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Battaglia di Verdun Parte del fronte occidentale della prima guerra mondiale Zona delle operazione nel settore di Verdun. Data 21 febbraio – 19 dicembre 1916 Luogo Verdun-sur-Meuse, Francia Esito Limitata vittoria difensiva francese [1][2] Schieramenti Francia Germania Comandanti Joseph Joffre Edouard De Castelnau Philippe Pétain Robert Nivelle Erich von Falkenhayn Guglielmo di Prussia Konstantin von Knobelsdorf Effettivi Circa 30.000 al 21 febbraio 1916 Circa 150.000 al 21 febbraio 1916 Perdite 315.000 tra morti, feriti e dispersi [3] Altre cifre: 400.000 [4] - 542.000 [5] , di cui 163.000 morti 281.333 tra morti, feriti e dispersi [3] Altre cifre: 355.000 [5] - 434.000 [6] , di cui 143.000 morti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La battaglia di Verdun (in francese Bataille de Verdun, IPA: [ba'taj də vɛʁ'dœ̃]; in tedesco Schlacht um Verdun, IPA: ['ʃlaxt ˀʊm vɛɐ'dœŋ]) o operazione Gericht (giudizio) fu l'unica, grande offensiva tedesca avvenuta tra la prima battaglia della Marna del 1914 e l'ultima offensiva del generale Ludendorff nella primavera del 1918. [7] Fu una delle più violente e sanguinose battaglie di tutto il fronte occidentale della prima guerra mondiale; [7] ebbe inizio il 21 febbraio 1916 e terminò nel dicembre dello stesso anno, vedendo contrapposti l'esercito tedesco, guidato dal capo di Stato Maggiore, generale Erich von Falkenhayn, [8] e l'esercito francese, guidato dal comandante supremo Joseph Joffre [9] sostituito al termine del 1916 con il generale Robert Nivelle. Verdun costituì un punto di svolta cruciale della guerra in quanto segnò il momento in cui il peso principale delle operazioni nel fronte occidentale passarono dalla Francia all'Impero britannico, fece svanire le ancora concrete possibilità della Germania di vincere la guerra e influenzò in parte l'entrata in guerra degli Stati Uniti nel conflitto. [7] Questa spaventosa battaglia divenne una sacra leggenda nazionale in Francia, sinonimo di forza, eroismo e sofferenza, i cui effetti e ricordi perdurano ancora oggi; fu la più lunga battaglia di ogni tempo, coinvolse quasi i tre quarti delle armate francesi, e benché nella storia, e nella stessa prima guerra mondiale, ci siano state battaglie anche più cruente, Verdun detiene, forse, il non invidiabile primato di campo di battaglia con la maggior densità di morti per metro quadro. [7] Il fatto d'armi che più si avvicina a Verdun avvenne durante la seconda guerra mondiale e fu la battaglia di Stalingrado, spesso considerata una "Verdun russa", [10] ma mentre a Stalingrado l'esercito tedesco tentò la conquista di una città strategicamente importante, a Verdun lo scopo dell'offensiva di Falkenhayn fu quello di "dissanguare goccia a goccia" l'esercito francese. [10] Nei piani del capo di Stato Maggiore tedesco, l'importanza morale e propagandistica di un attacco a Verdun avrebbe fatto in modo che tutto lo sforzo francese si riversasse nella difesa di un caposaldo ritenuto di primaria importanza per la Francia. Lo scopo era quello di convogliare il maggior numero di truppe nemiche in un solo settore, per poi colpirlo con la massima potenza possibile con il violento impiego di artiglieria, in modo da dissanguarlo lentamente infliggendogli il maggior numero di perdite possibile. Indice 1 Premesse 1.1 La piazzaforte di Verdun Battaglia di Verdun - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Verdu n 1 di 25 10/07/2011 19.12

Battaglia di Verdun - Wikipedia - evangelici.info · Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La battaglia di Verdun (in francese Bataille de Verdun , IPA: [ba'taj də vɛʁ'dœ̃]; in

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Battaglia di VerdunParte del fronte occidentale della prima guerra

mondiale

Zona delle operazione nel settore di Verdun.

Data 21 febbraio – 19 dicembre 1916Luogo Verdun-sur-Meuse, Francia

Esito Limitata vittoria difensiva

francese[1][2]

Schieramenti Francia Germania

ComandantiJoseph JoffreEdouard De CastelnauPhilippe PétainRobert Nivelle

Erich von FalkenhaynGuglielmo di PrussiaKonstantin vonKnobelsdorf

EffettiviCirca 30.000 al 21febbraio 1916

Circa 150.000 al 21febbraio 1916

Perdite315.000 tra morti, feriti

e dispersi[3] Altre cifre:

400.000[4] - 542.000[5], di cui

163.000 morti

281.333 tra morti, feriti

e dispersi[3]

Altre cifre:355.000[5] - 434.000[6], di cui143.000 morti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La battaglia di Verdun (in francese Bataille de Verdun, IPA:[ba'taj də vɛʁ'dœ̃]; in tedesco Schlacht um Verdun, IPA: ['ʃlaxtˀʊm vɛɐ'dœŋ]) o operazione Gericht (giudizio) fu l'unica,grande offensiva tedesca avvenuta tra la prima battaglia dellaMarna del 1914 e l'ultima offensiva del generale Ludendorff

nella primavera del 1918.[7]

Fu una delle più violente e sanguinose battaglie di tutto il

fronte occidentale della prima guerra mondiale;[7] ebbe inizioil 21 febbraio 1916 e terminò nel dicembre dello stesso anno,vedendo contrapposti l'esercito tedesco, guidato dal capo di

Stato Maggiore, generale Erich von Falkenhayn,[8] e l'esercito

francese, guidato dal comandante supremo Joseph Joffre[9]

sostituito al termine del 1916 con il generale Robert Nivelle.

Verdun costituì un punto di svolta cruciale della guerra inquanto segnò il momento in cui il peso principale delleoperazioni nel fronte occidentale passarono dalla Franciaall'Impero britannico, fece svanire le ancora concretepossibilità della Germania di vincere la guerra e influenzò in

parte l'entrata in guerra degli Stati Uniti nel conflitto.[7]

Questa spaventosa battaglia divenne una sacra leggendanazionale in Francia, sinonimo di forza, eroismo e sofferenza,i cui effetti e ricordi perdurano ancora oggi; fu la più lungabattaglia di ogni tempo, coinvolse quasi i tre quarti dellearmate francesi, e benché nella storia, e nella stessa primaguerra mondiale, ci siano state battaglie anche più cruente,Verdun detiene, forse, il non invidiabile primato di campo di

battaglia con la maggior densità di morti per metro quadro.[7]

Il fatto d'armi che più si avvicina a Verdun avvenne durante laseconda guerra mondiale e fu la battaglia di Stalingrado,

spesso considerata una "Verdun russa",[10] ma mentre aStalingrado l'esercito tedesco tentò la conquista di una cittàstrategicamente importante, a Verdun lo scopo dell'offensivadi Falkenhayn fu quello di "dissanguare goccia a goccia"

l'esercito francese.[10] Nei piani del capo di Stato Maggioretedesco, l'importanza morale e propagandistica di un attacco a Verdun avrebbe fatto in modo che tutto lo sforzofrancese si riversasse nella difesa di un caposaldo ritenuto di primaria importanza per la Francia. Lo scopo eraquello di convogliare il maggior numero di truppe nemiche in un solo settore, per poi colpirlo con la massimapotenza possibile con il violento impiego di artiglieria, in modo da dissanguarlo lentamente infliggendogli ilmaggior numero di perdite possibile.

Indice

1 Premesse1.1 La piazzaforte di Verdun

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2 Operazione Gericht2.1 Le fasi preparatorie2.2 Uno scontro di artiglierie2.3 La "segretezza" di Falkenhayn2.4 La situazione francese

2.4.1 Joffre e Driant3 Lo scontro di Verdun

3.1 L'attesa3.2 Le prime fasi dell'offensiva tedesca3.3 Fort Douaumont3.4 Pétain prende il comando3.5 Il Mort-Homme3.6 L'onore francese3.7 La "Coppa di Maggio"

3.7.1 Fort Vaux3.8 Falkenhayn viene sostituito3.9 Le controffensive francesi

4 Le cause della mancata vittoria tedesca4.1 Brusilov4.2 La Somme

5 Le conseguenze di Verdun5.1 Da Verdun alla Maginot5.2 Il ricordo

6 Note7 Bibliografia8 Voci correlate9 Altri progetti10 Collegamenti esterni

Per approfondire, vedi le voci guerra franco-prussiana e revanscismo.

Le cause dell'attacco tedesco ad una delle più formidabili fortezze d'Europa, e della successiva strenua resistenzafrancese, hanno però delle radici più profonde, da ricercare nei fatti accaduti durante la seconda metà del secoloprecedente, dalla guerra franco-prussiana del 1870 alla riorganizzazione politica e militare di Francia eGermania.

Nel luglio 1870 le forze di Napoleone III subirono alcune sconfitte iniziali non decisive, ma da quel momento in

poi l'esercito francese iniziò a ritirarsi e non riuscì più a riprendersi.[11] I tedeschi non dettero tregua all'esercitofrancese che venne costretto a ripiegare prima a Metz, dove una sua metà comandata dal generale FrançoisBazaine venne circondata e si arrese dopo due mesi di inerzia, e poi a Sedan, in cui l'altra metà dell'esercito,comandata da Patrice de Mac-Mahon, venne intrappolata e costretta alla resa definitiva. Fu una vera e propria

catastrofe per l'esercito francese che da secoli si considerava la sola vera razza di guerrieri d'Europa.[11] Quattromesi dopo il re di Prussia si proclamò Kaiser nella galleria degli Specchi della reggia di Versailles, nel palazzo sucui campeggiava la scritta À toutes les Gloires de la France davanti ad un dipinto che raffigura i francesi in atto

di umiliare i tedeschi.[11]

La Francia si ritrovò con un esercito in sfacelo e una nazione demoralizzata e finanziariamente in serie difficoltà;l'Alsazia e la Lorena, centri industriali tra i più importanti dell'Europa e della Francia, vennero ceduti al Reichtedesco, ma l'orgoglio francese diede presto nuovo slancio al paese, ansioso di revanscismo verso l'odiato nemicotedesco.

Quindici anni dopo Sedan, l'esercito francese aveva riguadagnato la sua potenza difensiva e offensiva e laFrancia, dopo essersi ripresa economicamente e militarmente, iniziò la costruzione lungo la frontiera est di unforte sistema difensivo. Per non ricadere nella trappola di Metz, invece di fortificare le città venne decisa la

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Nastro

"Vivat" in

commemorazio

dell'assedio

di Verdun nel

1914

La piazzaforte di Verdun

costruzione di due linee continue di forti. Venne realizzato così il famoso sistema Séré deRivières, ideato dall'omonimo generale, che consisteva in una lunga linea fortificata che aveva

il "nodo principale" proprio nelle fortezze di Verdun.[11]

Benché l'esercito tedesco del 1914 fosse molto più potente a confronto di quello del 1870,[12] ilsistema di fortificazioni "Séré de Rivières" avrebbe provocato lunghi e duri combattimenti incaso di attacco lungo le tradizionali vie di invasione, e l'alleanza tra Francia e Russia rendeva

inevitabile per la Germania il rischio di affrontare una guerra su due fronti;[13] entrambi furonofattori che influenzarono il conte Alfred von Schlieffen nell'ideare l'omonimo piano cheprevedeva di schiacciare la Francia con una "guerra lampo" mentre in Russia erano ancora incorso le operazioni di mobilitazione.

La paura francese di rimanere, in caso di nuovo conflitto, impantanati in una nuova disastrosaritirata, fece crescere nelle file degli ufficiali francesi la stima nella teoria dell'"attacco adoltranza", elaborata dal colonnello Louis de Grandmaison, in base alla quale:

« se il nemico osava prendere l'iniziativa anche per un solo istante, ogni pollice diterreno doveva essere difeso fino alla morte e, se perduto riconquistato con un

contrattacco immediato anche se inopportuno.[14] »

I comandi francesi da Foch a Joffre fecero pieno affidamento su questa teoria, ritenendoinizialmente inutili e superflue anche le armi di cui l'esercito tedesco dell'epoca faceva giàampio uso, come l'artiglieria pesante a supporto della fanteria e l'uso manovrato delle

mitragliatrici.[15]

Dal canto suo il generale Erich von Falkenhayn, conoscendo l'importanza vitale di Verdun perla nazione francese e appunto le tecniche offensive dell'esercito nemico, prevedendo che lapiazzaforte sarebbe stata difesa tenacemente fino all'ultimo, elaborò un piano basato suldissanguamento graduale, tramite il massiccio impiego di artiglieria, dell'esercito francese, che sarebbe statodecimato giorno dopo giorno per la difesa della "mistica Verdun". Tutto ciò accadde e fu applicatosanguinosamente per quasi dieci mesi, in cui la piazzaforte divenne il teatro di una gigantesca battaglia di

logoramento che coinvolse entrambi i contendenti.[16]

Quando i tedeschi iniziarono l'assalto il 21 febbraio, erano passati solo due mesi dal giorno in cui il generaleFalkenhayn era riuscito a convincere il Kaiser Guglielmo II che lo Stato Maggiore francese, essendo determinatoa difendere ad ogni costo la storica cittadella posta sulla strada che da est conduceva a Parigi, "si sarebbe vistocostretto a impiegare in quell'azione fino all'ultimo uomo" piuttosto che rinunciare alla fortezza e attestarsi su

un'altra linea difensiva.[17]

La città di Verdun, nota già ai tempi di Roma con il nome di Virodunum, era unimportante campo fortificato organizzato per sbarrare il passo alle popolazioni

germaniche. Nell'843 il trattato di Verdun divise l'Europa in tre parti e segnò la nascita della Germania comenazione; per i teutonici prima e per i tedeschi poi, Verdun rappresentò un simbolo quasi mistico e benché lacittadina in base al trattato fosse in territorio francese, nel 923 cadde sotto il dominio teutonico fino alla

liberazione per mano di Enrico II nel 1552.[18] Cento anni dopo, fu trasformata da Sébastien de Vauban in unaimponente fortezza destinata ad essere regolarmente assediata nei secoli successivi. La città fu duramenteattaccata durante la guerra dei Trent'anni, poi bombardata dai cannoni prussiani nel 1792, e successivamente nel

1870 quando fu l'ultima delle fortezze francesi a cadere durante la guerra franco-prussiana.[19]

Nel 1916 Verdun era una cittadina tranquilla, considerata inattaccabile dai comandi francesi, che videro lefortezze intorno alla città resistere efficacemente all'assedio dell'armata del Kronprinz durante l'attacco sullaMarna del 1914. In quella occasione Verdun si ammantò di una veste ancor più "eroica" e importante di quelloche già era. Da ogni lato Verdun era circondata da ripide colline lambite dalla Mosa, presidiate da numerosi

forti[20] che avrebbero impedito, grazie ad un efficace tiro incrociato, qualunque avanzata nemica.

