta il caso anomalo di Villa Serana,dove numerose persone, dalle sessantaalle ottanta a seconda delle testimonianze,vennero risparmiate. Anomalo perché quinon si tratta di singoli sopravvissuti o dipiccoli gruppi infrattati in rifugi che le SSnon riuscirono a individuare, ma di ungruppo consistente di civili, sfollati ancheda Bologna, che la 5a Compagnia deltenente Max Saalfrank trovò nelseminterrato della Villa, sita lungo la suadirettrice di marcia. Il granderastrellamento di fine settembre era statopianificato entro un’area vasta ma bendelimitata, come si evince dalle cartetopografiche tedesche: se ai bordi esternidella zona, in quegli stessi giorni, le unitàtedesche non si astennero da azioniviolente, bruciando case e sgomberando

la popolazione maschile, è però soloall’interno di essa che venne adottata latattica della «terra bruciata» e la strageindiscriminata di civili. Villa Serana, acirca 300 metri da Cadotto in linea d’aria,rientrava nel territorio da «epurare», perusare la terminologia dei massacratori.Eppure tutta quella gente si salvò, ed ènaturale domandarsi cosa intervenne amodificare il copione già scritto inanticipo, altrove tragicamente rispettato.Benché nella graduatoria della ferociaSaalfrank non detenga il primato, èimprobabile attribuirgli in toto l’atto diclemenza che lasciò vivere gli ospiti diVilla Serana, tanto più che i suoi uomini,poco prima, avevano sterminato quasitutti i residenti di san Giovanni di Sotto,49 persone, fra cui suor Maria Fiori.Alcune testimonianze, riportate anche daZanini, convergono invece nelsottolineare il ruolo determinante che

nella decisione del graduato tedesco ebbel’intervento di una donna: Jone Clerici.Sfollata a Monte Sole da Bologna con lafiglia e il marito, il pittore AlbertoGiacomazzi, Jone era giornalista di modae parlava bene la lingua tedesca; fu lei afarsi avanti e a spiegare, nel panico dellasituazione, che nella casa non c’eranoarmi né partigiani, come si poté verificare.Ma anche in altre località della strage nonc’erano armi né partigiani, quasi solodonne, vecchi, bambini, e vennero uccisi.Pare che, grazie alla mediazione dellaClerici, Saalfrank consultasse viaradiotelefono il suo superiore, Reder, cheseguiva l’operazione da Rioveggio; certo èche gli ospiti della Villa non furonotoccati. Il coraggio di una donna, lapotenza spiazzante e imprevista dellalingua dell’occupante in bocca a una dellevittime designate, e il copione vienestracciato. (S.D.)

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La storica Deoriti offre una nuova pista di approfondimento per tornare alle vicende di quei terribili giorni del 1944. Documenti e testimonianze raccontano i personaggi femminili, «anello forte» delle famiglie

Così Jone Clerici salvò decine di sfollati

focus6 BOLOGNASETTE

Domenica12 agosto 2018

Page 7: Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

intervento. Alle 8.30 arrivo al bivio per il Molino di Casio doveverranno organizzati due gruppi. Il primo gruppo si trasferirà aProvalecchio e il secondo al Molino di Casio. Le due squadrepuliranno i tratti di sentiero fino al Ponte di Castrola e i due accessi alponte gravemente invasi dalla vegetazione. Alle 13 conclusione lavori espuntino al sacco. Per maggiori informazioni e adesioni è possibilecontattare direttamente: Mauro Lenzi 366.2072161 –[email protected] – Renzo Zagnoni 340.2220534

musica e spettacoli B’EST MOVIE. Venerdì 17 alle 21, a San Pietro in Casale in piazzaMartiri, proiezione del film «Il vigile» (1974) con Alberto Sordi eVittorio De Sica. La serata è organizzata dal Comune di San Pietro inCasale e dalla Pro Loco, in collaborazione con l’associazione«Amarcord al cafè», nell’ambito dell’iniziativa «B’Est Movie. Belle storieilluminano le stelle». L’ingresso allo spettacolo è libero. In caso dimaltempo la proiezione avrà luogo nel vicino Cinema Teatroparrocchiale Italia.

