Antropologia filosofica A.A. 2010-2011 Questioni di Antropologia filosofica *** Questioni di genere in Antropologia filosofica

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  • Antropologia filosofica A.A. 2010-2011 Questioni di Antropologia filosofica *** Questioni di genere in Antropologia filosofica
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  • INDICE Modulo I (istituzionale): -I. Questioni di Antropologia filosofica -I. 1. Lantropologia filosofica. Nodi teoretici e storici Che cos lantropologia filosofica? a) approccio etimologico (cfr.: M. Scheler, Parola ed espressione, in: Sullidea delluomo, pp. 56-63) b) approccio teoretico (cfr.: Appendice I: Antropologia filosofica e antropologie settoriali) c) approccio antropologico-evoluzionistico (cfr.: Allegato T) - I. 2. Aporetica dell'AF (cfr.: PDF da Il segmento mancante, Dissoluzione del corpus filosofico e ss.) -I. 3. Lidea di uomo di Max Scheler (M. Scheler, Sullidea delluomo)
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  • INDICE (segue) Modulo II (monografico): - II. Questioni di genere nel pensiero antropologico di Edith Stein
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  • MODULO I Questioni di Antropologia filosofica (Istituzionale) I.1. a) e b) Lantropologia filosofica. Nodi teoretici e storici.
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  • Che cos lantropologia filosofica? a) Un approccio etimologico NOTA DI METODO DI CONOSCENZA: Per affrontare lignoto, bisogna partire dal noto. Nel nostro caso, per instaurare il procedimento che va dal noto allignoto, possiamo trasformare i termini della domanda e chiederci: Che cosa ci dicono le parole di cui composta la domanda? Le parole che usiamo rappresentano, infatti, quel terreno solido del noto, a partire dal quale possiamo avventurarci in ambiti meno noti, alla conquista conoscitiva dellignoto (cfr.: M. Scheler, Parola ed espressione, in: Sullidea delluomo, pp. 56-63);. Lapproccio che cos assumeremo sar un approccio etimologico, come quello utilizzato da Isidoro di Siviglia nel VI sec. d. C.
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  • Isidoro di Siviglia Isidoro di Siviglia (570 ca.-636) vescovo di Siviglia nel VI sec. d. C., quando nella Spagna visigotica, appena stabilizzata, stava per sopraggiungere l'invasione islamica. Egli teme di essere fagocitato dallignoto e, per conservare qualcosa del prezioso patrimonio della cultura antica in via di fatale dispersione, si dedica a scrivere le Etymologiae, unopera enciclopedica che tratta dei pi vari argomenti (la grammatica, l'agricoltura, la teologia, la storiografia, la politica e persino l'abbigliamento o il giardinaggio), a partire dalla individuazione dellorigine (=etimologia) delle parole stesse. Lopera stata paragonata ad una delle attuali finestre di Internet, dalla quale si accede ad un mondo quanto mai ricco di informazioni, navigando, come in una Internet ante litteram. Ci diede alcuni anni fa lo spunto a vari estimatori di Isidoro per designarlo Patrono di Internet.
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  • Le Etymologiae Isidorus Hispanensis, Etymologiarum libri XX sive Origines Trad. it. a cura di A. Valastro Canale, 2 voll., Torino UTET, 2004 Breve esempio dellopera: L i b e r I D e g r a m m a t i c a Caput I. DE DISCIPLINA ET ARTE. [1] Disciplina a discendo nomen accepit: unde et scientia dici potest. Nam scire dictum a discere, quia nemo nostrum scit, nisi qui discit. (=Disciplina prende il nome dallimparare: perci pu essere detta anche scienza. Infatti sapere fu detto da imparare, perch nessuno di noi pu sapere, se non ci che impara)
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  • Le Etymologiae (1) L i b e r XI. D e homine et portentis Caput I. DE HOMINE ET PARTIBUS EIUS. [5] Graeci autem hominem appellaverunt, eo quod sursum spectet sublevatus ab humo ad contemplationem artificis sui. Quod Ovidius poeta designat, cum dicit: Pronaque cum spectant animalia cetera terram, os homini sublime dedit coelumque videre iussit, et erectos ad sidera tollere vultus. Qui ideo erectus caelum aspicit, ut Deum quaerat, non ut terram intendat veluti pecora, quae natura prona et ventri oboedentia finxit. (=I Greci diedero allessere umano il nome di nthropos per il fatto che esso, sollevatosi dalla terra, guarda in alto, per contemplare il proprio artefice. A questo allude il poeta Ovidio quando dice: Mentre gli animali tutti guardano la terra,/allessere umano concesse viso sublime e di guardare il cielo/ ordin, e di levare agli astri i volti eretti. Questi, eretto, volge il proprio sguardo al cielo alla ricerca di Dio, senza fissare la terra come le bestie, che la natura ha creato prone e schiave del ventre)
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  • Etimologia di antropologia filosofica Lespressione antropologia filosofica un grecismo + + nthropos + lgos flos+sopha uomo + discorso razionale amico+sapienza Recuperarne lorigine ci trasporta nel mondo dellantica Grecia, un mondo temporalmente lontano dal nostro, in cui affondano le nostre radici culturali.