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Mappa del fronte occidentale dove si

può notare il "cuneo" indicante il

fronte di Verdun

Le disposizioni delle truppe tedesche

alla vigilia della battaglia

Inoltre, dalla fine dei primi scontri nel settore, Verdun fu munita di unaserie di profonde trincee protettive, lunghe dai 4 ai 5 km; tecnicamente la

città era il punto più forte dell'intero fronte francese,[21] ma in pratica sisarebbe rivelato uno dei più deboli. Questo perché la piazzaforte fuprivata quasi completamente dei suoi pezzi d'artiglieria, che furono toltiper essere adoperati al fronte, in quanto dopo aver verificato la gravecarenza di bocche da fuoco nelle offensive del 1915, i francesi decisero

di attingere anche alle artiglierie collocate nei forti di Verdun.[22] Questadecisione fu peraltro assecondata dalla teoria di Louis de Grandmaison, ilquale disse che "il posto del soldato francese è in campo aperto e, seassolutamente necessario, in trincea, ma non certamente nascosto sotto

un blocco di cemento".[22]

In questo modo il sistema difensivo più potente venne privato delle suearmi, ma successivamente anche dei suoi uomini. Questi furono mandatisu altri fronti, lasciando praticamente sguarnito il caposaldo di Verdun,dove conseguentemente non fu possibile eseguire il giustocompletamento del sistema trincerato a difesa del settore che, almomento dell'attacco tedesco, era privo di trincee di collegamento,reticolati e collegamenti telefonici sotterranei. Tutte necessità vitali per

reggere ad un attacco nemico.[10][22]

« Tremo ogni giorno. Non potrei resistere a un attacco; l'ho detto al Grand Quartier Général, ma non mi

hanno nemmeno ascoltato »

Queste le parole del generale Herr davanti al disinteresse dell'alto comando francese guidato dal generale Joffre,che di fronte all'evidente minaccia tedesca e nonostante i palesi movimenti nemici dall'altra parte del fronte,continuò a non preoccuparsi del pericolo imminente. Nonostante le ricognizioni del Service Aéronautiquefrancese che attestavano il concentramento di artiglierie dietro le linee nemiche.

Questa era la condizione critica in cui si presentava il settore francese alla vigilia dell'attacco che i tedeschiavrebbero attuato a fine febbraio, mirando a conquistare uno dei simboli più importanti della Francia.

« La Francia è stata indebolita finquasi all'estremo limite dellasopportazione [...] le armate russenon sono state completamentedistrutte, ma la loro capacitàoffensiva è stata così duramentefiaccata che la Russia non potràmai risollevarsi fino alla sua antica

potenza[...][23] »(Erich von Falkenhayn)

Pochi giorni prima del Natale 1915, Falkenhayn si recò dal Kaiser perproporgli un'offensiva rivolta contro la Francia. Il capo di Stato maggioredell'esercito tedesco convinse l'imperatore ad attaccare il nemico per"finirlo" costringendolo ad arrendersi e in questo modo rivolgere tuttal'attenzione verso la Gran Bretagna. Un attacco alla Francia, spiegòFalkenhayn, «permetterebbe al nostro esercito, con mezzi limitati, diimpegnare duramente l'esercito francese nella difesa di Verduncostringendolo a impiegare nella difesa fino all'ultimo uomo disponibile.

In questo modo le forze francesi si dissangueranno, non potendosi più ritirare anche se volessero, e senza tener

conto delle nostre eventuali avanzate, il nostro impegno in un fronte ristretto sarebbe minimo».[24]

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Le fasi preparatorie

Uno scontro di artiglierie

La "grande Berta", il potente mortaio

tedesco massicciamente utilizzato a

Verdun

Per Falkenhayn la scelta dell'obiettivo da attaccare era tra Belfort e Verdun; la scelta cadde sulla secondaopzione, soprattutto perché l'armata che avrebbe condotto l'attacco sarebbe stata la 5ª comandata dal figlio delKaiser, il Kronprinz Guglielmo, ed una sua eventuale vittoria avrebbe avuto degli utili risvolti propagandisticisoprattutto nel fronte interno.

« Il giorno dopo il ritorno di Falkenhayn, vigilia di Natale, cominciò a giungere una valanga ditelegrammi, mascherati sotto il nome convenzionale di Gericht, che significa tribunale o giudizio, oppure,

più raramente, luogo di esecuzione.[25] »

Il primo dei corpi d'armata predisposti per l'attacco a Verdun fu trasportato daValenciennes, in grande segretezza, il 27 dicembre; esattamente un mese dopo, il 27

gennaio (data scelta per ragioni di buon auspicio in quanto compleanno del Kaiser), furono emanati gli ultimi

ordini e fu stabilita la data dell'attacco (il 12 febbraio).[25]

Vennero costruite in breve tempo dieci nuove linee ferroviarie a scartamento ridotto e circa 24 nuove stazioni per

portare tonnellate di rifornimenti di ogni genere,[26] oltre a sette linee di raccordo per portare nella foresta diSpincourt il munizionamento dei cannoni pesanti in essa nascosti.

Il massimo sforzo dei tedeschi era peròassorbito dall'artiglieria: tutto il loro piano

infatti si basava su un utilizzo massiccio di quest'arma. In linea dimassima, il piano strategico prevedeva l'utilizzo dei cannoni pesanti cheavrebbero avuto il compito di scavare un profondo vuoto nelle lineefrancesi che la fanteria tedesca avrebbe poi gradualmente occupato;sarebbero poi stati distrutti anche i flussi di rifornimento francesi graziead un costante e violento fuoco di sbarramento verso le retrovie, così daimpedire eventuali contrattacchi organizzati. I settori francesi sarebberostati martellati continuamente da 306 pezzi d'artiglieria campale, 542

pezzi d'artiglieria pesante, 152 lanciamine[27] e vari altri pezzi di piccoloe medio calibro sistemati sui fianchi. Questo assembramento eccezionalefu tale che su un fronte di appena 14 km, vennero dispiegati circa 1.220pezzi d'artiglieria, ossia uno ogni 12 metri circa.

Era la più grande concentrazione di artiglieria mai vista fino ad allora. I pezzi affluivano da ogni parte e ad ogniora; tra questi vi erano inoltre ben 13 mortai da 420 mm, le famose "grandi Berta" (o "Gamma") capaci disparare un proiettile da oltre una tonnellata, 2 cannoni da marina a canna lunga da 380 mm, di lunghissimaportata e al sicuro dall'eventuale reazione francese, 17 mortai austriaci da 305 mm (o "cannoni Beta") eun'enormità di pezzi da 210 mm e 150 mm a tiro rapido che divennero la quotidianità con cui si confrontaronoper quasi un anno i difensori francesi. In ordine potenza poi vennero impiegati pezzi da 130 mm, cannoni dacampagna da 77 mm che erogavano un efficace fuoco di sbarramento sugli attaccanti, e una nuova e micidialearma, il lanciafiamme, che venne impiegato per la prima volta proprio a Verdun.

La meticolosità tedesca non si fermò qui. Ogni cannone era stato accuratamente posizionato con un compitoassegnato ben preciso; le colline adiacenti di Romagne e Morimont garantivano un nascondiglio ideale per igrandi pezzi "Gamma" e "Beta" che avrebbero martellato la città e i suoi forti. I pezzi navali da 380 mmdovevano devastare la città di Verdun sparandovi ognuno 40 colpi al giorno e interrompendo le vie di

comunicazione a grande distanza grazie alla loro portata.[28] I 210 mm[29] dovevano danneggiare gravemente laprima linea francese e quando questa fosse stata conquistata, avrebbero dovuto allungare il tiro per creare unosbarramento nelle zone intermedie, supportando così gli attaccanti per un tempo sufficiente a rinforzare leposizioni e attestarsi saldamente nelle trincee conquistate.

A questo punto le artiglierie più piccole sarebbero avanzate sulla nuova linea, protette dai cannoni pesanti, e da lìavrebbero continuato la loro opera distruttrice verso le linee francesi non ancora conquistate, mentre i pezzi da150 mm a lunga gittata avrebbero continuato a battere d'infilata le vie d'accesso che conducevano al fronte per

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La "segretezza" di Falkenhayn

Il feldmaresciallo Erich von

Falkenhayn

impedire qualsiasi contrattacco immediato.

« Nessuna zona deve essere risparmiata dai bombardamenti [...] nessuna tregua alle zone di rifornimento;

il nemico non deve sentirsi al riparo in nessun luogo![28] »

Questi erano gli ordini dati agli artiglieri tedeschi,[28] e per rendere possibile l'attuazione di questi ordini, per seigiorni furono stipate munizioni per un totale di 2 500 000 proiettili, per il cui trasporto erano occorsi 1 300 treni e

un enorme sforzo logistico.[30]

Il 1º febbraio Falkenhayn venne informato che tutti gli oltre 1 220 cannoni erano finalmente in posizione evennero scavate le piazzole per ospitare gli obici pesanti nella prima linea tedesca in previsione della conquistadelle prime linee francesi. Inoltre "truppe speciali" erano pronte per collegare telefonicamente le posizioniavanzate e segnalare con grossi palloni rossi la posizione della fanteria per indirizzare in tempo reale il tiro di

sbarramento tedesco.[30]

Oltre alla consueta meticolosità, i tedeschi diedero grande importanza allasegretezza, incarnata nel migliore dei modi dal feldmaresciallo Erich von

Falkenhayn che, durante i preparativi per l'assedio di Verdun, assunse un ruolofondamentale. Il resto dell'esercito venne praticamente tenuto all'oscurodell'operazione Gericht fino all'ultimo; lo stesso colonnello Max Bauerconsulente di Falkenhayn nella preparazione dell'artiglieria, ricevette i pianidefinitivi molto più tardi del previsto, in modo tale che non potesse piùmodificarli.

All'estremo sud del fronte, il generale Hans Emil Alexander Gaede continuòinconsapevole i preparativi per un attacco a Belfort, che Falkenhayn in realtànon ebbe mai intenzione di effettuare, ma che avrebbe dovuto ingannare gli

anglo-francesi sul vero obiettivo del comando tedesco.[31]

Decine di bombardamenti diversivi furono programmati in vari punti del fronte,e persino alle infermiere che arrivavano per allestire i nuovi ospedali da camponelle retrovie di Verdun, venne detto che erano lì per curare "malattie interne".Questa "segretezza" ebbe però il suo rovescio della medaglia, lo stessoKronprinz Guglielmo e persino l'alleato austriaco vennero lasciati quasiall'oscuro delle reali intenzioni di Falkenhayn, solo lui e il Kaiser sapevano che

l'offensiva di Verdun non era diretta all'occupazione della città bensì al brutale piano di "dissanguamento"dell'esercito francese che secondo le previsioni avrebbe avuto effetti tattici e psicologici decisivi. Il comandantedell'esercito tedesco in pratica ingannò il Kronprinz assicurandogli i rinforzi che gli sarebbero serviti per unaconquista di Verdun, ma che in realtà tenne a debita distanza dal fronte. Questo atteggiamento fu un errore cheebbe serie ripercussioni in occasione dell'attacco a Fort Douaumont, condotto con un numero di soldatiinsufficienti, che precluse il possibile sfondamento del fronte francese da parte dell'Armata del Kronprinz che almomento decisivo si trovò a corto di uomini.

Persino Konstantin von Knobelsdorf, asserì più tardi, che se avesse saputo le reali intenzioni di Falkenhayn non

lo avrebbe mai appoggiato;[32] ma intanto i preparativi continuarono, ormai la macchina era in moto.

