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Approccio educativo-didattico: Integrazione scolastica e strategie di intervento Avere un alunno con autismo pone la scuola di fronte alla necessità di progettare un intervento adeguato a quel singolo alunno con quelle specifiche caratteristiche. Pone anche la scuola nella necessità di sapere cosa fare, come fare per rispondere in modo adeguato alle necessità di quell’alunno Non è una legge che può garantire l’integrazione scolastica, ma sono gli atteggiamenti individuali delle persone coinvolte. Fattori ambientali Comportamenti Competenze Credenze Identità Più in profondità c’è un livello di credenze cioè ciò in cui noi crediamo e qual è la nostra visione del mondo L’identità cioè la nostra storia

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Approccio educativo-didattico:Integrazione scolastica e strategie di

intervento ��Avere un alunno con autismo pone la scuola di fronte

alla necessità di progettare un intervento adeguato a quel singolo alunno con quelle specifiche caratteristiche.

�Pone anche la scuola nella necessità di sapere cosa fare, come fare per rispondere in modo adeguato alle necessità di quell’alunno

�Non è una legge che può garantire l’integrazione scolastica, ma sono gli atteggiamenti individuali delle persone coinvolte.

� �

Fattori ambientaliComportamenti

Competenze

CredenzeIdentità

� ��Più in profondità c’è un livello di credenze cioè ciò in

cui noi crediamo e qual è la nostra visione del mondo� L’identità cioè la nostra storia

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�� In alcuni ambiti le visioni più profonde che riguardano

le identità e le credenze non si riescono a mascherare

�Uno di questi ambiti riguarda appunto la disabilità ed in particolare l’autismo

� Le strategie che noi utilizziamo, per essere efficaci, devono quindi basarsi su un profondo convincimento

��Solo se c’è coerenza tra idea e azione il

nostro intervento sarà efficace.

Le credenze determinano il

modoin cui noi guardiamo e vediamo l’alunno che

abbiamo davanti.

Il nostro agire risente fortemente delle nostre credenze

�� L’educazione è l’incontro di esperienze e di spazi di

intervento intenzionali all’interno di una realtà definita

L’esperienza educativa

In ogni esperienza educativa si insegna - cultura - a un - alunno- utilizzando - strumenti - in una - comunitàsociale - con delle finalità.

�� Le situazioni in cui si trova ad agire un educatore sono

molteplici

� Non tutte le situazioni possono essere predefinite e prevedibili� situazioni problematiche� casi unici per i quali non sono disponibili linee precodificate

di intervento� alunni che richiedono attenzioni speciali� non ci sentiamo all’altezza

� pensiamo di non avere strumenti adatti

��Cosa ci permette quotidianamente di agire?�Dove troviamo la soluzione?

La soluzione è da trovare nel contesto e si concretizza in un fare

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� �� L’agire pratico è quello in cui siamo chiamati a

prendere delle decisioni per far fronte alle situazioni indeterminate

� E’ un processo di ricerca attraverso il quale si giunge a definire le azioni da attuare per raggiungere un obiettivo

��E’ la capacità di capire e decidere il momento in cui

attuare un’azione educativa per conseguire un risultato

�E’ la capacità di leggere criticamente la specificitàdel contesto per valutare quali sono le risorse e i limiti

��E’ fatto di

�Competenze professionali specifiche�Regole generali che definiscono le linee d’azione

da adottare�Chiarimenti diagnostici� Indicazioni specialistiche importanti� Tecniche di intervento�Strumenti adeguati�Strategie da utilizzare

� �

�Buona pratica significa ideazione e progettazione a partire dall’esperienza vissuta.�Buona pratica è conoscere e saper utilizzare tecniche, strumenti, strategie adeguate all’alunno e saperle trasferire su un piano metodologico - operativo�Buona pratica è anche pensare e riflettere sull’esperienza

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�� DEFINIZIONE DEL DISTURBO – DSM IV

L’Autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo caratterizzato da:

� Compromissione qualitativa dell’interazione sociale

� Compromissione qualitativa della comunicazione e del linguaggio

� Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati

� Caratteristiche spesso osservabili a scuola sono anche l’iperattività, i disturbi dell’attenzione, comportamenti aggressivi, disturbi delle funzioni esecutive, la capacità di adattarsi all’ambiente, lo scambio, le abilità cognitive, isole di eccezionali abilità, ecc.