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  • Il logos e la sopha Ai Greci dobbiamo, infatti, le espressioni e le nozioni di lgos, di philin e di sopha, che sono portanti per intendere il significato di Antropologia filosofica. Il lgos indica: a) la trama di razionalit che pervade lessere; b) la facolt tipicamente umana di cogliere tale razionalit e raggiungere la conoscenza del senso ultimo dellessere (sopha).
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  • Il philin E' un tendere amoroso che non aspira al possesso, ma alla fruizione e perci tipico della relazione damicizia, piuttosto che di quella erotica. Aristotele dedica all'amicizia i libri VIII e IX dell'Etica Nicomachea. L'opera consiste in una raccolta di lezioni che Aristotele tenne probabilmente ad Atene, durante il suo secondo soggiorno nella citt, fra il 335 e il 323 a.C.: il periodo aureo del suo impegno teoretico e didattico, che s'interromper soltanto alla morte di Alessandro Magno, quando ad Atene si scatena una violenta reazione antimacedone. Allora i legami di vecchia data del filosofo con la dinastia regale della Macedonia lo inducono ad allontanarsi dalla citt e a ritirarsi nei possedimenti della madre a Calcide, nell'isola Eubea. Vi morir di malattia l'anno seguente, il 322, a 62 anni di et.
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  • Il philin Aristotele costruisce un articolato impianto teorico inteso a sussumere la pluralit di significati dell'amicizia. Egli distingue tre cause di phila: l'utile, il piacere e il bene. Ne individua il fine nella realizzazione di un equilibrio fra due individui, ammettendo espressamente l'amicizia fra diseguali, accanto a quella ritenuta pi stabile e sincera fra uguali. Estende il concetto dal rapporto fra individui a quello fra membri della stessa famiglia, sovrapponendolo cos al legame di sangue, e alla relazione fra membri di una stessa comunit e, dunque, della polis. Phila il vincolo fondato sulla fiducia leale e sincera, presupposto condiviso delle amicizie personali, dei legami affettivi familiari, sia naturali sia acquisiti, della coesione interna alla comunit sociale e allo Stato.
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  • Il philin Questa potenza della phila, che abbraccia le relazioni dell'individuo a partire dalla sua dimensione privata fino a quella pubblica e collettiva, riconosciuta da Aristotele nel carattere attivo e transitivo dell'amare: la phila pare consistere pi nell'amare (philin) che nell'essere amati (philisthai) (EN, 1159a 26-27). Il rigore dell'argomentare filosofico richiede che l'affermazione sia suffragata da una prova logica. E colpisce come all'esigente e severo raziocinio del filosofo basti, una volta tanto, l'evidenza irrefutabile di un'argomentazione puramente empirica, e cio l'esempio toccante fornito dal gratuito amore materno : segno [della natura attiva del philin] il fatto che le madri provano piacere nell'amare: infatti alcune danno i loro figli ad allevare e continuano ad amarli, sapendo di loro, senza cercare di essere amate in contraccambio, se entrambe le cose non sono possibili; ma sembra che a loro basti sapere che stanno bene e li amano, anche se quelli, per ignoranza, non ricambiano affatto con l'amore che si deve a una madre (EN,1159a 27-33).
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  • La sopha Fu Aristotele (IV sec. a. C.) che distinse la sapienza (sopha) dalla saggezza (phrnesis). La saggezza ha per oggetto le faccende umane, che sono mutevoli e contingenti = in quanto possono essere cos o diversamente da cos. La sapienza, invece, ha per oggetto il necessario = ci che non pu essere altrimenti. La sapienza perci il pi perfetto dei saperi, perch non solo sa ci che deriva dai principi, come la scienza o abito (=ci che si possiede stabilmente), delle dimostrazioni dai principi, ma conosce anche la verit dei principi, avendo l'intelletto o conoscenza diretta dei principi.
