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SICÀR Città della Samaria, luogo dell’incontro e del dialogo tra Gesù e la Samaritana. Un incontro che supera le barriere e che permette allo spirito di dissetarsi. EDITORIALE SOMMARIO Sotto i riflettori Pensiamo al valore della vita 2 Accadde Domani Napoli e l’ecumenismo Christ Church 3 Primavera dello Spirito 4 Frammenti di vita 5 Scelti per voi La ricerca della felicità 6 Tutti a tavola! Lasagne alla napoletana 7 Un po’ di relax 7 Redazione e contatti 8 Cari lettori, è da un pò che non vi presento il nostro caro giornale parrocchiale. Ebbene, posso dirvi con certezza che nello sfogliarlo troverete tanti articoli interessanti, ad esempio quelli sulla settimana ecumenica, della quale nei giorni scorsi abbiamo sentito tanto parlare anche in parrocchia, ma che per tanti, me compreso, è risultato un argomento un pò sconosciuto. Poi un bell’articolo della nostra caporedattrice sulla giornata della vita, e come dimenticare il racconto delle esperienze personali di due nostre catechiste e l’articolo del diacono Santoro sul giorno della ”Candelora”, ovvero quello della presentazione di Gesù al tempio. Ancora per la pagina delle recensioni un toccante L’ANGOLO DELL’AGIOGRAFO S. VALENTINO 14 FEBBRAIO Con questo nome la chiesa ricorda due santi entrambi martiri vissuti nel III secolo. Il primo era un sacerdote romano che subì il martirio nel 268 sotto il regno dell’imperatore Claudio il Gotico (268- 270), il secondo venne decollata cinque anni più tardi ed era vescovo di Terni. Nulla dunque collega questi due santi con la festa degli innamorati che si suole festeggiare il giorno di san Valentino. Gli studiosi hanno stabilito che l’origine della ricorrenza è probabilmente medievale e di ambito anglosassone: è associato al fatto che verso il 13 o il 14 di febbraio, epoca dei primi tepori primaverili, gli uccelli entrano nella stagione degli amori e iniziano a nidificare. RINO D’ANDREA articolo su un bellissimo film, che in questi giorni è proiettato nelle sale e tanto sta facendo riflettere sulla tanto agognata (da noi tutti) felicità. Vorrei anche segnalarvi che nella consueta rubrica “L’angolo dell’agiografo” si parla di un santo troppo commercializzato, il quale ha una bella storia personale che in molti ignorano. Ed infine, ad alleggerire il tutto, una bella ricetta per preparare una succulenta portata da condividere con le persone care ed i giochi che ci distraggono da pensieri ben più ”pesanti” che ci attanagliano durante tutto il mese. Lasciate che vi esprima il mio giudizio personale: questo è tra i numeri più belli pubblicati. Buona lettura. SALVATORE D’ANDREA PRIMA DI TUTTO L’UOMO Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista nella natura. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare ma prima di tutto credi all’uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri ma prima di tutto ama l’uomo. Senti la tristezza del ramo che secca dell’astro che si spegne dell’animale ferito che rantola ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell’uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra: l’ombra e la luce ti diano gioia le quattro stagioni ti diano gioia ma soprattutto, a piene mani ti dia gioia l’uomo! NAZIM HIKMET ANNO 3 NUMERO 19 FEBBRAIO 2007

ANNO 3 NUMERO 19 - Libero.it 19.pdf · benedicente ed era come se un’unica consapevolezza alla fin fine pervadesse tutti: siamo diversi, ma siamo tutti cristiani! Terminata la celebrazione

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  • SICÀR Città della Samaria, luogo dell’incontro e del dialogo tra Gesù e la Samaritana. Un incontro che supera le barriere e che

    permette allo spirito di dissetarsi.