Per i preparativi vennero poi chiamati pittori a colorare teli mimetici per nascondere gli enormi pezzi di artiglieriadalle ricognizioni aeree francesi, vennero scavate buche per nascondere le munizioni, e venne ordinato che primadell'attacco solo i pezzi già individuati dagli aerei francesi avrebbero potuto rispondere ad eventuali tiri nemici.Ma l'arma in più dei tedeschi non fu né un pezzo d'artiglieria né una nuova tattica, bensì un complesso sistema ditunnel sotterranei scavati lungo tutta la zona dell'attacco chiamati "Stollen", che permisero alle truppe tedesche

di sfruttare al meglio l'effetto sorpresa.[33] Nelle offensive alleate del 1915, il massiccio assembramento di truppenelle trincee di prima linea veniva individuato facilmente dal nemico, che reagiva con l'artiglieria causandopesanti perdite ancor prima che il nemico uscisse dalle trincee, in questo senso i tedeschi elaborarono questo

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La situazione franceseJoffre e Driant

Joseph Joffre

nuovo sistema di strutture di "prima linea" proprio per ovviare a questo problema.

I tedeschi realizzarono un complesso di centinaia di profonde gallerie collegate tra loro scavate nel terreno,invulnerabili ai colpi d'artiglieria, da cui, al momento dell'attacco, sarebbero sbucati fuori migliaia di soldati senzache il nemico, fino all'ultimo, ne cogliesse la presenza.

A Verdun inoltre, per la prima volta venne impiegata massicciamente dai tedeschi anche la nuova arma aerea: la

Luftstreitkräfte radunò 168 aeroplani, 14 palloni frenati e 4 Zeppelin,[30] una notevole forza per il tempo, cheavrebbe dovuto difendere i palloni di segnalazione per l'artiglieria dall'attacco degli aerei francesi nonchéimpedire a questi di individuare i preparativi. Si sarebbe dovuto creare un vero e proprio "sbarramento aereo" suicieli sopra Verdun.

Nel campo francese invece lasituazione era molto pericolosa; Verdun era

praticamente sguarnita di artiglierie[34] e nonostante le lamentele deicomandanti di zona il Gran Quartier General (GQG) di Joseph Joffre rimaseper lungo tempo cieco davanti al pericolo. Il tenente colonnello Émile Driant,ex deputato e comandante di due battaglioni di chasseurs à pied nel bosco di

Caures,[35] sembrò invece rendersi conto insieme al generale Herr,dell'imminente minaccia, infatti scrisse a proposito al suo amico Paul Deschanelpresidente della Camera:

« Stiamo facendo il possibile giorno e notte per rendere il nostro fronteinviolabile, ma vi è una cosa sulla quale non possiamo fare niente, lamancanza di braccia!. Ed è su questo che io la prego di richiamarel'attenzione del ministro (della Guerra N.d.T). Se la nostra prima lineavenisse sfondata, la nostra seconda linea sarebbe inadeguata perché nonriusciamo a rinforzarla per mancanza di operai, e aggiungo io, di filo

spinato![36] »

In seguito Deschanel passò un riassunto dei suoi punti al ministro della guerra Galliéni che a sua volta scrisse aJoffre esprimendo la sua preoccupazione per aver sentito parlare di difetti in vari punti del fronte francese, tracui Verdun. Joffre rassicurò genericamente Galliéni sullo stato delle difese francesi ma andò su tutte le furie solopensando che qualche ufficiale avesse scavalcato le gerarchie militari ignorando il suo stato maggiore e

rivolgendosi direttamente ai politici.[37]

Nonostante ciò, Joffre fino all'ultimo sembrò ignorare il pericolo, forse ingannato dal servizio di spionaggiofrancese che fu di scarso aiuto in quanto efficacemente contrastato dal controspionaggio tedesco. Nonostantel'aiuto degli inglesi (peraltro poco efficace) anche dal settore di Verdun le informazioni uscivano lentamente,venivano utilizzate poche pattuglie e i posti di ascolto erano poco efficienti. Inoltre, il brutto tempo persistentenon permise ricognizioni aeree fino al 17 gennaio, ma anche successivamente, pur disponendo didocumentazione fotografica, solo il 22 gennaio venne inviato un esperto in grado di decifrare le poche fotografiescattate, che riuscì solamente a rilevare la direttrice principale dell'attacco, ma non le postazioni principali delleartiglierie.

Nonostante gli sforzi francesi, al momento dell'attacco furono individuate solo 70 piazzole di artiglieria, per cui i

francesi non si resero conto fino all'ultimo della consistenza del raggruppamento nemico,[38] anche questo fu unodei motivi che convinsero Joffre e il suo GQG che un attacco tedesco non era imminente.

Lo spionaggio francese dal canto suo, cominciò a segnalare con sempre maggiore insistenza movimenti nemici; il12 gennaio venne riferito che l'artiglieria tedesca aveva iniziato a prendere posizione, il 14 arrivarono notizie sunuovi ospedali da campo e il 15 vennero riferiti importanti movimenti di truppe nelle retrovie. Nonostante tutto

ciò il GQG era sempre convinto che la Germania[39] fosse decisa ad attaccare massicciamente la Russia, e che almassimo un attacco alla Francia si sarebbe avuto nell'Artois o nello Champagne; solo il 12 febbraio arrivarono

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L'attesa

Un drappello del 321º reggimento di

fanteria francese di stanza a

Douaumont. Per primi questi uomini

dovettero combattere contro i

tedeschi nel loro attacco alla fortezza

Le prime fasi dell'offensiva tedesca

Tiro di sbarramento tedesco sul

fronte di Verdun

due divisioni di rinforzo a Verdun, il giorno stesso in cui i cannoni del Kronprinz avrebbero dovuto cominciare laloro opera distruttrice.

« Ma il Dio dellestagioni d'un tratto simise in testa disconvolgere tutti i

nostri piani »(Kronprinz Guglielmo[40])

Queste le parole del Kronprinz nelle sue memorie di guerra, cherappresentano in modo semplice e diretto la causa principale del perchél'attacco previsto per il 12 febbraio, fu rinviato a data da destinarsi. Lecondizioni atmosferiche avverse condizionarono pesantemente ipreparativi tedeschi; all'alba del giorno prestabilito, la neve cadde moltofitta e rese impossibile agli artiglieri avere una visuale ottimale, così ilcomandante della 5ª Armata tedesca decise di rinviare l'attacco di 24 ore,la battaglia non poteva essere iniziata se i cannoni non potevano svolgerei loro compiti con una visuale ottimale. Ma ventiquattr'ore dopo il temponon migliorò, e neppure nei giorni a seguire, e mentre i tedeschi da unaparte lottavano contro l'acqua gelida che riempiva i loro Stollen, i francesi attendevano ansiosi l'attacco

nemico.[41]

L'attesa durò oltre una settimana, in cui i nervi di entrambe le parti dettero evidenti segni di cedimento,[41] ma ilgiorno 20, gli uomini di entrambi gli schieramenti si svegliarono e videro per la prima volta una bella giornata disole. Approfittando di questo, per alzare il morale alle proprie stanche truppe, l'artiglieria francese fece un'ora difuoco senza nessuna velleità, solamente per farsi sentire. La notte del 20 febbraio però i movimenti tedeschi siintensificarono, la prima linea francese poté sentire gli ultimi treni carichi di munizioni scaricare la loro merce nei

pressi del bosco di Spincourt, e aldilà della terra di nessuno poterono sentire il canto dei soldati tedeschi.[41]

La mattina del 21 febbraio, inun bosco vicino a Loison, i

serventi di uno dei cannoni da marina Krupp, per la prima volta dopotanti giorni ricevettero l'atteso ordine: un primo proiettile da 380 mmvenne sparato verso la città di Verdun, demolendo parte del palazzovescovile. Altri colpi da 380 iniziarono a colpire inesorabili, centrando lastazione ferroviaria e i ponti fuori città: l'operazione Gericht era

cominciata.[42]

Un bombardamento violento e preciso martellò per ore le linee francesi,distruggendo trinceramenti e linee telefoniche, e impedendo l'arrivo diqualsiasi rinforzo. Nel primo pomeriggio il bombardamento tedesco

raggiunse la massima intensità,[43] alte colonne di fumo si alzarono dallelinee francesi, appena un'ora dopo partì l'attacco terrestre da parte della fanteria tedesca. Gli uomini della 5ªArmata tedesca, comandata dal Kronprinz Guglielmo di Prussia, avanzarono a gruppi sparsi nell'intento di aprirele prime brecce tra le trincee francesi, occupando il numero più alto possibile di posizioni nemiche, in vista delmassiccio attacco del giorno successivo.

Il primo giorno di battaglia non sortì per i tedeschi l'effetto sperato. I francesi resistettero stoicamente, anche secedettero in vari punti non erano stati "spazzati via" come invece le prime ricognizioni tedesche erroneamenteriportarono. Neanche la comparsa dei lanciafiamme sul campo di battaglia servì per stanare i fanti francesi dalleloro posizioni. Per il 22 febbraio lo Stato maggiore di Knobelsdorf non pose limiti all'avanzata tedesca che sisarebbe svolta con le stesse modalità del giorno precedente, bombardamento al mattino e attaccando la fanterianel pomeriggio.

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La chiesa di Saint Pierre nella

cittadina di Verdun distrutta

dall'artiglieria tedesca

Fort Douaumont

Veduta aerea di Fort Douaumont,

1916, prima dell'inizio della battaglia

Intorno alle 16:00 i tedeschi supportati dall'artiglieria conquistaronoHaumont-près-Samogneux, creando il primo cuneo dentro le difesenemiche, ma il vero successo fu la conquista del Bois de Caures (boscodi Caures) dove incontrarono solo due battaglioni decimati di chasseurs a

pied francesi comandanti da Émile Driant.[10] I tedeschi avevano trovatoil tallone d'Achille delle forze francesi, e nonostante gli uomini di Driantresistettero con caparbietà per alcune ore, la disparità di forze era troppogrande e vennero sopraffatti. Nella strenua difesa del settore Driant persela vita.

I vuoti dell'artiglieria francese risultarono evidenti e la contropartetedesca continuò a martellarle sistematicamente, intanto l'allarme nelleretrovie francesi crebbe di ora in ora. I tedeschi dopo aver conquistatoHaumont e il Bois des Caures, ora pressavano con più insistenza cercando di aggirare da nord Verdun, passandoper Samogneux.

I tedeschi, come da tattica, impedirono con un violento sbarramento di fuoco l'arrivo di rinforzi a Samogneux,ma a facilitare le cose ci pensarono gli stessi francesi. Una precipitosa notizia che dava per occupata già alla seradel 22 la cittadina, mise in allarme il generale francese Herr che ordinò un intenso tiro d'artiglieria versoSamogneux per riconquistarne le posizioni, che sfortunatamente erano ancora saldamente in mano ai soldati

francesi, che in questo modo vennero decimati dalla propria artiglieria.[44] I tedeschi approfittando dell'errore ealle 3:00 del mattino occuparono la cittadina.

I tedeschi con questa conquista rafforzarono il cuneo creato nelle difese francesi, la diga era stata infranta, la 37ª

Divisione africana messa a tamponare la falla fu decisamente poco efficace,[45] e i tedeschi riuscirono ancora ad

avanzare in direzione di Fort Douaumont.[10]

La situazione tra le linee francesi era pessima, il freddo imperversava e i ricoveri e le trincee erano state spazzate

vie, le truppe erano demoralizzate e decimate, le linee di comunicazione distrutte,[46] le strade interrotte e leferrovie divelte mentre il servizio ambulanze impiegava in media 10 ore per percorrere 30 km. La situazione eraquindi favorevole ai tedeschi, che però non si accorsero subito della situazione e non colsero l'opportunità di unpossibile e decisivo sfondamento, anche se di lì a poco avrebbero effettuato una delle più fortunate conquiste

dell'intera campagna.[47]

« Verdun dev'essere tenuta a qualsiasi prezzo, Ils ne passeront pas! (non passeranno!) è la parola d'ordine,

Verdun diventa il simbolo della Francia, del suo onore e della follia della guerra.[48] »

Uno dei simboli di Verdun era rappresentato da Fort Douaumont che con il suo gemello FortVaux era parte integrante di un sistema difensivo costituito da 19 forti einnumerevoli posizioni fortificate di dimensioni più contenute dislocatesulla sponda orientale della Mosa. I forti erano disposti in cerchiconcentrici che marcavano la successione delle linee di difesa il cui

centro, nonché ultimo baluardo difensivo, era Verdun stessa.[49] Ideatoall'indomani della guerra franco-prussiana, questo sistema difensivo fuprogressivamente riammodernato per adeguarlo alle esigenze della guerramoderna.

Il forte era uno dei più potenti del mondo e il più famoso baluardo di

Verdun,[50] si ergeva imponente sulla cima più alta degli Hauts de Meuse

protetto in ogni sua parte dal tiro dei suoi cannoni,[51] costruito a piantapoligonale era un vero e proprio baluardo di cemento e filo spinato

circondato da un fossato profondo 7 metri.

Tuttavia agli occhi dei generali francesi la guerra moderna aveva dimostrato come il concetto di fortezza fosse

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Fort Douaumont al termine del 1916,

devastato dai bombardamenti

Pétain prende il comando

diventato ormai obsoleto, lo avevano reso evidente i tedeschi con la

conquista dei forti belgi di Liegi e Namur.[52] Si decise quindi che gliuomini e le armi alloggiati a Douaumont avrebbero avuto un utilizzo piùproficuo in servizio attivo e si procedette dunque alla smobilitazione diparte dei pezzi di artiglieria del forte e di praticamente tutta laguarnigione che allo scoppio della guerra contava 500 uomini ma che almomento della battaglia ne avrebbe contati solo 56. I vertici militarifrancesi non avevano però tenuto conto del fatto che Liegi fu conquistataa caro prezzo dai tedeschi e che Douaumont era rimasto praticamenteintatto dopo i tentativi di conquista avvenuti nel 1914.