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  • La sopha In quanto grado di conoscenza pi alto e pi completo, comprensivo di intelletto e scienza, inoltre, la sapienza anche il sapere delle cose pi alte e sublimi, quelle che non mutano e dalle quali dipende il senso delle cose mutevoli. Come dice Aristotele: Vi sono altre realt di natura ben pi divina degli uomini, come risulta chiarissimo se non altro dagli astri luminosi di cui costituito l'universo...Perci si dice che Anassagora e Talete e gli uomini come loro vengono chiamati sapienti e non saggi, giacch non si applicano a conoscere ci che vantaggioso per loro ma conoscono cose straordinarie e meravigliose, difficili e divine, ma inutili giacch essi non indagano intorno ai beni umani. (Etica Nicomachea, VI, 7, 1041b 1)
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  • Il significato etimologico di antropologia filosofica Collegando i significati delle parole greche di origine, + / + nthropos + lgos filin/flos+sopha uomo + discorso razionale amico+sapienza possiamo, per via etimologica, ipotizzare che, quando si parla di antropologia filosofica, si intende una disciplina razionale, che ha come proprio oggetto di ricerca luomo e che tende a raggiungere su di lui una conoscenza di tipo non intellettualistico, ma sapienziale cio tale da soddisfare lesigenza principale di cui la vita umana portatrice, quella di conoscere il senso dellessere umano e di ogni altro essere nellambito del tutto dellessere.
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  • Giudizi contrapposti sulla filosofia Non sempre per tale legame tra la filosofia e la vita umana stato riconosciuto. Significativi in proposito i due aneddoti, rispettivamente di Platone e di Aristotele, sul fondatore della filosofia, Talete. (cfr.:PDF da Il segmento mancante, 1.2.2.La filosofia come ricerca del principio tra intenzionalit e realizzazione, pp. 43-53)
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  • Laneddoto di Platone Si racconta anche di Talete, il quale mentre stava mirando le stelle e aveva gli occhi rivolti in alto, cadde in un pozzo; e allora una servetta di Tracia, spiritosa e graziosa, lo motteggi, dicendogli che le cose del cielo si dava una gran pena di conoscerle, ma quelle che aveva davanti e tra i piedi non le conosceva affatto [] Questo motto si pu ben applicare egualmete a tutti quelli che fanno professione di filosofia. (Platone, Teeteto, 174 A-B)
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  • Laneddoto di Aristotele Siccome, povero comera, gli rinfacciavano linutilit della filosofia, dicono che [Talete], avendo previsto in base a computi astronomici un abbondante raccolto di olive, ancora nel cuore dellinverno, disponendo di una piccola somma, si accaparr tutti i frantoi di Mileto e di Chio, dando una cifra irrisoria, perch non ce nera richiesta alcuna: ma quando giunse il tempo della raccolta, poich molti cercavano frantoi tuttinsieme e durgenza, li dette a nolo al prezzo che volle e, cos, raccolte molte ricchezze, dimostr che per i filosofi davvero facile arricchirsi, se lo vogliono e invece non questo di cui si preoccupano. (Aristotele, Politica, I, II, 1259a 8-19)
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  • Che cos lAntropologia filosofica? I. 1. b) Approccio teoretico
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  • Unosservazione Ci rendiamo conto, a questo punto, che il procedimento etimologico, che fin qui ci ha guidato dal noto allignoto, ha raggiunto il suo limite e che ora dobbiamo proseguire la nostra ricerca ad un altro livello. Sul piano etimologico, non ci fa problema il suffisso -logia n lespressione antropo-logia. Per il loro significato disponiamo, infatti, di molte analogie linguistiche, su cui appoggiarci. Nel nostro tempo, le discipline particolari rivolte ai vari ambiti del reale si sono moltiplicate, dando luogo a sempre nuove -logie. P. es.: minera-logia, geo-logia, etno-logia, socio-logia, psico-logia.
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  • Unosservazione (1) Anche per investigare il problema antropologico, molto sentito a partire dal XX sec., si sono enormemente moltiplicate le discipline antropologiche settoriali, generando numerose antropologie e aprendo altrettanti punti di vista sulluomo. Possiamo nominare molti esempi di antropologie settoriali: - lantropologia economica; lantropologia giuridica; - lantropologia politica; lantropologia sociale; - lantropologia religiosa; lantropologia medica; - lantropologia biologica; lantropologia fisica; - lantropologia culturale Cfr.: Appendice I, Antropologia filosofica e antropologie settoriali.
