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ARTESALVA ARCHITETTURA, TECNOLOGIA, SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEGLI IMMOBILI STORICI IN STATO DI DEGRADO O SOTTOUTILIZZO

ARTESALVA - Aracne editrice · Stefano Cari, Sandra Biondi, Silvia Trovato, Alessandro Furiesi. Si ringraziano i dirigenti della Regione Toscana con cui è stato possibile sviluppare

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ARTESALVA

ARCHITETTURA, TECNOLOGIA, SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEGLIIMMOBILI STORICI IN STATO DI DEGRADO O SOTTOUTILIZZO

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Direttore scientifico del Progetto ArTeSalVa

Salvatore SScuola Normale Superiore di Pisa

Coordinatore scientifico del Progetto ArTeSalVa

Denise L MScuola Normale Superiore di Pisa

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ARTESALVA

ARCHITETTURA, TECNOLOGIA, SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEGLIIMMOBILI STORICI IN STATO DI DEGRADO O SOTTOUTILIZZO

Il progetto ArTeSalVa, finanziato dalla Regione Toscana a valere sulProgramma Operativo Regionale cofinanziato dal Fondo Sociale Eu-ropeo per l’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” (anni–), ha preso in considerazione con un approccio multidiscipli-nare il patrimonio immobiliare pubblico di interesse storico–artistico,dedicando particolare attenzione ad alcuni immobili di notevoli di-mensioni e in attuale condizione di sottoutilizzo presenti nel territorioregionale. L’obiettivo è stato quello di rimettere al centro del dibattitopubblico alcuni grandi complessi immobiliari, per interrogarsi sulloro destino futuro a partire dalla conoscenza della loro storia.

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Volume realizzato e stampato come esito del Progetto Artesalva, finanziato nellalinea POR-FSE - della Regione Toscana.Volume pubblicato con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca e della Scuola Normale Superiore.

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La Badia Camaldolese di Volterra

Storia e usi

a cura di

Denise La Monica

Contributi diLaura Benassi, Marco Callieri, Andrea Ferrara, Denise La Monica,

Alice Parri, Paolo Pingi, Roberto Scopigno, Eliana Siotto

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Copyright © MMXIVARACNE editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

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Ringraziamenti

Si ringrazia il personale della Soprintentendenza ai Beni storicoartistici di Pisa, in particolare: Loredana Brancaccio, Marta Ciafaloni,Riccardo Lorenzi, Severina Russo.

Si ringraziano i direttori e i responsabili di musei che hanno sup-portato la ricerca.

Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, cheha permesso l’accesso e la ripresa di alcuni ambienti della Badia diVolterra, in particolare: Edoardo Mangano, Ivo Gabellieri, AugustoMugellini.

Si ringrazia il personale degli Archivi di cui sono stati consultati imateriali, per la disponibilità e la cortesia, in particolare: Luca Pini,Stefano Cari, Sandra Biondi, Silvia Trovato, Alessandro Furiesi.

Si ringraziano i dirigenti della Regione Toscana con cui è statopossibile sviluppare un proficuo dialogo ai fini dell’individuazionee dell’accesso ad alcuni immobili inseriti nel presente progetto, inparticolare: Marco Masi, Gianbruno Ravenni.

Altri ringraziamenti: Mauro e Andrea Parenti, Denise Ulivieri,Enrico Possenti; il Padre di Camaldoli, Piero Pierotti, Lucia Nuti,Andrea Falorni, Umberto Bavoni, Maria Luisa Ceccarelli Lemut.

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Alla comunità volterrana, ai cittadini interessati

al destino del loro patrimonio

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…stavano con poco decoro e magnificenza esposte all’aria e minaccie del tempo in detta chiesa… Documenti Istorici spettanti alla città di Volterra, 42A. P7.A8, carte sciolte …al magnifico tempio di San Giusto che per la vastità della mole e per l’ottima e bene in-tesa architettura può certamen-te annoverarsi tra le più belle e bene intese fabbriche che ab-biamo nella Toscana… Antonio Viviani, Breve ragio-namento sopra lo stato antico moderno ed economico della città di Volterra, 1766, c. 13 (BGV, XLVII 3 6)

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La Badia Camaldolese di Volterra è qualcosa di più di un semplice

insediamento storico, di un qualsiasi edificio religioso, di un consi-stente complesso monumentale; e non solo per Volterra ed i Volterra-ni.

