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Approfondimenti Lezione 2 Mara Bruzzi

Approfondimenti Lezione 2 - UniFI · 2017-10-23 · I II O e Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. Bruzzi Laurea magistrale in Ingegneria Elettronica U (x)= 0 per x

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Approfondimenti Lezione 2 Mara Bruzzi

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Lezione n.3 Cenni di meccanica statistica classica e quantistica-M. Bruzzi Laurea magistrale in Ingegneria Elettronica a.a. 17-

182

La presenza di un bosone in un particolare stato quantistico aumenta la probabilitàche altri bosoni identici vengano trovati in tale stato ( i laser sono un esempio diquesto fenomeno ).

APPROFONDIMENTO : BOSONI

Particelle come le a, i fotoni, i mesoni hanno invece funzioni d’onda simmetriche yS.Esse non obbediscono al principio di esclusione di Pauli. Tali particelle sono detteBOSONI.

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Lezione n.3 Cenni di meccanica statistica classica e quantistica-M. Bruzzi Laurea magistrale in Ingegneria Elettronica a.a. 17-

183

Probabilità di trovare due particelle nello stesso stato: n = m

Particelle distinguibili (caso classico):

Particelle indistinguibili (Bosoni):

𝜑𝐵𝐸 =1

2𝜑𝑛 1 𝜑𝑛 2 + 𝜑𝑛 2 𝜑𝑛 1 =

2

2𝜑𝑛 1 𝜑𝑛 2

𝒅𝑷𝑩𝑬𝒅𝑽= 𝜑 ∗𝐵𝐸 𝜑𝐵𝐸 =

2

2

𝟐

𝜑𝑛 1 𝜑𝑛 2 𝜑𝑛 ∗ 1 𝜑 ∗𝑛 2 = 2𝒅𝑷𝑩𝒅𝑽

𝒅𝑷𝑩𝒅𝑽= 𝜑 ∗𝐵 𝜑𝐵 = 𝜑𝑛 1 𝜑𝑛 2 𝜑𝑛

∗ 1 𝜑𝑛∗ 2

𝜑𝐵 = 𝜑𝑛𝑛 2,1 = 𝜑𝑛𝑛 1,2 = 𝜑𝑛 1 𝜑𝑛 2 = 𝜑𝑛 2 𝜑𝑛 1

Perciò la probabilità di trovare due bosoni nello stesso stato in unesperimento è DUE VOLTE la probabilità di trovare nello stesso stato dueparticelle classiche.

APPROFONDIMENTO

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Approfondimento: Il metodo dei moltiplicatori di Lagrange

E’ un metodo che si utilizza nel caso si vogliano calcolare il massimo/minimo di funzioni di più variabili F(x1, x2,x3, .. , xn)quando le variabili non sono tra loro indipendenti, ma correlate da relazioni note. Supponiamo ad esempio che talirelazioni siano esprimibili mediante la condizione f1(x1, x2,x3, .. , xn)=0 (1) e f2(x1, x2,x3, .. , xn) = 0 (2). Avremo quindisoltanto n-2 variabili indipendenti. Cerchiamo i valori x1, x2,x3, .. , xn per cui dF = 0 per piccoli cambiamenti nelle variabili.Osservo che:

(3)𝑑𝐹 =𝜕𝐹

𝜕𝑥1𝑑𝑥1+

𝜕𝐹

𝜕𝑥2𝑑𝑥2+

𝜕𝐹

𝜕𝑥3𝑑𝑥3 +⋯+

𝜕𝐹

𝜕𝑥𝑛𝑑𝑥𝑛 = 0

Non implica che: , perché le variazioni dxi non sono indipendenti. Esse sono correlate mediante le relazioni:

(4) (5)

Moltiplichiamo ora le equazioni (4,5) per due quantità arbitrarie a e b e aggiungiamole alla (3). Otteniamo:

Dato che abbiamo ora n+2 variabili, con a e b arbitrari, questo

implica che : 𝜕𝐹

𝜕𝑥𝑖+ 𝛼𝜕𝜑1

𝜕𝑥𝑖+ 𝛽𝜕𝜑2

𝜕𝑥𝑖=0 i= 1,2,3, …, n. Questo set di n equazioni ci permette di ottenere x1, x2,x3, .. , xn in

funzione di a e b. La sostituzione in (1) e (2) ci permette quindi di determinare a e b e quindi di calcolare x1, x2,x3, .. , xn.

𝜕𝐹

𝜕𝑥𝑖= 0

𝑑𝜑1 =𝜕𝜑1

𝜕𝑥1𝑑𝑥1+

𝜕𝜑1

𝜕𝑥2𝑑𝑥2+

𝜕𝜑1

𝜕𝑥3𝑑𝑥3 +⋯+

𝜕𝜑1

𝜕𝑥𝑛𝑑𝑥𝑛 = 0, 𝑑𝜑2 =

𝜕𝜑2

𝜕𝑥1𝑑𝑥1+

𝜕𝜑2

𝜕𝑥2𝑑𝑥2+

𝜕𝜑2

𝜕𝑥3𝑑𝑥3 +⋯+

𝜕𝜑𝑛

𝜕𝑥𝑛𝑑𝑥𝑛 = 0.