diocesi CHIUSURA ESTIVA CURIA. Gli uffici della Curia arcivescovile resterannochiusi per la pausa estiva fino al 19 agosto compresi. OPERA MURATORI. Martedì nel cortile dell’Opera diocesana EmmaMuratori (via De’ Gombruti 11) si terrà la Veglia dell’Assunta. Alle20.30 canto orientale dell’«Akathistos» in onore della Vergine Maria,processione con l’immagine della Madonna Nicopeja e benedizionealla città in piazza Malpighi presso il monumento a Maria; segue festainsieme nel cortile dell’Opera.

parrocchie e chiese TOLÈ. Nella parrocchia di Tolè mercoledì 15 agosto si festeggerà laPatrona. Martedì dalle 16 alle 17.45 confessioni, alle 17.30 Rosario,alle 18.30 Messa e dalle 20.30 festa conclusiva di Estate Ragazzi.Mercoledì le Messe saranno alle 8, 11.15, in forma solenne, e 18.30;alle 18 recita del Rosario e alle 20.30 Vespri solenni e processione conl’immagine dell’Assunta. Dalle 16 alle 18 concerto della bandamusicale di Samone, che suonerà anche durante e dopo la processioneserale. Inoltre, martedì e mercoledì sarà aperta la pesca di beneficenzapro opere parrocchiali. SANTA MARIA DELLA PACE DEL BARACCANO. Mercoledì 15 alle 10.30 nelsantuario di Santa Maria della Pace del Baraccano, celebrazione dellaMessa, ricordando la nascita di sant’Oscar Arnulfo Romero. Al termine,incontro con don Antonio Agnelli, teologo e studioso di monsignorRomero, che presenterà il suo ultimo libro: «Il Dio delle Vittime». MONTEPASTORE. Oggi, nella parrocchia di Montepastore, si conclude latradizionale festa in onore della Beata Vergine del Buon Consiglio,detta «dei galletti». Alle 10 Messa e alle 16 Rosario e solenneprocessione con l’immagine della Vergine. VEDEGHETO. Oggi, a Vedegheto, si celebra la tradizionale «Festa deireduci». Alle 17.30 Messa solenne e processione e dalle 19 standgastronomico. Il ricavato sarà devoluto per il restauro della chiesa. LOIANO. Oggi a Loiano si conclude la «Festa grossa» in onore dellaMadonna del Carmine. Le Messe saranno alle 9.30, 11.30 e 17,quest’ultima seguita dalla solenne processione con l’immagine dellaMadonna. Il programma folkloristico prevede dalle 19 gonfiabili perbambini, stand gastronomico, pesca di beneficenza e nella salaparrocchiale mostra fotografica «Arte e fede nel territorio delle pievi diBarbarolo e Monghidoro» a cura di Eugenio Nascetti; alle 21 nellapiazza della chiesa concerto della banda Bignardi di Monzuno e alle23.45 fuochi d’artificio. Domani alle 16 tradizionale festa sui monti.Nei locali della mostra sarà disponibile gratuitamente il libretto «IlChiodo e la medaglia», sulla vita di padre Paolino Baldassari, servita,originario di Loiano, missionario in Brasile per oltre di sessant’anni emorto nel 2016. A due anni di distanza dalla sua scomparsa questapiccola biografia vuole essere un omaggio alla sua opera ed è il fruttodelle interviste fatte da fra Franco Azzali, nella parrocchia di SenaMadureira, a un anno della morte di padre Paolino. RENAZZO.Martedì alle 18, nella chiesa di San Michele Arcangelo diPoggio Renatico, sarà celebrata una Messa in suffragio del seminaristaPaolo Tagliani, prematuramente scomparso il 14 agosto 1994 assiemead altri due seminaristi, suoi compagni di classe. Presiederà la Messamonsignor Gino Strazzari. Chi desidera partecipare e concelebrare èpregato di darne conferma scrivendo a:[email protected]