La compatta figura dell’architettura conventuale si staglia nitida sul crinale della strada che, partendo dalla piana pisana, sale sempre più in alto nel cuore delle colline di Toscana, in mezzo ai vigneti e gli uliveti, i prati e i boschi che coprono dossi e valloncelli tutt’intorno. L’immagine sobria e compatta della struttura, fatta di pietra del po-sto, del colore della terra e del sole, e di mattoni e di intonaci consu-mati dal tempo, si mostra a colpo d’occhio in tutto il suo significato culturale e paesaggistico come poderosa sentinella della città proprio sull’ultimo poggio prima delle mura urbane. Da secoli è l’elemento che media la vastità del territorio aperto con l’emergenza della città millenaria. È la prima traccia, per chi arriva la più evidente, della se-colare presenza dell’uomo sulla sommità di quella collina che sta al centro del territorio, e che, proprio per la sua posizione dominante, si vede da tutt’intorno, dappertutto. Sia quando è esaltata dalla luce e-stiva che quando si erge e poi svanisce tra le nebbie dell’inverno le condizioni ambientali e climatiche creano mille modi diversi di veder-ne la bellezza e apprezzarne il valore. E la magia continua quando si sale lo stradello di accesso e ci si trova di fronte alla superba e al tempo stesso semplice facciata della chiesa sottolineata dalla grande scalinata. Dal vuoto del portale si coglie lo spazio ampio di quella che era la navata principale della chiesa e lo stupore si ingrandisce infine entrando nel chiostro elegante dove il tempo sembra davvero fermo da sempre.

L’esperienza della Badia è davvero unica ed irripetibile ed è per questo che tutti, istituzioni e privati, hanno fatto il possibile per trarla fuori dall’abbandono dell’uomo in cui era caduta da decenni. Soprin-

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La Badia Camaldolese di Volterra è qualcosa di più di un semplice

insediamento storico, di un qualsiasi edificio religioso, di un consi-stente complesso monumentale; e non solo per Volterra ed i Volterra-ni.

La compatta figura dell’architettura conventuale si staglia nitida sul crinale della strada che, partendo dalla piana pisana, sale sempre più in alto nel cuore delle colline di Toscana, in mezzo ai vigneti e gli uliveti, i prati e i boschi che coprono dossi e valloncelli tutt’intorno. L’immagine sobria e compatta della struttura, fatta di pietra del po-sto, del colore della terra e del sole, e di mattoni e di intonaci consu-mati dal tempo, si mostra a colpo d’occhio in tutto il suo significato culturale e paesaggistico come poderosa sentinella della città proprio sull’ultimo poggio prima delle mura urbane. Da secoli è l’elemento che media la vastità del territorio aperto con l’emergenza della città millenaria. È la prima traccia, per chi arriva la più evidente, della se-colare presenza dell’uomo sulla sommità di quella collina che sta al centro del territorio, e che, proprio per la sua posizione dominante, si vede da tutt’intorno, dappertutto. Sia quando è esaltata dalla luce e-stiva che quando si erge e poi svanisce tra le nebbie dell’inverno le condizioni ambientali e climatiche creano mille modi diversi di veder-ne la bellezza e apprezzarne il valore. E la magia continua quando si sale lo stradello di accesso e ci si trova di fronte alla superba e al tempo stesso semplice facciata della chiesa sottolineata dalla grande scalinata. Dal vuoto del portale si coglie lo spazio ampio di quella che era la navata principale della chiesa e lo stupore si ingrandisce infine entrando nel chiostro elegante dove il tempo sembra davvero fermo da sempre.