Le difese del forte risultarono quindi notevolmente indebolite dalla nuovapolitica difensiva dei generali francesi; le condizioni di debolezza delforte e la consapevolezza di dover fare qualcosa al riguardo si persero nelpassaggio del comando dal 30º al 20º corpo. Fu una disattenzione

inevitabile per generali che erano ancora abituati a considerare i forti come completamente autonomi e che

quindi lasciarono i pochi uomini all'interno del forte senza rinforzi, rifornimenti, informazioni né ordini.[53]

Il 25 febbraio, dopo soli quattro giorni di battaglia, Fort Douaumont venne preso di mira dal 24º reggimento delBrandeburgo e dal 12º reggimento granatieri. Il consueto bombardamento di annientamento iniziò alle 9:00 delmattino del 25 febbraio, e quando partì l'attacco della fanteria, in meno di 25 minuti il 2º battaglione del 24ºreggimento raggiunse l'obiettivo avanzando di 1200 m facendo 200 prigionieri e sbaragliando le poche truppenemiche rimaste in zona. Uno dei simboli francesi, cadde nel giro di un pomeriggio.

Come detto il forte era presidiato da soli 56 uomini comandati dal sergente maggiore Chenot[53] che per lamaggior parte si erano rifugiati nei sotterranei per sfuggire alla furia dei bombardamenti mentre solo Chenot e

pochi altri erano rimasti nella torretta del cannone da 155 mm a sparare qualche colpo.[53] Quando leavanguardie tedesche raggiunsero il forte, furono sorprese dal totale silenzio delle armi dei difensori e si

avventurarono nella struttura più per curiosità che per un ordine diretto.[53] I primi ad arrivare furono gli artieridel sergente Kunze che, superato il fossato, riuscirono ad entrare da una finestrella; esplorando i corridoi interniriuscirono a mettersi in contatto con le squadre del tenente Radtke, del capitano Haupt e del tenente von

Brandis[53][54] che nel frattempo avevano seguito Kunze all'interno, così facendo riuscirono a circondare i

francesi che sorpresi si arresero senza sparare un colpo.[55]

« Il successo maggiore che lo sforzo tedesco avesse raggiunto sul fronte occidentale »

Così scrisse un corrispondente di guerra sul fronte di Verdun, dove il più considerevole sfondamento dopo laMarna fu propagandato e acclamato in tutta Germania. Persino il Kaiser espresse il suo compiacimento per

l'impresa al quartier generale del Kronprinz.[56] Con la conquista del forte i tedeschi poterono ora contare su unaposizione favorevole che gli permise di dominare il campo di battaglia nella sua interezza nonché di un rifugiodove organizzare postazioni per i feriti, ammassare le truppe e immagazzinare provviste armi e munizioni.

Dall'altra parte, il governo francese cercò in ogni modo di far accettare la sconfitta all'opinione pubblica,drammatizzando le perdite tedesche fino quasi all'assurdo, e dichiarando che ai tedeschi era stato concesso di

occupare una rovina ormai inutile dopo decine di attacchi falliti.[57] Ma la realtà era ben diversa. I francesi per laloro inadeguatezza non furono in grado di riconquistare il forte, i velleitari e sprezzanti assalti alla "deGrandmaison" non ebbero alcun effetto, i rifornimenti erano assenti e il morale a livelli bassissimi. Ciò aiutò ladiffusione di panico ed a episodi di diserzioni sempre più frequenti, molto spesso repressi con la forza. Gliabitanti di Verdun si riversarono per le strade per fuggire e cominciarono a imperversare i saccheggi, e al frontele cose andavano di male in peggio.

Le notizie della perdita di Fort Douaumont arrivarono velocemente anche alquartier generale francese, e come prima cosa Joffre acconsentì alla scelta del

suo secondo, il generale Edouard De Castelnau, di inviare immediatamente a Verdun la 2ª Armata fino ad allora

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Il generale Pétain.

Il Mort-Homme

La collina "Mort-Homme".

Fanteria tedesca all'attacco della

Mort-Homme. In primo piano è

lasciata in riserva, comandata da un certo Philippe Pétain.[10] Inoltre ilCapo di Stato Maggiore De Castelnau, ottenne i pieni poteri per la piazzadi Verdun e vi si recò immediatamente per controllare di persona lasituazione ormai disperata.

De Castelnau ordinò subito a Pétain di difendere fino alla morte le duerive della Mosa, accettando in pieno la sfida di Falkenhayn che in questomodo poté eseguire in pieno il suo piano di "dissanguamento graduale"dell'esercito francese, ormai deciso a resistere ad ogni costo per difendere

la mistica Verdun.[58][59]

Pétain fu un generale in un certo senso più "umano" e capace dei variJoseph Joffre e Douglas Haig, mentre i due sembravano rimanereimpassibili di fronte alle smisurate perdite umane, Pétain al contrario

aveva molto a cuore la sorte dei suoi soldati[10] e riteneva inutili quelleimmediate controffensive tanto esaltate dalla dottrina di De

Grandmaison. Philippe Pétain pensava invece che un attacco si sarebbe dovuto svolgere gradualmente, conobiettivi limitati e con la sicurezza di iniziare con una forza d'attacco superiore a quella del nemico, che avrebbegarantito il successo dell'attacco; al contrario, fino ad allora, e anche per il resto della guerra, gli alleati

continuarono a concepire la vittoria come un enorme, unico sfondamento congiunto su tutto il fronte,[60]

sacrificando in questo modo centinaia di migliaia di soldati.

« se Pétain ordina un attacco ci dev'essere qualche possibilità di riuscita, e non vi sarebbe stato uninsensato sacrificio di vite umane secondo le abitudini di quegli ambiziosissimi generali, intenti solo ad

ottenere ricompense dalla conquista a qualsiasi prezzo di alcuni metri di trincee nemiche[61] »

Pétain giunto a Verdun si accorse subito che la situazione non era così disperata. Come prima cosa cancellòl'ordine di riconquista immediata di Douaumont, che in fondo era solo una fortezza di forte valore simbolico piùche tattico, altri rinforzi erano inoltre in arrivo, così venne deciso di organizzare successivamente un contrattaccocon mezzi migliori e più possibilità di riuscita. Il futuro maresciallo di Francia diede inoltre un grandissimoimpulso nell'affrontare il problema delle comunicazioni e dei rifornimenti: in questo frangente nacque il mitodella Voie Sacrée, unica arteria che conduceva a Verdun che sarebbe diventata la vitale via di rifornimento

durante tutta la battaglia e uno dei simboli della stessa[62], dove a giugno, durante la punta massima della

battaglia, vennero impiegati 12.000 veicoli al giorno con il ritmo di uno ogni 14 secondi[63]

Malgrado l'iniziale impeto, l'attacco tedesco tra la finedi febbraio e l'inizio di marzo si era lentamente

impantanato anche per via del riassetto che Pétain dette alle linee delfronte, dove vennero portati numerosi pezzi d'artiglieria e migliaia diuomini, mentre i tedeschi si trovarono a dover avanzare in un terrenofangoso e sconvolto dai loro bombardamenti, che non consentiva di faravanzare i pesanti cannoni come la loro tattica prevedeva. Ora l'intensitàdel fuoco tedesco era minore, e i francesi riuscirono a resistere congrande efficacia, causando ingenti perdite agli attaccanti, che nonriuscirono più a sfruttare il vantaggio di potenza di fuoco che avevanoall'inizio. Falkenhayn fin dall'inizio dell'offensiva negò gli immediatirinforzi al Kronprinz, nonostante in quel momento le forze francesifossero vicine al collasso decisivo. L'indecisione cronica del capo di StatoMaggiore precluse al comandante della 5ª Armata altre forze utili allosfondamento; l'erede al trono tergiversò aspettando i rinforzi perdendocosì la più grande occasione di sfondare le linee francesi, in quelmomento nel caos più totale. Sfruttando l'indecisione nemica, le lineefrancesi si rinforzarono rendendo la battaglia in tutto e per tutto similealle sanguinose offensive di logoramento che caratterizzarono il fronte

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possibile vedere alcuni uomini

impegnati nel lancio di grante, mentre

sullo sfondo alcuni fanti in azione con

il temuto lanciafiamme, 15 marzo

1916.

Ancora un'immagine che presenta i

violenti scontri per la Mort-Homme,

15 marzo 1916.

Il villaggio di Maucourt-sur-Orne

dopo l'azione tedesca del 5 aprile

occidentale.[64]

Ora, in occasione del rinnovato attacco deciso da Falkenhayn, i tedeschiportarono a Verdun ingenti forze, ben lontane dalle "limitate risorse" concui Falkenhayn intendeva condurre inizialmente l'azione, e ben superioria quelle che a febbraio sarebbero servite per uno sfondamento decisivo.Venne deciso di condurre una vasta azione anche sulla riva sinistra dellaMosa per alleggerire la riva destra ormai teatro di violenti scontri. Eproprio sulla riva sinistra, vi era un'altura allungata e scoperta,perpendicolare al fiume che aveva una notevole visuale in ogni direzione,il Mort-Homme. La sua conquista avrebbe eliminato le batterie francesiriparate dietro di questo, e consentito di dominare anche la successiva

altura verso Verdun, il Bois Bourrus.[65]

Nonostante i febbrili preparativi francesi per affrontare l'attacco, questoebbe inizialmente facili successi, la 77. brigata tedesca superò la Mosa,fino a conquistare i villaggi di Regnéville-sur-Meuse, Forges-sur-Meuse el'altura "Quota 265" sulla Cote de l'Oie. D'altro canto il primo attacco alMort-Homme fu fermato praticamente alla partenza da un intensosbarramento di artiglieria francese, e una prima conquista da parte tedesca del Bois de Corbeaux (un bosco sullato di nord-est del Mort-Homme da cui avrebbero portato i successivi attacchi) venne annullata dal contrattaccofrancese che si rimpossessò del bosco.

Il 14 marzo un primo attacco venne condotto dai tedeschi verso il Mort-Homme, la battaglia durò per alcunigiorni, ma sistematicamente come per i successivi due mesi ondate di fanti tedeschi avanzarono in un terrenodilaniato dai loro bombardamenti preliminari per poi essere massacrati dalla risposta dell'artiglieria francese. Leperdite crebbero vertiginosamente da ambo le parti, alla fine di marzo il totale delle perdite tedesche era di

81 607 uomini contro le 89 000 francesi.[66]

Più i combattimenti infuriarono, più i tedeschi si trovarono in svantaggio.I boschi dove nascondere l'artiglieria e dove utilizzare la tatticadell'infiltrazione stavano scomparendo a causa dei massiccibombardamenti che subivano e i lanciafiamme non sortivano più l'effettopauroso degli inizi. Anzi, i serventi dei Flammenwerfer divennero ambitibersagli, in quanto una pallottola poteva far esplodere i serbatoi dipetrolio che alimentavano le armi e in questo modo uccidere oltre che ilservente anche tutti i soldati che stavano nelle vicinanze.

Per di più su un'altura gemella a destra del Mort-Homme, "Quota 304", ifrancesi sistemarono artiglieria e mitragliatrici, in modo tale da prenderesul fianco le avanzate tedesche e riuscendo ad immobilizzare qualunqueavanzata nemica. I tedeschi decisero quindi di smettere i tentativi verso laMort-Homme finché non si fossero impossessati di Quota 304. Il 20marzo l'attacco dell'11ª divisione bavarese ebbe un insperato successoconquistando alcune posizioni ai piedi delle due alture con limitate

perdite, e catturando 2 825 francesi della 29ª Divisione.[67]

I tedeschi continuarono ad avanzare, il 31 marzo cadde Malancourt, il 5 aprile Maucourt-sur-Orne e l'8Béthincourt, mentre il 9 venne decisa una grossa offensiva lungo l'intero fronte di Verdun, su ambedue le rive

della Mosa, "facendo cioè quello che avrebbero dovuto fare il 21 febbraio".[68] Fu lo sforzo maggiore dal primogiorno dell'offensiva a febbraio, vennero impiegati 17 treni carichi di munizioni e decine di migliaia di uomini.Ma tutto ciò non fu sufficiente, seppur con piccoli cedimenti il fronte francese resistette, da quel giorno però fuun continuo susseguirsi di sanguinosi attacchi e contrattacchi, che resero la collina un vero e proprio tappeto dicadaveri.

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L'onore francese

Devastazioni alla base di Quota 304

La "Coppa di Maggio"

Il 3 maggio i tedeschi prepararono un nuovo e forse decisivo attacco, vennero posizionati oltre 500 pezzid'artiglieria su un fronte di meno di 2 km che martellarono le linee francesi per oltre due giorni, causando tra lefile francesi terribili perdite. Dopo tre giorni di combattimenti i tedeschi occuparono Quota 304. Da lì, alla fine dimaggio conquistarono tutto il Mort-Homme e il villaggio di Cumières-le-Mort-Homme, ora il margine di ritiratadei francesi era esiguo e tutte le forze tedesche in occidente potevano essere lanciate contro gli uomini di Pétainsulla riva destra della Mosa.