    EDITORIALE

    SOMMARIO

    Sotto i riflettori Pensiamo al valore della vita

    2

    Accadde Domani Napoli e l’ecumenismo

    Christ Church

    3

    Primavera dello Spirito 4

    Frammenti di vita

    5

    Scelti per voi La ricerca della felicità

    6

    Tutti a tavola! Lasagne alla napoletana

    7

    Un po’ di relax

    7

    Redazione e contatti 8

    Cari lettori, è da un pò che non vi presento il nostro caro giornale parrocchiale. Ebbene, posso dirvi con certezza che nello sfogliarlo troverete tanti articoli interessanti, ad esempio quelli sulla settimana ecumenica, della quale nei giorni scorsi abbiamo sentito tanto parlare anche in parrocchia, ma che per tanti, me compreso, è risultato un argomento un pò sconosciuto. Poi un bell’articolo della nostra caporedattrice sulla giornata della vita, e come dimenticare il racconto delle esperienze personali di due nostre catechiste e l’articolo del diacono Santoro sul giorno della ”Candelora”, ovvero quello della presentazione di Gesù al tempio. Ancora per la pagina delle recensioni un toccante articolo su un bellissimo film, che in

    L’ANGOLO DELL’AGIOGRAFO S. VALENTINO

    14 FEBBRAIO Con questo nome la chiesa ricorda due santi entrambi martiri vissuti nel III secolo. Il primo era un sacerdote romano che subì il martirio nel 268 sotto il regno dell’imperatore Claudio il Gotico (268-270), il secondo venne decollata cinque anni più tardi ed era vescovo di Terni. Nulla dunque collega questi due santi con la festa degli innamorati che si suole festeggiare il giorno di san Valentino. Gli studiosi hanno stabilito che l’origine della ricorrenza è probabilmente medievale e di ambito anglosassone: è associato al fatto che verso il 13 o il 14 di febbraio, epoca dei primi tepori primaverili, gli uccelli entrano nella stagione degli amori e iniziano a nidificare.

    RINO D’ANDREA

    articolo su un bellissimo film, che in questi giorni è proiettato nelle sale e tanto sta facendo riflettere sulla tanto agognata (da noi tutti) felicità. Vorrei anche segnalarvi che nella consueta rubrica “L’angolo dell’agiografo” si parla di un santo troppo commercializzato, il quale ha una bella storia personale che in molti ignorano. Ed infine, ad alleggerire il tutto, una bella ricetta per preparare una succulenta portata da condividere con le persone care ed i giochi che ci distraggono da pensieri ben più ”pesanti” che ci attanagliano durante tutto il mese. Lasciate che vi esprima il mio giudizio personale: questo è tra i numeri più belli pubblicati. Buona lettura.

    SALVATORE D’ANDREA

    PRIMA DI TUTTO L’UOMO Non vivere su questa terra

    come un estraneo o come un turista nella natura.

    Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre:

    credi al grano, alla terra, al mare ma prima di tutto credi all’uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri ma prima di tutto ama l’uomo.

    Senti la tristezza del ramo che secca dell’astro che si spegne

    dell’animale ferito che rantola ma prima di tutto

    senti la tristezza e il dolore dell’uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra:

    l’ombra e la luce ti diano gioia le quattro stagioni ti diano gioia ma soprattutto, a piene mani

    ti dia gioia l’uomo!

    NAZIM HIKMET ultima lettera al figlio

    ANNO 3 NUMERO 19

    FEBBRAIO 2007

  • PAGINA 2 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

    19

    FEBBRAIO 2007

    SOTTO I RIFLETTORISOTTO I RIFLETTORISOTTO I RIFLETTORISOTTO I RIFLETTORI

    Domenica 4 febbraio si è celebrata la XXIX Giornata per la Vita, ricorrenza che cade ogni anno la prima domenica di febbraio e che costituisce una serena e gioiosa occasione per riflettere sul valore della vita appunto, e sulle drammatiche offese e violenze che spesso tale valore è costretto a subire (si pensi al problema dell’aborto o alle violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni di minori indifesi). “Amare e desiderare la vita”, questo lo slogan scelto quest’anno, per la difesa del dono più grande che Dio ci ha fatto e che ogni giorno, quando apriamo gli occhi dopo il sonno notturno, ci rinnova. Dono non scontato né obbligato, si badi bene, e quindi da apprezzare fino in fondo per la sua incommensurabilità, e soprattutto… da vivere fino in fondo! In una giornata di sole e cielo limpido, anche se fredda, tante famiglie (moltissimi i bambini) al gran completo si sono presentate a Piazza Dante per il raduno iniziale, e hanno poi seguito a piedi il cardinale Crescenzio Sepe per tutta via Toledo, fino alla Galleria Umberto I. Presenti comunità parrocchiali, gruppi di azione cattolica, scuole, associazioni di volontariato, la passeggiata è stata animata da cori allegri, in un colorato scenario di palloncini, bandierine sventolanti, striscioni. In galleria presenti oltre 50 enti e associazioni con i loro stands, per la distribuzione di materiale informativo e l’accoglienza di una folla che a mezzogiorno, all’arrivo dell’arcivescovo, ha raggiunto il culmine, riempiendo tutti gli angoli