L’esperienza della Badia è davvero unica ed irripetibile ed è per questo che tutti, istituzioni e privati, hanno fatto il possibile per trarla fuori dall’abbandono dell’uomo in cui era caduta da decenni. Soprin-

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tendenza di Pisa, Comune di Volterra e Fondazione di Volterra, anche in accordo con la Cassa di Risparmio di Volterra che ne è compro-prietaria insieme al Demanio dello Stato, hanno lavorato assieme da-gli anni Novanta per finire poi per stipulare una vera e propria Con-venzione specifica, in vigore dal 2010, per creare un gruppo tecnico di lavoro e definire così annualmente lotti di progetto di restauro se-condo una strategia programmata di priorità di intervento. Con un buon gioco di squadra sono state così sistemate le coperture, l’intero cortile interno, l’area esterna della chiesa, la sala del capitolo e quasi tutti i locali del piano terra. Con la messa in sicurezza del complesso è stato così possibile aprire gli ambienti e gli spazi più significativi al-la fruizione di tutti secondo calendari di iniziative e di attività che hanno caratterizzato le stagioni culturali estive della città. La Badia ha poi costituito il perno di un progetto di studio concertato tra il La-boratorio del Paesaggio, l’apparato di ricerca attivato dalla Soprin-tendenza di Pisa d’intesa con il sistema delle tre università pisane, e la Scuola Normale Superiore di Pisa, per una prima fase di approfon-dimento sulle modalità di valorizzazione dei beni culturali di proprie-tà pubblica. Il progetto, condotto dai ricercatori della Scuola e con-cretizzato nel testo pubblicato, ha dato modo di approfondire la cono-scenza storico critica del bene e di mettere i presupposti per un’azione pilota di metodo che si auspica possa dare nuovo impulso ad una doverosa politica culturale concertata che possa dare conti-nuità e futuro ad un bene che grande risorsa è stata nel passato e grande risorsa dovrà tornare ad essere nel futuro.

Arch. Riccardo Lorenzi Coordinatore della Soprintendenza BAPPSAE di Pisa

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I beni e le attività culturali si impongono come uno dei patrimoni

più significativi e caratteristici della Toscana, ma anche come uno degli ambiti di più rilevante impegno. In Toscana sono stati rilevati almeno 500 musei, che ogni anno accolgono circa 15 milioni di visita-tori, quasi mille biblioteche e 250 teatri attivi, nonché 48 istituzioni culturali di rilevanza nazionale o regionale. Ma questa stima è sicu-ramente al ribasso perché non tiene conto dei molti beni cosiddetti ‘minori’ sparsi nelle nostre città storiche e nelle nostre campagne e neppure del contesto ambientale e paesaggistico che le contiene, un vero e proprio palinsesto secolare. Si inserisce in questo contesto il progetto Architettura Tecnologia Salvaguardia Valorizzazione degli immobili storici in degrado (ArTeSalVa) coordinato dalla Scuola Normale di Pisa in relazione all’ambito “Studio delle arti e delle tec-nologie per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali, sto-ria e critica d’arte” per l'obiettivo “Competitività regionale e occupa-zione” del Programma POR-FSE 2007-2013 della Regione Toscana.

Il progetto parte dal presupposto che negli ultimi anni il tema della dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, soprattutto a carat-tere storico, abbia assunto uno spazio sempre più ampio nel dibattito politico e nei connessi provvedimenti legislativi nazionali. La dismis-sione, dunque il venir meno della proprietà pubblica e l’immissione sul mercato di questi beni, è stata talvolta proposta come soluzione al problema del risanamento del bilancio pubblico e, in particolare, co-me strumento per trasformare in valori attivi le passività del patrimo-nio immobiliare.

Ma nella prospettiva di questo progetto e nell’interesse degli enti pubblici, tra cui si annovera anche la Regione Toscana, gli immobili storici possono costituire una “risorsa”, culturale e strategica, della quale è necessario non solo proteggere la consistenza materica, ma anche valorizzare le potenziali interazioni con il contesto territoriale,

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attivando processi di riqualificazione socio-economica a scala più va-sta e attribuendo allo stesso bene nuove funzioni compatibili con la sua storia e sostenibili con lo sviluppo urbano e ambientale.

Tramite il processo di riacquisizione di conoscenza e tramite la moltiplicazione delle opportunità di comunicazione a diversi livelli, i supporti materiali (beni mobili e immobili di valore storico, artistico, architettonico) tornano ad essere veicolo dei valori immateriali e i-dentitari, e divengono quindi potenzialmente un elemento determinan-te nello sviluppo delle economie locali in un processo combinato di recupero, tutela, gestione e soprattutto fruizione consapevole e soste-nibile dei beni culturali.