societàCAI DI PORRETTA. In preparazione alla giornata al ponte di Castrola,organizzata, nella domenica 16 settembre, da Radio Rdm e dal Cai diPorretta, per sensibilizzare i Comuni di Castel di Casio e diCamugnano al salvataggio e restauro del bellissimo ponte di Castrola,del 1850, ancora miracolosamente in piedi, il Cai di Porrettaorganizza, sabato 18 agosto, una giornata di pulizia del tratto delsentiero 167 che porta al ponte da nord (da Provalecchio) e da sud(dal mulino di Casio). Alle 8 ritrovo nel piazzale degli Alpini (stazionedi Porretta lato Berzantina) e partenza con auto proprie per la zona di

Settimana di chiusura per gli uffici di Curia - A Tolè la conclusione dell’esperienza di Estate ragazziAl Baraccano si commemora la figura di monsignor Oscar Romero - Vedegheto ricorda i suoi reduci

Zuppi a Boccadirio per la festa dell’Assuntaarà festa grande nel santuario di Boccadirio, in occasione dellasolennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, per la so-

lenne celebrazione eucaristica all’aperto, presieduta dall’arcivesco-vo Matteo Zuppi, mercoledì 15 agosto alle 11. Nella stessa giornata,alle 16 dopo l’arrivo del tradizionale angioletto, Messa pomeridianaall’aperto. Intanto, continua fino a martedì la Novena dell’Assunta,ogni sera alle 21, con la preghiera del Rosario «aux flambeaux» nelchiostro, seguita dal canto delle litanie, dalla riflessione e dalla be-nedizione in Santuario. Inoltre,proseguono le iniziative per so-stenere il restauro dell’organoFilippo Tronci II (1847), rima-sto muto per quasi 70 anni, conil concerto «Armonie per Ma-ria» che si terrà nel chiostromartedì 14 alle 18.30. Nell’oc-casione, si esibirà il baritonoLeo Nucci con il suo quartettodi archi «Italian chambre ope-ra ensamble» e musiche di J.Massenet, G. Verdi, C. Frank eF. Schubert. Il costo dell’inter-vento per il risveglio dell’orga-no sarà di 100.000 euro; perdonazioni: c/c postale n.301408.

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Una Messa per Alice Gruppioni a Pianoro Nuovoenerdì 3 agosto, nella chiesa di Pianoro Nuovo, il vescovo ausiliareemerito monsignor Ernesto Vecchi ha celebrato la Messa in suffragio

di Alice Gruppioni, nel quinto anniversario della morte. Nell’omelia delVescovo c’è la ricerca di ciò che il Signore ha voluto dire con il sacrificiodi Alice, morta sul lungomare di VeniceBeach, a Los Angeles, dove si trovava inviaggio di nozze. «Con l’Eucaristia – hadetto Vecchi – la Chiesa offre a tutti noila chiave interpretativa della sofferenzacausata dal peccato delle origini eindica la via per trasformarla in valoreredentivo. Il sacrificio di Alice è entratoin questa dinamica salvifica, con unocchio di riguardo verso le persone alei più care».

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Campeggio, pellegrinaggio alla Madonna delle Grazieentre a Monghidoro mercoledì prossimo si festeggerà la festadell’Assunta, nella sua frazione di Campeggio, dov’è situato il