�I diversi livelli di abilità e di gravità e le diverse modalità con cui queste compromissioni si manifestano e le interconnessione tra le stesse, portano ad avere profili individuali caratterizzati da molteplici differenze

�Le differenze individuali vanno conosciute e tenute in considerazione per poter attuare il piano educativo adeguato

�Non bisogna dimenticare che è un alunno con autismo, ma anche un bambino, un giovane, un adolescente….

��Comunicazione

� Verbale- usa la lingua nelle forme colloquiali richieste dal quotidiano, produrre messaggi adeguati al destinatario, saper usare il linguaggio adeguato ai contesti

� Scritta- richiede competenze varie e complesse: attenzione, concentrazione, evocazione di informazioni e idee, conoscenza del codice linguistico, capacità manuale di riprodurre dei segni, ecc. c’è un coinvolgimento totale della persona: corpo, mente, pensieri,occhi. Ci vuole molta energia per mettere in movimento in modo coordinato tutte queste competenze

� Iconica- immagini, foto o disegni che esprimono significati precisi� Mimico gestuale

�Pur riconoscendo la particolarità di ogni ciclo scolastico esistono elementi comuni che seguono il percorso di integrazione dell’alunno con autismo.

il percorsoil percorso

Elementi da valutare

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�Fascicolo individuale documenta il percorso scolastico�Inizia dalla scuola dell’infanzia

�Deve essere completa: Diagnosi Funzionale- Profilo Dinamico Funzionale- PEI

�Deve essere diviso in settori chiari �Deve essere facilmente consultabile�Deve contenere tutti gli elementi necessari per poter dare continuità al percorso precedente

�• Nella scelta della scuola è bene tener conto:

� Dell’ambiente sociale accogliente e inclusivo� Dell’ esperienza� Dell’ambiente fisico.

�� La scuola materna: svolge nel complesso senza

troppe difficoltà il suo compito di integrazione

� Scuola primaria e scuola secondaria di primo grado: “si pongono le basi e si sviluppano le competenze indispensabili per continuare ad apprendere”. Inizia l’esigenza di svolgimento dei programmi e possono emergere le prime difficoltà. L’alunno inizia a correre il pericolo di essere escluso.

� Negli istituti di secondo grado: aumentano le complessità delle richieste e il rischio esclusione potrebbe essere maggiore, ma……..

�Anno precedente il passaggio

Incontro e confronto fra i: � Dirigenti Scolastici, � Le figure di riferimento per l’integrazione delle due scuole

� Gli insegnanti della classe in cui verrà inserito l’alunno, l’insegnante assegnato al sostegno e il collaboratore

� La famiglia� Il servizio sanitario di riferimento� La consulente esperta in autismo

�Anno precedente il passaggio�Orientamento�Progetto ponte: interventi che favoriscono la continuità educativa tra ordini diversi di scuola:

� Inizia dopo l’iscrizione� Tra scuola dell’infanzia e scuola primaria e tra scuola

primaria e scuola secondaria di primo grado la prima visita èeffettuata da tutta la classe

� E’ bene prevedere alcune visite successive dell’alunno con autismo accompagnato da un insegnante o collaboratore

• Se già designato è bene prevedere anche l’ intervento nella scuola frequentata dall’alunno dell’insegnante di sostegno o collaboratore per una conoscenza diretta dell’alunno e delle modalità di integrazione adottate

• Incontri di informazione e formazione sulle caratteristiche del ragazzo: punti di forza e di debolezza

• Se il collaboratore lo segue nella nuova scuola è bene prevedere un periodo di compresenza con il nuovo insegnante per favorire la conoscenza

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�Attenzioni della scuola

�Nella scelta dell’insegnante di sostegno e del collaboratore si cercherà di tener conto delle competenze delle varie figure presenti nella scuola e della possibilità di dare continuità al percorso scolastico.�Nella formazione della classe si cercherà di inserire un gruppetto di compagni con i quali si è creata una relazione privilegiata.�Nella individuazione e predisposizione di uno spazio personale dove mettere anche dei ricordi, dei sostegni, degli agganci con il passato