Il progetto ArTeSalVa, promosso da un’equipe interdisciplinare, costituita da storici dell’arte e tecnologi diretti da Salvatore Settis, mira quindi da una parte a recuperare porzioni di conoscenza su al-cuni immobili di interesse storico-artistico, di dimensioni particolar-mente significative, ma in condizioni di sottoutilizzo presenti nel terri-torio regionale e, dall’altra, a restituire alla cittadinanza questa mole di conoscenze attraverso diversi tipi di strumenti di divulgazione e ca-nali di comunicazione.

Il team di ricerca, di livello eccellente, costituito per questo proget-to non solo ha partecipato a convegni nazionali e internazionali per discutere dei temi di questa ricerca, ma ha realizzato anche un sito web molto ricco con cui ha messo a disposizione di tutti gli strumenti multimediali tecnologicamente molto innovativi realizzati dal gruppo di ricerca del VCLab (Visual Computing Laboratory) del CNR di Pi-sa, guidato dal Dottor Roberto Scopigno. Ricostruzioni tridimensiona-li, virtual tour, galleries con fotografie d’archivio e fotografie realiz-zate ad hoc permettono oggi di accedere alla conoscenza di questi immobili con maggior facilità e comodità.

In particolare questo volume è dedicato alla storia di uso e riuso, ma anche di abbandono e di successivo almeno parziale recupero di un complesso architettonico di considerevole interesse storico e arti-stico quale è appunto la Badia Camaldolese di Volterra. Questo im-mobile si trova fuori dal centro storico cittadino, sulle Balze che han-no contribuito a rendere famosa Volterra per la loro singolarità pae-saggistica e che, allo stesso tempo, per la loro fragilità hanno deter-minato anche in diversi momenti storici il crollo e l’indebolimento strutturale di alcune parti del complesso Camaldolese.

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La Badia si offre dunque al gruppo di studio come caso esemplare per affrontare temi di storia della tutela e per sviluppare strumenti di conoscenza e divulgazione anche attraverso l’applicazione di tecno-logie innovative.

Attraverso il sostegno alla capacità di produrre nuova conoscenza e il raccordo tra istituzioni e mondo della ricerca, sarà possibile in-centivare la diffusione di nuove professionalità e tecnologie e, anche per tale tramite, favorire la modernizzazione del sistema regionale e , in genere, il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.

Sono sicuro che il mondo delle Università e della ricerca potrà svolgere un ruolo chiave per accompagnare la Toscana verso un sen-tiero di sviluppo, non solo formando capitale umano e producendo nuova conoscenza di frontiera, ma anche sviluppando conoscenze utili all’innovazione e realizzando nuove soluzioni applicative a vantaggio di tutta la società civile.

Ing. Marco Masi Regione Toscana, Dirigente responsabile Area di Coordinamento

Istruzione, Università e Ricerca

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Indice

PRESENTAZIONE ................................................................................................15 INTRODUZIONE...................................................................................................18 CAPITOLO I ..........................................................................................................32

LA CULTURA COSTRUTTIVA CAMALDOLESE NEL TERRITORIO PISANO...................32 1.1. I caratteri dell’architettura camaldolese a Pisa ......................................32 1.2. Una mappa degli insediamenti camaldolesi nel territorio pisano tra XI e XII secolo ........................................................................................................38 1.3. La Badia di Volterra: collocazione e composizione.................................42 1.4. La Badia di Volterra: le sue componenti .................................................47

CAPITOLO II.........................................................................................................67 VICENDE COSTRUTTIVE DELLA BADIA (XVI-XVIII SECC.) ..................................67

2.1. Una Badia in commenda ..........................................................................67 2.2. La chiesa della Badia...............................................................................88 2.3. Il chiostro della Badia............................................................................109

CAPITOLO III .....................................................................................................122 DIASPORA DI MATERIALI DA SAN GIUSTO (XVII-XIX SECC.).............................122

CAPITOLO IV .....................................................................................................156 «UN NUDO RECINTO INGOMBRO DI ROVINE» (XIX-XX SECC.) ...........................156