    della struttura. Poco dopo le 12 ha avuto inizio la solenne celebrazione eucaristica, presieduta da Sua Eminenza Crescenzio Sepe, che nell’omelia ha affrontato diverse questioni legate alla difesa e salvaguardia del valore della vita, soffermandosi in particolare sull’importanza dell’aiuto da offrire a quelle donne incinte che per solitudine e disperazione, sentendosi schiacciate da problemi più grandi di loro, spesso decidono di abortire, togliendo la vita a chi, come ha detto

    il cardinale, “non ha ancora la possibilità di scegliere”. Negli ultimi tre anni più di cento bambini sono stati salvati grazie al supporto psicologico e materiale offerto da alcune associazioni alle loro mamme, giunte sul punto di prendere la decisione fatale e

    disfarsi dei loro piccoli prima della nascita; il vescovo ha evidenziato con gioia questi dati positivi, mostrando le foto dei bimbi che sono venuti al mondo e stanno bene come segnale di speranza e ottimismo, perché con la fede e la buona volontà qualcosa è sempre possibile fare. Una mattinata bella ed emozionante quella del 4 febbraio, spunto per una riflessione su questo dono della vita che tante volte, troppe volte, diamo per scontato, senza curarci di metterlo davvero a frutto vivendo un’esistenza piena. Proviamo a pensarci, quando al mattino apriamo gli occhi su un nuovo giorno, e che lungo il percorso, come ama dire il cardinale nel concludere le sue omelie, ‘a Madonna c’accompagne!

    ELOISA CROCCO

    PENSIAMO AL VALORE DELLA VITA…

  • PAGINA 3 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

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    FEBBRAIO 2007

    AAAACCADDE DOMANICCADDE DOMANICCADDE DOMANICCADDE DOMANI

    “Così parlò Gesù e, levati gli occhi al cielo, disse: Padre, ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo… Io ho dato loro la tua parola. Non chiedo che

    tu li tolga dal mondo, ma che li pre- servi dal maligno” (cf Gv 17, 1.15) Sono state queste le parola della

    Sacra Scrittura che hanno introdotto il discorso di Sua Eminenza Innokentij

    arcivescovo di Korsun-MOSCA- della Chiesa Ortodossa Russa. Mercoledì 24 gennaio, durante l’ottavario di preghiera per l’unita dei cristiani, la comunità di S.Egidio ha organizzato un incontro ecumenico sul tema: LA PREGHIERA E L’AMORE, LE SFIDE DELLE COMUNITA’ CRISTIANE OGGI. Partendo dal passo evangelico in cui Gesù prega per l’unità, Sua Eminenza Innokentij ha spiegato con forza la portata ancora attuale di tali parole. Come discepoli siamo chiamati, infatti, a proclamare le meraviglie del Padre e a renderGli testimonianza con la nostra vita… e tutto ciò non è possibile senza la preghiera. Sua Eminenza Innokentij ha affermato con forza che la preghiera è l’inizio e la fine della vita spirituale di ogni cristiano… è la più grande arte, è – come ricorda l’apostolo Paolo – il primo comandamento: “Pregate incessantemente”. La preghiera infiamma il cuore d’amore per Dio e per il prossimo; dunque, preghiera e amore si corrispondono: non c’è preghiera senza amore e non c’è amore senza preghiera… e proprio l’amore che imita quello gratuito di Cristo predispone il cuore alla preghiera. Risulta doveroso per ogni cristiano il compito di una preghiera tanto più forte quanto più grande è la distanza degli uomini da Dio. Illustrando una dinamica ampia della società contemporanea Sua Eminenza Innokentij ha sottolineato il fatto che oggi siamo di fronte a problemi molto seri: il mondo ha centralizzato la sua posizione e ha assunto un forte potere sull’anima… e questi sono problemi che toccano sia la chiesa cattolica che quella ortodossa. Davanti ad un mondo secolarizzato i cristiani delle diverse chiese sono chiamati ad assumere sfide comuni: da qui la necessità di una risposta con una sola voce. Occorre difendere i valori per una testimonianza autentica della VERITA’… avere Fede viva nel Dio vivente: Dio non è lontano da noi, è qui accanto a noi… è il Dio vivente che ci ama e si preoccupa della nostra salvezza e ci dà la forza per seguire un cammino di santità. Solo l’incontro col Dio vivente – ha concluso Sua Eminenza Innokentij – può tirare fuori l’uomo di oggi dalla crisi dell’anima… può trasmettergli speranza e dare alla sua vita un senso vero e pieno.