Nonostante le avanzate tedesche sulla riva sinistra, sulla riva destra della Mosa le cose nonandavano altrettanto bene per l'esercito del Kaiser. Nei successivi tremesi le avanzate da entrambe le parti furono minime al costo di perditegravissime. Nella riva destra appunto, i combattimenti si svolsero pertutto il periodo in una piccola zona, chiamata il "quadrilatero della morte"a sud di Fort Douaumont, dove i soldati cadevano a migliaia per un tira e

molla da entrambe le parti che non superò mai i 1.000 m di avanzata.[69]

Nonostante i primi segni di tensione tra i comandi tedeschi, l'offensivanon venne fermata sulla base di considerazioni che facevano credere dipoter sopportare altre grandi offensive, che al contrario i francesi a corto

di uomini, non avrebbero potuto reggere.

Ma le cose erano ben diverse, l'esperimento del "dissanguamento totale" funzionava, ma coinvolgeva anche letruppe tedesche. Al primo maggio infatti le perdite erano rispettivamente di 126.000 uomini per i tedeschi controi 133.000 francesi. Tra le file dei primi serpeggiava però il timore di un'offensiva inglese di "alleggerimento", cosìFalkenhayn decise per una energica offensiva della 5ª Armata verso il Forte di Souville che sarebbe dovutaproseguire con attacchi sulla riva destra, nonostante questa decisione incontrasse i pareri negativi del generaleBruno von Mudra che non considerava utile un'altra offensiva. Anche il Kronprinz sosteneva che oramai

l'operazione Gericht era fallita,[70] come concordava anche buona parte dello Stato Maggiore della 5ª Armata,ma non il capo di Stato Maggiore, generale von Knobelsdorf che mise al posto di von Mudra al comando del III

Corpo d'armata il generale Ewald von Lochow,[71] il quale sostenne insieme a Falkenhayn la continuazionedell'azione sulla destra del fronte per tentare un ennesimo sfondamento in direzione Verdun.

Dopo tre mesi e mezzo di violenta battaglia, Verdun aveva ormai assunto un valore simbolico per entrambe leparti. Una cittadina oramai praticamente disabitata e semi distrutta dai bombardamenti era divenuta unaquestione d'onore più che strategica per la Francia. L' Honneur de la France appunto, obbligava le forze francesia mantenere a qualunque costo la cittadella e allo stesso tempo impegnava ogni sforzo tedesco nella conquista diquell'angolo di Francia che ormai rappresentava un vero e proprio crocevia per il destino di entrambe le nazionicoinvolte.

« Come in una tenzone individuale e leggendaria a Verdun era la virilità di due popoli ad essere in gioco,nessuno dei due contendenti voleva né poteva cedere, spinti da un impeto incontrollato che andava al di là

della volontà umana e che continuava implacabilmente a richiedere un enorme prezzo di vite umane.[72] »

Nonostante tutto proseguirono i preparativi per il nuovo attacco tedesco, i francesi dal canto loro erano però inuna situazione critica: fortemente indeboliti sulla riva destra e sopraffatti a sinistra, dove venivano martellati

dall'artiglieria piazzata sulla Mort-Homme e su Quota 304.[73]

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Fort Vaux

Targa commemorativa francese

all'esterno del forte di Vaux

Falkenhayn viene sostituito

Panorama del campo di battaglia di Verdun

I preparativi per un nuovo assalto, che portava il nome convenzionale di "coppa di maggio", proseguirono congrande rapidità, il peso dell'attacco fu simile a quello del 21 febbraio, ma su un fronte di 5 km, che comprendeval'attacco alle future basi di partenza per l'assalto finale a Verdun, ossia la piazzaforte di Thiaumont, l'altura diFleury il Forte di Souville, ma soprattutto il Forte di Vaux, ossia il bastione a cui era ancorata l'estremità nord-est

della linea francese.[74]

Malgrado gli sforzi di Pétain, i tedeschi conservavano ancora una sensibile superiorità di artiglieria, con 2200pezzi contro 1777, e la stampa tedesca ancora una volta si pronuciava:

« Ci stiamo proponendo seriamente di prendere Verdun...[75] »

Il forte di Vaux era già stato precedentemente preso d'assalto daitedeschi, ma il loro impegno si profuse invece verso la conquista di FortMoulainville (gemello di Fort Douaumont), che venne assediato dalle"grandi Berta" che vi causarono enormi danni ed enormi perdite. Per nonsubire grosse perdite, le guarnigioni francesi avevano imparato a ripararsinelle trincee al di fuori del forte durante il giorno, per poi ritornare nelleposizioni la notte. Inoltre anche i tedeschi avevano i loro problemi:l'utilizzo costante dell'artiglieria aveva danneggiato le canne degli enormipezzi da 420mm che erano diventati molto imprecisi, e a volte erano

esplosi durante gli spari.[76] In vista dell'attacco quindi, i tedeschipoterono impiegare "solo" 4 Berta invece delle 13 impiegate a febbraio,che vennero concentrate sui due forti di Souville e Vaux.

Il 1º giugno partì l'attacco alle trincee difensive del forte di Vaux, chefurono sopraffatte interamente il giorno dopo, mentre un terribile fuoco disbarramento tedesco pioveva sul forte. All'alba del 2 giugno il fuoco disbarramento cessò di colpo, e la 50ª Divisione comandata dal maggiore

generale Weber Pasha[77] iniziò immediatamente l'attacco verso il forte.Appena i soldati tedeschi arrivarono nel fossato del forte, una pioggia diproiettili si riversò su di loro, nonostante questo, alle 5:00 del mattino unodei più importanti capisaldi del forte cadde in mano tedesca, e dopo ore

di duri combattimenti nel pomeriggio ormai le strutture esterne del forte erano in mano tedesca. I combattimentisi spostarono quindi all'interno, tra le buie gallerie del forte, dove i francesi si erano barricati e dove entrambi glischieramenti combattevano tra angusti corridoi, in una battaglia illuminata solamente dalle granate che a causadegli spazi ristretti, causavano ferite orribili.

Il 4 giugno, Robert Nivelle ordinò un immediato contrattacco contro gli occupanti di Fort Vaux, ma senza esito;intanto i genieri tedeschi portarono all'interno del forte sei lanciafiamme, ma la strenua resistenza francese noncessò nonostante l'utilizzo di queste terribili armi e nonostante la mancanza d'acqua nei serbatoi del forte. Inaiuto dei francesi intervenne però la batteria da 155 mm del forte di Souville, che colpì duramente i tedeschi, iquali, dopo il quarto giorno di assedio iniziarono a perdere le speranze, anche in nome delle pesanti perdite subitedall'inizio dell'attacco. Ma il 7 giugno i francesi, oramai senz'acqua e praticamente lasciati isolati dal restodell'esercito, non riuscirono più a resistere e consegnarono la chiave di bronzo del forte al tenente Werner

Müller, capo dei mitraglieri tedeschi.[78]

Per i tedeschi, non rimaneva altro che conquistare l'ultimo caposaldo, il fortedi Souville, per spalancare la strada verso Verdun e quindi penetrare con

decisione in direzione di Parigi. Il capo di Stato Maggiore Konstantin von Knobelsdorf riuscì a raccogliere oltre30.000 uomini per l'attacco conclusivo che avrebbe permesso di entrare nella cittadina entro la fine di giugno. Aquesto attaccò partecipò anche il Corpo d'armata alpino del generale Konrad Krafft von Dellmensingen, di cuifacevano parte il tenente Franz von Epp e l'oberleutnant Friedrich Paulus.

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Soldati tedeschi ricevono dal

Kronprinz la croce di ferro.

Le controffensive francesi

L'entrata di Douaumont, è possibile

vedere un mortaio tedesco appena

fuori l'entrata.

L'attacco iniziale fu micidiale, i tedeschi per l'occasione utilizzarono unnuovo gas che le maschere francesi non riuscivano a filtrare, il fosgene,che intossicò all'istante quasi 1600 soldati e permise ai tedeschi diavanzare per quasi 2 chilometri prima di essere fermati dalla reazionefrancese. L'effetto dei gas durò meno del previsto, e le batterie francesiriuscirono presto a tornare in funzione, inoltre le batterie ai lati del frontenon furono intaccate dal lancio di gas per cui non subirono alcun danno,permettendo alle truppe francesi di fermare l'avanzata tedesca.

L'ultimo tentativo tedesco di conquistare Verdun fallì con perdite elevatee da lì a pochi giorni Erich von Falkenhayn dovette fronteggiare

l'imponente offensiva anglo-francese sulla Somme.

Il 10 luglio i tedeschi tentarono un nuovo attacco con tre divisioni su un fronte di pochi chilometri, con l'utilizzodel fosgene, ma la pioggia si mise a cadere lo stesso giorno, rendendo il terreno un vero e proprio pantanoaiutando i francesi a fermare anche quest'ultimo attacco nemico, e addirittura a ricacciare i tedeschi sulla linea dipartenza.

La "limitata offensiva" di Falkenhayn era già costata quasi 250.000 uomini all'esercito tedesco, ossia il doppiodegli effettivi delle nove divisioni concesse al Kronprinz nell'offensiva iniziale di febbraio. Nonostante poi il 14luglio fu dato l'ordine di fermare qualunque offensiva tedesca a Verdun, la carneficina non si fermò in quanto ifrancesi non erano sicuri che quella sarebbe stata l'ultima offensiva tedesca, e i tedeschi erano ormai inchiodatinella difesa di posizioni avanzate, che se abbandonate avrebbero avuto un peso psicologico enorme tra le truppedel Kaiser.

Il Kronprinz a questo punto si recò dal padre Guglielmo II per convincerlo a sostituire il suo capo di Statomaggiore von Knobelsdorf, che ancora considerava la possibilità di un ennesimo assalto teso a sfondare ilsettore, e il comandante in capo Falkenhayn. Il primo fu mandato sul fronte orientale, mentre Falkenhayn fusostituito da comandante dell'esercito il 28 agosto dal duo Paul von Hindenburg ed Erich Ludendorff, cheordinarono immediatamente la cessazione di ogni attacco, in attesa delle inevitabili controffensive francesi.

Tra aprile e settembre le truppe francesiavevano tentato diverse volte di

respingere i tedeschi ma praticamente ogni tentativo era stato vanificatodalla disorganizzazione degli attacchi che vennero effettuati da unnumero insufficiente di uomini e senza un appoggio adeguatodell'artiglieria.

Il generale Charles Mangin, che aveva fama di non farsi scrupolo delle

perdite subite dalle sue divisioni,[79] ordinò diversi attacchi a FortDouaumont che si risolsero in un bagno di sangue per i francesi.L'artiglieria, specialmente i mortai da 370 mm che tanto piacevano aMangin, si era difatti rivelata del tutto inadeguata a penetrare le mura di

calcestruzzo del forte[80] così come la coordinazione tra i vari reparti che parteciparono agli attacchi; nonostanteciò durante questi attacchi alcuni gruppi di soldati riuscirono a raggiungere il tetto del forte ma furono di fatto

tutti uccisi o fatti prigionieri.[81][82]

Ad ottobre l'andamento della battaglia sarebbe però drasticamente cambiato. I francesi cominciarono a preparareuna serie di offensive su larga scala che poterono contare sullo sforzo dei tre grandi protagonisti della battaglia, iltrio composto da Robert Nivelle, Philippe Pétain e dal già citato Charles Mangin, che per la prima volta dafebbraio avrebbero organizzato un'offensiva degna di tale nome, aspettando prima di tutto di avere la superioritànell'artiglieria e negli uomini. L'attacco principale avrebbe avuto come primo obiettivo la riconquista di Fort

Douaumont, con in tutto otto divisioni,[83] e oltre 650 cannoni pesanti, con a disposizione circa 15 000 tonnellate

di proiettili.[84] Il 19 ottobre partì quindi un poderoso bombardamento preliminare francese che per tre giornisconvolse le linee tedesche, avvalendosi fino a mezzogiorno del 23 di giganteschi pezzi da 400 mm della

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Poilus francesi in trincea a Verdun.

Immagine significativa delle pessime

condizioni igienico-sanitari che i

soldati francesi erano obbligati a

sopportare nel settore di Verdun.

Schneider-Creusot che martellarono Douaumont fino ad allora "lasciatoin pace", devastandone le casematte e le strutture, portando i tedeschi adevacuare il forte riuscendo là dove i mortai da 370 mm avevano fallito.

Intanto con un ingegnoso trucco messo in atto da Nivelle[85] le batterietedesche subirono moltissimi danni; al mattino del 24 ottobre, si stima

che le artiglierie francesi avessero sparato quasi 250.000 colpi.[86]

Il mattino del 24 ottobre sotto una pesante nebbia incominciò l'attaccofrancese accompagnato dallo squillo acuto delle trombe reggimentali,proprio per questa nebbia le poche batterie tedesche rimaste nonpoterono aprire il fuoco, Fleury e l'Ouvrage de Thiaumont caddero inpochi minuti, e avanzarono con una tale rapidità da cogliere le truppenemiche del tutto impreparate. Douaumont fu riconquistato in giornata, ei soldati francesi furono impressionati dalle devastazioni che lo stessoforte subì dai loro cannoni da 400 mm, e verso mezzogiorno iniziò lalunga fila di prigionieri diretti al Forte di Souville. Il 2 novembre caddeanche il forte di Vaux, sotto l'attacco della 2ª Armata francese, e il 15dicembre partì il secondo e sanguinoso ultimo attacco francese che ilKronprinz descrisse con queste semplici parole:

« questo giorno nero. »

L'esercito francese avanzò di circa 3 km oltre un Douaumont devastato, riconquistarono anche parecchie delle

posizioni perdute in febbraio[63] ottenendo senza ombra di dubbio la "più brillante vittoria dopo la Marna",

impiegando pochi giorni per conquistare le posizioni che il Kronprinz catturò in quasi quattro mesi e mezzo.[87]

Fondamentale fu l'utilizzo dello "sbarramento mobile" ad ondate successive messo in atto da Nivelle, che sidimostrò un autentico successo, e causò per la prima volta durante la battaglia di Verdun, più perdite tra i

tedeschi[88] che tra i francesi. La Francia celebrò la sua El Alamein della prima guerra mondiale,[89] e celebrò ilsuo eroe, il generale Nivelle, mentre colui che aveva preparato la resistenza francese durante i momenti piùdifficili, Pétain, fu eclissato, e stessa sorte toccò all'ormai dimenticato Joseph Joffre.