Santuario con la fedele riproduzione della grotta di Lourdes, si celebrala festa del Campanile. Fra le tante iniziativequella più sentita, che da 28 anni vede tantapartecipazione, è il pellegrinaggio alSantuario mariano bolognese di Boccadiriosull’Appennino tosco–emiliano. All’alba delprossimo 14 agosto un gruppo, rievocandouna tradizione dei nonni, si snoderà a piediper i 29 chilometri di sentieri che separano idue Santuari. L’arrivo a Boccadirio è previstoper le ore 12. Alle 12.30 padre BernardoBoschi celebrerà la Messa, alla qualeparteciperanno anche quanti giungerannoin auto. Seguirà il pranzo sotto i faggi, comeun tempo. L’ iniziativa odierna nacque neglianni novanta da una idea di un certoAchiluzzi, lo «sceriffo», il quale, con l’intentodi riportare alle origini il pellegrinaggio aBoccadirio trasformò la «Passeggiata del

Villeggiante» che terminva alla Croce dell’Alpe sulla vetta al monte chesovrasta Monghidoro. Una decina di anni fa lo «Sceriffo» passò iltestimone a Maria Pia Boschi e Arnaldo Vitelli, coadiuvati dal veteranoRemo Boschi, da Massimo Gitti, da Valerio Monti e da tanti altri

volenterosi. La Festa del Campanile aCampeggio è iniziata domenica scorsacon la celebrazione della Messapresieduta da padre Boschi, nel corsodella quale sono stati rivolti gli auguridi buon compleanno a Lamieri Giannaper i suoi 102 anni. Agli auguri si èunita anche il sindaco BarbaraPanzacchi, che offrendo un mazzo difiori si è congratulata con la festeggiata.E’ seguito poi il pranzo degli anzianiultrasessantacinquenni; mentre in unlato dell’impianto sportivo è stataallestita una mostra fotografica,anticipazione di quella che rievocherà i30 anni dei pellegrinaggi dei fedeli diCampeggio a Boccadirio.

Roberto Bevilacqua

MCenacolo di Pontecchio, una veglia per San Massimiliano Kolbe

icorre martedì la memoria di san Massimiliano Kolbe, il padre francescano mortonel campo di concentramento di Auschwitz dopo aver chiesto di prendere il posto

di un giovane padre di famiglia. Martedì 14 alle 20.30 nel Cenacolo mariano diBorgonuovo di Sasso Marconi si terrà una veglia di preghiera per tutti, in occasionedella festa di san Massimiliano Kolbe. «Sono qui per condividere con voi il tristedestino del campo di concentramento»: con queste semplici parole sussurrateall’orecchio terrorizzato di un giovane soldato polacco di ventiquattro anni, EnricoSienkiewicz, poi sopravvissuto al campo diAuschwitz, Massimiliano Kolbe ha sintetizzatol’impegno di una vita. Uno degli aspetti piùstupefacenti della testimonianza di Kolbe stanella forza con cui ha fatto sua la parola di Gesù«amatevi gli uni gli altri», e nella concretezza concui l’ha messa in pratica alla maniera del suofondatore, quel Francesco d’Assisi che gli hatrasmesso un’unica regola: il Vangelo sine glossa,ossia da vivere nudo e crudo, così com’è. Con tuttala sua sconvolgente carica di amore e tenerezza,vera rivoluzione in grado di cambiare il mondo.

Monica Reale, missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe

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Madonna della Rocca, l’arcivescovo torna a celebrare la patrona di Centofrancescani dicono “pax et bonum”, io vi dico “pax et relax”». Con queste parole il 14 agosto dello