�A casa durante l’estate:

�Introdurli o reintrodurli nel concetto di scuola utilizzando modalitàadeguate:

� Confronto orale o scritto� immagini, se pensiamo che la rappresentazione visiva aiuti

ad affrontare l’evento.�Trovare agganci con il passato per affrontare il nuovo: mostrare fotografie positive a partire dall’anno scolastico passato per passare a quelle della nuova scuola�Mettere la foto della nuova scuola sul calendario nel giorno di inizio del nuovo anno scolastico�Andare insieme a comperare zaino e materiale necessario

�Preparare lo zaino assieme

�� Preparare una cartella immagini inerenti al primo giorno di

scuola:

� Alzarsi � Colazione� Zaino� Tragitto

� Scuola� Ritorno a casa

�� E’ un momento fondamentale per l’inserimento dei nuovi alunni

� Un primo momento sempre organizzato è la presentazione di sé al nuovo gruppo

� Se non è in grado di presentarsi autonomamente trovare una modalità di presentazione adeguata preparata precedentemente: (portfolio) video, album foto, tabelle, scritto

� Famiglia, amici

� Giochi

� Sport

� Film

� Musica

� Ciò che funziona – sono felice quando….

� Ciò che può costituire un problema – entro in ansia quando…

� Modalità di comunicazione

� Spesso l’alunno all’inizio di un nuovo percorso scolastico, soprattutto se non ha nessuna figura di riferimento conosciuta, è in ansia

� L’inizio di un nuovo percorso scolastico richiede la capacità di relazionarsi con nuove persone e con nuovi ambienti

� Non sempre l’alunno con autismo è in grado di avviare e gestire contemporaneamente più relazioni

� Non sempre è in grado di adattarsi immediatamente ai nuovi ambienti

��Ogni scuola programma attività varie per favorire la conoscenza, l’integrazione e lo star bene

�Serve a facilitare l’ingresso nella nuova scuola e a sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente

�La definizione dei progetti di accoglienza deve essere condivisada tutto il personale all’interno della scuola

�Nella scuola dell’infanzia l’accoglienza è personalizzata per ciascun bambino

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�� Non attuare progetti, a volte prestabiliti e inseriti nel POF, che

possono essere non adatti all’alunno con autismo

� Il passaggio sarà facilitato se, oltre all’alunno, nella nuova scuola passa anche il collaboratore all’integrazione (mediatore tra l’alunno e la nuova struttura)

� Quando questo non avviene deve essere previsto un periodo da dedicare alla conoscenza reciproca ed all’avvio di una relazione

�Primi giorni di scuola

�Inizio anno scolastico come tutti i coetanei �Conoscenza del nuovo ambiente classe, dei nuovi compagni e dei nuovi insegnanti�Avere a disposizione materiale e attività adeguate alle sue capacità e ai suoi interessi e inerenti al progetto di accoglienza predefinito

�Se è necessario prevedere la presenza di un genitore

�� Avere a disposizione uno spazio tranquillo

� Prendersi il tempo necessario per conoscersi e avviare una relazione

� Non metterlo alla prova

� Avere fiducia in lui

� Non essere noi in ansia

� Non avere paura

� Evitare situazioni a rischio

� Guardare oltre i comportamenti più manifesti

� Se è possibile partire dai suoi interessi

� Proporre attività semplici, ma adatte all’età

� Se necessario, stabilire i tempi di permanenza a scuola dei primi giorni

�Soggetti dell’azione educativa

�L’ambiente scolastico�Alunno con autismo

�Insegnante per le attività di sostegno-Collaboratore all’integrazione

�Insegnanti curricolari�Compagni di classe�Famiglia �Referente sanitario

�Consulente pedagogico specializzato in autismo

��Atteggiamento di ricerca e di curiosità verso l’alunno,

le nuove pratiche e i diversi approcci

� L’organizzazione scolastica e di classe deve poter variare in rapporto ai bisogni che mutano.

�Differenziazione come valore

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�� Tutti gli alunni devono trovare le migliori condizioni

ambientali e professionali perché ognuno possa sviluppare le sue potenzialità

� La scuola deve operare in termini di individualizzazione per tutti gli alunni

� L’organizzazione scolastica deve favorire la flessibilità degli itinerari e deve essere in grado di gestire gli eventuali imprevisti.