L'esperimento di "dissanguamento totale" messo in atto da Falkenhayn,che per essere raggiunto costò la possibilità di vittoria alla 5ª Armata delKronprinz in febbraio, fu costellato da diversi errori tattici soprattuttoattribuibili alla cronica indecisione del comandante in capo dell'esercito.Il mancato assalto simultaneo ad entrambe le rive della Mosa e lamancata concessione di truppe di riserva nel momento crucialedell'attacco, tra febbraio e marzo, impedirono alle preponderanti forzetedesche di sfondare le linee francesi. Queste resistettero e riuscirono arinforzarsi, rendendo il fronte di Verdun una logorante tenzone tra dueeserciti determinati a svolgere il loro compito. L'indecisione e l'indoleverso la "segretezza", caratteristiche di Falkenhayn, misero in difficoltà ivari comandanti tedeschi impegnati nei combattimenti a Verdun, maanche i comandanti alleati; infatti altro grave errore, spesso sottovalutato,fu quello di non informare l'alleato austriaco, il feldmaresciallo Conradvon Hötzendorf, dell'intenzione di attaccare Verdun.

Una delle cause concomitanti nella sconfitta degli Imperi centrali durantela Grande Guerra, fu appunto la mancanza di coordinazione ecomunicazione tra i gli eserciti alleati, decisamente più scarsa del seppurdifficile rapporto che per esempio avevano dall'altro lato prima Joffre e

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Il feldmaresciallo austro-ungarico von

Hötzendorf.

Brusilov

La Somme

poi Foch con l'esercito inglese. Gli Imperi centrali non seppero sfruttareal meglio il loro unico grande vantaggio, la rete ferroviaria e stradale checollegava capillarmente i due imperi, che se opportunamente sfruttataavrebbe consentito comunicazioni rapide e celeri movimenti di truppeverso tutti i fronti di battaglia. Le continue richieste di aiuto austriachesul fronte orientale distolsero parecchie truppe tedesche ad occidente, eciò non fece altro che incrinare i rapporti tra i due imperi, i cuicomandanti in capo già citati vedevano lo svolgimento della guerra in due

modi completamente opposti.[90][91]

Questa concomitanza di fattori, e la reciproca "antipatia" tra Falkenhayne von Hötzendorf, si rifletté fortemente anche durante i combattimenti diVerdun, a causa delle avventate mosse tattiche che l'alleato austriacocompì in Italia all'insaputa dei tedeschi.

Per approfondire, vedi la voce offensiva Brusilov.

Quando von Hötzendorf venne a sapere dell'offensiva tedesca a febbraio,con una segretezza degna dello stesso Falkenhayn, cominciò a preparareun'offensiva contro gli italiani senza avvisare l'alleato tedesco e

impiegando cinque delle migliori sue divisioni prelevate da oriente.[92]

Gli italiani subirono gravi perdite ad Asiago, ma in un mese riuscirono a fermare l'avanzata nemica, mentre

proprio ad oriente uno dei peggiori disastri dell'intera guerra stava per colpire gli austriaci.[92]

In risposta alla disperata richiesta di Poincaré di un'offensiva di alleggerimento, lo zar Nicola II ordinò algenerale Brusilov di attaccare le linee austriache in Galizia, proprio nella zona da cui von Hötzendorf ritirò le

divisioni destinate all'attacco in Italia.[92] Il 4 giugno il generale Brusilov attaccò con 40 divisioni e il fronteaustro-ungarico crollò di schianto, gettato nel caos dalle numerosissime cariche dei cosacchi. Ben 400.000uomini furono presi prigionieri dai russi.

L' 8 giugno, il giorno in cui venne sferrata a Verdun la nuova offensiva tedesca, von Hötzendorf si recò a Berlino

da Falkenhayn, per chiedere l'aiuto tedesco.[63] Falkenhayn, intuendo il fallimento del suo piano strategico, fucostretto a togliere frettolosamente tre divisioni dal fronte francese da inviare in Galizia a supporto dell'alleatoaustriaco in difficoltà per via dell'offensiva russa. Per questo motivo al principe ereditario fu ordinato di fermaretemporaneamente l'offensiva a Verdun, anche in vista dell'approssimarsi dell'offensiva inglese ad occidente.

Ma il pericolo ad oriente cominciò presto ad apparire meno minaccioso, e le batterie britanniche non avevanoancora cominciato il loro fuoco, così Falkenhayn e Knobelsdorf fissarono per il giorno 23 giugno la ripresa dellosforzo verso il forte di Souville. Sfortunatamente per i tedeschi, la tempestiva offensiva russa permise ai francesidi prendere tempo per ricomporsi, permettendo a Nivelle e Pétain di rinforzare le difese sul fronte di Verdun e

difendersi così dal nuovo attacco,[92] che non ebbe successo.

Per approfondire, vedi la voce battaglia della Somme.

« l'esercito francese avrebbe potuto cessare di esistere! »

Queste furono le parole con cui Douglas Haig ricordò il commento agitato di Joffre quando il 26 maggio questi sirecò da lui per fargli pressione affinché accelerasse i preparativi di attacco che l'esercito alleato avrebbe dovutoiniziare nella seconda metà dell'agosto 1916, quando una imponente offensiva forte di 65 divisioni, si sarebbedovuta sferrare sulla Somme.

Il comandante supremo francese era ormai preoccupato sulla capacità di resistenza del suo esercito sottol'incessante martellamento dell'artiglieria tedesca che non dava pace ai francesi di stanza a Verdun. Le sueperplessità preoccuparono seriamente anche l'alleato inglese, che decise così di anticipare l'offensiva. Il 24

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Il terreno nelle campagne nei dintorni

di Verdun devastato dai

bombardamenti in una foto del 1916.

Alcune porzioni di terreno delle

campagne come nei dintorni di

Verdun, oggi.

giugno il massiccio bombardamento di preparazione inglese iniziò il suo lavoro di demolizione delle trinceetedesche, terminando addirittura sette giorni dopo nel momento in cui migliaia di soldati inglesi uscirono dalletrincee a passo di marcia, sotto 30 kg di zaino, per essere sistematicamente falciati dalle mitragliatrici tedeschesorprendentemente rimaste intatte.

Nonostante l'insuccesso alleato sulla Somme, questo poderoso attacco distolse un notevole numero di truppe siatedesche che francesi dal fronte di Verdun, contribuendo così ad alleggerire notevolmente la pressione sul fronteaperto da Falkenhayn, e permettendo ai francesi di attestarsi saldamente riorganizzando uomini e rifornimenti aVerdun, e consentendogli di fermare l'attacco tedesco del 23 giugno verso Souville, partito proprio alla fine delprecedente attacco di alleggerimento russo in Galizia.

Queste concause avverse all'esercito tedesco, frutto di incapacità dell'alto comando e mancata coordinazione conl'alletao austro-ungarico, permisero agli alleati una serie di offensive di alleggerimento del fronte di Verdun, chein questo modo resse all'incessante pressione tedesca, precludendo in questo modo l'ultima possibilità di vittoriain occidente all'Impero tedesco.

La battaglia di Verdun verso lafine di dicembre 1916, era

tecnicamente terminata. Anche se questo campo di battaglia porteràancora sporadiche perdite fino alla fine della guerra, l'effetto piùimmediato fu la caduta del potentissimo Joseph Joffre, che già da giugnonon godè più della fiducia del parlamento a causa dell'ecatombe cheVerdun costò alla Francia.

Con il pesante insuccesso della Somme, il 27 dicembre Joffre fu liquidatocon la nomina di maresciallo di Francia, titolo che portò l'oscuramentoquasi totale del generale. Al suo posto al GQG fu nominato RobertNivelle, grande adulatore dei politici, molto più estroverso di Pétain, eideatore delle vittoriose controffensive francesi di ottobre, che l'altropossibile aspirante comandante supremo, Ferdinand Foch, non aveva

ottenuto sulla Somme.[93]

Il nuovo capo Nivelle iniziò subito i preparativi per una "decisiva"offensiva a primavera, sullo Chemin des Dames, che nonostante ipreparativi e il grande dispiegamento di energie umane e materiali, sitrasformò in un ennesimo disastro per la Francia. La seconda battagliadell'Aisne preparata da Nivelle, in pochi giorni fece registrare circa120 000 perdite tra le file anglo-francesi, causando un significativo edennesimo impoverimento nelle risorse umane nell'esercito francese efacendo cadere nell'oblio il sopravvalutato generale. Il fallimentodell'Aisne fu poi la miccia che fece esplodere il periodo diammutinamenti che sconvolse l'armata francese nel 1917, dove in pochigiorni, le divisioni destinate all'offensiva di Nivelle fecero registre oltre20.000 diserzioni immediate, che arrivarono durante l'anno al numero di

54 divisioni "ammutinate".[94] Dal giorno della catastrofica offensiva di

Nivelle[95] e dai successivi ammutinamenti, si capì che la guerra non sisarebbe potuta vincere senza l'aiuto americano, con tutte le conseguenzeche ne derivarono.

Nuovamente i politici francesi si rivolsero all'unico uomo capace di ristabilire l'ordine, Philippe Pétain. Questifece diminuire decisamente le contromisure repressive dei comandanti francesi e si dedicò a miglioraredrasticamente le condizioni dell'esercito, partendo anche dai bisogni più semplici che fino a quel momentofurono trascurati dai comandi francesi.

Il segno che la battaglia di Verdun lasciò sull'esercito fu indelebile, i sette-decimi degli effettivi dell'esercito

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Da Verdun alla Maginot

La medaglia

commemorativa della

francese passarono per il fronte di Verdun;[96] la Francia zoppicò per tutto il 1917, portando a termine solopiccole e limitate offensive (tra cui la riconquista del Mort-Homme) e passando simbolicamente il peso

dell'attacco sul fronte occidentale agli inglesi prima e agli americani poi, mettendo il proprio sulla difensiva.[97]

D'altra parte le incapacità dell'esercito francese non furono poche, la sconfitta del 1870 bruciava ancora neiricordi dei comandi, e ciò si tramutò nella totale indisposizione nel perdere neppure un metro di terreno perragioni tattiche. La Francia invece avrebbe potuto limitare notevolmente le proprie perdite abbandonando quellefortezze fino ad allora tanto trascurate da Joffre, per attestarsi su posizioni più favorevoli e lasciando ai tedeschila città di Verdun. Ma il senso dell'onore e la paura delle conseguenze nell'opinione pubblica prevalse. Allo stessotempo nulla fu fatto per trovare alternative tattiche e strategiche adeguate, la Francia accettò in pieno lasanguinosa sfida lanciata dai tedeschi e l'intervento di Pétain riuscì solo ad alleviare le condizioni

dell'esercito.[97]

Parallelamente i comandi tedeschi in più occasioni ebbero tra le mani la possibilità di prendere definitivamenteVerdun. A maggio la conquista della città si sarebbe potuta ottenere, si sarebbe potuto avere un collasso di tutto ilpaese con un attacco deciso e coordinato che avrebbe finalmente terminato le sofferenze di entrambi gli eserciti,senza prolungare l'inferno in cui dovettero combattere. Ma anche i comandi tedeschi, dall'indeciso Falkenhayn,al temerario Knobelsdorf, all'inascoltato Kronprinz, non seppero programmare una tattica comune decisa ad unosfondamento risolutivo. Considerando poi che le perdite tedesche furono così gravi che in nessun modo sisarebbero potute trovare le riserve necessarie per un colpo finale negli mesi seguenti, specialmente considerando

l'attacco alleato sulla Somme che assorbì notevoli forze tedesche per molti mesi.[98] I critici militari tedeschisono più o meno unanimi nel considerare Falkenhayn come la causa principale dell'insuccesso, a causa della suaincapacità di concentrare l'attacco in un solo punto, preferendo "attacchi limitati" assecondando fino all'ultimo lasua tecnica del "logorio dovuto all'attrito", oltre per la sua perenne indeterminatezza nelle decisioni fondamentali

dopo aver deciso comunque di buttarsi nell'operazione Verdun.[99] Anche se alcuni storici tedeschi difensori diFalkenhayn sostengono che l'atteggiamento di Joffre andò a favore della Germania, in quanto l'impegno a Verdun

tolse ventisei divisioni francesi dal fronte della Somme, semplificando non di poco l'impegno tedesco.[100]

Nessuna delle due parti "vinse" a Verdun, fu una battaglia non decisiva di una guerra che alla fin dei conti non

ebbe un chiaro vincitore sul campo.[100] Alla sua conclusione ciò che i tedeschi avevano conquistato dopo diecimesi di scontri e un terzo di milione di perdite, non era altro che un'estensione di territorio un po' più larga dei

parchi reali di Londra.[97]

Verdun lasciò un segno incancellabile anche nell'esercito tedesco, la fiducia nei capi fu scossa alle fondamenta, ilmorale non si ristabilì mai del tutto, e anche in patria si manifestò un'evidente stanchezza nei confronti dellaguerra.