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  • Sul filosofico Ci che, invece, oggi non affatto scontato che si sappia dare una risposta alla domanda: Che cos la filosofia? e conseguentemente un contenuto determinato allaggettivo filosofica, che qualifica la nostra disciplina. A partire dalla cultura di cui attualmente disponiamo, abbiamo, anzi, qualche difficolt ad esplicitare, oltre la mera analisi etimologica, il significato dellaggettivo filosofica, che si aggiunge ad antropologia, per denominare la nostra disciplina. Infatti, mentre in noi molto viva la curiosit nei confronti delle scienze e delle discipline settoriali, lattenzione per la filosofia si andata sempre pi riducendo ed ora piuttosto bassa: per questo ci resta enigmatico proprio laggettivo, filosofica, che non solo accostato alla parola antropologia, ma qualifica la nostra disciplina.
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  • Accostarsi alla filosofia Daltra parte, abbiamo necessit di sapere da quale punto di vista svolgeremo la nostra ricognizione sulluomo. Avvertiamo, infatti, che lantropologia filosofica tratta delluomo in modo differente dalle antropologie settoriali, quali: lantropologia sociale, lantropologia economica, lantropologia politica, lantropologia medica, la bioantropologia, lantropologia religiosa, letnoantropologia, la demoantropologiaecc Dobbiamo perci applicarci ad assumere il punto di vista filosofico, che qualifica lantropologia filosofica e a fare la conoscenza con la disciplina che ne portatrice, la filosofia. Essa diventata oggi un oggetto misterioso ma un tempo era molto praticata e rispettata
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  • Lopinione di I. Kant Gi nel XVIII secolo la filosofia era considerata non pi praticabile, come ci documenta Immanul Kant, quando rileva: Fu gi un tempo che questa [la metafisica=disciplina filosofica per eccellenza] era chiamata la regina di tutte le scienze.Ma ormai la moda del nostro tempo porta a disprezzarla. [a causa del dogmatismo in cui incorsa e che ha generato scetticismo e anarchia] I. Kant, Prefazione alla Critica della ragion pura (1781):
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  • La filosofia per Severino Boezio Dobbiamo risalire indietro nel tempo per trovare una pratica filosofica non solo intellettualistica ma di effettiva utilit per luomo. Severino Boezio ( 525 d.C.),* mentre era in carcere, condannato a morte dal re goto Teodorico, riprendendo dal Protrettico di Aristotele, scrive il De consolatione philosophiae, in cui, presenta la filosofia come una nobile dama, che lo conforta, rispondendo ai suoi dubbi relativi al senso di ci che gli sta capitando. * Cerca su Internet!
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  • Lopinione di Severino Boezio Nel corso dei 5 libri, Boezio propone una concezione e una pratica della filosofia per cui questa disciplina serve a trovare/dare senso a tutte le nostre esperienze, anche quelle pi devastanti. La filosofia reca consolazione a Boezio appunto perch in grado di mostrargli che la condizione infelice, in cui egli si trova, non va ridotta soltanto a un caso sfortunato, ma, con un opportuno esercizio della ragione, di cui tutti gli uomini sono provvisti, pu invece essere ricondotta ad una ragione provvidenziale, da noi riconoscibile, per quanto a noi superiore e perci per noi sempre misteriosa.
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  • Lopinione di Alain de Botton Alain De Botton si dedicato a scrivere su: Le consolazioni della filosofia, Guanda, Milano 2005, dimostrando senza ombra di dubbio quanto il senso pieno del filosofare, ancora vivo ed efficace per S. Boezio, sia andato perduto per noi, che dobbiamo perci impegnarci a recuperarlo. Lopera si snoda secondo il seguente Indice: I. Consolazione per l'impopolarit ; II. Consolazione per i problemi di denaro ; III. Consolazione per il senso di frustrazione ; IV. Consolazione per il senso di inadeguatezza ; V. Consolazione per le pene d'amore ;VI. Consolazione per le difficolt del vivere. Tale Indice ci mostra che A. De Botton non ci offre vera consolazione (=possibilit di preservarci dalla disperazione, sottraendo la ns. esperienza alla casualit sfortunata e collocandola, invece, in un ordine provvidenziale di senso), ma solo consigli tratti dalle varie concezioni filosofiche per rimediare ai nostri problemi
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  • Filosofia e antropologia (1) La filosofia opera in modo del tutto originale e differente dagli altri saperi, svolgendo anche funzioni consolatorie e terapeutiche. La filosofia apre orizzonti di senso In ci si mostra al servizio dellistanza di trascendenza o funzione meta, la pi autentica e profonda esigenza/intenzionalit antropologica, il contrassegno della sua stessa soggettivit. Luomo, infatti, non si accontenta di conoscere gli enti, ma si interroga soprattutto sul senso che essi hanno per lui, anelando amorosamente alla sapienza ( + =philin+sopha).