    SR. M. CRISTINA CATAPANO

    Percorrendo via S. Pasquale a Chiaia è difficile non rimanere colpiti da una chiesa, al numero 15B, che per la sua architettura si differenzia da tutto quello che la circonda. Siamo a Napoli, è vero, ma guardando la Christ Church si ha la netta impressione di trovarci per incanto in qualche contea della Gran Bretagna, magari dalle parti di Canterbury. Non è facile trovare aperta questa chiesa, se non nei momenti di culto propri della chiesa anglicana o per qualche evento culturale, ma giovedì 25 gennaio, alle 18.30, era illuminata e pronta ad accogliere i fedeli cristiani di tutte le confessioni. Si è celebrata qui, infatti, la chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, aperta il 18 gennaio nella chiesa dei nostri fratelli ortodossi e proseguita il 21 gennaio con la lunga e solenne preghiera in Cattedrale presieduta dal nostro Cardinale e dai pastori delle diverse confessioni cristiane presenti a Napoli. Il giorno della Conversione di S. Paolo, dunque, il pastore della Christ Church ha accolto i fedeli intervenuti alla Celebrazione ecumenica della Parola di Dio con grande gioia e, nonostante il suo italiano stentato, ha cercato in tutti i modi di farsi capire e rendere così piacevole la celebrazione. La chiesa era piena e per facilitare la comprensione della liturgia, che si è svolta alternando parti in inglese e parti in italiano, tutti i presenti avevano in mano un libretto bilingue – utilissimo! - e, nonostante qualche comprensibile errore, dovuto alla scarsa dimestichezza con l’inglese e la liturgia anglicana della maggior parte dei fedeli, il tutto si è svolto in un bel clima di preghiera e senza particolari intoppi. Molte facce inizialmente si guardavano attorno un po’ spaesate e incuriosite, osservavano la disposizione della chiesa, le bandiere inglesi, le vesti del coretto femminile che ha accompagnato la celebrazione, lo stesso pastore anglicano… poi, nell’abside, lo sguardo si posava su di un quadro raffigurante l’ultima cena, con Gesù al centro benedicente ed era come se un’unica consapevolezza alla fin fine pervadesse tutti: siamo diversi, ma siamo tutti cristiani! Terminata la celebrazione il volto sorridente del pastore ha salutato sulla porta della chiesa tutti gli intervenuti. La sua stretta di mano è stata un significativo sigillo su questa Settimana di preghiera.

    SR SILVIA MATTOLINI

    NAPOLI, CHRIST CHURCH: OCTAVE OF PRAYER FOR

    CHRISTIAN UNITY 2007

    NAPOLI E L’ECUMENISMO Cattolici e ortodossi… ad una sola voce

  • PAGINA 4 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

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    PPPPRIMAVERA DELLO SPIRIRIMAVERA DELLO SPIRIRIMAVERA DELLO SPIRIRIMAVERA DELLO SPIRITOTOTOTO