Le conseguenze di questa sanguinosa battaglia non siesaurirono con la fine della stessa. Verdun più di qualsiasi

altro evento, contribuì fortemente nelle tattiche militari francesi durante la caduta dellaFrancia nel 1940. Se da una parte Verdun fu teatro per una evoluzione dell'arte dellaguerra, con l'introduzione dei lanciafiamme e del fosgene, con l'utilizzo delle nuove

concezioni di "forza aerea", "tecnica di infiltrazione"[101] e "sbarramento mobile ad

ondate successive",[102] fu anche l'occasione in cui studiosi militari, soprattuttofrancesi, analizzarono la resistenza offerta dalle fortificazioni moderne nei confronti deinuovi enormi calibri. E fu il maresciallo di Francia Pétain (che ora godeva di maggiorprestigio nel suo paese), che già dal 1922 richiese la creazione di una linea difensivache proteggesse permanentemente la Francia non più sullo stile del sistema Séré deRivières, ma su una nuova concezione di linea continua formata da centinaia di cupoleretrattili armate di cannoni e collegate tra di loro con passaggi sotterranei ad una tale

profondità da essere immuni a qualsiasi tipo di proiettile.[103]

Non fu una coincidenza che l'uomo politico che alla fine appoggiò e dette il suo nomealla linea fu un ex-sergente che fu ferito seriamente a Verdun, il ministro André

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Battaglia di Verdun,

appartenuta al

colonnello Théophile

Marie Brébant

La Reichskriegsflagge sventola su

Verdun, giugno 1940

Il ricordo

L'ossario di Douaumont.

Maginot,[104] e che il Capo di Stato Maggiore francese sotto il quale venne realizzata laLinea Maginot, fu un certo Marie-Eugène Debeney, anch'egli combattente sullaMort-Homme.

Molti dei personaggi politici francesi che dovettero prepararsi alla seconda guerramondiale, furono testimoni e partecipi dell'immane massacro di Verdun; ilpresidente francese Albert Lebrun maggiore di artiglieria, il presidenteRené Coty, soldato di prima classe, il presidente Charles De Gaulle,capitano di fanteria, l'ammiraglio François Darlan e i marescialli Pétain ede Lattre furono tutti chiamati alla difesa di Verdun. Questi furono anchegli uomini politici che dovettero guidare la Francia prima, durante e dopoil secondo conflitto mondiale e che tentarono in ogni modo di nonripetere gli errori e i sacrifici che i giovani francesi erano stati chiamati acompiere a Verdun.

Mentre i francesi si prodigavano a difendere il confine nazionale, anche itedeschi dovettero fare i conti con le conseguenze di Verdun. Seppur lasanguinosa battaglia non segnò così profondamente i tedeschi come

accadde per i francesi,[105] ebbe comunque una grande influenza sui futuri capi della Wehrmacht, molti dei qualiavevano preso parte ai logoranti combattimenti di Verdun. Generali come von Manstein, Paulus, Guderian, von

Brauchitsch e Keitel,[106] ben memori degli immani massacri per la conquista di fortificazioni fisse, impararonopiù di ogni altro esercito la lezione che Verdun aveva impartito, e per non ricadere più in un'altra guerra d'attrito,

misero in pratica ciò che avevano imparato e che il generale Hans von Seeckt teorizzò.[107]

L'esercito tedesco fu il primo a sviluppare una tattica completamente svincolata dall'eventuale sfondamento diposizioni fisse e fortemente protette, puntando invece sulla velocità di avanzata e lo sfondamento in settori benprecisi, con lo scopo di aggirare e quindi accerchiare il nemico per costringerlo alla resa. Questa tattica fuapplicata con successo in Polonia e in Francia poco più di vent'anni dopo, dove la Blitzkrieg mise in ginocchio il

vecchio nemico francese in pochi giorni[108]. Questo derivò anche dal fatto che gli stessi tedeschi analizzarono lefortificazioni di Douaumont e Vaux da un altro punto di vista, non come capisaldi indistruttibili su cui imperniarele proprie difese, ma come "calamite" per le artiglierie da cui far fuggire i propri soldati. Ventiquattro anni dopomisero in pratica le soluzioni trovate per aggirare l'imponente linea difensiva francese. Le divisioni corazzate diGuderian e Manstein nel 1940 aggirarono le linee della Maginot e in poco tempo si trovarono nuovamente difronte alla Mort-Homme e a Quota 304, questa volta però non furono di nuovo luoghi di enormi massacri, marappresentarono due colline dalle quali i panzer di un comandante di battaglione partirono alla conquista dei

vecchi baluardi Douaumont e Vaux, che caddero nel giro di un'ora.[109]

In meno di un mese la svastica sventolava su Verdun, e costò ai tedeschi meno di 200 morti, ancora una voltaPétain fu chiamato in causa, ma in questo caso come "curatore fallimentare" di una sconfitta imminente, pocodopo infatti, il 22 giugno, fu siglato un immediato armistizio con l'invasore tedesco, che come in una "rivincita"

aspettata più di vent'anni, entrò in parata sotto l'Arco di Trionfo a Parigi.[110]

A causa della durata della battaglia, e quindi dei numerosi avvicendamenti di truppe, è difficile

stabilire quanti soldati abbiano combattuto a Verdun,[96] ma più preciso èil conto delle perdite in entrambi gli schieramenti; si stima che circa tra il21 febbraio e il 15 luglio i francesi persero oltre 275.000 soldati e 6.563ufficiali, circa 70.000 erano morti e 65.400 furono i prigionieri (120.000perdite si ebbero solo negli ultimi due mesi), mentre per i tedeschi, la

"limitata offensiva" costò circa 250.000 uomini.[3]

Successivamente, quando Hinbemburg e Ludendorff presero il comandoe ordinarono la cessazione di ogni attacco, le perdite tedesche

ammontarono a 281.333 uomini e quelle francesi a 315.000 circa.[3]

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Resti del villaggio di Ornes, situato

nella foresta antistante Verdun e

distrutto e mai più ricostruito, dai

bombardamenti tedeschi del 1916.

Le cifre francesi indicano invece che le perdite sul campo di battaglia diVerdun per entrambi gli schieramenti furono di circa 420.000 morti e800.000 avvelenati dai gas o feriti. A sostenere queste cifre furono i circa150.000 cadaveri, o parti di essi, non identificati e deposti nell'ossario diDouaumont. Ancora oggi vengono scoperti resti di soldati caduti, e se lecifre fossero veramente queste, per un confronto vale la pena di ricordareche le perdite totali dell'Impero britannico durante tutta la seconda guerra

mondiale furono 1.246.025, di cui 353.652 morti e 90.844 dispersi.[111]

Approssimativamente si è calcolato che l'artiglieria tedesca abbia sparatoall'incirca 22.000.000 di colpi, mentre quella francese circa

15.000.000,[100] mentre su un totale di 96 divisioni sul fronteoccidentale, i francesi ne inviarono ben 70 a Verdun, mentre i tedeschi 46

e mezzo.[3]

Centinaia di migliaia furono i giovani che patirono sofferenze indicibili nelle trincee di Verdun, migliaia diveterani sia francesi sia tedeschi si recarono per molti anni a commemorare i loro compagni nei luoghi in cui untempo combatterono in condizioni terribili, tra feriti senza cure che agonizzavano, portaordini che nontornavano, soccorsi e razioni che non arrivavano e cadaveri seppelliti e disseppelliti dall'incessante

bombardamento dell'artiglieria.[10] Fu appunto l'artiglieria, con i suoi infiniti bombardamenti, che caratterizzò labattaglia sul fronte di Verdun per quasi un anno, instaurando nei combattenti una specie di "perdita di volontà",una insensibilità alla sofferenza e alla morte, che se da una parte gli corrose l'animo, dall'altro lato gli permise di

sopportare indicibili sofferenze.[10]

Moltissimi dei veterani, che ventitrè anni dopo vissero e furono partecipi anche al secondo conflitto mondiale,rimasero così profondamente scossi dalla battaglia di Verdun, da portarsi dietro quel ricordo per tutta la vita.Caso emblematico fu quello del generale Karl-Heinrich von Stülpnagel, governatore militare tedesco a Parigi etra i maggiori cospiratori nell'attentato del 20 luglio 1944 contro Hitler. Questi mentre rientrava in Germania peril processo a suo carico, chiese di potersi fermare a Verdun nei pressi della tristemente famosa Mort-Homme,dove nel 1916 aveva comandato un battaglione, e dove nel 1944 tentò il suicidio. Proprio nel luogo dove migliaiadi suoi commilitoni persero la vita durante i terribili assalti volti alla conquista di quella collina distrutta dalfurore della guerra, il generale rivolse la sua pistola d'ordinanza alla testa. Sfortunatamente il generale riuscì solo

ad accecarsi, e condotto comunque in Germania venne poi strangolato dalla Gestapo.[112]

I pellegrinaggi e le commemorazioni legate a Verdun proseguirono per tutto il primo dopoguerra, l'ossario diDouaumont e la Voie Sacrée divennero quasi dei luoghi di culto per giovani e meno giovani, ma tutto il campo dibattaglia rimase per lungo tempo pieno dei segni della battaglia. I pesanti reticolati dei forti furono usati nellefattorie, gli elmetti tedeschi furono messi in testa agli spaventapasseri, i numerosi villaggi devastati rimaseroabbandonati o addirittura sparirono dalle cartine geografiche. I boschi della riva destra furono nuovamentericoperti di alberi, che crebbero di qualità scadente, nel 1930 le pendici del Mort-Homme furono ricoperte dialberi piantati dopo che ogni tentativo di coltivazione era fallito.

Voragini innaturali più o meno profonde sono ancora individuabili lungo tutto il campo di battaglia e quella cheprima veniva chiamata Quota 304 oggi è segnata sulle cartine geografiche con l'altezza di 297 m, dato che iviolenti bombardamenti che accompagnavano i tentativi di conquista, "limarono" di ben 7 metri l'altezza della

collina.[10] Ancora oggi, vagando per i campi, con un po' di fortuna si possono trovare gli avanzi della battaglia:elmetti, borracce, fucili rotti e schegge di ogni tipo, a testimonianza della violenza della battaglia e del sacrificiodi migliaia di soldati.

^ The EncyclopediaAmericana, Vol. 28,(J.B.Lyon Company, 1920),283.

1.

^ MacKenzie, Donald A.,The story of the Great War,

2.

(Buck Press, 2009), p. 142.^ a b c d e A.Horne, op. cit.,p. 300

3.

^ Dupuy, op. cit., 4th Ed.,pag. 1052

4.

^ a b R.G.Grant, op. cit., p.5.

276^ Dupuy, op. cit., 4th Ed.,p.1052

6.

^ a b c d A.Horne, op. cit.,pag.7

7.

^ sollevato da ogni incarico8.

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il 28 agosto dello stesso anno esostituito dal feldmarescialloPaul von Hindenburg(coadiuvato dal generaleLudendorff)^ anch'egli sostituito, ma solodopo la fine delle operazioni aVerdun: infatti il 27 dicembre fupromosso Maresciallo diFrancia, con lo scopo diallontanarlo dal Gran QuartierGéneral, e far prendere il suoposto a Robert Nivelle

9.

^ a b c d e f g h i j Jean-LouisGuillaud - Henri de Tourenne.(FR) Verdun, Les grandesbatailles(http://www.docusdunet.net/les-grandes-batailles-verdun.html) . DanielCostelle. URL consultato il 8 giugno

2011.

10.

^ a b c d A.Horne, op. cit., p. 911.^ A.Horne, op. cit., p. 2112.^ A.Horne, op. cit., p. 2013.^ A.Horne, op. cit., p. 1814.^ P.Davis, op. cit., p. 46615.^ P.Davis, op. cit., p. 46716.^ M.Gilbert, op. cit., p. 28517.^ A.Horne, op. cit., p. 5318.^ A.Horne, op. cit., pp. 52-5319.^ Nelle carte topografichetedesche del 1914 erano segnatinon meno di 20 forti maggiori e40 di media importanza(Ouvrages come li chiamavanoi francesi) - A.Horne, op. cit., p.13

20.

^ A.Horne, op. cit., pagg. 5721.^ a b c R.de Thomasson, Lespreliminaires de Verdun, Nancy,1921

22.

^ www.lagrandeguerra.net(http://www.lagrandeguerra.net/ggvbattaglia.html) . URL

consultato il 27 novembre 2010.

23.

^ A.Horne, op. cit., p. 4324.^ a b A.Horne, op. cit., p. 4525.^ Per un solo corpo d'armataerano previsti pinze tagliafili,17.000 badili, 125.000 granate amano, 1.000.000 di sacchetti disabbia, 265.000 kg di filospinato - A.Horne, op. cit., p. 48

26.

^ Strumenti primitivi, ma capacidi sparare un tubo di metallopieno di circa 50 kg diesplosivo

27.

^ a b c Paul Bansi,Niedersachsische

28.

Fussartillerie, Oldenburg, 1928^ Una batteria addirittura ogni150 m di trincea - A.Horne, op.cit., p. 51

29.

^ a b c A.Horne, op. cit., p. 5130.^ A.Horne, op. cit., p. 3431.^ A.Horne, op. cit., p. 3532.^ A.Horne, op. cit., p. 5033.^ www.lagrandeguerra.net(http://www.lagrandeguerra.net/ggvbattaglia.html) . URL

consultato il 28 novembre 2010.