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  • Filosofia e antropologia (2) Potremmo dire, perci, che coltivare lantropologia filosofica significhi conoscere luomo dal punto di vista dellistanza/intenzionalit di trascendenza, in cui consiste la sua essenza (=nucleo costante che rende uomo luomo) di essere cui non basta conoscere e di fare, ma sempre di nuovo deve soddisfare linterrogativo sul senso di s e di tutto quanto lo circonda. Per questo, sempre di nuovo egli si sente spinto a contestualizzare in un orizzonte di significati intersoggettivamente condivisi le esperienze che fa.
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  • Filosofia e antropologia (3) Lantropologia filosofica ci apre sulluomo una prospettiva peculiare e diversa da quelle di tutti gli altri saperi. Con essa abbiamo accesso infatti al livello intenzionale dellessere umano, quello che traspare nei comportamenti ma ha sede nellinteriorit coscienziale, dove si compiono gli atti che conferiscono senso ai prodotti dellattivit neuronale-cerebrale.
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  • Filosofia e antropologia (4) Tale qualit umana suscita la meraviglia dei cultori di scienze oggettivanti come documentato dalla frase di T.H. Huxley* sotto riprodotta: How it is that anything so remarkable as a state of consciousness comes about as the result of irritating nervous tissue, is just as unaccountable as the appearance of Djin when Aladdin rubbed his lamp in the story. (Thomas Henry Huxley, The elements of physiology and hygiene, 1868, p. 178) (tr. it.: Come avvenga che qualcosa di cos sorprendente come uno stato di coscienza sia il risultato della stimolazione del tessuto nervoso tanto inspiegabile quanto la comparsa del genio quando Aladino, nella favola, strofina la lampada. ) * Cerca su Internet/Wikipedia
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  • L'intenzionalit* *cerca su Internet/Wikipedia E una parola che proviene dal latino medioevale (intentio) e significa il tendere a - I filosofi medioevali usavano lespressione intentio per indicare il riferimento di qualsiasi atto umano a un oggetto diverso da s; p. es.: di una rappresentazione alla cosa rappresentata, di un atto di volont alla cosa voluta, ecc - La nozione fu usata dapprima nellambito pratico: da cui anche lodierno significato prevalente della parola intenzione, che designa il riferirsi di unattivit pratica al suo oggetto. - Successivamente subentr anche luso in ambito conoscitivo, a indicare i concetti, suddivisi in intentiones primae quando si riferivano alle cose reali, e intentiones secundae quando si riferivano ad altri concetti. - Secondo S. Tommaso (XIII sec.), nellintenzione si esprime la similitudine pensata della cosa (C. Gent.,IV, 11, 11)
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  • Lintenzionalit della coscienza (1) La coscienza non una cosa (Cartesio), ma struttura intenzionale datto = Con-formazione del flusso energetico mentale, in polarit soggettiva e oggettiva, connesse da tensione intenzionale
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  • Lintenzionalit della coscienza (2) Solo in tali conformazioni intenzionali o atti, ogni concreto prodotto neuronale-cerebrale pu essere coscienzialmente ospitato e diventare esperienza ovvero: solo perch la coscienza tale struttura intenzionale datto prefigurante ogni concreto prodotto cerebrale, noi possiamo avere coscienza delle nostre esperienze
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  • Latto di coscienza PS I PO Ego cogito cogitata Ego sentio sentimentum Ego volo volitum polo soggettivo tendere a polo oggettivo intenzionalit della coscienza (in virt del suo essere intenzionale, la coscienza non affatto chiusa nel suo essere soggettivo, ma in quanto struttura datto sempre aperta e rivolta ad ospitare l'essere oggettivo)
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  • Nuova concezione della coscienza Per ogni concreta esperienza umana c per quanto impercettibile alla sensibilit e portato ad evidenza solo dalla riflessivit intuitiva della descrizione fenomenologica dei vissuti, unattivit intenzionale della coscienza, che appronta la forma coscienziale (=in-esistente) per il darsi in essa, come riempimento, di ciascuna concreta esperienza di coscienza (percezione, pensiero, sentimento, desiderio, attesa, volizione.).