� Saper contestualizzare specifiche tecniche sapendo individuare ciò che è compatibile con ciò che non lo è.

�� Trovare un proprio ruolo nell’ambiente

� Essere motivato

� Essere rispettato

� Essere percepito come persona con una propria personalità

� Essere conosciuto

� Non dobbiamo modificare la persona ma i comportamenti

� Non dobbiamo togliere tutti i piaceri

� Trovare equilibrio tra quello che possono fare e quello che sonoin grado di sostenere

�Verificare la varietà di caratteristiche individuali all’interno dei seguenti ambiti – D.F. – P.D.F.

�Ambito dell’interazione

�Ambito prassico e delle funzioni esecutive

�Ambito della comunicazione e linguaggio�Ambito cognitivo�Ambito neuropsicologico

� Attenzione� Memoria� Problem solving� Abilità metacognitive

�Ambito percettivo-sensoriale

�� Ambito delle abilità interpersonali e sociali� Ambito dell’autonomia personale� Ambito dell’autonomia sociale� Ambito del comportamento

�AREE DI INTERVENTO

� Area della comunicazione � Area del linguaggio e dello scambio� Area dell’interazione� Area dell’autonomia � Area motoria-prassica - ludica� Area didattico – disciplinare

�� Seguono il processo di integrazione e :

� Creano nella classe la situazione migliore

� Facilitano le relazioni interpersonali� Favoriscono la comunicazione� Conoscono lo stile cognitivo� Aiutano a trovare strategie adeguate alle situazioni

� Trovano i modi migliori per far emergere le competenze e le abilità

� Propongono materiali e attività legati all’età e alle sue capacità

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�� Individuano percorsi adeguati� Rassicurano e incitano� Individuano e predispongono il contesto migliore per

l’apprendimento� Verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando strategie

adeguate� Vedono oltre i comportamenti più manifesti• Lo guidano a porre attenzione al contesto

� Aiutano a individuare e risolvere eventuali conflitti� Collaborano con la famiglia� Collaborano con gli specialisti

��Sono mediatori tra le varie figure di riferimento�Creano una relazione significativa e di alleanza

con tutti gli alunni della classe�Devono avere una adeguata preparazione�Devono saper avviare e sostenere una relazione�Devono sapere come fare�Devono sapere cosa fare�Devono sapere quando fare�Devono sapere dove andare

�� Mantengono e promuovono un atteggiamento inclusivo� Creano nella classe la situazione migliore� Individuano e concordano strategie adeguate� Collaborano, verificano e valutano gli apprendimenti utilizzando

strategie adeguate e nel giusto contesto� Garantiscono a tutti pari opportunità di successo formativo� Collaborano e condividono il progetto dell’alunno � Collaborano e condividono le attività� Programmano attività extracurricolari adeguate a tutti gli alunni� Non devono accettare l’alunno solo se si dissolve� Collaborano con la famiglia� Collaborano con gli specialisti

�� I compagni di classe devono conoscere, essere informati e

preparati ad accogliere e a relazionarsi con il loro compagno con disturbo autistico

� Vengono informati :� Della problematica autistica� Degli aspetti particolari� Di alcune manifestazioni – conoscere per non spaventarsi� Delle modalità comunicative utilizzate dal compagno� Delle eventuali stereotipie� Dei comportamenti problematici� Dei possibili comportamenti aggressivi che spesso rappresentano

l’unico modo che hanno per comunicare un disagio

�� Si incoraggeranno a:

� Attivare rapporti di amicizia, solidarietà, di interazione e di cooperazione

� Vedere oltre la disabilità

� Creare curiosità e voglia di conoscere

� Non mandare messaggi assistenzialistici o pietistici

� Aiutare il compagno senza sostituirsi a lui

� Vedere oltre i comportamenti manifesti

� Relazionarsi con lui anche se apparentemente sembra non essere coinvolto

� Non spaventarsi di fronte a comportamenti aggressivi

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� �� Incontro scuola- famiglia prima dell’inizio di ogni nuovo percorso

scolastico � Rispetto e confronto sulle scelte

� Il rapporto deve basarsi sulla fiducia e la collaborazione� Trovare una mediazione tra le aspettative dei genitori, la realtà

della classe e le competenze dell’alunno� Colloqui frequenti

La scuola non deve rimandare sempre un’immagine problematica dell’alunno

� �� La complessa sintomatologia del disturbo autistico pone spesso

l’insegnante di fronte a una difficoltà di comprensione con la conseguente difficoltà ad intervenire

