8
ANNO XXXII N° 12 - 29 Marzo 2015 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Nelle sue viscere di misericordia A pag. 2 Parrocchia S. Benedetto Martire S. Giuseppe, la festa dei papà A pag. 4 LA SANTA PASQUA DELLE INTERFORZE PAPA FRANCESCO A NAPOLI: VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE Dieci ore, sei discorsi pronunciati quasi interamente a braccio, ognuno concluso con il classico saluto napole- tano, che è anche un augurio: “E ca a’ Maronna v’accumpagne!”. Il viaggio del Papa a Napoli, dopo il prologo di Pompei e l'affidamento a Maria, è co- minciato a Scampia, nella stessa piazza dove Giovanni Paolo II, 25 anni prima, ha esortato la periferia nord partenopea, e con essa tutta la città, a “non arrendersi al male”. Poi la messa in piazza Plebi- scito, dove per la terza volta - dopo gli anatemi lanciati durante la visita pastorale a Cas- sano allo Jonio e nella recente udienza alla stessa diocesi - France- sco ha lanciato un grido contro la criminalità organizzata. Dopo il pranzo al riparo dalle teleca- mere nel carcere di Poggioreale, con 120 detenuti salutati uno per uno - il primo santo della Chiesa è stato il la- drone accanto alla Croce, ha ricordato loro - l’arrivo al Duomo per l’incontro con il clero e il “miracolo”, durante la venerazione delle reliquie di san Gen- naro: per la prima volta in assoluto, il sangue del patrono di Napoli ha co- minciato a sciogliersi tra le mani di un Papa. Francesco reggeva l’ampolla, il processo di liquefazione si è comple- tato non appena il Santo Padre ha la- sciato la cattedrale. L’incontro con i disabili e gli ammalati nella chiesa del Gesù Nuovo, a porte chiuse - durante il quale il Papa ha esortato a “portare i pesi gli uni degli altri” e ha chiesto di pregare per i malati “più gravi e abban- donati” - e la festa con 100mila giovani alla rotonda Diaz, sul lungomare Ca- racciolo, hanno completato la giornata. Il “silenzio di Dio”, la “cultura dello scarto” di cui sono vittime bambini e anziani, il matrimonio non più di moda gli argomenti trattati prima del con- gedo. ”Dio vive a Napoli”, e il futuro della capoluogo partenopeo passa dal suo “riscatto”. “La mancanza di lavoro per i gio- vani è un segno negativo per i nostri tempi”. È la denuncia del Papa, che nel suo primo discorso, a Scampia, ha ri- cordato che “dai 25 anni in giù, più del 40 per cento dei giovani non ha un la- voro, e questo è grave, è una respon- sabilità non solo della città, del Paese, ma del mondo”, perché “c’è un si- stema economico che scarta la gente, e adesso tocca ai giovani essere scar- tati”. “Il problema non è mangiare; il problema più grave è portare il pane a casa”. “Dobbiamo difendere la dignità dei cittadini, degli uomini, delle donne, dei giovani”, l’appello del Papa, che ha stigmatizzato anche “il lavoro a metà, lo sfruttamento delle persone nel la- voro” - si chiama “schiavitù: non è umano, non è cristiano. Chi fa questo e si dice cristiano è un L’APERTURA DELL’ANNO GIUDIZIARIO PRESSO IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO PICENO Mercoledì 18 Marzo presso l’auditorium A. Marziali di Villa Nazareth di Fermo ha avuto luogo l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 del Tribunale Ecclesiastico Piceno. Siamo ormai al settantaseiesimo anno di attività ed ogni volta l’apertura dei lavori costituisce l’occa- sione per fare il punto sulla situazione attuale e decidere l’orienta- mento sui provvedimenti venturi.Ad aprire solennemente i lavori è stato l’Arcivescovo di Fermo Mons. Luigi Conti, in qualità di Mode- ratore del Tribunale Ecclesiastico Piceno. Ha preso poi la parola Don Paolo Scoponi, il quale nella veste di nuovo vicario giudiziale ha, per la prima volta, provveduto a relazionare sull’attività giudiziaria del precedente anno. Una dettagliata disamina dei dati ha permesso di ca- pire come sia aumentato il numero delle cause presentate e quali siano le motivazioni occorse per la nullità, le quali va- riano in relazione ai mu- tamenti della società contemporanea.La pro- lusione poi è stata affi- data a Mons. Eugenio Zanetti, giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo e vicario giudiziale della diocesi di Bergamo, nonché responsabile del gruppo “la Casa”. Questa associazione si occupa dell’accompagna- mento spirituale e consulenza canonica per persone separate, divor- ziate o risposate, avendo modo quindi di calarsi nella realtà concreta dei problemi delle persone. Questo intervento ha aperto poi la via ad un dibattito sulle questioni più incalzanti e sulle difficoltà pratiche che si riscontrano quotidianamente nel settore. Presenti nell’audito- rium anche il nostro vescovo emerito diocesano, Mons. Gestori, il ve- scovo di Fano Mons. Armando Trasarti, molti avvocati, psicologi, consulenti e sacerdoti (tra cui Don Armando Moriconi in quanto uno dei giudici della Terna Giudicante del foro fermano), che hanno posto alcune domande ai relatori. Tra essi anche il Cardinal Menichelli, neo eletto Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, che è stato invitato a rispondere ad alcuni quesiti alla luce della sua espe- rienza nel Sinodo straordinario dei Vescovi sulla Famiglia, tenutosi pochi mesi or sono. In attesa di ulteriori direttive che vengano ap- punto da questo organismo che, come noto si riunirà nuovamente a fine anno, nel complesso sono emerse dunque alcune piste per attuare le strategie migliori per l’accompagnamento. È sembrato dunque do- veroso iniziare dai fidanzati, offrendo un’adeguata preparazione al matrimonio, ed al tempo stesso è stata la segnalata la necessità di un ascolto efficace e fattivo per le coppie che vivono le difficoltà della vita quotidiana coniugale. Silvio Giampieri EDITORIALE MEMORIA CRISTIANA E «PIETRE VIVE» La Colletta del Venerdì Santo pro Terra Santa si celebra quest’anno il 3 aprile in tutte le Chiese cattoliche del mondo. È importante che tutte le parrocchie si adoperino per sostenere la presenza cristiana in Terra Santa e la salvaguardia dei Luoghi Santi. È nel desiderio di ogni cristiano visitare i luoghi che hanno visto la presenza di Gesù: calpestare la terra che i suoi piedi hanno calpestato, vedere i luoghi in cui Gesù è stato presente, in par- ticolare quelli della sua passione descritti nei Vangeli. Per molti rimane solo un desiderio, ma il saperli in un punto geografico ben determinato, protetti e custoditi da un ordine religioso e da chi impegna tutta la vita a tale scopo, rasserena e dà sicurezza. Di fronte ad azioni iconoclaste che ci giungono dall’Oriente e ad una situazione di incertezza in cui questi luoghi sono sot- toposti, non possiamo rimanere indifferenti. segue a pag. 2 segue a pag. 2 L’ABBRACCIO DI NAPOLI Il Papa chiede lavoro e poi denuncia: "La corruzione spuzza" Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pom- pei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: "Siamo tutti napolitani". Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondi- bile augurio: "E ca a’ Maronna v’accumpagne!". Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale dall'inviata Sir a Napoli, M. Michela Nicolais A pag. 6 A pag. 7 ! "#$% $&’## ( ) * LA NOSTRA BEATA MARIA ASSUNTA PALLOTTA A 110 ANNI DALLA MORTE ESEMPIO DI ORDINARIA E UMILE SANTITÀ Due sono le parole ricorrenti nella vita della nostra Beata Suor Maria Assunta: obbedienza e santità: santa umile, sempre disponibile alla volontà di Dio, dovunque fosse chiamata. E nell’obbedienza raggiunge la santità. Morì in Cina il 7 aprile 1905. Esempio lumi- noso, in questo anno della vita consacrata che vo- gliamo ricordare (come da locandina allegata), in particolare nella nostra diocesi e nel suo paese, Force e pregare il Signore perché susciti tante vocazioni di cui la Chiesa ha bisogno.

Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

Citation preview

Page 1: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

ANNO XXXII N° 12 - 29 Marzo 2015 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Nelle sue viscere dimisericordia

A pag. 2

Parrocchia S. Benedetto Martire

S. Giuseppe, la festa dei papà

A pag. 4

LA SANTA PASQUADELLE INTERFORZE

PAPA FRANCESCO A NAPOLI: VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE

Dieci ore, sei discorsi pronunciatiquasi interamente a braccio, ognunoconcluso con il classico saluto napole-tano, che è anche un augurio: “E ca a’Maronna v’accumpagne!”. Il viaggiodel Papa a Napoli, dopo il prologo diPompei e l'affidamento a Maria, è co-minciato a Scampia, nella stessapiazza dove Giovanni Paolo II, 25 anniprima, ha esortato la periferia nordpartenopea, e con essa tutta la città, a“non arrendersi al male”. Poi la messain piazza Plebi-scito, dove per laterza volta - dopogli anatemi lanciatidurante la visitapastorale a Cas-sano allo Jonio enella recenteudienza alla stessadiocesi - France-sco ha lanciato ungrido contro la criminalità organizzata.Dopo il pranzo al riparo dalle teleca-mere nel carcere di Poggioreale, con120 detenuti salutati uno per uno - ilprimo santo della Chiesa è stato il la-drone accanto alla Croce, ha ricordatoloro - l’arrivo al Duomo per l’incontrocon il clero e il “miracolo”, durante lavenerazione delle reliquie di san Gen-naro: per la prima volta in assoluto, ilsangue del patrono di Napoli ha co-minciato a sciogliersi tra le mani di unPapa. Francesco reggeva l’ampolla, ilprocesso di liquefazione si è comple-tato non appena il Santo Padre ha la-sciato la cattedrale. L’incontro con idisabili e gli ammalati nella chiesa delGesù Nuovo, a porte chiuse - duranteil quale il Papa ha esortato a “portare ipesi gli uni degli altri” e ha chiesto di

pregare per i malati “più gravi e abban-donati” - e la festa con 100mila giovanialla rotonda Diaz, sul lungomare Ca-racciolo, hanno completato la giornata.Il “silenzio di Dio”, la “cultura delloscarto” di cui sono vittime bambini eanziani, il matrimonio non più di modagli argomenti trattati prima del con-gedo. ”Dio vive a Napoli”, e il futurodella capoluogo partenopeo passa dalsuo “riscatto”.“La mancanza di lavoro per i gio-

vani è un segno negativo per i nostritempi”. È la denuncia del Papa, che nelsuo primo discorso, a Scampia, ha ri-cordato che “dai 25 anni in giù, più del40 per cento dei giovani non ha un la-voro, e questo è grave, è una respon-sabilità non solo della città, del Paese,ma del mondo”, perché “c’è un si-stema economico che scarta la gente,e adesso tocca ai giovani essere scar-tati”. “Il problema non è mangiare; ilproblema più grave è portare il pane acasa”. “Dobbiamo difendere la dignitàdei cittadini, degli uomini, delle donne,dei giovani”, l’appello del Papa, che hastigmatizzato anche “il lavoro a metà,lo sfruttamento delle persone nel la-voro” - si chiama “schiavitù: non èumano, non è cristiano. Chi fa questo e si dice cristiano è un