    . Questo ritornello, che tanti anni fa sentivo ripetere dagli anziani della mia terra d’origine, collega al Natale la festa liturgica della “Candelora”, più propriamente della presentazione di Gesù bambino al tempio, che si celebra quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, e dunque il 2 febbraio. Come riporta il Vangelo (Lc 2,22-40), in ubbidienza alla Legge data da Mosè (Es 13,1-3a.11-16), i genitori vanno a Gerusalemme per la loro purificazione e portano il bambino, il loro maschio primogenito, per offrirlo al Signore. Un uomo giusto e timorato di Dio, di nome Simeone, che viveva aspettando il conforto d’Israele, cioè la venuta del Messia, mosso dallo Spirito prende in braccio il bambino di Maria e benedice Dio, vedendo in quel bimbo il Salvatore atteso, gloria del popolo ebraico e luce per illuminare tutte le genti. Anna, poi, un’anziana e santa vedova, profetessa, che pure era là, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Con l’entrata di Gesù nel suo tempio, si adempie la profezia di Malachìa (3,1-4): il messaggero del Signore Dio viene a preparare la via della salvezza, a portare la nuova e definitiva alleanza a quanti hanno sospirato la redenzione e, ben guidati, son pronti ad offrire al Signore un’oblazione secondo giustizia, quindi gradita a Dio. “Vieni, Signore, nel tuo tempio santo”, risponde l’assemblea liturgica (in base al salmo 23) alla proclamazione del passo profetico: quando sono stati aperti gli ingressi, entri il re della gloria, entri Cristo Signore, il forte nella battaglia contro l’insidia del diavolo, il vincitore sulla morte. Naturalmente, il riferimento è al tempio rappresentato dal cuore dell’uomo, ed alle porte del cuore. La Candelora, festa delle luci, ebbe origine in Oriente con il nome di “Ipapante”, cioè “Incontro”. Nel secolo VI si

    estese all’Occidente: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele. La ricorrenza chiude le celebrazioni natalizie e apre il cammino verso la Pasqua. In effetti, all’inizio del rito, i fedeli, tenendo in mano le candele appena benedette ed accese, si dirigono in processione verso l’altare attorno al quale sarà svolta la liturgia eucaristica. Vanno incontro al Cristo, vera luce di tutte le genti, che viene al suo popolo, il quale l’attende nella fede, volendo uscire dalle tenebre del peccato: i fedeli possono trovarlo nella casa di Dio e riconoscerlo nello spezzare il pane, nell’attesa ch’egli venga e si manifesti nella gloria. E pregano così: “O Dio, compi in noi l’opera della tua misericordia: concedici, con la forza del pane eucaristico, di camminare incontro al Signore, per possedere la vita eterna”. Noi, un tempo pagani e poi battezzati cristiani, dopo aver visto con gli occhi della fede il Dio fatto carne venire da Betlemme ed essere diventati membra del suo popolo (il nuovo Israele, la Chiesa), muoviamo insieme, affrettiamoci incontro al Signore che si sta avvicinando: le nostre candele esprimano il fervore dello spirito, la luminosità dell’anima, la luce che risplende dinanzi a tutti, e che deriva dal chiarore del Risorto. Poiché il Signore ha manifestato la sua salvezza, si alzi Gerusalemme e risplenda: “è giunta la tua luce”, come profetizzato. Si rallegri, dunque, il popolo di Dio: viene il suo re, mite e salvatore. Il Signore ci conceda di essere presentati a Cristo, pienamente rinnovati nello spirito, per vederne le meraviglie. Riceviamo esultanti nell’anima la luce sfolgorante ed eterna, adoriamo il Signore nel suo tempio santo, ma nello stesso tempo siamone testimoni nelle nostre relazioni umane e sociali, messaggeri dello splendore divino.

    VINCENZO, diacono

    FEBBRAIO 2007

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

    "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".