scorso anno l’arcivescovo Zuppi concluse la solenne concelebrazione nel parco del convento dei fra-ti cappuccini a Cento, in occasione della festa della Madonna della Rocca. Anche quest’anno monsignorZuppi sarà nel parco dei frati, martedì, per la celebrazione della Messa insieme ai sacerdoti di Cento e delVicariato omonimo. Il programma prevede: martedì alle 17.45 primi Vespri, alle 18.30 solenne concele-brazione presieduta dall’arcivescovo con la benedizione dei bambini; seguirà la cena insieme a monsignorZuppi nel parco del convento e alle 21 il tradizionale concerto di Ferragosto con «Christian & Ramin». Mer-coledì Messe alle 7.30, 9, 10.30, alle 18 Rosario e alle 18.30 Messa solenne presieduta da monsignor Ste-fano Guizzardi. Alle 20.45 secondi Vespri, solenne processione per le vie della città, con la banda filarmo-nica di San Carlo e al termine, nel parco del convento, discorso conclusivo e benedizione impartita da donGiuseppe Bachetti, Vicario della cattedrale di A-scoli Piceno e «Missionario della Misericordia» i-stituito da papa Francesco. I festeggiamenti, iniziatiil primo di agosto nel parco del convento, que-st’anno hanno un motivo di gioia in più: l’iniziodei lavori di recupero del Santuario, previsto il me-se prossimo. A tal proposito è stata lanciata l’ini-ziativa «Cento mattoni per un Santuario» per rac-cogliere fondi per le migliorie da apportare al San-tuario al termine della ristrutturazione e in parti-colare: il riscaldamento, l’impianto luce e l’orga-no. In queste serate allietate da musica, comicitàe tanta devozione, è fondamentale l’impegno co-stante e fedele dei collaboratori e degli amici delSantuario, che ogni sera accolgono tutti nel parcodel convento divenuto il salotto estivo della città.

Gli anniversari della settimana

15 AGOSTO Sandri don Giovanni (2014)

16 AGOSTO Guidi don Cesare (1982)

18 AGOSTO Guizzardi don Cesare (1967) Malaguti don Dario (1999)

19 AGOSTO Negrini don Alberto (1962) Piazza monsignor Natale (2014)

La devozione mariana a Poggio di San Giovannin occasione della solennità dell’Assunzione di Maria, il santuariodella Madonna del Poggio vede confluire tantissimi fedeli per

onorare la Beata Vergine delle Grazie e partecipare alla festatitolare. Ci si sta preparando con la novena, che vede la presenzadei pellegrini dalle parrocchie della zona, con i seguenti orari:Messe alle 6.30 e 7.15 e Rosario meditato alle 20.30. I testi delleMesse cercano di aiutarci a riscoprire la centralità della Parola di

Dio nella vita della Chiesa edi ogni battezzato, così comeha invitato a fareparticolarmente quest’annol’arcivescovo monsignorMatteo Zuppi. Alla sera,durante il Rosario meditato,saranno letti brani delVangelo che aiuteranno aseguire nella preghiera sia ilpellegrinaggio dei giovanid’Italia verso Roma, perl’incontro con papa Francescoal Circo Massimo e in piazzaSan Pietro, sia lapreparazione del Sinodo per i

giovani previsto nel prossimo mese di ottobre. Sempre intensa èl’implorazione, per intercessione della Madre Celeste, affinchénumerose siano le vocazioni al sacerdozio. La solennitàdell’Assunzione della Beata Vergine prevede la celebrazione delleMesse alle 8, 11 e 18.30 e la recita del Rosario alle 17.30. Alla sera,alle 20.30, il canto dei Secondi Vespri e la processione sarannopresieduti da monsignor Gabriele Cavina, parroco di Le Budrie eCastagnolo. La festa religiosa si dilata anche in alcune iniziativeesterne, come la pesca in favore del santuario, le leccorniegastronomiche nel pomeriggio e nella serata di Ferragosto e ilconcerto eseguito da un gruppo musicale giovanile. (A.B.)

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L’arcivescovo alla festa dello scorso anno

Appuntamenti in Certosa e a Castel di Casioell’ambito del «Calendario estivo» del complessomonumentale del cimitero monumentale della

Certosa, mercoledì 15 alle 20.30, si terrà l’iniziativa«Ritratti di famiglia. Artisti ed eroi tra patria earcheologia». La serata, a cura dell’associazione culturale«Didasco» e di «8cento» (prenotazione obbligatoria al348.1431230 in orario pomeridiano e serale) vuoleripercorrere storie inedite e affascinanti dell’Ottocentofelsineo. L’iniziativa viene organizzata in occasione dellamostra «Ritratti di famiglia. Personaggi, oggetti, storie delMuseo Civico fra Bologna, l’Italia e l’Europa», cheproseguirà fino al 19 agosto al Museo civico archeologico(via dell’Archiginnasio, 2), con i seguenti orari: da martedìa venerdì, ore 9 – 18; sabato, domenica e festivi, ore 10 –18.30. Per gli appuntamentiestivi di Nuèter invece,venerdì 17 agosto alle 17, inoccasione dellarievocazione medioevale diCastel di Casio, presso lachiesa parrocchiale, lostorico Renzo Zagnoniparlerà sul tema:«Longobardi e bizantini unconfine nella montagnabolognese».