𝑖=1

𝑛𝜕𝐹

𝜕𝑥𝑖+ 𝛼𝜕𝜑1𝜕𝑥𝑖+ 𝛽𝜕𝜑2𝜕𝑥𝑖𝑑𝑥𝑖 = 0

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Approfondimento: Effetto Zeeman

Effetto osservato nel 1896 e poi spiegato mediante la quantizzazione spaziale, per cui e.g.una linea spettrale di un atomo a un elettrone diventa un tripletto a causa della presenzadi un campo magnetico. L’effetto è spiegato adottando la quantizzazione della componenteassiale del momento angolare.L’elettrone che descrive una orbita circolarecon velocità angolare w corrisponde ad una spira di corrente: w

2

e

T

e

dt

dqI

che può essere vista come un dipolomagnetico di momento: 22

2

1

2rer

eAIM L ww

Dato che il momento angolare è pari a: otteniamo la seguente relazionetra momento di dipolo magnetico e momento angolare:

vrmL e

Lm

eM

e

L2

poiché la carica dell’elettrone è negativa ML e L sonovettori con stessa direzione e verso opposto.

Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. BruzziLaurea magistrale in Ingegneria Elettronica

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In generale, si verifica che la relazione , da noi mostrata classicamente,risulta valida anche inmeccanica quantistica per un moto arbitrario con momento angolare L. Considerando laregola di quantizzazione :La componente z del momentomagnetico orbitale diviene:

Lm

eM

e

L2

lBl

e

z

e

Lz mmm

eL

m

eM

22

T

eVx

m

e

e

B

5106564.52

Ove abbiamo definito

= magnetone di Bohr.

Applichiamo ora un campo magnetico B lungo z.Il sistema acquisisce l’energia magnetica:

BmBMBME lBLzLB

Sul dipolo magnetico agisce il momento dellaforza magnetica: BxL

m

eBxMM

e

L2

Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. BruzziLaurea magistrale in Ingegneria Elettronica

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lz mL

Tale momento fa compiere una precessione del sistema attorno alla direzionedel campo magnetico.

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BmBME lBLzB La relazione:

mostra che l’energia del sistema assume 2l+1 valori quantizzati secondo il numeroquantico ml, tutti equispaziati della quantità BB. In effetti questo è quello che si

osserva sperimentalmente nell’effetto Zeeman.

Passaggio da un livello singolo p ad un triplettoin presenza di campo magnetico

L’effetto non si osserva con un livello s, perchél = 0 e quindi ml = 0.

Il risultato è una riga spettrale che si trasforma in un tripletto.

Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. BruzziLaurea magistrale in Ingegneria Elettronica

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Approfondimento: Esperimento di Stern- Gerlach (1924)Mostra l’esistenza dello spin elettronico e la sua quantizzazione ( secondo l’idea di Uhlenbeck eGoudsmith - 1926). Supponiamo che un fascio di atomi ad un solo elettrone passi attraverso un campomagnetico non omogeneo. L’effetto di questo campo sul dipolo magnetico è quello di esercitare unaforza la cui direzione e modulo dipendono dall’orientazione relativa del campo magnetico e del dipolo(e.g. se il dipolo è orientato parallelamente al campo B esso tenderà a muoversi nella direzione in cui ilcampo B cresce, mentre se è antiparallelo, si muoverà nella direzione in cui il campo B diminuisce).Nell’esperimento di Stern-Gerlach il campo disomogeneo è ottenuto modificando la forma delle faccedei poli magnetici, ad esempio in modo che il campo aumenti andando da Sud a Nord.

Se gli atomi a un solo elettrone del fascio sono nellostato fondamentale ( l = 0 ) hanno momento angolare

orbitale nullo e quindi ML = 0 , perciò la deviazionedel fascio dipenderà solo dalla direzione di MS, cioèdi quella dello spin S. Il risultato dell’esperimento èche il fascio che passa tra i due poli magnetici vienediviso in due. Questo dimostra che:

Lo spin elettronico può avere solo due orientazionirelative al campo magnetico: parallela oantiparallela.

Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. BruzziLaurea magistrale in Ingegneria Elettronica

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5. Approfondimento: Gradino di potenziale

A. L’energia della particella è minore del gradino : e < U0

Regione I: U(x) = 0 quindi la particella è libera. Equazione di Schroedinger:

02

22

2

II m

dx

df

ef

Che dà soluzione:

ikxikx

I BeAex )(f

Dove eikx rappresenta l’onda incidente, e-ikx rappresenta quella riflessa dalla barriera.

regione II. U(x) = U0 con eq. di Schroedinger: .

Definendo: , l’equazione diviene : con

Soluzione:

per la meccanica classica la particella non potrebbe trovarsi nella regione x > 0, per lameccanica quantistica c’e’ una probabilità non nulla di trovare la particella in tale regione.