    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". […] Luca 2, 22-40

    LA CANDELORA

  • FEBBRAIO 2007

    PAGINA 5 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

    19 FRAMMENTI DI VITAFRAMMENTI DI VITAFRAMMENTI DI VITAFRAMMENTI DI VITA

    UN DONO DAL CIELO Abito in questa zona da quasi 2 anni e mi sembra di esserci nata in questi vicoli… L’esperienza che mi accingo a raccontarvi è nata per caso e vi assicuro che non pensavo potesse trasformarsi per me in un evento della mia vita così grande, capace di riscaldarmi il cuore e l’anima per troppo tempo orfani di emozioni simili. Un giorno per caso, di ritorno dal lavoro, incontro il parroco della Chiesa dei SS. Apostoli (Padre Ciro), che mi chiede a brucia pelo, in modo diretto, senza neanche darmi la possibilità di pensarci su ,“ Verresti a dare una mano ad altre catechiste, con i bambini che si preparano per la prima comunione?” Non so cosa mi spinse realmente a rispondere di getto “si”, so solo che quel “si” è stata la magia di questa avventura. Ho imparato pian piano a conoscerli uno per uno, questi pestiferi, che oramai da due anni sono la mia compagnia domenicale e una presenza costante il lunedì, anche se i loro visi e i loro sorrisi sono sempre con me. Abbiamo percorso insieme un dolce cammino, crescendo insieme, creando un rapporto molto profondo e soprattutto vero, così come sono i bambini ”veri”. L’anno scorso avevo nella mia classe Vincenzo, Olimpia, Daniela, Roberta, Lucia ecc. e quando è arrivato il momento conclusivo del nostro cammino insieme,” il giorno della loro prima comunione”, ho pianto, un pianto di gioia. Quest’anno nella mia classe ci sono Raffaele, Renato, Mara, Maria O., Maria D., Ylenia, Anna, Paolo, Mariano ed Andrea e le emozioni che mi trasmettono sono sempre forti. Ridiamo, scherziamo e cerchiamo di prepararci ad accogliere nei nostri cuori (per loro sarà la prima volta) nostro Signore Gesù Cristo. I sorrisi ed i capricci di questi “miei” bimbi mi trasmettono forza e mi danno l’ottimismo per pensare positivo e sperare nel futuro, anche in questa città tanto fragile. Anche quest’anno li vedrò tutti preparati sull’altare, il giorno della loro prima comunione, altre lacrime scenderanno sul mio viso, naturalmente di gioia, e ringrazierò Iddio di avermi sempre segnato con la sua luce la strada da percorrere durante questa esperienza. Non so se quello che ho fatto l’ho fatto nella maniera giusta, ma di sicuro questa parentesi della mia vita lo paragonerei ad un quadro, un dipinto meraviglioso tracciato dalle mani del più Grande Maestro in assoluto della nostra vita, “Nostro Signore Gesù Cristo”: questo è il Suo regalo per me. Ah scusatemi, non mi sono neanche presentata: sono Francesca catechista del II anno.

    FRANCESCA ARMENTI

    TESTIMONE DI CRISTO “… e tu catechista sarai testimone di Cristo anche nell’annuncio della divina parola”. Questa è la frase che leggo ogni qualvolta apro la mia Bibbia, quella donatami da monsignor Petrone nel lontano 1976. Quanti anni sono trascorsi e quanti eventi hanno segnato la mia vita, tra questi anche l’abbandono del gruppo parrocchiale e di quello catechistico. Nonostante tutto ciò, la nascita delle mie due figlie mi ha riavvicinato ad un ambiente non del tutto sconosciuto. La frequentazione da parte loro di una scuola paritaria retta da suore e “l’adottare” e sentire mia, grazie a suor Luigina, insegnante di una delle due, la comunità dei SS. Apostoli, mi ha riavvicinato alla vita comunitaria. In tutto questo tempo ho partecipato con molto distacco a qualche attività parrocchiale e mi sono sempre tenuta fuori dall’impegno della catechesi. Poi, lo scorso anno, in seguito ad un avvenimento che mi ha scosso non poco, ho avuto segni tangibili della presenza del Signore e Lui mi è stato vicino. Allora quando padre Ciro durante l’omelia ci diceva che aveva bisogno di catechiste che facessero parte della comunità, ho cominciato a giustificarmi con me stessa, perché non mi sentivo pronta a ributtarmi nella mischia, a rimettermi in discussione. Alla fine però mi sono decisa ed è molto importante per me averlo fatto, perché anche se sono io che cerco di trasmettere le mie conoscenze e il mio amore per il Signore a questi piccoli, mi basta guardare i loro visi incuriositi, la gioia e l’entusiasmo con cui si lasciano coinvolgere nelle attività, per capire che alla fine io traggo dalla loro vitalità, dalla loro ingenuità e, non per ultimo, dall’affetto che mi dimostrano, la volontà e la forza di migliorare il mio vivere cristiano per essere di esempio a loro, che per ora seguono il cammino per il sacramento dell’Eucaristia e che in futuro dovranno proseguire e perfezionare il loro cammino di conoscenza del Signore e la loro crescita spirituale per partecipare poi attivamente alla vita parrocchiale ed arricchire così la nostra comunità.