L’APERTURA DELL’ANNO GIUDIZIARIO PRESSO IL

TRIBUNALE ECCLESIASTICO PICENOMercoledì 18 Marzo presso l’auditorium A. Marziali di Villa Nazarethdi Fermo ha avuto luogo l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015del Tribunale Ecclesiastico Piceno. Siamo ormai al settantaseiesimoanno di attività ed ogni volta l’apertura dei lavori costituisce l’occa-sione per fare il punto sulla situazione attuale e decidere l’orienta-mento sui provvedimenti venturi.Ad aprire solennemente i lavori èstato l’Arcivescovo di Fermo Mons. Luigi Conti, in qualità di Mode-ratore del Tribunale Ecclesiastico Piceno. Ha preso poi la parola DonPaolo Scoponi, il quale nella veste di nuovo vicario giudiziale ha, perla prima volta, provveduto a relazionare sull’attività giudiziaria delprecedente anno. Una dettagliata disamina dei dati ha permesso di ca-

pire come sia aumentatoil numero delle causepresentate e quali sianole motivazioni occorseper la nullità, le quali va-riano in relazione ai mu-tamenti della societàcontemporanea.La pro-lusione poi è stata affi-data a Mons. Eugenio

Zanetti, giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo evicario giudiziale della diocesi di Bergamo, nonché responsabile delgruppo “la Casa”. Questa associazione si occupa dell’accompagna-mento spirituale e consulenza canonica per persone separate, divor-ziate o risposate, avendo modo quindi di calarsi nella realtà concretadei problemi delle persone. Questo intervento ha aperto poi la via adun dibattito sulle questioni più incalzanti e sulle difficoltà praticheche si riscontrano quotidianamente nel settore. Presenti nell’audito-rium anche il nostro vescovo emerito diocesano, Mons. Gestori, il ve-scovo di Fano Mons. Armando Trasarti, molti avvocati, psicologi,consulenti e sacerdoti (tra cui Don Armando Moriconi in quanto unodei giudici della Terna Giudicante del foro fermano), che hanno postoalcune domande ai relatori. Tra essi anche il Cardinal Menichelli, neoeletto Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, che èstato invitato a rispondere ad alcuni quesiti alla luce della sua espe-rienza nel Sinodo straordinario dei Vescovi sulla Famiglia, tenutosipochi mesi or sono. In attesa di ulteriori direttive che vengano ap-punto da questo organismo che, come noto si riunirà nuovamente afine anno, nel complesso sono emerse dunque alcune piste per attuarele strategie migliori per l’accompagnamento. È sembrato dunque do-veroso iniziare dai fidanzati, offrendo un’adeguata preparazione almatrimonio, ed al tempo stesso è stata la segnalata la necessità di unascolto efficace e fattivo per le coppie che vivono le difficoltà dellavita quotidiana coniugale. Silvio Giampieri

EDITORIALE

MEMORIA CRISTIANA E «PIETRE VIVE»La Colletta del Venerdì Santo pro Terra Santa si celebra quest’anno il 3 aprile in tutte leChiese cattoliche del mondo.È importante che tutte le parrocchie si adoperino per sostenere la presenza cristiana in Terra Santa e la salvaguardia dei Luoghi Santi.È nel desiderio di ogni cristiano visitare i luoghi che hanno vistola presenza di Gesù: calpestare la terra che i suoi piedi hannocalpestato, vedere i luoghi in cui Gesù è stato presente, in par-ticolare quelli della sua passione descritti nei Vangeli. Per moltirimane solo un desiderio, ma il saperli in un punto geograficoben determinato, protetti e custoditi da un ordine religioso e dachi impegna tutta la vita a tale scopo, rasserena e dà sicurezza.Di fronte ad azioni iconoclaste che ci giungono dall’Orientee ad una situazione di incertezza in cui questi luoghi sono sot-toposti, non possiamo rimanere indifferenti.

segue a pag. 2

segue a pag. 2

L’ABBRACCIO DI NAPOLI

Il Papa chiede lavoro e poi denuncia:"La corruzione spuzza"Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pom-pei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con unpopolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: "Siamo tutti napolitani".Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondi-bile augurio: "E ca a’ Maronna v’accumpagne!". Il saluto, uno a uno, ditutti i 120 detenuti a Poggioreale dall'inviata Sir a Napoli, M. Michela Nicolais

A pag. 6

A pag. 7

���������������������� ������������������������������ ������������������������������ ������������������������������ ������������������������������������������������

����������������� ����� ���������������� �������� ���������������� ����� �� ������������ ����

� ���� ���������������������������������������������� � ���� �������������

��������������� ��� �� �� �����!������"#$%��� ��$&'##��

������(�������������������������)���������*�� �������� �����������������

�� �����

������������������� ��������������������������

���������������������������������������������������

�����������������

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������� ��������������������������������������������������� ��������������������������������������������������� ������������������������������������

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

��������������� ���������������������������������������������������������������������������������������������

LA NOSTRA BEATA MARIA ASSUNTA PALLOTTA A 110 ANNI DALLA MORTEESEMPIO DI ORDINARIA E UMILE SANTITÀDue sono le parole ricorrenti nellavita della nostra Beata Suor MariaAssunta: obbedienza e santità:santa umile, sempre disponibilealla volontà di Dio, dovunquefosse chiamata. E nell’obbedienzaraggiunge la santità. Morì in Cinail 7 aprile 1905. Esempio lumi-noso, in questo anno della vita consacrata che vo-gliamo ricordare (come da locandina allegata), inparticolare nella nostra diocesi e nel suo paese, Forcee pregare il Signore perché susciti tante vocazioni dicui la Chiesa ha bisogno.

Page 2: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

Anno XXXII

29 Marzo 2015

2PAG

Continua dalla prima pagina Continua dalla prima pagina

Parola del SignoreDOMENICA DELLE PALME - ANNO B

MIO DIO, MIO DIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO

Dal VANGELO secondo MARCOAl mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenutoconsiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. [2]Allora Pilatoprese a interrogarlo: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici". [3]I sommisacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. [4]Pilato lo interrogò di nuovo: "Non ri-spondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!". [5]Ma Gesù non rispose più nulla, sicchèPilato ne restò meravigliato. [6]Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a lororichiesta. [7]Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tu-multo avevano commesso un omicidio. [8]La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò chesempre egli le concedeva. [9]Allora Pilato rispose loro: "Volete che vi rilasci il re dei Giu-dei?". [10]Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.[11]Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Ba-rabba. [12]Pilato replicò: "Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?".[13]Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!". [14]Ma Pilato diceva loro: "Che maleha fatto?". Allora essi gridarono più forte: "Crocifiggilo!". [15]E Pilato, volendo dar sod-disfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, loconsegnò perché fosse crocifisso…[34]Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio,Dio mio, perché mi hai abbandonato? [35]Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco,chiama Elia!". [36]Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna,

gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a to-glierlo dalla croce". [37]Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.[38]Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. [39]Al-lora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quelmodo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".(MARCO 15,1-39)

Questa settimana abbiamo di fronte il brano che racconta la PAS-SIONE E MORTE di NOSTRO SIGNORE GESù CRISTO. Ricordoa me e a voi che DIO ci ama, soprattutto e nonostante tutto, perciò… SPERA NEL SIGNORE, SII FORTE, DIO È GRANDE, ÈGRANDE NELL’AMORE E NEL PERDONO. Chiediamo al Si-gnore di rafforzarci nella Fede, nella Speranza e nella Carità, per cam-minare sulle strade del mondo come testimoni del suo amore. Viauguro una buona Pasqua e una felice Resurrezione insieme conGesù. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZADall’orto degli ulivi al calvario il Signore ha conosciuto e sperimentato in anticipo tutte le sofferenze

possibili, anche le più umili e le più tristi (Bernanos)

Allargando le sue sante braccia sul legno, Cristo ha dispiegato due ali, chiamando a se’ tutti i credenti,avvolgendoli per proteggerli come la madre con i suoi piccoli. (Ippolito di Roma)

Ci dice Gesù: nella mia agonia io pensavo a te; per te ho versato quelle gocce di sangue (Pascal)

Nella vita di ogni uomo c’è una croce adatta a lui: convertirsi significa stendere le braccia su di essa(F. Mauriac)

bugiardo - e il lavoro nero. “La corruzione‘spuzza’, e la società corrotta spuzza. Un cri-stiano che lascia dietro di sé la corruzione non è uncristiano, spuzza”. Così il Papa a Scampia, pren-dendo spunto dall’intervento del presidente dellaCorte di appello di Napoli, Antonio Bonajuto, e dauna parola usata da quest’ultimo: corruzione, “unaparola che non si usa molto, oggi”,che, nella vi-sione del Papa, “è uno scivolamento verso gli affarifacili, verso la delinquenza, verso i reati, verso losfruttamento delle persone”. La misericordia e leBeatitudini: è questa, per il Papa, la “forza che

cambia il mondo”. Lo ha detto nell’omelia dellaMessa celebrata in piazza Plebiscito, in un bagnodi folla e sotto le effigi dei santi e beati napoletani.