� Un insegnante di sostegno o curricolare o un collab oratore non possono essere esperti in tutte le forme di dis abilità

� I referenti sanitari forniscono la diagnosi e danno un supporto importante al funzionamento che deve essere poi tradotto in attività quotidiane

�� Collabora con la scuola

� Nell’analisi della diagnosi funzionale o delle valutazioni fatte da centri specializzati in modo da trasformarli in obiettivi e attività concrete adatte per l’alunno in quella situazione con quelle risorse in quell’ambiente

� Nell’osservazione diretta dell’alunno nel contesto scolastico

� Nella progettazione di attività didattiche e nel delineare gli interventi educativi e le strategie da utilizzare nel lavoro quotidiano

�� Nel fornire competenze specifiche per indirizzare verso

l’uso di strategie adeguate

� Nel fornire formazione e supporto alla conoscenza delle varie strategie e modalità di lavoro inerenti a una disabilitàcosì varia e complessa

� Nel sapersi mettere positivamente in relazione con gli insegnanti, i genitori e gli specialisti

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�E’ inutile dire che nell’azione educativa e didattica è

auspicabile una effettiva integrazione delle competenze e delle professionalità

�Far familiarizzare l’alunno con i vari spazi della scuola�Quando è necessario predisporre un adattamento degli spazi

�Si possono modificare gli stimoli ambientali che facilitano l’insorgere di comportamenti problematici�Il materiale da utilizzare deve essere facilmente accessibile

�Evitare confusione e disordine

�Nella scuola materne gli spazi sono già organizzati in modo da essere visivamente chiari

�� La classe

� Portarlo in classe in assenza dei compagni e fargli conoscere ed esplorare l’ambiente

� Capire quale può essere il posto più adatto a lui:� Davanti: se è facilmente infastidito dagli oggetti e dai compagni

� Dietro: se preferisce avere l’ambiente sotto controllo o se ha necessitàdi muoversi

� Lontano dalla porta se tende a voler uscire

� Vicino al muro: se può dargli sicurezza impedendogli facili spostamenti

� Vicino alla finestra: se il guardare fuori serve a stare meglio in classe

� Vicino ai compagni che preferisce

��La comunicazione: verbale e non verbale

�Il linguaggio: comprensione e espressione

�L’ adattamento all’ambiente

�L’ interazione

�La capacità di passare da uno stimolo a un altro

�� L’ imitazione congiunta

� L’ imitazione di movimenti fino e grosso motori

� L’ imitazione di azioni con oggetti

� L’imitazione di suoni e di parole

� Le autonomie personali e sociali

� La capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo

� La capacità di utilizzare autonomamente il materiale necessario

� La capacità di preparare il materiale

� La capacità di controllare il comportamento

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�� L’ esecuzione spontanea

� L’ esecuzione su richiesta

� L’ indicare spontaneamente

� L’ indicare autonomamente su richiesta

� L’ indicare con la facilitazione

� Il corpo in movimento

� Le funzioni esecutive

�� Attenzione e attenzione condivisa

� Memoria

� Memoria e capacità di apprendimento

� Apprendimento e applicazione delle conoscenze

� Raggruppare

� Comparare

� Esplorare

� Contare

� Ordinare

� Manipolare

� Giocare

�� Scarabocchiare

� Disegnare

� Scrivere

� Leggere

� Comprendere

� Stile cognitivo

� Le disarmonie cognitive

� Abilità di studio

�Iperattività

�Passività

�Stati d’ansia

�I comportamenti problema

�Auto ed etero aggressività

�Stereotipie

�Disturbo sensoriale

�Definire:�Cosa fa da solo

�Cosa fa su richiesta�Cosa fa su imitazione�Cosa fa su modello�La presenza di iniziativa