4.1. L’abbandono dell’edificio, la prima valutazione del patrimonio...........156 4.2. La prima vendita ....................................................................................163 4.3. La presa di posizione del Comune .........................................................165 4.4. La dichiarazione dello stato di rudere ...................................................184 4.5. 1895: la consegna «in uso e onere» al Comune.....................................187 4.6. Un nuovo acquirente. La difficile scelta conservativa. ..........................189 4.7. Un contributo alla nascita del museo diocesano....................................192 4.8. La storia interrotta: l’inizio del vero abbandono...................................213

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CAPITOLO V....................................................................................................... 216

DALLO STATO DI RUDERE ALLA REALTÀ VIRTUALE............................................ 2165.1. Introduzione ........................................................................................... 2165.2. Il rilievo digitale 3D............................................................................... 2175.3. Il modello 3D ......................................................................................... 2215.4. La documentazione ................................................................................ 2235.5. La ricostruzione ..................................................................................... 226

CAPITOLO VI ..................................................................................................... 233

APPENDICE DOCUMENTARIA .............................................................................. 2336.1. 1566. Restauro della Badia.................................................................... 2336.2. 1571-1594. Badia. Lavori di muratori, scalpellini e legnaioli .............. 2346.3. 1571. Badia. Lavori di muratori e scalpellini........................................ 2356.4. 1570-1600. Descrizione delle chiese dei Santi Giusto e Clemente ........ 2366.5. 1612. Informazione per Roma della Badia di San Giusto...................... 2386.6. 1613. Descrizione di San Giusto............................................................ 2436.7. 1614. Ricordi relativi al crollo della chiesa di San Giusto.................... 2446.8. 1615. Intervento dell’architetto Giulio Parigi alla Badia ..................... 2456.9. 1627. Spostamento di opere d’arte e reliquie ........................................ 2466.10. 1634. Demolizione della chiesa vecchia di San Giusto........................ 2516.11. 1650. Relazione storica del monastero di San Giusto.......................... 2526.12. 1651. Demolizione della Compagnia................................................... 2566.13. 1652. Protestatio cum pluribus declarationibus. ................................. 2576.14. 1653. Relazione della chiesa vecchia di San Giusto e delle reliquie ... 2606.15. 1655-56. Demolizione di San Giusto vecchia e riutilizzo dei materiali2686.16. 1756. Breve ragionamento su Volterra................................................ 2736.17. XVIII sec. Descrizione dei più bei monumenti di Volterra................... 2756.18. 1742-47. Ristrutturazione, riammodernamento e arricchimento della chiesa e del monastero.................................................................................. 2766.19. 1764-66. Decorazioni e altri lavori al monastero................................ 2806.20. 1768. Rifacimento del coro della Tribuna e dei tetti............................ 2846.21. 1819. Perizia degli ingegneri Ristori e Passetti................................... 2866.22. 1819. Controperizia di restauro dell’architetto Gaetano Baccani ...... 2906.23. 1827. Trasferimento dei monaci dalla Badia....................................... 2926.24. 1846. Danni alla Badia in seguito al terremoto del 1846.................... 2936.25. 1868. Devoluzione delle opere d’arte al Municipio............................. 2946.26. 1879. Parere di N. Maffei in merito alla Badia ................................... 2976.27. 1883-91. Sistemazione delle opere d’arte soppresse ........................... 2996.28. 1883-91. Riproduzione degli affreschi del Mascagni .......................... 3006.29. 1887. Vendita della Badia e dichiarazione di monumentalità ............. 3016.30. 1888. Fotografie e descrizione della Badia ......................................... 3036.31. 1888. Perizia di restauro della Badia .................................................. 3066.32. 1890. Lettera dell’architetto Luigi Del Moro ...................................... 3126.33. 1893. Consegna dei locali della Badia dall’Amministrazione del Demanio al Ministero della Pubblica Istruzione .......................................... 3146.34. 1901. Perizia di Domenico Fiscali per lo stacco di un affresco .......... 318