“Oggi sono venuto a Napoli per proclamare cheGesù è il Signore”, ha rivelato il Papa: “Ma non vo-glio farlo da solo, voglio farlo insieme a voi”, haaggiunto a braccio invitando la folla a ripeterlo. Aigiovani ha detto: “Apritevi alla potenza di Gesù Ri-sorto, e porterete frutti di vita nuova in questa città:frutti di condivisione, di riconciliazione, di servizio,di fraternità. Lasciatevi avvolgere, abbracciare dallasua misericordia”.La speranza, l’anatema e le lacrime. “Non ce-

dete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi di-sonesti”, l’invito del Papa ai napoletani: “Non

lasciatevi rubare la speranza. Non lasciate chela vostra gioventù sia rubata da questa gente!”.Con queste parole il Papa, da piazza Plebi-scito, ha lanciato un anatema contro la crimi-nalità organizzata, associandolo a quellocontro la corruzione e la delinquenza. E an-cora: “Reagite con fermezza alle organizza-zioni che sfruttano e corrompono i giovani, ipoveri e i deboli, con il cinico commercio delladroga e altri crimini. La corruzione e la delin-quenza non sfigurino il volto di questa bellacittà! Non lasciate che la vostra gioventù siarubata da questa gente! Non sfigurino la gioiadel vostro cuore napolitano!”. Poi l’appello:

“Oggi io, umilmente, come un fratello, ripeto ai cri-minali e a tutti i loro complici: convertitevi al-l’amore e alla giustizia!”.

Un tempo per la misericordia

Un bisogno attualeIn occasione dell’apertura del concilio, l’11 ottobre1962, Giovanni XXIII pronunciò la prolusione Gau-det mater ecclesia, un testo ispirato, profetico, cheorientò lo svolgimento del Vaticano II in modo dif-ferente rispetto ai concili precedenti. Consapevoleche la Chiesa ha il dovere di opporsi agli errori eanche di condannarli con la massima severità, comeera avvenuto nel passato, Papa Giovanni tuttavia di-chiarava con convinzione: «Quanto al tempo pre-sente ... la sposa di Cristo preferisce usare lamedicina della misericordia invece che imbracciarele armi del rigore... Così la Chiesa cattolica ... vuolemostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna,mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei

separati».Con queste parole si poneva fine a un’epoca carat-terizzata da una forte intransigenza assunta nelladottrina, nella morale e nel confronto tra Chiesa esocietà, tra cattolici e quanti non appartenevano allaChiesa. È l’apertura al dialogo che successivamentePaolo VI delineò in modo mirabile nell’Ecclesiamsuam e che il concilio fece propria, aprendo brecce,abbattendo muri e bastioni, inaugurando quelloscambio, quell’ascolto dell’umanità di oggi che inquesti cinquant’anni ha sì conosciuto rallentamenti,senza tuttavia mai venir meno.È in questa linea che, fin dall’inizio del suo ponti-

ficato, Papa Francesco ha fatto risuonare con tonorinnovato e forte la parola misericordia. Le parolerivolte ai parroci di Roma nel marzo dello scorsoanno — «[occorre] ascoltare la voce dello Spirito

Il Papa chiede lavoro e poi denuncia:"La corruzione spuzza" La Colletta del Venerdì Santo pro Terra Santa

GIUBILEO STRAORDINARIO

Nelle sue viscere di misericordiaEl Rahum. Questo il nome che Egli si è voluto dare: El, il Dio, Rahum, degliuteri. I latini lo hanno tradotto Misericordioso. Per Lui è impossibile nonaccogliere chi a Lui grida. Francesco batte e ribatte in un crescendo il suorichiamo per noi che dobbiamo apprendere a ricorrere "a Lui con cuoresincero". E invita il popolo cristiano a vivere l'Anno Santo della Misericor-dia che inizierà l’8 dicembre 2015 e terminerà la festa di Cristo Re 2016

Occorre finanziare i mezzi perché queste «pietre vive» restino a testimoniare il momento sto-rico della nostra salvezza.Ecco perché la Chiesa, madre premurosa, ha indetto la Colletta proTerra Santa da svolgersi il Venerdì Santo. A tale scopo Il papa Paolo VI nell’esortazione apo-stolica Nobis in animo del 25 marzo 1974 “sulle accresciute necessità della Chiesa in TerraSanta” precisa le modalità della Colletta. Tra di esse leggiamo: “In tutte le chiese e in tutti glioratori, appartenenti sia al Clero diocesano che religioso, una volta l’anno, insieme alle par-ticolari preghiere per i nostri fratelli della Chiesa di Terra Santa, si raccolga una colletta, aloro parimenti destinata”. Le parrocchie faranno pervenire le raccolte presso la Curia vescovileche a sua volta le indirizzerà ai Commissariati di Terra Santa della regione di appartenenza.

che parla a tutta la Chiesa in questo nostrotempo, che è proprio il tempo della misericordia.Di questo sono sicuro. Noi stiamo vivendo intempo di misericordia» — rivelano il cuore e ilprogramma dell’attuale pontificato. Più che mai oggi i cristiani, e gli uomini e le

donne con loro, in questa situazione mondialeche sentono tanto precaria e segnata da ogni tipodi ferita, abbisognano dell’annuncio della mise-ricordia del Signore. Quando Papa Francescodice: «La Chiesa oggi possiamo pensarla comeun “ospedale dacampo” ... Lo vedocosì, lo sento così: un“ospedale da campo”.C’è bisogno di curarele ferite, tante ferite!Tante ferite!», di fattofa prevalere su altre im-magini della Chiesa,che certo non nega néesclude, quella di unaChiesa che cura le fe-rite, che si piega sull’uomo, che non ha paura diessere contagiata, che sceglie la prossimità deipeccatori e di tutti coloro che hanno bisogno disalvezza.Comprendiamo bene queste sue parole: «Né

lassismo né rigorismo [ma] una misericordia[che è] sofferenza pastorale. Soffrire per e conle persone. E questo non è facile! Soffrire comeun padre e una madre soffrono per i figli; mipermetto di dire, anche con ansia. Non averevergogna della carne del tuo fratello. Alla fine,saremo giudicati su come avremo saputo avvi-cinarci a ogni carne». In tutti gli interventi diPapa Francesco c’è un’insistenza sulla doverosa“prossimità”, sulla vicinanza, sul farsi prossimo(cfr. Luca, 10, 36) alla carne del fratello, che ècarne umana, di uomini e donne piagati dallasofferenza e dal peccato, bisognosi di qualcunoche si prenda cura di loro. Ma a nessuno di noisfugge che questo è semplicemente lo stile diGesù nel Vangelo, del Gesù che è venuto «a por-tare la buona notizia ai poveri, a proclamare laliberazione ai prigionieri, ai ciechi la vista, a ri-mettere in libertà gli oppressi, a predicare unanno di grazia del Signore» (cfr. Luca, 4, 18- 19;

Isaia, 61, 1-2).Sovente rischiamo di avere sulla Chiesa uno

sguardo che non è lo sguardo di Gesù: vediamola Chiesa come comunità di salvati, insieme dieletti, come realtà in cui ci sono “giusti” distintida ingiusti e peccatori, ravvisabili sempre neglialtri fuori dalla Chiesa, quando non addiritturachiamati e giudicati nemici della Chiesa. Losguardo di Gesù, invece, vede la Chiesa, suasposa amata, come una comunità di peccatorisempre da lui perdonati nel dono del calice, una

comunità che non ha consi-stenza in se stessa ma solonella fede in Cristo. Chi è ilpeccatore? «Innanzitutto io»,dice il cristiano, e si guardabene dal giudicare gli altri. Quando il Papa, con il suo

linguaggio diretto e pieno dimisericordia, più volte haesclamato, anche nel corso diomelie: «Chi sono io per giu-dicare?», ha assunto la po-

stura di Gesù di fronte all’adultera: «Neanch’ioti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»(Giovanni, 8, 11), e ha messo in pratica in modoepifanico il comando di Gesù: «Non giudicatee non sarete giudicati» (Luca, 6, 37; cfr. Matteo,7, 1), che deve essere letto accanto a: «Siate mi-sericordiosi e otterrete misericordia» (cfr. Mat-teo, 5, 7). In questo si mostra anche fedelesuccessore di Pietro, che così si giustifica peraver battezzato degli incirconcisi a Cesarea: «Sedunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che anoi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo,chi ero io per porre impedimento a Dio?».Dicevano i padri del deserto: «Chi riconosce diessere peccatore, e dunque riconosce il propriopeccato, è più grande di uno che risuscita imorti». Ecco la misericordia schietta, evange-lica: non il lassismo di chi non discerne il benedal male, ma una vera assunzione di responsa-bilità verso l’altro, il peccatore, una capacità dimostrare la misericordia che è il volto stesso diDio. Per questo il Papa, in un’altra omelia, an-nota che «il perdono di Gesù va oltre la legge»,che chiede la punizione...