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Il Santuario di Boccadirio

La chiesa di Pianoro

San Massimiliano Kolbe

La Madonna del Poggio

Foto dopo la Messa di domenica a Campeggio

notizie

[email protected]

le sale della comunità

A cura dell’Acec–Emilia Romagna

TIVOLI v. Massarenti 418 Benedetta follia 051.532417 Ore 21

Le altre sale della comunità sono chiuse per il periodo estivo.

L’ingresso della Certosa Una scena del filmcine

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Domenica12 agosto 2018

BOLOGNA 7SETTE

OGGIA Roma, partecipa all’incontro dei giovani con papa Francesco in vistadel Sinodo a loro dedicato.

LUNEDÌ 13Alle ore 18 in Seminario interviene al convegno «Fede e profezia in AldoMoro» e inaugura la Festa di Ferragosto

MARTEDÌ 14 Alle 18.30 Messa a Cento per la festa della Madonna della Rocca, nelparco vicino al Santuario

MERCOLEDÌ 15Alle 11 Messa al santuario di Bocca di Rio per la festa dell’AssuntaAlle 18 Messa nel parco di Villa Revedin per la festa dell’Assunta nelcontesto della Festa di Ferragosto

in memoria

Page 8: Aldo Moro, I la verità nella carità...di Dio. Avremo come icona biblica di riferimento la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo sulla prima comunità e il primo discorso di Pietro

DI ANDREA CANIATO

alta valle del Reno,zona appenninica dacui deriva il nome

dell’omonimo vicariato, èuna di quelle porzioni diterritorio diocesano cheprima delle altre è statainvitata ad una forteriflessione circa la propriaunità. Già nel 2011, infatti, ilcardinale Carlo Caffarraaveva dato il via a questopercorso volto all’unionedegli sforzi di presbiteri elaici con l’indizione delPiccolo sinodo dellamontagna. «Abbiamo giàavuto parecchi incontri, siafra laici che fra sacerdoti,

parlando ampiamente distrategie comuni». A parlareè don Silvano Manzoni,parroco di Vergato emoderatore dell’omonimaZona pastorale. «Essa ècomposta – spiega – daquindici parrocchie, mentre isacerdoti presenti sono sette.Molte di queste realtàparrocchiali sono di piccoledimensioni – prosegue –, equesto ci sprona nelladirezione propostadall’arcivescovo MatteoZuppi che è quella divalorizzarle, soprattuttopartendo dalle specifichetradizioni di ognuna». Anchealtre sono le tematiche circale quali monsignor Zuppi ha

richiesto una particolareriflessione. Fra esse la carità, igiovani, liturgia e catechesi.«Quello caritativo è uncampo nel quale lacollaborazione fra parrocchieè già molto avanzata, mentrela catechesi sarà un ambitodi riflessione che ci occuperàparticolarmente: essa –spiega don Manzoni – ègestita in maniera diversa daparrocchia a parrocchia,compresa la gestione deicatechisti. Quest’anno –prosegue – abbiamorealizzato un incontro contutti loro, e l’entusiasmo nonè mancato per questa provadi unità». Problema comunea tutta la zona appenninica