34.

^ I.Ousby, op. cit., pp. 83-8435.^ A.Horne, op. cit., p. 5936.^ I.Ousby, op. cit., p. 8537.^ A.Horne, op. cit., p. 6138.^ Anche per via delcontrospionaggio tedesco cheinviava false notizie da paesineutrali

39.

^ Kronprinz Wilhelm, My WarExperience

40.

^ a b c A.Horne, op. cit., pag.7541.^ A.Horne, op. cit., p. 7742.^ In seguito venne calcolato chein un'area rettangolare di terrenodi mezzo km per uno, eranocaduti 80.000 proiettili digrosso calibro - A.Horne, op.cit., p. 80

43.

^ In questa sfortunata azione la72ª Divisione di fanteriafrancese smise di esistere.Dopo soli 4 giorni dicombattimenti la divisione perse192 ufficiali e 9636 uomini ditruppa, e venne sciolta -A.Horne, op. cit., p. 66

44.

^ Precisamente nord-africani ezuavi, poco abituati a quellecondizioni di battaglia, che dopola morte del loro comandantelasciarono le linee e vennero perquesto falciati dalle loromitragliatrici

45.

^ Infatti nei primi giorni fupredisposto un sistema distaffette (che poi divenne quasila prassi tra le linee francesi perquasi l'intera durata dellabattaglia), che se non morivano,impiegavano anche 8 ore perpercorrere 3 km tra le linee

46.

^ A.Horne, op. cit., p. 6647.^ da "Atlantide storie di uominie di mondi", da: "La battagliadella Somme", Archivio cult,la7.tv (http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50194068)

48.

^ I.Ousby, op. cit., pp. 76-7749.

^ A.Horne, op. cit., p. 11450.^ Un pezzo pesante da 155 mma canna tozza, una coppia da75 mm a canna corta (tutti suinnovative torrette retrattili), 3mitragliatrici e 4 cupolecorazzate per l'osservazione -A.Horne, op. cit., p. 56

51.

^ I.Ousby, op. cit., p. 7752.^ a b c d e I.Ousby, op. cit., p.120

53.

^ In seguito il tenente vonBrandis, nel suo libro DieSturmer von Douaumont, siappropriò indebitamente delmerito della conquista del forte- I.Ousby, op. cit., p. 78

54.

^ In seguito i francesi siaccorsero che gli assalitori nonerano più di una novantina edissero che se lo avesserosaputo non si sarebbero arresicosì facilmente. «Troppo tardi»fu la risposta - I.Ousby, op. cit.,p. 78.

55.

^ A.Horne, op. cit., p. 13256.^ I.Ousby, op. cit., p. 12157.^ A.Horne, op. cit., p. 14558.^ I giudizi a posterioridell'ordine di De Castelnau,dicono che invece di resisterefino alla morte, l'esercitofrancese avrebbe fatto meglio aritirarsi gradualmente lasciandoai tedeschi la riva destra ormaipiena di forti inutilizzabili, epotersi quindi attestare sulleposizioni collinose di Sainte-Menehould per aver un miglioretiro sul nemico in avanzata,rendendo impossibile al nemicoulteriori progressioni in unterreno completamente sotto tirodei 155 mm e dei 75 mmfrancesi. Ma come detto ladottrina francese noncontemplava la ritirata, e inoltrela perdita della piazzaforte diVerdun avrebbe causatomoltissime ripercussioni moralinell'opinione pubblica e nellostesso esercito, già martoriatoda 18 mesi di sconfitte -A.Horne, op. cit., p. 146

59.

^ A.Horne, op. cit., pp. 147-14860.^ A.Horne, op. cit., p. 14761.^ Durante le prime critichesettimane, dal 28 febbraio,transitarono per quella strada25.000 tonnellate di materiale e190.000 uomini

62.

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^ a b c P.Davis, op. cit., p. 46963.^ A.Horne, op. cit., p. 16464.^ A.Horne, op. cit., p. 16665.^ A.Horne, op. cit., p. 17166.^ A.Horne, op. cit., p. 17267.^ P.Davis, op. cit., p. 37468.^ A.Horne, op. cit., p. 19869.^ A.Horne, op. cit., p. 22370.^ A.Horne, op. cit., p. 22471.^ A.Horne, op. cit., p. 24572.^ A.Horne, op. cit., p. 22873.^ A.Horne, op. cit., p. 25874.^ A.Horne, op. cit., p. 24675.^ A.Horne, op. cit., p. 26876.^ Distintosi in precedenzanell'organizzazione della difesadei forti turchi a Gallipoli

77.

^ A.Horne, op. cit., p. 27278.^ Alla vigilia di uno dei suoiattacchi a Fort Douaumontdisse:

« La prima ondata saràuccisa. La secondaanche. E anche la terza.Alcuni uomini dellaquarta raggiungerannol'obiettivo. La quintaondata prenderà la

posizione. »

- I.Ousby, op. cit., pp. 293-295;340-341

79.

^ Un ufficiale al comando diuno degli altri forti di Verdun,che sapeva a quale intensità difuoco potevano resistere, saputoche Mangin avrebbe usato imortai da 370, commentò:

« Mangin ritienedavvero Douaumont

tanto debole? »

- I.Ousby, op. cit., pp. 293-295;340-341

80.

^ I.Ousby, op. cit., pp. 293-295;340-341

81.

^ L'8 maggio il forte fu scossoda una violenta esplosionecausata da una scatola dibombe a mano difettose emorirono più di 600 soldatitedeschi che si trovavano neisotterranei. Mangin colsel'occasione e andò all'attacco il22 maggio; quando dalla suaposizione vide che alcunisoldati (sotto il comando delmaggiore Lefebvre-Dibon)erano arrivati in cima al forte,preso dall'emozione comunicò

82.

subito a Nivelle di averriconquistato il forte. Alpomeriggio del 23 dovettearrendersi all'evidenza chel'attacco era stato un fallimentoe che i soldati che eranopenetrati nel forte erano statitutti fatti prigionieri - I.Ousby,op. cit., pp. 293-295; 340-341^ 3 divisioni in prima linea, 3divisioni a seguire e 2 divisionidi riserva

83.

^ A.Horne, op. cit., p. 30884.^ Il 22 ottobre per far credere alnemico un imminente assalto,ordinò alle truppe di emettere lestesse grida d'eccitazionetipiche di un attacco; in rispostale artiglierie tedesche iniziaronoun tiro di sbarramento,rivelando così le loro posizioni,che furono quindi martellatesenza sosta dai pezzi da 155francesi che in questo modomisero fuori combattimento 90delle 158 batterie tedesche -A.Horne, op. cit., p. 312

85.

^ A.Horne, op. cit., p. 31186.^ A.Horne, op. cit., p. 31287.^ 11 000 prigionieri e 115cannoni catturati

88.

^ In riferimento alla vittoriainglese della seconda guerramondiale che sancì la primagrande sconfitta dellaWehrmacht durante il conflitto

89.

^ A.Horne, op. cit., p. 27990.^ Il feldmaresciallo vonHötzendorf era un seguace diAlfred von Schlieffen, epensava che per vincere laguerra fosse necessarioattaccare ed eliminare con ilmassimo sforzo prima un fronteper poi passare all'altroeliminando un nemico per volta,puntando prima ad eliminare laRussia. Mentre la cronicaindecisione di Falkenhayn fecein modo che durante i 23 mesidel suo comando,l'atteggiamento tatticoprivilegiato fu quello cheavrebbe garantito la "sicurezzasu tutto il fronte" garantendo undistribuito numero di truppelungo tutto la linea, quindiincapace di uno sfondamentosettoriale. - A.Horne, op. cit., p.280

91.

^ a b c d A.Horne, op. cit., p.282

92.

^ A.Horne, op. cit., p. 32093.^ A.Horne, op. cit., p. 27894.^ A cui non fu nemmeno piùpermesso avvicinarsi al fronteoccidentale, fu spedito in nordAfrica e per alcuni anni gli fuproibito abitare a meno di50 km da Parigi

95.

^ a b P.Davis, op. cit., p. 47096.^ a b c A.Horne, op. cit., p. 33197.^ A.Horne, op. cit., p. 32398.^ A.Horne, op. cit., p. 32999.^ a b c A.Horne, op. cit., p. 330100.^ A Verdun per la prima volta, icomandanti tedeschiperfezionarono la tattica diinfiltrazione nelle linee nemichecon l'impiego di piccole squadreaddestrate che sparpagliate sututto il fronte, ebbero a daremolto filo da torcere alle difesestatiche francesi -B.Gudmundsson, op. cit., pp.154-155

101.

^ quello attuato da Nivelledurante le vittoriosecontroffensive di novembre edicembre, basatesull'avanzamento dellosbarramento di artiglieria adintervalli programmati a cuiavrebbe dovuto seguirel'avanzamento della fanteria chein questo modo era sempreprotetta dalla propria artiglieria

102.

^ A.Horne, op. cit., p. 340103.^ che inoltre fu uno deirappresentanti parlamentari chesfiduciarono Joffre nel 1916

104.

^ Forse perché le truppetedesche impegnate furonodecisamente meno o forseperché le inumane condizioni daaffrontare sul campo di battagliafurono sempre peggiori per ifrancesi che per i tedeschi

105.

^ Mentre altri, come Rommel evon Kluge in altri periodi,parteciparono anch'essi adazioni nello stesso settore

106.

^ A.Horne, op. cit., p. 342107.^ B.Gudmundsson, op. cit., p.156

108.

^ A.Horne, op. cit., pp. 336-338109.^ A.Horne, op. cit., p. 338110.^ P.Davis, op. cit., p. 480111.^ A.Horne, op. cit., p. 347112.

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In italiano:

Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, 2009, Milano, Arnoldo Mondandori[1994].Alessandro Gualtieri, Verdun 1916, il fuoco, il sangue, il dovere, 2010, Parma, Mattioli 1885 [2010].Bruce I. Gundmundsson, Sturmtruppen - origini e tattiche, 2005 (in italiano), Gorizia, Libreria EditriceGoriziana [1989].Alistair Horne, Il prezzo della Gloria, Verdun 1916, 2003 (in italiano), Milano, BUR [1962], pp. 376.Ernst Jünger, In Stahlgewittern - Nelle tempeste d'acciaio, 1995, Parma, Guanda [1920].Paul K. Davis, Le 100 battaglie che hanno cambiato la storia, 2006, Roma, Newton Compton [1999].Ian Ousby, Verdun, 2002 (in italiano), Milano, Rizzoli [2002], pp. 405.

In tedesco:

Kurt Fischer, Stephan Klink: Spurensuche bei Verdun. Bernard & Graefe, Bonn 2000. ISBN3-7637-6203-5Kurt Fischer: Berichte aus dem Fort Douaumont. Bernard & Graefe, Bonn 2004. ISBN 3-7637-6248-5Markus Klauer: Die Höhe Toter Mann – während der Kämpfe um Verdun in den Jahren 1916/17.Remscheid 2001. ISBN 3-9807648-0-XMarkus Klauer: Die Höhe 304 – während der Kämpfe um Verdun in den Jahren 1916/17. Remscheid2002. ISBN 3-9807648-1-8Jacques-Henri Lefebvre: Die Hölle von Verdun. Nach den Berichten von Frontkämpfern, Fleury-devant-Douaumont 1983.Matti Münch: Verdun – Mythos und Alltag einer Schlacht. Meidenbauer Martin, München 2006. ISBN3-89975-578-2Horst Rohde, Robert Ostrovsky: Verdun – Militärgeschichtlicher Reiseführer. Mittler & Sohn, Hamburg2001. ISBN 3-8132-0748-XAlexander Schwencke: Die Tragödie von Verdun. Teil 1–3. Reichsarchiv – Schlachten des Weltkrieges.Stalling, Oldenburg 1927–29.Hermann Thimmermann: Verdun – Souville. München 1936.Josef Magnus Wehner: Sieben vor Verdun - Ein Kriegsroman. Albert Langen-Georg Müller Verlag,München 1930.Arnold Zweig: Erziehung vor Verdun. Roman. Aufbau, Berlin 2001. ISBN 3-7466-5211-1

In francese:

Jean-Jacques Becker, Dictionnaire de la Grande Guerre, Bruxelles, André Versaille éditeur, 2008.Christophe Gué, "Verdun", in François Lagrange (dir.), Inventaire de la Grande Guerre, Universalis, 2005.Le Halle Guy, Verdun. Les Forts de la Victoire, Citedis, Paris, 1998.Alexandre Niess, «Du Chemin des Dames à Verdun. Caractéristiques de la mémoire de la PremièreGuerre mondiale dans les monuments aux morts de la Zone Rouge», Dan Brewer, Patricia Lorcin (dir.),Spaces of War. France and the Francophone World, University of Minnesota, 2008.

In inglese:

Malcolm Brown, Verdun 1916, Tempus Publishing, 1999, ISBN 0-7524-1774-6R. Ernest Dupuy; Trevor N. Dupuy, The Harper's Encyclopedia of Military History, 1993, HarperCollinsPublishers.Robert Foley, German Strategy and the Path to Verdun, Cambridge University Press 2004, ISBN0-521-84193-3.Grant R.G., Battle:A Visual Journey through 5,000 years of Combat, 2005, DK Publishing.Christina Holstein, Walking Verdun. Pen and Sword Books Ltd, 2009, ISBN 978-1-84415-867-6

Villaggi francesi distrutti durante la prima guerra mondialeOssario di Douaumont

Voie SacréeÉmile Driant

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