Enzo Bianchi

(articolo tratto da www.monasterodibose.it)

Page 3: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

3Anno XXXII

29 Marzo 2015 PAG

LA STRAGE IN TUNISIA

"Ma nessuno chiami in causa la religione"Padre Jean Fontaine, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi): "Bisogna separare completamente la religione da queste azioni, portate avanti da personeche vogliono prendere il potere con la forza, indipendentemente dal fatto che invocano la religione". Adnane Mokrani, docente di studi islamici presso la PontificiaUniversità Gregoriana: "La Tunisia non può avere pace se non c’è pace in Libia" Davide Maggiore

di don Ulderico Ceroni

DIOCESI DISAN BENEDETTO DEL TRONTORIPATRANSONEMONTALTO

Incontri quaresimali nelle zone pastorali della diocesi

CUPRAMARITTIMAVENERDÌ

ORE 21:00

FEBBRAIO27USCIRE / Segni di risurrezione in una comunità

inclusiva Vicaria Madonna di San Giovanni

PORTO SAN BENEDETTO DEL TRONTOVENERDÌ MARZO6

TRASFIGURARE / Segni di risurrezione nel mondo della famiglia Vicaria P. Giovanni dello Spirito Santo

CASTIGNANOVENERDÌ MARZO13

ABITARE /da risorti per un nuovo umanesimo Vicaria B. Maria Assunta Pallotta

PORTO D’ASCOLI SS. ANNUNZIATAVENERDÌ MARZO20EDUCARE/ Segni di risurrezione nel mondo

del lavoro Vicaria S. Giacomo della Marca

VILLA LEMPAVENERDÌ MARZO27

ANNUNCIARE / Giornata dei Missionari martiri Vicaria Montesanto

MERCOLEDÌ APRILE1GMG diocesana Pastorale Giovanile

IN CRISTOCROCIFISSOE RISORTO+UMANITÀ

Da Quaderni de “L’Ancora” di prossima pubblicazione

“Nessuno si aspettava che qualcosa del genere potesse accadere a Tu-nisi, l’area del parlamento è ben sorvegliata e il governo in caricasembrava aver preso misure importanti per impedire questo tipo diazioni”. Padre Jean Fontaine, sacerdote dei Missionari d’Africa(Padri Bianchi), raggiunto telefonicamente dal Sir, condivide l’incre-dulità di molti tunisini davanti all’attacco di oggi al museo del Bardonella capitale, non lontano dal parlamento, con almeno 25 vittimeconfermate dalla stampa locale. A compiere l’assalto sono stati uominiin uniforme, che hanno prima aperto il fuoco contro un autobus di tu-risti, uccidendone alcuni, e poi si sono asserragliati nell’edificio connumerosi ostaggi. Tra questi si contano altri morti. L’intervento delleforze di sicurezza, che sono riuscite ad entrare nel museo, ha permessodi liberare gli altri e nella sparatoria hanno perso la vita anche duedegli assalitori.Obiettivi di potere. Non è stato immediatamente chiaro a quale

gruppo appartenessero gli autori dell’attacco, né se l’assalto al museo- come pure sostengono alcuni media - sia stato un ripiego rispettoad un possibile attacco al parlamento, dove in quel momento si di-scuteva una bozza di legge antiterrorismo, alla presenza del ministrodella Giustizia. Molte delle prime analisi circolate in Europa e negliUsa hanno ricordato che numerosi tunisini si sono uniti a formazionijihadiste all’estero e citato la sospetta presenza di reclutatori del co-

siddetto Stato islamico (Is) nel Paese. Una tesi che padre Fontaine, alungo impegnato nel dialogo islamo-cristiano, accoglie però con pru-denza: “La Libia è vicina - nota il religioso - anche se non abbiamomai pensato a combattenti come quelli del cosiddetto Stato islamicoqui in città, si sapeva soltanto che ce n’erano piccoli gruppi nascostinelle montagne”. Quanto accaduto, in ultima analisi, secondo p. Fon-taine, non ha nulla a che fare con la religione: “Bisogna separarlacompletamente da queste azioni, portate avanti da persone che vo-gliono prendere il potere con la forza, indipendentemente dal fattoche alcuni cerchino di giustificarsi invocando la religione”. L’aspettoda affrontare, semmai, conclude il sacerdote “è economico, c’è biso-gno che tutti possano lavorare e abbiano di che vivere, che ci sia menodifferenza tra ricchi e poveri: questi fattori pesano nella situazione at-tuale”.Appello all’unità. “Non leggo questa strage in chiave interreligiosa- precisa anche Adnane Mokrani, docente di studi islamici presso lapontificia università Gregoriana, che a Tunisi è nato - ma ci si potevaattendere che accadesse qualcosa, considerando che la Tunisia ha lun-ghi confini con la Libia, che sta vivendo un momento drammatico:purtroppo le infiltrazioni le collaborazioni con qualche cellula terro-ristica in Tunisia erano probabili, viste anche le minacce arrivate inpassato”. “Questo atto - prosegue - ha preso di mira due simboli della

Nazione, il Parlamento, che rappresenta la nuova democrazia, e il tu-rismo, proprio all’inizio della stagione, per attaccare l’economia”. Un risultato, quest’ultimo, che gli assalitori hanno sfortunatamentegià raggiunto: la borsa di Tunisi ha perso poco meno del 2,5% solonelle poche ore immediatamente successive all’attacco e al blitz dipolizia. Per rispondere alla sfida dei terroristi, Mokrani guarda so-prattutto alle autorità politiche, a quel governo che comprende sia ilaici di Nidaa Tounes che il partito d’ispirazione Islamica Ennahda:“Ora gli sforzi vanno all’allargamento di questa alleanza e alla sicu-rezza, all’economia che non regge. C’è bisogno che partiti, sindacatie tutto il popolo si uniscano per contrastare il terrorismo e mantenerela coesione nazionale: nessuna autorità, né religiosa, né politica, pensadi appoggiare questi terroristi”. Mokrani è cosciente anche del fattoche nella soluzione della crisi i tunisini non possono essere lasciatisoli. Chi, sull’altra sponda del Mediterraneo, ha a cuore quanto accadein Nordafrica deve “collaborare, creare reti, dare sostegno politico elogistico al Paese”. Bisogna però “evitare allarmismi esagerati: anchese si tratta di una strage gravissima, non dobbiamo farci prendere dalpanico, perché lo scopo dei terroristi è proprio creare il caos per potercolpire ancora”, avverte lo studioso. Al contrario, suggerisce “dob-biamo reagire in modo razionale e risolvere innanzitutto la questionelibica: la Tunisia non può avere pace se non c’è pace in Libia”.

Page 4: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

4 Anno XXXII

29 Marzo 2015PAG

Come ogni anno, nella parrocchia dell’antica pieve, la festa diS.Giuseppe, a cui si abbina la festa dei papà, vede una numerosapresenza nella tre giorni con i vari momenti educativi, religiosi,ricreativi. E perché questo continui , richiede un particolare im-pegno da parte del Parroco. Iniziati con un confronto con i co-niugi Bettoni i quali hanno fatto parte della loro esperienza diaffido gli attenti padri, sono proseguiti con la Santa Messa pre-sieduta dal Vescovo Carlo presso il convento di Santa Speranzae la domenica con la S. Messa solenne in parrocchia nel ricordoanche dei papà defunti. Il Vescovo, dopo aver osservato la pe-culiarità della celebrazione con la sola presenza di padri, nell’omelia commentando il vangelo prefe-stivo, in cui alcuni ebrei provenienti dalla Grecia avevano espresso il desiderio di conoscere Gesù, haricordato ai papà che tra i tanti loro doveri vi è quello specifico di educare i figli alla conoscenza diGesù. Siamo spesso talmente presi da tante occupazioni contingenti da non aver tempo per quelle es-senziali. La partecipazione delle Suore all’Eucarestia e il loro canto nel momento della comunione,hanno aiutato al raccoglimento e alla meditazione. Un pensiero è andato all’importanza di questa isti-tuzione sulle colline che fanno corona alla nostra città, alla preghiera che costantemente si innalza aDio a colmare i vuoti di una società distratta. Abbiamo notato qualche vuoto segno di una vocazioneche va, purtroppo, a scemare. È questa l’occasione perché i padri sentano il dovere di pregare per levocazioni così necessarie in una società in cui si scivola nel relativismo, nell’indifferenza e nell’egoi-

smo.

Il desiderio di stareinsieme, questigiorni, hanno com-preso un momentoconviviale, simpa-tico e particolar-mente allegro,presso il saloneparrocchiale. Pp

I Ragazzi dell’ACR in ritiro Quaresimaledi Alessia De Angelis

Sabato 7 e domenica 8 Marzo, tutti i ragazzi tra i 12 e i14 anni, dell'ACR della nostra diocesi, hanno partecipatoad un Ritiro di Quaresima. Quest'occasione è stata laterza ed ultima di tre incontri annuali pensati per la primavolta quest'anno, proprio solo per questa fascia d'età. Idue giorni si sono svolti al convento delle Teresiane aRipatransone. Il ritrovo era previsto per le 15.30 del po-meriggio del sabato; una volta radunati tutti i ragazzi, cisiamo recati insieme nella Chiesa del convento e lì ab-biamo dato inizio al ritiro con la Lettura del Vangelo chesarebbe stato il filo conduttore dei due giorni insieme. Ilbrano era tratto dal Vangelo di Giovanni, al capitolo 12,dove si parla del Chicco di Grano. Tutto ci è stato egre-giamente spiegato e commentato da Don Gian Luca, par-roco a Ripatransone e Assistente Diocesano ACR. Al