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  • Il metodo fenomenologico dindagine La scoperta della coscienza come struttura intenzionale datto stata resa possibile, nel XX sec., dallintroduzione in filosofia, da parte di Edmund Husserl, del metodo fenomenologico dindagine. A differenza dei metodi psicologici e scientifici, che cercano le cause dei vissuti, esso prende in considerazione ogni fenomeno vissuto per come in se stesso si manifesta. Praticando la riduzione (=epoch), che esclude dal campo dindagine tutto ci di cui si pu dubitare (risultati scientifici, esperienza naturale, mondo psico-fisico e persona psicofisica di chi indaga), il metodo fenomenologico consente di concentrare losservazione solo sulla personale esperienza vissuta della cosa, afferrata nella percezione, nel ricordo o in qualsiasi altro modo.
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  • Lesperienza vissuta Lesperienza vissuta di ciascun fenomeno rappresenta ci che non pu essere messa fuori circuito. Che significa? Si pu dubitare che Io, questo Io empirico al quale assegnato un nome, una posizione sociale e che fornito di particolari qualit, esista veramente. Tutto il mio passato potrebbe essere un sogno e il suo ricordo un inganno, per cui pu essere messo fuori circuito, rimanendo loggetto della mia considerazione solo come fenomeno. Ma IO, il soggetto dellesperienza vissuta, che considero il mondo e la mia persona come fenomeni, io sono nellesperienza vissuta e soltanto in essa permango, per cui non possibile che siano cancellati sia lIo che la stessa esperienza vissuta. [E. Stein, Il problema dellempatia]
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  • La teoria della mente* (1) Contestualmente alle scoperte della fenomenologia, le scienze umane si sono aperte alla dimensione di soggettivit/intenzionalit orientata al senso, di cui anche dal loro punto di vista oggettivante, luomo si mostra portatore. Proprio dallambito delle scienze psicologiche stato elaborato di recente il costrutto-ponte della Teoria della mente, variamente utilizzato per definire significati diversi, seppur spesso simili, nellambito della filosofia della mente e della psicologia cognitiva, in psicologia dellapprendimento e del pensiero, in psicologia clinica, in psicologia dello sviluppo, epistemologia genetica e psicologia dinamica. La ToM (Theory of Mind) si cos rivelata un potente e trasversale costrutto euristico*, che ha permesso il dialogo e l'avvicinamento tra campi di ricerca prima molto lontani. * Cercare su Wikipedia
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  • La teoria della mente (2) Grazie al contributo di autori come John Bowlby* e soprattutto Peter Fonagy*, costrutti come la Teoria dell'Attaccamento, la Funzione del S riflessivo e la Metacognizione, pur se relativamente differenti e riferiti a contesti leggermente diversi, possono essere in parte unificati utilizzando quello di "Teoria della Mente" (o ToMM, Theory of Mind Mechanism) come costrutto-ponte da un punto di vista epistemologico. * Cercare su Internet/Wikipedia
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  • La teoria della mente (3) Pi in particolare: Nell'ambito della filosofia della mente, la ToM rappresenta il modello ontologico e strutturale dei processi mentali, formulato per rispondere alla domanda: Cosa la Mente?" In psicologia cognitiva, la ToM equivale al modello di funzionamento della psiche e serve a rispondere alla domanda: Come funziona la Mente, quali sono i suoi processi funzionali?"
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  • La teoria della mente (4) In senso pi operativo ed applicativo: -in psicologia dell'apprendimento e psicologia del pensiero, la ToM stata spesso usata come analogo di metacognizione, ovvero di capacit osservativa ed automodulante degli stessi processi cognitivi individuali -in psicologia clinica, la ToM funge da equivalente funzionale delle funzioni del S riflessivo. -in psicologia dello sviluppo, epistemologia genetica e psicologia dinamica la ToM esprime la capacit del bambino di costituirsi una rappresentazione adeguata dei processi di pensiero propri e dell'Altro significante: