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anno XX III numero LE RICETTE BETTA

numero 1 anno XXIII marzo 2013

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in questo numero parleremo di Cavaion, Pale Eoliche, ProLoco e tanto altro..

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Page 1: numero 1 anno XXIII marzo 2013

annoXXIIInumero

1

periodicoindipendentediinformazione,critica,cultura,curiosità,scherziefaceziesucavaionedintorni

Mar

zo2013

LE RICETTEdi BETTA

Cavaion, a Spasso tra Stranezze e Paradossi

Le Pale Eoliche di Rivoli

Vento di novità per la ProLoco

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periodico indipendente diinformazione, critica, cultura,curiosità, scherzi e faceziesu cavaion e dintorni

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI VERONA IN DATA 23/01 /1974 R.S. 300

direttore responsabile

MAURIZIO DELIBORI

hanno collaborato a questo numero

GIUSEPPE MARCONIMAURIZIO C. MOLINARI

DANIELA ZANETTI

grafica e impaginazione

ALESSANDRO DELIBORI

la collaborazione èlibera e gratuita

e-mail

vdpcavaion@live. it

made in cavaion veronese (VR)

anno XXI I I

numero 1

marzo 201 3

.

EDITORIALE

BUO�A PASQUA

Il Cristo risorto possa farci sentire tutta la forza del suo

amore, riempire il nostro cuore di pace e donarci la forza

per proseguire il cammino verso un domani sempre

migliore.

Custodia, Tenerezza, Servizio, SperanzaLe parole del Papa Francesco all’inizio del Suo pontificato

sono una indicazione precisa per ciascuno di noi, cristiano o

meno. Ascoltiamole e pratichiamole…

“… Il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci

viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san

Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e

per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver

cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei

bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso

sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno

dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono

reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e

col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il

vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco

custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo,

tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità

che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! E quando

l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando

non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova

spazio la distruzione e il cuore inaridisce. . . Vorrei chiedere, per

favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in

ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le

donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del

disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro,

dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte

accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per

“custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi!

Ricordiamo che l’odio, l’ invidia, la superbia sporcano la vita!

Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul

nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni

buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che

distruggono! segue..

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.NON SOLO INSALATA:

PASTICCIOAL RADICCHIO ROSSO

Prima che finisca del tutto la stagione del

radicchio rosso, grande protagonista della

cucina invernale, gratifichiamoci con un

sontuoso pasticcio che non ha nulla da

invidiare a quello classico col ragù.

Ingredienti:

- lasagne all ’uovo

- radicchio rosso

- cipol la

- burro, farina e latte per la besciamella

- prosciutto crudo o pancetta affumicata

- parmigiano grattuggiato.

1 . Tagliare a listerel le i l radicchio e farlo

stufare in ol io con la cipol la tritata.

2. Lessare le lasagne e scolarle su un

canovaccio.

3. Preparare una besciamella a cui

aggiungere del formaggio.

4. Preparare gl i strati nel la tegl ia da

forno: burro, lasagne, radicchio ,

prosciutto o pancetta al gusto,

besciamella e abbondante formaggio.

5. Passare in forno 1 5 minuti e un

paio di minuti di gri l l per gratinare.

di Betta Castani

LE RICETTE

di BETTA

Hai qualche ricettaper "sfidare" lanostra Betta?

Spedisci la al la VdP!

[email protected]

“�on dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche

della tenerezza!

E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il

prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere

vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare

come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo

animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù

del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e

capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura

all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore

della bontà, della tenerezza! Oggi, insieme con la festa di

san Giuseppe, celebriamo l’ inizio del ministero del

nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che

comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un

potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice

domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice

invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non

dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che

anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre

più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla

Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di

fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per

custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e

tenerezza l’ intera umanità, specie i più poveri, i più

deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel

giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è

straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31 -46).

Solo chi serve con amore Solo chi serve con amore sa

custodire! Nella seconda Lettura, san Paolo parla di

Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro

ogni speranza» (Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro

ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo

grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza

e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni

uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e

amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno

squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore

della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come

Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo

ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è

fondata sulla roccia che è Dio. Custodire Gesù con

Maria, custodire l’ intera creazione, custodire ogni

persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco

un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a

compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far

risplendere la stella della speranza: Custodiamo con

amore ciò che Dio ci ha donato! ”

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EL mezzo del cammin di nostra vita,mi parcheggiai al confin "dela pontara",per mio dover di padre premuroso d'accompagnar il bimbo ad imparar."Desmonto" nel piazzale sottostante,n'do padroneggia fiero il mio Comune,tra "scarpolin" e teatro prominente, per mano mi inoltro a passeggiar.O bella! Sorpresa del mattino,'na scena stramba irrompe al mio cammino,un tot di auto, tutte in fila indiana, guidate, per lo più da 'na sottana,che puntano in qual mia direzione, come attirate, senza una ragione!Un dubbio mi pervade nella mente: "che svendita lassù ci sia da fare?Non mi risulta Centro Commerciale, almeno fino al giorno antecedente!"

Mi inoltro a soddisfar i miei quesiti: " che sti qua si sian tutti smarriti?come in una nebbia, sorpresa del mattino, tutti quanti, pian piano dietro il primo?"Assai nobile dev'essere il motivo, e anch'io, allor, inseguo l'obbiettivo,alla metà salita detta "Rosso", ormai tossisco che di più non posso,e col mi' bimbo m'azzardo anch'io a rischiare, tra muro e auto mi vado ad infilare!Ormai col naso in fin da rottamare, la gola che mi sciopera il parlare,con i polmoni che stan tirando un botto, e qualche mezzo che mi vuol metter sotto,arrivo al bivio che da "scuola" o "Piazzola", e ad aria comincio a barcollare,di un puzzo che non ci si può stare, di diesel, benza e fumo di vapor!Il tanfo che qui da basso arriva, mi indugia nell'impresa a continuare,ma come il più prode cavaliere, mi impongo, ormai cocciuto, a continuar!Perché, se tanti vanno in direzione, di mia, pur medesima magione,ricercar ne devo io il motivo, o mai sarò soddisfo, fin che vivo!Arrivo sul piazzal di fronte al "Dotto", schivando un Suv che mirava al botto,e li, sorpresa più sublime, in vita non poteva capitar!Sto treno d'auto proprio li s'assesta, al pari di un soldato "lancia in resta",i bimbi, uno ad uno a "desmontar", e verso istituzione a camminar,e come una catena di montaggio, perfetta nel monotono produrre,un sol bambin s'avvia verso il cortile, con le auto dietro a mantener le file.Ma "CAZZO!!", e scusate l'eleganza, che mi risal dal fondo della "panza",ma è per questo ch'io devo morire, pian pian in forma di tumore,a buttar giù strafumo e gas nervino, con altrettanto, sotto, il mio bambino?Ha voglia, questa scuola ad educare, alla frutta, per una vita sana!Se tutti facessero altrettanto non durerem più d'una settimana!!E va da sè che pure questa volta, chi paga pegno son i volonterosi,che lascian l'auto, prendono i bambini, e si incamminan' come pellegrini!E col nervoso lascio il mio bambino, che con gli altri s'accoda per entrare,ed a vederli andare ad imparare, mi torna dentro al cuore un bel sorriso.Speriamo che siate ancora in tempo, voi piccoli a risalir le scaleche a prendere noi grandi come esempio, potete voi soltanto migliorare.

Geppe Marconi

CAVAIONA SPASSO TRA STRANEZZEE PARADOSSILa Scuola elementare

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ATTORCHI IN TURLo so che non si scrive così!

Ma non volevo che fossimo scambiati per rock star e tantomeno creduti sapientoni che girano il Mondo in

Tour (si scrive cosi?), tra Fan affamati fuori da stadi gremiti.

Noi giriamo piccoli teatrini di provincia (dove però, a fine commedia potete parlarci per tastare se giù dal

palco siamo scemi come su, e non e' detto che abbiate delle spiacevoli sorprese), in paesini spesso

nascosti dove non vanno più neanche i rappresentanti del "Folletto".

Giriamo a raccontare storie.

E siccome raccontare storie è una cosa che sanno fare quasi tutti forse lo facciamo per sentirci più

normali, e lo facciamo davanti a tanta gente, così perdiamo meno tempo.

E' anche vero che, nella maggior parte dei casi, raccontiamo storie che fanno ridere, perché ci viene

meglio, e perché di gente che racconta storie seriose ce n'é anche troppa in giro e che, ogni tanto, un

alternativa fa bene ai muscoli (non quei muscoli li, quelli che si usano per litigare al parcheggio! Quegli

altri, quelli che ne usi tanti se urli alla vicina che sbatte il tappeto sul tuo vestito del matrimonio e ne usi

pochi se la vicina si sposa con il tuo amante, e che quindi è meglio che il tuo amante si sposi ma forse sto

uscendo dall'argomento! )

Siamo il “Teatro dell'Attorchio”, e già esserci trovati un nome simile ci costringe a investire tempo in

spiegazioni a chi spiegazioni non ha mai avuto.

Ma non qui per tre motivi.

Il primo è che, come sopra, meno di voi ho voglia di discorsi seri.

Il secondo è che si ha diritto a spiegazioni solo dal vivo (e quindi solo in occasioni teatrali).

Il terzo non me lo ricordo.. .

Va da se che, se verrete a vederci, tali spiegazioni saranno esenti dal prezzo del biglietto, diciamo, a titolo

promozionale (Marketing si scrive così?), e che uscendo dal teatro vedrete il Mondo

come non l'avete mai visto prima (forse sto esagerando, meglio che mi abbassi un attimo! )

E arriviamo al punto: a vederci per vedere cosa?

Il continuo tentativo di non prendersi sul serio, di ridere (io ho visto anche qualcuno "sganasciare"! )

dell'umana eppur cosi' bella ingenuità del povero, inconsapevole di essere cosi ricco, le infinite possibilità

che seguono il "fatal malinteso", e le inevitabili conseguenze che ne conseguono.

In pratica tutto quello che fa arrabbiare che, visto da diversa angolazione, rischia seriamente di far ridere.

Lo so, non avete capito molto di tutto quello che vi ho detto, ma vi confesso che, dopo aver riletto tutto,

ci ho capito poco anch'io.

Non preoccupatevi, all'articolo successivo dimenticherete tutto.

Per il momento sono costretto a comunicarvi che avrete, su questo giornale, ancora nostre notizie, e che,

se interpretate questo come una minaccia vuol dire che il senno non vi ha del tutto abbandonato.

A presto.

The Geppe

(tennico)

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i è concluso il secondo corso sulla

conoscenza del territorio di Affi e

Cavaion, con relative visite ed

escursioni guidate, organizzato con il gruppo CTG

El Preon.

Il nuovo gruppo, nato lo scorso anno, vede nel

consiglio direttivo, presieduto da Enzo Maccarelli,

la presenza di Alessandro Delibori e Jacopo

Righetti, giovani vicepresidenti, Loreta Verri

(segretaria) e quindi Paolo Caobelli, Elisa Coato,

Pasqualina Tomezzoli, Moreno Catteschi e

Daniela Zanetti.

L’Associazione fa parte del CTG (Centro

Turistico Giovanile), un organismo di ispirazione

cristiana nato nel 1949 allo scopo di offrire

proposte per un turismo consapevole e per un non

banale utilizzo del tempo libero.

Le uscite sono state di vario tipo: dalla visita di

edifici sacri (chiese, cappelle) e di ville nobiliari,

alla passeggiata nelle campagne alla ricerca delle

corti rurali, a quella sulle colline. Gli aspetti che

vengono sottolineati non sono solo quelli storico-

artistici, ma anche quelli naturalistici e ambientali.

Sono un modo per scoprire le numerose bellezze

nascoste della nostra zona, che spesso, viaggiatori

distratti come siamo, non siamo più in grado di

notare o percepire.

Le serate del corso sono state l’occasione per

ripercorrere non solo la storia “importante” (come

quella dell’Abbazia di S.Zeno da cui ebbe origine

il “Castelnuovo dell’Abate”), ma anche la storia

“minore”, i personaggi e le tradizioni che hanno

costruito il nostro passato anche recente; in questa

operazione di recupero tutti i partecipanti hanno

contribuito a fornire testimonianze, storie e

aneddoti in un coinvolgimento corale.

Con l’assessorato all’ecologia, El Preon

continuerà la collaborazione per le passeggiate

delle domeniche ecologiche (tenere d’occhio per

info il sito del comune).

Per il futuro El Preon ha in vista un interessante

progetto, in collaborazione con le biblioteche di

Affi e Cavaion: una mostra dei pittori scomparsi

che sono vissuti nei nostri due comuni e che

hanno caratterizzato la sensibilità artistica del loro

tempo.

Inoltre, dopo la riuscita partecipazione all”Osar

Marso”, vi sarà la consueta collaborazione con la

Festa di Primavera di Incaffi, con la Festa

Medioevale (la Tisana Fracastoro ha riscosso lo

scorso anno un gran successo! ) e con la Festa alla

Furiola, tutte occasioni per riscoprire anche il

valore della nostra tradizione.