bolognese, è la scarsità digiovani sul territorio. «Al dilà del numero esiguo –commenta don Manzoni –siamo attualmente sprovvistidi qualcuno che possadavvero seguirli e risponderealle loro esigenze. Nonimporta che sia unconsacrato – aggiunge –, mabasterebbe un giovaneadulto che abbia la capacitàdi coinvolgerli e radunarli».Fra le cause di questa bassapartecipazioni di giovanigenerazioni alla vita dellaparrocchia, non vi è peròsolo la scarsa presenzanumerica. «Ai nostri ragazzimanca anche il tempo –osserva don Manzoni –. Mi

riferisco al fatto chemoltissimi di loro lavoranoo studiano a diversichilometri da qui, e lapartecipazione divieneforzatamente assente osporadica». Anche latematica della missionarietà,centrale nella Nota pastoraledell’arcivescovo Zuppi, ponediverse sfide pastoralisoprattutto nei confronti dellaicato. «Ciò non significafuggire da responsabilità eruolo – conclude donManzoni –, ma richiedere unaiuto imprescindibile e voltoall’inclusività dei laici.Nostro dovere, adesso, è farloro prender coscienza diquesto».

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A sinistra la chiesa di San Paolo di Ravone. Sotto una panoramica di Porretta Terme

DI MARCO PEDERZOLI

ppena fuori via Sant’Isaia, vicinaa una delle porte della cintamuraria cittadina, abbiamo

incontrato don Alessandro Astratti. E’il parroco di San Paolo di Ravone chefa parte del Vicariato «Bologna–Ravone» e della nuova Zona pastoraledenominata «Via Emilia». «Ci troviamo nella porzione sud–ovestdella diocesi – racconta don Astratti –che si trova fra l’Ospedale Maggiore ela Certosa. Si tratta di una territoriomolto popolato e attraversato dalla viaEmilia Ponente – continua – così comeda altre importanti arterie cittadine».Della Zona pastorale, oltre allaparrocchia di don Alessandro Astratti,fanno parte anche quelle di SantaMaria «Regina Mundi», San GiuseppeCottolengo e Santa Maria delle Grazie.«Tutte realtà numericamenteimportanti – fa notare don Astratti –così come tutto il resto del Vicariato:basti pensare alle comunità della BeataVergine Immacolata o di Sant’Andreadella Barca». Questo grande Vicariato,che comprende anche il santuariodella Beata Vergine di San Luca, è orastato diviso in Zone pastorali pervenire incontro alla nuova prospettivadi Chiesa locale pensata e decisadall’arcivescovo Matteo Zuppi. «Intotale, la Zona che modero conta treparroci, ed è nostra intenzioneincominciare un lavoro comune –sottolinea don Astratti – proprio comeprospettato da monsignor Zuppi.Confidiamo che esso porti più fruttipossibili, anche se le sfide sono tante etutte da pensare e re–inventare.Dobbiamo dare un’impostazionenuova alla pastorale perché – spiega –nuovo è il contesto da cui essascaturirà». Commentando l’impattodella Nota arcivescovile sulle comunitàdi cui è moderatore, don AlessandroAstratti parla di «una novità per noisacerdoti ma soprattutto perparrocchiani e collaboratori: devonocapire che la pastorale cambia perchési è modificata la realtà sociale nellaquale viviamo e agiamo. Questo sarà ilprimo impegno – specifica –, ossiaallungare lo sguardo e ampliare leprospettive insieme alle parrocchievicine, cercando di insegnare questoalla nostra gente». Catechesi e caritàsono state fra le priorità indicate dalVicario generale per la sinodalità,monsignor Stefano Ottani, comeambiti privilegiati d’interventocomune per le neonate Zone pastorali.«Proprio da qui cominceremo la nostrariflessione e la nostra azione con leprossime assemblee parrocchiali e conquella della zona pastorale, prevista inautunno – spiega don Astratti. Nelfrattempo cercheremo di spiegare ciòche sta avvenendo ai nostri fedeli,mettendoli davanti alla realtà diBologna: un contesto che ovviamente