termine dell'analisi del Vangelo, siamo stati divisi in tre gruppi, nominati, non a caso, A, C e R. Così,dopo aver mangiato un ottimo pane ed olio per merenda, abbiamo iniziato le attività separatamente.Sempre seguendo la traccia del Vangelo, ci siamo chiesti quanto e quando noi cerchiamo Gesù, chisono le persone che si rendono per noi Ponti di congiunzione tra noi stessi e Cristo; abbiamo scrittosulle facce di in cubo gli aggettivi che per noi descrivono il Figlio di Dio...e poi...era già ora di cena.Subito dopo mangiato, tutti e tre i gruppi si sono riuniti nel salone del convento e abbiamo giocato,ballato e passato una divertente serata. Prima di mostrare ai ragazzi le loro camere, siamo tornati inchiesa per una breve riflessione della Buonanotte; lì ci sono stati riconsegnati i cubi del pomeriggio,ma questa volta li abbiamo aperti rendendoci conto che altro non erano che delle croci, e dentro, ab-biamo trovato un sacchetto pieno di chicchi di grano. Verso le 22 i ragazzi erano già tutti sistematinelle loro stanze e non proprio immediatamente, ma dopo qualche ora, si sono addormentati. Il mat-tino seguente la sveglia ha suonato alle 7.30. Il primo ritrovo è stato in refettorio per la colazione, epoi subito nella Chiesa del convento per la recita delle Lodi. Ci siamo di nuovo divisi nei tre gruppiper la conclusione delle attività, abbiamo visto, parlato e anche assaggiato la "vita" del chicco digrano, sin da quando è solo un piccolo semino, che poi diventa farina, ed infine Pane. Alle 11 tuttiinsieme siamo andati nella Basilica per partecipare alla Messa comunitaria. Tornati in convento,prima del pranzo, si è svolta una sfida diocesana di calcio. Dopo mangiato, di nuovo nel salone, unoalla volta abbiamo preso la parola per dire cosa ci sarebbe rimasto di questa esperienza, ed è statobellissimo sentire dalle bocche di piccoli uomini e piccole donne che senza cellulare non si sta cosìmale, che è stata un'esperienza fantastica di condivisione e poi...molto e molto altro. Prima dei saluti,in un enorme vaso abbiamo piantato metà del sacchetto di grano che ci era stato donato; le suore neavranno cura, mentre l'altra metà del sacchetto la semineremo ognuno nella propria parrocchia. Unringraziamento speciale va a tutti i membri di EQUIPE ACR, che si occupano di tutte le attività an-nuali, ma anche a tutti gli Educatori e sopratutto ai ragazzi.

Domenica 15 marzo i diaconi e noi aspiranti aldiaconato permanente abbiamo avuto il piacere diseguire la lectio divina del vicario vescovile Mons.Romualdo Scarponi che ci ha guidato nel ritirospirituale quaresimale presso la sala convegnidella Caritas diocesana.Il vicario ha iniziato la sua riflessione citando ilSanto Padre papa Francesco che in un suo discorsodice che si è preti e dun-que anche diaconi nonper nostra volontà, maper Volontà di Dio per-ché Egli ci ha scelto percompiere un servizionella chiesa ed ha avutouna predilezione d’amo-re nei nostri confronti.L’iniziativa è di Dio, ilnostro sì generoso è statoil passo successivo a questa chiamata. Dopo questapremessa ha commentato il brano evangelico diGv 13,3-12 quando Gesù compie il gesto umile dilavare i piedi agli Apostoli. Il vicario vescovile considera questo passo delVangelo la forma breve della Passione di nostroSignore Gesù Cristo, perché nel gesto della lavandadei piedi, Gesù anticipa concretamente il donodella sua vita che si realizzerà pienamente nel sa-crificio della croce. Gesù depone qui le vesti, cioèdona la vita come il chicco di grano. Per viverebene il servizio diaconale, perché non si riduca aduno sterile attivismo, don Romoaldo ci ha esortatoad attingere la forza spirituale dall’Eucarestia che,come ci ricorda il Concilio Vaticano II, è fonte e

culmine della vita cristiana. Occorre che prima idiaconi siano contemplativi, essere innamoratidell’Eucarestia, per poi essere attivi nel servizio aDio e ai fratelli.Come sposati ci ha ricordato delle priorità. Metteresempre Dio al primo posto nella vita, per poisvolgere bene i servizi che ci vengono richiesti infamiglia e nella chiesa diocesana. Prima di tutto i

diaconi in quanto spo-sati sono chiamati asvolgere il primo ser-vizio in famiglia di so-stegno ed aiuto alla mo-glie ed ai figli.Poi in quanto ordinati,i diaconi svolgono illoro servizio generosoper la chiesa, obbeden-do al vescovo dioce-

sano. Il Giovedì Santo, Gesù, per lavare i piediagli Apostoli, non ha usato la casula o la dalmaticache sono comunque dei paramenti sacri importanti,ma il grembiule o come si dice a San Benedetto laparnanza, dunque occorre che i diaconi, comeanche tutti i membri del popolo santo di Dio, ri-scoprano questo simbolo del servizio. Don Ro-mualdo ha concluso con l’esempio mirabile dopoGesù, di diaconia: Maria, che dopo aver saputodel dono della maternità divina, è andata a servirela cugina Elisabetta che aveva bisogno del suoaiuto. Dopo questa riflessione abbiamo contemplatonella preghiera Il Signore nell’adorazione eucaristica,nella celebrazione del vespro e della messa tuttiinsieme. Mario Vagnoni

IL VICARIO MONS. DON ROMUALDO SCARPONIGUIDA IL RITIRO SPIRITUALE DEI DIACONI

Parrocchia S. Benedetto Martire - S. Giuseppe, la festa dei papàpresso il convento delle Clarisse per attingere la speranza

Il nuovo Bando 2015 di Servizio Civile

Nazionale è stato pubblicato

e l’Unitalsi, anche quest’anno,

vuole offrire un’importante opportunità di crescita e cittadinanza attiva a tutti i ragazzi di età compresa fra i 18 e i 28 anni compiuti,

attraverso i suoi progetti di Servizio Civile Nazionale in Italia e all’Estero.Le domande dovranno essere compilate c/o la

sottosezione unitalsi sbt, in viale dello sport 110. La scadenza del bando

è improrogabilmente il 16 Aprile.Un’esperienza “UNICA” nella propria vita da

condividere insieme ai più fragili, facendosi prossimi !!! Coraggio!!!

Segreteria UNITALSI SBT - Viale dello sport 110, - San Benedetto del tr.lun. merc.ven. dalle ore 15 alle ore 17.00 - 0735/757116

La festa di San Giuseppe, il patrono della comunità di Paolantonio

Nella parrocchia di Paolantonio la festa del papà è ogni anno doppia: il 19 marzo,infatti, non solo si festeggia San Giuseppe in quanto papà per eccellenza, il papàdi Gesù, ma anche in quanto patrono e protettore del paese. Quest’anno, per l’occasione, a presenziare la celebrazione delle ore 18:00, al co-spetto di una comunità numerosa, oltre al Parroco di Paolantonio Don Marco diGiosia, c’era anche il Vescovo Emerito Gervasio Gestori che, salutando con piacerei fedeli, nell’omelia ha sottolineato come sia una grazia l’avere come patrono per una comunitàun uomo così, silenzioso ma allo stesso tempo forte. Mons. Gestori ha ricordato come anche PapaFrancesco sia particolarmente affezionato e devoto a San Giuseppe, svelando l’aneddoto per cuiogni volta che il Vescovo di Roma ha bisogno di una particolare grazia la affida ad una statuettadi San Giuseppe che dorme, visto la grande importanza del “sonno” per il santo che, nelle decisionicruciali della sua vita, ha lasciato che nei sogni lo Spirito di Dio gli parlasse. “Nella vita freneticadi oggi, bisognerebbe trovare il tempo per fermarsi un attimo, nel silenzio del mattino presto onella sera tardi prima di coricarsi, per ascoltare la voce di Dio, come San Giuseppe, per ascoltareil nostro cuore e la nostra coscienza, prima che l’ingranaggio impazzito della modernità finiscaper schiacciarci. E così nelle famiglie di oggi, c’è urgente necessità che si riscopra il prezioso bi-sogno di un tempo condiviso tra genitori e figli, un tempo per pensare e per pregare insieme..”Infine, il Vescovo Emerito ha ricordato il ruolo fondamentale dei padri nelle famiglie, oggi troppospesso assenti, come maestri ed educatori, custodi e guide impegnate a “generare” continuamentei figli in una crescita morale e spirituale. E infine, per concludere, come vuole la tradizione, al

termine della celebrazione, ad aspettare i fedeli fuori, tanti vassoi ricchi di zeppole! Il culto religioso di San Giuseppe è, infatti, molto antico e risale al periodo altomedievale quandoalcuni ordini religiosi cominciarono ad osservare la festa del 19 marzo, il giorno della sua mortesecondo la tradizione. La festività di san Giuseppe fu, poi, inserita nel calendario romano da papaSisto IV intorno al 1479 e da allora festa anche civile in Italia fino al 1977, anno in cui, poi, fu so-spesa. Considerato festivo o meno, il giorno di San Giuseppe rimane comunque una ricorrenzafondamentale per riflettere sull’importanza della figura del grande Papà di Gesù, Sposo dellaBeata Vergine Maria, un uomo che, con obbedienza, fede e umiltà, ha accudito il Salvatore delmondo, divenendo così un esempio senza tempo, l’eccellente archetipo del padre e del marito de-voto.

Sara De Simplicio

Page 5: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

5Anno XXXII

29 Marzo 2015 PAG

Leggiamo Lc 7,39-50; la seconda e ul-tima parte della peccatrice che è andata daGesù.

4. La sorpresa negativa di Simone . «Ve-

dendo questo, il fariseo che l’aveva invitato

disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, sa-

prebbe chi è, e di quale genere è la donna

che lo tocca: è una peccatrice!» (Lc 7,39). Gesù conosce il dialogo che Simone fa

nel segreto, «tra sé»; non rimane indifferenteal turbamento interiore che l’invitante neprova; si appresta a illuminarlo con un dia-logo “socratico”.