�� Come partecipa alle attività

� Verificare l’effettivo livello generale di partecipazione dell’alunno con autismo

� Verificare l’effettivo livello di partecipazione dei coetanei� Verificare la partecipazione verso le attività che lo

interessano� Verificare le difficoltà e le barriere che le determinano

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�� Con chi:

� Da solo

� In condivisione:

� Con l’adulto

� Con quali educatori che fanno cosa

� Con quali e quanti bambini

� Dove

� Quando e con quale frequenza

� Con che strutturazione dello spazio

�� In che modo:

� Completamente indipendente� Indipendente ma con materiale preparato dall’adulto

� Con supporto verbale� Con supporto fisico� Solo in rapporto 1 a 1� Solo in piccolo gruppo

� assente

�� La programmazione deve partire dall’analisi

dell’organizzazione standard della giornata:

� Ingresso

� Passaggi

� Sequenze

� Attività

� Routine esistenti

Individuare tutte le attività a cui l’alunno può partecipare nel corso della giornata

�� Barriere

� Competenza comunicativa

� Competenza sociale

� Competenza individuale

� Fattori ambientali

� Facilitatori

� Atteggiamento positivo

� Motivazione

� Ambiente fisico adeguato

� Ausili e tecnologie

� Mediazione e supporto

�� Scelta e strutturazione:

� Dell’attività

� Degli spazi

� Dei tempi

� Del gruppo

Scelta di facilitazioni e strategie

�� Partire dalle attività in cui si prevede che il bambino possa

avere un margine di successo� Partire da attività legate al raggiungimento di obiettivi

considerati fondamentali per quell’alunno in quel contesto

� Cogliere gli interessi e partire da quelli� Diversificare le attività� Suddividere le attività in sequenze di azioni semplici (analisi

del compito) e insegnare un’azione per volta

� Proporre nelle attività una complessità progressivamente crescente

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�� Prendere spunto dalle attività proposte al resto della

classe

� Adattare le attività proposte alla classe all’effettivo livello dell’alunno

� Trovare attività che facilitano le relazioni

� Diminuire gradualmente la mediazione dell’adulto� Generalizzare le abilità acquisite:

� Lavorare in contesti tranquilli in rapporto 1 a 1 e aumentare gradualmente le persone coinvolte una volta appresa l’abilità

�� Prevedere se le attività devono essere svolte:

� Individualmente nell’aula

� Individualmente nell’aula con attività adattate o diverse

� Individualmente in uno spazio predisposto

� In un piccolo gruppo

�� Adattabilità all’ambiente� Come si muove nell’ambiente� Cosa lo attrae� Dove svolgere l’attività o il compito e perché

� Facilmente accessibile e idoneo – rumorosità, dispersione dell’ambiente, luminosità, colori, ecc.

� Adeguati alle necessità dell’alunno� Se necessario strutturati

� Spazio personale: accetta la vicinanza, il contatto

�� Il posto deve favorire il lavoro� Il posto deve favorire l’osservazione dei compagni� Il posto deve favorire la partecipazione e l’interazione con i

compagni

�� Di attenzione e di tenuta

� Di adattamento all’ambiente

� Di attivazione

� Dei tempi necessari alle risposte

� Definire quando avviene l’attività, per quanto tempo

� Concordare o definire i tempi di permanenza in classe

� Adeguare l’attività ai tempi di attenzione e di tenuta del bambino

� Informare sempre il bambino dei tempi di lavoro: a voce, con strisce di attività, routine, ecc.

� Delle sequenze delle varie materie

� Delle attività programmate

� Degli insegnanti che si alterneranno

�� Dare tempo per esplorare e conoscere

� Dare il tempo necessario per riflettere

� Dare il tempo necessario per attivarsi

� Dare il tempo necessario per trovare la risposta corretta

� Dare tempo per permettergli di superare l’ansia

� Aumentare gradatamente i tempi di lavoro

� Informarlo sempre sulla successione delle attività

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�� Se e come manifesta interesse verso gli altri

� Ha iniziativa sociale

� La presenza di segnali comunicativi

� Gruppo:

� I bambini scelti in base a:

� Disponibilità

� Competenze specifiche

� Capacità relazionali

� Capacità di organizzarsi nel gioco

� Scelta fatta dal bambino con autismo

analizzare analizzare gruppogruppo

�� Quanti devono essere in base :

� All’attività� Alle necessità di stimolare la relazione

� Alla necessità di stimolare le autonomie� Al livello di dipendenza� Al numero massimo tollerato

� Sollecitarlo ad osservare i compagni� Farlo sentire effettivamente parte di un gruppo

�� L’obiettivo è quello di abituarlo a stare in classe

� prima con la presenza costante di una figura di riferimento

� E successivamente alcuni momenti da solo

� Avviare l’inserimento con gradualità concordando tempi e modalità con l’alunno e con gli insegnanti di classe

�� Usare un linguaggio semplice e chiaro

� Guida fisica

� Facilitazione fisica

� Fare da modello

� L’indicazione

� Utilizzare schemi

� Utilizzare immagini

� Utilizzare simboli

� Utilizzare il linguaggio gestuale

�� Togliere il materiale non necessario e che può distrarre

� Dividere le attività in singole azioni e lavorare su una competenza per volta

� Rendere prevedibile la situazione

� Fare una richiesta alla volta e dare tempo

� Gratificare i risultati

� Se è necessario ignorare comportamenti disturbanti

�� Fiducia nell’altro� Buona relazione� Contesto positivo di scambio e di collaborazione� Trovare lo stimolo adeguato che favorisce l’attenzione al

compito (parola gesto, immagine)� Messaggi semplici e chiari� Motivazione

� Trovare le strategie migliori per far emergere le abilità

� Trovare e utilizzare le strategie migliori per facilitare l’apprendimento disciplinare

� Trovare le strategie migliori per facilitare lo studio

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�� Dopo un’attenta analisi di tutti i fattori che determinano e

influenzano l’alunno nel suo ambiente di apprendimento si passa alla programmazione della fase operativa vera e propria

� Un progetto di intervento, anche di massima, adatto per tutti gli alunni con autismo è impossibile

� Nella definizione degli obiettivi è bene tener presente sia gli obiettivi educativi che gli obiettivi didattici

� Scegliere gli obiettivi individualizzati dopo aver analizzato gli obiettivi della classe e applicare l’analisi del compito per adattarli alle caratteristiche dell’alunno

Gli obiettivi e le Gli obiettivi e le competenzecompetenze

�� Devono essere individuati partendo dai comportamenti

osservati nei vari ambiti ed essere funzionali all’alunno in rapporto all’età e ai requisiti necessari per stare e vivere nel contesto

� Devono seguire una gradualità partendo dalle abilità e dall’età

� Le attività, nei vari cicli scolastici devono essere scelte in base agli obiettivi di apprendimento e in riferimento ai traguardi per lo sviluppo delle competenze da raggiungere

Ricordarsi che deve emergere anche la spontaneità e la persona

Gli obiettivi e le Gli obiettivi e le competenzecompetenze

�� La nuova organizzazione dei curricoli prevede la

programmazione per competenze

� La programmazione per competenza parte da ciò che l’alunno ha dentro e si sviluppa se trova l’ambiente adatto

� Da’ la possibilità di avere sempre qualcosa da cui partire

� La competenza è l’applicazione di conoscenze e abilità, nonché di emozioni, motivazioni e atteggiamenti adeguati

Un alunno dopo l’esame di licenza media

“Prof. Potremmo andare a fare un viaggio”

“Dove ti piacerebbe andare?”

“Potremmo andare a cercare l’ombelico del mondo. Dicono che porti immensamente fortuna”.

Il percorso da fare è come un viaggio: ci si incontra, si ricerca il materiale, si programma, si parte, si affrontano imprevisti e difficoltà, ma anche sorprese e piaceri. Si può decidere di fare qualche deviazione, di cambiare o adattare i tempi, i mezzi e lestrategie adeguandoli alle esigenze o agli interessi che via viaemergono. A volte è necessario essere molto caparbi e non arrendersi di fronte a momenti o occasioni complesse, ma si può anche giocare, divertirsi, chiacchierare senza mai però dimenticare le tappe che vogliamo raggiungere.

All’arrivo saremo sicuramente tutti diversi.

conclusioneconclusione