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6.35. 1901. Lettera sul distacco dell’affresco del Volterrano .......................3196.36. 1902. Richiesta di donazione di un affresco.........................................3206.37. Custodia degli oggetti mobili della Badia............................................3206.38. 1904. Lettera del prof. Adolfo Venturi .................................................3216.39. 1904. Custodia dei resti di pittura dell’abside della Badia..................3226.40. 1904. Custodia degli oggetti mobili della Badia..................................3226.41. 1905. Custodia della Badia e messa in salvo dei suoi oggetti d’arte...3236.42. 1904-07. Stato conservativo della Badia, sua attribuzione..................3246.43. 1907. Conservazione della parte monumentale della Badia ................3286.44. 1909. Proposta di distacco degli affreschi dell’abside della Badia.....3296.45. 1965. Richiesta di restauro della Badia ...............................................330

BIBLIOGRAFIA I................................................................................................332

BIBLIOGRAFIA II ..............................................................................................339

ELENCO DELLE FIGURE ................................................................................341

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CAPITOLO V....................................................................................................... 216

DALLO STATO DI RUDERE ALLA REALTÀ VIRTUALE............................................ 2165.1. Introduzione ........................................................................................... 2165.2. Il rilievo digitale 3D............................................................................... 2175.3. Il modello 3D ......................................................................................... 2215.4. La documentazione ................................................................................ 2235.5. La ricostruzione ..................................................................................... 226

CAPITOLO VI ..................................................................................................... 233

APPENDICE DOCUMENTARIA .............................................................................. 2336.1. 1566. Restauro della Badia.................................................................... 2336.2. 1571-1594. Badia. Lavori di muratori, scalpellini e legnaioli .............. 2346.3. 1571. Badia. Lavori di muratori e scalpellini........................................ 2356.4. 1570-1600. Descrizione delle chiese dei Santi Giusto e Clemente ........ 2366.5. 1612. Informazione per Roma della Badia di San Giusto...................... 2386.6. 1613. Descrizione di San Giusto............................................................ 2436.7. 1614. Ricordi relativi al crollo della chiesa di San Giusto.................... 2446.8. 1615. Intervento dell’architetto Giulio Parigi alla Badia ..................... 2456.9. 1627. Spostamento di opere d’arte e reliquie ........................................ 2466.10. 1634. Demolizione della chiesa vecchia di San Giusto........................ 2516.11. 1650. Relazione storica del monastero di San Giusto.......................... 2526.12. 1651. Demolizione della Compagnia................................................... 2566.13. 1652. Protestatio cum pluribus declarationibus. ................................. 2576.14. 1653. Relazione della chiesa vecchia di San Giusto e delle reliquie ... 2606.15. 1655-56. Demolizione di San Giusto vecchia e riutilizzo dei materiali2686.16. 1756. Breve ragionamento su Volterra................................................ 2736.17. XVIII sec. Descrizione dei più bei monumenti di Volterra................... 2756.18. 1742-47. Ristrutturazione, riammodernamento e arricchimento della chiesa e del monastero.................................................................................. 2766.19. 1764-66. Decorazioni e altri lavori al monastero................................ 2806.20. 1768. Rifacimento del coro della Tribuna e dei tetti............................ 2846.21. 1819. Perizia degli ingegneri Ristori e Passetti................................... 2866.22. 1819. Controperizia di restauro dell’architetto Gaetano Baccani ...... 2906.23. 1827. Trasferimento dei monaci dalla Badia....................................... 2926.24. 1846. Danni alla Badia in seguito al terremoto del 1846.................... 2936.25. 1868. Devoluzione delle opere d’arte al Municipio............................. 2946.26. 1879. Parere di N. Maffei in merito alla Badia ................................... 2976.27. 1883-91. Sistemazione delle opere d’arte soppresse ........................... 2996.28. 1883-91. Riproduzione degli affreschi del Mascagni .......................... 3006.29. 1887. Vendita della Badia e dichiarazione di monumentalità ............. 3016.30. 1888. Fotografie e descrizione della Badia ......................................... 3036.31. 1888. Perizia di restauro della Badia .................................................. 3066.32. 1890. Lettera dell’architetto Luigi Del Moro ...................................... 3126.33. 1893. Consegna dei locali della Badia dall’Amministrazione del Demanio al Ministero della Pubblica Istruzione .......................................... 3146.34. 1901. Perizia di Domenico Fiscali per lo stacco di un affresco .......... 318

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Indice 21