    ROSARIA PELLINI

  • PAGINA 6 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

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    FEBBRAIO 2007

    SCELTI PER VOISCELTI PER VOISCELTI PER VOISCELTI PER VOI

    di “Spiderman” o l’efficacia o meno del ritmo incalzante di “Mission impossible”, ma non si può giudicare, secondo me, un affresco di realtà: se si lancia un giudizio vuol dire che non si è entrati in sala con la necessaria motivazione a lasciarsi commuovere, cioè a lasciarsi cambiare da una storia che parla della “nostra” realtà, non di supereroi e mondi fantastici. Il film l’ho visto per caso; con un amico avevamo deciso di non lasciarci scivolare addosso la “Giornata della memoria” della Shoah, lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, e volevamo vedere uno spettacolo teatrale composto di musiche e pensieri presi dalla cultura ebraica, al Sancarluccio in via San Pasquale a Chiaia. Abbiamo sbagliato orario però ed era già finito! La voglia che avevamo di “fare memoria” del dolore e della gioia dell’uomo, delle difficoltà e della bellezza della vita, non ci è passata. Con questa stessa voglia di “fare memoria” dell’uomo – cioè di noi stessi, in fin dei conti- e della complessità della sua esistenza, ci siamo diretti al cinema e il titolo “La ricerca della felicità” ci è sembrato all’improvviso come il titolo di tutte le storie dell’uomo, dall’inizio dei secoli; sarebbe stato un titolo splendido, abbiamo pensato, anche per la storia di una famiglia ebrea durante la persecuzione nazista. Anche i milioni di ebrei nei lager hanno avuto nel cuore, nel tempo che gli è stato loro concesso dalla ferocia che li ha poi sterminati, la speranza di ritrovare “la felicità”. Era davvero il titolo della vicenda umana, il denominatore comune che rimane sempre nel cuore … sia di un popolo perseguitato, sia di una famiglia dei nostri giorni costretta a dormire nel bagno di una metropolitana perché schiacciata dai debiti. Perché di questo parla il film di Muccino: di una famiglia “normale” sconvolta dalla “durezza” della vita … una famiglia normale come la nostra e come quelle – mi si perdoni il paragone continuo, ma si sta parlando dell’unica umanità - di milioni di ebrei sconvolti da una più terribile e devastante durezza solo sessanta anni fa. Se il cinema è davvero “compassione”, “cambiamento” invisibile della coscienza “scossa” da ciò che vede, allora anche una storia così quotidiana e “normale” ci rinnova e ci plasma, e usciamo con gli occhi lucidi, a testa alta, dalla sala … in mezzo ai commenti critici degli “esperti” di cinema…

    MASSIMILIANO CROCCO

    LA RICERCA DELLA FELICITÀ

    Domenica 28 gennaio 2007 Questa volta ho preso un bel taccuino grosso grosso – che mi fu regalato alla mia laurea - e da lì, con un paio di forbici gialle, ho ritagliato questo foglio bianco … sì: stavolta voglio scrivere con la penna … su un foglio. Può sembrare eccessivo, ma mi fa

    sentire più vivo rispetto a quando digito lettere sulla tastiera di un computer. Così invece ogni “h” è diversa dalla precedente, anche le “s” sono tutte diverse, perché a scrivere è una mano viva, non un elaboratore … non farà piacere ai nostri web masters, lo so, perché dovranno ricopiare tutto a computer… perdonatemi! Il fatto è che dopo aver visto “La ricerca della felicità”, l’ultimo film di Muccino, non avevo voglia di tasti ed interruttori, ma volevo aver a che fare con qualcosa che mi “parlava” della vita come un po’ di carta e una biro. Domani dovrei sostenere il mio primo esame all’università, dove ho intrapreso il secondo cammino di una seconda laurea, cinque anni dopo aver “conquistato”, con fatica, la prima. Ho una paura da matti e scrivere mi aiuta a distrarmi… comunque me la sono voluta io, perché mi è sembrato l’unico modo per uscire dal vuoto interiore accumulato e riprendere “la ricerca della felicità”. Il film di Muccino narra, con grande realismo e introspezione, qualcosa che sembrerà scontato … quasi banale, perché se ne parla ogni giorno: le vicende drammatiche di una normale famiglia alle prese con grandi difficoltà economiche. È tutto qui. Ma dipende dagli occhi con i quali si guarda il film. Stasera in quella sala del Filangieri era proiettata la realtà, senza “sconti” o “addolcimenti”. Con una sorta di amarezza mentre andavo via, mi sembrava di sentire in sala i commenti “tecnici” sulla riuscita del film … e ho ricordato le parole di una mia cara amica di università: . È vero … io credo che si possano giudicare gli effetti speciali