E infatti il nostro Presidente Maccarelli in una

recente intervista su un periodico locale, ha

dichiarato a proposito dell’attività del gruppo:

“Un significato e un ricordo solido a

testimonianza del nostro attaccamento al

territorio e per tramandarne la conoscenza alle

future generazioni. Speriamo di essere utili a

questa presa di coscienza verso il rispetto e la

conoscenza dell’ambiente in cui viviamo”.

Daniela Zanetti

S

COL CTG EL PREON…ALLA SCOPERTA DI AFFI E CAVAION

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SIAMO DO� CHISCIOTTE CO�TRO I MULI�I A VE�TO?

LE PALE EOLICHE DI RIVOLI,SFREGIO AL PAESAGGIODELL’ANFITEATRO MORENICOLo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra è universalmente noto come autore del "Don Chisciotte

della Mancia". Tra le pagine più memorabili va ricordato l'episodio in cui il condottiero scorge “trenta o quaranta

giganti che agitano minacciosi le loro lunghissime braccia”. Don Chisciotte, a cavallo del suo ronzino e con tanto

di scudiero (Sancho Panza) al suo servizio, non può che ingaggiare una dura battaglia contro quelli che lui

identifica come i “terribili mostri”, uscendone però inevitabilmente malconcio! Durante l'aspro conflitto con

questi "mostri" creati dalla sua stessa mente, il lettore assiste alle scene attraverso gli occhi del più 'savio' scudiero

“Sancho Panza”, che vedono soltanto dei normali e semplici mulini a vento! !

Anche noi che non condividiamo la scelta di posizionare le 4 pale eoliche sul Monte Mesa di Rivoli e le altre due

pale previste sul Monte Crivellin-Cantarelle di Affi, siamo forse come dei don Chisciotte che combattono contro la

modernità ed il progresso per salvaguardare il paesaggio?

Crediamo di no. Ma sentiamo cosa dice il brano:

"Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella campagna; e

tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: «La fortuna va guidando le cose nostre meglio che

noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancho, come si vengono manifestando trenta, o poco più

smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro

spoglie; perciocché questa è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista

semente. — Dove, sono i giganti? disse Sancio Pancia. — Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone, con

quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha come di due leghe. — Guardi bene la signoria vostra,

soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e

quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del

mulino. — Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se

ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual

tenzone.» Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava

ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava ad assaltare. Ma tanto s'era egli

fitto in capo che fossero giganti, che non udiva più le parole di Sancho, né per avvicinarsi arrivava a

discernere che cosa fossero realmente; anzi gridava a gran voce: «Non fuggite, codarde e vili creature,

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che un solo è il cavaliere che viene con voi a battaglia.» In questo levossi un po' di vento per cui le grandi

pale delle ruote cominciarono a moversi; don Chisciotte soggiunse: «Potreste agitar più braccia del

gigante Briareo, che me l'avete pur da pagare.» Ciò detto, e raccomandandosi di tutto cuore alla Dulcinea

sua signora affinché lo assistesse in quello scontro, ben coperto colla rotella, e posta la lancia in resta,

galoppando quanto poteva, investì il primo mulino in cui si incontrò e diede della lancia in una pala. . ."(Tratto dal Capitolo VIII, Prima Parte che, nella versione italiana, si intitola: DEL FORTU�ATO COMPIME�TO

CHE DIEDE IL VALOROSO DO� CHISCIOTTE ALLA SPAVE�TEVOLE E �O� MAI IMMAGI�ATA

AVVE�TURA DEI MULI�I DA VE�TO CO� ALTRI SUCCESSI DEG�I DI GLORIOSA MEMORIA)

Perché siamo contrari a quell’ impianto eolico?

Perché la posizione è sbagliata, proprio allo sbocco della Val d’Adige con alle spalle il Monte Pastello ed

il Monte Baldo.