0

22

0

2

2

IIII Um

dx

df

ef

2

02 2

ea

Um02

2

2

IIII

dx

dfa

f

x

II Cex af )(

U(x)

xU0

I II

O

e

Lezione n.2 Cenni di meccanica quantistica- M. BruzziLaurea magistrale in Ingegneria Elettronica

U (x)= 0 per x < 0; U = Uo per x > 0

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Per determinare le costanti A,B,C imponiamo le condizioni al contorno per le regioni I/II, cioè lacontinuità della funzione d’onda e della sua derivata prima.

In x = 0: e , da cui si ha: A + B = C e ik(A-B) = -a C.

Otteniamo : e per cui :

e .

dx

d

dx

d 21 ff21 ff

a

a

ik

AikB

a

ik

ikAC

2

ikxikx e

ik

ikeAx

a

af )(1 xAe

ik

ikx a

af

2)(2

ikxikx eikeikik

Ax

aa

af )(1

Le funzioni f1 e f2 (a meno del termine complesso 2ik/(ik-a) ) sono rappresentate in figura .

kxsenikxe ikx cos

)()cos(

2)(1 kxsen

kkxA

ik

ikx

a

af

Riscrivendo: e dato che vale:

, si ottiene:

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Osserviamo che più grande è il fattore U0 rispetto all’energia della particella, piùgrande è il valore di a e più velocemente la funzione f2 va a zero per x > 0 .

Nel limite di U0 →∞ la funzione f2 va a zero e la particella non può penetrare nellaregione II: tutte le particelle vengono riflesse in x = 0.

In questo caso l’espressione di f1 diviene: )()(2)(1 kxCsenkxiAsenx f

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B. L’energia della particella è maggiore del gradino : e > U0

l’equazione di Schroedinger è:

con soluzione fII(x) = Ceik’x (rappresenta la particella che viaggia verso destra).

2

02 2'

Umk

e

0'22

2

IIII k

dx

df

f

U(x)

xU0

I II

O

e

Classicamente la particella può superare la barriera ed entrare nella regione II, ad x = 0soffre di una decelerazione dato che la sua energia cinetica diviene più piccola.Dal punto di vista quantistico la soluzione nella regione I è sempre data da:

f1(x) = Aeikx +Be-ikx,

assumendo che parte delle particelle possanovenire riflesse. Per la regione II, definendo:

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Applicando le condizioni al contorno a x = 0 abbiamo:

A + B = C e k(A-B) = k’C , le cui soluzioni sono :

Il fatto che B non sia nullo indica che alcune particelle sono riflesse, un risultatodiverso da quello della meccanica classica.

Questo fenomeno e’ caratteristico dei campi che, nella loro propagazione, incontranouna regione di discontinuità nelle proprietà fisiche del mezzo: un fatto ben noto nelcaso per esempio di onde elastiche o elettromagnetiche.

'

'

kk

AkkB

'

2

kk

kAC

;'

')(

ikxikx

I ekk

kkeAxf .

'

2)( 'xik

II Aekk

kx

f

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6. Penetrazione di una barriera di potenziale - Effetto Tunnel

Consideriamo la barriera di potenziale di altezza U0 e spessore a.

Per e<U0 avremo soluzioni del tipo:

Dove k, a e k’ hanno significato dato precedentemente. La forma d’onda è come in figura . E’ quindi possibile che la particella con energia inferiore a U0 penetri la barriera (onda f3).

U(x)

x

U0

I II

O

III

a

ikxikx

I BeAex )(fxx

II BeAex aaf )(

xik

III eAx '')( f

Applicando le condizioni al contorno a x = 0 ed x = a possiamo determinare i coefficientiA,B,C,D,A’.

e

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Per e > U0 la descrizione classica indicherebbe che tutte leparticelle vengono trasmesse oltre la barriera. Inmeccanica quantistica invece, come per il gradino dipotenziale, alcune particelle possono essere riflesse ad x =0 ed x = a. Quindi le funzioni d’onda sono:

ikxikx

I BeAex )(f xikxik

II DeCex '')( f ikx

III eAx ')( f

Applicando le condizioni al contorno a x = 0 ed x = a possiamo determinare i coefficientiA,B,C,D,A’. La trasmissione della barriera è quindi valutata come : T = |A’|2 / |A|2

U(x)

x

U0

I II

O

III

a

e

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Esempio: diodo tunnel

Scoperto da L. Esaki nel 1958 (Ph.D. dissertation work). Come anomalia della curva I-Vdi una giunzione p-n in cui tutte e due le regioni n e p sono degeneri. In questo caso iltunneling può essere analizzato considerando una barriera di potenziale triangolare.

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(c) incrementando la tensione diretta fino a che il minimo della banda di conduzionerisulta pari al Massimo della banda di valenza. Non ci sono piu’ stati disponibilioccupati dagli elettroni che si affacciano a stati vuoti nella banda di valenza: lacorrente di tunneling si riduce a zero.(d) corrente diretta dovuta a diffusione dei maggioritari senza tunneling;

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(a) equilibrio(b) tensione diretta : unabanda di energia con statioccupati a destra dellabarriera si affianca ad unabanda di stati non occupatia sinistra. Elettroni possonopenetrare la barriera dallato n a quello pproducendo corrente ditunneling.