  • FEBBRAIO 2007

    PAGINA 7 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

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    Eccovi una gustosa ricetta tipica del tempo di carnevale, fornita dalla signora Assunta Vitiello. Buon appetito!! INGREDIENTI (per 6 persone): 500 g di pasta di lasagna a fogli; sugo al ragù; 300 g di ricotta; 300 g di carne macinata; parmigiano grattugiato; 4 uova sode; 2 mozzarelle di bufala; burro; sale. PREPARAZIONE: Lessate i fogli di lasagna in acqua salata e asciugateli per bene, non fateli cuocere troppo (ricordate che cuoceranno anche in forno).

    TUTTI A TAVOLA!!!TUTTI A TAVOLA!!!TUTTI A TAVOLA!!!TUTTI A TAVOLA!!!

    a cura di STEFANIA DESIDERIO

    UN PO’ DI RELAXUN PO’ DI RELAXUN PO’ DI RELAXUN PO’ DI RELAX

    LASAGNE ALLA NAPOLETANA Imburrate una teglia e metteteci un po’ di ragù; procedete quindi a comporre gli strati: lasagna, ragù, ricotta stemperata con un po’ di panna liquida; fettina di uova sode; carne macinata passata precedentemente nel burro, fettine di mozzarella, concludendo con uno strato di parmigiano grattugiato e burro fuso; quando avrete raggiunto il numero di strati desiderati infornate a 180° e fate gratinare per bene; ricordate che più starà in forno e più si seccherà.

    A cura di LUCIO VITIELLO

    Minicruciverba Minicruciverba Minicruciverba Minicruciverba con coriandolicon coriandolicon coriandolicon coriandoli

    ORIZZONTALI: 1. Danza cubana – 5. “La… è bella”, famoso film di Benigni – 9. A volte è condizionata – 10. È utile alla torre di controllo – 11 Società per azioni – 12. Si ottengono bruciando i rami della Domenica delle Palme – 13. Le iniziali di Amendola – 14. Veste liturgica bianca – 15. Conclude la gravidanza – 16. Ferrovie dello Stato – 17. Chiariscono un concetto – 19. Oscuri – 20. Un bacio può tramutarlo in principe – 21. È veloce a Londra – 22. Lo è un giocatore di basket – 23. La mamma di Gesù. VERTICALI: 1. Si indossa a Carnevale – 2. Strumento a pizzico – 3. Né tua né sua – 4. Bari – 5. Merito, onore – 6. Nei fumetti è una lampadina accesa – 7. Vi si presentano ricorsi – 8. L’essere arioso – 10. Giusti, onesti – 12. Gli aborigeni lo decorano con vernice, piume e piante – 14. Lo coltiva il contadino – 15. È di fronte a Buda – 16. Liquefatti, spossati – 18. Nota musicale – 19. Locale pubblico – 21. Nel cofano.

    SOLUZIONE: D’ANDREA

    Soluzioni: 1° PIETRO

    2° GIOVANNI

    Ed ecco anche le soluzioni del numero 17 di Sicàr del mese di dicembre e precedentemente

    non pubblicate

  • - Chiesa SS. Apostoli Largo SS. Apostoli,9

    Indirizzo e-mail: [email protected]

    - Chiesa S. Giovanni a Carbonara Via S. Giovanni a Carbonara, 5

    Sedi della redazione:

    PAGINA 8 SICÀRSICÀRSICÀRSICÀR ANNO 3 - NUMERO

    19

    Virginia Brancato

    Eloisa Crocco

    Salvatore D’Andrea

    Stefania Desiderio

    Alberto Oliva Grafica e impaginazione

    Caporedattore

    Marco Maraniello Webmaster

    Lucio Vitiello