Aben conoscono, ma – sottolinea – delquale vogliamo spiegare anche leproblematiche che le parrocchie oggi sitrovano a vivere. Ad esempio lacatechesi. Essa – racconta donAlessandro Astratti – viene pensata inmaniera individuale e in modo,quindi, anche molto diverso da unaparrocchia all’altra. Questo rappresentauna fatica non di poco conto,soprattutto per i bambini che si

trovano a vivere in una parrocchia, maa partecipare al catechismo inun’altra». Collaborazione al centro,dunque, con un impegno a cercareforme nuove di pastorale. «Le difficoltàcerto non mancano – ammette donAstratti – perché nelle nostre grandiparrocchie abbiamo sempre vissutocon importanti individualità. Ancheautoreferenzialità, purtroppo, che vaassolutamente modificata – prosegue –

innanzitutto lavorando e collaborandoinsieme a chi ci sta vicino. Non si puòfare tutto e sempre da soli pensando odicendo “tanto noi abbiamo inumeri!”. Questo processo dicambiamento – conclude – va iniziatosenza foga, ma con la volontà di fare. Iprimi passi che muoveremo sono, amio parere, i più importanti perchésono quelli che getteranno le basi peril futuro».

Così Ravone si rinnova:la sfida della via Emilia

La chiesa di Vergato

«Ripartiamo dai giovani», riprende il cammino di Vergato

Un importanteagglomerato di fedeli, in uno dei puntinevralgici dellanostra cittàIl viaggio fra le nuove Zonepastoralibolognesi giungenella primaperiferia ovest,fra parrocchievivaci e partecipate,accomunatedall’obiettivo di unire le forze in un contestosociale e demografico che cambia

La zonaappenninica della diocesi, già interessata dal Sinodo della montagna,lavora per far fronte alle esigenze del territorio

l viaggio di 12Porte e Avvenire–Bo7 frale Zone pastorali recentemente istituite

attraverso la Nota pastoraledell’arcivescovo Matteo Zuppi, proseguequesta settimana nei vicariati di«Bologna–Ravone» e «dell’Alta Valle delReno». Si tratta di due zone molto diversefra loro: la prima si trova nella primissimaperiferia cittadina, la secondasull’Appennino bolognese. Per il primovicariato abbiamo incontrato donAlessandro Astratti, parroco a San Paolo diRavone e neo–moderatore della Zonapastorale «Via Emilia». Le altre comunitàparrocchiali che la compongono sonoMaria «Regina Mundi», San GiuseppeCottolengo e Santa Maria delle Grazie. Ilpresente vicariato è altresì composto dallaZone pastorale di «Meloncello–Funivia»,moderata da don Mirko Corsini. Ne fannoparte le comunità di Santa Croce diCasalecchio di Reno, San Gioacchino,Santa Maria Madre della Chiesa,Sant’Eugenio, San Giuseppe Sposo, SantaMaria di Casaglia e Sacra Famiglia. Fainoltre parte del vicariato «Bologna–Ravone» anche la Zona pastorale della«Barca», composta dalle parrocchie dellaBeata Vergine Immacolata, Cristo Re eSant’Andrea della Barca. Per l’alta valledel Reno, abbiamo invece incontrato donSilvano Manzoni, parroco di Vergato emoderatore dell’omonima Zona. Essa ècomposta dalle comunità di Carbona,Calvenzano, Carviano, Grizzana,Tavernola, Veggio, Pioppe, Salvaro, Riola,Savignano, Vimignano, Verzuno, Marano eRocca Pitigliana. Il vicariato è compostoda altre tre Zone pastorali: Alto RenoTerme–Camugnano–Castel di Casio,moderato da don Lino Civerra; Lizzano inBelvedere e Gaggio Montano, moderatoda don Cristian Bisi; Castel d’Aiano e Tolé,moderata da don Paolo Bosi.

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i vicariati

Dal centro alla montagna,i tanti volti della Chiesache si rigenera

Un itinerarioper scoprire le comunità

primo piano8 BOLOGNASETTE

Domenica12 agosto 2018