5. Il dialogo di Gesù

sul perdono e sul-

l’amore. «Gesù allora

gli disse: «Simone, ho

da dirti qualcosa». Ed

egli rispose: “Di’ pure,

maestro”. 41”Un credi-

tore aveva due debitori:

uno gli doveva cinque-

cento denari, l’altro cin-

quanta. 42Non avendo

essi di che restituire,

condonò il debito a tutti

e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?”.43Simone rispose: “Suppongo sia colui al

quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù:

“Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso

la donna, disse a Simone: «Vedi questa

donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi

hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha

bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciu-

gati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato

un bacio; lei invece, da quando sono entrato,

non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non

hai unto con olio il mio capo; lei invece mi

ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo

io ti dico: sono perdonati i suoi molti pec-

cati, perché ha molto amato. Invece colui al

quale si perdona poco, ama poco». (Lc7,40-47). il brano non deve essere compresocome rimprovero. Gesù vuole dire a Simone:certo, tu, Simone, ti sei comportato beneverso di me invitandomi a casa tua e dan-domi anche la parola con tanto garbo e pron-tezza: «Di’, pure, maestro». La tuaesperienza, basata sulla pratica della Legge,è ben diversa da quella che questa donna stavivendo dentro di sé. Questa sta scoprendola legge dell’amore, che l’ha portata a dete-stare nel pianto dirotto il male che ha com-messo e – nello stesso tempo – ad assaporareprogressivamente la gioia del perdono, chesta ricevendo e che manifesta, sia col piantodel dolore e della gioia, sia con gli atteggia-menti umili e addirittura affettuosi che con-

tinua a tenere verso la mia persona. La conclusione che Gesù trae è logica e

luminosa: «Per questo io ti dico: sono per-

donati i suoi molti peccati, perché ha molto

amato. Invece colui al quale si perdona

poco, ama poco». (Lc 7,39-47).Pensiamo che il comportamento della

donna, improntato a pianto, amore, affettuo-sità, sottolineato con forza in 7,44-46 dai ri-lievi che Gesù stesso fa fare a Simone, ciporta a distaccarci dal gelido dilemma pro-posto da molti studiosi: se l’amore è la causao l’effetto del perdono.

6. Amore e perdono,

perdono e amore. In re-altà, in quella donna per-

dono e amore simescolano insieme: il suopianto nasce dall’amore edal pentimento; l’asciu-gare con i capelli le la-crime che di continuocadono sui piedi di Gesù,il baciarli e il profumarlidi continuo, non fannoche accrescere sia il pen-

timento che l’amore; infine, anche la ricor-data affettuosità, che esprime sciogliendosiaddirittura i capelli, sta a dire l’amore rico-noscente e schiettamente umano che haverso Gesù. Il fariseo Simone, forse perchéin diversa formazione spirituale, non haavuto esperienze del genere, non è in gradodi percepire emozioni simili.

7. La conclusione dell’episodio. 48«Poi

disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati».49Allora i commensali cominciarono a dire

tra sé: «Chi è costui che perdona anche i

peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La

tua fede ti ha salvata; va’ in pace!» (Lc 7,48-50). Luca ora riporta l’attenzione su Gesùche parla alla donna e le dice che i suoi pec-cati le sono stati perdonati. Usa aféôntai,ilperfetto passivo di afíemi, per dire che il per-dono c’è già stato e continua al presente. Per-dono che produce stupore nei commensali.Poi Gesù pronuncia la frase conclusiva,quasi come un’assoluzione sacramentale:«La tua fede ti ha salvata» (7,50): hai avutofiducia nella mia persona, ti sei abbandonatatotalmente a me, hai disposto l’animo per ilperdono e il perdono ti è stato accordato; eb-bene, «Va’ in pace», porta con te la pace cheè nata dall’amore e dal perdono.

Conclusione. Gustiamo il “Va’ inpace” che il confessore dice dopo l’assolu-zione sacramentale.

[email protected]

Continuazione e fine del brano precedente

48. È STATA MOLTO PERDONATA PERCHÉ HA MOLTO AMATO

DOMENICA DELLE PALME

Ore 10.30 San Benedetto Tr. - Cattedrale: Benedizione delle Palme, Processione e S. Messa

LuNEDì SANTO

Ore 19.00 S. Egidio alla VibrataChiesa S. Cuore: Rito delle Promesse battesimali (conclusione del cammino dellaprima Comunità Neocatecume-nale della Parrocchia)

MARTEDì SANTO

Ore 11.00 San Benedetto Tr.Biancazzurro: S. Messa per i Centri diurni

GIOVEDì SANTO. Basilica CattedraleOre 9.00 Ufficio delle Letture

e Lodi mattutineOre 10.30 S. Messa CrismaleOre 21.30 S. Messa In Coena Domini

VENERDì SANTO. Basilica CattedraleOre 9.00 Ufficio delle Letture

e Lodi mattutineConfessioni

Ore 15.00 Celebrazione In Passione Domini

Ore 22.00 Conclusione della Via Crucis

cittadina in piazza Nardone

SAbATO SANTO. Basilica CattedraleOre 9.00 Ufficio delle Letture e Lodi mattutine

VEGLIA PASQuALE

Ore 22.00 Lucernario in Piazza NardoneCelebrazione della Veglia Pasquale in Cattedrale

DOMENICA DI PASQuA

Ore 11.00 RipatransoneDuomo: S. Messa

Ore 17.45 San Benedetto Tr.Cattedrale: Vespri Solenni

Ore 18.30 S. Messa Pontificale

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 29 MARzO AL 5 APRILE 2015

Questo convegno era finalizzato all’aggiornamento sullepiù attuali conoscenze scientifiche inerenti i Disturbi delloSpettro  dell’Autismo in campo neurobiologico, clinico,terapeutico ed educativo. Si è voluto fornire, a chi opera nellasanità, nella scuola e nelle agenzie educative, gli strumentiche permettono di conoscere lo sviluppo dell’autismo nelcorso dell’arco della vita e di pianificare la transizione dal-l’infanzia fino all’età adulta, attraverso la conoscenza dellapossibile evoluzione del quadro clinico,  dei differentibisogni sanitari e delle nuove esigenze educative/abi-litative/riabilitative.  Il convegno ha rilasciato 12 creditiECM per tutte le professioni sanitarie. Oltre 100 gli iscritti!Tra di loro moltissimi genitori di ragazzi con questo tipodi disturbo: da elogiare per la responsabilità e l’aperturamentale con la  quale affrontano il grave problema cheaffligge i figli!  “Magistrale”: così si può definire, usandouna parola ricorrente per presentare le varie letture degliintervenuti, il successo di questa due giorni di Convegnoseppur  disturbata dal maltempo che a Montelparo haportato anche tantissima neve!  Erano presenti: il Sindaco di Montelparo, Marino Screpanti e ilPresidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti che, all’inizio del Convegno hanno dato ilsaluto del territorio agli  intervenuti. Sotto la responsabilità scientifica della Dottoressa  MagdaCerdecchia, Direttore Sanitario del Mancinelli di Montelparo, ed organizzativa delle dottoresse MariaCocci  e Federica Straccia, nei locali del Cantinone (interno del  grande complesso che è l’exconvento agostiniano) si sono  alternati i relatori:  Bruno Acciarri, responsabile UOS Materno-Infantile Area Vasta 4 di Fermo; Vinicio Alessandroni, direttore UOS UMEA Area Vasta 5 di AscoliPiceno; Paolo Curatolo, ordinario di Neuropsichiatria  Infantile, Direttore UOC NeuropsichiatriaInfantile dell’Università di Tor Vergata di Roma (qualche giorno dopo lo abbiamo visto intervenire inun programma di RAI 2 quale esperto sui disturbi della scrittura!); Marco De Caris, Cattedra diPsicologia della Riabilitazione dell’Università dell’Aquila; Luca Errani, Coordinatore del CentroDiurno dell’Associazione Arca - Comunità Arcobaleno di Bologna; GIovanni Magoni, Centro di Ri-ferimento Regionale  Autismo ASL 1 de L’Aquila; Maurizio Micozzi, Responsabile UOS UMEEArea Vasta 4 di Fermo; Davide Moscone, Presidente dell’Associazione Spazio Asperger Onlus diRoma; Roberto Sacco, Unita di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Università Campus Biomedicodi Roma; Vera Stopponi, UOC Neuropsichiatria Infantile di Fano, Responsabile Progetto AutismoRegione Marche; Michele Tomassini, Responsabile UOS UMEA Area Vasta 4 di Fermo; MagdaVerdecchia, Direttore Sanitario del Mancinelli di Montelparo; Nelia Zamponi, Direttore UOC Neu-ropsichiatria Infantile Presidio Ospedale Salesi, Ospedali Riuniti di Ancona.

Importante fine settimana a Montelparo!L’Azienda Socio Sanitaria “G. Mancinelli” ha organizzato nei giornidel 6 e 7 marzo scorsi il convegno “I disturbi dello sprettro autisticodall'infanzia all'età adulta”. Di Giuseppe Mariucci.

ELENA DI CASA “SANTA GEMMA” SCRIVE AGLI AMICICasa Santa Gemma non chiude, Amici Carissimi.Rimane a disposizione di altre esigenze, di gruppi che hanno gravi necessità di aiuto e altro. È sempre presente nel cuore e nella vita delle “Signorine” volontarie che hanno offerto la lorovita per i “piccoli.”Attualmente riconosciamo che ci sono altre necessità e accettiamo le richieste che potrebberogiungere da molte parti d'Italia. Ringraziamo con immenso affetto e riconoscenza i numerosissimiAmici che ci sono stati vicini in questo triste momento. Noi, Amici, non vi dimentichiamo.Però, consapevoli che siamo in un momento di crisi per tutti, come potevamo avere il coraggio didiscutere sui problemi economici di Santa Gemma? Inoltrele nuove leggi e disposizioni non ci hanno davvero aiutato arisolvere la situazione finanziaria. Per essere sinceri, comeavanzare “proposte” di aiuti economici ai cittadini, quandoda alcuni mesi si è verificato questo problema: le offerte pri-vate che prima erano frequenti, ora sono rare, anzi rarissime.Comunque la storia di S. Gemma non finisce qui. Tuttaviaora non è il caso di parlare di chi è nel bisogno, ma saremodisponibili ed attenti. Sarete informati, Amici, al momentoopportuno. Grazie. Voi siete veramente presenti e parteci-panti ai gravi problemi di questa Casa. Elena

AuguriNon potevamo mancare

alla festa di Lida, nostra

costante, attenta lettrice.