La fascia collinare dell’anfiteatro morenico di Rivoli, appartenente ai comuni di Affi, Rivoli e Caprino:

a) è protetta in parte dal PTRC della Regione del Veneto e il Decreto Ministeriale del 1953 ha

dichiarato di grande importanza paesaggistica tutta la zona;

b) è individuato quale sito di particolare importanza nel Piano Territoriale Provinciale ed è stato

dichiarato monumento geologico ed inserito nel Piano - Progetto di Valorizzazione Ambientale.

c) è compresa tra i siti di importanza comunitaria quale biotopo rientrante nella rete “Natura 2000” che

la Comunità Europea ha costituito in attuazione della direttiva “Habitat”, decreto 357/08.09.1 997.

d) presenta le cerchiette moreniche esterne, boscose, di un teatro semicircolare di quasi 9 Km, tra i più

piccoli ed unici anfiteatri morenici d’Italia, paesaggisticamente rilevante allo sbocco di una vallata alpina,

come la Val d’Adige.

Questa zona è altamente panoramica e paesaggisticamente importante e da tutelare e quindi non idonee a

realizzarvi il Parco Eolico che l’AGSM ha realizzato a Rivoli con 4 pale e sta progettando in accordo

con il Comune di Affi sul Monte Cantarelle-Crivellin per altre due pale.

Perché non fare l’ impianto a Camporengo, un km più a sud tra quei bruttissimi capannoni? Anche li c’è il

vento…

Adesso dovremo aspettare la prossima glaciazione che spazzi via questi “mostri”?

Maurizio Delibori

Siamo Don Chisciotte contro i mulini a vento?

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voci&novità

VENTO DI NOVITA’PER LA PROLOCO

Il presidente della Proloco S.Michele, Franco Lonardi, illustra alla Voce del Paese i progetti per le

manifestazioni 2013 e le novità ideate per arricchirle ulteriormente.

“Quest’anno provvederemo a stampare una pubblicazione con l’elenco delle manifestazioni e relativi

programmi; ma per la prima volta sarà un vero e proprio libretto, e grazie alla collaborazione con

Maurizio Delibori comprenderà cenni illustrativi sul paese e notizie storiche sulla tradizione delle feste e

sagre locali; inoltre fornirà info utili riguardo al comune di Cavaion.

Per la Festa degli Asparagi della terza settimana di maggio abbiamo l’ intenzione di noleggiare un tendone

più grande (600 mq) per dare l’opportunità alle associazioni di organizzare al meglio le loro proposte.

Si riprenderà la manifestazione la settimana dopo (giovedì, venerdì, sabato e domenica), organizzando la

Festa delle Associazioni per cercare anche di ammortizzare il costo del tendone. In questa occasione tutti

i gruppi del paese avranno la possibilità di esporre un banchetto di informazioni sulle loro attività.

L’Associazione LiberaMente Cavaion proporrà una “Music Fest” con serate dedicate all’esibizione di

gruppi giovanili.

Nota positiva: ogni associazione (Comitato Cavalline, Danzando sotto le stelle, Basket Tobia, Gruppo

Alpini, A.C. Cavaion, a cui va ovviamente la nostra gratitudine) ha accettato, visto il momento critico, di

collaborare con la Pro Loco rinunciando all’ incasso in questa seconda parte della festa.

Ci sarà una grande pista da ballo di 250 mq. con relativo palco, all’esterno del tendone”.

Il programma della Festa degli Asparagi prevede giovedì 16 maggio le premiazioni dei consueti concorsi

vino - olio - asparagi; venerdì l’ inaugurazione del concorso-mostra Davide Giacomelli, sabato alle ore 1 1

la cerimonia per il patto di amicizia con Cavaillon francese, e alle 1 8.30 presso il Ricreatorio Parrocchiale

l’ inaugurazione della mostra-omaggio ai pittori scomparsi vissuti nel ‘900 fra Cavaion ed Affi

organizzata dal CTG El Preon. Inoltre la domenica mattina il CTG Vissinel proporrà la passeggiata fra le

bellezze di Cavaion.

Anche quest’anno l’Avis organizzerà il pranzo sociale presso il tendone della Festa a mezzogiorno di

domenica 19 maggio.

Altri eventi di rilievo la settimana precedente la Festa sono:

venerdì 10 maggio presentazione del progetto Valsorda

sabato 1 1 e domenica 12 : I Tesori Veronesi, organizzati dall’Assessorato Provinciale alla Cultura, con

visite guidate alla Bastia e alla Villa romana.

Seguirà poi l’8 giugno un concerto degli ABBA–SHOW

Altre novità sono in cantiere per le manifestazioni estive.

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cattivi, o suggerimenti o altre

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la Redazione della V.d.P.

sarà lieta di prendereil tutto

seriamente in considerazione

e darne ampio risalto.