Auguri

F O T O C R O N A C A

Page 6: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

6 Anno XXXII

29 Marzo 2015PAG

Con l’occasione delle festivitàpasquali l’Associazione CroceAzzurra ha organizzato inizia-tive rivolte a raccogliere fondie sensibilizzare a nuove ade-sioni la popolazione.I volontari saranno pertantopresenti, nella mattinata delleDomeniche 22 e 29 marzo sulsagrato delle chiese di Ripa-transone (Chiesa dei Frati Cap-puccini presso il Cimitero e Duomo),Cossignano (Chiesa di Santa Maria Assunta),Valtesino (chiesa Madonna di Fatima), S. Savino(chiesa di S. Savino), Trivio (Chiesa S. MariaAusiliatrice), proponendo l’acquisto di Uova diPasqua. Inoltre presso le aziende Cantina deiColli Ripani e LG-Edilizia sono già in venditada alcuni giorni dei biglietti per partecipare allaLotteria in favore della Croce Azzurra. L’estra-zione avrà luogo Sabato 4 Aprile seguendo i nu-

meri della ruota di Roma dellaLotteria Nazionale. I premi inpalio comprendono 3 cesti ali-mentari (vino, insaccati, pastaecc..) gentilmente messi a dispo-sizione dalla Cantina dei ColliRipani, e 3 attrezzi meccanici(idropulitrice, trapano,tagliaerba) forniti invece dall’aziendaLG Edilizia.La Croce Azzurra coglie l’oc-

casione di ringraziare sentitamente questi duesponsor per il continuo e impagabile impegno asostegno dell’Associazione.I responsabili di questa organizzazione nell’au-gurare una Buona Pasqua a tutti i suoi volontari,aggiungono l’auspicio che il suo numero possaessere incrementato dalla generosità di nuovicollaboratori e simpatizzanti, avendo modo cosìdi svolgere il loro servizio con sempre maggioreefficienza e serenità.

Come è dura l’avventura! Me ne sono reso benpresto conto andando al laboratorio che portavaquesto nome. Sabato 14 e domenica 15 moltiscout, tra cui il sotto scritto, si sono recati ai la-boratori della branca R/S, attività particolari, di-verse dalle comuni uscite scout, in cui ci siincontra con tante personeprovenienti da altri clan esi vivono avventure in-sieme a loro.Di tanti nella lista io misono buttato in quello chesembrava promettere tantaavventura (cosa che poi haesaudito in pieno). “Comeè dura l’avventura” si èsvolto nella zona di Fras-sassi, ci siamo riuniti aGenga e siamo subito par-titi verso l’ignoto. Sonostati due giorni intensissimi, pieni di attività in-

credibili: Siamo scesi in una grotta sotterraneaesplorandola liberamente, abbiamo attraversatoun fiume con delle funi, fatto arrampicata di cop-pia sulla parete rocciosa di una montagna e cam-minato nei boschi, dulcis in fundo, abbiamoanche dormito in una caverna! Una vera e propria

grotta, dove abbiamo anche mangiato! Èstata una notte dura, ma il titolo già lo facevapresagire; ma non sono mancati anche mo-menti di riflessione, dalla messa (alle 6 delmattino) molto suggestiva, organizzata soloper noi scout quel giorno, a disegni surreali-sti per rappresentare la nostra visione del-l’uscita e con la verifica finale di comefossero andate le cose. Un’esperienza dav-vero indimenticabile! Triste ovviamente ildover salutare le persone con cui si è vissutoquesta bellissima esperienza. Riporto tantastanchezza ma anche tanti bei ricordi.

Simone Benigni

Clan Fuoco Jonathan - Grottammare 1

Come è dura l’avventura! Laboratori regionali R/S 

In occasione della Pasqua un aiuto concreto alla Croce Azzurra

LA FESTA DEL PAPÀ CELEBRATADALLE COMUNITÀ PARROCCHALI DI MONTALTO

La figura di San Giuseppe, quanto mai attuale, spinge la Chiesa a sottolinearne l’esempio e le virtù.

La Solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria, ritorna ogni anno a parlarci dellanecessità di una genitorialità cristiana sempre più responsabile, in direzione di quella sfida edu-cativa che la Chiesa italiana ha più volte richiamato all’attenzione negli anni passati, e che anchenel prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze avrà anch’essa la sua importanza, sottoli-neata proprio dalla presenza del verbo “educare” tra le tematiche sintetizzate dalla Traccia in pre-parazione dello stesso, pubblicata per conto della Conferenza episcopale italiana. Scriveva il BeatoPaolo VI: “(La sua paternità si è espressa concretamente) nell'aver fatto della sua vita un servizio,un sacrificio, al mistero dell'incarnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta; nell'averusato dell'autorità legale, che a lui spettava sulla sacra Famiglia, per farle totale dono di sé, dellasua vita, del suo lavoro; nell'aver convertito la sua umana vocazione all'amore domestico nellasovrumana oblazione di sé, del suo cuore e di ogni capacità nell'amore posto a servizio del Messiagerminato nella sua casa» (Insegnamenti, IV [1966], 110). In effetti la santità e la figura delloSposo di Maria ha segnato l’opera e l’attività di quasi tutti i Pontefici degli ultimi due secoli tra-scorsi, a partire dal Beato Pio IX, che lo volle proclamato Patrono della Chiesa Universale nel1870, per proseguire con Leone XIII, che scrisse di lui in una Enciclica dal titolo Quamquam Plu-

ries nel 1889, invocandone il patrocinio su tutti i lavoratori cristiani, anche se bisognerà attenderePio XII per vederlo dichiarato Patrono Universale dei Lavoratori nel 1955, fissandone la Memorialiturgica nel primo giorno del mese di maggio. San Giovanni XXIII ne inserì infine il nome nelCanone Romano, mentre tutti gli ultimi Papi hanno scritto e detto di lui, fino ad arrivare a SanGiovanni Paolo II, con l’Enciclica Redemptoris Custos e Francesco, che ha iniziato il suo Ponti-ficato proprio il 19 marzo 2013 e ha allargato la sua menzione a tutte le preghiere eucaristiche delMessale Romano. Le Comunità parrocchiali montaltesi lo festeggeranno nel pomeriggio di Gio-vedì 19 marzo p. v., con la Santa Messa Solenne celebrata alle 18:30 nella chiesa di Santa Chiara,dove, insieme alle Sorelle Clarisse, che animeranno come di consueto la celebrazione, l’interces-sione del Santo sarà particolarmente invocata su tutti i papà del Comune sistino, ai quali rivolgiamofin d’ora un caloroso augurio per la loro vocazione e missione.

Da Montalto Marche a cura di LauretanumDa Ripatransone a cura di Silvio Giampieri

“LA CENA DEL SIGNORE” AL CENTRO DELLA RIUSCITA LECTIO DIVINA MENSILE

L’appuntamento di Montedinove richiama puntualmente molti Fedeli al confronto con la Parola.

Come ogni mese, anche il passato secondo Giovedì del mese di marzoha visto i Fedeli delle Parrocchie della Vicaria della Beata Maria As-sunta Pallotta raccogliersi perseveranti nell’attento ascolto della Paroladi Dio presso la chiesa del Convento di San Tommaso di Canterbury,ospiti come sempre della Comunità dei Frati Minori Conventuali, e di-retti come sempre dal Ministro Provinciale degli stessi, il caro e ormaiunanimemente apprezzato Padre Giancarlo Corsini, che già per il se-condo anno i Parroci delle Comunità cristiane interessate hanno forte-mente voluto alla guida di questo ciclo di Lectio divina, cheaccompagna il percorso dell’Anno pastorale, cercando di approfondirequelle tematiche che sono state magari suggerite dal Vescovo, com’èaccaduto quest’anno con i brani scelti dal Relatore dalla Prima Letteradi San Paolo Apostolo ai Corinzi. Dopo la consueta e significativa in-vocazione allo Spirito Santo, perché tutta l’assemblea possa aprirsiall’accoglimento intimo e personale delle Sacre Scritture, e la procla-mazione del brano tolto dall’undicesimo capitolo della Lettera, dal ver-setto diciassette al trentaquattro, ci si è addentrati nella riflessione. Si parte qui da un rimproveromolto forte: l’Apostolo denuncia la Comunità dei Corinzi, dicendo loro che il loro “non è più un man-giare la cena del Signore”. A Corinto evidentemente l’antico uso di prendere insieme i pasti non pro-duceva il meglio, ma il peggio, in quanto non c'era la condivisione del cibo, ma il facoltoso chemangiava e beveva in abbondanza, e il povero che consumava solo una magra cena; San Paolo diceche se le cose continuano ad andare così sarebbe meglio che tutti mangiassero a casa propria. La forzadel rimprovero di San Paolo è moralmente autorevole proprio nell’affermare il suo essere ministrodell'altare: “Io, infatti, ho ricevuto dal Signore”; le parole “ho ricevuto dal Signore” non vanno intesenel senso di una rivelazione del Signore, ma avuta con l'ordinazione sacerdotale, con tutta probabilitàricevuta nel primo viaggio a Gerusalemme quando ha “ricevuto dal Signore” ciò che sta ripresentandoai Corinzi. La raccomandazione dell’Apostolo è stata anche per l’uditorio un ulteriore stimolo a viverele imminenti Feste pasquali in pienezza, prima di ritrovarsi al prossimo appuntamento di aprile.

LA SANTA PASQUA

DELLE INTERFORZEMercoledì 18 marzo 2015

S. Messa presieduta dal vescovoMons. Carlo Bresciani

Page 7: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

7Anno XXXII

29 Marzo 2015 PAG

I cinque sensi messi in versiProfumo

Il tanfo è il profumo del concime appena sparsoun sapore che non piaceil profumo del bucato appena raccoltoColore

bianco argento con riflessi oro come lampi che appa-iono quando chiudi gli occhiblu che mi ricordi la divisaSapore

il sapore del caffè appena fattomi piace la birra la pizzaSuono

lo stridere del cigolio di una portala battitura la mattina ogni giorno alle 8 battono con ilmartello nelle sbarrela battitura che mi sveglia la mattinaTatto

il passare la mano fra i capellila criniera di un cavallo appena strigliatomi manca il contatto con la libertà

Micaela

Dal Carcere di Marino del Tronto

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

IL PAPA: “Sono contento di trovarmi in mezzo a voi in occasionedella mia visita a Napoli. Ringrazio Claudio e Pasquale che hannoparlato a nome di tutti. Questo incontro mi permette di esprimerela mia vicinanza a voi, e lo faccio portandovi la parola e l’amoredi Gesù, che è venuto sulla terra per rendere piena la nostra spe-ranza ed è morto in croce per salvare ciascuno di noi. A volte ca-pita di sentirsi delusi, sfiduciati, abbandonati da tutti: ma Dio nonsi dimentica dei suoi figli, non li abbandona mai! Egli è sempre alnostro fianco, specialmente nell’ora della prova; è un Padre «riccodi misericordia» (Ef 2,4), che volge sempre su di noi il suo sguardosereno e benevolo, ci attende sem-pre a braccia aperte. Questa è unacertezza che infonde consolazionee speranza, specialmente nei mo-menti difficili e tristi. Anche senella vita abbiamo sbagliato, il Si-gnore non si stanca di indicarci lavia del ritorno e dell’incontro conLui. L’amore di Gesù per ciascunodi noi è sorgente di consolazione edi speranza. E’ una certezza fonda-mentale per noi: niente potrà maisepararci dall’amore di Dio! Nean-che le sbarre di un carcere. L’unicacosa che ci può separare da Lui è il nostro peccato; ma se lo rico-nosciamo e lo confessiamo con pentimento sincero, proprio quelpeccato diventa luogo di incontro Lui, perché Lui è misericordia.Cari fratelli, conosco le vostre situazioni dolorose: mi arrivanotante lettere – alcune davvero commoventi – dai penitenziari ditutto il mondo. I carcerati troppo spesso sono tenuti in condizioni

indegne della persona umana, e dopo non riescono a reinserirsinella società. Ma grazie a Dio ci sono anche dirigenti, cappellani,educatori, operatori pastorali che sanno stare vicino a voi nel modogiusto. E ci sono alcune esperienze buone e significative di inse-rimento. Bisogna lavorare su questo, sviluppare queste esperienzepositive, che fanno crescere un atteggiamento diverso nella co-munità civile e anche nella comunità della Chiesa. Alla base diquesto impegno c’è la convinzione che l’amore può sempre tra-sformare la persona umana. E allora un luogo di emarginazione,come può essere il carcere in senso negativo, può diventare un

luogo di inclusione e di sti-molo per tutta la società, per-ché sia più giusta, più attentaalle persone. Vi invito a vivere ogni giorno,ogni momento alla presenzadi Dio, a cui appartiene il fu-turo del mondo e dell’uomo.Ecco la speranza cristiana: ilfuturo è nelle mani di Dio! Lastoria ha un senso perché èabitata dalla bontà di Dio.Pertanto, anche in mezzo atanti problemi, anche gravi,

non perdiamo la nostra speranza nella infinita misericordia di Dioe nella sua provvidenza. Con questa sicura speranza, prepariamocialla Pasqua ormai vicina, orientando decisamente la nostra vitaverso il Signore e mantenendo viva in noi la fiamma del suoamore”.

PAPA FRANCESCO: VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE "GIuSEPPE SALVIA" E PRANZO CON uNA RAPPRESENTANZA DEI DETENuTI

Parrocchia Madonna di Fatima

PICCOLI, GRANDI GENI MATEMATICI CRESCONO…di Loris bonanno e Alessio Rubicini

Si sono svolte, nei giorni scorsi,le Fasi Finali Provinciali deiGiochi Matematici del Mediter-raneo 2015. Le Finali per laProvincia di Ascoli Piceno sisono svolte presso l’IstitutoScolastico Comprensivo di Ri-patransone ed hanno visto par-tecipare ragazzi, piccoli egrandi, provenienti dalleScuole del nostro Territorio.I risultati di questa fase deiGiochi Matematici sono stati digrande soddisfazione per la no-stra Vallata e per la nostra Co-munità Parrocchiale “Madonnadi Fatima” in quanto alcuni deinostri ragazzi hanno conseguito risultati veramente entusiasmanti.Questi, nel dettaglio, l’esito dei Giochi per i ragazzi della nostra Parrocchia:Terza Media – Primo classificato – Alessandro VagniSeconda Media – Secondo Classificato – Luca MoraQuinta Primaria – Terza Classificata – Benedetta Di FilippoQuarta Primaria – Prima Classificata – Marina Di GiacintoTutta la nostra Comunità Parrocchiale di Valtesino fa i propri complimenti ai nostri Alessandro,Luca, Benedetta e Marina, ai loro insegnanti ed ai loro genitori per il grande successo conseguito.Ma le nostre congratulazioni vanno anche agli altri ragazzi della Parrocchia che hanno partecipatoai Giochi e che hanno tallonato alle spalle i propri compagni: Francesca Iobbi, Giorgia D’Erasmo,Michela Scartozzi (4a Primaria), Cecilia Carminucci, Aurora Salvucci (5a Primaria), Sara Griso-stomi (1a Media), Valeria Raggiunti (2a Media), Andrea Travaglini (3a Media).Ma non è finita qui… Alessandro e Marina, primi classificati nelle loro categorie, hanno conqui-stato il diritto di partecipare alle Finali Nazionali che si svolgeranno il prossimo 9 Maggio a Pa-lermo. Siamo certi che anche in questo appuntamento sapranno dimostrare tutta la loro bravuraperché tutti i nostri ragazzi hanno dimostrato, è proprio il caso di dire, che qui in Valtesino si“cciacca” la Matematica!!!

La comunità di Castignano in festa con don Tiz

Una bella festa in famiglia per i 50anni di don Tiziano, anzi donTiz come affettuosamente lo chiamano i parrocchiani di Casti-gnano. Tutta la comunità ha partecipato con affetto condividendola gioia del parroco per il traguardo del mezzo secolo. Don Ti-ziano aveva invitato per festeggiare con una porchetta i suoi par-rocchiani, ma tutta la comunità si è attivata per organizzare unabella e coinvolgente festa arricchendo il menu della serata, graziealla collaborazione di tanti, delle signore che han cucinato, e ditanti dolci casalinghi ad accompagnare l’immancabile torta dicompleanno. A dare il via alla festa è arrivata anche la banda cit-tadina che ha intonato “Tanti Auguri”. La festa si è svolta nel-l'oratorio, in un clima familiare con i ragazzi e gli adulti strettiintorno al parroco per augurargli un buon compleanno.

Maria Cristina Sciarroni una dottoressa da 110 e lode!

GROTTAMMARE - Maria Cristina Sciarroni di Grottam-mare si è laureata presso l’università di Chieti in “Chimica etecnologia farmaceutiche” con il massimo dei voti: 110 e lode.La Mamma Cinzia il Padre Fabrizio e il fratello Riccardo espri-mono commozione e gioia per l’importante traguardo rag-giunto. Maria Crisitina oltre ad essere stata una studentessamodello è anche giocatrice della 43° Parallelo Volley di Grot-tammare. Dalla conquista del mondo ti auguriamo di ottenereil meglio… le barche sono al sicuro nel porto ma non è per que-sto sono state costruite. Ad Maiora!”.

ACQUAVIVA PICENA

AVVISOVia CRUCIS

l'Associazione Palio delDuca e l'Associazione

Terravviva organizzatrice della

Sacra rappresentazionedella "PASSIO" prevista per

sabato 28 marzo 2015 nel centro storico

di Acquaviva Picena, comunica che per motivi

organizzativi la manifestazione è rinviata.

Nel prossimo numero verràcomunicata la data.

Page 8: Anno xxxii n° 12 29 marzo 2015

8 Anno XXXII

29 Marzo 2015PAG

DESTINAL’8XMILLE

ALLA CHIESACATTOLICA.

SCOPRI LA MAPPA DELLE OPERE8XMILLE CHE HAICONTRIBUITO A CREARE.Regione per regione, città per città, scopri su www.8xmille.it la mappa interattiva con le opere realizzate grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica. Oppure scarica gratis l’APP mappa 8xmille. Uno strumento semplice per un 8xmille sempre più trasparente.

Centro Caritas Destinati: € 281.000

MARCHE: San Benedetto del Tronto

Casa Magdala Associazione “Albero di Cirene”Destinati: € 80.000

EMILIA ROMAGNA: Bologna

Centro di ascolto e di solidarietà “Mons. ItaloCalabrò” ArchiDestinati: € 15.000 annui

CALABRIA: Reggio Calabria

Ci complimentiamo conGiada Pignotti

che ha conseguito la laurea in Graficapresso l’Accademia di Belle Arti di Brera

discutendo la tesi dal significativo titolo

“In ginocchio sui ceci”ottenendo il lusinghiero voto

di 110 e lode!

Auguri

L'ECLISSE DI SOLE

Avvolti nella lotta tra il bene e il maleQuella strana, soffusa luce né meridiana, né notturna, ha ri-

spolverato emozioni arcaiche, perché la dialettica luce-tenebre

è antica quanto il mondo. L'eclisse di sole ha attraversato

spesso la storia e la letteratura, ma è divenuto pretesto per evi-

denziare altro, in un procedimento simbolico, gioco talvolta

ambiguo di luci ed ombre che alludono ad altro.

Ripatransone